L`ultima notte di Ayrton Senna, raccontata in un libro

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L`ultima notte di Ayrton Senna, raccontata in un libro
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21-03-2014
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Home sport L’ultima notte di Ayrton Senna, raccontata in un libro L’ultima notte di Ayrton Senna, raccontata in un libro di Giorgio Terruzzi Giorgio Terruzzi ha scritto un libro sulla vigilia della morte di Senna, vent'anni fa: in un albergo di Castel San Pietro 21 marzo 2014 Tweet Ayrton Senna fu un grande e amatissimo pilota brasiliano di Formula Uno e avrebbe compiuto 54 anni il 21 marzo 2014. Morì invece in un incidente a Imola, in Italia, durante il Gran Premio di San Marino del primo maggio 1994: aveva 34 anni. Ayrton Senna aveva vinto per tre volte il Campionato del mondo di Formula Uno e solo Michael Schumacher e Alain Prost hanno vinto più Gran Premi di lui: la sua morte precoce in gara rese ancora più leggendari i suoi successi e la sua storia: Il prossimo 17 aprile uscirà per la casa editrice 66thand2nd “ Suite 200. L’ ultima notte di Ayrton Senna” , un libro di Giorgio Terruzzi, scrittore e giornalista, grande esperto di Formula Uno, che aveva conosciuto Ayrton Senna molto bene, come racconta in appendice al libro: la storia è costruita proprio intorno a quell’ ultima notte e a quell’ ultimo giorno di vent’ anni fa. Alla vigilia dell’ uscita del libro e intorno a questi anniversari, Terruzzi racconta a cosa si riferisce il titolo del libro e lo presenta per il Post. La data rilascia sempre un punto esclamativo. 21 marzo. L’anno: 1960. Il luogo: San Paolo, Brasile. Ayrton Senna avrebbe oggi qualche ruga attorno agli occhi, sulla fronte, nulla in grado di mascherare uno sguardo dolce, profondo, non importa l’anagrafe. Un passo ancora deciso, un sorriso dissociato dalla mezza età. 1992, Silverstone 1984, Nürburgring 1993, Silverstone 1990, Budapest 1989, Montecarlo 1990, Imola 1993, Suzuka 1988, Silverstone 1988, Suzuka 1990, Montecarlo 1989, Melbourne 1984, Le Castellet 1993, Adelaide 1988, Suzuka 1986, Estoril 1992, Imola 1987, Montecarlo 1988, Jacarepagua 1994, Imola 1991, Suzuka 1988, Jacarepagua 1990, Jerez 1991, Montecarlo 1991, Jacarepagua 1990, Città del Messico 1991, Spa Francorchamps 1994, Imola 1994, Imola 1997, Imola Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
1991, Imola 099500
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Il suo volto resta, resiste, compare comunque gessato in un tempo già lontano. Ayrton continua a viaggiare nei nostri pensieri, nelle fantasie e nelle memorie. E’ forse l’unico conforto prodotto da quella morte in pista cruenta e permanente anch’essa, 1 maggio 1994: un evento capace di consegnarci per sempre i tratti della giovinezza, i gesti di un campione dall’incedere furibondo, i comportamenti di un uomo esposto, attraversato da sentimenti mai scontati, per nulla trascurabili. Ho avuto il privilegio di lavorare nell’epoca sua, segnata dal suo correre, perdere, vincere, stravincere, dalla sua determinazione assoluta, dal bisogno di trovare una pace, di combattere anche con qualche avversario interno, di trovare conforto in Dio, di fare i conti con se stesso in un modo autarchico, manifesto e sconcertante. Ho cercato di corrergli dietro, in qualche modo, perdendo il passo ma ritrovandolo, in fin dei conti, sempre, perché perderlo di vista era proprio impossibile. Meravigliato com’ero, come eravamo in molti, quasi tutti, da un ragazzo preso da una sorta di missione spesso suprema e basta, dalla propria ombra nella quale cercava un compendio alla luce abbagliante del talento. Per una serie di circostanze curiose che abbinano coincidenze, vite private, spostamenti, ho avuto la possibilità di scambiare qualcosa che andava oltre il lavoro, suo e mio, sulle piste del Mondiale. Una vicinanza relativa ma sufficiente a far scattare una curiosità e poi un interesse e poi qualche inattesa confidenza con un uomo che per molti versi era capace di gesti lontanissimi dai miei, dai nostri, dettati da un qualche raggio celeste e poi, all’improvviso protagonista di atti ben più leggibili, vicini, persino somiglianti ad una fatica condivisibile e quotidiana. Un essere umano, semplicemente, simile ad altri, a ciascuno di noi, pronto addirittura ad offrirsi così. Preso da un dubbio, da una rabbia, da una preghiera, da una debolezza, mentre in pista sembrava solo formidabile, un fenomeno, un vero capo. La morte in pista è parsa, talvolta, come un sigillo così drammatico da rendere ogni resto memorabile a tempo indeterminato. Non credo si tratti solo del capitolo ultimo e finale quando cerchiamo di spiegare come mai Ayrton Senna resta Ayrton Senna, una specie di simbolo, una figura leggendaria. Penso ai capitoli di una carriera sempre accompagnata da picchi evidentissimi. Nei momenti della gioia, così come nei momenti difficili. Qualcosa che ha costretto chiunque a guardare nella sua direzione, a prendere in mano a prendere atto, a valutare le caratteristiche di un viaggio unico. Umanamente unico, oltre che agonisticamente strabiliante. Per i vent’anni dalla morte ho scritto un libro. Per scriverlo ho sentito il bisogno di tornare nella sua camera d’albergo, la Suite 200 dell’Hotel Castello di Castel San Pietro Terme, dove Ayrton trascorse la sua ultima notte, alle prese con un lutto primo e fresco da pista, la morte di Roland Ratzenberger, e con un momento decisivo della propria vita, con molte decisioni da prendere e la necessità di comporre una bilancio urgente. Mentre mi trovavo là, nel silenzio della stanza, mentre scrivevo, ho ritrovato un patrimonio intatto, ciò che Ayrton mostrò a suo tempo, come pilota, come persona. Abbastanza per commuovere e rimpiangere ma anche per ripristinare un conforto profondo. Il valore di un percorso, di uno sforzo spaventoso, persino di un insegnamento. È questo, credo, che conta, che tiene qui Ayrton, che porta Ayrton anche nel cuore e nella testa di chi non lo vide correre o fare. Giovani o giovanissimi, pronti anche loro ad incontrare un uomo singolare e modernissimo. Capace di considerare ciò che aveva ricevuto in dote dal firmamento, in un primo capitolo soltanto, in una specie di spunto o di debito da accudire con un impegno assoluto, pagando pegno con una sofferenza acuta. Luce e ombra, uniche e tenere, feroci e rare. Da guardarci dentro, guardando anche dentro noi stessi. È questa l’eredità. Ed è per questo che Ayrton continua a correre nei nostri pressi come un ragazzo fortissimo, fragile, meraviglioso. TAG: automobilismo, ayrton senna, ayrton senna formula 1, formula 1, formula uno, morte ayrton senna, s e n n a Tweet Segui Il Post Segui @ilpost www.ecostampa.it
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"Rush", la storia vera → Come andarono davvero la rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, l'incidente, il leggendario mondiale di Formula 1 del 1976, ben raccontati dal film di Ron Howard Storia per immagini della Formula Uno → Cominciò oggi a Silverstone, nel 1950: gran foto di piloti Facce da Formula Uno → Le foto delle prove del primo Gp della stagione, a Melbourne Moderazione commenti | correzioni[at]ilpost.it massimiliano marsico Mi ricordo lo schianto come se fosse oggi. Tre settimane prima era morto kurt cobain. Sono cose che ti segnano Minchia. http://www.yannarthusbertrand.org/en/films­tv/home StormBringer La camera, e la “memoria delle cose”…. simux Anche Fangio e Vettel hanno vinto più campionati mondiali di Senna :) Loris Piasit Sambinelli RICORDA che la maggior parte delle volte i suicidi sono persone che amano talmente tanto la vita da arrivare ad odiarla. Forse loro l’hanno amata di più di quanto persone “n o r m a l i” hanno fatto nel arco di tutta la loro vita. Z1pp0 Grazie per questo grande insegnamento di vita, ne farò tesoro di queste parole preziose. Un po’ come quelli che amano così tanto la fi.a che diventano ricchioni? vpower26 Resta la Superbike però, che è un bell’andare no? vpower26 Se non ricordo male Schumi pianse per le vittorie. Ma la sostanza è uguale. Alessandro Mi sa che hai proprio ragione tu. Segui @ilpost le ultime news mondo 7 storie assurde sugli aerei c u l t u r a I film del weekend c u l t u r a I disegni di Ugo Fontana ilcaso Grillo: «Contiamo di mandare a Strasburgo dai 20 ai 25 parlamentari» sport L'ultima notte di Ayrton Senna, raccontata in un libro Le foto di oggi Venerdì 21 marzo 099500
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