[g-mmi - xvi] giorno/giornale/mil/60 06/03/13
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•• XVI LE NOSTRE INIZIATIVE MERCOLEDÌ 6 MARZO 2013 LA REDAZIONE: Laboratorio di giornalismo Istituto Preziosissimo Sangue Scuola Secondaria in via Padre Placido Riccardi, 5 a Milano: Davide Leandro Altomare, Martina Arcaini Silva, Lucrezia Bergamini, Deivid Calabrò, Giorgio Carpineti, Laura Cerrone, Carola Cirocco, Niccolò D’Alessandro, Eleni Fadini, Martina Federici, Simone Girardi, Serena Giuliani, Federica Greco, Lorenzo Iapichino, Lorenzo Lumia Riccardo, Federica Marchetti, Mattia Mariani, Francesco Montecuollo, Alessandro Poggi, Cecilia Reggiani, Jasmine Schifano, Alessio Sirna Grilleri, Anna Tarantino Sylvia, Luca Vaccarossa, William Zecchin, Leonardo Achilli, Martina Alberici, Luca William Biffi, Laura Bocale, Matteo Alfredo Bolognini, Francesca Chiariello, Benedetta Cosi, Nataly Cruz Rivera, Antonio Gerardo Di Tolla, Stefano Galbusera, Sara Maggioni, Beatrice Maddalena Mariani, Andrea Martelli, Federica My, Martina Nappi, Marco Nodari, Filippo Maria Pastori, Silvia Perizzolo, Roberto Perrone, Giuseppe Ruvolo, Kameng Tsang Silvera, Nole Alessio Velasquez, Francesco Villa, Gabriele Luigi Davide Violi e Susan Zanetti. HA COORDINATO IL PROGETTO: Professor Matteo Garzetti A spasso per la zona 2 di Milano per un giorno abili, diversamente! Noi in carrozzina, affrontiamo le barriere architettoniche della città IL COMMENTO Non un mondo a parte ma una parte del mondo L’INCHIESTA ci ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi. Abbiamo notato i gradini che impediscono l’entrata ai negozi e ad alcuni luoghi pubblici. Abbiamo visto le buche nell’asfalto o i dislivelli. Ci siamo chiesti come prendere un autobus o una metropolitana con una carrozzina. IMMEDESIMANDOCI in una persona abile, ma diversamente, abbiamo imparato che si tratta di una realtà più vicina a noi di quanto si pensi. Tutti, infatti, diventiamo disabili nel momento in cui si presenta una difficoltà: un passeggino per una mamma o delle stampelle per una gamba ingessata. IL MONDO dei disabili e il nostro si possono avvicinare sempre di più grazie all’abbattimento delle ingiuste ed inutili barriere. Solo così la zona 2, che presenta la buona parte delle attrezzature richieste, potrà diventare la zona ideale. A patto che cambiamo il nostro sguardo: quello che i disabili ci chiedono non è compassione, ma possibilità di essere autosufficienti e muoversi liberamente per la città. E SE FOSSIMO noi diversamente abili? Abbiamo tentato di dare una risposta a questa domanda immaginando una giornata in carrozzella nella zona 2. La mattina si pone il primo problema: le scale. Numerosi edifici in zona infatti non sono dotati delle attrezzature necessarie: mancano di ascensori, montascale o rampe. Inoltre le porte di molti ascensori non sono abbastanza ampie. Una volta usciti di casa, ci rechiamo alla metropolitana di Cimiano e qui una prima sorpresa: il montascale è fuori servizio. Lo stesso vale per la stazione di piazzale Loreto. IN ALTERNATIVA, si potrebbe prendere la metro a Crescenzago, dove c’è la rampa, ma, una volta sulla banchina, resta la difficoltà di superare il dislivello per salire in vettura. Probabilmente il bus è la scelta migliore: tutti quelli della zona (44, 51, 53, 56) sono dotati di attrezzature adeguate, come i posti adatti a ospitare una carrozzina. Durante il tragitto per arrivare alla fermata non siamo agevolati dalle condizioni dei marciapiedi, che presentano numerose buche e dislivelli causati anche dai lavori stradali. E i marciapiedi “in salute” sono occupati da automobi- Fortunatamente l’oratorio del nostro amico Don Alessio permette a chiunque, diversamente abili e non, di trascorrere un pomeriggio di svago. Però è solo un luogo per ritrovarsi e divertirsi, certamente non adatto a praticare uno sport, come si potrebbe fare in una società o in una palestra. li parcheggiate abusivamente sulle rampe di cemento, in particolare su via Arici e Ponte Nuovo. POMERIGGIO in biblioteca: qui la struttura è adeguata, niente scale all’ingresso e apposito ascensore che conduce ai vari piani. Dopo lo studio è ora di uno spuntino: dove trovare un bar il cui accesso non sia ostacolato da un gradino? Questa è una domanda ricorrente prima di affrontare l’ingresso in qualsiasi negozio. Quasi tutti, infatti, presentano un gradino all’entrata. E alcuni, come il McDonald’s di piazzale Loreto , non hanno il bagno a norma. PASSIAMO davanti alla posta, e anche qui quel fastidioso gradino. Ci dirigiamo verso l’ASL per la prenotazione di una visita: sempre la solita gradinata: sembra Piazza di Spagna! Almeno qui, però, troviamo un ascensore funzionante e una struttura idonea: lo stesso vale per le farmacie della zona. Al termine della giornata facciamo un salto al supermercato: Simply, Penny e Carrefour sono tutti al piano e non presentano alcun problema. IN CONCLUSIONE, molte strutture sono pronte, ma tutti gli edifici pubblici dovrebbero essere a norma ed adeguatamente attrezzati. La nostra città è una grande metropoli che deve permettere ad ogni cittadino di muoversi liberamente in qualsiasi punto. Non ci resta che montare in carrozzella, ingranare la marcia e affrontare con coraggio la grande Milano! LE DOMANDE DEI RAGAZZI UNA CHIACCHIERATA CON IL COMPAGNO DI SCUOLA DIEGO «Guardiamoci tutti negli occhi, non nelle ruote» Protagonista della nostra intervista è Diego, un amico che frequenta il liceo delle scienze umane nella nostra scuola. Diego si muove in carrozzina. Quali difficoltà incontri per andare a scuola? «Se non avessi la macchina, con i mezzi incontrerei difficoltà perché non ci sono ancora le pedane». È difficile girare in città? «Per spostare la carrozzina c’è bisogno di 4 persone o di un amico forzuto!». Le persone ti aiutano? «Anche persone che non conosco. Di- pende però dalle zone: a Segrate e in periferia sì, mentre in Duomo no. Lì la gente si fa un po’ i fatti suoi». Nel territorio ci sono palestre apposite? «Per esserci ci sono, ma solo per professionisti. Mancano le strutture per i dilettanti». Com’è il comportamento degli altri nei tuoi confronti? «Dipende dalle persone. Alle elementari ho avuto una brutta esperienza: i compagni provavano “pena” per me. Vedevano prima la carrozzina e poi Diego. Alle medie e superiori ho avuto attenzioni “soggettive”: mi hanno guardato per come sono, non come ragazzo in carrozzina ma come persona normale». L’informatica ti è utile? «Sì: i social network mi permettono di parlare anche a distanza, senza muovermi». Che cosa cambieresti della tua vita? «La carrozzina e il modo di pensare degli altri... e il mio, perché anch’io faccio fatica a stare con gli altri».