florence - Salesiani Firenze

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florence - Salesiani Firenze
FLORENCE
di Stephen Frears
(Florence Foster Jenkins) REGIA: Stephen Frears. SCENEGGIATURA: Nicholas Martin. INTERPRETI: Meryl Streep,
Hugh Grant, Simon Helberg, Rebecca Ferguson, Nina Arianda, John Kavanagh. FOTOGRAFIA: Danny Cohen
(Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Alexandre Desplat. PRODUZIONE: Pathé Pictures International,
Qwerty Films. DISTRIBUZIONE: Lucky Red. GENERE: Drammatico. ORIGINE: Gran Bretagna. ANNO: 2016.
DURATA: 110’.
Florence Foster Jenkins, erediteria di inizio ‘900 con un genuino e
viscerale amore per la musica, è passata alla storia come la peggiore
cantante lirica di sempre. Già da piccola Florence manifestò una grande
passione per la musica. Da giovane, da poco coniugatasi con Frank
Thornton Jenkins da cui poi divorziò, scappò con il neo-marito a
Filadelfia, dove fece l’ insegnante di pianoforte, lavoro che dovette
abbandonare quando iniziò ad avere seri problemi alle articolazioni.
L’eredità di una grossa somma di denaro alla morte del padre e
l’incontro con l’attore St. Clair Bayfield, suo fedele sostenitore e marito,
la spinsero a riprendere in mano il suo grande sogno: diventare una
cantante. Il film di Stephen Frears racconta l’ultimo anno di vita
dell’artista americana. Florence ha settantacinque anni circa ma continua
ad esibirsi per gli amici. Nonostante l’età e lo stadio avanzato della
malattia con cui da 50 anni convive, la donna è un concentrato di vitalità e
passione. La musica è tutto per lei e lei vive in funzione della musica. Per
Florence la musica è come un sesto senso, una parte di se stessa senza la quale non può vivere. Il
circolo musicale dedicato a Giuseppe Vedi, le sue importanti amicizie (una su tutte Arturo
Toscanini), le continue donazioni a favore di enti musicali: il suo contributo alla scena culturale di
Philadelphia fu davvero notevole. Eppure quell’amore sconfinato non fu mai corrisposto. La sua
inconfondibile voce era priva di qualsiasi grazia, come vittima di un incantesimo che l’ha resa
terribilmente stonata, come mai nessuno nella storia. Ma l’ostinazione quasi bambinesca con cui
inseguì il suo sogno la portò ad esibirsi persino al Carnegie Hall, davanti ad un pubblico composto
in stragrande maggioranza da veterani di guerra a cui lei stesse regalò i biglietti. St. Clair e chi
l’amava provò a tenerla all’oscuro delle critiche e dagli scherni. Florence non racconta solo la
Florence cantante. C’è anche la Florence moglie, che con il marito ebbe questo tenero rapporto di
reciproca protezione, la Florence amica generosa e sempre disponibile, la Florence madre, che
quasi vede nel giovane accompagnatore Cosme Mcmoon quel figlio mai avuto. Ed infine la
Florence donna, combattiva e coraggiosa fino all’ultimo acuto. È una donna bizzarra e malinconica
la Florence di Meryl Streep, assurda ma estremamente vera grazie a quel piglio unico, personale,
magico con cui l'attrice americana, espressione di oltre 40 anni di cinema, riesce ancora una volta a
dare prova della sua ecletticità. Non c'è personaggio a cui non abbia reso giustizia e Florence non
fa eccezione: ha imparato a conoscerla, l'ha amata, per lei ha preso lezioni di canto per piegare la
voce a storture che non le appartengono e l'ha difesa una volta messa in scena.
* Il regista britannico sceglie i toni del grottesco e della comicità agro-dolce per restituire
un'immagine della Jenkins che rimarrà scolpita a lungo negli occhi e nel cuore del pubblico: il film
ne svela le infinite sfumature umane, che permettono al personaggio di conquistare un suo posto
nel mondo evitando il rischio di fermarsi al livello del pupazzo macchiettistico.
La narrazione scorre lieve per quasi due ore poggiando su una scrittura brillante dotata di ritmo,
equilibrio, una giusta dose di humour e tenerezza. Una tenerezza infinita, la stessa di cui Florence è
inconsapevole portatrice: una donna bambina che non ha mai smesso di farsi sconvolgere dalla
vita, buffa, ingenua (chissà quanto, poi) e strenua sostenitrice dei propri sogni ("Qualcuno può dire
che non so cantare, ma nessuno potrà dire che non ho cantato", dirà). Un'eroina romantica, l'ultima
delle sognatrici, aiutata certo anche dai propri soldi, la cui rocambolesca quanto assurda carriera
diventa grazie al film di Frears una rappresentazione singolare del potere delle illusioni e dei
sogni.