Crocifiggeva le donne per gioco

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Crocifiggeva le donne per gioco
Crocifiggeva le donne per gioco
di CINZIA RIPA
Doveva essere un gioco erotico ma soprattutto era un gioco perverso, che si è trasformato in
una tragedia e che è costato la morte a una giovane rumena.
Il 9 maggio è stato finalmente arrestato il violentatore o maniaco, che dir si voglia, che da
qualche anno ormai stava distruggendo la vita alle prostitute con cui aveva rapporti sessuali e
sul quale pendevano già delle denunce.
La mattina del 5 maggio vicino al cimitero di Ugnano, in provincia di Firenze, un passante,
mentre era in giro con la sua bicicletta, ha visto una donna nuda, con solo le scarpe ai piedi,
legata ai polsi con del nastro a un cavalcavia, quasi come se fosse crocifissa, e subito ha dato
l’allarme alle forze dell’ordine, ma ormai non c’era più nulla da fare, perché il corpo era senza
vita. La giovane donna ritrovata morta era una prostituta rumena di soli 26 anni, Andreaa
Cristina Zamfir. La causa della morte è da ricondurre ad un’emorragia dovuta alle sevizie a cui
era stata sottoposta.
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Subito sono partite le indagini, è stato ascoltato anche un altro testimone che ha affermato di
aver sentito nella notte, verso le 23.30, dei lamenti, ma era convinto che fossero solo degli
animali. E dopo poco tempo si è arrivati al colpevole, un idraulico di 55 anni, Riccardo Viti. Viti è
stato arrestato nella sua casa, alla periferia nord di Firenze, all’alba. È stato possibile e facile
trovare il colpevole, perché i polsi della donna erano legati con del nastro adesivo che riportava
il nome dell’azienda ospedaliera per cui lavorava, nastro trovato poi in casa sua.
È stato fatto anche l’esame del Dna, analizzando il nastro sul quale c’erano dei residui di saliva
dell’uomo. L’esame è risultato positivo ed ha permesso di accusare Viti anche per altri tre
episodi simili che si sono verificati con le stesse modalità in passato. Il 28 marzo 2013 ad
Ugnano, infatti, un’altra prostituta, italiana, di 46 anni, è stata ritrovata nuda e legata e per
fortuna viva a una transenna e la donna sostenne di essere stata violentata e derubata da un
cliente. Un’altra donna, con lo stesso giochino, era stata violentata nel luglio del 2011 a Prato
ed un’altra ancora il 21 febbraio di quest’anno a Calenzano.
Durante l’interrogatorio, svoltosi dinanzi al pm Paolo Cannessa, al capo della squadra mobile
Lorenzo Bucassi e al maggiore del Nucleo investigativo Carmine Rosciano, l’idraulico di Firenze
ha ammesso le sue responsabilità ed ha anche affermato che sperava che la vittima venisse
trovata come tutte le altre, quindi viva, confermando in questo modo i reati commessi in
passato. Ha, inoltre, sostenuto che questo suo comportamento era determinato dal piacere che
provava nel vedere le donne soffrire, infatti dice: “Mi piaceva vederle soffrire. Non mi volevano.
Le donne non mi hanno voluto nemmeno quando ero ragazzo. Con loro non ho mai avuto
fortuna. Ricordo che mentre facevo il militare ho sfogliato un fumetto e ho visto l'immagine di
una donna seviziata con un bastone. E' nata da lì la mia passione per i giochi erotici sadici e
siccome nessuna mi considerava ho cominciato a frequentare le prostitute e soddisfare i miei
istinti con loro perché a loro potevo chiedere di fare tutto quello che mi piaceva. Mi sono accorto
subito l'altra sera che sono andato oltre, ho avuto paura e sono stato egoista, ho pensato
soltanto a me e sono scappato via. Credevo che si sarebbe liberata come le altre. E invece il
giorno dopo ho saputo dalla televisione che era morta. Ci ho pensato in continuazione, non
volevo finisse così”.
Le vittime raccontano che l’uomo aveva una sua strategia: faceva delle offerte alle prostitute e a
quella che accettava proponeva un gioco erotico, ma non diceva in cosa consisteva. “Loro
scendevano dall'auto, io le legavo - ha affermato Viti - e cominciavamo. Se tutto andava bene
poi le slegavo e le riportavo indietro, se cominciavano a urlare o scalciare o si rifiutavano, io
scappavo via e poi buttavo i vestiti e le borsette strada facendo”. Aveva addirittura un kit, cioè
una valigetta nera contenente oggetti per le sevizie, una bottiglia di vetro e vasetti di
lubrificante.
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Ora le accuse mosse contro di lui sono di omicidio, violenza sessuale e sequestro di persona.
Abbiamo di fronte a noi un soggetto problematico, come del resto si capisce dalle sue parole,
che da 15 anni ha queste pulsioni sadiche che lo portano a provare piacere. Come lui ci sono
tanti altri uomini che, per provare piacere, ogni giorno fanno del male alle loro compagne, le
picchiano, le violentano e anche se in questo caso si tratta di prostitute, non per questo bisogna
giustificare ed esaltare i gesti assurdi e riprovevoli di Viti. Anche se sono prostitute, sono donne
ed in quanto tali devono essere protette. Tante sono le ragazze che arrivano nel nostro Paese
convinte dalle promesse fatte dai loro aguzzini di poter avere un lavoro come badanti o colf, ma
non sanno che quello che le aspetta è ben diverso da quello che è stato loro promesso. Tante
altre sono costrette a fare questo lavoro per poter mantenere le loro famiglie ed evitare che
possa essere fatto loro del male. Donne minacciate, donne gestite dalla mafia, che perdono la
loro libertà. Per questo devono essere protette e deve essere difesa la loro dignità.
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