I portinnesti del melo
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I portinnesti del melo
Melo ORIENTAMENTI PER LA SCELTA I portinnesti del melo S. SANSAVINI, S. LUGLI, S. MUSACCHI, M. GRANDI - Dipartimento di colture arboree, Università di Bologna Lavoro effettuato con la collaborazione di: G. Bassi (Istituto sperimentale di frutticoltura, Provincia di Verona); A. Bergamini (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Trento); C. Bomben (Dipartimento produzioni vegetali e tecnologie agrarie, Università di Udine); A. Dorigoni (Istituto tecnico agrario statale, S. Michele all’Adige); A.M. Imperatrice (Azienda agraria sperimentale dimostrativa «Bosco Galdo», Potenza); O. Insero (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Caserta); F. Loreti (Dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose, Università di Pisa); S. Pellegrino (Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo - Regione Piemonte) J. Youssef (Servizio di sperimentazione agraria dell’Ersa - Pozzuolo del Friuli (Udine) - Regione Friuli Venezia Giulia). La scelta del portinnesto nei moderni impianti di melo è da tempo orientata in modo preponderante verso il Malling 9, di cui sono stati selezionati numerosi cloni a partire dal clone Emla 9, selezione operata da East Malling dall’originario Paradiso Giallo di Metz (Hutton, 1935; Webster, 2002; Wertheim, 1998). Degli altri tradizionali portinnesti che hanno fatto storia nel nostro Paese è rimasta solo una modesta quota di MM 106 e M 26, mentre molto diminuiti, fin quasi a scomparire, sono M 4, M 7, M 111. In effetti, M 9 ha dimostrato un’ampia adattabilità pedologica, un buon controllo dello sviluppo dell’albero, in modo da corrispondere, per certi aspetti, a densità relativamente alte (3.000-4.000 alberi/ha), per lo più adottate nelle valli alpine e prealpine. Tuttavia il grado di nanizzazione indotto da M 9 sembra insufficiente per certi ambienti, specialmente in terreni molto fertili e fre- schi, dove la vigoria degli alberi è ritenuta eccessiva. Nel mercato vivaistico italiano, M 9 supera ormai il 90% del totale dei portinnesti melo (su oltre 5,5 milioni di piante certificate) e di questo oltre il 60% è dato dal clone Nakb T 337. È quindi evidente che nelle principali aree di coltivazione del melo, tanto di montagna come di pianura, la scelta del portinnesto è diventata sempre più spesso una scelta di cloni e, nella fattispecie, di cloni di M 9. È noto, però, che i diversi cloni del melo M 9 a parità di stato sanitario (da anni ormai l’industria vivaistica italiana dispone di portinnesti certificati) hanno un comportamento alquanto variabile, specie per quanto riguarda la vigoria (indotta) del nesto, tanto che ormai la scelta è molto influenzata dalla taglia dell’albero che si vuole ottenere. Sul piano sperimentale, tuttavia, oltre all’indubbio interesse verso i vari cloni commerciali di M 9, l’attenzione degli studiosi è stata di recente estesa a un paio di nuovi portinnesti che il Gruppo di lavoro del Progetto ministeriale ha inserito nella prova di confronto di portinnesti clonali, scegliendoli in una rosa molto ampia ormai disponibile anche commercialmente. La prova è dislocata, con ripetizione del medesimo disegno, in 10 siti regionali (tabella 1). In questo rapporto, il terzo della serie, dopo quelli relativi ai primi due meeting di Gorizia e di Faenza (Sansavini e Mantinger, 1995; Sansavini et al., 1999) e dopo il preliminare contributo dato dall’Università di Pisa (Loreti et al., 2001), vengono qui illustrati i risultati conseguiti nei primi otto anni di rilievi sistematici eseguiti in detti campi sperimentali. È altresì da rilevare che, in sede di elaborazione dei risultati, si è preferito aggregare i dati localmente rilevati in due gruppi, relativamente omogenei, sulla base del comportamento degli alberi. In alcuni siti, infatti, la prova è stata influenzata da imprevisti fattori di stress o da cause esterne imprecisate, che in qualche caso hanno impedito agli alberi il raggiungimento del massimo potenziale di espressione della combinazione portinnesto-varietà. Un’altra istituzione partecipante al Progetto, la Regione Abruzzo, non figura in elenco, in quanto i dati presentati erano incompleti. Tabella 1 - Gruppo di lavoro «Portinnesti melo» Creso CN Localizzazione campi sperimentali Spinetta (CN) S. Pellegrino L. Berra Isf TN Ia TN Ersa UD Borgo Valsugana (TN) Maso Parti (TN) Talmassons (UD) A. Bergamini A. Dorigoni J. Youssef D. Bartolotti, M. Fontanari, P. Videsot M. Comai, N. Dallabetta E. Strazzolini, L. Piazza Dpvta UD Zoppola (PN) G. Costa, R. Testolin G. Comuzzo, C. Bomben, R. Frezza Isf VR Dca (BO) Angiari (VR) Ostellato (FE) G. Bassi S. Sansavini Dcdsl PI Pisa F. Loreti U. Fraccaroli R. Correale, M. Gaddoni, A. Gaiani, M. Grandi, S. Lugli, S. Musacchi R. Massai, C. Fei Reg. Abr. Alsia PZ Vasto (CH) Villa d’Agri (PZ) C. Della Penna A. M. Imperatrice G. Sardella R. Sanchirico Pignataro Maggiore (CE) O. Insero A. De Luca, M. Petriccione, P. Rega Unità operative Sigla Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo - Regione Piemonte Istituto sperimentale per la frutticoltura - Sezione di Trento Istituto tecnico agrario statale, S. Michele a/A (Trento) Servizio di sperimentazione agraria dell’Ersa - Pozzuolo del Friuli (Udine) - Regione Friuli Venezia Giulia Dipartimento produzioni vegetali e tecnologie agrarie, Università di Udine Istituto sperimentale di frutticoltura - Provincia di Verona Dipartimento di colture arboree - Università di Bologna Dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose, sezione coltivazioni arboree, Università di Pisa Regione Abruzzo (*) Azienda agraria «Genova Rulli» Azienda agr. sper. dimostrativa «Bosco Galdo» Regione Basilicata Istituto sperimentale per la frutticoltura - Sezione di Caserta Isf CE Responsabile Collaboratori (*) I dati di questa Unità operativa non sono stati considerati in questa nota perché incompleti. SUPPLEMENTO A L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 17 Melo 1 2 3 1 - 2 - 3 - Fruttificazione di Golden Delicious cl. B al 7° anno su Cover 2 (foto 1), Nakb 337 (foto 2) e Mac® 9 Mark* (foto 3) nell’azienda di S. Michele, Trento (maso Parti) Materiali e metodi La prova portinnesti melo, ripetuta con eguale disegno sperimentale nei 10 siti regionali o provinciali, è stata impiantata nel febbraio 1994. La cultivar Golden Delicious clone B era stata innestata sui seguenti portinnesti: Cover 1 (= Burgmer 751), Cover 2 (= Burgmer 984), M 9 (selezione Emla), M 26, Mac® 9 (Mark*), Nakb T 337, Nakb T 338, Nakb T 339, Pajam® 1 (Lancep*), Pajam® 2 (Cepiland*), Jork 9. Ciascuna combinazione di innesto era rappresentata da 20 alberi suddivisi in 4 blocchi randomizzati di 5 alberi per parcella. Tra le parcelle è sempre stato messo un albero di Hi Early Delicious con funzione impollinatrice di bordo. I rilievi però sono stati eseguiti, singolarmente, nei soli 3 alberi centrali della parcella (totale 12 alberi/tesi). Il sesto della piantagione era, ovunque, di 4,5 × 2,5 m. Non si è riscontrata alcuna mortalità in 8 campi su 10, e anche dove si sono avute perdite queste sono rimaste entro livelli minimi, fisiologici; solo in un caso (Verona), a causa di una fortissima grandinata verificatasi nell’estate 1994, si è preferito tagliare gli alberi e ripartire da terra con un nuovo fusto l’anno successivo. La forma di allevamento (fusetto), le tecniche di potatura, la conduzione degli alberi e del suolo, al pari degli apporti idrici e fertilizzanti, sono stati concordati e osservati da ciascuna Unità. Ciononostante, a posteriori, occorre rilevare che qualche interferenza di fattori agronomicocolturali vi è stata, ad esempio, a livello di irrigazione, fertilizzazione e di carico di frutti, per le inevitabili diversità di situazioni venutesi a creare nei vari ambienti. Il piano sperimentale prevedeva una serie di rilievi biometrici, sia 18 SUPPLEMENTO A vegetativi che produttivi, eseguiti annualmente su ciascun albero. Quelli del primo quadriennio 1995-1998 sono già stati riportati nel precedente rapporto (Sansavini et al., 1999), mentre nella presente nota si riportano i dati dall’inizio della prova fino all’ottavo anno (cioè l’intero periodo di osservazione 1995-2001). I parametri vegetativi rilevati sono: circonferenza del tronco, poi convertita in AST (area di sezione del tronco) e peso del legno asportato con la potatura invernale. Osservazioni estemporanee sono state compiute su entità di «burrknots» e polloni radicali riscontrati, nonché su aspetti fenologici, segnatamente date di fioritura e di raccolta, attacchi parassitari, peraltro non riportati o soltanto segnalati, se rimarchevoli, nei profili dei singoli portinnesti. I parametri produttivi registrati sono: peso delle mele prodotte da ciascun albero e peso medio dei frutti su campione o su tutti. Per ciascuna tesi è stato raccolto un campione di almeno 120 e non più di 240 frutti (cioè da 10 a 20 frutti per albero), al fine di ricavarne: la calibrazione, come si trattasse di simulazione commerciale; la classificazione della rugginosità (espressa empiricamente da 5 classi, per crescente intensità ed estensione nella buccia); le analisi qualitative dei frutti. I dati relativi alla pezzatura e alla rugginosità sono riferiti a tre Unità (Ia TN, Ersa UD e Dca BO), mentre quelli della qualità delle mele sono riferiti alla sola Unità di Cuneo. Separatamente vengono presentati in tabelle e, quando possibile, solo in grafico i confronti fra portinnesti e quelli tra siti. Nell’uno e nell’altro caso i livelli di significatività (P ≤ 0,05) sono stati calcolati con il metodo SNK. L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 Risultati Variabile ambientale Innanzi tutto è stata rilevata, nell’insieme, una forte influenza dei siti di prova (scelti in modo da rispecchiare ambienti di coltura rappresentativi di ben 8 distretti melicoli), dislocati a Nord come a Sud, influenza risultata certamente superiore a quella dei singoli portinnesti; ciò a causa delle disparità climatiche e di inevitabili condizionamenti pedo-agronomici e colturali, nonché di eventi atmosferici avversi (abbassamenti termici, grandinate, stress idrici). Ai fini dell’analisi, l’aggregazione dei dati dei 10 siti in due distinte sub-prove, rispettivamente con 5 siti ciascuna, si è rivelata utile e fruttuosa: ha consentito di interpretare meglio le cause degli scostamenti verificatisi in alcuni parametri (ad esempio fruttificazione), in quanto non dipendenti solo dalla combinazione d’innesto, ma anche, o piuttosto, dall’interferenza di altri fattori. Nel raggruppamento A sono stati compresi i siti di Cuneo (Creso CN), Trento (Ia TN), Udine (Ersa UD), Verona (Isf VR), Bologna (Dca BO); in quello B i siti di: Trento (Isf TN), Udine (Dpvta UD), Pisa (Dcdsl PI), Potenza (Reg. Bas.), Caserta (Isf CE). Nei siti A (tabella 2) gli alberi, oltre a essere entrati prima in fruttificazione, hanno prodotto di più, raggiungendo anche soddisfacenti pezzature delle mele, coerenti con lo standard pomologico delle varietà (peso frutto 200250 g). Questa maggiore efficienza degli alberi dei siti A ha contribuito a far emergere alcune differenze fra i cloni e ne ha attutito altre, più evidenti, nei siti B, i cui alberi hanno dovuto fronteggiare qualche stress o fattore avverso, Melo Tabella 2 - Parametri vegeto-produttivi nelle diverse località (*) Sigla Unità operativa Produzione (kg/albero) Area sezione Legno potatura tronco (media media 8° anno 4°-7° anno) cumulata cumulata (cm2) (kg/albero) 2°-5° anno 2°-8° anno 6°-8° anno Gruppo A Dca BO Creso CN Ersa UD (1) Ia TN Isf VR (2) Media Gruppo B Isf CE Dcdsl PI Alsia PZ Isf TN Dpvta UD (2) Media Efficienza produttiva 2°-8° anno (kg/cm2) Peso frutto (g) media media 2°-5° anno 6°-8° anno 34,6 c 31,6 c 49,9 a 38,7 b 29,7 d 36,9 0,62 0,95 0,94 0,75 0,61 0,77 54,4 b 35,1 d 58,4 a 48,2 c 26,9 e 44,6 126,7 b 127,8 b 157,4 a 160,3 a 113,8 c 137,2 24,1 d 30,9 c 49,5 a 37,3 b 29,3 c 34,2 3,69 bc 4,13 a 3,44 c 4,24 a 3,92 ab 3,88 174,8 e 231,6 a 219,4 b 210,6 c 192,9 d 205,9 186,8 d 239,2 b 252,5 a 204,9 c 210,9 c 218,9 41,3 b 47,7 a 26,1 d 49,0 a 32,8 c 39,4 0,87 0,88 0,84 46,8 b 35,4 c 33,5 c 17,2 d 58,4 a 38,3 99,3 a 92,0 ab 82,0 b 60,1 c 99,2 a 86,5 26,2 b 18,9 c 16,2 c 14,3 c 40,8 a 23,3 2,44 b 1,90 c 3,15 a 1,23 d 3,01 a 2,35 207,8 a 165,4 c 156,5 d 168,3 c 193,8 b 178,4 152,9 cd 159,0 cd 144,8 d 214,0 a 193,1 b 172,8 1,97 1,14 A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK). (*) Media degli 11 portinnesti in prova. (1) Prova terminata alla fine del 7° anno. (2) Alberi ribattuti a 2-3 gemme l’anno successivo all’impianto a causa di danni atmosferici. (3) Prova terminata alla fine del 6° anno. Area sezione tronco (8° anno) (cm2) 60 2,00 aa 40 1,75 a 50 a ab cd abc a ab a a ab ab cd abc bc de ab cde b 30 ab ab 1,50 1,25 de e 1,00 f 0,75 20 0,50 10 0,25 0 Cover Cover M 26 Emla Mac® Nakb Nakb Nakb Pajam® Pajam® Jork A B 1 2 9 9 T 337 T 338 T 339 2 9 Media 1 Area sezione tronco Gruppo A Area sezione tronco Gruppo B Peso legno potatura (media 4°-7° anno) (kg/albero) Grafico 1 - Parametri vegetativi: area sezione tronco e peso legno potatura 0 Peso legno potatura Gruppo A Peso legno potatura Gruppo B A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK). interagenti sul comportamento dell’albero. Analisi dei cloni M 9-simili Fra i portinnesti in prova, 8 su 11 erano costituiti da cloni di M 9-Paradiso Giallo di Metz (Emla 9, Cover 1 e 2, Nakb T 337, T 338, T 339, Pajam® 1 e 2), due considerati M 9-simili (Mac® 9 e Jork 9) e uno (M 26) scelto quale termine di confronto, in quanto relativamente più vigoroso di M 9. Nella valutazione dei risultati occorre precisare che fra gli M 9-simili, Jork 9 ha rivelato un comportamento del tutto omologabile a M 9 originario (Emla), mentre Mac® 9 si è rivelato diverso per avere indotto una minore vi- goria (rilevata come AST del tronco), una cospicua perdita di produttività (causata anche dal minor peso dei frutti, appena 158,6 g in media nel raggruppamento B), seppure accompagnata da un’ottima precocità di messa a frutto e da un’iniziale, elevata, efficienza produttiva degli alberi. È apparsa, dunque, fondamentalmente inadeguata la risposta di tale portinnesto in tutti gli ambienti di prova. Analisi dei cloni di M 9 Vigoria. Sulla base dello sviluppo degli alberi di Golden Delicious (AST fino all’8° anno) (grafico 1) gli otto cloni di M 9 possono essere raggruppati, in parte, in «meno vigorosi» di Emla 9 SUPPLEMENTO (Pajam® 1, Nakb T 337 e T 338, alla pari con Jork 9) e, in parte, «di vigoria simile» (Cover 1 e 2, Nakb T 339 e Pajam® 2). Da rilevare che anche M 26, finora, va assimilato a questo secondo gruppo, in quanto l’AST non risulta statisticamente diversa da Emla 9. Tale risposta comportamentale è risultata uguale in entrambe le prove, come si può rilevare indirettamente anche dai valori del peso della legna di potatura (grafico 1). Evidentemente, la maggiore vigoria di M 26 si potrà esprimere solo negli anni a venire. Fruttificazione. La messa a frutto degli alberi ha visto primeggiare, sia pure con differenze non sempre statisticamente significative, i due cloni Emla 9 e Pajam® 2, alla pari con M 26; già al 5° anno, però, le produzioni degli alberi dei siti del gruppo A sono state moderatamente superiori a quelle dei siti B; probabilmente la minore fruttificazione degli alberi del gruppo B ha contribuito ad accentuarne lo sviluppo, riscontrato con qualche portinnesto (grafico 1). I siti dove è stata registrata una più rapida entrata in fruttificazione sono stati Ersa UD, Dpvta UD, Dca BO e Isf CE (tabella 2). Se si estende l’osservazione fino all’8° anno, la forbice fra gruppo A e B si amplia (sommatoria di circa 135 kg/albero nel gruppo A, contro circa 85 kg/albero nel gruppo B). Altrettanto marcata è stata la differenza di produzione media annua nell’ultimo triennio: circa 35 kg/albero (gruppo A) contro 25 circa (gruppo B). Il peso medio dei frutti è stato di circa 220 g nel primo lotto e di 175 g nel secondo. Per quanto riguarda l’effetto portinnesto (grafico 2), se espresso in termini di resa produttiva non si è rilevata alcuna differenza fra gli otto cloni M 9, sia nel lotto A come nel B, salvo la citata minore fruttificazione indotta da Mac® 9. Emerge però una tendenza: nel complesso i due cloni Nakb T 337 e T 338 e i due Pajam® 1 e 2 (al pari degli alberi su M 26) sembrerebbero avviarsi verso una minore produttività individuale degli alberi (ora appena percettibile), rispetto a Emla 9, Nakb T 339 e Cover 2. Le differenze riscontrate non sono però statisticamente significative. Per quanto attiene al peso medio del frutto (tabella 3), nessuna differenza è stata riscontrata fra portinnesti (salvo un apparente lieve vantaggio a favore dei cloni Nakb T 338 e T 337 ed Emla 9 nel gruppo B). Differenze forti si sono avute invece nel confronto fra siti (tabella 2) a vantaggio di Ersa UD e Creso CN nel gruppo A (rispettivamente con 252 e 240 g) e di Isf TN e Dpvta UD nel gruppo B (214 e 193 g), mentre Alsia PZ e Isf CE hanno toccato i valori più bassi (145-153 g). A L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 19 Melo 60 40 abc abc abc cd bcd a bcd abc a abc Produzione cumulata 2°-5° anno a a ab ab a ab ab a 80 b 60 40 a ab ab b 20 0 Media Jork 9 Pajam® 2 Pajam® 1 Nakb T 339 Nakb T 338 Nakb T 337 Mac® 9 Emla 9 M 26 0 Cover 2 20 a a ab ab ab ab ab ab Media 80 100 Jork 9 100 120 Pajam® 2 b 140 Pajam® 1 a Nakb T 339 a Nakb T 338 a Nakb T 337 120 a Mac® 9 a a Emla 9 140 Gruppo B 160 M 26 a a Cover 2 a Cover 1 Gruppo A a Produzione cumulata (kg/albero) 160 Cover 1 Produzione cumulata (kg/albero) Grafico 2 - Produzione cumulata iniziale (2°-5° anno) e complessiva (2°-8° anno) Produzione cumulata 2°-8° anno A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK). L’efficienza produttiva, intesa come rapporto fra sommatoria della produzione totale e AST all’8° anno, è stata più alta nel novero di portinnesti più «deboli» del raggruppamento A (Jork 9, Mac® 9, Pajam® 1, Nakb T 337), mentre nessuna differenza è stata rilevata fra quelli nei siti del gruppo B. Interessante anche notare che, in rapporto ai siti (tabella 2), i migliori indici di efficienza produttiva si sono avuti presso le Unità Creso CN e Ia TN (gruppo A) e Alsia PZ e Dpvta UD (gruppo B). L’elevata efficienza di Mac® 9 non deve trarre in inganno, non essendo accompagnata da un sufficiente sviluppo dell’albero e non avrebbe potuto essere verosimilmente compensata, probabilmente, nemmeno da una eventuale maggiore densità d’impianto. Analisi delle caratteristiche dei frutti Pezzatura. Per questo confronto erano disponibili solo i dati di 3 siti (Dca BO, Ia TN ed Ersa UD). In generale, se si tiene conto delle pezzature di 75 mm e oltre (dati non riportati) il dato di Udine è ininfluente, perché con tutti i portinnesti le grosse pezzature coprono sempre il 90-95% della produzione; a Trento, invece, svettano Cover 1, i tre cloni Nakb e l’Emla 9, tutti con percentuali fra il 70 e l’80%, mentre a Bologna solo Cover 1 ha raggiunto il 30% di frutti con oltre il 75 mm di diametro. Se, invece, si usa come discriminante diametrale dei frutti la misura di 70 mm, allora anche a Trento (Ia TN) tutti i cloni di M 9 inducono ottime pezzature (oltre il 90-95% di frutti rientrano nel diametro > 70 mm); si va un po’ oltre solo con Mac® 9. Ancora più interessante è la discriminante «diametro > 70 mm» se applicata alla classificazio- 20 SUPPLEMENTO A ne di Bologna, doTabella 3 - Parametri produttivi tra i diversi porve i migliori risultinnesti tati sono stati Produzione Peso frutto (g) ottenuti da un Indice Efficienza (media 6°-8 gruppo di quattro Portinnesti di precocità produttiva anno) media media portinnesti (Cover () (kg/cm ) ( ) (kg/albero) 2°-5° anno 6°-8° anno ® 1, Mac 9, Nakb T Gruppo A 338 e Pajam ® 1) Cover 1 36,3 a 0,31 bc 3,42 cd 207,5 a 220,1 a che hanno dato Cover 2 37,8 a 0,31 bc 3,97 abcd 208,4 a 221,9 a frutti «oltre 70 M 26 32,0 a 0,38 a 3,28 d 205,4 a 223,0 a mm» in misura del Emla 9 35,6 a 0,33 abc 3,45 cd 206,2 a 222,5 a 60-70%; altri stanMac 9 25,4 b 0,37 a 4,55 a 198,9 a 207,8 a no fra il 50-60% e Nakb T 337 34,7 a 0,31 bc 4,01 abc 201,0 a 221,3 a cioè Cover 2, Nakb Nakb T 338 32,5 a 0,28 c 3,84 bcd 207,3 a 220,7 a T 339, Pajam ® 2 e Nakb T 339 38,0 a 0,29 c 3,49 cd 206,4 a 222,0 a Jork 9, seguiti da Pajam 1 33,5 a 0,35 ab 4,60 a 208,6 a 220,8 a alcuni con meno Pajam 2 33,9 a 0,35 ab 3,66 bcd 205,3 a 212,8 a del 50% (M 26, Jork 9 35,8 a 0,30 bc 4,27 ab 208,7 a 218,3 a Nakb T 337) e, infiMedia 34,1 0,33 3,87 205,8 219,2 ne, da Emla 9 con Gruppo B circa il 30% di pezCover 1 22,3 ab 0,44 ab 2,10 a 178,1 ab 176,5 ab zature di almeno Cover 2 26,1 a 0,42 ab 2,28 a 183,8 ab 177,4 ab 70 mm. L’aspetto M 26 25,1 a 0,45 ab 2,37 a 182,8 ab 171,9 ab portinnesto è staEmla 9 25,6 a 0,43 ab 2,39 a 177,2 ab 179,9 a to dunque meglio Mac 9 14,9 b 0,49 a 2,40 a 168,9 b 158,6 b valutato a BoloNakb T 337 24,8 a 0,40 ab 2,60 a 172,5 ab 169,8 ab gna, grazie al legNakb T 338 26,6 a 0,38 b 2,12 a 189,3 a 184,4 a gero sovraccarico Nakb T 339 27,4 a 0,41 ab 1,97 a 188,7 a 184,9 a degli alberi, con la Pajam 1 20,4 ab 0,47 ab 2,47 a 178,5 ab 172,3 ab conseguenza di Pajam 2 21,3 ab 0,45 ab 2,47 a 176,0 ab 169,8 ab evidenziare meJork 9 28,4 a 0,40 b 2,30 a 185,1 ab 177,9 ab glio l’influenza del Media 23,9 0,43 2,32 180,1 174,8 portinnesto. Rugginosità. La A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK). rugginosità (dati ( ) Produzione cumulata (2°-5° anno)/produzione cumulata (2°-8° anno). ( ) Produzione cumulata non riportati) limi(2°-8° anno)/area della sezione del tronco (8° anno). tatamente alle tre sedi che l’hanno rilevata è stata minima presso Ersa UD e gradiente di umidità relativa entro la massima presso Dca BO (intermedia a chioma). Ia TN). In generale i portinnesti più viI dati di Udine mettono in bella mogorosi hanno favorito, forse indiretta- stra Nakb T 337 e Mac® 9, con i quali olmente, l’insorgenza della rugginosità tre il 70% dei frutti erano privi di ruggi(ad esempio, a causa della diversa al- nosità, mentre con altri soggetti, come tezza da terra dei frutteti e del diverso Jork 9 e Nakb T 338 e T 339, questa per- L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 1 2 2 ® ® ® ® ® ® 1 2 centuale si è ridotta al 50medio e la qualità dei frutti, 60%. A Trento si è manifestabuoni anche in condizioni di to il buon comportamento di coltura non ottimali. Il comun gruppo di soggetti con i portamento di Cover 1 è, per quali la rugginosità ha intemolti aspetti, simile a quello ressato il 50-60% (Cover 2 e di Cover 2, a conferma dei riMac ® 9) oppure il 60-70% sultati ottenuti in una prece(Emla 9, Nakb T 337, T 338 e dente indagine (Sansavini et T 339, Pajam® 1 e Jork 9); inal., 1999) in cui un terzo clofine, con oltre il 70% (Cover 1 ne (Burgmer 719), si era rivee Pajam® 2). A Bologna i milato ancor più interessante gliori risultati sono stati conper il contenimento della viseguiti da Cover 2, Mac ® 9, goria e per l’elevata efficienNakb T 338 e T 339, nonché Panoramica della prova sperimentale portinnesti Mipaf a Spinetta za produttiva. da Jork 9, tutti con il 55-70% (Cuneo) con alberi al 6° anno dall’impianto Precedenti esperienze itadi frutti con meno del 10% di liane (Bassi e Colombari, rugginosità (si è avuto anche un 10% 1997), mettendo a confronto vari porTabella 4 - Caratteristiche fisicirca di frutti totalmente indenni); a tinnesti del melo con Golden Delicious co-chimiche dei frutti (media questo lotto di portinnesti si possono (clone Smoothee), hanno dato risultati 6°-8° anno) aggiungere Nakb T 337, Cover 1 e solo in parte concordanti con la prePeso Acidità Indice Pajam® 1 con circa il 40% di frutti con sente nota: nell’arco di 6 anni, infatti, Durezza RSR Portinnesti frutto (g/l) Thiault meno del 10% di superficie rugginosa; i mentre l’effetto nanizzante indotto da (kg) (%) (g) () () peggiori risultati sono da attribuire, inPajam® 1 e Nakb T 337 è emerso nettaCover 1 240 6,6 12,7 7,9 168 mente, in misura superiore ad altri clovece, a M 26, Emla 9 e Pajam® 2, con Cover 2 242 6,6 12,7 8,0 167 circa il 30% di frutti poco affetti e un alni, il comportamento di Mac® 9 è stato M 26 235 6,7 13,0 7,8 169 tro 70% affetto in maggior misura e con diverso e anche relativamente soddiEmla 9 242 6,8 12,7 8,1 169 rugginosità superiore al 30%. sfacente, avendo indotto una vigoria e Mac 9 224 6,9 13,6 7,9 177 Caratteristiche fisico-chimiche una produzione simili a Pajam® 2 e a M Nakb T 337 245 6,7 12,9 7,9 169 dei frutti. I dati più interessanti sono 9 clone RN 19. Nakb T 338 239 6,7 12,8 7,9 168 stati forniti dal sito di Cuneo di cui, in Interessanti anche i dati della prova Nakb T 339 242 6,6 12,5 8,1 166 tabella 4, si riportano le medie triennainternazionale di Alpe-Adria (Keppel et Pajam 1 237 6,8 13,1 7,9 171 li di 4 parametri: durezza, RSR, acidità e al., 1997 e 2000) e di un’altra condotta Pajam 2 244 6,6 12,7 8,0 168 indice di Thiault, equivalente alla somnel Veneto (Galletti et al., 2000), dalle Jork 9 241 6,6 12,5 8,3 167 ma di solidi solubili più acidi (entrambi quali è emersa la validazione speriin per mille, questi ultimi moltiplicati mentale di tre cloni di M 9 (FL 56, KL ( ) Millequivalenti di acidi organici (ac. malico = 0,67 meq totali). ( ) Somma di solidi, solubili, acidi. per 10). Poche le indicazioni conse29 e RN 19), non inclusi in questa indaDati rilevati dalla sola Unità operativa Creso CN. guenti. La prima è che Mac® 9 svetta gine comparata. Il clone RN 19 è risulper il miglior indice di qualità (177), ditato meno vigoroso del KL 29 e FL 56 si pendente da un maggior titolo zucche- Nakb T 337, Nakb T 338 e Pajam® 1; tut- è rivelato paragonabile a Pajam® 1 per rino. Fra gli altri, buone anche le valu- ti possiedono, in maggiore o minore riduzione di vigoria e fruttificazione. tazioni delle mele ottenute con i portin- misura, i citati requisiti: Pajam® 1 si è Infine un cenno a Mac® 9, l’unico pornesti Pajam® 1, Nakb T 337 ed Emla 9, distinto per la precocità di messa a tinnesto fra quelli sperimentati dal mele che peraltro hanno raggiunto un frutto e per l’alta efficienza produttiva, Gruppo di lavoro ritenuto inadatto per peso medio di 240 g e oltre, contro cir- Nakb T 338 per l’ottima pezzatura dei gli impianti italiani in base a una valuca 224 g di Mac® 9. Questi tre cloni han- frutti, Nakb T 337 per la più limitata tazione d’insieme dei vari parametri rino anche indotto una durezza di poco rugginosità dei frutti e infine Pajam® 1 levati (tabella 6). Infatti, nonostante la inferiore a quella di Mac® 9 (6,9 kg). e Nakb T 337 per il buon indice di pre- precocità di messa a frutto e l’alta effiIn genere, mentre il RSR è variato, in cocità di fruttificazione. cienza produttiva dimostrate (legate media, fra 12,5% e 13,6%, l’acidità moNaturalmente, queste considerazioni entrambe alla scarsa vigoria degli albestra scarti di valori quasi impercettibi- nulla tolgono alla validità del 2° gruppo ri) e le ottime caratteristiche qualitatili, variando da 7,8‰ (M 26) a 8,3‰ di cloni di M 9 (e cioè Emla 9, Pajam® 2, ve dei frutti (un po’ penalizzati, però, (Jork 9). Nakb T 339 e Cover 2) più idonei al nella pezzatura), questo soggetto, col conseguimento di una vigoria legger- passare degli anni, ha ridotto la resa mente superiore a quella del 1° gruppo, produttiva (in alcuni siti, anche a meno Conclusioni perciò più adatti ai suoli dove esistono di 20 kg/albero), probabilmente in relaLa presente indagine si è dimostrata deficit di fertilità e di disponibilità idri- zione anche alle note distrofie nel punmolto laboriosa e complessa. I dati ri- ca. L’efficienza produttiva di questi to d’innesto (Sansavini et al., 1999), delevati portano però ad alcune conside- cloni, pur essendo di poco inferiore a stinate ad aggravarsi nel tempo e a mirazioni assai utili per le relative indica- quella di Nakb T 337 e T 338 e di narne la funzionalità vascolare. Inolzioni per i nuovi impianti. Uno degli Pajam® 1, è buona, tenuto conto che tre, secondo la letteratura americana obiettivi del Progetto era quello di indi- hanno manifestato egualmente un (Marini et al., 2001) questo difetto si viduare, fra i cloni di M 9, quali poteva- buon indice di precocità di messa a aggrava nelle zone di coltura più calno controllare la taglia dell’albero in frutto, inducendo anche buone carat- de. Nelle aree settentrionali, invece, Mac® 9 risponderebbe meglio, fino a misura più nanizzante di Emla 9 senza teristiche qualitative dei frutti. compromettere la precocità di messa a Appaiono soddisfacenti anche i dati indurre una vigoria addirittura supefrutto, la fruttificazione complessiva, relativi ai restanti cloni Cover 1 e Jork riore a quella di M 9. In Italia, però, anl’efficienza produttiva e la qualità dei 9. Questi cloni si sono fatti apprezzare che per quanto si è potuto osservare in frutti. La risposta ottenuta è abbastan- per vari parametri, in particolare Jork zone alpine, questo portinnesto induce za nettamente a favore dei tre cloni 9 per l’efficienza produttiva, il peso una minore vigoria e manifesta egual1 2 ® ® ® 1 2 SUPPLEMENTO A L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 21 Melo Tabella 5 - Usa: principali portinnesti disponibili per classe di vigoria Tabella 7 - Portinnesti di potenziale interesse per il melo Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Last Minute® BUD 146 M 9 Ottawa 3 Supporter® 4 (P22*) M 27 BUD 491 BUD 9 G 11 CG 30 G 65 Lizzy® (P16*) P 2 M 26 G 16 Classe 6 Classe 7 Classe 8 Classe 9 Classe 10 M7 MM 106 MM111 BUD 118 Franco BUD 490 P18 Novole Serie Nakb: T 340 Fonte: Nysaes Cornell University, Geneva (Usa). Portinnesti Serie Burgmer: 719 Fleuren 56 RN 19 RN 29 Bemali Novole Ottawa 3 Stazione sperimentale Stazione di ricerca di Wilhelminadorp e Nakb Istituto di frutticoltura di Bonn e vivaista Burgmer Vivai Nicolai Vivai Nicolai Balsgard NY State Agr. exp. station Geneva Agriculture Canada Research station Ottawa Agriculture Canada Research station Ottawa Michurinsk College of Agriculture Mosca Tabella 6 - Classificazione dei portinnesti in prova Robusta 5 Portinnesti consigliati Con maggiore controllo vegetativo rispetto a M 9: Nakb T 337 Nakb T 338 Pajam® 1 - Lancep* Con normale controllo vegetativo (pari a M 9): Emla 9 Nakb T 339 Pajam® 2 - Cepiland* Cover 2 (= Burgmer 984) Con vigoria superiore a M 9: M 26 Portinnesti promettenti Cover 1 (= Burgmer 751) Jork 9 Portinnesti sconsigliabili Mac® 9 Mark* Serie Budagovski: BUD 9 BUD 146 Serie DAB Berlino Serie CG (Cornell-Geneva) NY State Agr. exp. station Geneva G 11 G 16 G 30 G 65 CG 10 Serie 1 Serie J-TE: J-TE-G, J-TE-E-, J-TE-H, J-TE-F Stazione di ricerca di Techobuzice Serie Pillnitzer: Istituto di Pillnitz-Dresden Supporter ® 1 Supporter® 2 Supporter® 3 Supporter® 4 (Pi 80*) Serie Polan: Res. inst. of pomology Skierniewice P1 P2 Lizzy® (P 16*) Last Minute® (P 22*) Serie Vineland: V-605-1=V1, Horticultural research V-605-2=V2, V-605-3=V3, institute of Ontario, V-605-4=V4, V-605-7=V7 Vineland station Serie KSC (Kentville Stock Clone): Research station agriculture KSC 28, KSC 18, KSC 7, KSC 11 Canada Kentville (Nova Scotia) Serie JM: JM 1*, JM 5, JM 8 Lab. of plant physiology, Apple research center, National institute of fruit tree science Morioka mente la citata sindrome al colletto, che non sembra corrispondere tanto a una forma di disaffinità quanto a una caratteristica intrinseca, limitativa della propria funzionalità (somigliante per certi aspetti ai «burrknots»). Di seguito si riporta il giudizio dei portinnesti in prova (tabella 6) nonché nel box a pag. 24 una breve valutazione dei nuovi materiali potenzialmente interessanti, attenendosi alle informazioni reperibili in letteratura (tabella 7). Portinnesti consigliati M 9 clone Emla. Clone virus-esente, risanato con termoterapia dalle due Stazioni sperimentali inglesi di East Malling e Long Ashton (ora cessata) fin dagli anni 60. Rispetto a M 9 tradizionale si è dimostrato leggermente più vigoroso (ma meno di altri cloni di M 9 pure risanati per termoterapia), facile da propagare con le normali tecniche di margottaggio (comunque presenta qualche difficoltà nella radicazione) e meno pollonifero dello standard. Induce scarsa vigoria e scarso ancoraggio al suolo (necessita quindi dell’uso di sostegni). La messa frutto è precoce; elevate sono la produttività e l’efficienza produttiva dell’albero. Esalta le qualità organolettiche, la pezzatura e la colorazione dei frutti, ma può favorire l’insorgenza della ruggi- 22 SUPPLEMENTO A nosità. Predilige i terreni fertili, permeabili e irrigui; infatti ha mostrato scarso adattamento ai terreni siccitosi e a quelli eccessivamente pesanti e/o umidi. Resistente a Phytophthora cactorum; sensibile ad Agrobacterium tumefaciens e all’afide lanigero; suscettibile al colpo di fuoco batterico. Pajam® 1 - Lancep*. Selezione clonale virus-esente di Paradiso Giallo di Metz ottenuta in Francia, a Lanxade, nel 1981 da Ctifl-Cep; brevettato come Lancep, marchio Pajam 1. Clone di vigoria leggermente inferiore ad altri cloni risanati (ad esempio Emla), ma simile a quella del clone Nakb T 337. Nella propagazione per margotta di ceppaia ha dimostrato una resa superiore alla media dei cloni Emla e Nakb T 337. Leggermente pollonifero, tende L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 Paese d’origine Olanda Origine genetica sel. genetico-sanitaria di M 9 Germania sel. genetico-sanitaria di M 9 Olanda Belgio Belgio Svezia Stati Uniti Canada sel. genetico-sanitaria di M 9 sel. genetico-sanitaria di M 9 sel. genetico-sanitaria di M 9 Marnk’s Codlin×M 4 Malus prunifolia lib. impol. Robin Crab×M 9 Canada Malus baccata lib. impol. Russia M 8×Red standard Germania Malus baccata lib. impol. Stati Uniti M 26 Robusta 5 Ottawa 3×Malus floribunda Robusta 5×M 9 M 27×Beauty Crab apple M 8 lib. impol. Russia M 4, M 9×cv locali Rep. Ceca M 9, M 2, M 1, M 4×cv locali Germania M 9×Malus baccata M 9×Malus micromalus M 9×Malus micromalus M 9×M 4 Polonia M 4×Antonovka M 9×Antonovka Longfield×M 11 M 9×Antonovka Canada M 9×cv da sidro Canada Beautiful Arcade×Robusta 5 Giappone Morubakaido×M 9 anche a formare un maggior numero di sferoblasti («burrknots») lungo il tronco, accompagnati da abbozzi radicali sotto il punto d’innesto e fuori terra. Pajam® 2 - Cepiland*. Selezione clonale virus-esente di Paradiso Giallo di Metz ottenuta in Francia, a Lanxade, nel 1981 da Ctifl-Cep; già clone P, brevettato col nome di Cepiland e diffuso con il marchio Pajam 2. Più vigoroso rispetto agli altri cloni di M 9 (nei primi anni circa il 20% in più del clone Nakb T 337) e più pollonifero del clone Pajam® 1. Rispetto ad altri cloni presenta maggiori rese di ceppaia (quasi doppie rispetto a Nakb T 337), ma anche alcuni inconvenienti dovuti al suo stato di «ringiovanimento» (ad esempio, numero elevato di «burrknots» e spinescenza). Melo 5 6 5, 6, 7 - Golden B alla 6a foglia (1999) su M 9 clone Emla (foto 5) a confronto con Golden B/Pajam® 1 Lancep* (foto 6) e Golden B/Jork 9 (Creso, Az. Spinetta, Cuneo) 7 SUPPLEMENTO Nakb T 337. Selezione clonale di M 9 ottenuta da un complesso lavoro del Nakb olandese, iniziato nel 1968 e conclusosi con l’ottenimento, dopo termoterapia, di alcuni cloni (T 337, qui descritto, T 338, T 339, T 340) testati inizialmente dalla Stazione sperimentale di Wilhelminadorp (Olanda). Clone di vigoria paragonabile a Pajam® 1, difficile a moltiplicarsi (le rese di ceppaia sono inferiori a quelle di Pajam ® 1, ma più elevate rispetto agli altri tre cloni olandesi). Manifesta scarsa attitudine alla produzione di polloni radicali e di «burrknots», qualità queste molto apprezzate dal mercato. Induce una buona fruttificazione e sembra anche esaltare la qualità delle mele. Nakb T 338. Clone di M 9 selezionato dal Nakb olandese. Manifesta qualche problema di propagazione (scarsa attitudine rizogena). Come vigore non è tanto dissimile dagli altri cloni del Nakb. In Olanda aveva dato un esito produttivo almeno pari a Nakb T 337. Nakb T 339. Clone di M 9 selezionato dal Nakb olandese. Nelle prove di Van Oosten (1986) in Olanda questo clone era risultato più produttivo degli altri, a parità di vigoria delle piante. A Bologna ha dimostrato vigoria e produttività pari a quelle di Nakb T 337. A L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 23 Melo DA INFORMAZIONI REPERIBILI IN LETTERATURA Nuovi portinnesti di potenziale interess Per la redazione dei profili di questi portinnesti, non inclusi nella presente indagine, gli autori si sono attenuti alle informazioni reperibili in letteratura. Supporter® 4 (Pi 80*) Incrocio tra M 9 e M 4 ottenuto da M. Fischer a Dresden presso l’Istituto di Pillnitz (Germania) (Fischer, 1997). La vigoria è paragonabile o di poco superiore a M 26; in base a prove condotte in Francia (Michelesi et al., 1995) risulta di vigoria superiore (+10%) a quella ottenibile con Pajam® 2; nel Cuneese la vigoria è risultata intermedia fra M 26 e M 106 (Pellegrino, com. pers.). L’ancoraggio risulta analogo a quello di M 26. La precocità di messa a frutto è simile a M 26 (ma inferiore a Pajam® 2) mentre in seguito la fruttificazione è superiore a M 26. Supporter® 4 conferisce ai frutti un buon calibro e una buona qualità e conservabilità. Tollerante a Phytophthora spp. Serie CG (Cornell-Geneva, Usa) G 65. Incrocio tra M 27 e Beauty Crab apple selezionato da J. Cummins a Geneva (New York); licenziato nel 1992. È molto difficile da propagare. Tende a produrre molte spine e radica poco. Nanizza come P 22, BUD 491 e M 27. Induce una precoce messa a frutto. Necessita di supporti. È stata notata anche un’influenza negativa sulla dimensione del frutto. La tendenza a emettere polloni è moderata e i «burrknots» rari. Presenta una moderata resistenza ad afide lanigero, oidio e soprattutto al colpo di fuoco batterico (Robinson e Cummins, 1997). G 16. Incrocio tra Ottawa 3 e Malus floribunda selezionato a Geneva (New York); licenziato nel 1997. Le rese nelle ceppaie sono moderate e non radica facilmente. Vigoria simile a M 9. Induce una precoce messa a frutto, simile o migliore di M 9; la produttività e la pezzatura sono buone. L’ancoraggio è migliore di M 9, ma necessita di supporti. Poco pollonifero. Resistente al colpo di fuoco batterico, è sensibile all’afide lanigero; sembra anche resistente al marciume del colletto (Robinson e Cummins, 1997; Wertheim, 1998). G 11. Incrocio di M 26×Robusta 5 selezionato da J. Cumminsa a Geneva (New York); licenziato nel 1993. Si moltiplica bene per margotta di ceppaia. Vigoria simile a M 26 (Wertheim, 1998; Webster, 2002). Cover 2 (= Burgmer 984). Selezionato da una popolazione di M 9 in Germania da Nauman dell’Istituto di frutticoltura di Bonn, insieme al vivaista Burgmer. Pianta poco pollonifera con limitato numero di «burrknots». Prove condotte per un decennio presso la Stazione sperimentale di Laimburg (Bolzano) su Golden Delicious clone B hanno valutato questo soggetto, come produttività ad albero, alla pari con Mac® 9 e superiore a Nakb T 337, ma a un livello inferiore alle selezioni Burgmer 751 e 511. Tuttavia, il minore sviluppo degli alberi ha permesso di conseguire gli stessi livelli di efficienza produttiva di Nakb T 337. I frutti poi sono apparsi tendenzialmente meno sfaccettati di rosa e un po’ più rugginosi. Nel complesso R. Stainer (inf. pers.) ha considerato il clone Burgmer 984 equivalente per vigoria e produttività a Nakb T 337; nella prova di Bologna (Sansavini et al., 1997) Burgmer 24 SUPPLEMENTO A L’efficienza produttiva è comparabile o migliore di M 26 ed è poco pollonifero. È moderatamente resistente al colpo di fuoco batterico, tollerante al marciume del colletto e sensibile all’afide lanigero (Robinson e Cummins, 1997). G 30. Incrocio di Robusta 5×M 9 selezionato da J. Cummins a Geneva (New York); licenziato nel 1994. Difficile da propagare, poco adatto alla propagazione per ceppaia. Vigoroso (simile a M 7), presenta una messa a frutto simile a M 26, ma necessita ugualmente di supporto. Moderatamente pollonifero (meno di M 7). I «burrknots» sono rari. Con Gala manifesterebbe disaffinità non riscontrata in altre cultivar. Resistente al colpo di fuoco batterico (Robinson e Cummins, 1997). Serie Polan (Skierniewice, Polonia) P 2. Incrocio tra M 9 e Antonovka, ottenuto in Polonia da Zagaja e Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice licenziato nel 1974. Si propaga bene per margotta di ceppaia, come M 9. Vigoria simile a M 9. Esiste una sorta di conflitto sulla attribuzione del vigore di questo portinnesto: in prove condotte negli Usa è risultato più nanizzante di M 9, mentre dai dati europei risulterebbe indurre vigoria e produttività al pari di M 9, forse perché con stato sanitario migliore (Wertheim, 1998). Presenta pochi «burrknots»; poco pollonifero. Resiste molto al freddo e potrebbe sostituire M 9 nelle aree fredde. P 2 è considerato da certi autori (Zagaja, 1974) come moderatamente sensibile al marciume del colletto mentre da altri (Baritt et al., 1990) è stato classificato come moderatamente resistente. È sensibile all’afide lanigero e moderatamente resistente a oidio. P 22* (Last Minute®) Incrocio tra M9 e Antonovka, ottenuto in Polonia da Zagaja e Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice. A causa della propagazione in vitro esistono due forme vegetative di questo clone: una «adulta» e una «giovanile». Quest’ultima si propaga più facilmente e quindi le rese sono molto più alte (Wertheim, 1998). Le barbatelle da piante giovani evidenziavano differenze morfologiche legate a effetti epigenetici, foglie più piccole, alta radicazione, alta resa in ceppaia; quelle adulte, invece, davano germogli eretti, foglie larghe, ca- 984 si è collocato invece fra i cloni di M 9 più vigorosi, con una produttività soddisfacente ma leggermente inferiore a quella di Burgmer 719. In ogni caso risulta competitivo, anche per la qualità dei frutti, con M 9. M 26. Incrocio di M 16×M 9 ottenuto a East Malling (Gran Bretagna) nel 1965. Si propaga discretamente bene per margotta di ceppaia; risulta scarsamente pollonifero. La presenza abbondante di «burrknots» (sferoblasti) influisce negativamente sulla vigoria delle piante (disformità dell’impianto). Induce una vigoria medio-scarsa. L’ancoraggio è superiore a M 9, ma le piante necessitano spesso di sostegni. Induce precoce messa a frutto, elevata produttività e alta efficienza produttiva; ritarda il germogliamento. L’affinità di questo portinnesto si è rivelata appena discreta o scarsa con alcune cultivar (ad esempio Granny Smith e Imperatore). Predilige terreni fertili, L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 permeabili, irrigui; ha mostrato limitato adattamento a terreni siccitosi, mentre risulta poco idoneo a terreni asfittici. È più sensibile ai freddi invernali di M 9; presenta media sensibilità a Phytophthora cactorum; è suscettibile ad afide lanigero e molto suscettibile al «fire blight» (colpo di fuoco batterico). Portinnesti promettenti Cover 1 (= Burgmer 751). Selezione sanitaria di M 9, ottenuto in Germania da un lavoro di iniziato nel 1960 da Nauman dell’Istituto di frutticoltura di Bonn insieme al vivaista Burgmer. Dalla stessa selezione sono stati ottenuti Burgmer 719 e Burgmer 984. In Italia ha preso il nome commerciale di Cover 1. Clone di maggiore vigoria rispetto a M 9 clone Emla e Nakb T 337. La propagazione è piuttosto difficile (anche se migliore di Nakb T 337), ma le piante sono belle e sembra prive di Melo se per il melo pacità rizogena e rese molto basse. Nessuna differenza è, invece, emersa fra produzioni degli astoni ottenuti da portinnesti «adulti» e «giovanili» (Wertheim, 1998). Vigoria simile a M 27 variabile con il genotipo della varietà. Efficienza produttiva elevata e buona dimensione dei frutti. In Usa ed Europa sono stati segnalati casi di morte di alberi giovani, sensibili alla siccità, per la disidratazione delle radici nelle fasi di estirpazione e trasporto. Apparato radicale superficiale sensibile all’afide lanigero e moderatamente sensibile al marciume del colletto; resiste alle basse temperature. P 16* (Lizzy®). Incrocio tra Longfield e M 11, ottenuto da Zagaja e Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice (Polonia); diffuso nel 1988. Abbastanza facile da propagare per margotta di ceppaia. Vigoria simile o leggermente inferiore a M 9 (Wertheim, 1998). L’efficienza produttiva è buona o superiore a quella di M 9, necessita di supporti. L’irrigazione è necessaria, specialmente negli impianti ad alta densità. È moderatamente pollonifero e presenta pochi «burrknots». È resistente al freddo e sembra anche al marciume del colletto; risulta sensibile al colpo di fuoco batterico e all’afide lanigero. Serie Budagovskij (Mosca, Russia) B 9 (Bud 9). Incrocio tra M 8 e Krasny Sztandart (Red Standard), ottenuto da Budagovskij al Michurinsk College of Agriculture di Mosca (Russia). Nella moltiplicazione per margotta di ceppaia ha rese inferiori a M 9. Simile a M 9 per vigoria e produttività. Induce una precoce messa a frutto. Presenta scarso ancoraggio, necessita di supporto. Moderatamente pollonifero, con pochi «burrknots». Sembra tollerante al colpo di fuoco batterico e più resistente di M 9 al marciume del colletto; sensibile all’afide lanigero e all’oidio e resistente al freddo più di M 9 ma meno di M 26 [forse per questo nello stato di Washington (Usa) rappresenta il 12% dei portinnesti censiti nel 1998]. B 146. Ottenuto da Budagovskij presso il Michurinsk College of Agriculture di Mosca (Russia). In Polonia ha mostrato capacità di moltiplicazione per margotta di ceppaia. Esistono differenti cloni con più o meno predisposizione ai «burrknots» e all’attività pollonifera. Per vigore si colloca tra M 9 e M 27. In alcune prove è risul«burrknots» e polloni radicali. Induce nelle piante una buona e regolare fruttificazione. Nelle prove condotte a Bologna la produttività non è stata significativamente differente da quella del clone Burgmer 984 (Cover 2), ma è risultato leggermente meno vigoroso dello stesso. Jork 9. Selezionato da una popolazione a libera impollinazione di M 9, ottenuto a Jork (Germania) da Tiemann e Dammann, alla Fruit Tree Research Station. Introdotto come portinnesto clonale negli Usa nel 1981. Jork 9 è facilmente propagabile per margotta di ceppaia. Paragonato a M 26, è leggermente più nanizzante, induce un anticipo di produzione e un incremento produttivo ed è dotato di legno leggermente più fragile. I polloni sono rari. È estremamente suscettibile al «fire blight» e all’afide lanigero; è sensibile alla ticchiolatura e alla rugginosità. Qualche volta, rispetto a M 9, è risulta- tato simile a M 9, in altre meno vigoroso (Wertheim, 1998). La precocità nella messa a frutto è elevata simile a M 27 e la produttività è risultata maggiore di M 9. Richiede supporti per lo scarso ancoraggio. È sensibile al colpo di fuoco batterico e all’afide lanigero ed è molto resistente al freddo. Serie J-TE (Techobuzice, Repubblica Ceca) Ottenuti da un programma di miglioramento genetico nella Repubblica Ceca. Il codice J-TE indica J=melo e TE= Techobuzice (località della stazione di ricerca) (Dvoràk, 1988; Kosina, 1988). I genotipi più interessanti sono: J-TE-E, con vigore simile a M 9 e con elevata produzione ed efficienza produttiva, abbastanza pollonifero; J-TE-F, con vigore simile a M 9 ed elevata produzione ed efficienza produttiva; JTE-G, caratterizzato da un vigore simile a M 27, da una elevata efficienza produttiva e una scarsa attitudine pollonifera; J-TE-H con vigore intermedio tra M 9 e M 26 e meno produttivo di M 9 (Wertheim 1988; Webster et al., 2000). Fleuren 56 È un clone ottenuto attraverso selezione sanitaria di M 9 in Olanda il cui vigore sembra inferiore a quasi tutte le altre selezioni di M 9 finora valutate. In vivaio le rese sono buone e questo potrebbe essere legato alla presenza di una forma di persistente giovanilità (Wertheim, 1998). In prove condotte in Germania e in Olanda è risultato il più nanizzante tra i cloni di M 9. Altre sperimentazioni condotte in Australia lo riportano come più vigoroso di Nakb T 337 (Wertheim, 1998). RN 29 È stato ottenuto in Belgio al Centro di ricerca di Gorsem dopo termoterapia di M 9 e diffuso da R. Nicolai. È più vigoroso e pollonifero di Nakb T 337 e sembra simile al Pajam® 2. Anche in questo clone è possibile che siano presenti fenomeni di giovanilità (Wertheim, 1998), identificabili con foglie lanceolate e dentellate. La resa di propagazione da margotta di ceppaia è superiore a Nakb T 337 (Sansavini e Mantinger, 1995). La produttività è risultata buona e non significativamente differente da M 9 (Wertheim, 1998). to più resistente alle basse temperature invernali (però meno di M 11). Presenta «burrknots» che si sviluppano radialmente nei tronchi, formando una sorta di anello. Portinnesti sconsigliati Mac® 9 (Mark*). Semenzale di M 9 selezionato da Carlson a East Lansing (Michigan - Usa) nel 1979 per libera impollinazione di M 9. Difficile da propagare per margotta di ceppaia; buona invece la moltiplicazione in vitro. È poco pollonifero. Mac® 9 induce una vigoria medio-scarsa (le piante necessitano di sostegni). Predilige terreni fertili, permeabili, irrigui. Presenta, a un anno dall’impianto, un grosso cercine (iperplasia) che può portare a irregolarità di sviluppo e a disfunzioni dell’albero; questo fenomeno si accentua negli ambienti pedoclimatici particolarmente caldi e in condizioni di stress idrico. Le caratteSUPPLEMENTO ristiche qualitative dei frutti (colore, forma, rugginosità) sono positivamente influenzate da Mac® 9. Negativo è risultato il comportamento produttivo nei nostri ambienti. Buona è la resistenza a Phytophthora cactorum; sensibile ad afide lanigero, ai tumori radicali e al virus TmRSV. Il Gruppo di lavoro «Portinnesti melo» ringrazia vivamente tutte le Unità operative che hanno fornito dati e materiale fotografico, i responsabili dei campi sperimentali, i rilevatori e gli analisti, E. Muzzi (per l’elaborazione finale), nonché le aziende sperimentali e dimostrative che hanno ospitato le prove e fornito personale specializzato. Lavoro svolto nell’ambito del Progettto finalizzato Mipaf «Formulazione di liste di orientamento varietale dei fruttiferi. Sottoprogetto Portinnesti», Roma. Pubblicazione n. 220. La bibliografia verrà pubblicata negli estratti. A L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002 25 Melo BIBLIOGRAFIA Baritt B.H., Covey R.P, Dilley M.A. (1990) - In vitro testing of the reaction of apple rootstocks to Phytophthora cactorum. Fruit varieties Journal, 44: 23-25. Bassi G., Colombari G. (1997) - Comportamento della cultivar di melo «Smoothee» su diversi portinnesti nanizzanti. L’Informatore Agrario, 42: 59-63. Dvoràk A. 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