Calendario Esposizioni Giugno 2014

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Calendario Esposizioni Giugno 2014
BRESCIA
ESPOSIZIONI
GIUGNO 2014
Infopoint Turismo Bresciatourism
MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE NEI MUSEI CIVICI
& NEGLI SPAZI ESPOSITIVI DI BRESCIA
MUSEO SANTA GIULIA
L’ospite eccellente, le opere della Pinacoteca Tosio Martinengo in Santa Giulia
L’esposizione “L’ospite eccellente” presenta una ricca selezione di dipinti appartenenti alle raccolte della
Pinacoteca, temporaneamente ospitati presso il Museo della Città al fine di garantirne la visione ai bresciani e ai
visitatori provenienti da altre città attraverso un criterio espositivo che valorizza le opere, ponendo in luce gli
autori più significativi – tra i quali Raffaello, Moretto, Romanino, Savoldo e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto
– e importanti artisti di interconnessione sulla via maestra dell’intenso realismo che ha caratterizzato la pittura
bresciana ed il collezionismo locale.
La mostra allestita a Santa Giulia consente di compiere un percorso virtuale attraverso la storia della pittura
bresciana – o eseguita a Brescia e per Brescia da importanti artisti italiani – a cominciare dal Tardogotico e fino
al pieno Settecento. Non mancano, naturalmente, i più noti capolavori ai quali è legata la fama della raccolta
cittadina: dal Cristo Redentore e dall’Angelo di Raffaello allo Stendardo di Orzinuovi di Vincenzo Foppa, dal Cristo e
l’Angelo di Moretto all’Adorazione dei Pastori di Lorenzo Lotto, dal Flautista del Savoldo allo straordinario nucleo
dei dipinti di Giacomo Ceruti, tra i quali spiccano tre tele appartenenti al cosiddetto Ciclo di Padernello.
Parallelamente, trovano posto nell’esposizione anche i Profeti del Moretto, il ciclo dipinto da Giulio e Antonio
Campi per palazzo della Loggia, e notevoli opere di genere del Seicento e del Settecento (paesaggi, marine e
nature morte). Accanto al taglio cronologico, particolare attenzione viene prestata all’approfondimento di alcuni
temi specifici, quali il ritratto (sia di grande che di piccolo formato, con belle miniature di scuola nord-europea e
italiana provenienti in gran parte dalla collezione di Paolo Tosio), la pittura devozionale e quella destinata a
ornare gli edifici ecclesiastici, con le grandi pale d’altare provenienti dalle chiese di San Barnaba (il polittico di
Vincenzo Civerchio e Francesco Napoletano) e di Sant’Eufemia (l’imponente Sacra conversazione dipinta da
Moretto) e con le due Natività di Moretto e Romanino. Le cento opere esposte a Santa Giulia trovano posto
accanto ad alcuni ambienti del complesso monastico che – sempre in connessione ai lavori di palazzo
Martinengo – sono stati destinati a deposito.
“D’importanza grande e d’eccezionale rarità…”
Collezioni d’arte applicata dei Civici Musei di Brescia
Il percorso espositivo consente di ammirare esemplari di rara bellezza provenienti dalla civiche raccolte di arti
applicate, la cui formazione si deve ai generosi lasciti di illuminati collezionisti e mecenati come Gabriele
Scovolo, Paolo Tosio, Camillo Brozzoni e Leopardo Martinengo da Barco.
Avori medievali, oreficerie sacre del Quattrocento, bronzetti rinascimentali, cammei di età neoclassica, il
prezioso medagliere sono espressione di creatività artistica e di sapienza tecnica, oltre che testimonianze di storia
del gusto. Per rarità, qualità e quantità degli esemplari, meritano particolare attenzione la serie delle maioliche
“istoriate”, in grado di documentare l’attività dei maggiori centri ceramici italiani del Cinquecento, e il gruppo
dei vetri di produzione muranese, straordinaria esemplificazione delle tecniche e delle tipologie dal XV al XVIII
secolo. Gli “oggetti d’arte” selezionati per questa occasione, insieme ai molti altri conservati da alcuni anni nei
depositi, costituiscono un patrimonio di straordinaria importanza che trova pochi confronti nei musei italiani.
Dal 16 aprile al 13 luglio 2014
“Ugo Mulas. La fotografia”
A poco più di 40 anni dalla sua morte, Brescia dedica al grande fotografo Ugo Mulas, nato Pozzolengo nel 1928,
un importante tributo, che è anche una riflessione sul suo imprescindibile lavoro di sintesi, La fotografia (Einaudi
1973).
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Promossa da Comune di Brescia e organizzata da Fondazione Brescia Musei, la mostra che si apre il 16 aprile
nello splendido complesso del Museo di Santa Giulia, patrimonio Unesco, è il frutto di una condivisione di
intenti con l’Archivio Ugo Mulas - nelle persone di Valentina e Melina Mulas - che con la courtesy di Galleria
Lia Rumma ha accolto l’invito della città e del fotografo Renato Corsini a partecipare a questo progetto.
Valore aggiunto di questa occasione bresciana, la curatela critica e attenta di Jean-François Chevrier, storico
dell’arte e della fotografia, docente all’Ecole nationale superieure des Beaux-Arts di Parigi, autore di numerose
pubblicazioni e curatore di importanti rassegne.
Il percorso costruito da Chevrier attraverso una ricca selezione di fotografie tra quelle che lo stesso Mulas aveva
scelto di riprodurre nel 1973, mette in relazione i tre principali filoni in cui si è espressa la sua opera: i reportages
sull’arte e sugli artisti, le indagini documentarie sul contesto urbano e, infine, l’analisi degli elementi costitutivi
del procedimento fotografico.
Le fotografie che si riferiscono al primo ambito evidenziano come Ugo Mulas sia stato un grande osservatore e
interprete delle novità apparse nel mondo dell’arte in Italia e negli Stati Uniti durante gli anni ’60. Il suo libro
sulla “nuova scena artistica newyorkese” (New York: The New Art Scene, 1967), comprova che un reportage
artistico può essere anche il risultato del lavoro di un critico d’arte. I suoi ritratti di artisti, spesso intenti nel loro
lavoro, e gli interni d’atelier mostrano personaggi e opere, certo, ma documentano anche atteggiamenti e
comportamenti.
Bresciano di nascita ma milanese di adozione, Mulas concepiva la sua attività di fotografo come un processo di
apprendimento - applicato in particolare al territorio vissuto e al contesto urbano - nel corso del quale ha
sempre tenuto legate arte e conoscenza, sperimentazione ed esperienza.
Questo approccio è riconoscibile in tutto il corpus della sua opera, e in modo quanto mai evidente nello studio
metodico – in cui si combinano immagini e testi – che egli riservò all’operazione fotografica.
Dal 10 maggio al 10 giugno 2014
“Anni Settanta e dintorni – appunti di un’Italia da ricordare”
La mostra fotografica, a cura di Tatiana Agliani e Renato Corsini, “Anni Settanta e dintorni – appunti di un’Italia
da ricordare” è realizzata in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Brescia, Fondazione
Brescia Musei e Fondazione Asm. L’esposizione è composta da circa 170 fotografie scattate in quel periodo dai
più importanti fotogiornalisti dell’epoca. Immagini che hanno documentato importanti eventi dell’Italia del post
boom economico e che, nella mostra, potranno essere viste in originale. Accanto ad alcuni inediti, gli scatti
“storici” esposti raccontano quel periodo che, partendo dalla protesta del 1967, si chiude simbolicamente con
l’omicidio di Aldo Moro, passando attraverso le manifestazioni studentesche, le lotte armate, gli attentati
terroristici e gli eventi socialmente più rilevanti.
L'esposizione è allestita presso la White Room ed è a ingresso libero.
Dal 23 maggio all’8 giugno 2014
“Arte cinetica”
La mostra nasce nell’ambito dei corsi e laboratori di storia dell’arte contemporanea del percorso formativo in
Ideazione e produzione per l’organizzazione artistica del corso di laurea S.t.ar.s. (Scienze e tecnologie delle arti e
dello spettacolo) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia:
Quindi “Arte cinetica” è, di fatto, una mostra-saggio finale, attraverso cui gli studenti dello S.t.ar.s.
dell’Università Cattolica hanno affrontato direttamente la creazione di un evento espositivo di alto livello, in una
prospettiva professionalizzante e altamente formativa, che li ha immersi nel lavoro preparatorio inerente
all’organizzazione della mostra: dallo studio del percorso espositivo, alla schedatura delle opere, all’allestimento,
alla promozione attraverso i media.
Il tutto è stato reso possibile anche grazie a un accordo stipulato tra l’Università Cattolica, il Comune di Brescia
e la Fondazione BresciaMusei, che ha messo a disposizione gli spazi espositivi della Sala dell’affresco nel Museo
di Santa Giulia. È, questa, un’importante “prima volta", l’avvio di un percorso di collaborazione finalizzato alla
formazione e alla conoscenza.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
La mostra presenta ventiquattro importanti opere di arte cinetica e programmata provenienti da collezioni
private bresciane (tra cui la raccolta Prestini). L’obiettivo è di fornire al visitatore gli strumenti utili a riconoscere
il pensiero generativo di questa tendenza, sviluppatasi soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Al centro dell’attenzione, in queste opere, è lo studio della percezione visiva e della resa in termini pittorici e
plastici del movimento, della luce e dei fenomeni ottici.
Il linguaggio impiegato dagli artisti è di matrice astrattista, ma va oltre le mere istanze compositive e
formalistiche. L’intento è di puntare al coinvolgimento dello spettatore non sul piano emozionale, ma su quello
percettivo e psicologico, e quindi di: stimolare i fenomeni della visione; studiarne l’instabilità e la mutevolezza;
sperimentare le facoltà cinetiche dell’opera, sia dal punto di visto virtuale, sia meccanico; “programmare” il
risultato estetico, individuando un metodo di “costruzione” dell’immagine rigoroso e oggettivo.
Gli artisti presenti in mostra sono Marina Apollonio, Mario Ballocco, Alberto Biasi, Hartmut Böhm, Ennio L.
Chiggio, Toni Costa, Franco Costalonga, Carlos Cruz-Diez, Dadamaino, Hugo Demarco, Lucia Di Luciano,
Horacio García Rossi, Hans Jörg Glattfelder, Julio Le Parc, Marcello Morandini, Giovanni Pizzo, Francisco
Sobrino, Ludwig Wilding.
Una novità, nell’allestimento, è l’audioguida sotto forma di applicazione, scaricabile gratuitamente e funzionante
tramite telefoni cellulari e tablet. Presso la biglietteria del museo saranno consegnate ai visitatori le indicazioni
per l’utilizzo dell’applicazione. Ogni opera esposta avrà accanto una TAG, collegata a una scheda esplicativa, alla
quale sarà possibile accedere per ascoltare la spiegazione e il commento dell’opera stessa.
La mostra è realizzata con il contributo degli allievi del Laboratorio di organizzazione di eventi espositivi (Marta
Arizzi, Maria Giovanna Barbaglia, Lara Bessi, Letizia Bonomi, Marta Cavalieri, Chiara Chiarelli, Giuditta
Colombi, Davide Fogassi, Silvia Frugoni, Luca Gabbriellini, Giorgia Ghiretti, Lorenzo Guajana, Marisa Paderni,
Enrico Ratti, Chiara Rigolli, Linda Rocco, Camilla Sartori, Maria Serena Seghezzi, Diego Taetti, Chiara Turati,
Alessandra Van Zwam, Giulia Vitali) e di allievi ed ex allievi del Laboratorio di scrittura critica, che hanno
contribuito alla schedatura delle opere (Silvia Andrini, Celeste Baracchi, Ilaria Bosetti, Chiara Chiarelli, Elena
Facchetti, Maria Gaburri, Cinzia Guida, Giovanni Lamera, Chiara Rigolli, Camilla Sartori). Le traduzione delle
schede in inglese sono a cura di Lucas Padovani.
Orari: da martedì a domenica: 9.30-17.30 (chiusura biglietteria ore 16.30). Chiuso tutti i lunedì non festivi.
Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 7,50 (gruppi da 10 a 30 persone e convenzioni) - Ridotto € 5,50 (da 14 a 18
anni e sopra i 65 anni) - Scuole € 3,00 - Scuole con didattica € 4,50
MUSEO SANTA GIULIA, Via Musei 81/B, tel. 030 2977833/834, [email protected],
www.bresciamusei.com
MUSEO DEL RISORGIMENTO
Dal 10 maggio al 2 giugno 2014
“Arte degli anni settanta”
L’Associazione Artisti Bresciani (AAB) partecipa alle celebrazioni del 2014, nel quarantesimo anniversario della
strage di piazza Loggia, per tenere vivo il ricordo di quel tragico 28 maggio 1974 e, insieme, per ribadire e
testimoniare i valori di verità, giustizia, democrazia. In tutti questi anni, in tutte le commemorazioni, l’AAB ha
portato il suo contributo attraverso la diffusione della cultura e dell’arte.
Sul piano artistico i livelli di lettura di quegli anni sono molteplici e, per certi versi, contraddittori; la mostra
promossa dall’AAB non ha lo scopo di presentare un filone, di analizzare una tendenza, di approfondire un
impegno. Presenta alcune tessere del complesso puzzle degli anni settanta con l’esposizione di quadri di quel
periodo raccolti da un collezionista bresciano che, per il quarantesimo anniversario di piazza Loggia, mette a
disposizione alcuni “beni comuni” della sua collezione.
Com’è stato ampiamente scritto, ogni gesto collezionistico è a suo modo creativo. Comporre privatamente una
raccolta d’arte risponde di volta in volta a istanze diverse, talora compresenti e anche contrastanti, ma sempre
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
merita attenzione e interesse. Significa costruire un proprio personale itinerario attraverso le molteplici vicende
dei linguaggi espressivi. Il criterio può essere tipologico, monografico, stilistico, cronologico, o puramente
soggettivo.
Inoltre, quando ci si voglia riferire alla contemporaneità, o comunque a periodi relativamente vicini nel tempo,
ogni pretesa di esaustività cede di fronte al senso della testimonianza, della documentazione, della memoria.
Associare opere a fatti, esperienze, momenti storici è legittimo, anzi è un fil rouge efficace: magari il semplice
frammento di un mosaico, ma sempre l’utile traccia di un percorso.
Gli anni Settanta furono contrassegnati, anche sotto il profilo artistico, da tensioni, contrasti, speranze, ideali,
utopie. Tendenze differenti, se non opposte, convivevano e si scontravano, dal Concettuale al neoespressionismo, dalla Poesia Visiva alla multimedialità, dalle operazioni performative alla nuova figurazione.
Come in ogni epoca, maestri anziani o già storicizzati proseguivano e approfondivano le loro ricerche, mentre
giovani arrembanti si affacciavano sulla scena portando linguaggi propri e originali.
Sono esposti quadri di Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Remo Brindisi, Roberto Crippa, Virgilio Guidi, Trento
Longaretti, Zoran Music, Franco Rognoni, Aligi Sassu, Mario Schifano.
Dal 10 maggio al 2 giugno 2014
Audiovideoinstallazione “Sogni Capovolti”
Il percorso di lavoro che ha portato verso l’installazione è partito da una ricerca iniziale su libri, articoli,
immagini, documentari e, soprattutto, l’incontro con la Casa Della Memoria.
Abbiamo incontrato Manlio Milani, presidente dell’Associazione Famigliari Vittime della Strage di Piazza della
Loggia, che ci ha descritto le persone che si trovavano in Piazza quel giorno come nodi di una trama fitta,
collegati dagli stessi ideali, sentimenti, sensibilità e rabbia. Quando esplose la bomba la trama subì uno strappo
violento, ma fin da subito ci fu la volontà di ricostruire i legami perduti.
L’idea alla base dell’installazione è stata quella di ricostruire una piazza capovolta.
Era una giornata di pioggia e la Piazza era un mare di ombrelli.
Partendo da questa immagine suggestiva abbiamo appeso tanti ombrelli capovolti al soffitto usati come schermi
di proiezione: ribaltati e sospesi come la bomba capovolse il tempo e lo spazio e congelò questi ombrelli in un
istante.
Per guardare si è obbligati ad alzare lo sguardo verso l’alto, uno sguardo scomodo che invita alla riflessione. Le
proiezioni all’interno degli ombrelli li trasformeranno in contenitori, raccoglitori di pensieri, parole, sentimenti e
oggetti. Ci sarà una seconda proiezione su una cascata di fili collegati a un ombrello posto al centro della sala,
una pioggia che cadrà sugli spettatori. Il filo come connessione, come memoria, come comunicazione, un invito
per le nuove generazioni a raccoglierlo per continuare a raccontare e dimostrare così che nulla è stato interrotto.
I suoni raccontano ciò che lo sguardo vede, un sottofondo di pioggia, silenzi, suoni sordi. Suoni e immagini
vanno in armonia per creare emozioni, far pensare e colpire nel profondo il visitatore, senza usare “tinte forti” e
senza essere didascalici.
Un progetto di Tesi di Martina Rocchi (Video Design) e Alessandro Mascia (Sound Design)
Orari: da giovedì a domenica: 10.00-17.00. Apertura straordinaria 28 maggio 2014.
Ingresso: libero
MUSEO DEL RISORGIMENTO, Sala del Grande Miglio, Castello di Brescia, tel. 030 44176,
[email protected], www.bresciamusei.com
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
CAPITOLIUM
Il Capitolium riapre le porte del tempo
Impossibile perdere una emozione assolutamente unica: assistere al ritorno degli antichi Dei all’interno del loro
Capitolium, duemila anni dopo il loro primo ingresso. Accadrà a Brescia dove riapre il Capitolium, uno degli
edifici di età imperiale meglio conservati in Italia settentrionale.
A rendere eccezionale questa riapertura è non solo la bellezza, l’imponenza e l’importanza intrinseca del
monumento simbolo di Brescia ma il nuovo percorso museale che Francesca Morandini, curatore per
l’archeologia dei Civici Musei e Paola Faroni responsabile per l’edilizia monumentale del Comune di Brescia, in
team con Filli Rossi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, hanno ideato. Ad
accompagnare il visitatore all’interno dell’antico Tempio, al cospetto di Giove, Giunone e Minerva saranno luci,
suoni e atmosfere ricreate da Studio Azzurro.
Varcati i nuovi portali in bronzo, il visitatore sarà accolto nella Cella Orientale del Tempio, da una installazione
di profonda suggestione evocativa, un vero e proprio racconto, fatto di voci, suoni e immagini.
L’installazione multimediale permetterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva
presentarsi in origine, valorizzando l’ambiente e consentendo di comprendere meglio il significato del tempio e
rendendo la visita indimenticabile. Ma a stupire ancora di più saranno gli ambienti restaurati e soprattutto ciò
che durante i restauri qui è emerso. Le novità sono infatti numerose e rilevanti; dai pavimenti originali in marmi
colorati del I secolo d. C., agli arredi dell’antico tempio, alla dettagliata sequenza stratigrafica, alla cronologia del
tempio stesso. Il Capitolium era il tempio principale di ogni città romana ed era il simbolo stesso della cultura di
Roma; in esso era attribuito il culto alla “triade capitolina” e cioè le principali divinità del pantheon latino: i già
citati Giove, Giunone e Minerva. Nello spazio antistante il tempio si radunavano i fedeli per le principali
cerimonie e venivano compiuti i sacrifici. I pavimenti originali in pregiati marmi policromi, le statue e gli arredi
di culto – che rientrano dopo un lungo periodo nella loro antica sede - godranno di nuove visuali e nello stesso
tempo saranno protetti e conservati. Nuovi portali in bronzo infatti, altamente tecnologici, permetteranno di
rivivere l’atmosfera sacrale e solenne delle antiche aule di culto, garantendo anche un’ottimale situazione
microclimatica per la conservazione delle parti originarie del tempio. I resti archeologici di questo straordinario
complesso vennero portati in luce tra il 1823 e il 1826 quando i membri dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti,
grazie a una sottoscrizione pubblica, poterono affrontare scavi estensivi nell’area, partendo da un capitello che
affiorava in un giardino privato. La campagna di indagini fu di tale successo da indurre l’amministrazione ad
aprire all’interno del tempio, parzialmente ricostruito, il primo museo civico di Brescia, il Museo Patrio. Aveva,
in particolare, creato un’immensa emozione la scopertura di un tesoro occultato da una parete del tempio. Un
deposito di opere bronzee magnifiche qui nascoste forse per salvarle da scempi o per sottrarle alla fusione per
battere moneta. Erano i cosiddetti “grandi bronzi” di Brescia, esposti oggi in Santa Giulia: un insieme unico di
statue ed elementi di arredo in bronzo dell’edificio. Tra essi, oltre a ritratti di imperatori, cornici decorate,
frammenti di statue, emerge per bellezza e rarità la statua della Vittoria alata, capolavoro della bronzistica del
primo secolo dopo Cristo. Questa apertura costituisce la prima tappa di un intervento complessivo di recupero
dell’area, che includerà anche con successive aperture i recenti scavi archeologici e il santuario di età
repubblicana. L’intervento si pone in continuità con il recupero delle domus dell’Ortaglia e l’inserimento di
questo contesto nei percorsi di visita del Museo della città del marzo 2003, nel solco della tradizione
archeologica bresciana che, a partire dai provvedimenti del 1480 - per i quali vennero murate negli edifici
rinascimentali in piazza della Loggia le “lapidi iscritte” di età romana trovate in città-, dimostra la precoce
sensibilità della città nei confronti del suo antico passato.
Orari: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00)
Modalità di accesso: per fasce orarie, si consiglia la prenotazione.
Ingresso: Intero € 4,00 - Ridotto € 3,00 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni; gruppi da 10 a 25 persone)
Area archeologica del Capitolium, Via Musei 57, tel. 030 2977833/834, [email protected],
www.bresciamusei.com
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
PALAZZO MARTINENGO CESARESCO
Dal 1 marzo al 15 giugno 2014
Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti: 100 Capolavori dalle collezioni private bresciane
La gloriosa stagione dell’arte italiana tra XV e XVIII secolo ha avuto come protagonisti tre distinti soggetti legati
tra di loro dal comune denominatore del “gusto per il bello”. Gli artisti che con estro creativo e perizia tecnica
diedero alla luce straordinarie opere d’arte che ancor oggi sono in grado di far vibrare le corde del cuore; i
committenti, appartenenti alle gerarchie ecclesiastiche, alla nobiltà o alle classi medie arricchitesi col fiorire dei
commerci, che investirono parte dei loro capitali nell’arte commissionando ai maestri dipinti, sculture e arredi
destinati ad abbellire chiese e palazzi, ville e castelli; i collezionisti, fini esteti dotati di grande sensibilità, che
costituirono dei veri e propri “musei privati”, talvolta donati alle proprie città sulla spinta di un forte senso
civico. Brescia è stata ed è tutt’oggi patria di un colto e raffinato collezionismo d’arte, silenzioso e riservato, che
può essere suddiviso in due categorie: quello di estrazione nobiliare (basti citare, ad esempio, le famiglie
Martinengo, Avogadro e Lechi) e quello frutto dell’intuito e della passione per l’arte di grandi industriali,
professionisti e notabili che, opera dopo opera, hanno formato raccolte in alcuni casi uniche nel loro genere per
varietà e qualità. Sia che si tratti di “antico” o di “nuovo” collezionismo, questi tesori nascosti sono
sostanzialmente inaccessibili al pubblico perché custoditi gelosamente nelle dimore private.
La mostra, unica nel suo genere, riunisce per la prima volta nella splendida sede espositiva di Palazzo
Martinengo una prestigiosa selezione di 100 dipinti antichi di altissima qualità - di cui ben trenta inediti provenienti dalle più importanti raccolte private della città e della provincia di Brescia, ed offre ai visitatori
l’irripetibile opportunità di entrare a contatto con il mondo segreto delle collezioni private, scrigni di capolavori
di inestimabile valore. L’attenzione è focalizzata sui maestri che hanno rappresentato la gloria della scuola
pittorica bresciana dal ‘400 al ‘700: Foppa, Moretto, Savoldo, Romanino, Bocchi, Bellotti, Celesti, Cifrondi e
naturalmente Ceruti, di cui sono esposte opere già note alla critica quali alcune celeberrime tele appartenenti al
“Ciclo di Padernello”, affiancate ad altre scoperte di recente dal curatore Davide Dotti. Il percorso espositivo,
suddiviso in sette sezioni tematiche (Il ‘400 a Brescia; Il ‘500 a Brescia; La pittura barocca e rococò; Il trionfo
della natura morta; Nani e pigmei: Bocchi e Albrici; La Pittura di genere: paesaggi, vedute e interni; I pittori della
realtà), è arricchito anche da pezzi museali dei più importanti pittori italiani del '600 e '700 quali Crespi,
Giordano, Pittoni, Cantarini, Carpioni, Guardi e Bellotto. La ricchezza e la varietà delle opere selezione
permettono così al visitatore di compiere un appassionante viaggio attraverso secoli di storia dell’arte esplorando
le differenti correnti pittoriche dal rinascimento al manierismo, dal barocco al rococò, e di apprezzare al
contempo le varie iconografie affrontate con estro e originalità dagli artisti, veri ed indiscussi artefici del “bello
senza tempo”.
Orari: mercoledì-giovedì 9.00-19.00, venerdì 9.00-20.00, sabato, domenica e festivi 10.00-20.00
Ingresso: Intero € 7.00, ridotto € 5.00, scuole € 3.00, audio guida € 3.00
Palazzo Martinengo Cesaresco, Via Musei 30, tel. 030 2906403, [email protected]
www.mostra100capolavori.it
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
Dal 10 maggio al 3 giugno 2014
Aris Moscatelli, “I among them”
.."Il colore è per Aris il miglior mezzo per esprimere la vita reale e i sogni; è il suo modo di guardare le cose, di
vederle con ottimismo, con la forza di un carattere ben piantato per terra, in tutta la pienezza dei particolari e
delle informazioni, senza semplificazioni o astrattismi formali. Le cose sono lì, il fotografo le osserva con un
misto di curiosità e stupore.
Vuole immagazzinarle e restituirle come le ha viste in un momento temporale, passando da un personaggio
all'altro, raccontando brani di vita vissuta, e attraversando diversi generi della fotografia, dal reportage al ritratto,
fino al nudo, in una sorta di diario personale lungo tutta la vita. Da osservare esterno, ritengo che la vera anima
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
della fotografia di Aris sia il reportage, per la capacità che lui ha di avvicinarsi alle persone e dialogare con esse,
per la sensibilità che gli fa capire gli eventi nel momento stesso in cui si verificano, e per la grande voglia di
raccontarli. Le sue immagini - gli ampi scenari dei suoi paesaggi, i deserti, il mare, le città esotiche con il loro
carico di umanità - sono un modo di appropriassi delle cose e di condividere, un universo di conoscenza e
un'apertura costante verso l'infinito." (Vincenzo Mirisola)
BIOGRAFIA: Aris Moscatelli ha lavorato nel settore assicurativo e in banca occupandosi di organizzazione,
personale e di marketing.La sua nascita fotografica si può datare a quella della FIAF e da allora è stato un
susseguirsi di esperienze ed iniziative. Nel 1952 ha fondato uno dei primi club aderenti alla FIAF, l'Associazione
Cine-Fotografica del Golfo di La Spezia, organizzando subito una mostra fotografica nazionale. Ha collaborato,
con testi e foto, a diverse pubblicazioni (Ferrania, Progresso Fotografico, Le Vie d'Italia, Sapere) ed ha
partecipato a numerosi concorsi, soprattutto all'estero, ottenendo un'onorificenza a Ceylon. Nel 1968 ha
fondato il Gruppo Fotografico Toro Assicurazioni ed ha iniziato l'organizzazione dei Trofei Fotografici
Internazionali (prima manifestazione itinerante in Italia) la cui rilevanza mondiale è culminata con il
riconoscimento di manifestazione celebrativa del 25° anniversario FIAP. Ha ricevuto il riconoscimento
ESFIAP ed è stato socio fondatore del Senior Club Fiaf.
Dal 10 maggio al 3 giugno 2014
“Burattini” di Pietro Tortelli
"La minestra cuoce lentamente sulla stufa: è l'ora del vespro e il gentile meriggio cede il passo alla sera.L'ultimo
raggio di luce fa capolino dalla finestra accarezzando un ruvido volto di legno. Mani dalla grazia femminile
sistemano sapienti gli ultimi rattoppi ai piccoli vestiti; dall'altro lato del tavolo il babbo intinge il pennino nel
calamaio per le ultime al canovaccio del prossimo spettacolo. Il profumo del lavoro riempe la casa insieme ai
giochi dei bambini che osservano il dipanarsi della storia. Immobili sul tavolo riposano i burattini, il volto
malinconico e sostenuto, attendono l'uomo con la bombetta: il burattinaio. Con il tocco della sua mano
prendono vita, con il tono della sua voce spalancano la realtà ai presenti. Veloci corrono le parole e i gesti che
attraversano quei magici legni penetrano l'animo di chi osserva. E'all'inizio una festa di voci e di canzoni, di luci
e di colori ma nel cuore di chi guarda si fa strada una domanda. Una domanda nuova e antica come colori in
bianco e nero. Così anche oggi burattini e burattinai prendono forma in questa fotografie, pare quasi di sfiorarli,
di accarezzarne malinconie e desideri tra i bianchi e neri del tempo i colori dell'istante e la domanda del cuore: io
chi sono?Burattino o burattinaio?" (Stefano Riviera)
BIOGRAFIA: Piero Tortelli nasce a Gottolengo (Bs) in una famiglia numerosa in cui il padre è burattinaio. Fin
dalla tenera età coltiva la passione per l'arte ed in modo particolare per la fotografia. La creatività e la ricerca del
bello e del vero lo guidano in ogni scatto.
Dal 10 maggio al 3 giugno 2014
“Light and smoke” di Natalia Elena Massi
Il fumo eʼ un prodotto che ritroviamo nella vita comune, nei camini delle case, nello scarico delle auto, nelle
fabbriche, nelle sigarette e in tanti altri momenti del vivere quotidiano. Sono affascinata dal fumo e dalle sue
volute. Il fumo mi ipnotizza, mi fa sognare, lo guardo e mi perdo nei miei pensieri, un poʼ come quando, da
piccola, guardavo il fuoco nel camino, insieme a mio nonno. Il fumo, con le sue volute, crea forme astratte ma
anche immagini ben note e riconoscibili. Eʼ quel fenomeno che viene chiamato apofenia (lʼapofenia è lʼillusione
subcosciente che tenda a ricondurre a forme note oggetti o profili dalla forma casuale. Un caso particolare
dellʼapofonia è la pareidolia che si configura come la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in
immagini disordinate, in particolare verso figure e volti umani).
Mi piace pensare di aver catturato immagini irripetibili essendo il fumo sempre in movimento, un movimento
non controllabile e imprevisto. Le immagini che vediamo in questo progetto fanno parte della mia prima mostra
dal titolo LIGHT AND SMOKE. Ad eccezione del colore, che ho volutamente applicato in post- produzione
per enfatizzare quella che eʼ la mia personale visione, non è stata adottata nessunʼaltra manipolazione.
BIOGRAFIA
Natalia Elena Massi è nata a Lucerna (Svizzera) nel 1967. Vive a Mondavio (Pesaro Urbino) fino allʼetà di 26
anni e poi il lavoro la porta a viaggiare tra Brescia e Torino dove rispettivamente oggi vive e lavora. Da sempre
presenta una naturale propensione per le arti e si interessa a tutto ciò che è attinente a una qualche forma
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
artistica (musica, danza, disegno, fotografia). Si iscrive allʼUniversità di Modena e Reggio Emilia e consegue la
laurea in Comunicazione e Marketing, Nel 1992 inizia ad avvicinarsi alla fotografia con una macchina analogica
Canon e inizia a realizzare i suoi primi paesaggi e i primi autoritratti. Da sempre innamorata della fotografia
dopo una aver frequentato un corso di fotografia allʼIstituto Europeo di Design di Torino, la sua passione
esplode fino ad occupare tutto il suo tempo libero. Da allora non passa un giorno che non faccia qualcosa che
riguardi la fotografia. Ama indifferentemente sia la fotografia digitale che lʼanalogica con la quale si diletta a
seguire e produrre personalmente tutto il processo di sviluppo del negativo per gestire a pieno il risultato. Nel
2012 si avvicina al Circolo fotografico Lambda con lʼobiettivo di condividere la sua passione con altri fotografi e
approfondire gli argomenti relativi alla fotografia e nel 2013 si iscrive allʼAssociazione FIAF.
Dal 7 al 30 giugno 2014
Inaugurazione sabato 7 giugno 2014 alle ore 17.00.
“La mé Brèssa”, fotografie di Piero Manenti
Piero Manenti riceve, a quasi quarantʼanni dalla sua prima fotografia, il giusto riconoscimento nel panorama
fotografico bresciano: una mostra e una pubblicazione per mostrare alla nostra città la dedizione e la passione di
un fotografo che per decenni ha immortalato, in silenzio e con umiltà, la sua Brescia in tutte le sue sfaccettature,
ritrovandola nei visi dei personaggi che nellʼarco della sua produzione ha incontrato.
Non a caso la mostra porta il titolo La mé Brèssa: la Brescia degli angoli nascosti della provincia, dei vicoli del
centro storico, delle persone messe ai margini, dei mestieri ora scomparsi. Piero Manenti negli anni ʼ70 viveva
quotidianamente il centro storico: abitava in Contrada San Giovanni e aveva il proprio laboratorio di
falegnameria in Vicolo dellʼAnguilla, nel cuore pulsante del Carmine, quel quartiere che per molti rappresentava
qualcosa da cui prendere le distanze. Manenti conosceva lʼumanità che abitava queste vie, la gente per questo si
fidava di lui e di conseguenza da lui si lasciava fotografare senza timore. Cinquanta immagini della fine degli anni
ʼ70, dei primi anni ʼ80 del 1900, in cui tutto sembra così lontano ora, di fronte ad un centro storico che è meta
della mondanità e delle serate dei bresciani. Fotografie come documenti, come testimonianze, cariche di
emozione, velate di quella nostalgia e di ricordo, di quella patina di “mondo antico” a cui siamo
indissolubilmente legati, che fa parte del nostro modo di vivere il centro storico, in cui abbiamo ancorate le
nostre radici.
Biografia: Piero Manenti nasce a Cossirano - Trenzano, il 12 gennaio 1939. A ventidue anni si trasferisce a
Brescia, dove tuttʼora risiede. Inizia a fotografare nel 1975, dopo essersi iscritto al Cinefotoclub di Brescia, dove
oggi continua ad essere un prezioso collaboratore. Ha ricevuto numerosi primi premi a concorsi fotografici
nazionali.
Ha partecipato a più di cinquanta mostre fotografiche collettive e a numerose mostre personali, tra cui
ricordiamo Brescia moderna presso il Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia negli anni ʼ80 e nel 2013
Sensazioni in bianco e nero presso la Sala dei Santi Filippo e Giacomo.Le sue fotografie sono pubblicate su
importanti volumi fotografici: Brescia, antica della Lombardia, Brescia, la città degli anni ʼ90, I Brusafer della
Franciacorta, 50 anni di storia in un click e 1953-2013: 60° anniversario Cinefotoclub. Eʼ stato insignito dalla
FIAF dellʼonorificenza di BFI, Benemerito della Fotografia Italiana.
Dal 7 al 30 giugno 2014
Inaugurazione sabato 7 giugno 2014 alle ore 17.00.
Maria Maestra Cavallari: tra poesia e fotografia
Nello Spazio Esterno del Museo viene organizzata questa mostra per ricordare una fotografa sensibile,
appassionata e presente in ogni evento bresciano, quale è stata Maria Maestri Cavallari, venuta da poco a
mancare, che ci ha lasciato centinaia e centinaia di fotografie poetiche e ricercate. Amante dell'infrarosso e
sempre disponibile ad insegnare a chiunque avesse dubbi, la riscopriamo in questa mostra che esprime tutta la
sua passione, la sua sensibilità e dedizione. La potevamo incontrare a fotografare tutte le edizioni della Mille
Miglia, la nostra fiera patronale di San Faustino, la nostra città in ogni suo aspetto e angolo, nei volti che
incontrava per le strade. La mostra conclude il ciclo dedicato ad importanti fotografi che hanno fatto parte del
Cinefotoclub di Brescia, come Lucio Vecchi ed Eugenio Bresciani, che hanno raccontato attraverso la fotografia
la loro personale visione del mondo.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Mostra nel cassetto: Rosanna Viapiana
Orari: martedì-mercoledì-giovedì dalle 9.00 alle 12.00 / sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso: gratuito
Sala Mostre e Conferenze del Museo Nazionale della Fotografia, Via S. Faustino 11D, tel. 03049137,
[email protected] - www.museobrescia.net
MUSEO DIOCESANO
La maniera grande – Dipinti del XVI secolo dalla Pinacoteca Tosio Martinengo
In occasione della chiusura per restauri della Pinacoteca Tosio Martinengo sono stati depositati presso il Museo
Diocesano diciassette dipinti di grandi dimensioni, per lo più destinati alle chiese della città e rappresentanti della
grande stagione della pittura bresciana del Cinquecento. Un percorso che dall’ultima maniera di Vincenzo Foppa
conduce alle prime prove di Moretto e Romanino, fino ai risultati della maturità dei due artisti, segnati
dall’incontro con i grandi del Rinascimento italiano, da Raffaello a Tiziano.
Dal 29 marzo al 31 luglio 2014
“Hiroshige, Hokusai e i grandi maestri dell’Ukiyo-e nelle stampe giapponesi.”
Per la prima volta saranno esposti al pubblico tutte le stampe giapponesi collezione della Fondazione Mazzocchi
in collaborazione con il Comune di Coccaglio.
I maestri dell’Ukiyo-e sono gli artisti che maggiormente hanno influenzati i pittori impressionisti francesi.
Le splendide stampe di Hiroshige, gli allievi della scuola Utagawa, i famosi quaderni di Hokusai vengono esposte
in una mostra inedita. Spesso artisti dell’Ukiyo-e amavano produrre stampe facenti parte di una raccolta (serie
dei 12 mesi, 36 vedute del monte Fuji, beltà femminili e i 7 fiori splendenti, 36 bellezze benigne e maligne ecc).
Nella collezione Mazzocchi ritroviamo alcune stampe di queste raccolte si credevano perdute per sempre. In
questo prezioso scrigno ritroviamo un’eredità culturale che arricchisce, approfondisce e mostra nuovi aspetti del
Mondo Fluttuante.
Dal 12 aprile al 29 luglio 2014.
“Pittori attorno al Moretto tra Rinascimento e Controriforma”
La mostra costruisce un percorso che indaga l'opera del Moretto dalle origini allo sviluppo della sua fiorente
bottega, attraverso nuovi studi che evidenziano l'influenza del pittore bresciano anche sulla pittura del Seicento.
Mostra a cura del Prof. Giuseppe Fusari.
Nelle tele di Moretto il naturale è parte della composizione dal punto di vista strutturale e non lo si può ritenere
accessorio solo perché risulta come elemento di contorno alla figura. Anzi: è la figura stessa che sente il bisogno
di appartenere a una struttura che riesca a liberarla dall'astrazione. E' una sorta di risposta al naturale classicismo
della figura in Moretto: ciò non per via di assunzione delle istanze classiciste da parte sua, sulla scorta di
Raffaello o di qualsiasi altro. Si tratta di un'opzione personalissima dell'artista, e questo fin dall'inizio.
Se così è si può comprendere l'impasse dei cosiddetti moretteschi, cui comune denominatore è questa
incomprensibile – per gli studiosi a partire da Francesco Paglia – riduzione del genio morettesco al tritume delle
decorazioni e alla pericolosa ridefinizione della struttura compositiva alla quale viene a mancare la sodezza delle
proporzioni e la convincente definizione della scalatura prospettica.
La strada imboccata dai moretteschi, la loro riduzione al dato minimo, la loro reazione al monumentalismo del
maestro è la risposta alle domande che nemmeno Moretto ha dato alla sua pittura e che Romanino fa sua quasi
in contraddizione con se stesso. Tali caratteristiche hanno reso difficili da inquadrare questi artisti reduci da una
bottega così attiva e strutturata: il maestro li ha lasciati nel momento della crisi senza lasciare loro gli strumenti
per superarla. Perciò il ricavo dall'essere stati a bottega da lui si è tradotto nella semplice rimeditazione degli
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
elementi tipologici, giustapposti ad altri elementi tipologici che, insieme alla ripresa pedissequa delle invenzioni
del maestro, hanno riempito in qualche modo il vuoto della scomparsa prima dell'uno e poi dell'altro dei
maggiori bresciani. I moretteschi tuttavia vivono una stagione breve ma non solitaria; la condividono con altri
interpreti, paradossalmente e geograficamente marginali, come quei fiamminghi che si avventurano in Italia per
poi tornare con il bagaglio di cose necessarie per essere moderni in patria. Ipotesi che non è per nulla campata in
aria se si pensa all'esperienza del Ricchino a Dresda e che in qualche modo pare rintracciarsi nelle atmosfere
lucide e terse di luce nordica nelle tele più belle di Galeazzi e di Mombello. E' difficile determinare le forze
influenti in quei pochi anni dalla morte del Moretto all'affermarsi della nuova generazione dei bresciani, colmata
da qualche presenza forestiera ma quasi addormentata su quanto avvenuto nella prima metà del secolo. Di fatto
l'influenza di Moretto, all'atto del risveglio con Marone, Bona e gli altri, si riduce a quell'eredità tipologica di
figure e fisionomie che i moretteschi avevano portato avanti negli anni di mezzo e che questi riempiono di
nuovo senso sulla base di nuovi presupposti. Ma proprio a partire dagli anni Ottanta del secolo si avvia per
Brescia una fase diversa, nuova e molto complessa che coinvolge presenze straniere e che culminerà con la
breve egemonia dei palmeschi, traghettata la fine del secolo, fin verso il 1630.
Orario: tutti i giorni, escluso mercoledì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Ingresso: intero € 5, ridotto € 3, rid. over 60 € 2. Ingresso gratuito per scolaresche. Laboratori didattici € 3.50
Museo Diocesano, Via Gasparo da Salò 13, tel. 03040233
www.diocesi.brescia.it/museodiocesano - [email protected]
BIBLIOTECA QUERINIANA
Dal 4 al 28 giugno 2014
Riccardo Pezzoli, “Pietra su pietra”
Intervento grafico su antichi reperti dei Musei di Brescia e Urbino.
Diplomato all’Accademia di belle Arti di Brera, Pezzoli dal 1983 si dedica alla sperimentazione della litografia
originale su pietra presso la stamperia “Posterula” di Urbino. Nel 1986 aderisce al gruppo artistico “Esprit de
Finesse” sorto lo stesso anno a Brescia. Dal 1995 partecipa a quasi tutte le mostre collettive “Sincron”, Centro
culturale di Arte Contemporanea di Brescia diretto da Armando Nizzi che nel 2001 programma la sua mostra
“Prima Antologica”.L’opera grafica esposta in Queriniana si ispira ai reperti lapidari di età romana dei musei di
Brescia e Urbino.
Orari: da martedì a venerdì dalle 8.45 alle 18.00; sabato dalle 8.30 alle 12.30
Biblioteca Civica Queriniana, Via Mazzini 1, tel. 0302978200/1
SPAZIO “LA SCUOLA IN MOSTRA”
Dal 3 al 30 giugno 2014
"L’aria e la realtà profumata dei colori "
Esposizione dei lavori dei bambini della scuola dell’infanzia statale dell’istituto comprensivo Nord 2 “Walt
Disney” .
Orari: lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.45, mercoledì dalle 9 alle 15.45 e venerdì
dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 15.30.
Spazio “LA SCUOLA IN MOSTRA”, Piazzale Repubblica, 1, tel. 030 2978923 – 030 2978913.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
AMBIENTE PARCO
Dal 5 al 14 giugno 2014, dalle 15.00 alle 18.00
Libri senza parole. Destinazione Lampedusa
LIBRI SENZA PAROLE DESTINAZIONE LAMPEDUSA è una mostra itinerante che raccoglie circa 120
libri provenienti da oltre venti paesi di quattro continenti per sostenere la creazione di una biblioteca per
bambini italiani e migranti sull’isola di Lampedusa.
La mostra è costituita da SILENT BOOKS, ovvero albi illustrati senza parole che raccontano ciò che le parole
non riescono ad esprimere: emozioni, progetti, ricordi che corrono sul filo silenzioso delle figure, per superare le
barriere linguistiche e favorire l’incontro tra culture diverse.
La selezione dei libri è stata curata da IBBY - International Board of Books for Young People - associazione
internazionale che promuove il libro come strumento che intesse rapporti, collega, unisce, riduce le differenze.
La mostra fa tappa a Brescia e continuerà a viaggiare in Italia e nel mondo con destinazione finale Lampedusa.
Info: Co.librì Tel. 030 394225, www.colibrionline.it
MateFitness - La palestra della matematica
Sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00
Hai mai pensato di allenare la mente in modo divertente come si fa con i muscoli quando si va in palestra?
Con MateFitness si può! MateFitness è un progetto del CNR-PSC di Genova, che ha l’obiettivo di promuovere
la matematica attraverso il gioco e l’approccio interdisciplinare. Nella Palestra della matematica trovi uno
speciale “personal trainer” che ti suggerirà giochi e problemi e ti aiuterà a capire come risolverli da solo. Il
protagonista sarai tu! E potrai decidere cosa fare scegliendo tra esperimenti, indovinelli, giochi di magia,
enigmistica, logica e tanto altro... Perchè è l'azione nello spazio e nel tempo che valorizza la matematica che c'è
in noi.
Natur.acqua
Sabato e domenica dalle 16.30 alle 17.30
Percorso guidato: l'acqua in tutte le sue forme, l'uso consapevole dell'acqua, uso l'acqua risparmiando, il
trasporto dell'acqua... e al interno c’è anche la sala gioco.lab "gioca con l'acqua e il sapone" per i più piccoli!
Casa Eco.logica – Abitare Smart
Sabato e domenica dalle 15.15 alle 16.15
Abitare Smart/la casa Eco.logica è un progetto educativo che vuole sensibilizzare i cittadini sul tema dell’abitare
sostenibile, in edifici a misura d’uomo e d’ambiente, intelligenti nella struttura, negli impianti e nei
comportamenti d’uso, progettati e realizzati per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e aumentare il comfort di
chi li abita.
Il percorso si apre con il Villaggio degli Eco.cubi, un luogo dove scoprire come la corretta costruzione
dell’involucro di un edificio possa contribuire sensibilmente non solo al risparmio energetico, ma anche ad
aumentare il benessere abitativo. Cinque casette colorate, prototipi di abitazioni poste in sequenza tra la meno e
la più attenta ai consumi e tra la meno e la più confortevole per l’uomo.
TARIFFE DI INGRESSO VALIDE PER TUTTE LE ESPOSIZIONI:
Intera: € 7
Ridotta: € 5 per convenzioni, minori di 25 anni e maggiori di 65 anni e convenzioni
Famiglia con due genitori con bambini: €14 due genitori con figli (max. 14 anni)
Famiglia con un genitore con bambini: € 7 un genitore con figli (max 14 anni)
Ambiente Parco, Largo Torrelunga, 7, Tel. 030 361347, www.ambienteparco.it
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE NELLE GALLERIE DI BRESCIA
MOSTRE INAUGURATE A MARZO 2014
CHIESA DI SAN GIUSEPPE
Dal 14 marzo all’8 giugno 2014.
Raul Gabriel, “La Via Crucis”
A partire da venerdì 14 marzo 2014, in occasione della Quaresima, e poi del tempo di Pasqua, la chiesa di San
Giuseppe nel centro storico di Brescia, capolavoro architettonico cinquecentesco a pochi metri da Piazza della
Loggia, scrigno di importanti opere di Ferramola, Moretto, Mombello, Rama, Paglia, Scalvini e Avogadro,
accoglie un inedito ciclo di opere dell’artista Raul Gabriel (Buenos Aires, 1966), tra i più intensi interpreti di una
pittura innervata di una forte carica spirituale, resa attraverso un linguaggio denso di pathos e partecipazione. Si
tratta dei quattordici pannelli di una Via Crucis realizzata nel 2013, pensata in un dialogo ideale con quelle di
Lucio Fontana, di un grande monocromo di tre metri per due eseguito a Londra nel 2007, intitolato “Big Black”,
e di una Deposizione del 2013, collocata nella cripta.
L’operazione, a cura di don Giuseppe Fusari, responsabile della chiesa di San Giuseppe e direttore del Museo
Diocesano di Brescia, con la collaborazione di Paolo Bolpagni, direttore della Collezione Paolo VI - arte
contemporanea, prelude a una mostra personale dello stesso Raul Gabriel, che si terrà in autunno al Museo
Diocesano di Brescia, e si pone un intento preciso e ambizioso: inserire l’opera d’arte contemporanea in un
contesto storico e caratterizzato, ma non certo come presenza esornativa o mera aggiunta, bensì con lo scopo di
attivare un meccanismo percettivo inusuale, di proporre uno spunto di riflessione e di meditazione, di suscitare
domande e di testimoniare un rovello spirituale, una ricerca di senso e di verità. È la sfida della modernità:
comunicare un messaggio sempre valido e vivo con forme e modalità pienamente calate nel presente.
Le opere di Raul Gabriel collocate nella chiesa di San Giuseppe, in equilibrio costante tra figurazione e nonfigurazione, tra segno e materia, adottano una sostanziale bicromia: l’uso preponderante del bianco e del nero,
oltre a rivelare una determinata scelta cromatica e formale, vuole suggerire concettualmente una sorta di
‘coincidentia oppositorum’. Peraltro, nella percezione dei bianchi e neri, che di primo acchito posso apparire
assoluti, e invece si rivelano venati di molteplici sfumature, tali da definire un “universo” bianco (più che un
bianco assoluto) e un “universo” nero (più che un nero assoluto), l’artista vive la manifestazione paradossale di
una presenza che all’apparenza si nega, ma in realtà, mentre sembra negarsi, si rivela.
Orari: dal lunedì alla domenica dalle 7 alle 11.30 e dalle 15 alle 17.30.
Chiesa di San Giuseppe, Vicolo San Giuseppe, 5, [email protected]
MOSTRE IN AUGURATE AD APRILE 2014
GALLERIA AGNELLINI ARTE MODERNA
Dal 12 aprile al 27 settembre 2014
Giuseppe Rivadossi, “Il genio abita qui”
La mostra “Giuseppe Rivadossi. Il Genio abita qui”, a cura di Dominique Stella, raccoglie circa 50 opere che
ripercorreranno il percorso artistico del famoso scultore.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Giuseppe Rivadossi ha accumulato nel corso della sua adolescenza l'esperienza di una pratica manuale che gli ha
forgiato l'animo e lo spirito al contatto con la materia e la sua manipolazione. La sua arte nasce da questo
apprendistato lento e luminoso, da cui deriva la padronanza di un savoir faire che egli ha saputo esaltare in
realizzazioni testimonianti una conoscenza profonda dei meccanismi segreti delle cose, combinando senso della
materia, vitalità primordiale e sensibilità acuta verso le forme artistiche più diverse. La sua arte nasce da un
sapere, acquisito nell'osservazione e nella comprensione degli amalgami che dalla modellatura o
dall'assemblaggio fanno nascere forme essenziali, quasi primitive.
Il suo campo di azione si estende al disegno, alla scultura e all'architettura di oggetti, che oggi definiremmo
design, ma che nel caso di Giuseppe Rivadossi è ebanisteria contemporanea. La sua curiosità manuale non
poteva limitarsi a nessuno di questi ambiti, ognuno di essi costituisce una chiave di esplorazione destinata ad
arricchire una pratica artistica estremamente complessa e versatile. Il suo lavoro di scultura esplora archetipi che
legano l'essere umano alle sensazioni carnali e primordiali della vita, attraverso temi ricorrenti come il corpo
femminile, l'immagine materna, la casa... tematiche che si affermano nello sviluppo delle forme femminili,
concave o convesse, che l'artista simboleggia nell'opulenza dei corpi o nella voluttà delle curve incavate,
rappresentazione della matrice originale che costituisce il riparo, la casa, il rifugio dalle nostre angosce e dalle
nostre paure. Archetipo, maternità, madre, casa, concavità, organicità, razionalità sono tutte parole suggerite
dalla scultura di Rivadossi, che tuttavia intende sottolineare come, al di là delle forme e dell'immagine, il
linguaggio della scultura trasmetta l'interpretazione sensibile e poetica dell'interiorità profonda degli esseri.
Le realizzazioni d'ebanisteria dell'artista sono attualmente le più diffuse tra la sua produzione.
La tecnicità che egli ha acquisito nella pratica delle arti più diverse gli ha permesso di trasporre il suo genio
creativo nella costruzione di mobili e oggetti d'arredo, di cui egli ha saputo rinnovare interamente il genere.
Rivadossi è un rappresentante della tecnica manuale contemporanea nella quale il direttore dei lavori garantisce
le diverse tappe di fabbricazione: disegno del modello, scelta del legno, segatura e sgrossatura, realizzazione
dell'assemblaggio, della decorazione e del montaggio. Egli privilegia i montaggi strutturali, il legno pieno,
lavorato nella massa della materia.
I suoi mobili sono realizzati come sculture, spesso intagliati in un unico pezzo di legno, sagomato, scavato e
«rifinito con lo scalpello». Le materie così create fluttuano al tatto, catturano la luce e vibrano come scorze
animate da sussulti di vita. Talvolta il mobile è elaborato a partire da strutture primarie assemblate; ogni
elemento di questo assemblaggio viene dapprima intagliato e incollato per costituire il frammento di una maglia
costruttiva che definisce, in incavo e in rilievo, l'aspetto del mobile la cui forma nasce dal montaggio di questa
infinità di elementi prefabbricati che si annodano tra loro. Gli oggetti elaborati in questo modo sono pensati per
favorire un dialogo con lo spazio, anche nella loro funzionalità, ma soprattutto nell'intenzione di privilegiare la
plasticità della materia vibrante e irregolare che cattura la luce e disegna giochi d'ombra.
Il lavoro di Rivadossi, degno di nota per la sua originalità, è riconosciuto a livello internazionale. È stato oggetto
di esposizioni alla Triennale di Milano (1974), alla Biennale di Mentone (1976), alla Rotonda della Besana (1980),
al Palazzo del Ridotto di Cesena (1996) e alla Galleria d'arte moderna Palazzo Forti di Verona (2005). I suoi
mobili sono presenti in rinomate collezioni internazionali.
Orari: da martedì a sabato, 10.00-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A, tel. 0302944181, [email protected]
www.agnelliniartemoderna.it
MUSEO KEN DAMY – SPAZIO CONTEMPORANEA
Dal 17 aprile al 7 giugno 2014
“Nuvole barocche, dannate nuvole”, autori vari.
“Nuvole barocche” è il titolo di un disco di Fabrizio De Andrè del 1969 e “Dannate Nuvole” è la risposta di
oggi di Vasco Rossi. Titolo che ritengo adatto per questa mostra e non solo per ragioni affettive o
autobiografiche: festeggio quest'anno i 45 anni di lavoro del Ken Damy Studio, aperto proprio nel 1969. Le
nuvole sono state protagoniste in molta fotografia contemporanea, non solo nella fotografia di paesaggio.
Ricordo un grande autore che ho esposto più volte, Jan Saudek, non a caso sua è l'immagine di copertina: ha
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
inserito un cielo incredibilmente bello e nuvoloso, sempre lo stesso negativo, in decine di immagini scattate in
oltre 50 anni nel suo studio interrato con una finestra cieca. Va da sé per il capolavoro di Ansel Adams, il
"Moonrise", ma qui siamo negli anni '30 e si tratta ovviamente di paesaggio classico. Aggiungo che ho trascorso
5 mesi a Lanzarote, il luogo più nuvoloso del mondo e che mi ha suggerito questa importante mostra tematica.
Una mostra da vedere dal vivo, non sembri una banalità ma ci sono numerosi critici che non si alzano dalla sedia
e pretendono di scrivere di fotografia leggendo solo i comunicati stampa. Un po' di sana polemica non guasta
mai.” Ken Damy
Orari: dal giovedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento
Museo Ken Damy, Corsetto S. Agata, 22, tel. 030 3758370, www.museokendamy.com,
[email protected]
MOSTRE INAUGURATE A MAGGIO 2014
ab/arTE GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Dal 3 maggio al 7 giugno 2014
“L’inquietudine nell’Espressionismo italiano”
Per la prima volta un’esposizione presenta opere che raccontano in modo esauriente i percorsi creativi
dell’espressionismo italiano con artisti del primo Novecento influenzati da questo movimento o che si sono
accompagnati sulla strada tracciata nello sviluppo della nascita del gruppo tedesco “Die Brücke”, il cui intento
era quello di interpretare nelle opere quanto avvertito attraverso l’emozione e non nel seguire regole formali o
richiami estetici che ritenevano ormai superati pur senza disconoscerli, così da proporre un “ponte” tra un’arte
emergente nelle prime avanguardie e la tradizione.
Tra gli artisti presenti nella rassegna, troviamo: Ernesto Treccani, Gabriele Mucchi e Domenico Cantatore, Aligi
Sassu, Riccardo Schweizer, Giuseppe Migneco e Mino Maccari, Corrado Cagli, Bruno Cassinari e Sandro Chia,
Emilio Vedova, Tono Zancanaro e Virgilio Guidi, Antonietta Lande, Enotrio e Gianni Ambrogio, Angelo
Berardi, Franco Ferlenga e Agenore Fabbri.
Orari: da giovedì a sabato: 9.30-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria d’arte moderna e contemporanea ab/arTE, Vicolo San Nicola 6, tel. 0303759779, cell. 338 4429564
[email protected], www.abarte.it
SPAZIO AREF
Dal 3 maggio al 8 giugno 2014
“Manifestiamo”
In occasione del 40° anniversario della strage di Piazza della Loggia, la Galleria di SpazioAref, in collaborazione
con l’Associazione Casa della Memoria, ospita una mostra intitolata Manifestiamo.
Saranno esposti alcuni dei lavori realizzati in occasione del concorso Un manifesto per la strage, bandito nel 2004
dalla CGIL Scuola per gli alunni delle scuole superiori di Brescia e provincia, e alcuni pannelli del calendario Per
la Memoria, realizzato dagli studenti della classe 4^ G del liceo artistico Olivieri nel 2009, per ricordare le vittime
delle stragi e del terrorismo.
Orari: da giovedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30.
Aref – Associazione Artistica e Culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari, Vicolo del Sole 4, tel. 0303752369,
www.aref-brescia.it - [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
GALLERIA ARCHITETTURA ARTE CONTEMPORANEA
Dal 9 maggio al 12 giugno 2014.
Ugo Nespolo, “Invenzioni italiane”
In mostra saranno presentate circa trenta opere tra litografie, intarsi in legno e serigrafie per dare una visione
quanto più completa della vasta creazione artistica del maestro torinese.
In galleria saranno consultabili anche numerosi volumi e pubblicazioni utili a comprendere la grande varietà di
declinazioni in cui Nespolo ha espresso il suo estro creativo; per citarne alcune, le scenografie create per l'Opera
di Roma, Parigi, Losanna e per la Madama Butterfly al Teatro Puccini di Torre del Lago, oppure le
collaborazioni con importanti marchi come Campari e Azzurra per l'America's Cup.
Le opere, vibranti di colore, e i soggetti di chiara ispirazione pop sono costruite secondo un procedimento
analitico di scomposizione delle parti. Le immagini sono riorganizzate secondo relazioni e dipendenze interne,
dando vita ad un ritmo compositivo che, negli anni, è diventato la forza e il carattere distintivo della produzione
artistica del maestro.
Orari: martedi-venerdì dalle 15.30 alle 19.30, sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00
Galleria Architettura Arte Contemporanea, Via Antonio Bazzini, 5, tel. 030 3761060 ,
www.architetturaartecontemporanea.com, [email protected]
E3 ARTE CONTEMPORANEA
Dal 10 maggio al 28 giugno 2014.
“Black and white”, Agostino Bonalumi, Gianfranco Zappettini, Dadamaino, Paolo Scheggi,
Alberto Biasi, Marcello Morandini, Paolo Cotani, Claudio Adami, Matteo Gironi.
Presenta una collettiva dedicata al bianco e nero: BLACK & WHITE, decisamente bianco, assolutamente nero,
una ricerca minimale della luce candida e pura e dell’introspettiva notte.
Opere suggestive e concettuali in un percorso artistico dagli anni 60 ad oggi che mette a confronto giovani artisti
a nomi importanti dell’arte italiana.
Verranno presentate opere di: Agostino Bonalumi , Gianfranco Zappettini, Dadamaino, Paolo Scheggi, Alberto
Biasi, Marcello Morandini , Paolo Cotani, Claudio Adami, Matteo Gironi che presenterà opere tratte dalla serie ”
emersioni “create con feltro e cera ispirate al barocco riproponendolo in una sintesi contemporanea.
Elisa Cella che si spira ad elementi biologici, neuroni, cellule, connessioni nervose. Germinazione di micro
elementi circolari capaci di generare sistemi auto poietici.
Orari: giovedì/ venerdì/ sabato, dalle 15.30 alle 19.30.
Galleria E3 Arte Contemporanea, Via Trieste, 30 tel. 3357683128/3394822908, www.e3artecontemporanea.com
ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI AAB
Dal 10 maggio al 18 giugno 2014
Ricognizione 2013-2014
Si tratta della mostra collettiva aperta a tutti i soci a conclusione delle attività annuali, ormai giunta alla
diciannovesima edizione. Essa costituisce uno dei momenti determinanti nella vita dell’Associazione Artisti
Bresciani. Il grande successo di partecipazione dimostra che sono stati pienamente raggiunti gli obiettivi che
l’iniziativa si era proposta fin dalla prima edizione nel 1995: offrire ai soci artisti l’opportunità di testimoniare il
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
proprio impegno di ricerca e di lavoro e di confrontarsi pubblicamente; documentare, sia pure sommariamente,
la produzione degli operatori bresciani nell’ultimo anno; approfondire e rafforzare i legami associativi.
Nel corso delle diverse edizioni sono stati proposti ben 406 artisti; la serie di cataloghi delle mostre sociali
pertanto costituisce di per sé un materiale prezioso per l’analisi e la conoscenza dell’attività artistica nella nostra
provincia negli ultimi diciannove anni. Una socia è stata presente a tutte le esposizioni: Anna Maria Bonoldi.
Anche quest’anno il consiglio direttivo ha deciso di suddividere la rassegna in tre sequenze secondo un criterio
alfabetico, ritenendo utile che ciascuna di esse suggerisca un confronto fra diverse generazioni (il partecipante
più giovane ha 22 anni, il più “active aged” 93) e tendenze (che spaziano dalla valorizzazione della tradizione
fino al lavoro di ricerca, sperimentazione e innovazione).
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30
Associazione Artisti Bresciani AAB, Vicolo delle Stelle 4, tel. 03045222, www.aab.bs.it - [email protected]
GALLERIA COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Dal 15 maggio al 26 giugno 2014
Giorgio Alisi e Caludio Filippini, “Mille Miglia…d’autore”
In occasione della partenza da Brescia della storica gara automobilistica Mille Miglia, la Galleria Colossi Arte
Contemporanea inaugura una bipersonale dal titolo “Mille Miglia...d'autore” con due protagonisti d'eccezione
che realizzeranno appositamente alcune opere per accompagnare questo straordinario evento: lo storico
illustratore di Ruoteclassiche e Quattroruote, Giorgio Alisi e Claudio Filippini, l'artista della realtà dipinta.
Agli iconici e affascinanti scorci sulle vetture storiche riprodotti con lenticolare precisione da Claudio Filippini,
classe 1953, si affiancano i vivi e accattivanti “ritratti di automobili” di Giorgio Alisi, classe 1937.
L'art-designer legnanese annovera tra i principali clienti delle sue illustrazioni produttori come Alfa Romeo, Fiat,
Lancia, Maserati, Nissan e Ducati o styling houses come Zagato e ItalDesign, collabora con le più importanti
riviste di settore in Italia e all'estero (Quattroruote, Ruoteclassiche, Classic & Sports Car (GB), Octane (GB) e
Autocar) ed ha esposto nelle più prestigiose manifestazioni di automobilismo storico come Padova, Ferrara e
Torino. Tra le sue imprese più recenti, le duecento immagini realizzate per il “Tutto Ferrari” di Mondadori e il
“Ferrari 60” di Nada-Giunti.
Il suo approccio alle forme delle auto denota una profonda conoscenza tecnica della loro meccanica,
perfettamente delineata nelle sue linee sinuose che affascinano Alisi fin da bambino quando si incantava
“davanti alle grandi Alfa Romeo dei gerarchi fascisti e alle ancor più rare fuoriserie guidate dagli alti ufficiali
nazisti e – come afferma lui stesso - “con la stessa curiosità insaziabile, guardavo le Topolino con pneumatici
d'aeroplano o le Aprilia con il gassogeno”; ma alquanto singolare è la sua capacità di inserire l'automobile in un
contesto dinamico, tratteggiato da linee di fuga che si diramano sulla superficie del foglio come saette, di
coglierne la personalità, il carattere pungente e aggressivo, raffigurandole mentre sfrecciano nella pioggia
battente, nel momento in cui affrontano le curve o vengono acclamate da una folla in festa come eroi al ritorno
da una battaglia.
Dalla bidimensionalità della carta le curve delle vetture tratteggiate da Alisi emergono accattivanti, voluminose e
vive, come fossero belle ragazze, fanno vibrare la loro personalità nella lucentezza delle loro carrozzerie. La sua
competenza tecnica dell'oggetto raffigurato emerge dalla precisione con la quale vengono definiti i tratti, con un
segno preciso e ordinato, ma il suo slancio creativo supera la pura rappresentazione: l'auto in corsa viene
trasfigurata in una visone ideale, la “pura immagine della velocità” attraverso la quale si coglie la progettazione
umana, l'idea che costituisce la sua anima, il cuore pulsante dentro gli ingranaggi. “Quando il futurista Marinetti
scriveva che un'auto in corsa è più affascinante della Vittoria di Samotracia, aveva colto l'idea nella sua totalità”,
dice Alisi. L'auto viene inserita in un contesto indeterminato che pare sfuggire continuamente al nostro sguardo
verso profondità sconosciute, traguardi da raggiungere, chilometri da percorrere, tratteggiato con un segno
sfrangiato, accostamenti azzardati di colori dalle tinte accese e vibranti come il rombo dei motori che sembrano
suggerire. L'atmosfera dell'immagine crea un effetto palpitante ottenuto con varie tecniche: le penne a sfera che
uniscono alla morbidezza sfumata del tocco della matita la nitidezza della penna a inchiostro, la tempera per
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
esaltare con tinte sfumate il chiaroscuro e la profondità; oppure l'acquarello per catturare il dinamismo
dell'attimo in cui appare la vettura e che scorre rapido durante una corsa.
Sull'automobile vengono proiettate le suggestioni dell'ambiente circostante che ne fanno una cosa viva,
attraente, in grado di suscitare in noi una sorta di empatia; le stesse suggestioni momentanee della visione che
vengono ritratte con lenticolare precisione dalla tecnica “antica” di Claudio Filippini, fatta di stesure sovrapposte
di strati di colore ad olio sulla tela, in continuità di lievissimo spessore. Le sue tele sono inquadrature sulle quali
l'occhio si focalizza per svelare il dettaglio nascosto di cerchioni, fanali, copriruote, in una particolare situazione.
Il suo pennello si sofferma con delicatezza a delineare i bagliori lucenti della carrozzeria, sulla quale si riflettono i
curiosi che fotografano l'auto, in una sfida continua con la macchina fotografica nella riproduzione
documentaria della realtà. Anche se l'accostamento al dato visivo è minuzioso, Filippini carica la sua
rappresentazione iperrealistica di valenze interrogative che assecondano le proiezioni dell'inconscio collettivo. La
sua pittura mimetica si dissolve nella ricerca di nuove immagini e sull'emergere di icone evanescenti, attimi
sfuggenti che rischiano di svanire nella loro imperturbabile bellezza. I suoi esordi sono caratterizzati dalla pittura
en plein air per meglio recepire le emozioni suggerite dall'ambiente quotidiano, una vocazione approfondita nei
suoi numerosi eventi espositivi in Italia e all'estero: dalla personale “Le luci della città” del 2007 presso
l'Associazione Artisti Bresciani fino alla mostra “Sospensioni” dedicatagli dalla Galleria Colossi Arte
Contemporanea nel 2010, alla partecipazione, nel giugno – novembre dello stesso anno, ad Art Innsbruk.
International Fair for Contemporary Art e alla collettiva “Marilyn Monroe. Arte della bellezza” presso la
Fondazione Villa Ponti ad Arona (NO). Nel marzo – aprile del 2012 espone, con la Galleria Colossi, alla
collettiva “L'arte del rugby”, inaugurata presso lo Stadio Olimpico di Roma, in occasione della partita ItaliaScozia del Torneo RBS Sei Nazioni, con il patrocinio della Federazione Italiana Rugby; nel febbraio-marzo dello
stesso anno la Galleria Civica “G. B. Bosio” di Desenzano del Garda gli dedica la mostra “Claudio Filippini. La
tradizione continua” nella prestigiosa sede di Palazzo Todeschini.
La sua pittura dettagliata arriva a rivelare il riflesso di un edificio che si proietta sulla superficie luccicante di un
fanale, le scomposizioni di luce che creano le zigrinature dei fanalini, a far rientrare, quasi per caso, nel campo
visivo delimitato dalla tela, le gambe di una donna che accorre suggerendo il fascino misterioso di un istante
irripetibile, come quello che ogni anno ci sa regalare l'emozione della partenza di queste nobili auto storiche che
sfilano in corso Zanardelli. Istanti emozionanti che sembrano essere inquadrati da un obiettivo fotografico
vagabondo e un po' flâneur, bloccati per sempre come un fotogramma nelle tele dell'artista. Nei quadri di
Filippini le pulsazioni della città si riflettono sulla bellezza scultorea delle carrozzerie delle auto d'epoca, così
come avviene nell'”universo in fuga” fatto delle mutazioni delle luci che riverberano sulle vetture in corsa degli
sketches di Giorgio Alisi.
Le auto d'epoca di Filippini e Alisi sono vive e vibranti, su di esse si proiettano oppure rivivono un'infinità di
atmosfere, suggestioni e riflessi che catturano la nostra attenzione.
Orari: Da martedì a sabato 10-12 e 15-19. Domenica su appuntamento.
Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero, 13, tel. 030 3758583, cell. 338 9528261,
[email protected], www.colossiarte.it
PACI CONTEMPORARY
Dal 17 maggio al 30 settembre 2014
AMERICA ’70 – La fotografia tra sogno e realtà
In concomitanza con la Notte Bianca di Brescia e il Magico weekend delle Mille Miglia, Paci contemporary è
lieta di presentare “AMERICA ’70 – La fotografia fra sogno e realtà”, Group show che riunisce alcuni dei più
importanti artisti americani che, negli anni ’70, hanno rivoluzionato la Fotografia, influenzando in maniera
determinante il panorama artistico successivo. Jerry Uelsmann, Arthur Tress, Leslie Krims, Duane Michals,
Ralph Gibson, Judy Dater, Larry Clark, William Egglestone, Sandy Skoglund, William Klein, Joel Meyerowitz,
Bill Burke, Dave Heath, Nicholas Nixon, Bruce Davidson, Aaron Siskind, Mark Cohen, Olivia Parker, Lee
Friedlander, Harry Callahan, e molti altri.., sono artisti riconosciuti a livello internazionale, che vantano
esposizioni nei più prestigiosi musei di tutto il mondo.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Partendo dalla lista stilata nel 1978 da John Szarkowski, direttore del dipartimento di fotografia del MoMA
(Museum of Modern Art) di New York, la mostra offrirà un viaggio alla scoperta dei grandi Maestri che hanno
interpretato la fotografia come mezzo artistico in bilico fra sogno e realtà: un percorso nell’America degli anni
’70 e non solo…
Tra i molti artisti che saranno presentati, basti citare Jerry Uelsmann, capace di creare immagini che, attraverso la
sovrapposizione di diversi negativi, creano un universo magico e misterioso, al contempo reale e immaginario;
Arthur Tress, le cui fotografie raccontano il percorso di un uomo alla costante ricerca di un’identità, che ha
saputo scrutare nel profondo della sua interiorità; LeslieKrims, che si concentra sulla dissacrazione degli
stereotipi della società americana, attraverso una satira feroce e ironica; Duane Michals, che utilizza il mezzo
fotografico per raccontare, attraverso una sequenza di fotogrammi, delle vere e proprie storie; Ralph Gibson, un
visionario affascinato dalle astrazioni dell’architettura quanto da quelle sinuose e sensuali della forma femminile,
che sperimenta con la forma del corpo e dello spazio le distanze tra la realtà e l’astrazione, il contrasto tra il
bianco e nero; Judy Dater, i cui primi lavori sono incentrati sulla liberazione e la percezione delle forme
femminili; fino ad arrivare a Sandy Skoglund, con i suoi primi esperimenti fotografici degli anni ’74-’79, che
rappresentano il punto di partenza da cui poi si svilupperà la ‘Staged Photography’: opere al confine tra
fotografia e installazione, che richiedono anni di progettazione e creazione prima che possa essere scattata la
fotografia vera e propria: niente viene infatti manipolato con il Photoshop ma è l’artista in persona a creare,
dettaglio dopo dettaglio, le sue scenografie. E molti altri…
Una curatissima raccolta di immagini attentamente selezionate che, dagli anni ’70 fino ad oggi, svelano un
nuovo, rivoluzionario modo di pensare la fotografia.
In occasione della mostra, sarà presentato anche il nuovo volume edito da Paci contemporary, con testo critico a
cura di Gigliola Foschi.
Orari: da martedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 15.30-19.30.
Paci Contemporary, Via Trieste 48, tel. 030.290635, www.pacicontemporary.com, [email protected]
GALLERIA DELL’INCISIONE
Dal 22 maggio al 20 luglio 2014
“Arturo Martini”
Saranno esposte una ventina di opere di piccolo e medio formato, che ben illustrano diversi aspetti della
produzione artistica martiniana, restituendo un ritratto composito ed efficace di una delle figure dominanti nel
panorama artistico tra le due guerre.
Lontano dalle inquietudini dei movimenti avanguardisti, Martini percorrerà una strada diversa, legata al recupero
del passato; gli evidenti richiami all’antico si sposano però nelle sue sculture con una volontà di rinnovamento
unica che avrà come esito una ricchezza espressiva di grande attualità. I rimandi ad un mondo arcaico appaiono
così nella sua scultura, riletti sotto una luce nuova, lontani da un approccio accademico, arricchiti da una fantasia
inventiva che produce esiti formali sempre nuovi.
La mostra è costituita da opere realizzate in un arco temporale piuttosto ampio, e in particolare negli anni
compresi tra il 1925 e il 1935, un decennio di straordinario fervore ideativo. I lavori esposti rivelano, nella
grande varietà degli esiti formali, la personalità viva, il carattere impetuoso, la dimensione umana dell’artista.
Numerosi i soggetti religiosi, tra cui il bellissimo San Sebastiano, soggetto riproposto dall’artista in più occasioni e
presente in mostra in due differenti versioni caratterizzate da un diverso trattamento di superficie.
Da citare anche i preziosi Presepe piccolo e Annunciazione, dominati da un lirismo di grande suggestione, la Leggenda
di San Giorgio, essenziale nella semplificazione della volumetria e del modellato, e ancora le due formelle in
bronzo e terracotta Il perdono e Gesù abbeverato di fiele, infine i bronzi del San Giovannino e dell’Incontro di San Marco e
San Giusto, due figure di estrema eleganza che si fronteggiano in un tenero sguardo.
Straordinari anche i monumentali Leone e Leonessa da giardino, due grandi sculture sedili in gres, in cui elementi di
chiara derivazione romanica sono riproposti in un’interpretazione di grande libertà espressiva, e Bagnante,
formella in terracotta caratterizzata da un modellato di incredibile morbidezza, che si contrappone alla bronzea
Aquila, potente e austera nel segno duro, ostinato.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Saranno inoltre esposti un disegno e alcune incisioni, che testimoniano l'incessante sperimentazione tecnica del
grande artista.
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 17.00 alle 20.00.
Galleria dell’Incisione, Via Bezzecca 4, tel. 03030469, www.incisione.com, [email protected]
A PALAZZO GALLERY
Dal 23 maggio al 15 settembre 2014
Servane Mary/ Virginia Overton/ Olivier Mosset
Servane Mary si appropria di immagini di donne trovate in pubblicazioni degli anni ‘40-’70: alcune di queste
donne diventano per l’artista delle eroine, altre sono invece considerate, all’opposto, anti-eroine. In questa
azione di “riconfigurazione” dell’immagine, l’artista esplora i collegamenti esistenti tra rappresentazione, identità,
storia e memoria, e tratta le fotografie come vere e proprie entità fisiche. Le immagini rivelano i segni del
passaggio del tempo, lo scolorimento ed il degrado, un piano che mette in parallelo i nostri stessi ricordi e la
mente umana. Le opere sono realizzate su materiali e supporti che portano ad una rivalutazione dei soggetti,
consentono l’inclusione dello spettatore, e destabilizzano l’idea di una posizione fissa rispetto al nostro posto nel
mondo. Le immagini sono stampate su veli di cotone o seta, coperte termiche d’emergenza, alluminio, specchi e
carta, utilizzando la tecnica della serigrafia, del getto d’inchiostro e del trasferimento con solvente. Le sue opere
sono spesso presentate come installazioni.
Servane Mary è un’artista franco-svizzera che vive e lavora a New York. Le sue opere sono state esposte
recentemente in varie mostre a New York, tra cui Ford Galaxie 1964 presso l’istituto di cultura svizzero, Hymns
for Mr. Suzuki presso Abrons Art Center, Piston Head alla galleria Venus Over Manhattan, Family Portrait
presso Carriage Trade e LAT. 41° 7! N. LONG. 72° 19! W. a cura di Bob Nickas presso la Martos Gallery. Ha
tenuto diverse mostre personali alla Galerie Triple V a Parigi, e Martos Gallery a New York.
Negli ultimi quarant’anni, Olivier Mosset ha ridefinito e ampliato i confini della pittura nell’arte contemporanea.
Raggiunge la notorietà negli anni ‘60 fondando un gruppo collettivo denominato BMPT (Buren, Mosset,
Parmentier, Toroni) che ha cercato di liberare l’arte dai confini elitari. Mosset è famoso per la sua produzione di
monocromi – opere che sfidano le percezioni di paternità dell’opera e si confrontano con la tradizione materiale
della pittura. Attraverso una percezione sensibile di colore e forma, Mosset realizza quadri che aspirano a
democratizzare l’oggetto d’arte e sfidano lo spettatore a mettere in discussione le ipotesi categoriche nella storia
dell’arte.
Olivier Mosset è nato a Berna, Svizzera, e vive e lavora a Tucson, Arizona, e a Brooklyn, New York. Di recente,
le opere di Mosset sono state esposte nelle mostre personali alla galleria Kitchen, New York; Campoli Presti,
Londra e Parigi; Centro Culturale Svizzero, Parigi, Kunsthalle Zurich, Zurigo e alla Biblioteca Municipale di
Lione. Le sue opere sono attualmente esposte in una mostra collettiva presso il Museo Regionale di Arte
Contemporanea Languedoc-Roussillon a Sérignan, Francia.
Virginia Overton realizza installazioni e sculture site-specific servendosi di materiali utilizzati comunemente
nelle attività manuali, oltre a quelli che recupera nei locali di mostre e nei depositi. Disposte in configurazioni
fenomenologiche - piegate, colate, bilanciate e incrementate nella sagoma – le forme finali mantengono la
ruvidità ed il rigore che riportano al materiale d’origine, e allo stesso tempo denotano la leggerezza e la grazia
della mano dell’artista. Riproponendo oggetti in modo intuitivo e ripetitivo, Overton riesce ad orchestrare un
dialogo dinamico tra la scultura e lo spazio contestuale e fisico che questa occupa.
Virginia Overton è nata nel Tennessee e vive e lavora a Brooklyn, New York. Espone attualmente in una mostra
personale intitolata Virginia Overton: Flat Rock al MOCA Nord Miami, Florida. Ha esposto le sue opere in altre
mostre personali nelle gallerie Westfalischer Kunstverein, Munster; Kunsthalle, Berna, Svizzera; Mitchell-Innes
and Nash, New York; The Kitchen, New York; The Power Station, Dallas; Freymond-Guth, Zurigo.
Orari: martedì – sabato dalle 11.00 alle 19.00
Galleria Bersi Serlini Migliorati Rusconi Srl, Piazza Tebaldo Brusato 35, tel. 030 3758554 www.apalazzo.net [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
INSTUDIO
Dal 24 maggio al 7 giugno 2014.
Max Bi, “All the BEaST of Max Bi”
La personale è dedicata alle nuove opere scultoree di Max Bi. Inedite, per la prima volta mostrate al pubblico in
un percorso espositivo appositamente disegnato nell’affascinante spazio di InStudio, esse sapranno confermare
l’attitudine interdisciplinare e il linguaggio eclettico, centrato sul ruolo della sperimentazione cromatica e plastica,
di Max Bi.
Gioca con la terra, gioca con le forme, gioca soprattutto con il colore. E quando gioca, lo fa molto sul serio.
Basterebbe leggere tra le righe il titolo di questa sua prima mostra di opere scultoree, fortemente voluta proprio
a Brescia, città natale e di vita dell’artista, per capire che se scherza, Max Bi lo fa col fuoco: quello che cuoce e
verifica le sue terrecotte; quello che brucia e vive nei suoi personaggi.
All the Beast of Max Bi, ovvero tutto ciò che di più animale, primordiale e corporale ci possa essere nella sua
ricerca, raccontato attraverso il raggrumarsi e il tendersi della materia, lavorata con veloce, famelica voluttà.
Max Bi approda alla scultura per una naturale, meglio sarebbe dire, vitale necessità: sopravvivenza della specie
sub specie sculpturae. Ecco allora i suoi uomini-animali, uomini nella loro ferina identità.
Uomini bestiali amati con quell’affetto un po’ graffiante e un po’ ruvido, lo stesso che Max Bi mette nel fare
frenetico delle sue opere, riversandolo nelle scosse plastiche, nei guizzi cromatici che si increspano tra velli e
piume di terrecotte.
Animali, i suoi, memori di tutta quella energia espressionista transitata tra gli umori mediterranei e le asprezze
nordiche della storia dell’arte del secolo scorso, da Appel a Picasso, da Dubuffet a Jorn, maestri ideali, padri
spirituali della nuova ricerca di Max Bi. Ferocemente dimenticati a memoria.
Questo il senso del progetto che InStudio, l’atelier di Marcello Gobbi, dedica a Max Bi, confermandosi come
spazio espositivo indipendente a disposizione di artisti, volto ad attivare nuovi processi condivisi. Si propone
come luogo di scambio e di contaminazione dove l’esperienza e il percorso individuale lasciano il passo alla
sinergia e alla tessitura di una rete di incontri.
Lo spazio aprirà su appuntamento: tel. 335 52 80 646
InStudio Via Calatafimi, 20/c – 25122 Brescia, tel. 335 52 80 646, [email protected]
GALLERIA AplusB c/o Palazzo Guaineri
Dal 24 maggio al 5 luglio 2014
“L’Avventura – Die mit der Liebe spielen”
David Czupryn (1983, Duisburg) / Robert Elfgen (1972, Wesseling am Rhein) / Max Frintrop (1982,
Oberhausen) / Tobias Hoffknecht (1987, Bochum) / Melike Kara (1985, Bensberg) / Valerie Krause (1976,
Herdecke) / Michail Pirgelis (1976, Essen) / Dennis Scholl (1980, Hünfeld) / Jana Schröder (1983, Brilon) /
Philip Seibel (1980, Hagen) / Stephanie Stein (1972, Kiel).
A cura di Lena Ipsen.
L'avventura – die mit der liebe spielen fa riferimento al titolo in lingua italiana e tedesca del film diretto nel 1960 dal
regista Michelangelo Antonioni ed è da intendere come omaggio alla stagione cinematografica del Neorealismo.
La trama de L'avventura viene interpretata come metafora della ricerca dell'artista e ci conduce all'interno di quel
vuoto che spesso è il significativo punto di partenza per la creazione. Sin dalla nascita del medium dell'immagine
in movimento, film ed arti visive sono protagonisti di una continua e reciproca ispirazione. La percezione del
mondo inoltre viene influenzata dal cinema più di qualsiasi altro mezzo ed è per questo gioca un ruolo decisivo
e centrale nella produzione e nella percezione delle arti visive in generale.
La maggior parte degli artisti de L'avventura – die mit der liebe spielen hanno studiato presso l'Accademia di
Düsseldorf a vivono e lavorano nella regione della Renania settentrionale. La quasi totalità dei lavori sono creati
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
appositamente per l'occasione e saranno esposti al pubblico per la prima volta in assoluto. Molteplici sono i
medium utilizzati quali il disegno, la pittura, la scultura ed il video, presentati nella cornice del piano nobile di
Palazzo Guaineri delle Cossere, palazzo del XVII secolo che si trova nel cuore del centro storico di Brescia. I
lavori si legheranno ad esso in un fruttuoso dialogo tra opere nate in Germania e spazio architettonico italiano.
L'ambiente ed il suo spazio giocano un ruolo speciale nella produzione e percezione dei lavori di Stephanie Stein
a Tobias Hoffknecht. Stephanie Stein produce filigrane, lavori minimalisti relativi ai parametri spaziali come luce
e ombra, dimensione e movimento. Similmente le installazione e le sculture di Hoffknecht rivelano se stesse
attraverso il movimento dell'osservatore che viene vagamente rimandato ad una situazione familiare dagli oggetti
provenienti dalla quotidianità.
Le sculture di Valerie Krause sono frutto di una indagine sull'oggetto, lo spettatore e lo spazio, quest'ultimo
essenziale per la scelta del medium. “Ogni cosa è in movimento – afferma Valerie Krause - ed è stata fissata con
un particolare movimento”.
La medesima preoccupazione sullo spazio e sul tempo la si può osservare nell'assunto pittorico di Max Frintrop.
Il suo essenziale repertorio di forme sulla superficie bidimensionale della tela è dedicato ad una ironica indagine
sul concetto di spazio.
La recente serie pittorica nominata “Spontacts” di Jana Schröder è caratterizzata da una colorazione blu
proveniente dalla fascinazione per la scrittura manuale e lo scarabocchio. “Innanzitutto amo l'estetica delle linee,
delle curve e della scrittura a mano oltre che il movimento e la materialità della scrittura quando inizia ad essere
illeggibile” afferma Jana Schröder in merito ai suoi lavori.
Le opere di Dennis Scholl e Philip Seibel hanno un effetto riconducibile al rallentamento. L'iperrealismo
figurativo dei disegni a matita di Scholl ed i pannelli astratti esito di un lungo processo produttivo di Philip
Seibel, mettono alla prova l'osservatore che entra in contatto le loro immagini. Le scene di Sholl, la
composizione è presa dalla maniera del collage, lasciano che lo spettatore si perda nei dettagli di un mondo
straniante. Le superfici levigate di Seibel non danno informazioni circa sulla via che stanno prendendo. Non è
semplice capire se i tratti siano venature del legno dipinte su una superficie di alluminio oppure di una superficie
di legno applicata su un pannello di alluminio. L'enigma esposto allo sguardo è una riflessione del rapporto tra
autenticità e verosimiglianza.
I dipinti eseguiti ad olio ed acrilico su tela o tavola di David Czupryn illudono e aprono ad enigmatici spazi
simili a trompe-l’oeil fatti di liane, aste, corde, piante esotiche e tante altre tipologie di oggetti disposti sopra un
background che imita il legno, il marmo ed il cemento.
Robert Elgen crea il suo unico mondo con l'aiuto di oggetti derivati da varie discipline. Il punto di partenza della
sua ricerca è spesso la sua esperienza autobiografica. Si tratta di osservazioni quotidiane, situazioni di passaggio,
di alternanza tra vari stati emotivi ed i cicli della natura.
Le sculture di Michail Pirgelis provengono da parti originali di aeroplani. Attraverso il processo di taglio, collage
e pulizia, esse si permeano nuovamente con una certa aura e bellezza che gli oggetti sembra abbiano perduto
come risultato del coinvolgimento del turismo di massa e della banalità dei viaggi aerei.
Melike Kara oscilla nell'utilizzo di vari media. Con la fotografia, il video e gli oggetti essa suggerisce immagini
esteticamente poetiche che colpiscono sensualmente lo spettatore. Kara propone domande riguardanti cultura
ed identità, domande spesso lasciate aperte e senza risposta.
Lena Ipsen, curatrice della mostra, ha studiato Storia dell'Arte ed Arti Visive alla Humboldt University di
Berlino. Vive e lavora a Berlino.
Orari: da giovedì a sabato, dalle ore 15.00 alle 19.00.
AplusB Contemporary Art, c/o Palazzo Guaineri delle Cossere, Contrada Cossere, 22, tel. 3381324177 /
030 5031203, aplusbcontemporaryart.wordpress.com - [email protected]
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
GALLERIA MININI
Dal 24 maggio
Daniel Buren, “Lavori luminosi / Già quarantanni!”
Già quarantanni! novembre 1974 – maggio 2014
Prima di aprire la galleria, nel 1973, pensando al programma da fare, ho visitato alcuni artisti per annunciare la
prossima apertura. Tra questi Daniel Buren, che conoscevo da tempo.
Vado a Parigi. Gli racconto della mia nuova impresa. «Chi saranno gli artisti?» Mi chiede. «Non lo so ancora,
dipende dalle loro risposte...e anche dalla tua!».
«Allora facciamo così» mi conferma Daniel «Apri la tua galleria, fai le mostre che credi, mandami gli inviti. Fra
tre anni ti dirò se potrò lavorare con te o meno. Comunque in caso positivo voglio sapere chi sarà l'artista prima
della mia mostra e chi subito dopo».
Bella lezione. Capisco che sono sotto osservazione, poche parole valgono più di un Master.
Devo essere andato bene se, dopo solo dodici mesi, Daniel mi chiama per dire che ho superato l'esame.
La sua prima mostra da me sarà dopo un anno, nel 1974, e così oggi festeggiamo i 40 anni da quella prima volta,
con una nuova mostra che ha come sottotitolo: "già quarantanni!", una esclamazione trovata da Daniel che pare
più sorpreso di me dalla velocità del tempo passato.
Se non sbaglio questa è la sesta mostra che facciamo con lui, più altre avventure fuori galleria.
La prima aveva per titolo "GOTICO" con carte a strisce di 8,7 cm colorate, incollate negli archi dello spazio in
via Agostino Gallo, ordinati alfabeticamente (Azzurro, Blu, Giallo, Rosso,Verde...).
La mostra che apre ora, avrà lavori luminosi e, guarda caso, anche qui i colori saranno ordinati alfabeticamente
(Azzurro, Blu, Giallo, Rosso, Verde...).
Tout se tient. La storia continua…
Orari: da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 19.30; sabato dalle ore 15.30 alle 19.30.
Galleria Minini, Via Apollonio 68, tel. 030383034, www.galleriaminini.it - [email protected]
ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA PICCOLA GALLERIA U.C.A.I
ASSOCIAZIONE PER L’ARTE LE STELLE
Dal 24 maggio all’8 giugno 2014
Celso Furlotti Cagiada, “Risorgente”
Risorgente, titolo della presente mostra, nasce dalla fusione di due termini – Risorse e Sorgente – Che bene
rappresentano la spiccata vivacità interiore, aperta alla sperimentazione e sempre in cerca di nuove possibilità
espressive, di Celso Furlotti Cagiada, artista di origine mantovana che vive e opera a Vallio Terme.
Composizioni pulite, a campiture piatte, apparentemente informali rendono tuttavia intellegibile, oltre il livello
di godimento puramente estetico, il messaggio, il nodo concettuale che l’artista vuole comunicare.
Al segno e al colore si aggiungono e spesso si sostituiscono legno, marmo, ferro, sabbia, cotone, filati e catene,
inserimenti di trame, che vanno a comporre strutture bi‐tridimensionali laddove le diverse caratteristiche della
materia lo richiedono. Dato irrinunciabile resta una ricerca estetica raffinata, negli accostamenti cromatici
impostati sui colori della natura, mai squillanti o aggressivi, quanto piuttosto contenuti in registri bassi, solo
eccezionalmente accesi da qualche improvvisa fiammata di rosso. Emerge nella lavorazione un procedere
pittorico accompagnato da una manualità attenta, sorvegliata nei dettagli più riposti, esito certamente anche della
esperienza acquisita in passato come restauratore di dipinti e affreschi, che consente a Furlotti un’ampia
padronanza tecnica.
Composizioni pulite, a campiture piatte, apparentemente informali rendono tuttavia intellegibile, oltre il livello
di godimento puramente estetico, il messaggio, il nodo concettuale che l’artista vuole comunicare.
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
La fantasia creativa sconfina liberamente nell’utilizzo di tessuti, pizzi, frammenti di lavori a uncinetto, affrancati
dal marchio di ripetitivo lavoro femminile per suggerire nuovi orizzonti espressivi, come avviene per Catene,
Pietà, Vela o Categramma, striscia di tessuto orizzontale sul quale le catenelle cucite in filo di lana diventano
traccia di imperscrutabili linguaggi.
Un grafismo elegante mai fine a se stesso, nella ritmata sequenza di fiori stilizzati (L’Essenza I), nell’ovale di Cuori
e quadrifogli, nella bianca composizione Giunchi, risonante di echi orientali, si propone come approdo della
sperimentazione nell’informale di un artista, come Celso Furlotti Cagiada, schivo e determinato al tempo stesso,
dalla grande ricchezza interiore
Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 16.00 alle 19.00. Ingresso gratuito
Associazione per l’arte Le Stelle, Vicolo San Zenone 4, tel. 030 2752458 / 335 1370696 , [email protected],
www.artelestelle.it, www.ucaibrescia.it
WAVE PHOTOGALLERY
Dal 30 maggio al 26 giugno 2014
Takeshi Shikama, “Rustling of the Forest”
Con un titolo che abbraccia tutta la sostanza del suo lavoro, Takeshi Shikama la sua arte fotografica, da sempre
concentrata sull'anima delle foreste e sul loro volto celato allo sguardo.
“Rustling of the Forest”: il fruscio della foresta. Il suo sussurro, la sua anima. Takeshi Shikama cattura e congela
nella sue immagini la natura più profonda dei boschi, delle piante. Gli intrecci dei rami e l'abbraccio delle fronde
si mostrano nella loro quieta essenza, siano essi immersi nella natura incontaminata o frutto della volontà
dell'uomo di circondarsi di verde.
Dal parco di Yosemite a Central Park, dai silenziosi spazi alle foreste urbane, l'artista immortala gli attimi e gli
eternamente mutevoli movimenti delle piante, le simmetrie e le asimmetrie, l'edonistica bellezza propria di una
natura consapevolmente attraente e la silenziosa poesia percepibile solo da un occhio complice e da un orecchio
attento.
Nato a Tokyo nel 1948, Takeshi Shikama è approdato alla fotografia nel 2002, dopo una carriera nel design. Da
subito, il suo occhio si è concentrato sulle foreste e sul “mondo invisibile” celato dietro al “visibile”, quel
“visibile” che tenta di catturare con la macchina fotografica. La prima collezione di lavori è stata pubblicata nel
2007 (“Mori no Hida – Silent Respiration of the Forests”) e il progetto è divenuto base su cui fondare tutti i
suoi lavori.
Dal 30 maggio al 26 giugno 2014
Nicolò Brunelli e Giulio Tonincelli, “Contrasti”
16 scatti per raccontare le dissonanze della nostra contemporaneità. Tra Siria e Stati Uniti, tra Dubai e Firenze,
nasce un percorso per immagini che si dipana come un racconto di ciò che accade oggi, dai conflitti armati alla
cementificazione, dalla “sacralità” del consumismo alla mercificazione della persona.
La mostra nasce dall’incontro fortuito tra due giovani fotografi, Nicolò Brunelli e Giulio Tonincelli, accomunati
da provenienza geografica e da respiro globale. Un originale punto di vista sul mondo in cui viviamo, nel quale il
contrasto fra storia e modernità, oriente e occidente, è una presenza costante.
Cosa possiamo imparare dalla storia? Cosa ci racconta il vicino Oriente che influenza quotidianamente le nostre
vite? Come scorre la vita in un mondo senza più confini? Queste immagini danno uno stimolo di riflessione ed
accendono la curiosità di approfondire e capire il nostro tempo ed il nostro mondo, dove le barriere sono
solamente quelle della nostra mente.
Nicolò Brunelli . Nato il 18 ottobre 1986, vive a Salò. Inizia la sua esperienza artistica presso l'Istituto d'Arte di
Gargnano. Nutre un profondo amore per l'Arte, che lo porta ad iscriversi al corso di Scenografia per il Teatro
presso la LABA di Brescia, dove si laurea nel 2011. Nello stesso anno intraprende la strada verso la fotografia,
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MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
iscrivendosi al corso di laurea specialistica in Fotografia sempre presso la LABA e nel 2012 collabora come
assistente alla cattedra di Reportage del docente Walter Pescara. Espone nell'ottobre 2013 presso Area Dock's a
Brescia.
Giulio Tonincelli. Nato il 25 novembre 1984, consegue la laurea triennale in Graphic Design nel 2010 presso
l'Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Inizia nel 2010 a lavorare come fotografo freelance e assistente
di set, con esperienze nel cinema e nella produzione di video musicali. All'inizio del 2012 trascorre alcuni mesi
negli Stati Uniti lavorando per gli studi di Russ&Reyn e di Steve McCurry. Nell'aprile 2013 è in Siria con
Intermed Onlus per immortalare l'attività dei volontari. Viaggiatore per passione, indaga differenti culture e stili
di vita attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica.
Orari: da martedì a venerdì, 10.00-12.00 e 15.00-19.30; sabato 15.00-19.30
Wave Photogallery, Via Trieste 32, tel. 0302943711, www.wavephotogallery.it, [email protected]
MOSTRE IN PROGRAMMA A GIUGNO 2014
ab/arTE GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Dal 14 giugno al 12 luglio 2014
Inaugurazione sabato 14 giugno, ore 18.00
“Monumentalmente vostro”
Una grande opera in una mostra evento che con Vanni Viviani trova accomunati artisti come Biasi, Bonalumi,
Crippa, Dangelo, Del Pezzo, Isgrò, Mondino, Ortelli, Pericoli, Plessi, Pozzati, Rossello, Sarri, Scanavino,
Stefanoni, Tadini, Trubbiani, con Baj e altri.
Orari: da giovedì a sabato: 9.30-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria d’arte moderna e contemporanea ab/arTE, Vicolo San Nicola 6, tel. 0303759779, cell. 338 4429564
[email protected], www.abarte.it
L’Infopoint Turismo Comune di Brescia non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda eventuali
variazioni di programma.
Per segnalazioni di mostre da inserire nel Calendario, Vi preghiamo di contattarci entro il 12 e il 28 del mese.
Infopoint Turismo Stazione
Infopoint Turismo Piazza Duomo
Piazzale Stazione, 25122 Brescia
Via Trieste 1, 25121 Brescia
Tel. +39 030 8378559
Tel. +39 030 2400357
2400357
[email protected]
[email protected]
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
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