Prima, il tre vie

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Prima, il tre vie
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PROVE
Audison Prima APK 163
Prima, il tre vie
La linea Prima di Audison ha avuto il merito di aprire le porte del car hi-fi di qualità a coloro
che hanno avuto il coraggio di lasciarsi alle spalle l’impianto di serie, affidandosi ad un
marchio blasonato e ad un prodotto creato per lo scopo. Ma non sempre il punto di arrivo è
minimalista e da predisposizione. Il sistema a tre vie APK 163 ne è l’esempio lampante.
I
l sistema Prima di Audison nasce ormai un paio di anni fa con lo scopo
preciso di fornire, a chi decide di
evolvere ciò che la casa automobilistica
fornisce di serie, una serie di soluzioni applicate a dei componenti studiati proprio
per questo scopo. Non a caso ho usato il
termine “sistema” per descrivere Audison Prima. Esso infatti non è una semplice
“linea” di prodotti, costituita da altopar-
AUDISON PRIMA APK 163
Sistema di altoparlanti a tre vie per auto
Costruttore e distributore per l’Italia:
Elettromedia, S.S. 571 Regina, km 3.500,
Marignano, 62018 Potenza Picena (MC).
Tel. 0733 870 870 - Fax 0733 870 880
www.hertzaudiovideo.it
Prezzo: euro 249,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
Diametro nominale woofer: 165 millimetri.
Diametro nominale midrange: 100 millimetri. Diametro nominale tweeter: 26 millimetri. Tenuta in potenza: 375 watt picco,
125 watt programma continuo. Impedenza
nominale: 4 ohm. Risposta in frequenza:
50 Hz÷20 kHz. Taglio crossover in dotazione: APCX TW = HP 3,5 kHz, 6 dB/ottava;
APCX MD = BP 0,6-3,5 kHz, 6/6 dB/ottava;
APCX WF = LP 600 Hz, 6 dB/ottava
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lanti e amplificatori. È principalmente una
filosofia che poggia i suoi fondamenti sulla necessità di evolvere il suono di un impianto hi-fi di serie, che si tratti di una
semplice Panda o di un’esclusiva Audi o
BMW. Per fare ciò offre una serie di strumenti, a livello di trattamento del segnale
in ingresso, di processo del segnale per
meglio adattarlo alle esigenze dell’abitacolo, di amplificazione e trasduzione, tenendo conto però di alcuni parametri oggi importantissimi, come quello delle dimensioni, dell’integrazione dei vari componenti, del consumo di energia e, perché no, del costo.
Con la linea di amplificatori finali AP, Audison ha inteso evolvere il semplice amplificatore integrandovi la potenza di calcolo
degli ultimi processori sonori e la versatilità di un software di controllo in grado di
poterlo interfacciare praticamente con
ogni veicolo. Il segnale, anche se originariamente trattato, equalizzato, diviso in
porzioni inviate a diversi altoparlanti, può
essere linearizzato e normalizzato dal processore per creare un nuovo punto di partenza, un nuovo “zero” da cui poter costruire un nuovo impianto. È lo stesso processore a integrare gli strumenti necessari
per poi andare oltre. Un crossover per determinare i tagli, un equalizzatore per personalizzare le risposte di ogni altoparlante.
Ritardi temporali per creare sound stage
perfetti. Ingressi multipli per affiancare
sorgenti esterne, anche in HD, alle sorgenti di serie. Ed infine stadi di amplificazione
interni al minuscolo telaio, oppure esterni
se serve aumentare il numero di canali necessari al progetto, per ricreare il giusto
feeling con le emozioni della musica.
E poi gli altoparlanti, che nascono per essere sfruttati al meglio dalle elettroniche
appena descritte e per integrarsi con i vani
in cui saranno installati e con i diversi abitacoli delle auto prodotte in ogni parte del
mondo. Altoparlanti nati dall’esperienza
di chi ha progettato anche prestigiosi modelli top, come la linea Mille di Hertz o la
Thesis di Audison. Usando esperienza
ventennale e strumenti all’avanguardia,
come il sistema Klippel ormai irrinunciabile per chi punta veramente in alto.
Il vero punto di forza del sistema Prima è
però l’integrazione tra altoparlanti e amplificatori, integrazione che diventa vincente nei sistemi nati per modelli specifici
di auto, come la Volkswagen Golf, nelle
serie 6 e 7. Per esse (e per altri modelli a
seguire) viene reso disponibile un kit
composto non solo da amplificatori ed altoparlanti specificamente progettati
(compresi i sub in cassa modellati per essere integrati nei fianchetti minimizzando
l’occupazione dello spazio), ma anche dal
cablaggio completo e plug-in e soprattutto viene fornito con delle tarature del
AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016
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DSP specifiche proprio per il modello di
auto in questione.
L’interazione tra elettroniche ed altoparlanti è comunque “spinta” anche nei modelli più universali, in quei kit multivia che
hanno beneficiato delle importanti e ben
definite specifiche che caratterizzano il sistema Prima.
L’interno dei tre
moduli crossover,
ognuno dei quali
posto lungo il
cavo dedicato al
singolo
altoparlante. Tutti
i rami sono del
primo ordine.
APK 163, non solo
un midrange in più
Sono ben quattro i kit multivia che troviamo tra le proposte della linea Prima. Tra
essi, il più significativo è senz’altro l’APK
165, che dalla sua presentazione è diventato un vero e proprio riferimento nell’upgrade dei sistemi di serie. Nel test effettuato su questa rivista (n. 354, agosto 2014)
è risultato essere un kit equilibrato ed
estremamente “smart”, dotato di una prerogativa fondamentale: è progettato per
sfruttare al massimo le strutture dell’auto.
È composto da due altoparlanti, un woofer da 16,5 centimetri siglato AP 6.5 ed un
tweeter a cupola da un pollice siglato, appunto, AP 1. In dotazione, il filtro per il
tweeter e le griglie. Due degli altri kit sono
sue varianti. L’APK 130 offre un woofer da
13 centimetri mentre l’AP 165 Ω2 offre un
woofer da 16,5 centimetri con impedenza
dimezzata.
Il quarto kit a catalogo è il protagonista
della nostra prova. Un kit che vede anch’esso il sistema APK 165 alla sua base
ma si presenta in maniera più ambiziosa,
con qualche implicazione maggiore.
L’APK 163 è infatti un sistema a tre vie, dove ai componenti del sistema APK 165 viene aggiunto un midrange siglato AP 4, dal
diametro di 10 centimetri (appunto, 4 pollici). E se le implicazioni dal punto di vista
teorico sono facilmente intuibili, avendo
un altoparlante in più, dovendone effettuare un filtraggio “smart” così come con
gli altri componenti è dal punto di vista
pratico che la situazione si ingarbuglia un
po’. L’APK 165 può essere considerato un
kit da predisposizione, evoluzione “diret-
ta” del sistema di serie. Introdurre un midrange in un sistema siffatto implica uno
step in più nella sua sistemazione in abitacolo. Sono poche, infatti, le vetture che offrono una predisposizione sul cruscotto in
grado di ospitare questo altoparlante e sistemare il piccolo e ben più versatile tweeter sul montante o nel triangolino degli
specchietti. Dunque occorre un lavoro di
integrazione che, forse, va oltre la volontà
di evolvere direttamente e velocemente
l’impianto di serie. Tuttavia c’è chi, per ragioni più volte espresse su queste pagine
(e chi scrive è tra loro), preferisce il suono
di un sistema a tre vie proprio per la presenza e la centralità del midrange e volentieri inserisce, nel computo dei passi necessari per l’evoluzione del suo sistema,
anche il lavoro di integrazione di un altoparlante solitamente difficile da collocare.
AP 4, un componente chiave
Sia l’AP 6.5 che l’AP 1 sono stati oggetto di
test approfonditi su queste pagine. L’AP 4,
che caratterizza il kit APK 163, gode comunque di tutti gli stessi principi costruttivi
che caratterizzano l’intera produzione di
altoparlanti della linea Prima. A partire dalla loro destinazione d’uso, ovvero quello
dell’evoluzione del sistema di altoparlanti
di serie, che ne determina delle scelte costruttive precise. Prime fra
tutte la corrispondenza
della flangia alle norme
DIN e la profondità ridotta
di cestello e magnete. Come per l’AP 6.5, infatti, an-
Il gruppo magnetico ed il cestello del midrange sono
alquanto tradizionali, sebbene progettati per
contenere le dimensioni in profondità.
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Il compattissimo tweeter,
con magnete al neodimio e
cupola da 26 mm, vede il
cavetto destinato al finale
fuoriuscire dal fondello.
che l’AP 4 offre una profondità complessiva contenuta ed un cestello in lamiera
stampata in grado di garantire una efficace trasparenza alle onde emesse posteriormente dalla membrana, oltre ad una
buona protezione verso graffi e condizioni
atmosferiche avverse grazie al trattamento superficiale. La caratteristica principale
dell’AP 4 è però l’estensione della risposta. Viene giustamente definito midwoofer dal costruttore perché in grado di scendere su frequenze importanti anche per la
riproduzione della voce ma l’estensione
della risposta in alto lo porta ad incrociarsi
con il tweeter in un’area di frequenze più
elevata del solito, con possibilità di gestire
direttamente la gamma più delicata della
riproduzione sonora. La pendenza naturale della sua risposta in basso ne permette
l’impiego anche senza filtro e la sua elevata efficienza gli consente di offrire una ottima presenza anche con amplificazioni dalle potenze limitate.
A livello costruttivo, l’AP 4 condivide con
l’AP 6.5 molte soluzioni. La membrana è in
carta con trattamento idrorepellente nella
faccia esterna ed integra un parapolvere
che le permette di offrire un profilo a “V”
ricco di benefici in termini di dispersione e
tipico della produzione Elettromedia. La
cerniera esterna, in TPU (poliuretano termoplastico), offre l’esclusivo profilo “triple
Wave” (qui in versione “di precisione”)
che assicura una buona linearità anche ad
escursioni elevate. La bobina è in rame da
25 millimetri.
L’AP 4 è il vero protagonista di questo kit.
È affiancato ai due altoparlanti già noti ai
nostri lettori, l’AP 6.5, dalla profondità ridotta, cestello standard e sensibilità elevata, e il piccolo AP 1, un cupola in Tetolon
dalla versatilità elevatissima, sia in termini
meccanici (grazie anche alle sue ridotte dimensioni) sia in termini acustici. Nonostante la sua costruzione compatta, il tweeter
può contare su un gruppo magnetico basato su una pasticca di neodimio “standard”, con una bobina da 26 millimetri in
alluminio avvolta su un supporto in Kapton
ed immersa in ferrofluido per smorzarne il
movimento ed aumentare la potenza dissipata. La griglia è integrata ed inamovibile ed un rifasatore è presente davanti alla
cupola per linearizzare la risposta tra i 10
ed i 13 kHz.
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Audison Prima APK 163
Midrange AUDISON AP 4
RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V/1 m
MODULO ED ARGOMENTO DELL’IMPEDENZA
DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA
ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL
MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA
(per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%)
P
artendo dalla curva di impedenza, notiamo un picco
dall’ampiezza notevole se confrontata con la Re ed una
forma della “campana” abbastanza stretta per un midrange
che risuona a circa 120 Hz. Questo andamento è foriero di
un fattore di merito meccanico elevato e lascia ipotizzare
una buona grinta. L’andamento dell’impedenza all’aumentare della frequenza è in salita, con una Le probabilmente
non molto contenuta. Se andiamo a confrontare questi dati
con la risposta in frequenza su pannello normalizzato notiamo un comportamento bene in linea con i parametri rilevati
e con le condizioni di misura. Nella risposta in asse vediamo
un andamento molto esteso fino alla gamma altissima anche
se caratterizzato da qualche breakup oltre i 2.000 Hz. La risposta fuori asse ci dice che fino a 3.500 Hz si può tentare un
incrocio col tweeter senza perdite particolari. Va notata in
questa misura anche un andamento più o meno regolare in
gamma alta all’aumentare della frequenza. Alla misura della
distorsione eseguita a 100 decibel di pressione media vediamo come la minima frequenza di incrocio sia posta appena dopo i 200 Hz, col nostro metodo della distorsione di terza armonica all’uno per cento, metodo che mi dicono utilizzato anche da qualche costruttore che ci segue attentamente. Intanto notiamo come sia proprio la terza armonica a
partire abbastanza alta ma a ridiscendere velocemente al di
sotto dell’uno per cento attorno ai 250 Hz. All’aumentare
della frequenza vediamo come la curva rossa si abbassi ad
un valore estremamente contenuto e prosegua così fino alla
gamma medio-alta. A 100 dB, non dimentichiamolo. La seconda armonica a cavallo dell’uno per cento e le armoniche
superiori alla base del grafico completano un quadro vera186
mente notevole. La misura della MOL vede i 200 Hz a 100
decibel ed i 110 sfiorati a 600 Hz, cui fa seguito un abbassamento attorno ai 1.000 Hz dovuto alle seconde armoniche
del doppio tono di prova. Dopo questo abbassamento la
pressione indistorta sale ancora fino a 115 decibel.
La risonanza abbastanza contenuta, unitamente all’elevata
linearità, consente un range di frequenza di probabile utilizzo veramente importante. La massa in rapporto alla cedevolezza mediamente contenuta conduce, assieme al fattore di
forza, ad un Qts vicino all’unità, ma il fattore di merito meccanico superiore a sette consente una resa dotata di un discreto impatto. Anche in questo caso un volume di carico
assolutamente insignificante consente di ottenere un andamento molto regolare ed una escursione contenuta.
G.P. Matarazzo
PARAMETRI MISURATI
Fs
=
118,16 Hz
Re
=
3,20 ohm
Diam.
=
75 mm
Vas
=
1,05 litri
Mms
=
4,601 grammi
Cms
=
0,38 mm/N
Qts
=
0,852
Qms
=
7,10
BxL
=
3,39 T x m
Xmax
=
2 mm (stimato)
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esempio l’AP 4.9bit), o un semplice ampli stereo, magari in
combinazione con un processore esterno. Inoltre, i progettisti hanno pensato alle difficoltà che di solito incontrano
gli installatori nel posizionare i
filtri quando vengono a crearsi
lunghi passaggi di cavo tra
amplificatore e gli altoparlanti
collocati in zone diverse dell’auto. Ecco perché il kit APK
163 prevede una cella di filtraggio per ogni altoparlante,
racchiusa in uno scatolotto integrato nei cavi in dotazione ai
singoli altoparlanti in maniera
da poter essere impiegato
Il woofer con cestello in lamiera, offre una profondità
ridotta per una buona installabilità e doppi contatti.
lungo il cavo che va dalla sorgente (o dal finale di potenza
esterno, qualora la vettura ne
disponesse) all’altoparlante. Le tre celle di
Si può pensare di pilotare attivamente il kit
filtraggio sono quanto di più efficace si
APK 163 attraverso sei dei canali disponipossa pensare per un sistema così aggresbili su un amplificatore AP 8.9bit, lasciando
sivo, anche in termini di costo. Sul woofer
gli ultimi due a disposizione del sub oppuagisce una cella passa-basso a 6 dB/ottava
re ponendoli a ponte per incrementare la
costituita da una semplice bobina avvolta
pressione emessa dai woofer e pilotare un
su nucleo. Il midrange dispone di un pasfinale esterno dedicato al sub con il “nosa-banda del primo ordine su entrambi i
no” canale (il “.9”, appunto). Ma grazie ai
rami del circuito ed una attenuazione, indicrossover in dotazione è possibile impiecata in 2 dB, inseribile con un deviatore in
gare il sistema anche con un 4 canali (ad
uscita. Il tweeter ha anch’esso un passa-alto del primo ordine ed una attenuazione
di 2 dB. Ogni cavo è terminato con dei faston di dimensioni diverse in maniera da
non creare confusione con i collegamenti.
Nella confezione sono fornite sia delle griglie per woofer e midrange sia un supporto angolato ed accessori per il montaggio
ad incasso del tweeter. Sulla confezione,
inoltre, sono riportate le dime di foratura.
Conclusioni
Un kit a tre vie è comunque un sistema impegnativo, anche se dotato di tutti gli accessori necessari per un montaggio semplificato e votato alla massima integrazione con il resto dell’impianto. Il sistema Prima, però, può vantare un incredibile livello
di attenzione da parte del costruttore, attenzione che si rivela ancor più determinante al momento dell’installazione e
dell’integrazione in auto e soprattutto al
momento dell’ascolto, sia sfruttando l’amplificatore di bordo, sia operando una integrazione ancor più spinta espandendo il
sistema con un finale della linea Prima, arrivando a risultati che solo un sistema a tre
vie è in grado di offrire.
Rocco Patriarca
Uso e ascolto
N
onostante il kit APK 163 sia perfettamente standard,
compreso il cestello da 10 centimetri del midrange,
non sempre si è abbastanza fortunati da avere una vettura
in grado di accogliere l’intero “trittico” di altoparlanti. La
mia auto, ad esempio, non avrebbe potuto ospitare il midrange nelle sue predisposizioni originarie. Ma l’ha potuto
accogliere grazie alla ricostruzione effettuata sul montante
in grado di contenere un midrange da 4 pollici ed un tweeter. In realtà un piccolo adattamento è stato necessario in
quanto il midrange è dotato di alette. Non mi è sembrato il
caso di rimuoverle definitivamente e quindi con una semplice flangia ho adattato l’alloggiamento. Il tweeter, che già
ha avuto l’onore di essere installato sulla mia auto, ha ritrovato la sua posizione alla base del montante angolato verso
il centro della vettura. Insomma, se l’installazione del kit
APK 165, il due vie per intenderci, aveva richiesto poco più
di due minuti, qui è stato necessario aggiungere il tempo
necessario alla sistemazione del midrange.
La configurazione ha visto un unico finale pilotare il sistema
con i propri crossover passivi, facilissimi da inserire lungo la
linea che porta il segnale agli altoparlanti e da mettere a
punto, vista la presenza di un semplice deviatore e la lieve
entità dell’intervento previsto su midrange e tweeter. Nonostante l’intervento fosse abbastanza lieve, mi è sembrato
opportuno agire su entrambi i deviatori per incrementare il
livello del tweeter e tenere (forse perché in asse) il livello del
midrange su 0 dB.
È con questa configurazione che ho iniziato a fornire musica
al kit che, sin dalle prime note, conferma le sensazioni avute
dai due altoparlanti già conosciuti. Il woofer è caratterizzato
da una certa naturalezza nella riproduzione, offrendo delle
basse frequenze dettagliate e limpide che permettono di
godere di un buon impatto e di una discreta profondità.
AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016
Buoni risultati con il contrabbasso, interessanti evoluzioni
con basso elettrico e percussioni: il woofer riesce ad incrociarsi discretamente con il midrange installato in alto e si nota appena un certo scollamento in termini di posizionamento delle sorgenti sonore in funzione delle frequenze riprodotte, ma a ciò si potrebbe ovviare con l’inserimento di un
processore o con un più attento posizionamento del midrange. Ben amalgamata, invece, la timbrica all’incrocio ma
anche l’incrocio con il tweeter, che si avvantaggia per la
prossimità dell’installazione rispetto al midrange. La gamma medio-alta si staglia con autorevolezza e a giovarsi della
presenza del midrange sono soprattutto le voci maschili e le
chitarre, ben più solide rispetto al semplice due vie.
Non potevo mancare, comunque, di eliminare i crossover passivi e pilotare il tre vie in maniera tutta attiva, attraverso l’impiego di un processore. Dopo aver sollevato
il woofer dal compito di riprodurre le frequenze più basse grazie all’intervento del sub di bordo, ho ritagliato i
segnali secondo le indicazioni ottenute nei nostri laboratori e dalle indicazioni del costruttore per ottenere un risultato maggiormente equilibrato. Le potenzialità
espresse dal sistema a due vie pilotato in attivo ed in
multiamplificazione mi era già nota ed è stato un piacere
scoprire che il midrange non solo è allineato alle prestazioni dei suoi altri due “compagni di viaggio” ma è forse
un po’ più prestante, al punto da poter basare su di esso
la sessione di taratura. Il risultato è un buon equilibrio
complessivo, con basso robusto e pulito e medio-alta
potente ed energica, a dimostrazione di un livello qualitativo eccellente in relazione al costo complessivo di un
kit che permetterà a molti di entrare, dalla porta principale, nel modo del tre vie.
R. Patriarca
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