Dalla mappa dei progetti al disegno strategico

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Dalla mappa dei progetti al disegno strategico
Attività e risultati del progetto
Co-Design in val di Vara
Dalla mappa dei progetti
al disegno strategico
Anna Natali
Cosa esprime la mappa dei progetti
La mappa dei progetti prodotta con l’azione Co-Design mostra
una platea di soggetti pubblici e privati in parte già pronti a procedere verso
l’elaborazione di un disegno di più ampio respiro, di natura strategica (vedi
in particolare i “progetti di sistema”)
una serie di nuclei tematici attorno ai quali lavorare, in due direzioni: con
l’approfondimento delle singole proposte; con la ricerca di sinergie su base
territoriale
La mappa è una tappa di un percorso che deve proseguire:
I progetti possono maturare e migliorare molto
nella logica della Strategia Aree interne, occorre l’incontro con l’azione
relativa ai servizi di base (scuola, sanità, trasporti) di cui Co-Design non si è
occupato, ma di cui si è occupata la Regione
Il metodo seguito dall’azione Co-Design /1
Principi di azione seguiti con Co-Design:
Rilievo primario attribuito alle conoscenze e competenze. Le competenze, ovunque
situate - presso il pubblico (comuni, università, istituti di ricerca pubblici) o presso il
privato (imprese, associazioni, società di consulenza che hanno lavorato nell’area nel
passato) – sono state sin dall’inizio privilegiate. La lettura e la comprensione del
territorio e delle sue traiettorie evolutive sono state al centro dell’impegno di CoDesign.
Pubblicità, trasparenza, inclusione: incontri pubblici aperti, informazione diffusa
Atteggiamento proattivo nella ricerca dei soggetti e nella raccolta dei contributi di
analisi e di progetto
Interazione diretta, per lo più informale, con i soggetti disponibili e interessati
Il metodo seguito dall’azione Co-Design /2
Scelte di metodo
Lavoro di campo: frequentare i luoghi, incontrare i testimoni, costruire una percezione
diretta dei contesti
Radicamento del gruppo di lavoro: stretta e continua collaborazione con un leader
dell’associazionismo locale, fondamentale porta di accesso alla conoscenza della
valle e della sua storia, ed alle relazioni sul territorio
(NB Leader, come nella tradizione del “Community Organizing” )
Co-progettazione: incontri dedicati a promuovere la conoscenza reciproca delle idee,
la discussione sui limiti e i potenziali, il riconoscimento delle opportunità, la
identificazione di aree di possibile cooperazione
Il metodo seguito dall’azione Co-Design / 3
Rapporto con gli indirizzi di metodo nazionali
Benché l’azione Co-Design in val di Vara si sia svolta in gran parte prima della
pubblicazione delle Linee guida nazionali della Strategia Aree interne (avvenuta il
18.11.2014), il metodo seguito è stato sostanzialmente in linea con quanto disposto
nelle Linee guida:
ha dedicato speciale attenzione alla identificazione dei “soggetti rilevanti” nel
pubblico e nel privato;
ha sperimentato la “co-progettazione”, o in che modo confronto e condivisione
possano giocare un ruolo nel processo di definizione dei progetti. Ha cercato di
provare l’efficacia di soluzioni semplici, facilmente replicabili.
Alcune domande chiave,
a partire dalla mappa dei progetti
Quale corrispondenza c’è tra i progetti che compongono la mappa e i
problemi e i potenziali della valle? Riescono questi progetti a intercettare le
questioni critiche della val di Vara?
Quali sono i criteri guida per decidere quali progetti sono più rilevanti di
altri, più meritevoli di altri del sostegno del finanziamento pubblico?
Quali sono i fattori essenziali per la riuscita e il funzionamento dei progetti?
Quale corrispondenza c’è tra i progetti della mappa e i
problemi e i potenziali della valle?
La domanda è sulla rilevanza dei progetti.
I progetti sono stati raccolti con riferimento alle Azioni programmatiche indicate da
Regione Liguria con la delibera su ITI Aree interne (8 agosto 2014).
Le Azioni indicano aree di problemi e potenzialità piuttosto ampie. Durante tutto il
percorso di Co-Design i problemi e i potenziali della valle sono emersi, più in
specifico, come segue:
– Principali problemi: (1) Frazionamento delle proprietà e bassi salari dei boscaioli,
alla base dell’abbandono dei boschi. (2) Assenza di una interfaccia organizzativa
efficace tra il territorio e il mercato turistico. (3) Assenza di un modello di gestione
efficace dei beni pubblici ambientali (in particolare culturali). (4) Profonda crisi
della filiera produttiva del latte.
– Principali potenziali: (1) forte identità territoriale legata a valori ambientali,
biologico, tipicità agroalimentari; (2) diversificazione in atto verso alcuni tipi di
servizi (agriturismo e sport); (3) allentarsi della polarizzazione urbana, quale
effetto della lunga crisi economica ed occupazionale.
Nel loro insieme, i progetti risultano corrispondere ai problemi e potenziali indicati, con
due eccezioni: - il problema dl latte; - il potenziale dato dall’allentamento della
polarizzazione. Su questi punti, la progettazione è assente/ debole.
Quali sono i criteri per individuare i progetti “giusti”
o meritevoli di sostegno pubblico? / 1
La domanda è sulla selezione dei progetti.
La programmazione regionale (PO FESR) prevede di destinare alle aree
interne (complessivamente: interventi Servizi + interventi Sviluppo locale)
31,5 milioni di euro. Alla val di Vara potrebbero essere destinate (con stima
approssimativa in base al peso demografico) dai 6 agli 8 milioni di euro.
Tra la presentazione dei progetti alla Regione e la decisione di sostegno
finanziario, ci sarà una fase di valutazione e selezione, in cui – fatta salva
l’ammissibilità al finanziamento europeo - potranno essere impiegati diversi
criteri, quali:
– distribuzione territoriale
– copertura settoriale
– rilevanza, qualità, valore intrinseco dei singoli progetti.
Quali sono i criteri per individuare i progetti “giusti”
o meritevoli di sostegno pubblico? / 2
Tra i criteri di giudizio della rilevanza/ qualità intrinseca dei progetti, è particolarmente
importante il criterio della trasformazione, che può essere enunciato come segue:
i progetti “giusti” (o meritevoli di essere privilegiati dalla decisione di finanziamento
pubblico) sono quelli che spingono verso la trasformazione di condizioni di contesto
critiche che costituiscono ostacoli, strozzature o colli di bottiglia in vista degli obiettivi
di sviluppo.
In altri termini, in questa visione sono da sostenere quei progetti che - pur tenendo
realisticamente conto del contesto - non si rassegnano adattandosi completamente
al contesto, ma in qualche misura “sfidano” il contesto. Per esempio:
– un progetto che non può funzionare senza che si sviluppi un maggiore
coordinamento tra comuni in uno specifico settore, coordinamento oggi assente.
Il progetto esercita una pressione affinché il coordinamento nasca;
– un progetto che non può funzionare senza che siano impiegate specifiche
competenze professionali, di cui la valle oggi non dispone. Il progetto crea le
condizioni perché quelle competenze risultino necessarie e siano attratte;
– un progetto che non può funzionare senza che si sviluppino relazioni ed accordi
con le città o la costa, oggi esili o assenti. Il progetto esercita una pressione
affinché quelle relazioni si stabiliscano.
Quali sono i fattori essenziali per la riuscita e il
funzionamento dei progetti ? / 1
La domanda è sul pieno funzionamento dei progetti.
I fattori essenziali sono dati da quelle discontinuità che devono avvenire nel contesto,
affinché i progetti possano realmente fiorire.
Le discontinuità sono specifiche ad ogni progetto che abbiamo definito “giusto”. Ogni
progetto rilevante “sfida il contesto” a suo modo, sotto un aspetto particolare.
Al tempo stesso, sulla base della conoscenza che abbiamo composto, alcune
discontinuità di contesto ci appaiono salutari alla riuscita di tutti i progetti.
Quali sono i fattori essenziali per la riuscita e il
funzionamento dei progetti ? / 1
Discontinuità di contesto salutari a tutti i progetti:
Investire sul sistema. Fare azioni che creino concreta esperienza dei vantaggi che
derivano da un approccio di sistema. Creare competenze e risorse di sistema.
Osservare i progressi ed accumulare conoscenza di cosa funziona al livello di sistema
(learning by doing).
Investire su azioni simboliche. Creare e comunicare simboli che rilancino il messaggio
della sostenibilità ambientale, già punto di forza dell’area, e creino entusiasmo e
riconoscimento:
– verso l’interno (coinvolgimento e attrazione dei giovani, resa più possibile per la
crisi e l’allentarsi della polarizzazione urbana)
– verso l’esterno (attrazione di attori economici esterni)
Investire sulle competenze urbane (“sviluppo agropolitano”). Integrare nel rurale
conoscenze e competenze tradizionalmente urbane, con investimenti in ricerca,
formazione, servizi specializzati, tecnologia, promozione e comunicazione di risorse e
valori relativi alla cultura, all’ambiente, al paesaggi.
Investire sugli sforzi collettivi più che sulle iniziative individuali. Le imprese collettive
sono in grado di produrre economie esterne e di spingere verso l’alto la competitività e
la produttività delle imprese.
Per concludere: il contributo alla governance
La Strategia nazionale aree interne prevede quali fondamentali requisiti per
l’attuazione:
– l’Unione di comuni
– una figura di Referente istituzionale
– una figura di Referente tecnico
– l’elaborazione di una Strategia di area
– la sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro (tra Comuni, Regione,
Amministrazioni Centrali)
Regione Liguria, nel programmare l’ITI Aree interne (delibera 8 agosto 2014), ha
previsto uno specifico disegno di governance dell’ITI.
Sia il Centro sia la Regione hanno forte attenzione per la dimensione istituzionale,
cruciale per qualificare le scelte e per dare loro stabilità e radicamento.
L’azione Co-Design si è occupata di conoscenze e di progetti, non di istituzioni. Sul
piano istituzionale ha svolto un ruolo indiretto: ha mobilitato nel processo, in modo
ampio, non solo le amministrazioni pubbliche ma anche imprese, associazioni, istituti
di ricerca, studiosi … che in parte hanno aderito in modo interessato e attivo.
Questa adesione è stata ed è una risorsa per la governance, “il processo attraverso
cui collettivamente risolviamo i nostri problemi e rispondiamo ai bisogni della società”.
Che uso farne, è nella scelta delle comunità di valle assieme alla Regione.