La conoscenza dell`animo umano nel metodo
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La conoscenza dell`animo umano nel metodo
LA CONOSCENZA DELL’ANIMO UMANO NEL METODO INVESTIGATIVO DI PADRE BROWN Il presente lavoro si propone di analizzare, in alcuni brani tratti da “I racconti di Padre Brown”, (Gilbert Keith Chesterton, Londra 29 maggio 1874 – Beaconsfield, Buckinghamshire, 14 giugno 1936) la complessa personalità di Padre Brown. La figura di Padre Brown, prete cattolico inglese, si ispira a quella di John O’Connor, il sacerdote irlandese amico di Chesterton, grazie al quale l’autore si convertì alla religione cattolica nel 1922. Questo avvenimento influì in modo determinante sulla produzione letteraria di Chesterton, che nei suoi racconti inserisce spesso considerazioni personali sui valori che segnano la sua esperienza religiosa. Uno dei racconti in cui questo aspetto emerge chiaramente è “La croce azzurra”: “la cosa più incredibile dei miracoli è che accadono …” scrive Chesterton (G.K. Chesterton “Opere scelte” pp 837 Ed. Casini – Roma in seguito “Opere”). Un’attenta lettura dei “Racconti” mette in luce la grande conosce4nza dell’animo umano che ha Padre Brown, conoscenza attraverso la quale riesce a risolvere i più complicati casi polizieschi. Il suo metodo investigativo è quindi fuori dal comune e si basa, oltre che sulla conoscenza delle malignità che affliggono l’animo dell’uomo, anche sull’arte dell’immedesimazione. La sua grande abilità nell’individuare i colpevoli deriva da una penetrante intuizione dei mali che segnano l’umano, capacità acquisita nello spazio angusto di un confessionale. Padre Brown, da buon sacerdote cattolico, dedica gran parte del suo tempo e molta cura all’attività di confessore, di guida spirituale e pastore della sua comunità: l’ascolto del suo “gregge” gli permette di entrare in ravvicinato contatto con i limiti e le debolezze degli uomini che arrivano a segnare negativamente la comune convivenza. Questo concetto è particolarmente esplicito in alcuni racconti tra cui “La croce azzurra”…”[…] non le è mai venuto in mente che quando un uomo non fa quasi nient’altro che ascoltare i reali peccati degli uomini, non è facile che resti completamente all’oscuro del male del mondo?” Ma prima che prete Padre Brown è uomo ed esperto della propria umanità che gli permette di capire l’origine di tanti errori che commettono i suoi simili: “Sono un uomo e perciò ho tutti i demoni nel mio cuore” (Il martello di Dio” in “Opere”). Inerente al metodo investigativo del prete, vanno sottolineate altre due caratteristiche particolari: l’osservazione oggettiva della realtà e l’uso della ragione. La prima traspare specialmente ne “L’uomo invisibile”, racconto nel quale Padre Brown riesce a individuare il cosiddetto “uomo invisibile”, che in realtà non è altro che un semplice postino, “uomo mentalmente invisibile”. Qui Padre Brown formula la sua teoria sulle insidie della percezione e le deformazioni della comunicazione. “La gente non risponde mai a quello che crede pensiate […] Tutte le parole sono adoperate così: non si ottiene mai una risposta letterale, anche quando si ottiene una risposta veritiera. Quando quelle quattro oneste persone hanno detto che nessuno era entrato non intendevano realmente dire che nessuno era entrato, ma volevano dire nessuno che potessero sospettare di essere l’uomo che cercavate. Un uomo entrò nella casa, e ne uscì, ma essi non lo notarono”. Il vero e proprio fondamento del suo metodo d’investigazione è approfondito nel arcconto “Il segreto di Padre Brown”. Il concetto di base che vi si esplicita è il seguente: la capacità che porta all’individuazione del colpevole è la conoscenza dell’animo umano che avviene mediante: - la conoscenza di se stesso come uomo che sperimenta sulla propria pelle sia il desiderio di bene che l’inclinazione al male - la conoscenza di esperienze di peccatori e più propriamente di peccatori in carne e ossa attraverso la confessione. Un bel “campionario” di umanità a sua disposizione come palestra in cui esercitarsi per l’attività di risoluzione dei crimini. Queste “conoscenze” permettono a Padre Brown una facile immedesimazione nei vari assassini, come spiegato nel sopra citato racconto. “Vede, sono stato io a uccidere tutta quella gente […] Vede, li avevo uccisi tutti io stesso […] Così, naturalmente, sapevo come erano andate le cose […] Avevo preparato i piani per ognuno dei miei crimini molto attentamente […] Avevo escogitato come potesse essere compiuto ogni delitto, con quale stile e in quale stato d’animo un uomo potesse realmente compierlo e quando sentivo me stesso esattamente nella posizione dell’assassino certamente sapevo di chi si trattava […] Realmente ho visto me stesso, proprio me stesso, commettere gli assassinii […] Io pensai e ripensai come un individuo potesse giungere a diventare così finché mi resi conto che ero realmente come lui in ogni cosa, eccetto che nel consenso finale all’azione.” *** *** *** Quanto sin qui esposto trova conferma nell’analisi dei vari racconti letti, di ciascuno dei quali riportiamo di seguito i brani che ci sono sembrati più significativi. Il primo racconto è stato “La croce azzurra” nel quale spicca molto il metodo investigativo di Padre Brown in quanto colui che conduce le indagini è Valentin. Nella parte finale, tuttavia, il prete ci dà qualche indizio sulle sue competenze, attraverso le quali è riuscito a capire che il suo compagno non era un prete bensì il famigerato criminale Flambeau. “Era un penitente, sa; aveva vissuto prosperamente per una ventina di anni solo facendo duplicati di pacchetti di carta scura. E così, quando ho incominciato a sospettarla ho pensato subito al sistema di quel poveretto”. “Oh, queste cose si imparano, che vuole […] Non si può farne a meno se si è prete. La gente viene e ce le racconta.” In questo racconto ci sembra importante sottolineare l’evidenza del contrasto tra l’aspetto fisico del prete che appare come un goffo e sempliciotto parroco di campagna e la sua grande esperienza e conoscenza dell’animo umano. L’apparenza sprovveduta che manifesta, fa sì che gli altri lo sottovalutino e crea in essi “l’effetto sorpresa” quando lui si rivela capace di processi mentali molto complicati che lo portano alla risoluzione dei vari enigmi che gli sono proposti. Questo suo aspetto fisico è forse anche legato al suo stile di vita cristiana che lo spinge a porsi con umiltà verso gli altri. Inoltre in questo racconto prende spazio la discussione teologica, che è un altro metodo con cui l’autore inserisce le sue idee nei racconti. Il testo successivo della nostra lettura è stato “Le stelle volanti”. In questo racconto Padre Brown prende parte anche a una discussione politica nella quale esprime i suoi ideali riguardo al socialismo: “un socialista vuol dire una persona che vuole che tutti i camini siano spazzati e tutti gli spazzacamini siano pagati. Ma che non ti permette […] di possedere la tua propria fuliggine”. Il caso propostogli viene risolto essenzialmente grazie alla profonda conoscenza dell’animo umano che lo porta a discolpare il primo accusato, per arrivare poi al vero colpevole: Flambeau. Grazie alla sua arte nell’argomentare e nel convincere, Padre Brown, con un discorso persuasivo, riesce ad ottenere la restituzione dei gioielli rubati. Dice infatti al ladro Flambeau che “gli uomini riescono a mantenere una specie di livello medio nel bene, ma nessuno è mai riuscito a restare sul livello medio del male. E’ una strada che scende sempre di più.” Riporta poi molti esempi di persona che si sono perse nel male e sono annegate nella perversione della loro anima, senza più riuscire a riemergerne. Fa infine una metafora della vita che attende chi non riesce a liberarsi da subito dal male che impregna la propria anima, assai significativa: “Ma un giorno sarai una vecchia scimmia grigia, Flambeau, e sarai seduto nella tua libera foresta a morire di freddo, e gli alberi saranno molto squallidi”. Dal colloquio con Flambeau spicca anche un’altra caratteristica del prete inglese: la libertà di scelta che lascia ai criminali, per i quali, è convinto, un cambiamento è sempre possibile. Anche nel racconto “Il martello di Dio” si ritrovano molti elementi importanti che caratterizzano la figura di Padre Brown. Nella vicenda che vi si narra è evidente la polemica tra la chiesa cattolica e quella anglicana, confessione cui appartiene il prete assassino. Tutti questi conflitti possono essere riassunti in una frase di Padre Brown, che con sottointeso sarcasmo così si rivolge al prete anglicano: “Posso dare uno sguardo alla sua chiesa? Ho sentito che è una delle più vecchie d’Inghilterra. Sa, noi ci interessiamo un po’ […] alle vecchie chiese inglesi” con implicito riferimento al tempo in cui le chiese inglesi erano ancora cattoliche (prima del 1534, data di emanazione dello’Atto di Supremazia da parte di Enrico VIII). Attinente al tema religioso è un’altra figura: quella del ciabattino ateo. Riferendosi a lui Chesterton sentenzia: “… nessuno è tanto leguleio quanto l’ateo”. Con ciò l’autore manifesta un suo pensiero personale che pone l’accento sulla mancanza di riferimenti per l’ateo che, non avendo nient’altro a cui attaccarsi e in cui credere, trova nella legge l’unico suo punto di riferimento e nella sua osservanza la possibilità di giustificazione. Alla fine, anche in questo racconto, Padre Brown conferma la sua conoscenza dell’animo umano attraverso la quale scopre il colpevole e lo spinge liberamente a costituirsi. “Un uomo […] prese ad amare i luoghi alti e solitari […] e una volta […] egli si immaginò di essere Dio. Così, sebbene egli fosse un uomo buono, commise un grande delitto […] pensò che a lui fosse dato di giudicare il mondo e di colpire il peccatore”. Una diversa qualità di Padre Brown risalta nel racconto “L’uomo invisibile”: la capacità di osservazione obiettiva della realtà attraverso l’uso della ragione, mediata da una profonda conoscenza della psicologia umana (vedere sopra). Ne “I tre strumenti di morte” invece, oltre che l’uso della ragione, Padre Brown sfrutta la profonda conoscenza dell’animo umano, grazie alla quale riesce a capire che la presunta vittima è in realtà un suicida. “Egli era un maniaco suicida […]” – conclude il prete – “la Religione dell’Allegria è una religione crudele […] dietro a quella gaia maschera c’era lo spirito desolato di un ateo. Alla fine, per mantenere il suo livello di ilarità in pubblico ricadde nel vizio dell’alcool che aveva abbandonato molto tempo fa, ma l’orrore dell’alcoolismo in uno che fu astemio è questo: che egli si immagina e si attende quell’inferno psicologico dal quale ha messo in guardia gli altri. Armstrong ne fu ben presto in preda e […] precipitò dalla finestra nell’eternità. Nell’ultimo racconto esaminato “La forma errata”, spicca nuovamente l’abilità di Padre Brown dal punto di vista della conoscenza dell’animo umano, ma in più vi si accompagna un’acuta osservazione della realtà circostante nella quale egli scorge qualcosa di maligno. Si riportano le due frasi che paiono centrali al riguardo. “Il cristiano è più modesto […] vuole qualcosa “, dice Padre Brown quasi per mettersi in contrasto con un indiano. E successivamente analizza la situazione dalla quale traggono origine i fatti del racconto: “ Quella donna è esausta […] è il tipo di donna che fa il suo dovere per vent’anni e poi fa qualcosa di terribile”. *** *** *** A questo punto è possibile trarre alcune semplici conclusioni sulla personalità di Padre Brown. Si tratta di un personaggio dall’aspetto goffo all’esterno, ma ricco di capacità nell’analizzare l’interiorità delle persone, qualità difficile da trovare così spiccata in una persona. Padre Brown impone una riflessione sull’animo umano. Conoscere l’umanità, ma più in particolare i singoli uomini, porta a comprendere che in ciascuno convivono sia il bene che il male, come due facce della stessa medaglia che vanno sapute comprendere. L’impegno allora diventa quello di una costruzione di sé che sappia far prevalere la parte buona, le qualità e le capacità di bene. Nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo, ma in tutti c’è la capacità di manifestare facce opposte attraverso le proprie azioni. Per questo, come insegna Padre Brown, è importante offrire alle persone una possibilità di cambiamento. Egli, avendo fiducia persino nei criminali, dà loro la possibilità di ricostruirsi liberamente una vita e di lasciarsi alle spalle il passato, per quanto brutto possa essere stato, nella convinzione che ciascuno è più grande di ogni sua peggior azione. Questo processo si rispecchia tipicamente nella vicenda di Flambeau che, nel corso dei vari racconti, passa dall’essere un famigerato e terribile criminale fino a diventare un competente investigatore privato onesto e del tutto rispettabile. E tutto grazie alla persona di Padre Brown, che gli è stata accanto ed ha creduto in lui pur conosciuto nel suo aspetto peggiore. L’importante per cambiare e poter far cambiare è sentire e trasmettere comprensione, accoglienza e fiducia; continuare a pensare che in noi e negli altri ci sia sempre del bene, capace, in modo inatteso, di venir fuori da ciascuno. E’ questo realistico ottimismo di Padre Brown che fa del personaggio creato da Chesterton una indimenticabile figura di investigatore dell’animo umano.