tante teste - Giunti Scuola
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TANTE TESTE di ANNA OLIVERIO FERRARIS e JOLANDA STEVANI Sappiamo che non tutti hanno le stesse capacità. Saper valorizzare i singoli stili di apprendimento è fondamentale per evitare frustrazioni e insuccessi scolastici. Q uando pensiamo a personaggi come Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Thomas Edison oppure Winston Churchill siamo portati, in modo quasi automatico, a considerarli, ognuno nel suo campo specifico, figure eccezionali e, come tali, emblemi di qualità e capacità fuori dalla norma. Meno scontato e immediato, per qualcuno forse addirittura sconosciuto, rimane il fatto che questi stessi personaggi fossero anche portatori di qualche disabilità nell’area dell’apprendimento. Di primo acchito può sembrare contraddittorio che delle persone con elevate do- ti intellettuali possano presentare problemi di apprendimento. In realtà, ci sono individui che possiedono caratteristiche intellettuali molto spiccate in alcuni ambiti e scarse in altri. Ciò deve indurci a riflettere sulle differenze individuali e sul ruolo che esse possono avere nell’apprendimento scolastico. Bambini e ragazzi con doti normali in alcuni settori possono avere delle buone doti in altri o, al contrario, delle evidenti défaillance. DOTI MASCHERATE Negli anni Ottanta, studi come quelli di Howard Gardner e Robert Sternberg hanno TRE DIVERSE CATEGORIE DI BAMBINI IN DIFFICOLTÀ Vari autori hanno descritto nei loro lavori tre tipologie di bambini con doti spinte in alcuni ambiti e défaillance in altri e i problemi che essi possono incontrare a scuola. • Un primo gruppo comprende alunni che sono stati inquadrati come molto dotati, eppure incontrano delle difficoltà. Spesso nella scuola primaria hanno avuto un ottimo rendimento; questo però decresce progressivamente, soprattutto in alcune discipli- 16 LA VITA SCOLASTICA / n. 18 / 2009 ne. Lo scarso profitto nella scuola secondaria viene generalmente attribuito a mancanza di motivazione, pigrizia o a problemi emotivi. In realtà la complessità dei curricoli rende inefficace la loro capacità compensatoria rispetto alle difficoltà da cui essi sono affetti. • Una seconda categoria annovera quei bambini le cui difficoltà di apprendimento sono state identificate precocemente, ma le cui doti sono rimaste di fatto in ombra, in quanto TANTE DIVERSITÀ evidenziato l’esistenza di forme di intelligenterie scolastiche hanno reso Paolo insicuro za diverse, dotate di un loro funzionamento nel rapporto con gli insegnanti e irritabile con i compagni. Sa di valere, ma gli mancano autonomo, o parzialmente autonomo, da alaspetti del funzionamento mentale. Un gli strumenti per dimostrarlo. È entrato in tri crisi da quando una delle maestre ha ventibambino, per esempio, può essere molto bralato la possibilità di affiancargli l’insegnanvo in matematica ma non nell’espressione linguistica. Può possedere una spiccata capate di sostegno. 2. Nicola, dieci anni, all’età di due parcità artistica ma una memoria scalava come un bimbo di quattro. In dente. seconda aveva uno sviluppo Ci sono bambini precoci e linguistico orale pari a un creativi che incontrano diffiPu capitare coltà a scuola perché diche bambini geniali bambino di undici. Era altrettanto bravo, se non di slessici oppure lenti nella in alcuni campi vengano più, nel disegno e nella coordinazione occhiomano. Un eccellente maconsiderati ritardati musica. Ha però sempre tematico può essere scain altri, e questo pu zoppicato in matematica e fatto molti errori di ortodente nel calcolo aritmetiindurre a problemi grafia. Nicola è un bambino co perché la speculazione di autostima. originale, con un suo modo di astratta necessaria per inpensare e collegare le cose quadrare i problemi è scissa estremamente profondo, ma non dall’abilità specifica del calcolo. gli piace leggere. Sa imitare tutti, è buffo, Se non si tiene presente questa variabiha delle battute fulminanti. Non fa “gruplità, può capitare che bambini che pure pospo”, non segue le mode (detesta il calcio, le siedono delle buone attitudini in alcuni camfigurine e non ha mai guardato la tv in vita pi siano trattati da ritardati perché le loro casua, per scelta, ha i videogiochi ma ci gioca renze e le ansie che ne derivano finiscono per solo se viene un amichetto) ma non è un somascherare completamente le loro doti. litario. Va matto per i treni e la sua passione ALCUNI ESEMPI è disegnare mappe, circuiti e mettersi alla 1. Paolo, nove anni, è appassionato di inforguida di un treno, vero o simulato. Il suo stamatica e assai brillante nel ragionamento to d’animo è fortemente condizionato e stimatematico, ma con grosse difficoltà di letmolato dall’umore di chi gli sta accanto. Da tura e di scrittura, difficoltà che persistono quando ha cominciato ad avere a che fare anche dopo lunghi ed estenuanti esercizi di con maestre rigide, con il “viso amaro” e “sorecupero. I reiterati insuccessi in alcune malo la bocca che sorride, ma non gli occhi” (pa- “mascherate” da tali problematiche. Generalmente si tratta di soggetti che ricevono uno speciale sostegno educativo, non controbilanciato però da un adeguato stimolo a favore di quelle aree che costituiscono i loro punti di forza. prendimento – perché, se da una parte le loro difficoltà impediscono alle loro inclinazioni di manifestarsi appieno, è anche vero che in qualche modo la loro abilità riesce a controbilanciare il deficit. Il profitto scolastico è adeguato, tuttavia le loro prestazioni restano al di sotto del potenziale di cui sono dotati. • Un terzo gruppo, il più numeroso, è rappresentato da quegli alunni che rientrano apparentemente nella media – ossia né particolarmente dotati né affetti da disturbi dell’ap- (A. Oliverio Ferraris, J. Stevani, I doppiamente eccezionali, in “Psicologia Contemporanea”, n. 211/2009) LA VITA SCOLASTICA / n. 18 / 2009 17 TANTE DIVERSITÀ role sue a 5 anni) può essere veramente difficile trattare con lui. A scuola non si concentra come dovrebbe, in terza piangeva “per far rilassare le maestre”. Gli esami a cui è stato sottoposto parlano di dislessia, disprassia, lentezza nella coordinazione visivo-motoria. Sembra incapace di contenere la rabbia, la paura, la frustrazione, l’impazienza. 3. Mike, undici anni, non è in grado di leggere, di scrivere Il successo e di parlare come i suoi in alcuni coetanei e per questo è ambiti e le difficolt considerato un ritardato mentale. A fronte di in altri possono una scarsa abilità moincidere sulla piena toria, Mike possiede caformazione pacità superiori di ragionamento, di comprensiodi un bambino. ne e di risoluzione di problemi, tipiche dei soggetti superdotati. Il fatto che sia il migliore della classe in alcune materie avvalora le sue speciali capacità, mentre il pessimo rendimento in altre conferma i suoi deficit d’apprendimento. A scuola Mike è arrabbiato, frustrato e sempre in tensione; soffre di incubi e ha l’aria infelice. PER SAPERNE DI PIÙ • A. Oliverio Ferraris, S. Di Matteo, J. Stevani, Bambini superdotati, in “Psicologia Contemporanea”, n. 206/2008 • M. Neihart, Identifying and Providing Services to Twice Exceptional Children, in “Handbook of Giftedness in Children”, Springer US, 2008 • B.J. Lovett, L.J. Lewandowski, Gifted Students With Learning Disabilities: Who Are They?, in “Journal of Learning Disabilities”, vol. 39, n. 6/2006, pp. 515-527 • S. Baum, S.V. Owen, To be gifted and learning disabled, CT: Creative Learning Press, Mansfield Center US, 2004 • O. Andreani Dentici, Intelligenza e creatività, Carocci, Roma 2001 • S. Sansuini, L’educazione dei ragazzi precoci, dotati e superdotati. Che cos’è, da dove viene, come si educa il “potenziale intellettivo” che c’è in ogni ragazzo, FrancoAngeli, Milano 1996 • M.J.A Howe, Bambini dotati. Le radici psicologiche del talento, Raffaello Cortina, Milano 1993 • D.H. Feldman, Quando la natura fa centro: i bambini con talenti eccezionali, Giunti, Firenze 1991 18 LA VITA SCOLASTICA / n. 18 / 2009 VALORIZZARE LE DIFFERENZE Il fatto di riuscire in alcuni ambiti e di essere invece appesantiti o rallentati da difficoltà di vario genere in altri può incidere in modi diversi sulla personalità in formazione di un bambino e di un adolescente. Alcuni possono sentirsi ingiustamente sottovalutati e quindi mostrarsi risentiti nei confronti di insegnanti, genitori e compagni. Lo stato irritativo generato dalle frustrazioni ripetute può, nel tempo, renderli ipercritici o perennemente scontenti. Altri possono sviluppare insicurezze, scarsa stima di sé, forme d’ansia, atteggiamenti autodenigratori, depressione oppure isolarsi in un proprio mondo, dove coltivano i propri interessi al riparo dal giudizio degli altri. E tuttavia, nel corso della crescita, in molti si verifica un’evoluzione positiva, nel senso che, diventando consapevoli delle proprie doti, costoro imparano a convivere con le loro défaillance e a trovare i modi per ridurne l’impatto. Questo è l’esito migliore, spesso legato anche a un’autoironia intelligente e a una progressiva maggiore comprensione di sé e degli altri, dei propri e degli altrui limiti. Inutile dire che uno stile di insegnamento individualizzato, che tiene cioè conto delle caratteristiche intellettuali e caratteriali di ogni alunno, è la condizione ottimale affinché non si creino problemi psicologici come ansia, risentimento, blocchi dell’apprendimento, demotivazione allo studio e all’ambiente scolastico; problemi che possono interferire pesantemente con il rendimento e la soddisfazione personale. Se un alunno, infatti, può registrare dei successi in alcuni settori, attività o materie, si sente gratificato e questa percezione di benessere influisce positivamente sulla sua autostima; il che gli consente poi di fronteggiare, con un impegno maggiore, quegli insuccessi e le relative frustrazioni che può registrare in altri ambiti dell’apprendimento. Anna Oliverio Ferraris Università “La Sapienza” di Roma direttore di “Psicologia contemporanea” Jolanda Stevani Università “La Sapienza” di Roma