RACHEL STA PER SPOSARSI

Transcript

RACHEL STA PER SPOSARSI
RACHEL STA PER SPOSARSI
RACHEL GETTING MARRIED
RASSEGNA STAMPA CINEMATOGRAFICA
Editore S.A.S. Via Bonomelli, 13 - 24122 BERGAMO
Tel. 035/320.828 - Fax 035/320.843 - Email: [email protected]
2
Regia: Jonathan Demme
Interpreti: Anne Hathaway (Kym), Rosemarie DeWitt (Rachel), Mather Zickel (Kieran), Bill Irwin (Paul), Anna Deavere Smith (Carol), Anisa George (Emma), Tunde Adebimpe (Sidney), Debra Winger (Abby), Jerome LePage (Andrew), Beau Sia (Norman Sklear), Dorian Missick (Dorian
Lovejoy), Kyrah Julian (Sorella di Sidney), Carol Jean Lewis (Madre di Sidney), Herreast Harrison (Nonna di Sidney) Gonzales Joseph (Cugino
di Sidney), Paul Lazar (Al), Donald Harrison Jr. (Se stesso), Robert W. Castle (Giudice Castle), Fab 5 Freddy (Se stesso)
Genere: Commedia - Origine: Stati Uniti d'America - Anno: 2008 - Soggetto: Jenny Lumet - Sceneggiatura: Jenny Lumet - Fotografia: Declan Quinn - Musica: Zafer Tawil, Donald Harrison Jr. - Montaggio: Tim Squyres - Durata: 113' - Produzione: Clinica Estetico, Marc Platt Productions - Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia (2008)
Demme riferisce che un giorno Sidney
Lumet lo ha chiamato per sugerirgli di
leggere una sceneggiatura scritta da sua
figlia Jenny sulla famiglia e altri argomenti importanti. Convinto dalla bontà
del racconto, Demme ha desciso di adottare nella realizzazione un approccio
da documentario, senza svolgere prove
prima delle riprese, senza pianificare
inquadrature in anticipo, senza ripetere
i ciak. Quesdta scelta stilistica é insieme il pregio e il difetto della regia: il
primo sta nell'effetto incalzante dell'azione, della capacità di cogliere in tempo quasi reale l'emergere delle frizioni
familiari; il secondo emerge dalla troppa voglia di 'verità' che paradossalmente toglie autenticità all'insieme. Spuntano ripetizioni, gesti replicati, trppa verbosità fa capolino a smorzare l'emotività dell'insieme. Lo scenario della festa é
poi in generale del tutto 'americano', nel
bene e nel male, con quelle fasi che devono comunque fare spettacolo e si risolvono in una esteriorità un po' posticcia. Ne esce una filma corrente alternata che, dal punto di vista pastorale, é da
valutare come discutibile, anche se certamente problematico.
Commissione Nazionale Valutazione Film:
Discutibile/Problematico
Girato in gran parte con la macchina a
mano, da cui l'effetto di immediatezza,
permeato di musica, privo di un vero
filo narrativo e molto rievocante il cinema indipendente Usa degli anni Settanta, "Rachel sta per sposarsi" è ambientato in una villa del Connecticut
alla vigilia di un matrimonio interrazziale.
Per l'occasione spunta la sorella minore
della sposa: drogata in riabilitazione,
survoltata e narcisista, Kim è una mina
vagante che minaccia un equilibrio familiare ritrovato a prezzo del dolore e
sempre precario. Potrebbe essere odiosa, non fosse che Anne Hathaway la
impersona in una chiave di disperazione toccante senza mai scadere nel melodrammatico, così come il regista Jonathan Demme riesce a imbastire lo
scontro delle emotività vulnerate evitando la trappola del sentimentalismo.
La Stampa - 21/11/08
Alessandra Levantesi
Ancora una volta le nevrosi di prima
delle nozze, pezzo forte di Neil Simon
come di Minnelli ed Altman. Nel testo
di Jenny Lumet figlia di Sidney, la così
bene Rachel sta per sposarsi quando
torna a casa dopo la cura la sorellina
autodistruttiva e tossica. Si cerca di far
pace, ma scoppia la guerra in nome di
Freud e dell'accoppiata vincente Rancori & Rimorsi, è un lungo pomeriggio
verso la notte, anche perché un segreto
non rimosso mina alla base la felicità
della famiglia tipica Usa. Scene madri e
padri, una gara di lavapiatti, l'infernale
non detto casalingo con impronta wasp
ma con finale multietnico. Demme intinge velenosamente nel vero il verosimile e modella ritratti femminili da Capote-Williams, magistralmente finge di
improvvisare un dramma collettivo anche a volte risaputo con un cast in stato
di grazia patologica con la ben tornata
Debra Winger, le straordinarie Dewitt e
Hathaway.
Il Corriere della Sera - 21/11/08
Maurizio Porro
Esistono un paio di sequenze che vanno
in antologia. Ecco la tavola imbandita
con gli ospiti che declamano il consueto brindisi condensando il malessere
della media borghesia in uno Stato, il
Connecticut, dove non solo il sistema
fiscale, bensì la vita ed il recupero di
chi cade, appaiono argomenti ardui. Vi
é poi una lezione sul lavastoviglie, come caricarlo sfruttando lo spazio, come
utilizzarlo quando i piatti e gli animi
sono sporchi e disgustosi. Jonathan
Demme descrive i particolari concernenti le nozze di Rachel con un giovanotto di colore, Sidney. Beh, il tema
'indovina chi viene a cena' è superato.
Oggi il dramma é nel recupero di KymCarol, l'umbratile sorella di Rachel, tossico dipendente, dimessa. dalle terapie,
ma avviluppata ancora nel rimorso di
aver causato la morte del fratellino; e
sempre lì sull'orlo dell'abisso, nel tremore di riprecipitare. Se Demme ci regala la sua opera più compiuta, dopo
"Philadelphia" (1993), Anne Hataway
dà al ruolo di Kym le vibrazioni di una
Bette Davis del nostro tempo purtroppo
esclusa dalla Coppa Volpi a Venezia.
La giovane attrice preme sulla tastiere
della rabbia e del pentimento, insegue il
sogno di una famiglia felice e purtroppo disacerbata dal divorzio dei genitori,
intreccia un dialogo al vetriolo con la
più fortunata, nubenda, ricusa il papà,
troppo opprimente in solerzie eccessive, suscettibile soltanto di evocare insidiosamente l'antico trauma. Demme gira guardando ai suoi maestri, che sono
Robert Altman ed anche risalendo in
araldica, Nicholas Ray e Douglas Sirk.
E soprattutto aggira il rivendicazionismo facile della Hollywood liberal: nel
suo racconto un caporale dei marines è
un uomo che torna a casa perché l'ha
scampata bella. Le colpe del conflitto
non interessano, ci penseranno i documenti pubblici ad individuarle. Demme
si china piuttosto sui volti, che qui
vengono istoriati in un mosaico di neobizantina plasticità, graffiti del disinganno e del rancore, sotto le sembianze
di una serenità economica elargita nell'accordo dell'ultimo jazz, nella malinconia del country e nel sobbalzo dei
tamburi tribali, sia pur adattati ad un
sostanzioso pic nic sul prato davanti
casa. Bel film, controcorrente per l'uso
ginnastico della macchine da prese; e
rivoluzionario - a suo modo - perché
legge Faulkner anziché i volantini delle
effimere convenzioni socio-politiche.
Il Giornale di Sicilia - 21/11/08
Gregorio Napoli
Oggi non si fanno più molte distinzioni
tra il tradizionale 'commento' e i sottofondi musicali, tra la tessitura che aggiunge significati alle immagini e il
tappeto sonoro che accompagna la vicenda ricorrendo al repertorio 'leggero'
o a complessi in azione presenti 'in scena'. Giungendo spesso a risultati incerti,
insignificanti dal punto di vista dell'accordo suono-immagine.
Un film che fa eccezione, avvalendosi
della musica 'di scena', eseguita a vista,
che però nel contempo assume funzioni
di commento, è "Rachel Getting Married" di Jonathan Demme.
Nel raccontare l'incontro/scontro di
personaggi problematici raccolti attorno
ad una festa di matrimonio, Demme fa
ricorso all'apporto di musicisti amici,
alcuni già utilizzati in suoi film precedenti. Gli esecutori partecipano non solo come musicisti scritturati per l'occasione dai padroni di casa ma anche come amici di famiglia. I principali sono
Donald Harrison jr., sassofonista jazz
di New Orleans, e Zafer Tawill, violinista e batterista palestinese. Tutti gli esecutori di musica araba sono da tempo
attivi negli USA, e producono musica
'contaminata' tra Oriente ed Occidente,
così come fanno del resto gli americani.
Tra i quali il figlio del regista, Brooklyn Demme, la madre di Harrison,
cultrice delle tradizioni culturali di New
Orleans, e il nipote Christian Scott,
trombettista. Tutto in famiglia o quasi.
Con esiti consoni ai personaggi, ai fatti
e all'atmosfera.
Rivista del Cinematografo - 2008-11-82
Ermanno Comuzio
Se un dio del cinema esiste (e soprattutto resiste), ci conservi sempre Jonathan
Demme. Figlio della New Hollywood e
allievo del genio, artigiano e talent
scout Roger Corman (in questo film,
non a caso, in un cammeo con videocamera!), ha saputo reinventarsi più
volte, sapendo sconfiggere persino il
successo, sempre fedele a se stesso pur
cambiando pelle con grande facilità e
felicità. Dopo "Il silenzio degli innocenti", primo trionfo all'Oscar di un
film inequivocabilmente di genere, resistette alla tentazione di farsi travolgere dallo tsunami della statuetta che,
come si sa, porta spesso i suoi vincitori
a scegliere pessimi film. Lui sfoderò
"Philadelphia" per poi seguire la sua
idea di cinema, più musica e documentari che film di fiction. Tanto che sembrava essere diventato 'solo' il miglior
documentarista del mondo, esaltando
gli spettatori con quel capolavoro che è
"The agronomist", vibrante denuncia
politica, storica e civile, biopic di un
paese attraverso Jean Dominique, il suo
eroe e martire più romantico, punta di
diamante di una serie di suoi lavori su
Haiti. Arrivò poi la megaproduzione di
"The Manchurian Candidate", forse la
sua unica grande delusione. Bel film,
ma capito poco e male, sulla manipolazione di grandi capitali e poteri forti e
distorti del meccanismo elettorale americano.
Tornò ai doc politici e musicali: "New
Orleans", "Katrina" e "Jimmy Carter",
ma anche l'amico Neil Young (e nel
2010 Bob Marley), i soggetti (a San
Sebastian il suo "Neil Young Trunk
Show: scenes from a concert" veniva
applaudito da un pubblico ipnotizzato
durante la proiezione!). E quando meno
ce lo aspettavamo è arrivato "Rachel sta
per sposarsi". Lo straordinario ed eclettico regista trova la sua sintesi naturale:
la fiction con stile documentario, una
sorta di Dogma rivisto e corretto da
Demme. Ci porta in una famiglia scossa
dal matrimonio atteso e iperorganizzato
di Rachel (Rosemarie DeWitt) e dal ritorno a casa di Kym (Anne Hathaway)
da un centro che l'ha curata dalla sua
dipendenza per alcol e droghe dopo un
incidente letale per questo nucleo apparentemente normale. Il cineasta la segue al gruppo di recupero cosi come
alle prove della cerimonia, lo fa con
pazienza e attenzione. La splendida
musica di una colonna sonora inusuale
e sempre diegetica, la regia magnifica
che rende irresistibile ciò che in mano
di altri sarebbe noioso - la gara di carico lavastoviglie diventa un thriller, il
rito dei discorsi è lungo ma vorresti non
finisse mai - un ensemble di attori semplicemente perfetto si incastrano, come
in un puzzle, alla bella sceneggiatura
della figlia d'arte Jenny Lumet.
C'è molto Altman in questo film, ma c'è
soprattutto Demme, la sua sensibilità
profonda e spietata, la sua incapacità di
rimanere in superficie. Amici, artisti,
parenti, collaboratori, musicisti tra la
casa e il giardino della festa hanno vissuto, interagito e recitato. Senza sapere
dove, come, quando e quanto sarebbero
stati ripresi. Il cinema che accade. Anne
Hathaway è sontuosa, così come 'suo'
padre Bill Irwin, figura tenera e tragica
che con la sua fragile e monumentale
forza si assume il peso insostenibile di
tutte le colpe di una famiglia disastrosa,
disastrata e disperatamente unita. Un
film corale e rivoluzionario in cui nulla
è tradizionale ma tutto è classico. Provate a non adorarlo.
Liberazione - 21/11/08
Boris Sollazzo

Documenti analoghi

rachel sta per sposarsi

rachel sta per sposarsi artigiano e talent-scout Roger Corman (in questo film, non a caso, in un cammeo con videocamera!), ha saputo reinventarsi piĆ¹ volte, sapendo sconfiggere persino il successo, sempre fedele a se stes...

Dettagli

Scheda film - Cineteatro Baretti

Scheda film - Cineteatro Baretti RACHEL STA PER SPOSARSI un film di Jonathan Demme Con:

Dettagli

versione per la stampa

versione per la stampa RACHEL STA PER SPOSARSI regia Jonathan Demme con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Bill Irwin, Tunde Adebimpe, Debra Winger, Mather Zickel sceneggiatura Jenny Lumet fotografia Declan Quinn montaggio...

Dettagli