Memoriale 12 novembre - Sant`Alfonso e dintorni

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Memoriale 12 novembre - Sant`Alfonso e dintorni
12 novembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – Santi, Beati e Servi di Dio della Congregazione [nel 1929].
Santi, Beati e Servi di Dio della Congregazione [nel 1929].
Santi
S. Alfonso innanzitutto, nostro glorioso e carissimo Padre e Fondatore che malgrado le
difficoltà del tempo fu innalzato rapidamente alla gloria dei Santi e Dottori: 1696-1787.
San Clemente Maria Hofbauer (1751-1820), insigne e zelante “Propagatore della
Congregazione al di là delle Alpi”.
San Gerardo Majella (1726-1755),modello dei fratelli-laici, «il Taumaturgo del XVIII secolo».
Hanno il titolo di Venerabile
V. Gennaro Sarnelli (1702-1744). Brillante avvocato, abbandona il foro per la vita religiosa;
apostolo di Napoli, da dove cacciò quattromila donne di cattiva vita che l’infestavano; è autore
di numerosi ed eccellenti lavori. [Dal 1996 è Beato]
V. Cesare Sportelli (1702-1750), sostegno e consigliere di S. Alfonso. Di carattere sempre
uguale, nascondeva sotto le apparenze di una vita ordinaria virtù eroiche, continue
contemplazioni e dure mortificazioni. Ardente missionario, fu un grande convertitore di anime.
V. Joseph Passerat (1772-1858). Primo Redentorista francese: Secondo Vicario generale
dell’istituto al di là delle Alpi, da dove propaga la Congregazione in tutta l’Europa e fin in
America. Lo si chiamava il “grande orante”: fu un santo direttore di anime.
V. Giovanni Nepomuceno Neumann (1811-1840), originario della Boemia; visse soprattutto
in America dove fu il primo Redentorista ad emettere i voti; Provinciale di Baltimora, poi
Vescovo di Filadelfia. [Dal 1977 è Santo]
V. Paolo Cafaro (1707-1753), compagno e direttore di S. Alfonso; fu sempre ammirato per lo
spirito di preghiera e di orazione.
V. Domenico Blasucci (1732-1752), il “Luigi Gonzaga” della Congregazione.
V. Michele di Netta (1818-1849). L’apostolo della Calabria.
V. Emanuele Ribera (1811-1874). Insigne direttore di anime.
V. Pietro Donders (1809-1887). Olandese di nascita, parte a trentaquattro anni per il
Suriname, dove lo zelo lo spinge a dedicarsi per la salvezza delle anime, come sacerdote
secolare, poi come Redentorista. Fu l’apostolo dei lebbrosi. [Dal 1982 è Beato]
Servi di Dio
Nicola de Sanctis (1818-1834) Napoletano. Fin dalla giovane età, si diede alle opere di pietà,
di mortificazione. Grazie alla sua tenacia, entra nel noviziato prima dell’età prescritta; alcuni
mesi dopo la professione, Dio lo chiamava a lui.
Francesco-Xavier Seelos (1819-1867). Originario della Baviera, parte, ancora giovane, per
l’America; spinto dallo zelo, vuole diventare un altro “Saverio.” [Dal 2000 è Beato].
Égide Vogels (1804-1877), di origine olandese; si ammira per lo spirito di ubbidienza e di
mortificazione, l’amore al ritiro. È autore di eccellenti lavori di pietà.
Jean-Baptiste Stoeger (1810-1883). il Santo Fratello austriaco, di grande umiltà e di perfetta
conformità alla volontà di Dio. La sua vita, fu colpito da sofferenze fisiche e morali.
Alessandro de Risio (1823-1886). L’apostolo zelante della Sicilia. Meritò di essere chiamato
un altro “Alfonso e la santa vita per Pio IX lo elesse arcivescovo di Santa-Severina.
Louis Bronchain (1829-1892). Padre Maestro, formò i novizi più con l’esempio che per le
istruzioni. Compose lavori ascetici molto apprezzati.
Alfred Pampalon (1867-1895), canadese; fu un angelo per la purezza, un agnello per
ladolcezza.
Victor Humarque (1816-1896). condusse una vita di dolcezza e di purezza: di perfetta
conformità alla volontà di Dio, accettò generosamente le prove che vennero a visitarlo fu
veramente il “santo Padre Cieco”.
Calogero Liotta (1811-1898). Fratello laico della Sicilia fu un modello di tutte le virtù
religiose. Onorato come un santo in vita, lo fu soprattutto dopo la morte, a causa di numerosi
miracoli operati sul suo sepolcro.
Édouard Douglas (1819-1898). inglese di origine, diventò Consultore generale e Rettore della
casa generalizia. Aveva a cuore di imitare S. Alfonso; fu come lui modello di umiltà e pazienza.
Jean Eichelsbacher (1820-1899) di Baviera, Consultora generale; era un religioso di intensa
vita interiore.
Giuseppe Maria Leone (1829-1902). della Puglia; religioso di grande fervore e dedito alla
vita di raccoglimento; sebbene di salute fragile, si dedicò con zelo e successo al ministero
apostolico.
Il P. Claudio Benedetti, Postulatore delle cause dei servi di Dio, cita ancora i confratelli morti con
fama di santità: Andrea Villani, Saverio Rossi, Giovanni Mazzini, Alessandro de Meo, Angelo Latessa.
Antonio Tannoia; Francesco Margotta; Carmine Fiocchi; Girolamo Ferrari; Alfonso Falcone, André
Zabatti; Barthelemy Pajalich; Félix Cancer;Jean Madlener; Gioacchino Gaudiello; François Springer;
Vito Curzio; François Kostnacek; Gennaro Rendina; Frédéric de Held;Francesco Romito;François
Poilvache; Antonio Oliva;Edouard Huchant ;Ambroise de Andreis; George Passy;
FrançoisTendler ;Antoine M. Losito ; Thadée Hübl
Tanti altri Padri e Fratelli potrebbero essere aggiunti a questo elenco [anche quelli che hanno
lasciato nelle nostre tre Province francesi il ricordo di una vita santa], e di cui la causa meriterebbe
essere introdotta.
Queste due immagini del passato raccolgono una parte dei
Redentoristi morti in concetto di santità (foto in AGHR).
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IN MEMORIAM
P. Charles Le Meur. Saint-Mandé, 1882.
Il P. Le Meur è nato a Pont-Croix(diocesi di Quimper), il 25 luglio 1836. Era un religioso molto
virtuoso. Fu ammesso nella Congregazione malgrado la precaria salute, diventò socio del noviziato,
poi missionario.
Portò dovunque la tenacia del bretone come lo zelo alfonsiano. Spirito di un candore pregevole, era
nemico dei compromessi e camminava diritto per la sua strada.
San Leonardo da Porto Maurizio e S. Alfonso erano i suoi santi preferiti. Il Sacramento dell’Estrema
Unzione lo guarisce per due volte di seguito da una grave malattia, contratta al servizio dei soldati,
mentre era cappellano militare.
Dopo le espulsioni dei Padri da Parigi nel 1880, il Padre Le Meur si rifugiò con confratelli a SaintMandé. Gli due ultimi anni della vita furono santificati con la preghiera, la sofferenza ed il lavoro in
cella; perché volle lavorare fino alla fine alla composizione o al perfezionamento delle sue prediche.
– «Et in oratione confitebitur Domino». Eccli 39-9.
Professione: 19 marzo 1862.
Ordinazione sacerdotale: 29 luglio 1860
Cappelle cimiteriali di Saint-Mandé: in questa cittadina si rifugiò
insieme ai confratelli il Padre Le Meur dopo le espulsioni dei Padri da
Parigi nel 1880. (foto da internet).
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Fr. Jean Jeanmaire. Vrigny, 1914. Diacono.
Ucciso alla guerra di 1914.
Fratello Jeanmaire nacque a Vittel, il 31 agosto 1886, diocesi di Saint-Dié da dove sono venuti buone
vocazioni da tre quarti di secolo. Jean si presentò al Postulantato di Uvrier nel 1899, e seguì gli studi
fino al diaconato incluso.
Si preparava al sacerdozio quando esplose la guerra del 1914. Dovette partire e compiere
coraggiosamente il suo dovere, fino alla morte. Cadde in battaglia 12 novembre 1914 a Vrigny vicino
Reims, colpito da due proiettili, dopo essersi offerto volontario per raggiungere la linea dei tiratori
fuori dalle trincee sottoposti ad un fuoco micidiale.
Le informazioni che abbiamo potuto raccogliere sulla vita troppo breve, ci presentano un figlio
fedele e devoto della Congregazione, di una pietà splendida, di convinzioni solide; natura generosa,
cuore di una delicatezza squisita che forse non sempre si rivelava esteriormente; spirito dotato di un
affinato senso letterario.
Chiamato all’opera della Redenzione, sospirava il giorno di salire al santo altare e predicare la
parola della salvezza. Il Signore non l’ha voluto. Redentore, lo doveva essere con lo spargimento
generoso del sangue. – «Sine sanguinis effusione non fit remissio».
Professione 25 dicembre 1909.
Vrigny (Francia) Cimitero militare: una di queste croci è del giovane
diacono redentorista Jean Jeanmaire rimasto ucciso in guerra nel 1914.
(foto da internet).
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
PREGHIERA = 12 novembre
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