19 Con Karibuni un aiuto al Kenia
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19 Con Karibuni un aiuto al Kenia
CRONACA P A G I N A Como 19 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 9 OTTOBRE 2010 V illa del Grumello ha ospitato lo scorso fine settimana il congresso nazionale della Karibuni Onlus, l’associazione nata nel 2005 a Como in seguito ad un viaggio fatto da un gruppo di amici che per la prima volta andavano in Kenya ed alla conoscenza, attraverso un parroco locale, di numerose realtà che hanno indotto questi concittadini ad iniziare una collaborazione sempre più stretta con la Diocesi di Malindi ed al coinvolgimento in Italia di tante persone, aziende, associazioni. L’associazione è attualmente presieduta dall’imprenditore Gianfranco Ranieri, responsabile dei progetti in Kenya, coadiuvato dai vicepresidenti Carlo Peverelli, medico, responsabile dei progetti medicosanitari ed Enzo Pomentale, avvocato, responsabile delle attività sul territorio ed eventi. L’occasione del congresso è stata quella di conoscere maggiormente questa realtà comasca, ora diffusa in tutta Italia, che in questi ultimi cinque anni si è concentrata sulle attività di sviluppo scolastico , soprattutto partendo dall’infanzia, e da progetti sanitari. Per questo sono state realizzate scuole ed asili a Watamu, Gede, Jamba, Marafa, Gias, Malanga, Langobaya, Mida tutti villaggi in un raggio massimo di 70 km da Malindi, strutture sanitarie a Gede presso una scuola di Disabili. A Marafa è stato attrezzato il reparto di maternità e costruito ex novo un reparto di pediatria con 12 UN CONVEGNO SVOLTOSI A VILLA DEL GRUMELLO Con Karibuni un aiuto al Kenia Un’associazione nata cinque anni fa sulla scorta di un viaggio condotto da un gruppo di amici in terra africana di LUIGI CLERICI posti letto perfettamente attrezzato. A Malindi è stato attrezzato il reparto di fisiatria del locale ospedale nonché costruita una struttura sportiva presso la “Barani school” sponsorizzata dalla Famila Schio basket, società sportiva veneta che milita nella serie A femminile e che più volte ha dato vita ad accesi confronti con il Pool Comense, ed, in collaborazione con AMREF, nella regione del Kajado, sono stati realizzati 10 pozzi d’acqua e 10 serbatoi di quasi 5.000 litri che danno acqua potabile ad almeno 5.000 persone. A Mida è stato realizzato il primo progetto agricolo su oltre 20.000 m2 con l’obiettivo di creare le basi per un graduale autofinanziamento delle varie strutture. Se i risultati di Mida saranno soddisfacenti è intenzione dell’associazione di dedicarsi allo sviluppo di progetti agricoli e di allevamento. «Stiamo già pensando a creare le basi perché i nostri ragazzi più grandi uscendo dalla scuola possano imparare un lavoro e poter vivere, poi, con dignità e soddisfazione nel loro Paese - sottolinea Gian-franco Ranieri, presidente di Karibuni -. Per questo insieme al Vescovo di Malindi abbiamo organizzato una scuola per parrucchiere a cui accederanno 30 ragazze per corso con l’obiettivo di insegnare loro un lavoro e alle migliori offrire anche la possibilità di un microcredito per aprire una attività propria. Attraverso la creazione di progetti agricoli e di allevamento ogni comunità, attraverso comitati appositi, potrà avere supporto alimentare in caso di emergenza, mentre obiettivo base è quello di realizzare produzioni “ad hoc” per ogni zona, con culture intensi- ve e ben seguite anche attraverso la visita di agronomi italiani, per ottenere prodotti che possano dare il maggior reddito possibile. Per ogni progetto sono stati redatti piani di costo con relative possibilità di ricavo in modo da arrivare entro tre anni alla totale autonomia gestionale. «Solo nella zona di Marafa e Giis prevediamo coltivazioni per 10.000 ananas, 6.000 piante di pomodori, 2.000 piante di anguria, manioca, manghi ed altro a seconda delle disponibilità delle comunità. Lo stesso pensiamo di realizzare a Malanga e Langobaya dove vorremmo aprire anche un allevamento di capre e galline». Karibuni (parola che in lingua swaili vuol dire benvenuto) ha ancora diversi progetti da completare. A Mida mancano 4 aule per la scuola primaria; a Marafa le cucine, attualmente per l’ospedale, oltre al rifacimento di tutti i servizi. A breve inizierà un collegamento con l’ospedale di Locri attraverso computer ed elettrocardiografo già donati, per l’analisi in diretta di patologie cardiovascolari. All’ospedale locale sarà fornito un continuo riassortimento di medicinali base, mentre gli operatori prevedono la necessità di un ulteriore ampliamento del reparto maternità già insufficiente. In- fatti il parroco locale, le ostetriche, le autorità sanitarie hanno fatto una massiccia campagna di informazione per spingere le mamme a partorire in ospedale e non come d’uso nelle capanne, il risultato è stato superiore alle aspettative e quindi è indispensabile un allargamento del reparto. In queste settimane, infine, si stanno completando i lavori per la nuova chiesa parrocchiale, voluta da una famiglia di soci che abitano ad Udine, e che è già stata consacrata dal vescovo di Malindi. Una Chiesa che, per le realtà locali, non è solo un centro spirituale, ma realmente è il punto di incontro per tutta la comunità religiosa, un centro sociale per riunioni, sedi dei vari comitati locali, un centro veramente vivo di aggregazione. E poi ancora pozzi, acquedotti, banchi ed attrezzature scolastiche… come si può ben intuire le occasioni di impegno non mancano di certo. Per sostenere Karibuni si può aderire annualmente all’associazione versando la quota di 50 euro. Altra opportunità molto importante è il sostegno a distanza dei bambini dell’asilo di Mida, scuola totalmente sostenuta da Karibuni che attualmente ospita circa 160 bambini. Il sostegno prevede il paga- mento annuale della retta scolastica, libri di testo e materiali didattico, divisa scolastica (obbligatoria), tre pasti al giorno. Parte di quanto versato serve per coprire anche il costo scolastico per i bimbi che ancora non hanno un sostegno a distanza, per il pagamento degli insegnanti e per le spese di manutenzione e gestione della scuola, la parte mancante è coperta da Karibuni. Alla famiglia che sottoscrive questo sostegno, che può essere disdetto con tre mesi di anticipo, giungerà la foto del bimbo/a, la pagella scolastica ed informazioni periodiche sullaostato sanitario e della famiglia. Il costo è di 300 euro all’anno, 250 totalmente deducibili e 50 di adesione obbligatoria all’associazione. E’ anche prevista la possibilità di aderire a singoli progetti che periodicamente vengono prodotti e che vanno dalla costruzione di aule, acquisto di banchi scolastici, pozzi d’acqua… I progetti vengono seguiti personalmente da responsabili dell’associazione che periodicamente si recano in Kenya e da referenti fissi locali per progetti scolastici inseriti in parrocchie. Con il Vescovo di Malindi mons. Baldacchino ed i parroci delle varie parrocchie c’è una comunicazione costante. Tutte le iniziative vengono documentate ai donatori, attraverso foto e contratti. Per scoprire come partecipare ai diversi progetti promossi da Karibuni, aderire all’associazione o aver maggiori informazioni si può consultare il sito web: www.karibuni.org. LO SCORSO 17 SETTEMBRE, PRESSO L’ISTITUTO DON GUANELLA Con l’Unitalsi una serata sull’Alzheimer a sera di venerdì 17 settembre presso la sala “Arcobaleno” del’istituto Don Guanella di Como si è tenuto il secondo incontro d’aggiornamento della sezione Unitalsi del capoluogo lariano. L’argomento trattato era di attuale e precipua importanza. Difatti il tema era “Alzheimer bisogna ‘conoscerlo’” . La serata, sebbene piovosa ed allietata da tuoni e lampi, è stata seguita da un buon numero di convenuti tra cui parecchi giovani . Il dibattito è stato introdotto da don Omar Corvi direttore spirituale della sezione provinciale di Como, poi la parola è passata al dott. unitalsiano Bellissimo Giuseppe ed è proseguito con il valido apporto delle due infermiere professionali signora Lucia Migliorini e signorina Elisa Valli . Per parlare di questa grave patologia si è impiegato circa una mezz’ora . L’esposizione è stata semplice, cioè con parole e concetti indirizzati verso un pubblico digiuno di nozioni scientifiche ma at- L tento ed estremamente interessato verso un problema ormai sempre più diffuso nelle nostre famiglie. Difatti l’Alzheimer rappresenta il 60% di tutte le demenze . Colpisce in maniera ubiquitaria ,non vi sono cause scatenanti né per etnia né per condizioni socio-economiche. Trattasi di una malattia neurologica degenerativa dove i neuroni, cellule elementari del cervello (più neuroni “lavorano” assieme costituendo nuclei specializzati per funzioni motorie ed ideative ), subiscono un “cambiamento” strutturale, perdendo in tal modo la loro capacità operativa. Questi agglomerati neuronali si atrofizzano sostituendosi con sostanza fibrosa amorfa ,quasi come tessuto inerte . Il processo può impiegare un tempo variabile più o meno rapido. Tale morbo è una sindrome complessa detta anche delle quattro A. Amnesia: perdita della memoria ragion per cui ci si ricorda il passato remoto e vengono cancellati i fatti recenti anche di un’ora prima. Afasia: perdita della parola ,dapprima non si sa dare il nome di un oggetto, poi addirittura si passa a non riuscire più a fare un discorso finito con un senso anche semplice . Agnosia:non si è più consci di se stessi, ragion per cui non ci si riconosce più e si perde ogni connessione con l’ambiente che ci circonda, ragion per cui si piomba in un proprio mondo sconclusionato ed irreale dove è difficile entrarvi e capirlo. Aprassia: si perde il coordinamento dei movimenti e la finalità di questi, ragion per cui si compiono azioni senza senso tipo mettersi prima i pantaloni e poi le mutande . Uscire in piena estate con il cappotto ed in inverno con una maglietta. Questa escalation sintomatologica porta irrimediabilmente il paziente all’impossibilità sia di provvedere a se stesso che ad alimentarsi. Terapie vere e proprie non vi sono. Alcuni farmaci vengono somministrati per rallentare il decadimento fisicocognitivo, altri sono solo sintomatologici diretti all’ansia e alla depressione che conseguono. L’importante è supportare il paziente obbligandolo a svolgere una qualche attività sia fisica che manuale come l’artitera-pia mediante disegno o creazioni con legno, argilla. Utile è la PET terapia cioè quella di affiancare il malato ad un piccolo animale domestico quale un cane o un gatto. Il dover più o meno accudire a queste bestiole affettuose aiuta il paziente a prendersi involontariamente miglior cura di sè. Ma soprattutto è importante il supporto “tecnico” da parte degli operatori socio- sanitari alla famiglia del paziente dato che prendersi a lungo cura di questi pazienti delicati e bisognevoli è snervante ed induce il più delle volte ad un esaurimento consequenziale. La serata è terminata dopo una serie di domande degli interessati e di risposte dei relatori . Molto incisivo è stato l’intervento di un signore, unitalsiano e nel contempo associato ad un gruppo volontari di Como (centro donatori del tempo di via Mazzini 9, telefono 031270231 Como) i quali da tempo si dedicano al supporto logistico, pratico, psicologico ed anche legale dei malati e delle famiglie affetti da tale malattia. Ricordiamoci che per combattere “un nemico” bisogna prima conoscerlo. Questa serata ci ha permesso di fare più chiarezza su una morbosità dei tempi nostri dato che è certo che l’invecchiamento sempre più diffuso della popolazione coincide con la maggior frequenza dell’evento (in Italia ne sono affetti 500.000 mentre nel mondo 18 milioni).