Memoriale 27 Settembre - Sant`Alfonso e dintorni

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Memoriale 27 Settembre - Sant`Alfonso e dintorni
27 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1696. Nascita del nostro Padre S. Alfonso.
1696. Nascita del nostro Padre S. Alfonso.
S. Alfonso, nostro fondatore, nacque nella festa dei santi martiri Cosma e Damiano a Marianella,
nella casa di campagna della famiglia de Liguori, situata alle porte di Napoli [oggi nel calendario
liturgico universale la festa dei Santi Cosma e Damiano è stata traferita al giorno 26].
Ricevette il sacramento del battesimo due giorni dopo la nascita. Il padre e la madre ringraziavano
Dio di avere benedetto la loro unione, quando piacque al Signore di manifestare loro i misteriosi
destini del bambino ancora nella culla.
C’era allora a Napoli un uomo di Dio che tutto il Regno di Napoli riveriva come un prodigio di
santità: era il Padre Francesco de Geronimo, della Compagnia di Gesù. Già missionario in Giappone,
dove aveva invano bramato il martirio, continuava ora in patria a riportare a Dio le anime peccatrici.
Un giorno il celebre missionario, passando davanti al palazzo de Liguori, si fermò per alcuni istanti,
per salutare don Giuseppe e donna Anna di cui conosceva la pietà. La felice madre si affrettò a
presentargli il piccolo Alfonso e richiedere per lui la benedizione dal santo missionario.
Francesco l’osservò per molto tempo, come se avesse voluto leggere nel suo cuore; poi, novello
Simeone, prendendolo tra le braccia, lo benedisse e disse ai genitori: «Questo bambino non morrà
prima di avere compiuto il novantesimo anno. Diventerà vescovo e farà grandi cose per Gesù
Cristo».
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, I, p. 5.
La profezia di San Francesco de Gironimo: «Questo bambino non
morrà prima di avere compiuto il novantesimo anno. Diventerà vescovo
e farà grandi cose per Gesù Cristo».
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IN MEMORIAM
Fr. Valentin (Alfred Delattre). Ospedale di Nevers, 1914.
morto nella guerra del 1914.
Fratello Valentin, nato a Leers, dipartimento del Nord, il giorno 8 dicembre 1884, era nel numero
dei Redentoristi che accorsero da Fauquemont per ubbidire all’ordine di mobilitazione del 2 agosto
1914.
Vivace ed indipendente per natura, doveva controllarsi per restare calmo. Da buon religioso, si
perfezionava sempre più su questo punto e si rendeva conto dei pericoli a cui avrebbe potuto esporlo
questa sua naturale tendenza.
Per il resto era di solida pietà, e a sera, finito il lavoro, non trovava gioia più dolce che restare in
cappella a recitare numerose preghiere.
Prima di lasciare il convento per andare in aiuto della patria, offrì a Dio il sacrificio della vita per la
Chiesa, la Francia, e raggiunse la sua unità militare a Saint-Quentin. Non deviò dal suo percorso per
dire un arrivederci o piuttosto un addio alla famiglia. Si accontentò di una lettera che spedì dalla
posta con cui diceva. «È volontà di Dio: partiamo allegramente!».
Allegria ed entusiasmo, impreziosito da profondo spirito religioso: tale era la sua fisionomia. Soffriva
molto la marcia a causa della pinguedine e di un difetto cardiaco; non si lamentava mai e diceva:
«Non voglio distrarmi: dopo aver fatto i miei esercizi di pietà; non posso fare di meglio se non
pregare per quelli che non sanno pregare».
Raggiunto di una sinovite alla gamba sinistra, fu mandato nelle retrovie. Meno di quindici giorni
dopo, ripartì per il fronte, al combattimento di Sillery (Marna). Diceva ancora: «Dio veglia su di me,
niente viene senza che lo voglia. Mi affido a lui».
Un proiettile lo raggiunse alla testa. Lasciato sulla strada per Nevers, fu ricoverato all’ospedale delle
Suore della Carità. Le ferite lo facevano soffrire terribilmente, e poiché si indeboliva di ora in ora, gli
fu amministrata l’Estrema unzione dal cappellano: morì pregando.
Un religioso Assunzionista ha detto di lui: «Mi porto sempre un commosso ricordo, misto a
dispiacere, per questo caro compagno dall’anima così bella e dal cuore d’oro, amico delicato e
sincero, sempre uguale a se stesso, pieno di allegria, sorridente tra le privazioni e le sofferenze
giornaliere».
Sembra che Dio avesse voluto glorificare il suo servo fedele. Sconosciuto a Nevers, ebbe numerosa
partecipazione al funerale.
Il curato di Leers (Nord) suo villaggio natale, fece questo bell’elogio: «Possa questo religioso, morto
da soldato, fare comprendere a tutti che la religione è sorgente feconda di vero patriottismo, e sotto
la tonaca del monaco, pulsano cuori ardenti per la Francia» —”Dabit vobis mercedem vestram in
tempore suo.” Eccli. 51, 38.
Professione 5 maggio1911.
Nevers – Uno nei diversi ospedali militari usati durante la grande
guerra (foto da internet).
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Pierre Le Fur. Beaumont (Meuse), 1917. Aspirante
ucciso nella guerra del 1914.
Si può dire di questo bravo giovane: “Consummatus in brevi explevit tempora multa“; la breve
esistenza vale una lunga vita. Arruolato nel 1916, al 48° reggimento di fanteria, rimase un po’
confuso passando della calda atmosfera dell’aspirantato alla movimentata vita di caserma e dei
campi.
Ma si riprese rapidamente e affrontò gioiosamente le cose: dalla pietà dell’aspirante sgorgò come
sorgente naturale il coraggio del soldato. Scriveva: «Ci siamo preparati ad eventi imminenti
attraverso un ripiegamento militare»; e questo evento avvenne nel fatale giorno del 18 settembre.
Vicino a Beaumont, regione di Verdun, scoppi di granata gli crivellarono i due piedi, le braccia, la
schiena, la nuca, la testa. Una scheggia consistente gli penetrò l’intestino tenue.
Evacuato, ricevé le cure premurose degli infermieri, soprattutto di un bretone, suo compagno,
vicario a Lannillis, vicino a Quimper. Fu ammirevole per la pazienza durante i lunghi nove giorni di
terribili sofferenze alle quali Dio volle sottometterlo. Morì in seguito alle ferite, il 27 settembre 1917,
dopo aver ricevuto i sacramenti.
All’aspirantato, Pierre Le Fur era sempre stato modello di virtù; la generosità, la serietà, il buono
umore, l’attaccamento ardente alla Congregazione lo rendevano caro ai superiori ed ai compagni.
Anche morendo, unì in un stesso affetto la famiglia spirituale, la famiglia di sangue e la Francia per
la quale aveva versato il sangue.
Pierre Le Fur fu decorato con la croce di guerra e con la medaglia militare.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
MORTIFICAZIONE = 27 settembre
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