Lo straniero. In genere il titolo di un romanzo è il

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Lo straniero. In genere il titolo di un romanzo è il
Lo straniero.
In genere il titolo di un romanzo è il massimo riassunto della
trama oppure il nome del personaggio, questa volta invece
l’origine del titolo è molto più profonda e solo dopo un’attenta
lettura del libro si possono esprimere delle ipotesi al riguardo.
Secondo me il titolo deriva dalla personalità del protagonista e
del suo rapporto con il mondo: il suo atteggiamento antisociale, freddo ed estremamente distaccato lo porta ad estraniarsi
dal mondo circostante. Da qui si presuppone che qualsiasi uomo può essere straniero nel mondo in cui vive.
Albert Camus nacque a Mondovi (Algeria) il 7 novembre 1913 da una famiglia francese residente in
Algeria. Ad Algeri studiò in condizioni economiche difficili, e cominciò a lavorare come attore e
giornalista. Dimostrando una certa affinità a favore della scuola ottenne una borsa di studio per
l’università della capitale dove però non riuscì a laurearsi a causa della tubercolosi. Nel 1936 comunque grazie a studi privati riuscì ad ottenere la laurea in filosofia. Dal 1940 partecipò alla resistenza francese contro i nazisti e sposò Francine Fauré. Nel dopoguerra fu caporedattore del giornale «Combat». Nel 1957 vinse il Nobel che coronò la sua attività di scrittore. Nel 1958 compra
una casa a Lourmarin (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), dove abitò fino alla morte. Il 4 gennaio 1960
infatti partì per Parigi in compagnia di Michel Gallimard, il suo editore, ma morì a causa di un incidente automobilistico, a Villeblevin (Yonne). Le sue opere più importanti sono “Caligola”, “La Peste”, “Il mito di Sisifo” e “Lo straniero”.
1942.
Romanzo generico a tratti introspettivo.
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L'opera, divisa in due parti, racconta della vita di un uomo algerino di origine francese conosciuto
come Meursault. La morte della madre segna l’inizio della storia. Da qui parte la descrizione della
personalità particolare di Meursault: egli si dimostra freddo, impassibile e lontano da qualsiasi
sentimento. Nell’ultimo saluto alla madre ossia durante il funerale il protagonista non sente alcuna
tristezza, anzi pensa solo al proseguo della vita. A testimonianza della sua estraneità dal mondo
Meursault inizia una relazione con una donna conosciuta in spiaggia, di nome Maria, proprio il
giorno seguente alle onoranze funebri. Il legame che lo unisce alla donna, però, è solo puro desiderio fisico non accompagnato da alcun tipo di amore.
Meursault dopo aver preso le difese dell’amico Raimondo, suo vicino di pianerottolo che aveva litigato con la sua fidanzata e tutta la sua famiglia, commette un omicidio su una spiaggia sparando
proprio al fratello della ragazza di Raimondo ben quattro volte. Meursault viene così arrestato e
finisce in custodia cautelare in carcere. Durante il lungo processo viene discusso, più che l'assassinio, il fatto che Meursault sembri non provare alcun tipo di rimorso e/o pentimento per quello che
ha fatto. Malgrado i tentativi disperati dell'avvocato difensore alla fine Meursault viene condannato a morte: nemmeno di fronte al giudice sente il bisogno di difendersi ed evitare una condanna
ormai certa. Meursault non tenta nemmeno di trovare il perdono attraverso Dio, rifiutando ripetutamente le visite del sacerdote: nulla può essergli d’aiuto; tutto è una perdita di tempo. La storia
termina con Meursault che realizza quanto l'universo stesso sembri indifferente rispetto all'umanità: accetta la condanna e si prepara a dare l’addio al mondo terreno.
La situazione iniziale corrisponde alla morte della mamma del protagonista, la presentazione del
protagonista stesso, Meursault, e la descrizione degli altri personaggi vicini a Meursault. Avviene la
rottura dell’equilibrio iniziale nel momento in cui il protagonista compie l’omicidio. Le peripezie e
mutamenti coincidono in pratica con il processo, la carcerazione e il confronto con il sacerdote. Lo
scioglimento invece racchiude le riflessioni sul mondo di Meursault e la definitiva rassegnazione
alla morte.
C’è una coincidenza tra fabula e intreccio in tutto il romanzo in quanto le azioni si succedono nel
tempo uniformemente senza mai anticipazioni o flash-back. Un’eccezione corrisponde al processo
nel quale ovviamente vengono ricordati gli avvenimenti per rendere la sentenza del magistrato la
più veritiera possibile.
La vicenda si svolge nel Novecento in Algeria. Gli ambienti più ricorrenti sono Algeri, la spiaggia, il
condominio di Meursault e l’ospizio di Marengo. Il lasso in cui si svolge la vicenda è piuttosto lungo
e non ben definito, ma si può capire che essa duri all’incirca un anno in quanto si nota il susseguirsi
delle stagioni.
Meursault: Protagonista del romanzo e un modesto impiegato di Algeri, ha un carattere freddo,
distaccato quasi da definirlo “straniero” del mondo. Vive la morte della madre con in14) Possamai Nicola
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differenza e la sua storia d’amore con Maria gli interessa solo da un punto di vista fisico (egli nega sempre di amarla). È accusato giustamente di omicidio in quanto uccide
un arabo, nemico di Raimondo, con un colpo di pistola. È singolare come il protagonista mette fine alla vita della vittima: dopo la morte lo trivella con altre 3 pallottole colpendo un corpo privo di vita. Durante il processo mostra rassegnazione e non curandosi dei propri interessi accetta passivamente la ghigliottina, rifiuta il colloquio con il
sacerdote e pertanto ignora e non dà importanza al possibile supporto della religione.
Maria: Maria Cardona è un’ex dattilografa innamorata di Meursault. Ha un carattere semplice,
protettivo e molto altruista. Ama talmente il protagonista da chiedere il matrimonio ma
quest’ultimo non risponde per indifferenza nei confronti della Chiesa e dei suoi sacramenti.
Cerca in tutti i modi di evitare la pena di morte all’amato ma di fronte all’evidenza era impossibile fare qualcosa di più.
Raimondo: Raimondo Synthés è il vicino di pianerottolo di Meursault ed è conosciuto come sfruttatore di donne: sono frequenti i litigi con delle donne e con le rispettive famiglie (proprio questo innesca le divergenze con la vittima). Di lui viene fornita una descrizione
diretta: “È piuttosto basso, con spalle quadrate e un naso da boxeur. È sempre vestito
molto decentemente”.
Salamano: Salamano è un altro vicino del protagonista. È anziano e gobbo e possiede uno spaniel
malato forse di rogna. Meursault racconta che non è raro udire dispute tra questi due
soggetti: il cane cerca di correre libero e sfruttare i momenti all’aria aperta mentre Salamano lo costringe a sopprimere i propri istinti e a seguirlo lentamente. Nonostante le
frequenti controversie entrambi si vogliono molto bene e ciò è esplicitato quando Salamano più avanti nella narrazione smarrisce il proprio cane e confida al protagonista la
propria sofferenza.
Masson: Masson è un uomo grande e grosso, dalle spalle massicce, proprietario di una graziosa
casa sulla spiaggia. Sua moglie invece è piccola e rotondetta. Fa la conoscenza con Meursault nel momento in cui quest’ultimo accetta l’invito di Raimondo per passare una giornata diversa al mare.
Celeste: Celeste è il titolare di una trattoria posta nelle vicinanze dell’abitazione di Meursault. Egli
è un uomo robusto, con baffi bianchi, che indossa sempre un grembiule. La sua osteria è
un luogo di ritrovo per il protagonista infatti nel testo si percepisce il legame ormai consolidato tra i due.
Magistratura: un personaggio particolare è la magistratura con la quale intendo riassumere tutti
coloro che hanno partecipato al processo. Ad essi non importa la storia in sé ma discutono animatamente riguardo alla personalità del protagonista. È singolare il fatto
che l’avvocato di difesa, quindi del protagonista, nel testo ribatteva sempre in prima
persona immedesimandosi di fatto in Meursault che così era completamente emarginato dal dibattito.
Il narratore è in prima persona e coincide con Meursault, per cui siamo alla presenza di un narratore omodiegetico.
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Nel libro è presente il tema dell’esistenza, dell’indifferenza, del rapporto tra uomo e mondo, della
religione e lievemente dell’amore e dell’amicizia. Il personaggio di Meursault come già presentato
nella sezione dei personaggi ha un carattere chiuso e laconico. Solo grazie ai pensieri che Camus ci
trasmette riusciamo ad identificare la sua personalità. Nella sua testa tutto è ordinato e la vita gli
scorre davanti passivamente. È inevitabile quindi una riflessione sull’esistenza e sul rapporto tra
uomo-mondo-Dio. La credenza atea del protagonista lo spinge a rifiutare l’intervento del sacerdote i giorni prima dell’esecuzione capitale affinché gli ultimi attimi siano utilizzati nel migliore dei
modi e non persi nel dialogo/colloquio/confessione con un prete. L’indifferenza quindi è uno
strumento molto usato da Meursault il quale reputa la vita umana priva di senso in quanto già alla
nascita un individuo è già condannato naturalmente alla morte: “Ma tutti sanno che la vita non val
la pena di essere vissuta, e in fondo non ignoravo che importa poco morire a trent’anni oppure a
settanta quando si sa bene che in tutt’e due i casi altri uomini e altre donne vivranno e questo per
migliaia d’anni. Tutto era molto chiaro, insomma: ero sempre io a morire, sia che morissi subito,
sia che morissi fra vent’anni”. Infine l’amore e l’amicizia si identificano con Maria il primo e con gli
altri personaggi minori il secondo. L’amore che traspare dal testo è diverso: da Maria c’è attrazione fisica, voglia di vivere insieme… amore vero mentre da Meursault c’è solo attrazione fisica e
nulla di più. L’amicizia è circoscritta ai pochi personaggi con cui Meursault ha un dialogo completo,
ma anch’essa ha poco valore per il protagonista ed è solo una credenza umana che deriva dalla
mente.
Secondo me con questo romanzo lo scrittore Albert Camus ha voluto rappresentare l’estraneità
che una persona vive di fronte al mondo. Essere nati in un luogo non significa essere parte della
storia di quel mondo ma solo occupare uno spazio indefinito. Spetta ad ognuno di noi trovare la
propria strada e fare in modo che il titolo di cittadino non rimanga solo nella carta d’identità ma
risulti anche presente nel nostro ambiente e venga riconosciuto dai nostri simili.
Meursault rimane anche dopo la lettura un personaggio particolare e a tratti misterioso con un
grande potere riflessivo ma allo stesso tempo privo di quella forza, di quell’istinto necessario per
salvarsi da situzioni complicate. I suoi ragionamenti andando avanti nel romanzo diventano
sempre più cupi e disperati fino all’evocazione della morte e dell’odio da parte delle persone che
gli stanno intorno. Le sue conclusioni così ovvie lo portano ad accettare passivamente la sentenza
del giudice ed a ritenere l’uomo già condannato a morte fin dalla nascita. Non fa differenza morire
a venti, a trenta o a settant’anni poiché la morte arriva sempre, comunque e dovunque.
Questo romanzo mi è apparso molto semplice dalle prime righe in quanto le frasi e i periodi sono
molto semplici e quasi mai sussiste un secondo grado di dipendenza tra le subordinate e le
principali. Nella mia edizione il testo conta 150 pagine e devo dire che la lettura è stata abbastanza
rapida proprio grazie allo stile semplice con cui Camus scrive (forse anche la traduzione ha
contribuito in una minima parte). Nonostante la lunghezza non esagerata e una scarsità di azioni
ed avvenimenti il testo è carico di significato e sono sicuro del fatto che la morale suscitata non è
per niente inferiore a quella derivante da libroni di centinaia di pagine.
“Oggi
la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: «Madre
deceduta. Funerali domani. Distinti saluti.». Questo non dice nulla: è stato forse ieri.”
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