Prima, il tre vie
Transcript
Prima, il tre vie
184-187 AR375 Audison AP4 PROVA ACS.qxp_-- 02/05/16 20:38 Pagina 184 PROVE Audison Prima APK 163 Prima, il tre vie La linea Prima di Audison ha avuto il merito di aprire le porte del car hi-fi di qualità a coloro che hanno avuto il coraggio di lasciarsi alle spalle l’impianto di serie, affidandosi ad un marchio blasonato e ad un prodotto creato per lo scopo. Ma non sempre il punto di arrivo è minimalista e da predisposizione. Il sistema a tre vie APK 163 ne è l’esempio lampante. I l sistema Prima di Audison nasce ormai un paio di anni fa con lo scopo preciso di fornire, a chi decide di evolvere ciò che la casa automobilistica fornisce di serie, una serie di soluzioni applicate a dei componenti studiati proprio per questo scopo. Non a caso ho usato il termine “sistema” per descrivere Audison Prima. Esso infatti non è una semplice “linea” di prodotti, costituita da altopar- AUDISON PRIMA APK 163 Sistema di altoparlanti a tre vie per auto Costruttore e distributore per l’Italia: Elettromedia, S.S. 571 Regina, km 3.500, Marignano, 62018 Potenza Picena (MC). Tel. 0733 870 870 - Fax 0733 870 880 www.hertzaudiovideo.it Prezzo: euro 249,00 CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Diametro nominale woofer: 165 millimetri. Diametro nominale midrange: 100 millimetri. Diametro nominale tweeter: 26 millimetri. Tenuta in potenza: 375 watt picco, 125 watt programma continuo. Impedenza nominale: 4 ohm. Risposta in frequenza: 50 Hz÷20 kHz. Taglio crossover in dotazione: APCX TW = HP 3,5 kHz, 6 dB/ottava; APCX MD = BP 0,6-3,5 kHz, 6/6 dB/ottava; APCX WF = LP 600 Hz, 6 dB/ottava 184 lanti e amplificatori. È principalmente una filosofia che poggia i suoi fondamenti sulla necessità di evolvere il suono di un impianto hi-fi di serie, che si tratti di una semplice Panda o di un’esclusiva Audi o BMW. Per fare ciò offre una serie di strumenti, a livello di trattamento del segnale in ingresso, di processo del segnale per meglio adattarlo alle esigenze dell’abitacolo, di amplificazione e trasduzione, tenendo conto però di alcuni parametri oggi importantissimi, come quello delle dimensioni, dell’integrazione dei vari componenti, del consumo di energia e, perché no, del costo. Con la linea di amplificatori finali AP, Audison ha inteso evolvere il semplice amplificatore integrandovi la potenza di calcolo degli ultimi processori sonori e la versatilità di un software di controllo in grado di poterlo interfacciare praticamente con ogni veicolo. Il segnale, anche se originariamente trattato, equalizzato, diviso in porzioni inviate a diversi altoparlanti, può essere linearizzato e normalizzato dal processore per creare un nuovo punto di partenza, un nuovo “zero” da cui poter costruire un nuovo impianto. È lo stesso processore a integrare gli strumenti necessari per poi andare oltre. Un crossover per determinare i tagli, un equalizzatore per personalizzare le risposte di ogni altoparlante. Ritardi temporali per creare sound stage perfetti. Ingressi multipli per affiancare sorgenti esterne, anche in HD, alle sorgenti di serie. Ed infine stadi di amplificazione interni al minuscolo telaio, oppure esterni se serve aumentare il numero di canali necessari al progetto, per ricreare il giusto feeling con le emozioni della musica. E poi gli altoparlanti, che nascono per essere sfruttati al meglio dalle elettroniche appena descritte e per integrarsi con i vani in cui saranno installati e con i diversi abitacoli delle auto prodotte in ogni parte del mondo. Altoparlanti nati dall’esperienza di chi ha progettato anche prestigiosi modelli top, come la linea Mille di Hertz o la Thesis di Audison. Usando esperienza ventennale e strumenti all’avanguardia, come il sistema Klippel ormai irrinunciabile per chi punta veramente in alto. Il vero punto di forza del sistema Prima è però l’integrazione tra altoparlanti e amplificatori, integrazione che diventa vincente nei sistemi nati per modelli specifici di auto, come la Volkswagen Golf, nelle serie 6 e 7. Per esse (e per altri modelli a seguire) viene reso disponibile un kit composto non solo da amplificatori ed altoparlanti specificamente progettati (compresi i sub in cassa modellati per essere integrati nei fianchetti minimizzando l’occupazione dello spazio), ma anche dal cablaggio completo e plug-in e soprattutto viene fornito con delle tarature del AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016 184-187 AR375 Audison AP4 PROVA ACS.qxp_-- 02/05/16 20:38 Pagina 185 PROVE Audison Prima APK 163 DSP specifiche proprio per il modello di auto in questione. L’interazione tra elettroniche ed altoparlanti è comunque “spinta” anche nei modelli più universali, in quei kit multivia che hanno beneficiato delle importanti e ben definite specifiche che caratterizzano il sistema Prima. L’interno dei tre moduli crossover, ognuno dei quali posto lungo il cavo dedicato al singolo altoparlante. Tutti i rami sono del primo ordine. APK 163, non solo un midrange in più Sono ben quattro i kit multivia che troviamo tra le proposte della linea Prima. Tra essi, il più significativo è senz’altro l’APK 165, che dalla sua presentazione è diventato un vero e proprio riferimento nell’upgrade dei sistemi di serie. Nel test effettuato su questa rivista (n. 354, agosto 2014) è risultato essere un kit equilibrato ed estremamente “smart”, dotato di una prerogativa fondamentale: è progettato per sfruttare al massimo le strutture dell’auto. È composto da due altoparlanti, un woofer da 16,5 centimetri siglato AP 6.5 ed un tweeter a cupola da un pollice siglato, appunto, AP 1. In dotazione, il filtro per il tweeter e le griglie. Due degli altri kit sono sue varianti. L’APK 130 offre un woofer da 13 centimetri mentre l’AP 165 Ω2 offre un woofer da 16,5 centimetri con impedenza dimezzata. Il quarto kit a catalogo è il protagonista della nostra prova. Un kit che vede anch’esso il sistema APK 165 alla sua base ma si presenta in maniera più ambiziosa, con qualche implicazione maggiore. L’APK 163 è infatti un sistema a tre vie, dove ai componenti del sistema APK 165 viene aggiunto un midrange siglato AP 4, dal diametro di 10 centimetri (appunto, 4 pollici). E se le implicazioni dal punto di vista teorico sono facilmente intuibili, avendo un altoparlante in più, dovendone effettuare un filtraggio “smart” così come con gli altri componenti è dal punto di vista pratico che la situazione si ingarbuglia un po’. L’APK 165 può essere considerato un kit da predisposizione, evoluzione “diret- ta” del sistema di serie. Introdurre un midrange in un sistema siffatto implica uno step in più nella sua sistemazione in abitacolo. Sono poche, infatti, le vetture che offrono una predisposizione sul cruscotto in grado di ospitare questo altoparlante e sistemare il piccolo e ben più versatile tweeter sul montante o nel triangolino degli specchietti. Dunque occorre un lavoro di integrazione che, forse, va oltre la volontà di evolvere direttamente e velocemente l’impianto di serie. Tuttavia c’è chi, per ragioni più volte espresse su queste pagine (e chi scrive è tra loro), preferisce il suono di un sistema a tre vie proprio per la presenza e la centralità del midrange e volentieri inserisce, nel computo dei passi necessari per l’evoluzione del suo sistema, anche il lavoro di integrazione di un altoparlante solitamente difficile da collocare. AP 4, un componente chiave Sia l’AP 6.5 che l’AP 1 sono stati oggetto di test approfonditi su queste pagine. L’AP 4, che caratterizza il kit APK 163, gode comunque di tutti gli stessi principi costruttivi che caratterizzano l’intera produzione di altoparlanti della linea Prima. A partire dalla loro destinazione d’uso, ovvero quello dell’evoluzione del sistema di altoparlanti di serie, che ne determina delle scelte costruttive precise. Prime fra tutte la corrispondenza della flangia alle norme DIN e la profondità ridotta di cestello e magnete. Come per l’AP 6.5, infatti, an- Il gruppo magnetico ed il cestello del midrange sono alquanto tradizionali, sebbene progettati per contenere le dimensioni in profondità. AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016 Il compattissimo tweeter, con magnete al neodimio e cupola da 26 mm, vede il cavetto destinato al finale fuoriuscire dal fondello. che l’AP 4 offre una profondità complessiva contenuta ed un cestello in lamiera stampata in grado di garantire una efficace trasparenza alle onde emesse posteriormente dalla membrana, oltre ad una buona protezione verso graffi e condizioni atmosferiche avverse grazie al trattamento superficiale. La caratteristica principale dell’AP 4 è però l’estensione della risposta. Viene giustamente definito midwoofer dal costruttore perché in grado di scendere su frequenze importanti anche per la riproduzione della voce ma l’estensione della risposta in alto lo porta ad incrociarsi con il tweeter in un’area di frequenze più elevata del solito, con possibilità di gestire direttamente la gamma più delicata della riproduzione sonora. La pendenza naturale della sua risposta in basso ne permette l’impiego anche senza filtro e la sua elevata efficienza gli consente di offrire una ottima presenza anche con amplificazioni dalle potenze limitate. A livello costruttivo, l’AP 4 condivide con l’AP 6.5 molte soluzioni. La membrana è in carta con trattamento idrorepellente nella faccia esterna ed integra un parapolvere che le permette di offrire un profilo a “V” ricco di benefici in termini di dispersione e tipico della produzione Elettromedia. La cerniera esterna, in TPU (poliuretano termoplastico), offre l’esclusivo profilo “triple Wave” (qui in versione “di precisione”) che assicura una buona linearità anche ad escursioni elevate. La bobina è in rame da 25 millimetri. L’AP 4 è il vero protagonista di questo kit. È affiancato ai due altoparlanti già noti ai nostri lettori, l’AP 6.5, dalla profondità ridotta, cestello standard e sensibilità elevata, e il piccolo AP 1, un cupola in Tetolon dalla versatilità elevatissima, sia in termini meccanici (grazie anche alle sue ridotte dimensioni) sia in termini acustici. Nonostante la sua costruzione compatta, il tweeter può contare su un gruppo magnetico basato su una pasticca di neodimio “standard”, con una bobina da 26 millimetri in alluminio avvolta su un supporto in Kapton ed immersa in ferrofluido per smorzarne il movimento ed aumentare la potenza dissipata. La griglia è integrata ed inamovibile ed un rifasatore è presente davanti alla cupola per linearizzare la risposta tra i 10 ed i 13 kHz. 185 184-187 AR375 Audison AP4 PROVA ACS.qxp_-- 02/05/16 20:38 Pagina 186 PROVE Audison Prima APK 163 Midrange AUDISON AP 4 RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V/1 m MODULO ED ARGOMENTO DELL’IMPEDENZA DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) P artendo dalla curva di impedenza, notiamo un picco dall’ampiezza notevole se confrontata con la Re ed una forma della “campana” abbastanza stretta per un midrange che risuona a circa 120 Hz. Questo andamento è foriero di un fattore di merito meccanico elevato e lascia ipotizzare una buona grinta. L’andamento dell’impedenza all’aumentare della frequenza è in salita, con una Le probabilmente non molto contenuta. Se andiamo a confrontare questi dati con la risposta in frequenza su pannello normalizzato notiamo un comportamento bene in linea con i parametri rilevati e con le condizioni di misura. Nella risposta in asse vediamo un andamento molto esteso fino alla gamma altissima anche se caratterizzato da qualche breakup oltre i 2.000 Hz. La risposta fuori asse ci dice che fino a 3.500 Hz si può tentare un incrocio col tweeter senza perdite particolari. Va notata in questa misura anche un andamento più o meno regolare in gamma alta all’aumentare della frequenza. Alla misura della distorsione eseguita a 100 decibel di pressione media vediamo come la minima frequenza di incrocio sia posta appena dopo i 200 Hz, col nostro metodo della distorsione di terza armonica all’uno per cento, metodo che mi dicono utilizzato anche da qualche costruttore che ci segue attentamente. Intanto notiamo come sia proprio la terza armonica a partire abbastanza alta ma a ridiscendere velocemente al di sotto dell’uno per cento attorno ai 250 Hz. All’aumentare della frequenza vediamo come la curva rossa si abbassi ad un valore estremamente contenuto e prosegua così fino alla gamma medio-alta. A 100 dB, non dimentichiamolo. La seconda armonica a cavallo dell’uno per cento e le armoniche superiori alla base del grafico completano un quadro vera186 mente notevole. La misura della MOL vede i 200 Hz a 100 decibel ed i 110 sfiorati a 600 Hz, cui fa seguito un abbassamento attorno ai 1.000 Hz dovuto alle seconde armoniche del doppio tono di prova. Dopo questo abbassamento la pressione indistorta sale ancora fino a 115 decibel. La risonanza abbastanza contenuta, unitamente all’elevata linearità, consente un range di frequenza di probabile utilizzo veramente importante. La massa in rapporto alla cedevolezza mediamente contenuta conduce, assieme al fattore di forza, ad un Qts vicino all’unità, ma il fattore di merito meccanico superiore a sette consente una resa dotata di un discreto impatto. Anche in questo caso un volume di carico assolutamente insignificante consente di ottenere un andamento molto regolare ed una escursione contenuta. G.P. Matarazzo PARAMETRI MISURATI Fs = 118,16 Hz Re = 3,20 ohm Diam. = 75 mm Vas = 1,05 litri Mms = 4,601 grammi Cms = 0,38 mm/N Qts = 0,852 Qms = 7,10 BxL = 3,39 T x m Xmax = 2 mm (stimato) AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016 184-187 AR375 Audison AP4 PROVA ACS.qxp_-- 02/05/16 20:38 Pagina 187 PROVE Audison Prima APK 163 esempio l’AP 4.9bit), o un semplice ampli stereo, magari in combinazione con un processore esterno. Inoltre, i progettisti hanno pensato alle difficoltà che di solito incontrano gli installatori nel posizionare i filtri quando vengono a crearsi lunghi passaggi di cavo tra amplificatore e gli altoparlanti collocati in zone diverse dell’auto. Ecco perché il kit APK 163 prevede una cella di filtraggio per ogni altoparlante, racchiusa in uno scatolotto integrato nei cavi in dotazione ai singoli altoparlanti in maniera da poter essere impiegato Il woofer con cestello in lamiera, offre una profondità ridotta per una buona installabilità e doppi contatti. lungo il cavo che va dalla sorgente (o dal finale di potenza esterno, qualora la vettura ne disponesse) all’altoparlante. Le tre celle di Si può pensare di pilotare attivamente il kit filtraggio sono quanto di più efficace si APK 163 attraverso sei dei canali disponipossa pensare per un sistema così aggresbili su un amplificatore AP 8.9bit, lasciando sivo, anche in termini di costo. Sul woofer gli ultimi due a disposizione del sub oppuagisce una cella passa-basso a 6 dB/ottava re ponendoli a ponte per incrementare la costituita da una semplice bobina avvolta pressione emessa dai woofer e pilotare un su nucleo. Il midrange dispone di un pasfinale esterno dedicato al sub con il “nosa-banda del primo ordine su entrambi i no” canale (il “.9”, appunto). Ma grazie ai rami del circuito ed una attenuazione, indicrossover in dotazione è possibile impiecata in 2 dB, inseribile con un deviatore in gare il sistema anche con un 4 canali (ad uscita. Il tweeter ha anch’esso un passa-alto del primo ordine ed una attenuazione di 2 dB. Ogni cavo è terminato con dei faston di dimensioni diverse in maniera da non creare confusione con i collegamenti. Nella confezione sono fornite sia delle griglie per woofer e midrange sia un supporto angolato ed accessori per il montaggio ad incasso del tweeter. Sulla confezione, inoltre, sono riportate le dime di foratura. Conclusioni Un kit a tre vie è comunque un sistema impegnativo, anche se dotato di tutti gli accessori necessari per un montaggio semplificato e votato alla massima integrazione con il resto dell’impianto. Il sistema Prima, però, può vantare un incredibile livello di attenzione da parte del costruttore, attenzione che si rivela ancor più determinante al momento dell’installazione e dell’integrazione in auto e soprattutto al momento dell’ascolto, sia sfruttando l’amplificatore di bordo, sia operando una integrazione ancor più spinta espandendo il sistema con un finale della linea Prima, arrivando a risultati che solo un sistema a tre vie è in grado di offrire. Rocco Patriarca Uso e ascolto N onostante il kit APK 163 sia perfettamente standard, compreso il cestello da 10 centimetri del midrange, non sempre si è abbastanza fortunati da avere una vettura in grado di accogliere l’intero “trittico” di altoparlanti. La mia auto, ad esempio, non avrebbe potuto ospitare il midrange nelle sue predisposizioni originarie. Ma l’ha potuto accogliere grazie alla ricostruzione effettuata sul montante in grado di contenere un midrange da 4 pollici ed un tweeter. In realtà un piccolo adattamento è stato necessario in quanto il midrange è dotato di alette. Non mi è sembrato il caso di rimuoverle definitivamente e quindi con una semplice flangia ho adattato l’alloggiamento. Il tweeter, che già ha avuto l’onore di essere installato sulla mia auto, ha ritrovato la sua posizione alla base del montante angolato verso il centro della vettura. Insomma, se l’installazione del kit APK 165, il due vie per intenderci, aveva richiesto poco più di due minuti, qui è stato necessario aggiungere il tempo necessario alla sistemazione del midrange. La configurazione ha visto un unico finale pilotare il sistema con i propri crossover passivi, facilissimi da inserire lungo la linea che porta il segnale agli altoparlanti e da mettere a punto, vista la presenza di un semplice deviatore e la lieve entità dell’intervento previsto su midrange e tweeter. Nonostante l’intervento fosse abbastanza lieve, mi è sembrato opportuno agire su entrambi i deviatori per incrementare il livello del tweeter e tenere (forse perché in asse) il livello del midrange su 0 dB. È con questa configurazione che ho iniziato a fornire musica al kit che, sin dalle prime note, conferma le sensazioni avute dai due altoparlanti già conosciuti. Il woofer è caratterizzato da una certa naturalezza nella riproduzione, offrendo delle basse frequenze dettagliate e limpide che permettono di godere di un buon impatto e di una discreta profondità. AUDIOREVIEW n. 375 maggio 2016 Buoni risultati con il contrabbasso, interessanti evoluzioni con basso elettrico e percussioni: il woofer riesce ad incrociarsi discretamente con il midrange installato in alto e si nota appena un certo scollamento in termini di posizionamento delle sorgenti sonore in funzione delle frequenze riprodotte, ma a ciò si potrebbe ovviare con l’inserimento di un processore o con un più attento posizionamento del midrange. Ben amalgamata, invece, la timbrica all’incrocio ma anche l’incrocio con il tweeter, che si avvantaggia per la prossimità dell’installazione rispetto al midrange. La gamma medio-alta si staglia con autorevolezza e a giovarsi della presenza del midrange sono soprattutto le voci maschili e le chitarre, ben più solide rispetto al semplice due vie. Non potevo mancare, comunque, di eliminare i crossover passivi e pilotare il tre vie in maniera tutta attiva, attraverso l’impiego di un processore. Dopo aver sollevato il woofer dal compito di riprodurre le frequenze più basse grazie all’intervento del sub di bordo, ho ritagliato i segnali secondo le indicazioni ottenute nei nostri laboratori e dalle indicazioni del costruttore per ottenere un risultato maggiormente equilibrato. Le potenzialità espresse dal sistema a due vie pilotato in attivo ed in multiamplificazione mi era già nota ed è stato un piacere scoprire che il midrange non solo è allineato alle prestazioni dei suoi altri due “compagni di viaggio” ma è forse un po’ più prestante, al punto da poter basare su di esso la sessione di taratura. Il risultato è un buon equilibrio complessivo, con basso robusto e pulito e medio-alta potente ed energica, a dimostrazione di un livello qualitativo eccellente in relazione al costo complessivo di un kit che permetterà a molti di entrare, dalla porta principale, nel modo del tre vie. R. Patriarca 187