La Svizzera è il solo paese al mondo dove il suicidio assistito

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La Svizzera è il solo paese al mondo dove il suicidio assistito
La Svizzera è il solo paese al mondo dove il suicidio assistito avviene senza una specifica
legislazione, è depenalizzato, prevalentemente senza una partecipazione medica. Il suicidio
assistito consiste nel permettere al paziente di ottenere una sostanza letale che la persona prende
in piena coscienza senza alcuna assistenza esterna. In Svizzera l’eutanasia è punita dalla legge
ma se alcuni condizioni sono presenti, il suicidio assistito non è perseguito. La maggior parte del
dibattito nazionale ed internazionale sul suicidio assistito si è focalizzato su questioni etiche,
spesso viste da posizioni opposte; tutto questo ha portato ad un dibattito largamente polarizzato,
che spesso non ha tenuto conto di una attenta analisi della letteratura pubblicata. Negli anni
recenti il dibattito si è focalizzato prevalentemente riguardo a delle preoccupazioni di ordine legale,
in merito alla partecipazione dei professionisti nel suicidio assistito ed ai diritti dei pazienti. È stata
condotta troppa poca ricerca allo scopo di comprendere l’esperienza dei famigliari durante e dopo
il suicidio assistito nei vari Paesi che più o meno recentemente hanno permesso il suicidio
assistito.
Il suicidio assistito può avere un impatto sostanziale sui sopravvissuti, si sa che per ogni morte vi
sono circa cinque persone della famiglia coinvolte nel lutto. Il suicidio in Svizzera ha presentato
una curva di crescita simile a quella del Belgio e dell’Olanda arrivando circa a 7.3 morti ogni 1'000
morti attualmente. Di conseguenza è facilmente stimabile che più di 1'000 persone all’anno in
Svizzera sono coinvolte da un lutto susseguente ad un suicidio assistito. La famiglia ha un ruolo
pivotale nel suicidio assistito: c’è evidenza che l’opposizione della famiglia può rappresentare una
grande barriera per il paziente per accedere al suicidio assistito ed ugualmente la famiglia può
giocare un ruolo importante nel proporre al paziente il suicidio assistito come possibile scelta nelle
cure di fine vita. Dall’analisi della letteratura si possono identificare diversi livelli di coinvolgimento
della famiglia di cui i principali sono:
a) negoziare la richiesta del suicidio assistito con il paziente
b) interagire, in relazione al suicidio assistito, con i professionisti della salute
c) interagire con le associazioni per il diritto al suicidio (in Svizzera ed in Oregon dove
attivamente sono coinvolte nel suicidio assistito) ed affrontare poi il lutto dopo il suicidio
assistito.
Il workshop verterà sull’analisi della letteratura in merito a questi cinque punti e delineerà alcuni
punti fermi per una presa a carico migliore possibile dei famigliari durante una decisione
moralmente, eticamente e socialmente complessa.