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ASSOCIAZIONE COLORI E SAPORI c/o Casa del Popolo via Risorgimento 18 - Brescia RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “LA GIORNATA DELLA MEMORIA: LE MINORANZE DIMENTICATE” Pauline & Paulette (Belgio 2000) Regia: Lieven Debrauwer; soggetto e sceneggiatura: Lieven Debrauwer, Jacques Boon; fotografia: Michel van Laer S.B.C., Alain Bonnet; montaggio: Philippe Ravoet; musica: Frédéric Devreese; scenografia: Hylde Duyck; costumi: Erna Siebens; prodotto da: Nadine Borreman, Alain Bonnet; interpreti: Dora van der Groen (Pauline), Ann Petersen (Paulette), Rosemarie Bergmans (Cècile), Idwig Stéphane (Albert); produzione: AK-Line, Staccato Films, K2, K-Star, RTBF(Télévision Belge), VRT, NCR; durata: 78' Martha, Cécile, Pauline e Paulette sono quattro sorelle che vivono ognuna per conto proprio, eccezion fatta per Pauline che, essendo ritardata mentale, vive con Martha in un villaggio. Un giorno però, Martha muore improvvisamente e fin da subito si pone il problema dell’affidamento di Pauline. Cècile vive a Bruxelles con un compagno e così, non senza riluttanza, è Paulette - che ha un negozio di abbigliamento nello stesso villaggio - a farsi carico della sorella. Oltretutto, il testamento di Martha vincola le sorelle: l’eredità andrebbe direttamente a Pauline se quest’ultima venisse affidata a un istituto. Pauline, che ha lo spirito puro e spontaneo di una bambina, è molto attratta dal mondo colorato di Paulette ed ha, inoltre, una grande passione per i fiori. Ma Paulette, mal sopporta le continue intrusioni di Pauline al negozio o a teatro. Così, Paulette porta Pauline da Cécile… Con la pretesa di fare un film a metà strada tra fiaba surreale e opera psicologico-intimista, l’esordiente regista belga Lieven Debrauewer (che conta al suo attivo una decina di cortometraggi) ha rischiato grosso. Tuttavia, il film si riscatta per una reale finezza nella descrizione delle psicologie e delle situazioni con le quali si confrontano i personaggi, per la indubbia bravura degli interpreti (sui quali spicca la notevole Dora van der Groen che interpreta ‘l’eterna bambina’ Pauline) tutti ben calati nelle loro parti e, non ultimo, per lo humour. Morale (un po’ banale) della favola: sono le piccole cose a far la felicità. E ci vuole l’assenza di chi ci è stato vicino per poter comprendere l’importanza che egli ha per noi. Più sottilmente, il film mette a confronto, quasi in rotta di collisione, due egocentrismi infantili: quello immaturo di Paulette e quello candido e toccante di Pauline che non può maturare. Speculari l’una all’altra perfino nei nomi, Pauline e Paulette avranno avuto bisogno di fare ‘un lungo giro’ prima di incontrarsi, per davvero.(Francesco Boille) Pauline & Paulette è un film che tocca temi come l'handicap e la solitudine in modo divertente e romantico. La visione passa attraverso lo sguardo di Pauline (Dora van der Groen) anziana donna la cui età psichica è quella di una bambina. La scelta tra una vita comoda ordinata ma affettivamente vuota ed una minata dall'imprevisto determinato dall'aver accanto una persona socialmente scomoda che però dà amore è il filo conduttore del Da film.( Offscreen) Quando i belgi parlano di handicap. Pauline, ritardata mentale di 66 anni, si comporta come una bambina di quattro. Quando Martha, la sorella che si è sempre presa cura di lei, muore improvvisamente, le altre due sorelle apprendono che avranno diritto all'eredità soltanto accettando di occuparsi di Pauline. Né Paulette né Cécile sono entusiaste all'idea; tanto che cominciano a scaricarsi a vicenda la responsabilità della vecchia piccina. Il che procura dolori e infelicità a Pauline, la quale stravede per la grassa e volitiva Paulette. (Roberto Nepoti, La Repubblica ) Pauline (Dora van der Groen) ha difficoltà psichiche: la sua età mentale non sembra andare oltre i 5 o 6 anni. Questo è il suo handicap, come si usa dire con una parola trasparente. In italiano la si può tradurre con svantaggio, differenza di valore e di abilità nel gareggiare che deve essere in qualche modo compensata. D'altra parte, a quale "gara" partecipa mai la vecchia signora raccontata dal regista belga poco più che trentenne Lieven Debrauwer in Pauline e Paulette ( Pauline et Paulette, Belgio, Francia e Olanda, 2000, 78') ? Guardando all'umanità che non raggiunge gli standard di abilità psichica o materiale considerati normali, spesso il cinema riproduce un pregiudizio generale e diffuso: non vede uomini e donne, ma solo "diversi". ( Adriano De Carlo, Il Giornale) È il candidato belga alle nomination per il miglior film straniero e viene dalla Quinzaine di Cannes. Nonostante le protagoniste, due vecchine, sorelle di temperamento e psicopatologie apparentemente opposti, non è un film geriatrico (tipo Le balene d'agosto) né da nosocomio della terza età (tipo That's amore). Pauline è rimasta bambina, e ricorda semmai un lato infantile di Bette Davis prima di graffiare. Paulette, pingue signora solitaria e virtualmente brontolona, punta a un'eredità, ma è sostanzialmente onesta: dopo la verifica di incompatibilità di caratteri in una convivenza che bordeggia tra la commedia di mattatori (al maschile ci sarebbero Matthau e Lemmon) e il melodramma familiare, Paulette si decide a far ricoverare la sorella in un adeguato istituto e si ritira da sola nella tanto agognata casa sul mare. (Silvio Danese,Quotidiano.net )