Tondelli: il sound della pagina

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Tondelli: il sound della pagina
Tondelli: il sound della pagina
di Eleonora Iuliani
Il mio piccolo contributo in questo seminario riguarda uno degli aspetti, a mio parere,
più creativi e affascinanti delle pagine tondelliane, quello che Tondelli stesso ha definito il
“sound della pagina ”. Questo sound ha inevitabilmente a che fare con la musica, che è
stata per Tondelli preziosa fonte d’ispirazione e compagna di vita, una sorta di sottofondo
alla sua vitalità curiosa ed inquieta.
Da ragazzo la musica come sottofondo ai suoi sogni, a quell’affamato desiderio di altri
orizzonti, rispetto a quelli ristretti del borgo, poi, in età più adulta, come sottofondo a
progetti ed elaborazioni professionali innovativi e oggi più che mai attuali.
Oltre ai tanti lavori esplicitamente rivolti alla musica, essa risulta l’anima più intima di
tutti i suoi scritti, soprattutto dei suoi romanzi.
L’argomento, tra l’altro, è stato brillantemente trattato da Bruno Casini nella sua
raccolta, intitolata appunto Tondelli e la musica, in cui si fa riferimento ai vari aspetti di
questo rapporto, attingendo esempi un po’ da tutti i suoi lavori.
La mia attenzione, invece, vuole concentrarsi esclusivamente sui romanzi, nei quali la
musica è presenza costante, soffusa.
L’aspetto più immediato è sicuramente quello dei riferimenti diretti, delle citazioni
esplicite di cantanti, gruppi musicali, titoli di canzoni, inserite e a volte (come nel caso di
RIMINI) esplicitamente proposte dall’autore stesso come vere e proprie colonne sonore.
Il lettore le percepire non solo come intimo sottofondo musicale, ma anche come indice
inequivocabile di un tempo, di una generazione che, appunto “fa gruppo” anche
ascoltando un disco o preferendo un gruppo musicale ad un altro.
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
Per questioni di tempo ho preferito concentrare i miei esempi sul primo dei romanzi
tondelliani, che è poi quello più “impastato” di note, di melodie e di voci.
In Altri libertini il rapporto tra testo e musica è particolarmente intenso ed intimo, è un
rapporto d’amore che spesso approda a fusioni assolutamente perfette.
Al di là, quindi, dei riferimenti chiari a nomi o titoli di canzoni, mi riferisco a momenti
in cui Tondelli “prende in prestito” dalla musica, dal rock soprattutto, la poesia di certe
canzoni e la scioglie tra le parole del racconto, in un incontro fluido, senza punteggiature o
pause particolari.
I testi di alcune canzoni diventano semplicemente parole tra parole, tessuto narrativo.
Faccio solo un esempio:
[il racconto è “Altri libertini”, siamo a pag.168, uno dei protagonisti, il Miro, distrutto da
un amore folle per Andrea, la new entry del gruppo, immagina di rivolgersi a lui con
queste parole…]
PRIMO LUCIDO ( p.168 I’ll be your mirror )
[si tratta delle parole di una canzone di LOU REED, intitolata appunto I’LL BE YOUR
MIRROR]
SECONDO LUCIDO (testo di Lou Reed+ traduzione)
La parte del racconto precedente a questa ha una struttura narrativa molto fitta, veloce,
incalzante, interpreta l’ansia, la concitazione del Miro che cerca disperatamente una
conferma d’amore, ma il suo tentativo di essere fermo, determinato, di “dirla tutta” in un
solo fiato, alla fine si scioglie in una richiesta dolce e struggente.
Il passaggio, quindi è inevitabilmente d’effetto, è come tuffarsi a tutta velocità in
un’improvvisa pausa pacata e dolce, una sorta di sospensione melodica che ha come
sottofondo la voce intensa di Lou Reed.
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
Questa fusione calda tra musica e testo ha la capacità di rendere quasi palpabile
un’atmosfera, uno stato d’animo.
Altri libertini è stato a più voci definito un libro ROCK e la presenza di nomi come Lou
Reed, Robert Wyatt, Tim Buckley ne è certo una conferma, in realtà ciò che, più di ogni
altro riferimento musicale, fa di Altri libertini un rock e che si impone senza dubbio come
novità espressiva di Tondelli è appunto quel “sound della pagina” di cui parlavo all’inizio.
La musica non è solo elemento esterno da inserire nel testo e la pagina non è solo un
catalogo più o meno ricco di scelte musicali, la pagina è musica, è materiale sonoro.
E’ musica prima di tutto il linguaggio, libero da schemi prestabiliti, disinvolto,
scanzonato. Tondelli rifiuta ogni bon-tòn letterario, sceglie la vivacità del linguaggio
parlato e lo sfrutta al massimo del suo potenziale sonoro.
La scrittura è un laboratorio in cui è lecito sperimentare ed attingere da ambienti diversi
e lontani tra loro, dal cinema, alla musica, al fumetto, agli irriverenti slang giovanili, è
lecito unire parole solitamente divise, crearne delle nuove, esprimere stupore con
un’interiezione esagerata, riprodurre un suono con un’onomatopea, giocare con le rime
creare filastrocche e inserirle all’improvviso.
Il linguaggio è, nelle mani di Tondelli, uno strumento musicale.
A questo punto ho elencato qualche esempio di questi giochi musicali fatti con il
linguaggio: onomatopee, interiezioni, fumetti, rime e assonanze. Anche estrapolati dal loro
contesto, rendono perfettamente il senso di quanto detto.
TERZO LUCIDO (onomatopee-interiezioni-rime )
Accanto a questa “musicalità linguistica”, l’altro aspetto di questo sound è il ritmo,
volutamente ricercato, prima di tutto nella struttura del libro che predilige la scansione in
racconti, più veloci ed immediati, da bere “tutti d’un fiato”, al posto del racconto
monolitico, che ha inevitabilmente un ritmo più lento e meno differenziato.
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
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Questo stesso ritmo si cala poi nella pagina, Tondelli lo insegue soprattutto nelle sue
lunghe, lunghissime elencazioni, spesso rese fitte e veloci dall’uso dell’asindeto. Senza
congiunzioni le parole, separate solo da virgole, si avvicinano e si rincorrono in una lettura
serrata, rapida, tutta d’un fiato, talvolta in questi fiumi di parole senza pause si incontrano
rime e assonanze che creano piccoli e veloci motivetti.
QUARTO LUCIDO ( Autobahn p.190)
[in questa pagina, che è già di per sé un esempio di rock, vediamo proprio queste fitte
elencazioni, ho evidenziato, in questo caso, soprattutto le rime e le assonanze, che entrano
nella pagina in sordina e creano sottili flessioni musicali]
Altre volte a scandire il tempo di queste elencazioni troviamo polisindeti e anafore che
creano ripetizioni fonetiche quasi ossessive e che danno alle pagine cadenze precise, come
marcate da una mano che batte il tempo.
Altre volte, invece è la totale assenza di punteggiatura a padroneggiare, catturando per
un attimo il ritmo in improvvise sospensioni.
Con l’ultimo lucido propongo un esempio proprio dell’ accostamento e dell’intreccio di
tutte questa figure retoriche e di questi giochi di punteggiatura che plasmano la pagina in
evidenti flessioni e modulazioni ritmiche.
Polisindeti, asindeti e poi anafore, assenze di punteggiatura si affiancano e si
accavallano, creando proprio effetti di espansioni e contrazioni, di accelerazioni e
rallentamenti, che, uniti alla musicalità di certe scelte linguistiche danno la percezione di
quello spirito rock che è Altri libertini.
QUINTO LUCIDO ( esempio finale p.181-182 )
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
I LUCIDO: ALTRI LIBERTINI – pag 168
E allora ti prego Andrea allarga le braccia; Lasciami entrare, non sai la bellezza che ti appartiene piccolo,
lascia che sia io a dimostrare la tua cecità, lascia che sia i tuoi occhi, il tuo specchio Andrea e allora
rifletterò chi tu sei e sarò anche il vento, la pioggia, il tramonto, il deserto e l’alba alla finestra per quando
cercherai il cammino nella notte, lasciami entrare tra le tue braccia Andrea lasciami, ehi piccolo I’ll be
your mirror… io ti amo e ti bramo amore mio e allora se devi nasconderti e scappare preferirei che non avessi
mai fatto quello che hai fatto, […]
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
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II LUCIDO: TESTO DI LOU REED E TRADUZIONE
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
III LUCIDO: ONOMATOPEE – INTERIEZIONI - RIME.
ONOMATOPEE
Trallallero-trallallà
Du-dudu, du-dudu, yeahhhhh!!!!
Frrr-frrr
INTERIEZIONI
Uééééééééé
ooohhhhhhh
ooo-ooo-ooolé
oeeeee
woooowwwwww
uuuahhhh
aaaggghhhh
aaaa
obssssssssssssssss
PAROLE RUBATE AI FUMETTI
mmmm
fiuhhhhh
sob-sob
aaagggghhh
block
slurp-slurp
zac
bleah
snif-snif
sbrang plumf
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
III LUCIDO: RIME E ASSONANZE
[…]E ora fetente d’un mafioso onnipotente fa pure quel cazzo che vuoi! Eccomi a te! (p.30)
[…]o quella sfigata poveraccia dell’epifania che ogni anno tutte le feste gliele fanno portar via. ( p.41)
[…] perché il nostro tape è un very-very tape […] (p.60)
[…] Ma poi sorride e beve un goccetto di vino e gli luccicano gli occhioni neri, ma tanto neri come il carbòn.
(p.78)
[…] ridi, ridici pure su, noi si che siamo una gran bella tribù. (p.116)
[…]quel tabù così tabù che non ce n’è assolutamente di più. (p.166)
[…]perchè il vino è farmaco dei mali e credete a me, questa è l’unica risposta che al mondo c’è. (p.179)
[…]entra entra vino santo strapazza il dolore, produci calore, sciogli l’uovo del mio cuore, fammi infine
vomitare e cacciar lontano il mio gran male. (p.179)
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
IV LUCIDO: ALTRI LIBERTINI – PAG 190
Ma il cineocchio mio amerà, oooohhhh se amerà la fauna di questi scassati e tribolati anni miei, certo che
l’amerà. L’occhiocaldo mio s’innamorerà di tutti, dei freak dei beatnik e degli hippy, delle lesbiche e dei
sadomaso, degli autonomi, dei cani sciolti, dei froci, delle superchecche e dei filosofi, dei pubblicitari ed
eroinomani e poi marchette trojette ruffiani e spacciatori, precari assistenti e supplenti, suicidi anco ed
eterosessuali, cantautori et beoni, imbriachi sballati scannati bucati e forati. E femministe, autocoscienti,
nuova psichiatria, antipsichiatria, mito e astrologia, istintivi della morte e della conoscenza, psicoanalisi e
semiotica, lacaniani junghiani e profondi. Eppoi tutti quanti gli adepti di Krishna, di Geova, del Guru, del
Brahamino, dello Yogi. […]
E ancora tutti quanti i transessuali, i perversi, i differanti, i situazionali, gli edipici, i preedipici e i
fissati, i masturbatori e i segaioli, i corporali, i biologici, i macrobiotici, gli integrali, gli apocalittici, i
funamboli, gli animatori, i creativi, i performativi, i federativi, i lettristi, i brigatisti, i seminaristi, i
fiancheggiatori, i mimi e gli istrioni, i funerei, i piagnoni, i mortiferi e i bestemmiatori, i blasfemi, i
boccaloni, i grafomani e gli esibizionisti e i masochisti e tutta quanta quell’altra razza di giovani Golden e
giovani Torless, giovani Werther e giovani Ortis, giovani Heloise e giovani Cresside, giovani Tristani,
giovani Isotte, giovani Narcisi e Boccadori , giovani Cloridani e Medori, giovani Curiali e giovani Nisi,
Romei e Giuliette.
Eppoi nuovi trimalcioni, e nuovi Hidalgo, autori da giovani da cuccioli e da
scimmiotti, oppiomani, morfinomani, spinellatori, travoltini, trasversali[…] Nonché
stupratori viziosi e incannatori. E questi caromio, saranno i personaggi e le figure del
nuovo cinema mio, il Rail Cinema, il DRUNK, very-drunk, CINEMA, ok?
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Seminario Tondelli, quarta edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 18 dicembre 2004.
Intervento di Eleonora Iuliani, Tondelli:il sound della pagina.
V LUCIDO: ALTRI LIBERTINI – PAG. 181 - 182
Ma il cineocchio mio amerà, oooohhhh se amerà la fauna di questi scassati e tribolati anni miei, certo che
l’amerà. L’occhiocaldo mio s’innamorerà di tutti, dei freak dei beatnik e degli hippy, delle lesbiche e dei
sadomaso, degli autonomi, dei cani sciolti, dei froci, delle superchecche e dei filosofi, dei pubblicitari ed
eroinomani e poi marchette trojette ruffiani e spacciatori, precari assistenti e supplenti, suicidi anco ed
eterosessuali, cantautori et beoni, imbriachi sballati scannati bucati e forati. E femministe, autocoscienti,
nuova psichiatria, antipsichiatria, mito e astrologia, istintivi della morte e della conoscenza, psicoanalisi e
semiotica, lacaniani junghiani e profondi. Eppoi tutti quanti gli adepti di Krishna, di Geova, del Guru, del
Brahamino, dello Yogi. […]
E ancora tutti quanti i transessuali, i perversi, i differanti, i situazionali, gli edipici, i preedipici e i
fissati, i masturbatori e i segaioli, i corporali, i biologici, i macrobiotici, gli integrali, gli apocalittici, i
funamboli, gli animatori, i creativi, i performativi, i federativi, i lettristi, i brigatisti, i seminaristi, i
fiancheggiatori, i mimi e gli istrioni, i funerei, i piagnoni, i mortiferi e i bestemmiatori, i blasfemi, i
boccaloni, i grafomani e gli esibizionisti e i masochisti e tutta quanta quell’altra razza di giovani Golden e
giovani Torless, giovani Werther e giovani Ortis, giovani Heloise e giovani Cresside, giovani Tristani,
giovani Isotte, giovani Narcisi e Boccadori , giovani Cloridani e Medori, giovani Curiali e giovani Nisi,
Romei e Giuliette.
Eppoi nuovi trimalcioni, e nuovi Hidalgo, autori da giovani da cuccioli e da
scimmiotti, oppiomani, morfinomani, spinellatori, travoltini, trasversali[…] Nonché
stupratori viziosi e incannatori. E questi caromio, saranno i personaggi e le figure del
nuovo cinema mio, il Rail Cinema, il DRUNK, very-drunk, CINEMA, ok?
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