Aiuto allo sviluppo: Ayrault mira a 16 paesi africani prioritari

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Aiuto allo sviluppo: Ayrault mira a 16 paesi africani prioritari
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“Aiuto allo sviluppo: Ayrault mira a
16 paesi africani prioritari” di AFP
ripreso da Sidwaya,
presentazione di Kpénahi Traoré
Invito alla lettura
L’efficacia dell’aiuto pubblico allo sviluppo è sempre stato oggetto di discussione sia per i paesi donatori che per quelli
recettori. I primi mettono in discussione la cattiva gestione, i secondi l’insufficienza dei fondi messi a disposizione.
Una costante che è chiara è che l’aiuto pubblico allo sviluppo non ha mai smesso di diminuire, soprattutto tra l 2005
e il 2007 dove da 107,1 miliardi di dollari è crollato a 103,7 miliardi. Questo fa mettere in dubbio il raggiungimento
degli Obiettivi di sviluppo del millennio. Al fine di poter chiedere un suo aumento, in alcuni paesi è stata condotta una
valutazione congiunta del sostegno economico generale, tra essi vi sono il Burkina Faso, il Mozambico, il Malawi, il
Ruanda, l’Uganda, il Vietnam e il Nicaragua. Questa valutazione era stata iniziata nel 2004 da alcuni paesi appartenenti
all’Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico (OCSE) sotto la guida di 24 finanziatori e dei governi dei
paesi sopra citati. Si tratta di trovare le migliori pratiche e approcci per migliorare l’efficacia del sostegno economico
generale e armonizzare le relazioni e i contatti con i partner finanziatori. Ma la crisi economica non ha aiutato e ha reso
ancora più difficile per i Paesi sviluppati mantenere le promesse e aumentare in maniera consistente gli aiuti pubblici
allo sviluppo. È così che la Francia ha deciso di dirigere i suoi sforzi sui 16 stati più poveri, tra i quali il Burkina Faso.
L’annuncio è stato fatto il 31 luglio 2013 dal primo ministro francese Jean-Marc Ayrault.
Riassunto
È al momento della prima riunione del Comitato interministeriale della cooperazione internazionale e dello sviluppo
(CICID) che il capo di governo francese ha fatto sapere che la Francia desidera concentrare il suo aiuto sui paesi più
bisognosi. Questo, nell’ottica di gestire al meglio i suoi conti pubblici in relazione alla crisi. Per la messa in opera,
questo orientamento della cooperazione francese sarà oggetto di un progetto di legge sulla politica di sviluppo e di
solidarietà internazionale della quinta repubblica prima di essere presentato al Consiglio dei ministri a novembre per
un dibattito in Parlamento a inizio 2014.
La Francia è il quarto Paese a fornire aiuti e rappresenta il 10 % di tutto l’aiuto mondiale.
Jean-Marc Ayrault ha precisato che il suo Paese consacrerà circa 9,4 miliardi di euro nel 2013 all’aiuto pubblico allo
sviluppo di cui l’85% in aiuti diretti ai paesi dell’Africa e del Mediterraneo. Questa scelta della Francia è in linea diretta
con l’OSM 8 « Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo» e in linea con gli stessi sotto-obiettivi che incoraggiano gli Stati a rispondere ai bisogni specifici dei Paesi meno sviluppati degli Stati senza accesso al mare e dei piccoli
Stati insulari in via di sviluppo.
Benché abbia limitato il suo aiuto a 16 stati, Ayrault sottolinea che non è escluso il sostegno anche ad altri paesi. Il
suo Paese intende stare al fianco soprattutto dei paesi che stanno uscendo da situazioni di crisi come Haïti, lo Yémen,
ma anche la Palestina e l’Afghanistan. Il primo ministro ha affermato che l’Agenzia francese per lo sviluppo (AFD)
concentrerà i suoi aiuti su tutte le politiche in crescita in direzione eco-sostenibile e solidale che si sviluppino tanto in
Obiettivo 8: Sviluppare un parternariato mondiale per lo sviluppo
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Asia quando in America latina o nei Caraibi.
L’ultimo punto toccato dal primo ministro francese è il problema di un’efficiente gestione degli aiuti allo sviluppo. Questo nuovo partenariato, afferma, sarà caratterizzato dalla “trasparenza” e dal controllo, per arrivare ad un “controllo
efficace degli aiuti” e allo stabilirsi di “rapporti regolari” tra paesi.
Se la Francia desidera insistere su questo aspetto è a causa delle numerose difficoltà riscontrate nel passato, dimostratesi un limite all’efficacia degli aiuti. Tra queste, la qualità e l’equità dei servizi sociali, l’orientamento delle spese
pubbliche in favore dei più poveri, il rafforzamento delle competenze, la relazione tra il sostegno economico generale
e le altre modalità di aiuto, la presa in carico delle politiche da parte dei ministeri e la prevedibilità dell’aiuto. Questi
ostacoli sono stati rilevati a seguito della diffusione dei risultati e della valutazione congiunta del sostegno economico
generale che hanno avuto luogo il 20 e 21 giugno 2006 a Ouagadougou in Burkina Faso.
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