Rapporti sui casi di studio e analisi comparata
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Rapporti sui casi di studio e analisi comparata
Programma uffici europa delle provincie Formez - UPI Sostegno alla qualificazione degli assetti organizzativi e tecnico professionali Rapporti sui casi di studio e analisi comparata 1 Il Programma Uffici Europa delle Province UPI Formez. Sostegno alla qualificazione degli assetti organizzativi e tecnico professionali è un progetto finanziato dal Dipartimento delle Funzione Pubblica e promosso da Formez e Unione delle Province Italiane (Upi) che si sono avvalsi quale soggetto attuatore di Tecla - Associazione per la cooperazione transregionale, locale ed europea. La redazione dei testi, per quanto riguarda la prima parte, è a cura di Cristina Ferrari e Giovanni Bursi (cap. 3). Gli studi di caso sono stati realizzati da: ??Julia Draganovic: Province di Torino, Varese e Pisa; ??Carmelo Messina: Provincia Regionale di Messina, Province di Cagliari e Cosenza; ??Rita Privitelli: Provincia dell'Aquila: ??Domenico Ranesi: Provincia di Modena ??Carlo Scaramuzzino: Province di Roma e Genova. Roma, dicembre 2003 2 INDICE Parte prima - Rapporto di analisi comparata sui casi di studio Parte prima 4 Rapporto di analisi comparata sui casi di studio 4 1. 5 Politiche comunitarie e Uffici Europa: analisi comparata dei modelli di funzionamento 1.1 Metodologie di classificazione e campionamento 5 1.2 Comparazione a livello macro dei 10 casi indagati 9 1.3 Modello organizzativo: una analisi comparata 28 1.4 Servizi e buone prassi relative allo sviluppo di progetti 42 1.5 Il sistema di relazioni 58 1.6 Knowledge Management 65 Parte seconda - I casi di studio 74 1. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia Regionale di Messina 75 7. Conclusioni 90 2. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia dell'Aquila 92 3. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia di Genova 103 4. L'Ufficio Europa della Provincia di Torino 111 5. L'Ufficio Europa della Provincia di Varese 131 6. L'Ufficio Europa della Provincia di Roma 143 7. L'Ufficio Europa della Provincia di Pisa 156 8. L'Ufficio Europa della Provincia di Cagliari 172 9. L'Ufficio Europa della Provincia di Cosenza 190 10. L'Ufficio Europa della Provincia di Modena 3 210 Parte prima Rapporto di analisi comparata sui casi di studio 4 1. Politiche comunitarie e Uffici Europa: comparata dei modelli di funzionamento 1.1 analisi Metodologie di classificazione e campionamento Il presente elaborato intende dar conto, in modo comparato, degli studi di casi realizzati aventi come oggetto gli Uffici Europa e, più in generale, attività e servizi offerti relativi a politiche, programmi, progetti, finanziamenti comunitari da parte di alcune Amministrazioni Provinciali e finalizzati ad analizzare in profondità la situazione attuale di tali Uffici/Servizi nelle Province coinvolte. Nel rimandare al documento Metodologia della ricerca per i casi di studio e strumenti di analisi per una illustrazione puntuale ed approfondita delle scelte di carattere metodologico, si presenta in questa sede una sintesi di tali scelte. In particolare, gli obiettivi prioritari assunti dagli studi di caso sono: ??fornire una visione, in chiave comparata, delle attuali modalità organizzative adottate dagli Uffici Europa delle Province e delle condizioni di contesto che ne determinano l'efficacia; ??rendere espliciti i modelli utilizzati, le buone prassi, le strategie, le criticità, le debolezze, i punti di forza dei casi indagati; ??identificare le attività realizzate e gli assetti tecnico professionali utilizzati, in relazione alle modalità organizzative prodotte; ??facilitare la circolazione di informazioni, di competenze e di esperienze e buone prassi, fornendo spunti, riflessioni, strumenti tratti da concrete realtà e ritenuti capaci di determinare valore aggiunto. Partendo dagli esiti della mappatura degli Uffici Europa effettuata sull’intero territorio nazionale, sono stati individuati 10 casi di studio (pari al 10% dell'universo di riferimento costituito dalle 100 Province italiane), sulla base di un sistema integrato di criteri di finalizzati alla selezione. 5 Vista la suddivisione dell'universo di riferimento, costituito dal 72% di Province con Ufficio Europa e dal 28% di Province senza Ufficio Europa, si è deciso di costituire un campione di analisi composto da 7 esperienze di gestione delle politiche comunitarie con l'Ufficio Europa e da 3 esperienze di gestione di tali politiche senza il supporto di tale ufficio, garantendo in questo modo la rappresentatività rispetto all'universo di riferimento. In altri termini, 7 casi sono dedicati ad indagare realtà innovative e dotate di efficacia, per le quali si ritiene avviata una vera e propria esperienza di Ufficio Europa anche se, in alcuni casi, si rileva una maggiore tendenza ad una sostanziale attuazione nella pratica di lavoro e di servizio, piuttosto che ad una vera e propria formalizzazione organizzativa; 3 casi, invece, sono stati dedicati ad indagare quelle situazioni in cui le Province non hanno avviato alcuna attività che facesse riferimento a strutture organizzative del tipo Uffici Europa. Al fine di pervenire ad un campione signiifcativo territorialmente ed esperienzialmente rispetto alla gestione delle politiche comunitarie, i casi selezionati per le indagini in profondità (cfr. tabella 1), sono stati selezionati sulla base di un sistema integrato di 4 criteri di cui il primo è stato incrociato con tutti gli altri. In particolare, i criteri individuati sono stati: 1. la collocazione territoriale: vista la distribuzione territoriale degli Uffici Europa, collocati prevalentemente in termini assoluti nelle Province del Nord Italia, il criterio ha consentito di condurre all'individuazione di quattro esperienze collocate presso Province del Nord, 3 del Centro Italia e 3 della zona Sud-Isole. 2. la presenza o meno di una struttura formalizzata di Ufficio Europa: come già anticipato, il criterio ha richiesto di selezionare 7 Province con Ufficio Europa e 3 senza tale strumento. Tale criterio è stato incrociato con quello precedente (n. 1), individuando pertanto 1 Provincia senza Ufficio Europa per ciascuna delle tre macro aree (Nord, Centro, Sud-Isole); 3. la dimensione territoriale/istituzionale della provincia: si è individuata la necessità di mettere a confronto esperienze di politiche comunitarie implementate da Province di grandi dimensioni (individuate nelle Province capoluogo) piuttosto che di medie dimensioni. Tale criterio è stato incrociato con quello territoriale (n. 1), individuando 1 Provincia capoluogo per ogni macroarea (Nord, Centro, Sud-Isole); 6 4. l'anno di istituzione dell'Ufficio Europa: applicato solo alle 7 Province con l'Ufficio Europa, si è individuata la necessità di analizzare in particolare Uffici Europa consolidati (istituiti prima del 2000). Tale criterio è stato incrociato con quello territoriale (n. 1), individuando 1 Provincia istituita prima del 2000 per ogni macroarea (Nord, Centro, Sud-Isole); Attraverso tale sistema di criteri, e verificando la disponibilità della Provincia ad essere considerata uno studio di caso, si costituito il campione di analisi così come evidenziato dalla tabella successiva e sono state pertanto selezionate le Province oggetto dello studio di caso. Tab. 1. Campione di casi indagati Amministrazione Provinciale 1. Messina 2. L’Aquila 3. Genova 4. Torino 5. Modena 6. Varese 7. Roma 8. Pisa 9. Cagliari 10. Cosenza Collocazione territoriale Presenza Ufficio Europa Dimensione Provincia Anno di costituzione Sud Centro Nord Nord Nord Nord Centro Centro Sud Sud No No No Si Si Si Si Si Si Si Media Media Grande Grande Media Media Grande Media Grande Media 1996 1999 2000 2000 1998 2002 1998 Il lavoro di analisi in profondità dei 10 casi selezionati si è svolto durante il mese di dicembre 2003, attraverso l’utilizzo di 5 ricercatori impegnati sulle diverse realtà coinvolte. Le principali difficoltà riscontrate nella realizzazione degli studi di casi in generale da tutti i ricercatori fanno riferimento alla complessità dell'indagine e al periodo storico di grande impegno per gli enti locali e per gli Uffici Europa in particolare a causa del semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea e, in parte, anche alla prossima scadenza elettorale. Questo ha comportato alcune difficoltà non solo nel reperire la disponibilità di tutti i soggetti previsti per le interviste, ma anche nell’utilizzare tutti gli strumenti creati e nel raccogliere in modo completo la documentazione auspicata. Di conseguenza, in alcuni casi è stato necessario ricorrere ad interviste telefoniche a sostegno dell'approfondita ricerca sul campo. Inoltre, in alcuni casi è risultato difficoltoso individuare i soggetti “adeguati” a cui sottoporre le interviste, laddove, in particolare, si è da poco verificato un cambiamento 7 di amministrazione in seguito alle recenti elezioni, condizione che determina necessariamente una fase di transizione e di modifica degli assetti organizzativi e degli organici tale da generare un transitorio periodo di incertezza nell’identificazione chiara di ruoli e responsabilità. Rispetto poi alle interviste realizzate, è interessante notare che la maggior parte dei soggetti a cui sono stati sottoposti i questionari previsti dall’indagine, e che sono direttamente coinvolti nella gestione/realizzazione delle attività e dei servizi degli Uffici Europa, risultano essere in possesso di un Diploma di Laurea ad indirizzo Umanistico (Scienze Politiche, Sociologia, Giurisprudenza, Scienza della Comunicazione, Filosofia). Probabilmente questo elemento è riconducibile al fatto che tali facoltà universitarie forniscono quella fondamentale base culturale indispensabile per un efficace inserimento in tali realtà lavorative, oltre che una maggiore predisposizione per le attività tipiche degli Uffici Europa, che oltre a notevole flessibilità in termini di carichi e orari di lavoro, richiedono necessariamente la disponibilità a frequenti trasferte anche all’estero e l’adattabilità continua a nuove modalità, strumenti e prassi lavorative, dovendo continuamente confrontarsi con realtà ed organizzazioni diverse. Nella stesura del presente elaborato di analisi comparata dei 10 studi di casi si intende rispondere ad una duplice esigenza: da un lato, fornire una fotografia, in chiave comparata, della situazione dei casi analizzati dal punto di vista organizzativo e metodologico, in riferimento ai modelli applicati, ai servizi erogati e realizzati, alle strategie adottate, alle attività/progetti realizzati, evidenziando, laddove possibile, elementi omogenei e di differenziazione e punti di forza e debolezza; dall’altro, fornire esemplificazioni, esperienze, competenze e best practices che possano costituire spunti di riflessione e utili strumenti da replicare al fine di migliorare i servizi offerti e generare così valore aggiunto. In questa ottica, il primo paragrafo intende fornire una sintetica fotografia della situazione dei singoli casi indagati, evidenziandone le fondamentali caratteristiche non solo in termini di struttura e servizi erogati, ma anche sottolineando i principali punti di forza e criticità emersi. Successivamente, si entrerà maggiormente nel dettaglio dell’analisi comparata, attraverso un confronto approfondito di alcune tematiche/ambiti specifici, in particolare: nel paragrafo 2 verranno presentati i modelli organizzativi di 8 ciascun caso, con l’obiettivo di dedurre quanto meno delle tendenze comuni dal punto di vista dell’organizzazione e della suddivisione di ruoli e responsabilità, ed evidenziando sia le condizioni di contesto che si ritiene influenzino il successo delle attività legate alle Politiche Comunitarie, sia le buone prassi raccolte; nel paragrafo 3 verranno presentati nel dettaglio i servizi e le attività specifiche di ciascuna realtà indagata, nel tentativo di far emergere strategie di sviluppo e procedure e metodologie di lavoro eventualmente replicabili in altri contesti; il paragrafo 4 farà invece riferimento al sistema di relazioni e al network creato dai casi indagati, sia dal punto di vista interno all’Amministrazione Provinciale, sia dal punto di vista di contatti e collaborazioni esterne, siano esse locali, regionali, nazionali e internazionali. Infine, il paragrafo 5 verterà invece sul knowledge management, inteso, da un lato, come il sistema informativo a disposizione delle strutture indagate che garantisce la circolazione delle informazioni all’interno anche attraverso l’utilizzo di strumenti di informazione e promozione dei servizi utilizzati dagli Uffici stessi nello svolgimento delle loro attività, e dall’altro come le esigenze di formazione, aggiornamento e specializzazione evidenziate dagli intervistati al fine di garantire un servizio più adeguato e rispondente alle esigenze ed alla mission individuata. Nella trattazione e descrizione delle singole aree indagate verrà tenuta in considerazione la distinzione tra le realtà considerate prive di un Ufficio Europa strutturato, e quelle in cui si rileva una struttura definita e in molti casi formalizzata, così come anche descritto in precedenza. 1.2 Comparazione a livello macro dei 10 casi indagati Il presente paragrafo intende fornire una “sintetica fotografia” relativa alla situazione attuale delle realtà indagate, tentando di cogliere delle prime linee di tendenza rispetto a composizione dello staff, servizi erogati, relazioni instaurate, punti di forza e criticità, sempre tenendo in considerazione la distinzione tra Amministrazioni con e senza Ufficio Europa. Di seguito vengono, pertanto, riportate delle schede riassuntive delle principali caratteristiche rilevate per ciascun caso analizzato che evidenziano: la denominazione del servizio/ufficio; la collocazione dello stesso all’interno dell’Amministrazione 9 Provinciale di riferimento; i servizi erogati; le principali tipologie di progetti e finanziamenti comunitari utilizzati; le principali caratteristiche in termini di contesto o comunque di condizioni che risultano particolarmente rilevanti per l’efficacia delle attività legate alle politiche e programmi comunitari; il fondamentale network di contatti e relazioni che caratterizza ciascuna realtà; i punti di forza e criticità emersi e ritenuti maggiormente rilevanti per ciascun caso. Tale lavoro di sintesi risulta di particolare rilevanza in quanto fornisce al lettore un quadro chiaro delle singole realtà, consentendo un primo confronto tra le caratteristiche essenziali in termini soprattutto organizzativi, che verranno poi maggiormente sviluppati nei paragrafi successivi. 10 Provincia MESSINA Ufficio Europa ? SI X NO Denominazione Assessorato / Settore Assessorato allo Sviluppo Economico e alle Politiche Comunitarie Assessore allo Sviluppo Economico e Politiche Comunitarie Direttore Generale Funzionario Responsabile Istruttore Amministrativo Usciere Coordinamento tra i diversi assessorati interessati a finanziamenti e Servizi erogati programmi comunitari - Gestione delle informazioni - Assistenza alla progettazione - Responsabilità complessiva nelle fasi di gestione, rendicontazione, monitoraggio e valutazione Fondi strutturali Tipologia Progetto "Sistema Informativo Territoriale" - misura 5.05 Asse Città Reti progetti/finanziamenti POR Sicilia - Programma LIFE - Progetto Riqualificazione dell'area della Riserva Naturale di Capo Peloro - Programma URBAN Italia - Progetto Recupero ambientale e fruitivo dei laghi e sponde della laguna di Capo Peloro. - Fase di transizione dovuta al recente cambiamento dell’Amministrazione Caratteristiche Provinciale ? modifica in atto della pianta organica e struttura organizzativa; nomina in atto dei dirigenti; ridisegno complessivo dei servizi e degli uffici - Novembre 2003: deliberazione a favore dell’istituzione dell’Ufficio Europa (Precedente Amministrazione: presenza dell’Ufficio Europa Ruolo attivo e positivo sul piano delle relazioni locali e della Relazioni programmazione negoziata - Intenzione di aderire a network regionali, nazionali e internazionali - Intenzione di aderire a Tecla Principali punti di - Presenza di un assessore delegato alle Politiche Comunitarie che consente una guida univoca ed esperta, che svolge un ruolo fondamentale - Positiva circolazione interna delle informazioni - Coinvolgimento determinante nella programmazione locale negoziata - Procedure codificate relativamente alla gestione dei procedimenti amministrativi - Struttura fortemente orientata alla progettualità europea ed ai rapporti con gli altri servizi della Provincia Forte ruolo e coinvolgimento di consulenza esterna nelle diverse fasi del Principali criticità: ciclo di vita del progetto - Assenza di un programma di crescita e rafforzamento delle competenze del personale - Mancanza di procedure codificate di analisi dei bisogni e conseguente scarsa sistematicità delle azioni relative alle politiche/programmi comunitarie Staff - 11 Provincia L’AQUILA Ufficio Europa ? SI Denominazione Unità “Finanziamenti e Progettazioni” Settore Politiche del Lavoro e dei Finanziamenti Assessorato / Settore X NO Dirigente Funzionario n. 2 Amministrativi n. 7 collaboratori coordinati e continuativi n. 3 collaboratori esterni Società esterna incaricata delle attività di rendicontazione, assistenza tecnica, consulenza, collaborazione e front office sul P.O.R. - Gestione dell’informazione (interna ed esterna) Servizi erogati - Assistenza alla progettazione - Costituzione di gruppi di lavoro trasversali e provvisori per la gestione di grossi progetti (gestione e rendicontazione) - Attività di formazione rivolta ai funzionari di altri settori e attori locali - Finanziamenti nazionali Tipologia - Finanziamenti Regionali progetti/finanziamenti - Fondi strutturali - Programmi comunitari Unità “Finanziamenti e Progettazioni” istituita con formale atto deliberativo Caratteristiche di Giunta nel 1999 - Settori interessati alle progettazioni comunitarie: Urbanistica e Ambiente - Istituzionalizzazione del rapporto con attori locali: Comuni, Associazioni Relazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali - Partenariato orizzontale consolidato e totale Principali punti di - Natura trasversale dell’unità indagata - Flusso informativo costantemente aggiornato - Formalizzazione dei rapporti con attori locali attraverso atti che definiscono compiti, funzioni, assistenza tecnica - Attività di valutazione dell’opportunità di partecipare ad un bando - Procedure abbastanza chiare relativamente ai processi di analisi dei bisogni, informazione, presentazione di progetti, coinvolgimento di partner, definizione del budget - Istituzione nel PEG di un apposito capitolo “Spese non riconoscibili e cofinanziamento” Poco spazio a disposizione Principali criticità: - Controllo della spesa finanziaria di tipo quantitativo, piuttosto che qualitativo - Costituzione di partenariati - Autorità di gestione rigida e poco disponibile Staff - 12 Provincia GENOVA Ufficio Europa ? SI Denominazione Assessorato Attività svolte da funzionari della Segreteria generale / Segreteria generale Staff - Servizi erogati - Caratteristiche Relazioni N. 2 Funzionari dipendenti Attività legate al coinvolgimento della Provincia in “Arco Latino” Attività marginale, per lo più derivante da sollecitazioni e proposte esterne, di: - Coordinamento interno alla Provincia relativo alle attività comunitarie - Gestione delle informazione - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione di partenariati e relazioni esterne - Mancanza di un ufficio strutturato con compiti di gestione delle politiche comunitarie - Approvazione da parte della Giunta provinciale di un progetto di macrostruttura che prevede l’istituzione di un Ufficio Europa, alle dipendenze del Direttore Generale, con due unità: 1. revisione dei regolamenti e sponsorizzazione, e-government; 2. supporto alle aree - Adesione all’Associazione Arco Latino Principali punti di Principali criticità: X NO Processo di riflessione in atto - Assenza di competenze e funzioni provinciali sui fondi europei, in quanto la provincia non può gestire linee di finanziamento - Mancanza di una politica organica in materia di progetti comunitari - Mancanza di obiettivi e strumenti per un “ufficio dei progetti europei” - Mancanza di un capitolo di bilancio sulle politiche dell’UE - Mancanza di un programma di formazione interna 13 Provincia TORINO Ufficio Europa X SI Denominazione Servizio Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali Assessorato Staff Sito Servizi erogati Progetti ? NO / Politiche Comunitarie: Assessorato al Bilancio Relazioni Internazionali: Presidenza della Provincia - n. 12 dipendenti (Dirigente, Funzionari, Funzionari Amministrativi) - n. 4 consulenti - n. 2 tirocinanti - n. 7 volontari del servizio civile internazionale www.provincia.torino.it/europa (Accesso dal sito della Provincia di Torino) 3 principali aree di attività: 1. INFO POINT EUROPA: - Gestione delle informazioni - Coordinamento di tutti gli Info Point Europa in Italia e rappresentanza europea 2. RELAZIONI INTERNAZIONALI - Assistenza a tutti i rapporti internazionali della Provincia - Assistenza e attività preparatoria ai compiti internazionali del Presidente della Provincia, in particolare presso l’UE (Presidente del Comitato delle Regioni a Bruxelles) - Negoziazioni sui fondi strutturali Obiettivo 1 e 2 (no gestione diretta) 3. SERVIZIO POLITICHE COMUNITARIE - Gestione delle informazioni - Assistenza alla progettazione e gestione di progetti europei (anche dal punto di vista finanziario) - Gestione di partenariati e relazioni internazionali - Assistenza finalizzata al controllo della congruenza tra gestione e regole UE - Formazione interna (lingue straniere, risvolti ed applicazioni delle politiche europee a livello locale) - 29 progetti presentati (18 approvati, 8 rifiutati, 3 in attesa di valutazione) Forte collocazione all’interno della Provincia ? politiche comunitarie determinanti nelle scelte di quasi tutti i settori - Consolidata esperienza nella cooperazione europea, formalizzata nel 1996 con la costituzione dell’Ufficio Europa - Fusione tra Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali - Collaborazioni intense con Comuni, scuole, università, associazioni, singoli Relazioni cittadini - Intensi e diretti rapporti con istituzioni dell’UE, anche grazie al ruolo del Presidente della Provincia (Presidente del Comitato delle Regioni a Bruxelles) - Vasta rete di contatti internazionali - Adesione a numerose reti internazionali: Partenalia, Arco Latino, CAFI, Rete delle aree protette alpine, Euromontana, UITP, Metrex, AVEC, URB-AL Rete Tematica 10, Les Rencontres, AEDTF, FMCU, ECSITE e Rete Europea degli Info Point Europa - Accordi internazionali con FAO e PHARE Principali punti di - Coordinatore e motore delle attività europee progettate e realizzate (anche se la gestione dei progetti è affidata ai singoli settori) - L’Ufficio dispone di propri stanziamenti di bilancio per il cofinanziamento - Strumenti e strategie informative strutturate e complete - Forte sostegno, collaborazione e intensi rapporti con i diversi settori dell’Ente, caratterizzati da un giusto equilibrio tra collaborazione e autonomia Principali criticità: - Divisione dei compiti non chiara - Mantenimento di elevata motivazione dello staff - Sovrabbondanza di informazioni e proposte di collaborazione - Ristretti spazi logistici Caratteristiche - 14 Provincia MODENA Ufficio Europa X SI Denominazione Ufficio Politiche Comunitarie Presidenza della Provincia Assessorato / Settore Staff Sito ? NO - Dirigente responsabile - Funzionario tecnico - Amministrativo Accessibile dal sito della Provincia di Modena: www.provincia.modena.it Gestione delle informazioni Formazione sia interna che esterna Sensibilizzazione del territorio Assistenza alla progettazione Ricerca e documentazione Supporto alla capacità di cooperazione degli attori sociali Concertazione sulla gestione di fondi strutturali Fondi strutturali Tipologia Programmi comunitari progetti/finanziamenti PIC (Equal, Interreg) Presenza di un Ufficio Europa all’interno del comune capoluogo qualificato Caratteristiche e riconosciuto - Presenza all’interno di un Comune della provincia di uno sportello Eurodesk Relazione con i Settori più organizzati e tradizionalmente forti Relazioni dell’Amministrazione (Ambiente, Formazione, Agricoltura) - Collaborazioni con la Commissione Europa dell’UPI a livello regionale - Adesione all’Associazione Tecla - Adesione all’Associazione Arco Latino - Adesione all’Associazione Urbal Principali punti di - Motivazione degli operatori e clima interno - Ricchezza dell’esperienza - Competenza delle risorse umane - Forte vocazione alla creazione e gestione di reti e partenariati Mancanza di un punto di accumulazione vero e proprio per le competenze e Principali criticità: le conoscenze delle materie “europee” - Mancanza di stabilizzazione nel rapporto di lavoro del personale Servizi erogati - 15 Provincia VARESE Ufficio Europa X SI Denominazione Servizio Politiche Comunitarie e Sviluppo Locale Gabinetto della Presidenza Assessorato / Settore Staff Sito Servizi erogati Tipologia progetti/finanziamenti ? NO - Assessore Dirigente – Responsabile Ufficio Europa Funzionario - Coordinatore dell’Ufficio Politiche Comunitarie Tecnico amministrativo Consulente esterno Ufficio Europa - Esperto di politiche comunitarie (a tempo pieno) Accesso dal sito della Provincia di Varese: www.provincia.va.it - Gestione delle informazioni Gestione progetti (su Fondi strutturali) Assistenza alla progettazione e gestione di progetti ad altri settori dell’Ente Fondi strutturali della Regione Lombardia Fase di definizione e riorganizzazione dell’Ufficio Europa Fase di definizione dell’Ufficio Europa nell’ambito di un Servizio Politiche Comunitarie affiancato dal Servizio Sviluppo Locale - Rapporti con il Formez Relazioni - Necessità di promuovere i servizi dell’Ufficio all’interno dell’Ente Principali punti di - Ruolo determinante dell’Assessore come “motore” delle attività relative alle politiche comunitarie - Servizio di informazione - Assetto poco definito e scarsa chiarezza nella divisione di compiti e ruoli Principali criticità: - Mancanza di pratica e competenze adeguate del personale per la progettazione e gestione di progetti europei - Mancanza di strutture adeguate - Mancanza di disponibilità di un proprio titolo nel bilancio della Provincia - Relazioni interne all’ente - Formazione e aggiornamento dello staff - Partenariati e relazioni esterne Caratteristiche - 16 Provincia ROMA Ufficio Europa X SI Denominazione Assessorato ? NO Ufficio Politiche Comunitarie / Gabinetto della Presidenza Dirigente (Vice presidente di Gabinetto) Funzionario P.O. a tempo pieno n. 3 Funzionari a tempo pieno n. 2 amministrativi a tempo pieno n. 1 amministrativo a prestazione professionale n. 1 consulente esterno in collaborazione coordinata e continuativa 2 principali aree di attività: Servizi erogati 1. ARCO LATINO: attività di segretariato 2. PROGETTI A VALENZA TERRITORIALE LOCALE (fondi strutturali) - Gestione delle informazioni - Organizzazione di convegni e seminari relativi all’utilizzo dei fondi strutturali ex Ob. 2 - Gestione di progetti - Assistenza sull’Ob. 2. ai Comuni Progetti Equal geografici Tipologia Progetti nell’ambito del DOCUP Ob. 2 della Regione Lazio progetti/finanziamenti - Nessun progetto su bandi UE - Modifica e riorganizzazione dell’Amministrazione provinciale Ente in Caratteristiche seguito alle recenti elezioni provinciali (primavera 2003) ? ripensamento del ruolo dell’Ufficio Europa - Clima di attesa legato alla fase di transizione che coinvolgerà nuovi consulenti incaricati di sviluppare le attività dell’Ufficio Adesione all’Associazione Arco Latino Relazioni - Relazioni con i Comuni per l’assistenza su progetti ex ob. 2 Principali punti di - Chiara divisione di ruoli e responsabilità - Positiva circolazione interna delle informazioni - Positivi rapporti dell’Ufficio con i diversi settori dell’Amministrazione provinciale Attività informativa non strutturata Principali criticità: - Attività progettuale sollecitata dall’esterno - Mancanza di attività di progettazione su bandi UE - Tendenza alla costituzione di “piccoli Uffici Europa” all’interno dei singoli Assessorati - Mancanza di disponibilità di un proprio titolo nel bilancio della Provincia - Mancanza di un programma di formazione interna Staff - 17 Provincia PISA Ufficio Europa X SI Denominazione Servizio Politiche Comunitarie Assessorato / Settore Presidenza della Provincia Staff - Sito Servizi erogati ? NO Presidente della Provincia Dirigente Funzionario responsabile dell'ufficio N. 3 collaboratori di cui 2 all’estero (Bruxelles, Hebron) N. 2 stagisti www.provincia.pisa.it/polcom/index.htm 3 principali aree di attività: 1. POLITICHE COMUNITARIE: - Gestione delle informazioni (in outsourcing all’Associazione Tecla) - promozione e coordinamento di progetti e attività - progettazione, gestione, rendicontazione e valutazione di progetti - controllo della rendicontazione dei partner 2. ATTIVITÀ’ DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA: - predisposizione del monitoraggio, dell’attuazione del programma del Presidente - mantenimento dei rapporti con le altre Istituzioni locali e nazionali - stipula di accordi di programma e protocolli d’intesa - gestione dell’Ufficio Stampa 3. ATTIVITA’ INTERNAZIONALI DELLA PROVINCIA: Tipologia progetti/finanziamenti Caratteristiche Relazioni Principali punti di forza - stipula di accordi e protocolli d’intesa - gestione del cerimoniale - supporto alla gestione delle attività di Cooperazione allo sviluppo Finanziamenti da parte di - Commissione Europea - Ministero Affari Esteri - Regione Toscana - Consolidata esperienza nell’ambito delle politiche comunitarie - Provincia fondatore dell’Associazione Tecla - Formalizzazione dell’Ufficio Europa nel 1997 - Gestione dei fondi strutturali, attività per giovani e progetti in ambito sociale affidati ad altri settori dell’ente - Stretti rapporti con l’Associazione Tecla - Accordi con la Scuola Superiore di S. Anna dell’Università di Pisa per stagisti presso l’Ufficio - Collaborazioni con comuni, associazioni senza fine di lucro, camere di commercio e università - Contatti in parte formalizzati con università europee - Numerosi protocolli di collaborazione con Istituzioni Pubbliche dell'UE, dei Paesi candidati e dell'aerea mediterranea (Francia, Spagna, Romania, Polonia, Paesi del Mediterraneo, in particolare il Medio Oriente e Palestina, Lituana, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Russia, Inghilterra, Belgio, Danimarca) - Delega di tutti i compiti che si possono gestire anche all’esterno dell’ente, con particolare riferimento all’Associazione Tecla - Scelta ragionata di personale temporaneo, attraverso la collaborazione con stagisti stranieri provenienti per lo più da università europee - Collocazione presso la Presidenza della Provincia, che funge da “motore” per la presentazione di progetti europei - Efficaci e completi strumenti di diffusione delle informazioni e di promozione dell’Ufficio e delle sue attività 18 Provincia CAGLIARI Ufficio Europa X SI Denominazione Assessorato ? NO Ufficio Europa / Direzione Generale - Direttore Generale - Funzionario - Responsabile dell’Ufficio Europa - Assistente Responsabile Ufficio Europa - Assistente di Ragioneria Servizi dell’Ufficio si rivolgono solo alla Provincia (dal 2004 anche ai Comuni) Servizi erogati - Info Point Europa - Gestione delle informazioni - Assistenza tecnica - Gestione di progetti in tutte le loro fasi (dall’attivazione alla rendicontazione) - Recente istituzione dell’Ufficio Europa (Ottobre 2002), inserito in staff alla Caratteristiche Direzione Generale - Chiarezza negli obiettivi di breve e medio periodo - Equilibrio tra la funzione politica e quella amministrativa e tecnica - Positiva collaborazione dell’Ufficio con i diversi settori dell’Amministrazione Relazioni provinciale - Partecipazione all’Associazione Arco Latino e all’Associazione Tecla - Attività di network attraverso programmi FAD di Formez - Intensa collaborazione con l’Università di Cagliari Principali punti di - Obiettivi chiari e definiti in tema “Europa” - Chiara individuazione di ruoli e responsabilità dei singoli - Ruolo determinante e centrale del Responsabile dell’Ufficio - Positiva circolazione interna delle informazioni - Posizionamento presso la Direzione Generale - Condivisione di strategie e obiettivi - Standardizzazione e codifica di processi, procedure e strumenti che portano alla presentazione e gestione dei progetti Sottodimensionamento della composizione dello staff dell’Ufficio Principali criticità: - Insufficiente formazione per la qualificazione dello staff - Struttura logistica Staff 19 Provincia COSENZA Ufficio Europa X SI Denominazione Ufficio Europa ? NO Assessorato / Settore Staff Sito Servizi erogati Tipologia progetti/finanziamenti - Dirigente Politiche Comunitarie Funzionario Assistente Dirigente Ufficio Ragioneria Accesso dal sito della provincia di Cosenza - Gestione delle informazioni Ricevimento del pubblico (Eurodesk) Prima assistenza tecnica Rendicontazione Attuazione della relazione revisionale e programmatica Progettazione e assistenza alla progettazione POR Partecipazione a bandi sulle linee di bilancio comunitarie Posizione geografica della regione non favorevole Marcata differenziazione tra zone costiere (ricche) e zone interne collinari e montane (molto estese, povere, con alto tasso disagio sociale) - Consolidata esperienza dell’Ufficio Europa (dal 1999), esito del progetto PASS 19, che ha consentito: un’attività di ricerca sull’organizzazione della provincia, il mainstreaming di casi di successo in materia di fondi europei, attività di formazione specifica, tutti fattori determinanti l’impostazione e l’organizzazione dell’Ufficio Europa Comuni della Provincia Relazioni - Istituzioni operanti nel terzo settore - Intenzione di aderire all’Associazione Tecla Fondamentale ruolo del Dirigente dell’Ufficio Principali punti di - Positiva circolazione interna delle informazioni - Modalità di lavoro coordinata con le attività complessive dell’Ente Provincia - Adeguati strumenti informativi sulle politiche comunitarie - Procedure chiare e codificate relative a progettazione, attivazione, rendicontazione di progetti - Coinvolgimento del partenariato locale nella fase di progettazione e realizzazione di progetti Strumenti di controllo non adeguati Principali criticità: - Scarsità di investimenti in risorse umane - Target di riferimento troppo ampio e differenziato - Mancanza di adeguata formazione per la qualificazione dello staff - Mancanza di un sistema di relazioni in materia comunitaria e difficoltà di adesione a partenariati internazionali - Mancanza di un coordinamento strategico delle attività di progettazione Caratteristiche - 20 Incrociando i dati riportati nelle tabelle sopra riportate, il primo dato interessante è ricavabile confrontando il numero e la composizione dichiarata dagli intervistati relativamente alle funzioni ricoperte dallo staff e dal personale impiegato all’interno degli Uffici Europa, o che comunque si occupa di politiche comunitarie, riportata nella tabella che segue (tab. 1.1.), che differenzia altresì tra realtà con e senza Ufficio Europa. Tabella 1.1. Staff e personale coinvolto nelle politiche comunitarie per funzione e realtà con o senza Ufficio Europa Funzione Realtà senza Ufficio Europa Realtà con Ufficio Europa TOTALE Assessore/Presidente Provincia 1 3 4 Dirigente/Direttore 2 7 9 Funzionario Responsabile 4 7 11 12 12 Funzionario/Assistente Amministratore 3 11 14 Consulenza/collaborazione esterna 11 7 18 11 11 Stagisti Varie TOTALE 1 1 22 58 80 Il primo dato che emerge è relativo all’elevato numero delle consulenze e collaborazioni esterne attivate nell’ambito delle attività legate alle politiche comunitarie dalle Amministrazioni Provinciali coinvolte nella ricerca (a questo proposito si confronti anche quanto esplicitato al paragrafo successivo, in relazione agli aspetti e modelli organizzativi adottati). Tale caratteristica risulta particolarmente rilevante soprattutto per le realtà indagate considerate prive di un Ufficio Europa strutturato e formalizzato, che proprio per questo, evidentemente, si rivolgono e attivano professionalità esterne a fronte di sollecitazioni ed esigenze operative contingenti derivanti dalle attività da realizzare. In altre parole, occupandosi anche tali realtà provinciali di attività e progetti comunitari, seppure in modo sporadico, informale e non sistematico, e non disponendo all’interno di professionalità esperte e dedicate a tale ambito, risulta evidente la necessità di coinvolgere dall’esterno professionisti ed esperti in grado di supportare la realizzazione degli interventi legati all’Europa. 21 Altro aspetto interessante, che emerge dalla tabella riportata è il relativamente elevato numero di stagisti coinvolti nelle attività degli Uffici Europa strutturati (il 20% sul totale del personale dichiarato), “escamotage” che, così come anche evidenziato da diversi degli intervistati, consente l’opportunità non solo di arricchenti scambi di esperienze tra realtà differenti e di contatto e attivazione di potenziali collaborazioni e partenariati (considerando che in diversi casi si tratta anche di stagisti provenienti da università europee), ma anche di ovviare ad alcune delle caratteristiche tipiche del lavoro nel pubblico impiego (in particolare la rigidità in termini di tempi, orari di lavoro e spostamenti) che emergono come fattori critici, o per lo meno ostacolanti l’efficacia delle strategie messe in campo in ambito europeo, in diverse delle realtà indagate. Tale considerazione, per altro, può probabilmente valere, almeno in parte, anche per il dato già rilevato e relativo alla presenza di numerose consulenze esterne, che, soprattutto nel caso delle Amministrazioni particolarmente attive nell’ambito delle politiche comunitarie, possono ulteriormente contribuire a fornire metodi e strutture di lavoro flessibili. Infatti, il lavoro e, in generale, le attività realizzate all’interno di un Ufficio Europa richiedono estrema flessibilità organizzativa, metodologica e culturale da parte della struttura e degli operatori, dovendosi integrare ed adattare a richieste, prassi, strumenti, ma anche ad orari e metodologie lavorative di altri paesi ed organizzazioni diverse. Ed è per questo che c’è chi ritiene opportuna la “negoziazione di incentivi economici per i collaboratori disposti a collaborare in progetti europei”, con la finalità, da un lato, di compensare adeguatamente per gli impegni aggiuntivi e gravosi che il coinvolgimento in un attività/progetto legato alle politiche comunitarie comporta (considerando che spesso tali attività implicano non solo straordinari di lavoro ma anche frequenti spostamenti anche all’estero), e dall’altro, di ridurre il turn-over di personale che caratterizza questo ambito, a causa proprio dei ritmi e metodiche lavorative. Altro dato ritenuto interessante è costituito dal fatto che in alcuni casi indagati è stata indicata, tra il personale/staff che si occupa di politiche comunitarie, la figura “politica” dirigente il settore in cui l’Ufficio Europa, o comunque le attività ad esso riferibili, è collocato in termini organizzativi, sia essa Assessore o Presidente della Provincia a seconda dei casi, e che, contemporaneamente, tale stessa figura venga evidenziata come punto di forza della realtà esaminata. Evidentemente, l’efficace realizzazione di attività e progetti collegati all’Europa non può prescindere da una esplicita volontà politica, in 22 alcuni casi addirittura formalizzata attraverso una vera e propria delega, che favorisca l’apertura ed il posizionamento verso l’Europa, costituendo il “motore” della programmazione e, laddove necessario, del rilancio delle attività relative alle politiche comunitarie, e che sia altresì orientata a garantire una politica organica, e quindi un’azione univoca e coerente, in relazione a tale ambito. Inoltre, particolarmente interessante risulta la comparazione dei dati presentati nelle schede riassuntive riportate all’inizio del paragrafo e relative ai servizi erogati da ciascuna realtà indagata. Nella tabella 1.2. riportiamo, sempre differenziando tra Uffici Europa formalizzati e realtà prive di tale struttura, il confronto rispetto ai servizi erogati esplicitamente dichiarati dai soggetti intervistati, raggruppati per macrotipologie. Tab. 1.2. Macrotipologie dichiarate di servizi erogati dalle realtà indagate con e senza Ufficio Europa Servizio erogato Realtà senza Ufficio Europa Realtà con Ufficio Europa TOTALE 2 1 3 3 3 Coordinamento Front office Gestione delle informazioni 3 7 10 Progettazione/Assistenza alla progettazione 3 5 8 Assistenza tecnica (assistenza alla gestione, e/o rendicontazione, e/o monitoraggio, e/o valutazione) 3 6 9 Gestione di partenariati e relazioni esterne 1 3 4 Gestione 5 5 Valutazione 1 1 Rendicontazione 2 2 3 4 1 1 37 50 Formazione 1 Ricerca e documentazione 13 TOTALE 23 Senza entrare nel merito di tali servizi, con particolare riferimento a criticità e punti di forza, e soprattutto a buone prassi adottate, di cui si tratterà successivamente, in questa sede ci limitiamo ad evidenziare alcune caratteristiche rilevabili ad una prima analisi a livello macro. Innanzitutto, notiamo come tutti i casi analizzati, comprese le realtà definite come prive di Ufficio Europa, realizzino una qualche forma di “gestione delle informazioni”, intesa come l’acquisizione, l’eventuale rielaborazione e la diffusione, attraverso modalità diverse, di informazioni relative: - alle politiche comunitarie - ai programmi e finanziamenti comunitari - ai bandi - a opportunità di lavoro, stage, tirocinio all’estero. Tale servizio risulta pertanto essere il fulcro essenziale dell’attività svolta dagli Uffici Europa, che, nel 50% dei casi analizzati e considerati dotati di tale struttura formalizzata, è rafforzato ulteriormente dalla presenza di un Info Point Europa/Eurodesk rivolto all’esterno e, in generale, alla cittadinanza (quello che nella tabella 1.2. è stato definito come servizio di front office). Se a questo si aggiunge il fatto che per tutti i casi analizzati viene dichiarata dagli intervistati altresì la realizzazione di attività di assistenza tecnica, intesa in questo caso come azioni di supporto e assistenza alle diverse fasi di gestione di un progetto (gestione, monitoraggio, valutazione, rendicontazione; è esclusa la progettazione che viene presa in considerazione separatamente, trattandosi di un’altra area di attività di particolare rilevanza per gli Uffici Europa), che vengono invece gestite operativamente dai settori dell’Amministrazione Provinciale competenti nel merito del progetto e direttamente interessati per contenuti/obiettivi, è possibile dedurre l’importanza del carattere trasversale di queste strutture, che probabilmente ne determina anche il successo e l’efficacia. In altre parole, come è emerso da diverse delle interviste in profondità effettuate, elemento ricorrente tra i punti di forza rilevati (e, in negativo, tra le criticità evidenziate; si cfr. le schede descrittive dei casi ad inizio paragrafo ed il paragrafo 2), oltre alla condivisione di strategie e obiettivi, è proprio, all’interno dell’Amministrazione provinciale, l’azione svolta dagli Uffici Europa di coordinamento delle diverse attività, il ruolo di “cabina di regia” per le azioni legate a finanziamenti e programmi 24 comunitari, caratteristiche che impediscono interventi sporadici e privi di metodologie e garantiscono azioni efficaci e coerenti; inoltre, risulta determinante il fatto che il servizio venga percepito dagli altri settori come indispensabile per l’accesso alle informazioni, ai finanziamenti ed alle politiche europee, e di reale supporto per ottenere l’assistenza tecnica necessaria alla progettazione e realizzazione di progetti comunitari. Sostanzialmente, i casi di eccellenza delle esperienze indagate sembrano riconducibili proprio alle realtà in cui l’Ufficio Europa è caratterizzato da intensi rapporti e collaborazioni con i diversi settori dell’Ente Provincia, nei confronti dei quali agisce da interfaccia, motore, coordinatore e sostegno della progettazione e realizzazione di attività legate alle politiche comunitarie in modo riconosciuto e sistematico. Per altro, appare fondamentale che la modalità di azione ed i servizi erogati dall’ufficio rendano autonomi sul terreno dei bandi europei i diversi settori dell’Amministrazione Provinciale, al fine di garantire un giusto equilibrio tra collaborazione ed autonomia che favorisca l’indipendenza delle diverse aree in un’ottica, appunto, di supporto e servizio. A questo scopo, fondamentale risulta essere la posizione dell’Ufficio nell’assetto organizzativo dell’Ente Provincia, che deve essere tale da: - sostenere ed affermare in modo determinante la trasversalità delle politiche comunitarie nei diversi settori dell’amministrazione pubblica, affinché in essi le politiche comunitarie risultino determinanti nelle scelte e nella definizione delle priorità; - da legittimare il ruolo di stimolo, coordinamento e supporto nei confronti degli altri settori della Provincia; - evidenziare il valore e le potenzialità della progettualità europea; - consentire all’Ufficio di agire da “cerniera” tra il mondo delle opportunità di finanziamento e quello dei bisogni espressi dal territorio provinciale In questo senso, positive risultano essere le esperienze in cui l’Ufficio Europa è stato collocato in staff alla Presidenza della Provincia (in alcuni casi, gli intervistati hanno dichiarato che la stessa distanza “fisica” dalle strutture che decidono la direzione politica dell’Ente Provincia risulta essere un fattore critico per l’efficacia delle attività dell’Ufficio Europa), o in cui è avvenuta una stretta integrazione, se non addirittura fusione, dei servizi Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali, strategia che consente di sfruttare la sinergia delle competenze sulle procedure amministrative interne 25 con quelle sulle regole amministrative tipiche dell’Unione Europea, famiglie di competenze professionali entrambe necessarie ed irrinunciabili per la gestione di progetti europei. Interessante, allora, diviene incrociare queste considerazioni con le strategie adottate e/o auspicate da diverse delle realtà indagate; tra queste (si confrontino per maggiori dettagli le tabelle descrittive riportate al paragrafo relativo ai progetti), oltre a quella di individuare e costituire una “cabina di regia”, quanto meno in termini di ruoli e responsabilità, per le attività legate all’Europa, risulta importante quella di programmare e realizzare intense attività sul territorio locale finalizzate a diffondere informazione e conoscenza sulle politiche comunitarie a target diversificati e a promuovere, soprattutto all’interno delle Amministrazioni Provinciali, le attività realizzate dall’Ufficio Europa, con particolare riferimento al ruolo da “fornitore” di finanziamenti tramite bandi europei; oltre a questo, altra strategia ricorrente e rilevabile anche dai fabbisogni formativi manifestati (si confronti, a questo riguardo, il paragrafo sul knowledge management), è quella di rafforzare le competenze progettuali ed informative dei soggetti coinvolti nelle attività degli Uffici Europa, al fine di creare una sorta di “nucleo centrale” in grado di assistere i diversi assessorati sulle opportunità di finanziamento comunitarie. Per altro, la strategia di centralizzare l’attività di presentazione dei progetti, nel senso di definire ed individuare all’interno dell’Amministrazione Provinciale un nucleo preposto e dedicato specificatamente a tale attività all’interno del proprio Ente consente una sorta di “controllo” sulle tipologie di progetti presentati dalla stessa struttura, al fine di evitare inutili duplicazioni e soprattutto il verificarsi di una sorta di competizione “in casa”. D’altra parte, la stessa Unione Europea ha di recente emanato una nuova normativa, a cui gli Uffici Europa si dovranno adeguare, che prevede l’inserimento nei bandi di alcuni vincoli, tra cui il requisito per cui enti di grandi dimensioni devono necessariamente avere un’organizzazione centrale che si occupi della presentazione dei progetti. Infine, un’ultima considerazione riguarda una condizione di contesto esterno che caratterizza alcuni casi indagati e che risulta rilevante non solo per l’efficacia, ma anche per la stessa realizzazione di attività collegate alle politiche ed ai programmi comunitari, siano esse o meno strutturate e formalizzate in un servizio dedicato; in particolare, 26 alcune delle realtà coinvolte nella ricerca sono caratterizzate da una fase di transizione dovuta, in particolare, alle recenti elezioni che hanno generato un cambiamento delle amministrazioni provinciali e, conseguentemente, l’avvio di una serie di modifiche a vari livelli, che hanno coinvolto non solo la pianta organica e i dirigenti, ma anche la struttura organizzativa nel suo complesso. E’ anche per questo che in alcuni casi non solo è stato difficoltoso individuare le figure e le professionalità che si occupano di politiche e programmi comunitari all’interno delle Amministrazioni provinciali coinvolte, come già anticipato in Premessa, ma l’attività ed il ruolo del servizio sono apparsi pressoché bloccati o quanto meno in una situazione di “stand by”, di “paralisi temporanea”, in attesa di un ridisegno complessivo e generale dei servizi e degli uffici dell’Ente Provincia. 27 1.3 Modello organizzativo: una analisi comparata Le metodologie utilizzate per lo studio di caso consentono la rilevazione e la sistematizzazione di variabili di natura organizzativa prevalentemente di ordine strutturale (per ulteriori dimensioni di analisi organizzativa si veda il paragrafo sul sistema di relazioni, in funzione dello scambio intra ed interorganizzativo; mentre per alcune considerazioni di “cultura” organizzativa, si veda il par. 5, anche se limitatamente alla specifica categoria di knowledge management). La modalità scelta per presentare i risultati dei 10 studi di caso tende a privilegiare la confrontabilità e la comparazione tra alcune variabili definite dopo la ricerca sul campo in base alla pregnanza quantitativa e qualitativa delle informazioni disponibili, nonché alla significatività delle loro reciproche relazioni che può costituire un importante indicatore del modello organizzativo oggetto di analisi. Per ogni Provincia viene dunque, nella successiva tab. 2.1., sinteticamente evidenziato: a) Le risorse umane espressamente dedicate alle politiche, alle attività ed ai progetti comunitari: si intende dare conto, ricostruendo la sostanziale strutturazione del servizio, delle persone impiegate negli Uffici Europa delle Province. E’ parso di grande importanza distinguere non solo tra personale interno (previsto dalla pianta organica dell’Ente in modo continuativo con contratti di lavoro dipendente) e consulenti / collaboratori esterni; ma delineare, ancorché in modo semplificato, il diverso ruolo delle stesse risorse umane (amministratori, dirigenti e funzionari tecnici). Ogni volta che è stato possibile si è riportata l’indicazione integrale e formale del ruolo della figura citata. b) Le principali funzioni ed i relativi compiti degli Uffici Europa: per renderli paragonabili si è fatto riferimento ad una classificazione di macroprocessi ed attività che trova un chiaro riscontro nel paragrafo espressamente dedicato a questa analisi (cfr. paragrafo relativo ai progetti). Tali compiti sono ovviamente distribuiti, con responsabilità differenti e non sempre con certezza ricostruibili, dalle risorse umane già precedentemente indicate. c) All’interno della categoria logistica / attrezzature sono indicate tutte le considerazioni di natura fisica, hard, e strumentale riportate in relazione alla 28 strutturazione degli Uffici Europa. Le valutazioni hanno in particolare riguardato le dotazioni informatiche, la funzionalità e disponibilità delle postazioni e degli uffici, l’ubicazione e la perifericità della struttura dedicata alle politiche comunitarie, e l’insieme degli strumenti disponibili per realizzare efficacemente i compiti individuati. d) Di fondamentale importanza risulta l’enucleazione dei principali punti di forza e di debolezza (di cui gli intervistati hanno espresso consapevolezza) del modello organizzativo. Tra i fattori più ricorrentemente ricordati paiono discriminanti e degni di assoluta attenzione i seguenti temi: l’investimento politico ed istituzionale sull’Ufficio Europa assicurato da chi dà l’indirizzo all’Ente (Presidente o Giunta Provinciale); la relazione con gli altri Uffici dell’amministrazione; l’autosostenibilità e l’autonomia gestionale, economica e finanziaria della struttura; il rapporto tra personale interno e consulenti esterni; la chiarezza dei ruoli e delle responsabilità e la definizione delle reciproche relazioni (in particolare in ordine alla circolazione delle informazioni); la collocazione strutturale e funzionale-gerarchica dell’Ufficio all’interno dell’articolazione della Provincia; l’ampiezza e l’articolazione delle attività dell’ufficio (dalla progettazione e gestione di progetti comunitari, alle relazioni internazionali, allo sviluppo locale, alla cooperazione internazionale, etc.); il rapporto tra flessibilità e specializzazione tra competenze trasversali e tecnico professionali dei professionisti; etc. e) Le esigenze manifestate: sono riportate in tab. 2.1. soltanto le necessità che gli intervistati formalizzano con chiarezza e con consapevolezza. E’ tuttavia relativamente semplice arguire, specie dall’evidenza dei punti di debolezza di ogni singolo caso, ulteriori bisogni e richieste di miglioramento e di ottimizzazione del modello organizzativo. La seguente tabella, che ha il pregio della presentazione organizzata delle informazioni spesso non ordinatamente emerse, consente quindi alcune significative operazioni interpretative: ?? la lettura per colonna permette la comparazione dei diversi casi in relazione alle singole variabili del modello organizzativo. E’ così ad esempio 29 relativamente facile cogliere la maggiore rappresentazione di funzioni e compiti relativi alle politiche comunitarie delle Province di Torino e Pisa rispetto non soltanto ai tre casi di Province senza Uffici Europa ma anche rispetto ad altre Province meno sviluppate ed in cui la struttura organizzativa è di più recente istituzione (come Varese o Roma). Sempre con intento esemplificativo si può invece ritrovare una diffusa enunciazione di criticità rispetto (almeno ad alcuni) aspetti logistici, fisici e strumentali delle strutture, se si eccettua la piena e completa idoneità attestata solamente dalle Province di Roma e di Cagliari; ?? la lettura per riga consente per contro la valutazione della coerenza e della completezza euristica del modello organizzativo delineato dalla metodologia di indagine. E’ ad esempio significativo delineare chiare correlazioni tra informazioni relative alle risorse umane, strumentali, gli swot, e le esigenze manifestate. Ad esempio nel caso della Provincia di Messina si sottolinea come specie nel recente passato la grande importanza ed il coinvolgimento di risorse esterne (consulenti) nelle diverse fasi del ciclo di vita del progetto è andata a scapito di investimenti nella crescita delle risorse interne, della creazione di consolidate prassi interne e di una cultura organizzativa e sensibilità alle politiche comunitarie, del mantenimento del network di relazioni instaurate; per questo nuovo modello organizzativo punta in particolare su risorse umane interne e, tra i fabbisogni formalizzati, vengono a vario titolo messi in luce la necessità di valorizzare le risorse umane anche attraverso il rafforzamento della formazione continua; l’incremento quantitativo ed il maggiore coinvolgimento delle risorse interne impiegato nella progettazione e gestione di attività comunitarie; la creazione di un network di relazioni regionali, nazionali ed internazionali; ?? la lettura all’interno del complessivo report di presentazione degli studi di caso. Il presente paragrafo, relativo ai modelli organizzativi costituisce infatti una sorta di passe partout interpretativo e di ipotesi da validare grazie ed attraverso gli altri dati emersi a proposito dei progetti e delle attività degli Uffici Europa (paragrafo relativo ai progetti.), dei relativi sistemi di relazioni e di knowledge management, nonché degli strumenti di informazione e promozione predisposti. Sarà di estremo interesse, ad esempio, verificare l'effettiva portata ed entità delle relazioni interne all’Ente Provincia come fattore di successo per i casi dell’Aquila, 30 di Torino, di Pisa, di Cagliari e di Cosenza o di criticità per Varese, Roma, o Messina; nonché le necessità di investimento in relazioni esterne sottolineate per le esperienze di Genova, Modena, Cagliari e Cosenza. 31 Tab. 2.1. Scheda di comparazione del modello organizzativo Messina Risorse umane dedicate Funzioni e compiti Logistica/ attrezzature Punti di forza 1 - Rappresentanza dell’Ente - Attualmente - Nella attuale fase di transizione è AMMINISTRATO all’esterno specie nei non vi è una fondamentale la copertura e RE (Assessore allo rapporti internazionali chiara l’investimento politico-istituzionale Sviluppo - Progettazione e gestione di differenziazion consentito dall’assessore alla Sviluppo Economico e progetti comunitari e logistico / Economico delegato alle Politiche Politiche - Interfaccia con altri settori strutturale Comunitarie (specie per quanto attiene Comunitarie) / sulle politiche comunitarie rispetto agli una guida univoca, riconosciuta ed 1 DIRIGENTE e supporto nella scelta dei altri uffici esperta in grado di rilanciare le attività INTERNO progetti e dei programmi dell’Ente comunitarie) e Direttore Generale (per (Direttore cui aderire l’esperienza tecnica e la motivazione Generale) / del personale) 3 FUNZIONARI - Positiva circolazione interna delle INTERNI informazioni (1 Funzionario - L’Ufficio ha giocato e continua a Responsabile; 1 giocare un ruolo fondamentale nella Istruttore programmazione locale negoziata Amministrativo; 1 Usciere) 32 Punti di debolezza Esigenze manifestate - Fase transitoria ed in evoluzione - Specie nel recente passato la grande importanza ed il coinvolgimento di risorse esterne (consulenti) nelle diverse fasi del ciclo di vita del progetto è andata a scapito di investimenti nella crescita delle risorse interne, della creazione di consolidate prassi interne e di una cultura organizzativa e sensibilità alle politiche comunitarie, del mantenimento del network di relazioni instaurate - Insufficienti dotazioni informatiche - Difficoltà logistiche (spazi ed ubicazione) - Definizione di una sorta di “cabina di regia” (Dirigente e supervisione del Direttore Generale) che funga da interfaccia tra i diversi settori provinciali relativamente alle politiche comunitarie - Collegamento con la rete informatica della Provincia - Collegamento Internet professionale - Miglioramento della valorizzazione delle risorse umane anche attraverso il rafforzamento della formazione continua - Aumento del numero delle risorse umane - Coinvolgimento delle risorse interne nelle diverse attività connesse alla progettazione e gestione di progetti comunitari - Creazione di un network di relazioni regionali, nazionali ed internazionali L’Aquila Risorse umane dedicate Funzioni e compiti 1 DIRIGENTE INTERNO (Dirigente settore Politiche del lavoro e finanziamenti) / 3 FUNZIONARI INTERNI (1 Funzionario dell’Ufficio controllo di Gestione “Finanziamenti e progettazione”; 2 amministrativi) / 10 COLLABORATO RI ESTERNI (collaborazioni a progetto) / 1 SOCIETA’ ESTERNA - Management / informazione su progetti ed attività comunitarie - Gestione partenariati e relazioni esterne (Ministero, regione, Attori locali, Amministratori politici, Presidenza provinciale) - Rendicontazione - Assistenza tecnica, consulenza e sensibilizzazione - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione progetti - Gestione partenariati e relazioni esterne - Sportello e front-office su attività, progetti, finanziamenti europei Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature - Situazione logistica di grande sofferenza (pochi uffici, postazioni insufficienti, spazio fisico insufficiente) - Poco spazio a disposizione - Natura trasversale (specie all’interno dell’ente Provincia) dell’unità indagata - Controllo della spesa finanziaria di - Flusso informativo aggiornato che tipo quantitativo, piuttosto che consente un’attività progettuale qualitativo costante - Attrezzature per le postazioni di lavoro 33 - Qualificazione di una dotazione organica e competente anche attraverso piani formativi - Aumento budget dedicato - Investimento strutturale e logistico Genova Risorse umane dedicate Funzioni e compiti Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature Personale della - Si prevede l’apertura di un - Mancano Segreteria generale Ufficio Europa con due dotazioni che si occupa di unità: strutturali e politiche UE - revisione dei regolamenti e strumentali sponsorizzazione, edell’Ufficio government; - supporto alle aree della Provincia su progetti ed attività comunitarie - Altissime aspettative per la modifica della pianta organica e della struttura dell’ente che dovrebbe portare alla completa strutturazione di un Ufficio Europa provinciale 34 - Fase transitoria ed in evoluzione - Necessità di investimento - Mancanza di una politica organica e di prima politico e poi tecnico attività strutturata in materia di organizzativo per la progetti comunitari strutturazione di un Ufficio - Mancanza di obiettivi e strumenti per Europa un “ufficio dei progetti europei” - Attivare ed qualificare - Deboli rapporti con le altre Province e relazioni con Bruxelles con la Regione - Attivare ed qualificare - Mancanza di un capitolo di bilancio relazioni interorganizzative sulle politiche dell’UE (specie con altri Enti Locali - Mancanza di chiara divisione di ruoli, ed Amministrazioni) funzioni, compiti Torino Risorse umane dedicate Funzioni e compiti “Servizio di Politiche - Management / Comunitarie e informazione su progetti Relazioni ed attività comunitarie Internazionali” + - Progettazione e sportello “Info Point assistenza alla Europa progettazione - Gestione progetti - Gestione partenariati e 1 DIRIGENTE relazioni esterne INTERNO - Rendicontazione (Dirigente Servizio di - Assistenza tecnica, Politiche consulenza e Comunitarie e sensibilizzazione Relazioni - Sportello e front-office Internazionali) / su attività, progetti, 12 FUNZIONARI finanziamenti europei INTERNI / 4 COLLABORATORI ESTERNI (collaborazioni a progetto) / 2 TIROCINANTI E 7 VOLONTARI (servizio civile internazionale) Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature - Avanzate - La posizione nell’assetto organizzativo attrezzature (tra Presidenza e Assessorato al informatiche Bilancio) offre ampio sostegno tecnico - Pulmino e politico alle attività dell’ufficio, e le attrezzato con politiche comunitarie risultano tecnica determinanti nelle scelte di quasi tutti i “wireless” settori della Provincia, anche grazie - Strumentazion alla attivazione di un “gruppo e per progetto” rappresentativo di tutti i videoconferenz settori e - Copertura ed investimento politico - Spazi (uffici e istituzionale (fondamentale vani) ristretti l’atteggiamento e le caratteristiche - Mancanza sale degli Assessori coinvolti, che riunioni interne favoriscono l’apertura ed il posizionamento verso l’Europa) - Disponibilità (dell’Ufficio) di propri stanziamenti di bilancio per il cofinanziamento - Fusione dei servizi Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali che sfrutta la sinergia delle competenze sulle procedure amministrative interne e con quelle sulle regole amministrative dell’UE - Multifunzionalità e interscambiabilità, nelle loro funzioni, del personale interno e stabile - Condivisione delle attività dell’Ufficio da tutto lo staff - Presenza dell’Infopoint nello stesso settore (di cui la Provincia è coordinatore nazionale) 35 - Strutture e metodi di lavoro - Divisione dei compiti non chiara ? flessibili (orari di lavoro, aree di sovrapposizione tra le attività disponibilità spostamenti, dei collaboratori (anche per il etc.) principio dell’interscambiabilità tra funzionari ed elevato turn-over personale) - Principio dell’interscambiabilità ? poche competenze specifiche - Modalità di reclutamento del personale dell’Ufficio del pubblico impiego ? elevato turn-over del personale a causa degli elevati ritmi di lavoro - In generale, le caratteristiche del pubblico impiego (netta separazione competenze e minuziosa definizione degli orari) contrastano con le esigenze del lavoro dell’Ufficio Europa, che deve integrarsi ed adattarsi a richieste e prassi lavorative di altri paesi ed organizzazioni diverse - Spazi logistici ristretti - Mancanza di sale riunioni chiuse - Difficoltà nel mantenimento di elevati livelli di motivazione e soddisfazione dello staff Risorse umane dedicate “Ufficio Politiche Comunitarie” Funzioni e compiti Modena - Management / informazione su progetti ed attività comunitarie - Progettazione e 1 DIRIGENTE assistenza alla INTERNO (Capo di progettazione Gabinetto) - Gestione progetti 2 - Gestione partenariati e COLLABORATORI relazioni esterne ESTERNI (Esperto - Rendicontazione tecnico ed esperto - Assistenza tecnica, ammninistrativo) consulenza e sensibilizzazione Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature - Dotazione di - Flessibilità organizzativa attrezzature e - Clima e ambiente di lavoro “friendly” di risorse – sia per rapporti interni ed interpersonali umane che tra i protagonisti. Alta motivazione finanziarie – - Capacità di relazione e di network sembra sono particolarmente sviluppate, ed il sottodimensio clima complessivo dell’Ufficio è nata in favorevole in genere all’ ralazione alle “intraprendere” come atteggiamento potenzialità mentale. Poco presente il clima esistenti formale della burocrazia classica, gerarchizzata - Qualità dei processi organizzativi. L’ufficio Europa acquista dunque una funzione strategica perché accompagna e indirizza il cambiamento e la modernizzazione dell’Ente, ma al tempo stesso fornisce, attraverso il confronto con le esperienze di altri territori e di altre amministrazioni, un prezioso contributo nelle gestione dei processi, che diviene di per se stessa, come accennato, risorsa strategica.. 36 - Debole la capacità di creare nell’Ente Potenziamento della un punto di accumulazione vero e struttura proprio per le competenze e le conoscenze delle materie “europee”, perché non vi è stabilizzazione nel rapporto di lavoro del personale. Questa condizione di precarietà crea tipicamente insicurezza e indebolisce la visione strategica e le capacità progettuali ed organizzative in genere. Nel lungo periodo, essa rischia di ingenerare tipicamente asimmetrie informative sia verso l’alto (e cioè tra la conduzione strategica dell’Ufficio e il riferimento politico, sia verso il basso, e cioè tra l’ufficio e gli altri settori dell’Ente e tra l’Ufficio e i cittadini). - Non è sufficiente integrabilità della struttura con gli altri Uffici e Servizi dell’Ente: quelli infatti più strutturati e con maggiori capacità progettuali in materia europea (es Ambiente) sembrano mostrare maggiori resistenze ad “aprirsi” pienamente; altri, pur gestendo risorse comunitarie, lavorano “in proprio” con riferimenti certi diversi dall’Ufficio Europa, che rischia in certi casi di essere visto come chi si occupa di questioni “marginali” o comunque scarsamente connesse con il “nocciolo duro” delle attività istituzionali dell’Ente (es Formazione, Agricoltura). Risorse umane dedicate Varese “Servizio Politiche Comunitarie e Sviluppo Locale” 1 DIRIGENTE INTERNO (Dirigente Servizio Politiche Comunitarie e Sviluppo Locale) / 2 FUNZIONARI INTERNI 1 Coordinatore degli Affari Europei; 1 Tecnico amministrativo / 1 COLLABORATORE ESTERNO (Consulente politiche comunitarie) Funzioni e compiti Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature - Management / informazione su progetti ed attività comunitarie - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione progetti - Distanza dell’Ufficio dalla sede principale e dagli uffici della Provincia - Entusiasmo dei personale per i compiti - Fase transitoria ed in evoluzione - Allargamento del gruppo di da svolgere in futuro, a definizione e riorganizzazione lavoro riorganizzazione effettuata dell’Ufficio Europa - Attivazione e qualificazione - Copertura ed investimento politico - Mancanza di pratica e competenze prioritariamente delle istituzionale (Determinante il ruolo adeguate del personale per la relazioni interne all’ente dell’Assessore come “motore” delle progettazione e gestione di progetti Provincia attività relative alle politiche europei comunitarie) - Mancanza di strutture adeguate - Scetticismo del personale relativamente alle potenzialità dell’Ufficio - “Distanza” dalle strutture che decidono la direzione politica dell’Ente - Mancanza di disponibilità di altri attori dell’Ente a caricarsi della quantità di lavoro “extra” collegato alla progettazione e gestione di progetti europei - Mancanza di disponibilità di un titolo nel bilancio della Provincia che impedisce di presentare progetti come titolare (l’attività dipende pertanto dalla disponibilità di altri settori dell’Amministrazione) - Scarsa diffusione e condivisione delle informazioni 37 Risorse umane dedicate Roma “Ufficio Politiche comunitarie” 1 DIRIGENTE INTERNO (Vice Capo di Gabinetto, responsabile di una struttura molto ampia: sport, ufficio stampa, turismo, etc.) / 6 FUNZIONARI INTERNI (3 con competenze tecniche sulle politiche comunitarie, 3 amministrativi) / 1 COLLABORATORE ESTERNO Funzioni e compiti Logistica/ Punti di forza Punti di debolezza Esigenze manifestate attrezzature - Management / informazione su progetti ed attività comunitarie - Progettazione e assistenza alla progettazione - - Spazi adeguati e sufficienti - Adeguate dotazioni informatiche - Chiara divisione di ruoli e - Mancanza del riconoscimento del - Ripensamento del ruolo responsabilità ruolo di “cabina di regia” per le dell’Ufficio Europa e relativa - Positiva circolazione interna delle attività legate all’Europa, che si riorganizzazione come informazioni stanno sviluppando all’interno delle organo di coordinamento e - Creazione di gruppi di lavoro ad hoc singole aree della Provincia guida di tutte le attività ed i specifici per singoli progetti che - Carenza di iniziative politica dell’Ente progetti di natura coinvolgono uffici dell’Ente interessati che ne sottostima le potenzialità comunitaria dell’ente e al progetto realizzative relativa riorganizzazione - Adeguate fonti informative - Mancanza di strumenti informativi e all’interno dell’Ufficio di promozionali Presidenza - Mancanza di disponibilità di un proprio titolo nel bilancio della Provincia - Fase transitoria e di attesa (cfr. anche scadenza elettorale recente) per la definizione e riorganizzazione dell’Ufficio Europa 38 Risorse umane dedicate Pisa “Servizio Politiche Comunitarie” 1 AMMINISTRATORE (Presidente della Provincia) / 1 DIRIGENTE INTERNO Dirigente / 3 FUNZIONARI INTERNI (2 operanti all’estero - Bruxelles, Hebron - ed 1 Amministrativo) / 1 COLLABORATORE ESTERNO / 2 STAGISTI Funzioni e compiti - Management / informazione su progetti ed attività comunitarie - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione progetti (anche all’estero attraverso succursali dell’ufficio a Bruxelles ed in Palestina) - Gestione partenariati e relazioni esterne - Rendicontazione - Assistenza tecnica, consulenza e sensibilizzazione - Sviluppo idee per la presentazione di progetti - Logistica/ attrezzature Punti di forza Punti di debolezza - Spazi stretti - Relazioni interne molto positive (stima - Rigidità in termini di tempi, orari di - Mancanza di del Dirigente nei confronti dei propri lavoro e spostamenti tipici del sale riunioni collaboratori; capacità di utilizzo delle pubblico impiego - Adeguate competenze distintive dei singoli - Ridotta visibilità dell’Ufficio per la attrezzature collaboratori) sua collocazione informatiche - Collaborazione con stagisti stranieri - Attrezzature provenienti per lo più da università per europee (francesi, spagnoli, i e francovideoconferenz magrebini) che hanno facilitato i e contatti con altri paesi e l’attivazione di collaborazioni - Collocazione presso la Presidenza che facilita le procedure amministrative e garantisce quella volontà politica che sostiene ed afferma la trasversalità delle politiche comunitarie in altri settori dell’ente - Chiara definizione di compiti e responsabilità in base a criteri afferenti le competenze linguistiche - Progettazione e gestione progetti in gruppi di lavoro, in cui i compiti sono definiti in base alle competenze linguistiche e rispettivamente secondo le competenze nei settori toccati - Chiara definizione del processo di gestione dei progetti - Disponibilità di propri autonomi stanziamenti di bilancio - Collaborazione con Associazione Tecla che favorisce sinergie per la gestione delle informazioni, per la creazione di partenariati e, quando necessario, per la gestione e rendicontazione dei progetti 39 Esigenze manifestate - Negoziazione di incentivi economici per i collaboratori disposti a collaborare in progetti europei Risorse umane dedicate “Ufficio Europa” Cagliari 1 DIRIGENTE INTERNO (Direttore Generale) / 3 FUNZIONARI INTERNI (1 Responsabile dell’Ufficio Europa; 1 Assistente Responsabile Ufficio Europa; 1 Assistente di Ragioneria) Funzioni e compiti Logistica/ attrezzature - Rappresentanza - Struttura dell’Ente logistica - Management / nuova informazione su - Sufficienti progetti ed attività dotazioni comunitarie informatiche - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione progetti - Gestione partenariati e relazioni esterne - Rendicontazione - Assistenza tecnica, consulenza e sensibilizzazione - Punti di forza Punti di debolezza - Chiara individuazione di ruoli e - Modesta composizione dello staff responsabilità dei singoli appartenenti dell’Ufficio in rapporto alla grandezza all’Ufficio della Provincia e alle potenzialità del - Ruolo determinante e centrale del clima che potrebbe garantire Responsabile dell’Ufficio performance più elevate - Positiva circolazione interna delle - Sottodimensionamento dell’unità informazioni dedicata a curare gli aspetti contabili e - Positive condizioni tecnico-politiche finanziari che evidenziano il valore e le potenzialità della progettualità provinciale sulle politiche comunitarie - Posizione organizzativa (staff alla direzione generale) consente azione equilibrata ed equidistante ? indipendenza dai diversi settori in un’ottica di supporto e servizio - Percezione del servizio come indispensabile coordinamento per l’accesso ai finanziamenti e alle politiche europee - L’allocazione presso la Direzione Generale legittima un ruolo di stimolo, coordinamento e supporto nei confronti degli altri settori della Provincia - Condivisione di strategie e obiettivi da parte della struttura provinciale - Presenza di un Infopoint Europa che rende maggiormente efficace l’Ufficio Europa - 40 Esigenze manifestate - Miglioramento della valorizzazione delle risorse umane - Aumento del numero delle risorse umane (anche in vista dell’obiettivo di collaborare con i Comuni) - Rafforzamento della formazione continua e della qualificazione dello staff - Potenziamento della struttura logistica (reception e sale riunioni) - Potenziamento del sistema informativo (intranet provinciale) - Codifica delle modalità di interazione - Realizzazione di una programmazione provinciale che tenga in considerazione le potenzialità dei programmi europei Risorse umane dedicate Cosenza Ufficio Politiche Comunitarie 1 DIRIGENTE INTERNO (Dirigente Politiche Comunitarie) / 2 FUNZIONARI INTERNI (Funzionari Ufficio Europa) Funzioni e compiti Logistica/ attrezzature - Management / - Sufficienti informazione su dotazioni progetti ed attività informatiche comunitarie - Progettazione e assistenza alla progettazione - Gestione progetti - Gestione partenariati e relazioni esterne - Rendicontazione - Assistenza tecnica, consulenza e sensibilizzazione Punti di forza - Fondamentale è il ruolo del Dirigente dell’Ufficio (cfr. stimolo alla progettualità) - Percezione dell’Ufficio da parte degli altri servizi come reale supporto per accedere alle informazioni e ottenere l’assistenza tecnica necessaria alla progettazione comunitaria - Positiva circolazione interna delle informazioni - Condivisione delle scelte effettuate dalla Direzione - Posizionamento dell’Ufficio come cerniera tra il mondo delle opportunità di finanziamento e quello dei bisogni espressi dal territorio provinciale - Modalità di lavoro coordinata con le attività complessive dell’Ente Provincia - 41 Punti di debolezza Esigenze manifestate - Strumenti di controllo non adeguati - Rafforzamento della - Mancanza del ruolo della provincia in formazione continua che qualità di motore dello sviluppo migliori e aggiorni le - Scarsità di investimenti in risorse competenze dello staff umane - Rafforzamento - Target di riferimento troppo ampio e dell’organico anche con l’apporto di consulenti differenziato ? azione dell’Ufficio esterni poco mirata e scarsamente incisiva - Scarso aggiornamento del sito internet - Maggiore apertura e interscambio con altre realtà sia nazionali che internazionali - Partecipazione ad un numero maggiore di bandi potenziando il servizio - Necessità di definire un target più ristretto 1.4 Servizi e buone prassi relative allo sviluppo di progetti In questo paragrafo si intende prendere in considerazione in modo più dettagliato i servizi e le attività realizzate dalle esperienze analizzate di Uffici Europa, di cui si è già introdotto a livello macro, di nuovo focalizzando sui punti di forza e sulle criticità evidenziate dagli intervistati, tentando altresì di dare rilievo in modo comparato alle strategie messe in campo dalle diverse realtà. A questo scopo sono state elaborate delle tabelle, presentate di seguito, che mirano ad evidenziare per ogni caso studiato in profondità i servizi / attività erogati, le strategie messe in campo, i punti di forza e di debolezza. Oltre a questo, verranno presentate alcune modalità / procedure di lavoro emerse dall’analisi dei report sugli studi di caso che possono fornire utili spunti di riflessione per chi opera in questo campo, al fine di favorire uno scambio di esperienze e buone prassi nell’ottica del mainstreaming. Prima di presentare i dati comparati relativi alle attività ed allo sviluppo di progetti evidenziati nelle tabelle sotto riportate, è opportuno soffermarci sulle tipologie di programmi/progetti/finanziamenti che alcuni intervistati hanno dichiarato riguardare le attività realizzate dalle proprie Amministrazioni provinciali. In particolare, sono stati citati quali ambiti di attività delle realtà analizzate: - Finanziamenti regionali - Finanziamenti nazionali (ad esempio da parte del Ministero degli Affari Esteri) - Fondi strutturali (Equal, Docup Ob. 2, POR, etc.) - Programmi comunitari (LIFE, URBAL, etc.) Particolarmente rilevante risulta il fatto che in ben due casi, nello specifico, per altro, relativi a realtà considerate nell’indagine come dotate di Ufficio Europa, sia stata dichiarata dagli intervistati la totale assenza di attività di progettazione su bandi dell’Unione Europea, elemento probabilmente da imputare, considerando le prevalenti criticità emerse, alla mancanza all’interno di tali strutture, di adeguate competenze progettuali e di risorse umane nell’ambito della progettazione comunitaria, considerazione che, se collegata a quanto emerso dall’indagine sui fabbisogni formativi, sottolinea ulteriormente la forte esigenza di formazione degli operatori degli Uffici Europa in tale area tematica. E’ opportuno sottolineare che oltre a questi due casi, un’altra realtà sempre tra quelle considerate con una struttura dedicata alle politiche 42 comunitarie risulta caratterizzata dalla totale mancanza di gestione di fondi strutturali, in questo caso però per una precisa scelta organizzativa che ha affidato tale attività ad altri settori dell’Ente. Infine, evidenziamo anche che in relazione ad una delle Amministrazioni Provinciali in cui non è presente un Ufficio Europa strutturato e formalizzato è emersa l’impossibilità per la Provincia di gestire linee di finanziamento in modo autonomo, e questo per una precisa scelta a livello regionale, elemento che certamente non faciliterà l’apertura dell’Ufficio Europa così come previsto dalle strategie dell’Ente 43 L’Aquila Messina Tipologia attività Strategia Punti di forza - Rilancio e potenziamento delle attività - Coordinamento interno connesse alle Politiche Comunitarie, per - Raccolta dei flussi informativi e aumentare la capacità di accesso a diffusione dell’informazione finanziamenti esterni comunitaria ai diversi settori della - Adesione a network regionali, nazionali, Provincia - Progettazione, in collaborazione con internazionali per rafforzare immagine e ruolo della Provincia nel contesto nazionale e le unità organizzative preposte ai internazionale diversi rami di attività dell’Ente - Potenziamento del ruolo da interfaccia tra i - Responsabilità complessiva nelle diversi settori relativamente alle politiche fasi di gestione, rendicontazione, comunitarie monitoraggio e valutazione - Creazione di un nucleo centrale con forti competenze informative e progettuali in grado La gestione operativa è lasciata ai di assistere i diversi assessorati sulle settori dell’Ente affini per contenuti opportunità di finanziamento comunitarie - Realizzazione di un master plan delle possibili attività dell’ente e delle possibili fonti di finanziamento - Definizione di procedure che consentano una programmazione delle scelte e delle priorità - Servizi informativi via mail ai - Predisposizione di avvisi pubblici per il settori dell’Ente e all’esterno reperimento delle risorse umane necessarie alla - Attività di formazione rivolta ai gestione dei progetti finanziati funzionari di altri settori e attori - Costituzione di gruppi di lavoro trasversali e locali provvisori per la gestione di grossi progetti - Supporto alla progettazione (gestione e rendicontazione) 44 Punti di debolezza - Mancanza di una struttura - Procedure codificate burocratica sensibile e attenta alle relativamente alla gestione opportunità offerte da un dei procedimenti approccio proattivo nei confronti amministrativi - Struttura fortemente orientata delle politiche comunitarie (logica dell’improvvisazione) alla progettualità europea ed ai rapporti con gli altri servizi - Azioni di coordinamento su finanziamenti e programmi della Provincia comunitari sporadiche e prive di - Attività di budgeting, metodologie di azione codificate gestione e rendicontazione - Assenza di codificate procedure rispettano le procedure relative alle diverse fasi di imposte dalla legislazione gestione di un progetto, con vigente, dai regolamenti, particolare riferimento all’analisi dallo statuto dell’Ente dei fabbisogni - Procedure chiare relativamente ai servizi offerti - Istituzione nel PEG di un apposito capitolo “Spese non riconoscibili e cofinanziamento” - Sufficiente livello di informazione per le attività progettuali - Necessità di specializzare il personale interno - Costituzione di partenariati debole - Autorità di gestione rigida e poco disponibile - Controllo della spesa finanziaria di tipo quantitativo, piuttosto che qualitativo Punti di forza Genova Strategia - Si prevede l’apertura di un Ufficio Europa con - Attività legate ad “Arco Latino” due unità: 1. revisione dei regolamenti e - Formazione ai comuni su programmi e strumenti comunitari sponsorizzazione, e-government; 2. supporto alle aree - Coordinamento interno alla - Gestione e rendicontazione per lo più affidate Provincia relativo alle attività ai settori specifici comunitarie - Informazione / consulenza alle diverse aree della Provincia - Supporto ai settori nella progettazione - Gestione di partenariati Modena Tipologia attività - Gestione delle informazioni - Formazione sia all’interno dell’Amministrazione Provinciale che all’esterno, in particolare per Comuni e Politici locali - Sensibilizzazione del territorio, attraverso l’organizzazione di eventi e seminari - Assistenza alla progettazione - Documentazione - Supporto alla capacità di cooperazione degli attori sociali - Attivazione fondi strutturali - Ricerca sugli uffici Europa in Regione Emilia Romagna - Tentativo di creare un coordinamento a livello locale tra le diverse istituzioni che hanno al loro interno un ufficio più o meno strutturato e formalizzato che svolge attività e compiti relativi alle politiche comunitarie in senso ampio - 45 Punti di debolezza - Mancanza attività strutturata con compiti di gestione delle politiche comunitarie - La provincia non può gestire linee di finanziamento - Insufficienza di informazioni - Mancanza di processi e procedure chiare e codificate relativae alla raccolta di informazioni, al coinvolgimento di partners e, in generale, a processi e flussi di funzionamento Chiara divisione dei compiti e - Mancanza di un nucleo centrale forte di competenze e conoscenze delle responsabilità delle materie “europee” Intensa attività di creazione e - Mancanza di stabilizzazione nel gestione di reti a livello sia rapporto di lavoro del personale locale e regionale ma anche nazionale ed internazionale Motivazione degli operatori e clima interno Ricchezza dell’esperienza Competenza delle risorse umane Torino Tipologia attività Strategia - Intensa attività a livello provinciale per la 3 principali aree di attività: promozione del proprio ruolo da “fornitore” di 1. INFO POINT EUROPA: finanziamenti tramite bandi europei e per la - Coordinamento di tutti gli Info diffusione sul territorio provinciale di Point Europa in Italia e informazione e conoscenza sulle politiche rappresentanza europea comunitarie a target diversificati 2. RELAZIONI - Predisposizione di regolamento interno che INTERNAZIONALI adegui l’organizzazione interna alla nuova - Coordinamento normativa europea di presentazione dei progetti - Assistenza ai rapporti che richiede una organizzazione centralizzata internazionali della Provincia preposta a tale attività - Assistenza ai compiti internazionali del Presidente della Provincia presso l’UE (Presidente del Comitato delle Regioni a Bruxelles) - Negoziazioni sui fondi strutturali Obiettivo 1 e 2 3. POLITICHE COMUNITARIE - Raccolta e diffusione informazioni - Formazione (politiche europee e lingue) - Assistenza alla progettazione e gestione di progetti europei (anche dal punto di vista finanziario) - Gestione partenariati - Assistenza per il controllo della congruenza tra gestione e regole UE 46 Punti di forza Punti di debolezza - Contatti diretti con le istituzioni dell’UE, anche grazie al ruolo del Presidente della Provincia - Intensa e dinamica attività promozionale dei servizi offerti dall’Ufficio - Apertura a stagisti e tirocinanti stranieri - Equilibrio tra collaborazione ed autonomia relativamente ai bandi europei di diversi settori della Provincia - Procedura elaborata e completa di acquisizione e diffusione delle informazioni - Chiara procedura di progettazione (incluso il partenariato) - Sistema di reti e relazioni molto ampio - Mancanza di meccanismi che consentano una selezione attenta delle numerose a abbondanti informazioni che confluiscono all’Ufficio - Mancanza di meccanismi che consentano una selezione attenta e ragionata delle proposte di collaborazione Roma Varese Tipologia attività - Servizio informativo - Gestione progetti su Fondi strutturali - Assistenza alla progettazione e gestione di progetti ad altri settori dell’Ente 2 principali aree di attività: 1. ARCO LATINO - Attività di segretariato 2. PROGETTI A VALENZA TERRITORIALE LOCALE - Attività di sportello - Organizzazione di convegni e seminari relativi all’utilizzo dei fondi strutturali ex Ob. 2 - Gestione di progetti - Assistenza sull’Ob. 2. ai Comuni Strategia Punti di forza Punti di debolezza - Scarsa esperienza nella partecipazione ai bandi della Commissione Europea - Maggior parte delle attività ruota intorno allo sviluppo locale - Non chiara definizione del portafoglio di servizi da erogare - Mancanza di un proprio titolo di bilancio - Tentativo di creare una sorta di “task - Ufficio Europa conosciuto dai - Mancanza di metodologia strutturata di partecipazione a force”formalizzata sulle politiche europee, con diversi settori dell’Ente bandi comunitari il coordinamento dell’Ufficio Europa - Procedura e modulistica - Mancanza di chiarezza di processi predefinita che facilita la e metodologie strutturate per la gestione dei progetti gestione delle informazioni, - Creazione di gruppi di lavoro analisi dei bisogni, progettazione, ad hoc specifici per singoli gestione, rendicontazione di progetti che coinvolgono progetti, attività per lo più uffici dell’Ente interessati al occasionali e legate a rapporti progetto interpersonali - Mancanza di attività di progettazione su bandi UE - Mancanza di organico programma di attività - Chiara procedura di analisi dei bisogni - Realizzazione di eventi promozionali sia verso l’esterno che all’interno dell’Amministrazione Provinciale - Curare poche relazioni strette e continuative per aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’Ufficio 47 Pisa Cagliari Tipologia attività Strategia Punti di forza 1. POLITICHE COMUNITARIE: - Gestione delle informazioni in collaborazione con Tecla - promozione e coordinamento di progetti e attività - progettazione, gestione, rendicontazione e valutazione di progetti europei - controllo rendicontazione partner 2. ATTIVITÀ’ DEL PRESIDENTE PROVINCIA.: 3. ATTIVITA’ INTERNAZ.: - stipula di accordi e protocolli - gestione del cerimoniale - supporto alla gestione delle attività di Cooperazione allo sviluppo - Gestione delle informazioni verso l’interno (dal 2004 anche ai Comuni) - Assistenza tecnica - Gestione autonoma dei diversi step di un progetto (dall’attivazione alla rendicontazione) - Collaborazione con istituzioni e reti italiane ed europee relativamente all’attivazione di stage presso l’Ufficio - Strategia di “outsourcing” che permette di delegare tutti i compiti che si possono gestire anche all’esterno dell’ente - Gestione dei fondi strutturali, attività per giovani e progetti in ambito sociale affidati ad altri settori dell’ente - Sistematizzazione dei processi - Disponibilità di propri stanziamenti di bilancio - Chiara procedura di cofinanziamento dei progetti - Procedura definita di controllo della rendicontazione dei partner - Programma informatico che facilita la lettura dei documenti in lingua araba - Strategia che privilegia le politiche comunitarie a scapito dell’accesso ai fondi strutturali - Aumentare la capacità dell’Ente di utilizzare i finanziamenti europei - Diffusione all’interno della Provincia di esempi di buone prassi “importate” da altri contesti europei considerati casi di eccellenza - Coinvolgimento delle strutture della Provincia di line nelle fasi di progettazione e gestione - Programmazione della costruzione di una rete comunale per erogare i servizi ai Comuni - Standardizzazione dei processi di presentazione e gestione dei progetti - Ottica di integrazione sistemica e progettuale tra l’azione della Provincia e quella dei partner - Ufficio Europa considerato come passpartout per l’Europa - Obiettivi chiari e definiti in tema “Europa” sia di breve che di medio periodo - Chiare procedure relative alla gestione dei procedimenti amministrativi e all’attivazione dei progetti - Capacità di interazione dei diversi uffici dell’Ente - Condivisione degli scopi e dei programmi cui partecipare 48 Punti di debolezza - Mancanza della codifica di una procedura per l’analisi dei bisogni - Parziale scollamento tra programmazione provinciale e partecipazione/scelta a programmi europei - Valutazione dell’accessibilità ai diversi programmi comunitari e quindi dell’opportunità di presentare o meno progetti - Creazione di una rete di relazioni ed esperienze che consenta di leggere i bandi in un contesto di riferimento complesso ed articolato Cosenza Tipologia attività Strategia Punti di forza Punti di debolezza - Gestione delle informazioni e diffusione interna mirata - Assistenza tecnica - Rendicontazione - Ricevimento del pubblico (Eurodesk) - Attuazione della relazione revisionale e programmatica - Coinvolgimento degli altri settori dell’Ente interessati ai finanziamenti europei - Lettura e partecipazione ai bandi del POR Sicilia - Realizzazione di una rete di assistenza alla progettazione rivolta ai comuni - Strategia di comunicazione orientata ad un target giovanile incentrata sulle opportunità di studio, stage e lavoro per i giovani - Definizione e stipula con i comuni della Provincia di convenzioni al fine di erogare i seguenti servizi: informazione mirata sui bandi, prevalutazione delle proposte di progetto da presentare su bandi comunitari, valutazione delle opportunità finanziarie su cui candidare progetti, ricerca di partner, supporto alla progettazione, follow up del progetto a Bruxelles - Utilizzo dello strumento della programmazione integrata e settoriale - Positive collaborazioni con altri settori dell’Amministrazione - Chiare procedure relative alla gestione dei procedimenti amministrativi - Individuazione e regolamentazione di procedure relative a ideazione, progettazione e presentazione, attivazione, gestione e rendicontazione del progetto - Diffusione delle informazioni celere e mirata - Coinvolgimento del partenariato locale nella fase di progettazione e realizzazione di progetti - Modelli di pianificazione poco orientati ai risultati, che non colgono gli spunti provenienti dal mondo delle attività produttive e dalla società civile - Eccessiva polverizzazione e ripetizione degli interventi - Mancanza di un coordinamento strategico della progettazione - Mancanza di adeguata formazione sulle problematiche comunitarie - Mancanza di un network per l’utilizzo efficace delle risorse - Mancanza di una rete di partner e relazioni internazionali - Assenza di procedure rigide - Mancanza di continuità nella conduzione politica dell’Ente 49 Ad una prima analisi comparata delle tabelle sopra riportate, risulta subito evidente un quadro estremamente variegato delle diverse realtà analizzate, con particolare riferimento alle linee strategiche adottate/auspicate ed ai punti di forza e di debolezza emersi e dichiarati da parte degli intervistati. Soffermandoci, invece, in primo luogo, sui servizi erogati, è possibile tracciare una più semplice fotografia comparata, partendo dal servizio relativo alla gestione delle informazioni, che come già detto al paragrafo 1 risulta essere svolto da tutte le realtà analizzate, comprese quelle prive di Ufficio Europa, seppure in modo non sistematico. A tal riguardo, oltre a quanto già descritto, è interessante prendere in considerazione il target di tale servizio, nello specifico analizzando se esso è rivolto solamente all’interno, ossia verso gli altri settori dell’Amministrazione Provinciale, o se è rivolto anche verso l’esterno, ad altri attori, istituzioni, soggetti vari interessati alle politiche comunitarie. Tale dato viene riportato nella tabella 2.1., che distingue altresì tra casi con e senza Ufficio Europa. Tabella 2.1. Target del servizio “Gestione delle Informazioni Target del servizio “Gestione delle informazioni” Senza Ufficio Europa Con Ufficio Europa Target interno 3 6 Target esterno 1 4 Dalla tabella si evince chiaramente come tutte le realtà indagate rivolgano il proprio servizio di raccolta e diffusione delle informazioni sulle politiche comunitarie, con particolare riferimento ai finanziamenti, ai programmi, ai bandi dell’Unione Europea, in modo prioritario all’interno dell’Amministrazione Provinciale di riferimento, a conferma anche di quanto già precedentemente affermato, dell’importanza della trasversalità di questo servizio rispetto agli altri settori dell’Ente. Al contrario, meno diffuso risulta essere tale servizio nei confronti dell’esterno, anche nei casi delle realtà più strutturate e rafforzate, dato che probabilmente dipende da diversi fattori, tutti tra loro collegati: - l’esperienza acquisita da quelle realtà che operano nell’ambito delle politiche comunitarie da più tempo, che ha consentito l’acquisizione di processi, procedure, strumenti consolidati, evidenziati anche come punti di forza dei casi indagati, che garantiscono un’attività sistematica e continua nel tempo tale da consentire un’efficace diffusione anche all’esterno; - la stessa consolidata attività citata al punto precedente ha inoltre favorito la disponibilità e l’instaurarsi di una serie di relazioni e contatti stabili e continuativi che favoriscono l’assunzione di un ruolo riconosciuto rispetto alla divulgazione di informazioni necessarie e complete; - la disponibilità di precisi target esterni, anche attraverso l’utilizzo di mailing list opportunamente costruite, che consentono una diffusione mirata delle informazioni raccolte. Ed è probabilmente per questo motivo, ossia per la relativamente bassa “importanza” o “implementazione” del servizio informativo nei confronti dell’esterno che tra le strategie segnalate da diversi intervistatori viene indicata la necessità/intenzione di realizzare intense campagne informative, soprattutto verso l’esterno, dei servizi offerti dagli Uffici Europa. Inoltre, per quanto riguarda il servizio relativo alla gestione delle informazioni, appare particolarmente diffusa la prassi, una volta raccolte le informazioni, di produrre delle cosiddette “Schede di Programma” che evidenziano obiettivi, azioni, scadenze, caratteristiche dei diversi programmi/bandi/finanziamenti comunitari da diffondere, che consentono una divulgazione mirata, sia essa interna o esterna, delle informazioni, fattore considerato da molti degli intervistati come elemento di qualità e quindi di forza del servizio offerto. Infine, un’altra prassi che sembra aver dato ottimi risultati è quella di delegare a chi si occupa di politiche comunitarie ciò che può essere realizzato all’esterno dell’Ente Provincia, proprio come le attività di raccolta, rielaborazione e successiva diffusione delle informazioni utili. E’ evidente la necessità di rivolgersi a realtà esterne specializzate, in grado di gestire con professionalità esperte tali servizi, ma tale strategia di “outsourcing” può effettivamente costituire un valore aggiunto soprattutto laddove le risorse umane disponibili risultino piuttosto limitate e non sia possibile prevedere un loro aumento a fronte della mole di lavoro. Oltre a questo, sempre rispetto ai servizi erogati, è possibile evidenziare delle linee di tendenza rispetto al tipo di attività svolte, in particolare considerando che alcune realtà 51 sembrano occuparsi anche di azioni non direttamente riconducibili alle politiche comunitarie intese in senso stretto come partecipazione a bandi e finanziamenti europei. A tale riguardo, ricorriamo nuovamente ad una tabella (tab. 2.1.) che tenta di classificare i casi studiati sistematizzando le attività svolte ed i servizi erogati in 3 macro-tipologie che possono essere così descritte: 1. servizi/attività legati a POLITICHE COMUNITARIE: - coordinamento - front office (anche attraverso Info Point Europa/Eurodesk formalizzati) - gestione delle informazioni - progettazione e assistenza alla progettazione - assistenza tecnica - gestione di progetti - gestione di partenariati - monitoraggio e valutazione - rendicontazione - formazione 2. servizi/attività legati a RELAZIONI INTERNAZIONALI della PROVINCIA: - attività legate all’adesione della Provincia ad associazioni internazionali - assistenza ai rapporti internazionali della Provincia - assistenza ai compiti derivanti da ruoli internazionali ricoperti da funzionari e amministratori provinciali - negoziazioni a livello internazionale - stipula di accordi e protocolli d’intesa - gestione del cerimoniale - supporto alla gestione delle attività di Cooperazione allo sviluppo 3. servizi/attività INTERNI: - predisposizione del monitoraggio dell’attuazione programma provinciale - mantenimento dei rapporti con altre Istituzioni locali e nazionali - stipula di accordi di programma e protocolli d’intesa - gestione dell’Ufficio Stampa 52 Tab. 2.2. Classificazione dei casi indagati per macro-tipologie di servizi/attività Macro-tipologia di servizio/attività 1. Politiche Comunitarie Senza Ufficio Europa Con Ufficio Europa Torino Varese Roma Cagliari Cosenza Pisa Torino Roma Pisa Messina L’aquila Genova 2. Relazioni internazionali Genova della Provincia 3. Interni Pisa Dalla tabella si evince come, pur rimanendo le politiche comunitarie il fulcro dell’attività degli Uffici Europa, alcune realtà, specificatamente quelle che da maggior tempo operano in tale ambito, fatta eccezione per Genova, hanno sviluppato una serie di attività, riconducibili alla macro-tipologia “Relazioni internazionali della Provincia” e sopra descritta, probabilmente proprio grazie alla consolidata esperienza acquisita nell’ambito della gestione di relazioni internazionali attraverso azioni connesse alle politiche comunitarie ed alla presenza di personale e professionalità in possesso delle adeguate competenze linguistiche, relazionali e di disponibilità a trasferimenti che tali attività richiedono. Rispetto poi ai servizi ed alle attività realizzate, un’altra caratteristica che risulta accomunare la maggior parte delle realtà indagate è rappresentata dal fatto che, nell’ambito delle attività/servizi connessi alle politiche comunitarie, gli Uffici Europa hanno “competenza generale”, nel senso che i progetti presentati/gestiti, o comunque nei quali tali strutture vengono coinvolte soprattutto con funzioni di supporto nelle diverse fasi a seconda dei casi, sono relativi a tutti i settori, e si avvalgono delle competenze “settoriali” necessarie dei diversi uffici/settori dell’Amministrazione. In questo senso risulta prassi consolidata l’affidamento della gestione operativa dei progetti ai settori competenti e specifici per contenuti/obiettivi previsti dal singolo progetto, mentre l’Ufficio Europa si occupa prioritariamente delle attività di coordinamento e assistenza. Inoltre, altra caratteristica organizzativa segnalata da più interlocutori come elemento positivo è la costituzione di gruppi di lavoro ad hoc, 53 trasversali a più settori, per la gestione soprattutto degli interventi più consistenti, che proprio per la loro natura complessa richiedono l’intervento di più competenze e professionalità diverse. Altro elemento che sostanzialmente tutti i soggetti intervistati hanno segnalato come punto di forza, se presente, ma come elemento di estrema debolezza se assente, fa riferimento all’istituzione di un titolo di bilancio e di stanziamenti specificatamente dedicati alle attività relative alle politiche comunitarie. In effetti, tale fattore è determinante non solo per poter presentare progetti come titolare, ma anche per poter disporre dei cofinanziamenti necessari che caratterizzano i progetti comunitari, ed evitare, in questo modo, che la possibilità di realizzare tali interventi dipenda strettamente, se non esclusivamente, dalla disponibilità e dalla capacità finanziaria di altri settori dell’Amministrazione. Infine, a conclusione del presente paragrafo, sottolineiamo come la maggior parte degli intervistati ha evidenziato tra i punti di forza, se effettivamente disponibili, o, al contrario, tra le criticità, laddove non identificate, la definizione di procedure chiare e codificate relative ai processi e flussi di funzionamento dei diversi servizi/attività erogati, con particolare riferimento a specifiche modalità, strumenti, prassi di realizzazione delle diverse fasi dei progetti. A seconda dei casi, per i quali rimandiamo alle tabelle riportate all’inizio del paragrafo, tali procedure fanno riferimento a: - analisi dei bisogni; - valutazione dell’opportunità di partecipare ad un bando, - gestione delle informazioni; - progettazione/presentazione di progetti; - coinvolgimento/gestione dei partner; - gestione di progetti; - definizione del budget e cofinanziamento del progetto; - rendicontazione. A questo riguardo, non essendo possibile sistematizzare tali prassi consolidate poiché piuttosto differenti tra le diverse realtà, riteniamo opportuno riportare, in modo 54 schematico, alcuni casi che ci paiono particolarmente significativi e che descrivono le procedure previste per la gestione di alcune fasi del “ciclo di vita” di un progetto, e che possono essere utilizzati, da un lato, a titolo esemplificativo della modalità di lavoro adottata all’interno degli Uffici Europa, e dall’altro, con la finalità di diffusione delle buone prassi e scambio delle esperienze maggiormente consolidate nell’ambito delle attività legate alle politiche comunitarie. 55 Delibera di Giunta PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ATTESA DI APPROVAZIONE AVVIO DEL PROGETTO APPROVATO GESTIONE DEL PROGETTO RENDICONTAZIO NE DEL PROGETTO 1. Istruzione della delibera, di concerto con gli altri uffici e servizi coinvolti, che specifica: ??il ruolo della Provincia (se capofila o partner) ??eventuale cofinanziamento (impegnato solo nel caso di approvazione del progetto) 2. Trasmissione del progetto all’ente finanziatore (o lettere d’intenti al coordinatore nel caso sia partner) 1. Predisposizione di una scheda di progetto: 2. Mantenimento dei contatti con la Commissione 1. Comunicazione risultati della selezione a partner locali e transnazionali (se capofila) e agli altri uffici e servizi coinvolti 2. Firma del contratto 3. Eventuale riprogettazione esecutiva in funzione dei tagli apportati al budget originario 4. Predisposizione del testo dell’accordo da inviare ai partner (se capofila) 5. Aggiornamento della scheda di progetto nel caso di modifiche inerenti le attività, la tempistica o il budget 6. Predisposizione determinazione dirigenziale per accertare l’entrata del contributo comunitario 7. Preparazione della scheda contabile con i valori finanziari del progetto, i dati economici del cofinanziamento e delle entrate, suddivisi nei bilanci di competenza della Provincia e dei relativi centri di costo in base alla durata del progetto 8. Nel caso di coinvolgimento di altre strutture dell’Ente: predisposizione di determinazione a doppia firma dei dirigenti responsabili 1. Individuazione Responsabile del progetto con compiti di: ?? Coordinamento del gruppo di lavoro ?? Programmazione attività previste ?? Collegamento con partner transnazionali e non ?? Verifica periodica dello svolgimento delle attività ?? Individuazione dei collaboratori per il progetto (Contratti di incarico) ?? Pianificazione azioni di promozione ?? Controllo sulla valutazione finale ?? Predisposizione ordinanze di pagamento ?? Predisposizione relazioni sul progetto e diario delle attività svolte 2. Eventuale individuazione Assistente del responsabile del progetto con compiti di: ?? Organizzazione e gestione delle singole attività previste ?? Controllo della tempistica e delle risorse economiche ?? Responsabilità delle attività a lui delegate ?? Predisposizione relazioni intermedie sullo stato di avanzamento del progetto ?? Predisposizione relazione finale e rendicontazione contabile finale 1. Raccolta degli atti giustificativi relativi alle spese sostenute 2. Raccolta della scheda contabile aggiornata in relazione allo stato di avanzamento dei lavori e delle attività 3. Raccolta delle relazioni intermedie e finali 56 Procedura di co-finanziamento di un progetto Fattore determinante per facilitare l’utilizzo di questa procedura è evidentemente la disponibilità di un proprio autonomo stanziamento/capitolo di bilancio. In tal caso, fondamentale è decidere l’impegno finanziario per un progetto sulla base della coerenza con la direzione politica stabilita per l’Ente, considerando che solitamente, il cofinanziamento per un progetto elaborato e presentato in qualità di capofila è più alto del contributo assegnato ad un progetto per il quale si partecipa in veste di partner. E’ buona prassi presentare alla Giunta Provinciale la delibera di stanziamento dei finanziamenti per un progetto europeo solo dopo l’approvazione del progetto stesso da parte della Commissione Europea, prima però della firma del contratto. In questo modo, la delibera votata dalla Giunta Provinciale vincola la somma di compartecipazione dell’Amministrazione Provinciale ad uno specifico progetto. Se il progetto non venisse approvato dall’Unione Europea, la somma rimarrebbe vincolata ad un progetto eventualmente non realizzabile: diventerebbe allora necessario presentare e votare un'altra delibera della Giunta provinciale per liberare l’impegno economico della Provincia su quel progetto. Chiedere alla Giunta di deliberare gli stanziamenti per tutti i progetti comunitari presentati, significherebbe innestare un meccanismo piuttosto impegnativo e fonte di rigidità per il bilancio, in particolare per quelle realtà attive e dinamiche relativamente alle attività di progettazione europea. Essendo approvati solo una parte dei progetti presentati, se non si utilizzasse questa modalità sarebbe necessario predisporre e chiedere delibere di annullamento di quelle precedentemente votate per tutti i progetti presentati, con la conseguenza di impedire un lavoro efficace e tempestivo. 57 1.5 Il sistema di relazioni Il presente paragrafo intende ricostruire il sistema di relazioni delle strutture dedicate alle politiche comunitarie nei 10 casi studiati. Per facilitare la sintesi e la comparabilità delle informazioni rilevate si è scelto di organizzare i dati ottenuti dalla somministrazione dei diversi strumenti previsti dalla metodologia di indagine su tre principali categorie interpretative: a) le relazioni interne all’Ufficio Europa o, se mancante, all’Ufficio che prioritariamente si occupa di progettazione e gestione di iniziative comunitarie, desunte sia dalle informazioni espressamente portate dai vari soggetti coinvolti nelle interviste strutturate o semi-strutturate previste, sia dal “clima” respirato e vissuto nel corso del intero periodo dello studio di caso; b) le relazioni interne all’Amministrazione Provinciale in cui si sono estrapolati i dati ed i giudizi relativi in ordine agli scambi, alle transazioni, alle relazioni (anche di potere) con gli “altri” Uffici e strutture dell’Amministrazione. Paradossalmente, ma a maggiore riprova dell’importanza di questa chiave di analisi, questa proprietà – definita operativamente nei vari strumenti utilizzati in modo differente - è stata tra quelle che ha ottenuto più ampie e significative attenzioni; c) le relazioni esterne o interorganizzative, ovvero dall’Amministrazione Provinciale con organizzazioni diverse, ma peculiarmente finalizzate alla gestione o allo sviluppo delle politiche e delle attività comunitarie. Le indicazioni più rilevanti sono riportate nella seguente tab. 2.1., che illustra con il consueto e già ricordato ordine, i diversi oggetti di indagine. Si è inteso, oltre ad evidenziare i fatti riscontrati, anche riportare le dichiarazioni di intento e gli impegni espressi per il futuro che, per quanto significativi indicatori di prospettiva, dovranno essere valutati come elementi da verificare nel breve periodo e non come dati certi. 58 Tab. 4.1. Sistema di relazioni dei casi di studio: relazioni interne all’ufficio Europa, relazioni interne all’amministrazione provinciale, relazioni interorganizzative Relazioni interne Relazioni interne Relazioni esterne all’Ufficio all’Amministrazione Torino Genova L’Aquila Messina Provinciale - Scarsi apprezzamenti degli - Lavoro di squadra, altri settori per i servizi collaborazione tra ricevuti colleghi, fiducia reciproca - Positivo (fiducia, spinta, protezione, indirizzo) atteggiamento dell’Assessore - Demotivazione e pessimismo relativamente alle capacità di miglioramento della struttura - Collaborazione con il - Clima interno positivo e Settore Urbanistica e il stimolante Settore Ambiente, interessati - Forte motivazione a programmi comunitari - Poca chiarezza interna rispetto all’utilità esterna - Poca chiarezza interna rispetto all’utilità esterna della propria mission della propria mission - Clima interno positivo - Sporadiche relazioni con altri settori dell’Ente, legate alla contingenza di specifici progetti proposti per lo più dall’esterno - Accoglienza inizialmente tesa, poi è andata progressivamente migliorando anche in relazione al reciproco chiarimento e miglioramento di aspetti tecnici e scientifici di indagine - Consapevolezza e forte percezione di lavoro di squadra - Intescambiabilità e trasversalità delle competenze dello staff - Forte sostegno, collaborazione e intensi rapporti con i diversi settori dell’Ente - Giusto equilibrio tra collaborazione e autonomia 59 - Ruolo attivo e positivo sul piano delle relazioni locali e della programmazione negoziata (Progettazione di Piani di azione locali, PIT provinciali, etc.) - Scarse relazioni esterne sia a livello nazionale che internazionale - Intenzione di aderire a network regionali, nazionali e internazionali - Intenzione di aderire a Tecla - Istituzionalizzazione del rapporto con attori locali: Comuni, Associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali - Partenariato orizzontale consolidato e totale - Mancanza di rapporto con le altre Province - Debole rapporto con la Regione - Accordi e protocolli formalizzati dai singoli settori dell’Ente - Adesione all’Associazione Arco Latino - Collaborazioni intense con Comuni, scuole, università, associazioni, singoli cittadini - Intensi e diretti rapporti con le diverse istituzioni dell’UE, anche grazie al ruolo del Presidente della Provincia (Presidente del Comitato delle Regioni a Bruxelles) - Rapporti con organizzazioni e istituzioni di paesi di tutti i continenti (in particolare Francia e Svizzera), aderendo a numerose reti internazionali: Partenalia, Arco Latino, CAFI, Rete delle aree protette alpine, Euromontana, UITP, Metrex, AVEC, URB-AL Rete Tematica 10, Les Rencontres, AEDTF, FMCU, ECSITE e Rete Europea degli Info Point Europa - Accordi internazionali (FAO, PHARE) relativi a collaborazioni su progetti comuni e quindi basati su interessi concreti Relazioni interne Relazioni interne all’Ufficio all’Amministrazione Relazioni esterne Provinciale Modena - Accoglienza positiva - Positivo clima interno - Ambiente di lavoro “friendly” - Buoni rapporti interni e interpersonali - Altissima motivazione e consapevolezza della mission Varese - Accoglienza molto positiva - In relazione con i Settori più organizzati e tradizionalmente forti dell’Amministrazione (Ambiente, Formazione, Agricoltura), come in quello dello sviluppo economico più in generale, sembra essere più “lontana” l’azione dell’Ufficio, e più difficile l’instaurazione di un clima di collaborazione. Ad es poco coinvolgimento dell’Ufficio Europa nelle attività dei due Patti Territoriali e del GAL (Leader) operanti sul territorio. Tipo di vocazione (sostanzialmente culturale e sociale) che si è inteso conferire all’Ufficio, atteggiamento meglio comprensibile, se si pensa al fatto che i modelli relazionali instaurati verso il basso (comune di Modena ed altri ) e verso l’alto (Regione, Ministeri, Bruxelles ) scontano una posizione della Provincia di storica debolezza all’interno del panorama istituzionale - Difficoltà nel trovare partner interessati ed affidabili a causa della collocazione organizzativa e politica - Necessità di promuovere i servizi dell’Ufficio all’interno dell’Ente 60 - Forte rete di relazione sia a livello locale (programmazione negoziata), regionale, nazionale e comunitario - Collaborazioni con la Commissione Europa dell’UPI a livello regionale - Adesione all’Associazione Tecla - Adesione all’Associazione Arco Latino - Adesione all’Associazione Urbal - Necessità di adeguato scouting per individuare partner (sia italiani che esteri) disponibili ed affidabili - Mancanza di sistema preciso e affidabile per creare contatti e partenariati - Non esistono accordi di collaborazione e/o gemellaggi con partner internazionali, anche perché non ne è stata sentita l’esigenza - Esplicitata l’opportunità di individuare partner attraverso a) rapporti con FORMEZ; b) utilizzo della mediazione di contatti già attivi attraverso le realtà locali con cui l’Ufficio collabora Roma - Accoglienza molto positiva - Lavoro di squadra e cooperazione - Motivazione e impegno dello staff - - Adesione all’Associazione Arco Positivi rapporti Latino dell’Ufficio con i diversi settori dell’Amministrazione - Relazioni internazionali con i partner di Arco Latino provinciale - Relazioni con i Comuni per l’assistenza su progetti ex ob. 2 - Relazioni nazionali ed internazionali sottostimate rispetto alle potenzialità di una Provincia come Roma 61 Relazioni interne Relazioni interne all’Ufficio all’Amministrazione Relazioni esterne Provinciale - Collaborazione con i diversi settori dell’Amministrazione provinciale - Sviluppo di strutture decentrate all’estero dell’Ufficio Cosenza Cagliari Pisa - Accoglienza positiva - Stima e rispetto reciproco tra lo staff - Forte specializzazione e competenze distintive dello staff - Positiva collaborazione - Clima interno positivo e dell’Ufficio con i diversi forte collaborazione settori dell’Amministrazione - Elevata coesione interna e provinciale spirito di squadra - Entusiasmo e forte motivazione del personale - Spirito collaborativo del personale nei confronti dell’intervistatore - Apprezzamenti degli altri - Clima interno positivo settori per i servizi ricevuti - Lavoro di squadra - Forte motivazione grazie - Efficace sistema di ai risultati ottenuti relazioni con le istituzioni operanti nel terzo settore 62 - Accordi con la Scuola Superiore di S. Anna dell’Università di Pisa per stagisti presso l’Ufficio - Collaborazioni con comuni, associazioni senza fine di lucro, camere di commercio e università - Contatti in parte formalizzati con università europee - 45 protocolli di collaborazione con Istituzioni Pubbliche dell'UE, dei Paesi candidati e dell'aerea mediterranea (Francia, Spagna, Romania, Polonia, una serie di Paesi del Mediterraneo, in particolare il Medio – Orientee la Palestina, Lituana, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Russia, Inghilterra, Belgio, Danimarca) - Fase di miglioramento del network - Partecipazione della Provincia all’Associazione Arco Latino e all’Associazione Tecla - Attività di network attraverso programmi FAD di Formez - Intensa collaborazione con l’Università di Cagliari - Mancanza di un sistema di relazioni in materia comunitaria - Notevoli difficoltà di adesione a partenariati internazionali - Efficace sistema di relazioni con i Comuni della Provincia - Intenzione di aderire all’Associazione Tecla Degno di interesse ci pare, al di là delle evidenti ipersemplificazioni, lo schema proposto nella fig. 4.2. Utilizzando le informazioni emerse dagli studi di caso e sinteticamente riferiti alla fig. 4.1. si sono infatti operate due attribuzioni dicotomiche in ordine da una parte al grado di relazioni interne (sia all’Ufficio Europa che all’intera Amministrazione Provinciale), dall’altra al grado di relazioni esterne o interorganizzative. I 10 casi di studio sono quindi stati tendenzialmente assegnati ad uno dei quattro quadranti che risultano. Il primo quadrante, derivato da un basso grado di relazioni intra ed interorganizzative, è quello del necessario investimento in contatti e scambi sia interni che esterni all’ente Provincia. Non è casuale che si riferiscano a questo settore due Province senza Ufficio Europa, ma che intendono attivarne la funzione. Il secondo quadrante può essere definito come della non procrastinabile attenzione al vicino: paradossalmente la rete ed il sistema di relazioni esterne dell’unica Provincia individuata è di assoluta rilevanza, mentre le esigenze di miglioramento attengono alle relazioni con gli altri Uffici della Provincia ed al ruolo dell’Ufficio Europa all’interno della stessa Amministrazione di appartenenza. Il terzo quadrante riassume i casi, che inversamente al precedente, denotano un alto grado di relazioni interne ed una carenza nei rapporti inter-oganizzativi. La maggioranza delle Province studiate manifestano quindi un importante fabbisogno di attivare ed allargare la propria rete nazionale ed internazionale per sviluppare efficacemente le potenzialità dell’Ufficio Europa. Le due Province riconducibili al quadrante più “virtuoso” mostrano a loro volta l’esigenza di consolidare e qualificare le relazioni esistenti e rafforzare dinamicamente il network di cui si candidano a costituire l’organizzazione focale. 63 Fig. 4.2. Grado di relazione intraorganizzativo ed interorganizzativo e necessità di investimento per i 10 casi di studio. Basso Alto Basso QUADRANTE 1 Provincia di Messina Provincia di Genova Provincia di Varese QUADRANTE 2 Provincia di Modena Alto Grado di relazioni Interne Grado di relazioni esterne QUADRANTE 3 Provincia dell’Aquila Provincia di Roma Provincia di Cagliari Provincia di Cosenza QUADRANTE 4 Provincia di Torino Provincia di Pisa 64 1.6 Knowledge Management Il presente paragrafo verte sul knowledge management delle realtà analizzate, inteso, da un lato, come il sistema informativo a disposizione delle strutture indagate che garantisce la circolazione delle conoscenze e delle informazioni, anche attraverso la predisposizione e l’utilizzo di strumenti di comunicazione e promozione dei servizi nello svolgimento delle attività, e dall’altro come le esigenze di formazione, aggiornamento e specializzazione evidenziate dagli intervistati al fine di garantire un servizio più adeguato e rispondente alle esigenze ed alla mission individuata. Per quanto riguarda il sistema informativo, così come evidenziato anche dalla tabella 5.1., nella maggior parte dei casi esso è basato sull’analisi di strumenti multimediali, con particolare riferimento al costante monitoraggio dei più accreditati siti internet, tra cui ricordiamo a titolo esemplificativo: - il sito dell’Unione Europea: www.europa.eu.it - il sito di FORMEZ: www.formez.it - il sito di ERVET: www.europafacile.net Oltre a questo, diverse delle realtà indagate si appoggiano al sito dell’Amministrazione Provinciale di riferimento per la diffusione, da un lato, delle informazioni sui propri servizi e attività, utilizzando quindi tale strumento quale modalità di promozione e comunicazione, dall’altro, delle conoscenze e informazioni su programmi e bandi comunitari, utilizzando lo strumento come mezzo fondamentale del servizio di “Gestione delle informazioni” (si confronti a questo proposito quanto detto al paragrafo 1 e 3). Abbastanza consolidata soprattutto per le realtà considerate dotate di un Ufficio Europa, e sempre in relazione al servizio sulla gestione delle informazioni, risulta anche la prassi delle newsletter, per lo più distribuite gratuitamente ed in forma sia cartacea che informatizzata, attraverso le quali vengono diffuse molteplici informazioni relative, in generale, a: - politiche comunitarie in generale - programmi della Commissione - elenco bandi 65 - innovazioni legislative dell’Unione Europea - informazioni sui Paesi dell’allargamento e quelli che si candidano per la partecipazione all’UE in futuro - agenda di eventi, seminari e manifestazioni - programmi di convegni e corsi di formazione - recensioni di pubblicazioni, saggi e materiale vario Inoltre, alcune della realtà più consolidate sono caratterizzate dalla realizzazione ed utilizzo di materiale informativo e di comunicazione/promozione dettagliato e completo, che in alcuni casi è anche tradotto in lingua straniera, in particolare inglese e francese, oltre che dalla realizzazione di veri e propri eventi promozionali finalizzati ad ampliare quanto più possibile il bacino d’utenza dell’Ufficio Europa (per quanto riguarda il target del servizio gestione delle informazioni si confronti quanto detto al paragrafo 3). A questo riguardo una ultima considerazione è relativa alla prassi, utilizzata in alcuni casi, di “delegare” all’esterno l’attività di raccolta, rielaborazione e diffusione delle informazioni, avvalendosi di strutture ed organizzazioni specializzate e in un certo senso avvantaggiate nel reperimento di informazioni complete e tempestive, grazie ad una vicinanza “fisica” con le istituzioni europee che garantisce una sorta di accesso privilegiato in tempi rapidi, fattore sicuramente fondamentale soprattutto per l’attività di progettazione e gestione/reperimento di partenariati (si confronti anche quanto detto al paragrafo relativo ai progetti). 66 Tab. 5.1. Sistema informativo e strumenti di comunicazione e promozione Strumento di Caratteristiche relazione/comunicazione Genova L’Aquila Messina www.euroinfosicilia.it Sito dell’Unione Europea (www.europa.eu.it) Sito di FORMEZ (www.formez.it) Sito dell’ERVET (www.europafacile.net) Bollettini regionali e comunitari Sito dell’Unione Europea (www.europa.eu.it) Newsletter EURETE “Torino informa. Notiziario sulle politiche comunitarie” Torino Newsletter “Notizie dall’Unione Europea” Sito www.provincia.torino.it/europa Materiale informativo vario che evidenzia caratteristiche economico-sociali e turistico-culturali, competenze, iniziative della provincia di Torino Mailing list per giovani in possesso di cellulari Diversificate iniziative promozionali Newsletter BandiNews Lettera d'allerta BandiFlash Pubblicazione Sito della provincia (www.provincia.va.it) Var ese Modena - Bandi regionali sui diversi assi del POR Sicilia - Informazioni su PON; PIC, Azioni innovative - Rivista mensile gratuita affidata a fornitore esterno - Informazioni e servizi su: politiche comunitarie in generale, sui risvolti delle stesse nella Provincia di Torino, progetti comunitari presentati e approvati, programmi di convegni e corsi di formazione - Supplemento gratuito alla rivista “Torino informa” - Diffusa in forma cartacea e digitale (mailing list ad hoc divisibile per target differenziati) - Informazioni e servizi su: innovazioni legislative UE, programmi della Commissione, agenda di eventi, seminari e manifestazioni, recensioni di pubblicazioni, saggi e materiale vario, elenco bandi - Link al servizio dell’Info Point Europa - Informazioni su: caratteristiche economico-sociali e turistico-culturali, competenze, iniziative della Provincia di Torino - Traduzione in più lingue - Inviti alle iniziative dell’Ufficio tramite sms inviati con il computer - Stand e vetrine informative sulle attività dell’Ufficio - Trasmissioni per radio - Organizzazione Festa d’Europa - Redatta in collaborazione con Tecla - Informazioni su bandi dell’UE: obiettivi, tema specifico, data di scadenza, requisiti di ammissibilità, per esempio) - Ricerca: Gli Uffici Europa in Emilia Romagna - Organigramma dell’Ufficio Europa - Descrizione di obiettivi e compiti dell’Ufficio Europa 67 Roma Newsletter per gli altri settori della Provincia di Varese (Ora interrotta per lo scarso feedback generato) Strumenti vari - Novità legislative europee - Informazioni sui bandi della Commissione Europea Sito www.provincia.pisa.it/polcom/index.htm - Accessibile dal sito della provincia di Pisa - Informazioni - in italiano o inglese - su storia e compiti dell’Ufficio Europa, organigramma, elenco dei progetti finanziati e dei progetti gestiti dall’ente, lista dei partenariati - Redatta in collaborazione con Tecla - Informazioni su bandi dell’UE: obiettivi, tema specifico, data di scadenza, requisiti di ammissibilità, link utili (per scaricare i moduli, per esempio) - Distribuzione cartacea e digitale - Rivolto a chi intende partecipare ai bandi dell’UE - Redatta mensilmente in collaborazione con Tecla - Distribuita a comuni, associazioni senza fini di lucro, camere di commercio, università - Attualità dal mondo di “Bruxelles”, novità dal Parlamento Europeo e informazioni su eventi - Rivolto a chi si occupa di politiche comunitarie in genere senza un interesse esplicito a partecipare ai bandi dell’UE - Informazioni sui Paesi dell’allargamento e quelli che si candidano per la partecipazione all’UE in futuro - Contenuti del sito in lingua inglese - Descrizione dei progetti realizzati dall’ente fino alla fine di giugno del 2003 Pisa Newsletter “Lettera d’allerta” Newsletter “Notizie di Orientamento per le Collettività Territoriali” Cosenza Cagliari Brochure La pubblicazione “The Province of Pisa. European Union Policy. Plans. Projects. Goals. Results.”. Bollettino di informazione comunitaria di Tecla Sito della Regione Sardegna (www.regione.sardegna.it/europa) Sito dell’Unione Europea (www.europa.eu.it) Sito di FORMEZ (www.formez.it) Sito dell’ERVET (www.europafacile.net) Sito Internet accessibile attraverso il sito della Provincia Newsletter Sito ufficiale della Regione Calabria Sito dell’Unione Europea (www.europa.eu.it) Sito di FORMEZ (www.formez.it) Sito dell’ERVET (www.europafacile.net) - Promozione informazione - Accesso ai bandi regionali sui diversi assi del POR; informazioni su PON; PIC, Azioni innovative - Informazioni sulle attività della Provincia in materia comunitaria - Link a siti per visionare bandi Aggiornamento bandi regionali Informazioni su bandi comunitari Informazioni su bandi comunitari e nazionali Informazioni su bandi comunitari e nazionali 68 Un ultimo aspetto da prendere in considerazione è relativo alle esigenze di formazione, aggiornamento e specializzazione delle competenze degli operatori e dello staff che operano nell’ambito delle politiche comunitarie, in particolare all’interno degli Uffici Europa. La tabella 5.2 riporta per ogni singolo caso analizzato l’elenco delle aree tematiche segnalate come indispensabili e soprattutto su cui è stato segnalato un bisogno specifico di formazione, con una particolare attenzione alle modalità formative privilegiate. Il primo dato che risulta subito evidente è che per tutte le realtà analizzate è emersa, in generale e come criticità, la partecipazione ad una scarsa ed insufficiente attività formativa, che denota una generale assenza di strategie e programmi strutturati di crescita e rafforzamento delle competenze interne. Alcuni casi hanno segnalato l’effettiva partecipazione a corsi di formazione (a titolo esemplificativo: seminari tematici sulle politiche comunitarie, reti di informazione dell’UE, allargamento dell’UE, costituzione europea, finanziamenti comunitari, modalità progettuali di specifici programmi, programmi FAD di Formez, etc.) che sembrano però più il frutto di una logica di improvvisazione, dettata da una peculiare opportunità offerta o da esigenze contingenti legate alla realizzazione di attività specifiche, più che l’esito di un’analisi dei fabbisogni interni e la definizione di un piano di formazione continua. In questo senso, pertanto, uno dei più ricorrenti fattori di criticità manifestati dai soggetti intervistati è proprio la forte esigenza di programmi di intervento a sostegno delle competenze del personale e degli operatori. Per quanto riguarda invece le modalità formative segnalate, non è possibile individuare delle tendenze relative alle preferenze manifestate, anche perché queste ultime dipendono in modo molto stretto e diretto dalle caratteristiche individuali dei soggetti intervistati. 69 Tab. 5.2 Fabbisogni formativi evidenziati per ogni caso analizzato Ruolo/Fu Fabbisogni formativi Metodologie nzione Genova L’Aquila Messina Dirigente formative - Progettazione Funzionario - Fabbisogni evidenziati in tutte le tematiche indicate nel questionario Assistente - Fabbisogni evidenziati in tutte le tematiche indicate nel questionario Dirigente - Opportunità di finanziamento - Modelli di partenariato e governance - Attivazione e gestione di partenariati e partner comunitari Funzionario - Procedure di rendicontazione - Lingue straniere - Opportunità di finanziamento - Metodologie di budgeting - Metodologie di analisi - Modelli di partenariato e governance - Attivazione e gestione di partenariati e partner comunitari - Sviluppo piani di analisi - Elaborazione progetti Amministra - Lingue straniere tivi - Opportunità di finanziamento - Procedure di rendicontazione - Modelli di partenariato e governance - Sviluppo piani di analisi - Elaborazione progetti Aggiornamento: - Strategie politiche dell’UE - Procedure amministrative per la gestione dei fondi - Metodologie progettuali - Sistemi di knowledge management - Modelli di partenariato e governance - Attivazione e gestione di partenariati - Sviluppo piani comunicazione interna - Programmazione attività dell’ufficio - Utilizzo di strumenti di project management Costruzione: - Opportunità di finanziamento - Metodologie di analisi - Metodologie di monitoraggio e valutazione - Strumenti di comunicazione e marketing - Strumenti di organizzazione e pianificazione lavoro - Attivazione e gestione di partner comunitari - Sviluppo piani comunicazione e marketing - Sviluppo piani di analisi - Sviluppo piani di monitoraggio e valutazione delle attività dell’ufficio 70 - - - Formazione intervento Outdoor training Gruppi di lavoro locali e interlocali Affiancamento Seminari brevi Simulazioni Formazione individuale Visite e stage Seminari brevi Project Work Simulazioni Formazione intervento - Formazione d’aula - Formazione individuale Ruolo/Fu Fabbisogni formativi Metodologie nzione Dirigente formative - Metodologie di budgeting - Varese Modena Torino Amministra tivi - Strumenti di comunicazione e marketing Reti per l’accesso alle informazioni in Europa Gestione dei progetti (incluso partenariati, monitoraggio, valutazione, rendicontazione) Funzionari - Metodologie di analisi - Programmazione delle attività dell’Ufficio - Gestione dei progetti (incluso partenariati, monitoraggio, valutazione, rendicontazione) - Management delle informazioni - Tecnologie telematiche (Excel) Funzionari Tutte le aree di miglioramento inserite nel questionario, ad e eccezione dell’organizzazione del lavoro in generale, sono amministrat segnalate per tutto lo staff dell’Ufficio ivi - - Formazione d’aula Visite e stage Seminari brevi Project Work Interventi e gruppi di lavoro locali e interlocali Formazione individuale Coaching Metodologie di analisi Metodologie progettuali Metodologie di monitoraggio e valutazione - Formazione individuale Direttore Aggiornamento su: dell’Ufficio - normative - organizzazione aziendale e del lavoro - strategie politiche - struttura istituzionale dell’Unione Europea - informatica di base Coordinator Aggiornamento su: e degli - normative Affari - organizzazione aziendale e del lavoro Europei - strategie politiche - struttura istituzionale dell’Unione Europea - informatica di base programmi comunitari - modalità di finanziamento dei progetti Tecnico Aggiornamento su: amministrat - programmi comunitari ivo - modalità di finanziamento dei progetti - Formazione d’aula Seminari brevi Simulazioni Project work Formazione intervento Coaching Gruppi di lavoro locali - 71 - Ruolo/F Fabbisogni formativi Metodologie Pisa Roma unzione formative Aggiornamento su: - Strategie politiche dell’UE - Opportunità di finanziamento - Procedure amministrative per la gestione dei fondi - Metodologie di budgeting - Metodologie di analisi - Metodologie progettuali - Metodologie di monitoraggio e valutazione - Strumenti di organizzazione e pianificazione lavoro - Sistemi di knowledge management - Attivazione e gestione dei partenariati - Sviluppo piani di comunicazione interna - Sviluppo di piani di monitoraggio e valutazione di progetti - Programmazione attività dell’ufficio Costruzione: - Strumenti di comunicazione e marketing - Informatica specialistica - Sviluppo piani di comunicazione e marketing - Sviluppo piani di analisi - Utilizzo di strumenti di project management - Predisposizione e distribuzione di strumenti informativi - Lingue straniere - Istituzioni comunitarie - Strategie politiche dell’UE - Strumenti di organizzazione e pianificazione del lavoro - Gestione di gruppi di lavoro - Sviluppo di piani di monitoraggio e valutazione dei progetti europei - Utilizzo di strumenti di project management - Rendicontazione - - Cagliari - Informatica - Normative di riferimento nazionali e comunitarie - Istituzioni comunitarie - Procedure amministrative per la gestione dei fondi - Metodologie di budgeting - Metodologie progettuali - Lingue straniere Aggiornamento su: - Attivazione e gestione di partenariati comunitari - Gestione gruppi di lavoro - Sviluppo di piani di comunicazione interna - Elaborazione di progetti 72 - - Seminari brevi Simulazioni Project work Formazione intervento Coaching Gruppi di lavoro locali Gruppi di lavoro interlocali Outdoor training Seminari brevi Visite e stage Simulazioni Project work Formazione individuale Gruppi di lavoro locali e interlocali Outdoor training Formazione d’aula Seminari brevi Partecipazione a gruppi di lavoro Visite e stage Ruolo/Fu Fabbisogni formativi Metodologie Cosenza nzione formative - Lingue straniere - Istituzioni comunitarie - Strategie e politiche dell’UE - Opportunità finanziarie - Procedimenti amministrativi per la gestione dei fondi - Progettazione - Tecniche di budgeting - Metodologie di analisi - Strumenti di organizzazione e pianificazione del lavoro - Attivazione e gestione del partenariato e partner comunitari - Gestione gruppi di lavoro - Sviluppo di piani di comunicazione e marketing - Sviluppo di piani di comunicazione interna - Sviluppo piani di analisi - Elaborazione progetti - Sviluppo piani di monitoraggio e valutazione dei progetti Aggiornamento su: - Utilizzo di tecnologie informatiche e telematiche - Accesso alle informazioni - Predisposizione e distribuzione di strumenti informativi - Predisposizione di piani di budget - Rendicontazione progetti - Gestione procedure amministrative 73 - - Metodologie didattiche attive e meno strutturate in contesti formali di apprendimento Simulazioni Project work Formazione intervento Gruppi di lavoro interlocali Parte seconda - I casi di studio 74 1. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia Regionale di Messina di Carmelo Messina 1. Premessa La Provincia Regionale di Messina è una delle nove Province Siciliane. Terza in ordine alla grandezza del territorio ed alla numerosità della popolazione, la Provincia di Messina si trova al primo posto per numerosità dei comuni che compongono il suo territorio: ben 108. Il caso è stato costruito nel periodo di tempo che va dal giorno 4 al giorno 14 Dicembre 2003. La peculiare situazione della Provincia di Messina (ed in genere delle Province Siciliane) dovuta agli effetti indotti sull’assetto organizzativo dal cambiamento di Amministrazione dopo le recenti elezioni amministrative dello scorso anno, non ha consentito l’utilizzo completo del set di strumenti previsto; la nuova amministrazione infatti ha utilizzato questi primi mesi del mandato per avviare un’opera di profondo rinnovamento della struttura provinciale che parte dalla rideterminazione della pianta organica, la creazione di nuovi servizi e la soppressione di altri, la rassegnazione dei dirigenti, oltre ovviamente alla cura degli adempimenti ordinari. Artefice principale del cambiamento è la figura del Direttore Generale, una figura tecnica proveniente da una precedente esperienza con comune capoluogo. In questa situazione di stallo occorre registrare l’attribuzione della delega alle Politiche Comunitarie all’avv. Gianni Pino. La nomina suddetta ha costituito il primo concreto passo che l’Amministrazione di Messina ha realizzato verso la rivitalizzazione delle capacità dell’ente di agire nel settore in questione. Nonostante sia stato istituito da pochi giorni (27 Novembre 2003) non è possibile leggere la realtà di Messina come una Provincia con Ufficio Europa. Manca infatti quel minimo di esperienza che consentirebbe una ricostruzione del proprio vissuto e della propria storia. 75 In via informale lo stesso assessorato alle politiche comunitarie, attraverso la presenza di un funzionario, ha svolto in questi mesi delle attività da “Ufficio Europa” cercando di realizzare una qualche forma di coordinamento tra i diversi assessori interessati ad un certo programma di finanziamento ad es: su alcune misure del POR Sicilia. Si è trattato di iniziative più che altro sporadiche, quindi al di fuori di una metodologia di azione codificata e lasciate alla buona volontà ed all’esperienza dell’Assessore al ramo, che cercano di sopperire alla mancanza di una adeguata struttura. Di conseguenza non è stato semplice individuare le persone a cui sottoporre i questionari e si dovuto ricorrere ad una ricostruzione della realtà messinese a cavallo tra i due periodi – giunta Buzzanca e Giunta Leonardi – che utilizzasse esperienze passate cercando di riannodarne i fili con quanto il Direttore Generale dell’Ente sta cercando di ripensare in tema di accesso ai finanziamenti europei e di attivazione dell’ente sulle politiche omologhe. Anche in questo caso si è proceduto alla effettuazione di una visita che ha consentito di rendersi conto anche dell’attuale logistica della Provincia, di conversare a lungo con i funzionari e di redigere alcuni dei questionari proposti. 2. Gli attori Il ricercatore è il dr. Carmelo Messina, funzionario della Provincia Regionale di Catania, responsabile dell’Ufficio Europa della omologa provincia. L’Ufficio Europa di Catania, l’Osservatorio è stato istituito nel 1997. Dal 1998 è anche un Euro Info Centre. In tale posizione il dr. Messina ha curato la progettazione e gestione di diversi progetti a valere sui programmi europei dedicando una particolare attenzione all’internazionalizzazione delle PMI siciliane. Il dr. Messina collabora da anni in materie attinenti la presente ricerca con istituti quali: Formez, Cerisdi, Ancitel etc. Il kit degli strumenti è stato utilizzato con: Avv. Gianni Pino Assessore allo Sviluppo economico ed alle politiche comunitarie Dr. Giovanni Raffa Direttore Generale 76 L'Ufficio Europa è attualmente composto da n.3 unità : n.1 Funzionario Responsabile, nome Paola Emanuele, titolo di Studio Laurea in Filosofia; n.1 Istruttore Amministrativo, nome Giulio Torri, titolo di studio Laurea in Scienze Politiche; n.1 Usciere, nome Paolo Calarco, titolo di studio Terza Media. 3. Il clima Anche se la documentazione prevista per l’analisi delle Province senza Ufficio Europa non contemplava tra gli allegati la griglia sul clima, la rilevazione è stata fatta lo stesso dopo l’effettuazione della visita . Essa consente uno sintesi conclusiva sul clima interno all’Ufficio diretto dalla Dott.ssa Emanuele, che, al momento in cui si scrive, è ufficialmente l’Ufficio Europa della Provincia di Messina e,più in generale,nell’ente. L’analisi del Clima Organizzativo rileva anche in questo caso le percezioni relative alla struttura, ai rapporti, alle relazioni e alle attività che si definiscono all’interno dell’organizzazione e che costituiscono il fondamento del comportamento organizzativo. Quando si parla di organizzazione, e delle risorse umane che in essa operano, l’integrazione fra le parti è uno dei problemi fondamentali che s’incontrano. La criticità del problema aumenta quando, come nel caso della provincia di Messina, l’organizzazione è il risultato della convivenza di molteplici realtà, che pur condividendo una medesima mission per quanto concerne l’accesso alle opportunità UE, perseguono obiettivi non ancora ben definiti nella fase attuale di transizione. Evidentemente il clima generale risente di questa situazione di indeterminatezza favorendo l’affacciarsi di fenomeni di scarsa coesione. Un primo elemento che salta subito agli occhi è il ruolo dell’assessore alle Politiche Comunitarie. Egli rappresenta al momento attuale l’unico punto di ancoraggio reale della Provincia di Messina ad un'attività sulle politiche comunitarie. L’Assessore anche in forza delle sue pregresse esperienze e della sua indole naturale contribuisce positivamente alla creazione del clima incoraggiando il proprio staff nello svolgimento del proprio lavoro. 77 Una figura altrettanto importane è quella del Direttore Generale, il dr. Giovani Raffa. Il Direttore di Messina ha avuto dal Presidente il compito di riorganizzare l’ente con ampia facoltà di sopprimere settori, aggiungerne altri etc. Tra gli obiettivi del Direttore c’è quello di curare il rilancio dell’Ufficio Europa che nella passata amministrazione aveva una sua funzione, una sua logistica ed un dirigente. Il direttore generale costituisce un punto di riferimento molto importante anche per le questioni inerenti le politiche comunitarie. In assenza del dirigente cura l’esecuzione degli attuali procedimenti amministrativi e quant’altro necessario per la rappresentanza dell’ufficio. Altrettanto facilmente sono percepibili i ruoli all’interno della Provincia tra progettazione e gestione dei progetti. Il primo momento vede impegnate la responsabile dell’Ufficio e l’Assistente, insieme alle unità di personale degli altri settori; il secondo è sempre affidato ai settori di pertinenza dei progetti. Allo stesso modo dei ruoli di ciascuno sono individuate le responsabilità dei singoli. La dott.ssa Emanuele ha più compiti di interfaccia con gli altri settori, supporta i colleghi nella decisione se aderire o meno ad un certo programma, interfaccia gli assessori al ramo elaborando schede di sintesi e quant’altro possa essere utile all’utilizzo del programma. Il dr. Calarco assiste la dott.ssa Emanuele in tutte le attività dell’Ufficio. L’ufficio si connota anche per l’assenza di procedure particolari. Anche in questo caso si prevede la creazione e la scomposizione di gruppi di lavoro in funzione dei progetti. Le uniche procedure che vengono attuate, direi sono quelle connesse alla gestione dei vari procedimenti amministrativi. Le dotazioni informatiche esistenti al momento non appaiono sufficienti per conferire all’ufficio quelle capacità di interazione con le fonti di informazione e le reti esterne che appare fondamentale per supportare i servizi interni dell’Ufficio. Manca infatti il collegamento con la rete informatica della Provincia nè si dispone di un collegamento Internet professionale. Un altro tema suscettibile di un serio miglioramento all’interno della Provincia è proprio quello relativo alla valorizzazione delle risorse umane. La composizione attuale dello staff dell’Ufficio appare piuttosto modesta sia in rapporto alla grandezza della Provincia sia rispetto agli obiettivi dell’Amministrazione. Si tratta, 78 in una prima battuta di aumentare il numero delle risorse umane e di puntare più intensamente alla loro formazione continua anche in funzione dei rispettivi background. Esiste, nonostante tutto, una certa capacità di far circolare informazioni che vengono realmente utilizzate dai destinatari. Anche all’interno dello staff la circolazione delle informazioni sembra molto positiva: tutti sono informati di quello che succede e condividono le scelte fatte dal coordinamento. I componenti dell’Ufficio Europa si sentono certamente coinvolti in un’attività di squadra nella quale si vince insieme; sono pronti di conseguenza ad aiutarsi l’un con l’altro nei momenti di maggiore difficoltà. Nonostante la fiducia reciproca e l’atteggiamento positivo dell’assessore Pino, si denota nel gruppo ma anche nei singoli una forte demotivazione e pessimismo sulle reali capacità di miglioramento della struttura. Questo atteggiamento sembra retaggio della situazione passata ma è anche causato dall’attuale momento di difficoltà soprattutto logistica di cui obiettivamente lo staff sembra soffire. Sul versante network con altri uffici ed identificazione di una mission comune le performance della Provincia presentano ampli margini di miglioramento anche in funzione della giovane età della struttura e delle condizioni di insularità di cui la Sicilia come la Sardegna soffre. I funzionari dell’ufficio, non ricevono riconoscimenti particolari dagli altri settori dell’ente che allo stato attuale ricevono scarsi apprezzamenti per i servizi ricevuti. 4. Documentazione raccolta Strumento Mappa Ufficio Europa L'Intervista in profondità - dirigenti L'Intervista in profondità - operatori La Griglia per l'analisi dei fabbisogni Numero di prodotti 3 3 3 6 Lo Spazio zanzara La Check list per la documentazione Report 1 vari 1 79 Utilizzato con: Dirigenti Dirigenti Operatori 1 - Dirigente Ufficio Europa 2 - Operatore Ufficio Europa Politico/amministratore 5. Diario del Caso Le difficoltà più rilevanti nello studio del caso della Provincia di Messina sono certamente da addebitare oltre alla brevità dei tempi disponibili, anche alla particolare situazione della nuova amministrazione di centrodestra alla guida dell’ente da circa sei mesi. Impegnata in un’opera di vasta riorganizzazione degli uffici e servizi dell’ente, l’Amministrazione messinese ha azzerato il precedente modello organizzativo. Ciò ha reso particolarmente complessa ricostruzione della rete di rapporti e di relazioni tra i vari uffici dell’ente e la conseguente erogazione delle interviste. La maggior parte delle notizie sono state rilevate con delle interviste telefoniche compresa la mappa dell’Ufficio. I questionari in autosomministrazione sono stati compilati a distanza e spediti per posta elettronica. Durante la visita in loco sono state effettuate le interviste ai responsabili dell’Ufficio Europa ed all’Assessore ale Politiche Comunitarie. Si descrive di seguito la sequenza degli eventi. Giorno nr. 04/12/2003 Giovedì 1 05/12/2003 Venerdì 06/12/2003 Sabato 2 3 12/12/2003 Venerdì 4 13/12/2003 Sabato 5 14/12/2003 Domenica 6 Messina Studio della documentazione metodologica; Approfondimenti bibliografici sugli uffici Europa acquisizione dati provincia di Messina Compilazione Mappa e Griglia fabbisogni formativi Compilazione questionari in autosomministrazione per interni ed esterni Stesura Report Visita a Messina Incontro Assessore alle Politiche comunitarie della Provincia, Avv. Gianni Pino ed intervista: Spazio zanzara Incontro ed interviste con dipendenti Ufficio Europa: Paola Emanuele, Stesura report Stesura report 80 6. Descrizione del Caso Il caso della provincia di Messina presenta caratteristiche peculiari rispetto agli enti oggetto dello studio di caso. Se, al momento dell’inizio della ricerca in questione, la Provincia non aveva ancora provveduto a dotarsi di una struttura dedicata alla cura delle politiche comunitarie, poco prima dell’inizio dello studio del caso, l’Amministrazione ha provveduto a deliberare in tal senso. Per altro, durante il governo della passata Amministrazione era presente un ufficio Europa che aveva cessato la sua attività con l’avvento della nuova amministrazione. Nei fatti il caso in specie si rivela essere non molto diverso da quelli che descrivono Province dotate di Ufficio Europa con l’eccezione di un periodo di tempo che va da Maggio a Novembre di quest’anno nel corso del quale la Provincia di Messina, in virtù del cambio di guardia al vertice dell’ente, ha provveduto a radicali cambiamenti organizzativi che hanno coinvolto anche il settore delle politiche comunitarie. A prescindere dal ruolo dell’Ufficio Europa, la Provincia di Messina, agli occhi del ricercatore non risulta essere dotata di una struttura burocratica particolarmente sensibile ed attenta alle opportunità derivanti da un approccio proattivo al tema delle politiche comunitarie. E ciò non tanto per disinteresse da parte dell’Amministrazione, quanto, piuttosto per ragioni di metodo nell’approccio alle scelte organizzative passate che hanno visto privilegiare un forte ruolo della consulenza rispetto ad una politica di investimenti nella crescita della struttura. Quando in questo campo, come nel caso della Provincia di Messina, si verifica un forte squilibrio tra il ruolo della consulenza e quello delle risorse interne, le conseguenze per l’ente sono sempre negative anche se valutabili per intero solo nel medio periodo. Se per certi aspetti, attraverso l’utilizzo di risorse di consulenza che curino tutti i momenti del ciclo di vita di un progetto (dalla progettazione alla rendicontazione), l’Amministrazione consegue risultati di breve periodo con relativa facilità in funzione delle capacità delle risorse utilizzate, per altri aspetti la sotto utilizzazione della struttura interna rende impossibile quell’accumulo di cultura organizzativa e di sensibilità alle problematiche comunitarie che solo una consolidata prassi consente di realizzare. La conseguenza più immediata di questo tipo di politica è la perdita di qualunque tipo di know how sui programmi e sui progetti nel momento in cui il consulente, per sue scelte personali o per scelte dell’amministrazione, non dovesse essere più utilizzato 81 dall’Amministrazione. In questi casi i cambiamenti politici non si limitano ad azzerare il vertice amministrativo o dirigenziale dell’ente, ma incidono profondamente sulle capacità operative attraverso il cambiamento dei consulenti. Quest’ultimi, legati più che altre figure, a rapporti di fiducia con la vecchia amministrazione vengono quasi sempre sostituiti con altri vicini alla nuova amministrazione con la conseguenza di rompere quel continuum temporale tra momenti amministrativi e funzionali in capo allo stesso ente così generando, talvolta, metamorfosi singolari non sempre comprensibili ad osservatori esterni. La maggior parte delle notizie sono state rilevate con delle interviste telefoniche compresa la mappa dell’Ufficio. I questionari in autosomministrazione sono stati compilati a distanza e spediti per posta elettronica. Durante la visita in loco sono state effettuate le interviste ai responsabili dell’Ufficio Europa ed all’Assessore alle Politiche Comunitarie. 6.1. Modello organizzativo L’attuale fase attraversata dalla Provincia Regionale di Messina non consente una precisa descrizione dell’assetto organizzativo dell’ente in materia comunitaria; non é semplice ricostruire, anche per i motivi che abbiamo descritto sopra, l’attività dell’ente, accertare quanti progetti siano stati presentati e da quali settori. La nuova Amministrazione sta infatti procedendo ad approvare la nuova pianta organica e la nuova struttura organizzativa con il ridisegno complessivo dei servizi e degli uffici e la nomina dei dirigenti. Per tali motivi è possibile distinguere tre fasi distinte nell’analisi dell’attività comunitaria della Provincia di Messina. La prima fase è quella relativa alle attività dell’Amministrazione Buzzanca. Durante quel periodo la Provincia di Messina, pur non dotata di uno specifico Ufficio Europa, concentra le proprie attività in un servizio alle dipendenze di dirigente ed in staff alla presidenza dell’ente. Il servizio è in realtà supportato in maniera assolutamente pervasiva da risorse consulenziali che rispondono del loro operato in via diretta ed esclusiva al Presidente della Provincia. Questa fase è quindi caratterizzata da una certa attività dell’ente che è presente con una certa progettualità - di cui oggi non è facile individuare tracce - ma da una conseguente scarsa creazione di know how in capo alla struttura. 82 La fase successiva, che poi è quella attuale, è una fase di passaggio tra la vecchia amministrazione e la nuova; questa fase vede la struttura cambiare di sede da palazzo dei Leoni all’ex IAI. Durante questo periodo che dura da Giugno 2003 ad oggi, la Provincia perde la sua capacità se pur modesta di fornire servizi nel settore delle Politiche comunitarie. Allo stesso tempo il dirigente utilizzato quale riferimento di settore viene destinato ad altro incarico. Il cambio di sede provoca infatti una serie di inconvenienti pratici limitando fortemente la capacità dell’ente di costruire un set di servizi efficiente. In questo periodo è comunque possibile cogliere una precisa strategia di rilancio dell’ente che fa dell’approccio alle politiche comunitarie uno dei cavalli di battaglia della nuova amministrazione. L’unità organizzativa preposta al compito, se pur affidata in prima battuta allo stesso gruppo di lavoro proveniente dall’esperienza maturata dalla procedente Amministrazione, muterà radicalmente il proprio posizionamento all’interno della nuova struttura che va ridisegnandosi attorno alla figura del Direttore Generale dell’Ente. Pensata con valenza di servizio nell’ambito dell’Assessorato Sviluppo Economico la struttura avrà a capo un dirigente ed agirà sotto la diretta supervisione del Direttore Generale; la terza fase vedrà quindi il potenziamento dell’attività dell’ente nel settore delle politiche comunitarie attraverso l’istituzione di un cabina di regia che possa interfacciare i diversi settori dell’ente facendoli incontrare con le varie opportunità comunitarie. Il 27 dello scorso mese di Novembre è stato poi formalizzato l’ufficio Europa. Attualmente afferiscono all’Unità Organizzativa un'unità di personale di fascia D, una unità di fascia C ed un'unità di personale ausiliario. Si tratta di una dotazione abbastanza minimale che nelle intenzioni della direzione dovrà crescere fino a raggiungere le 5 unità complessive. Il gruppo di lavoro che prevede anche una pozione organizzativa di 3° livello è coordinato dal funzionario responsabile di gruppo. E’ prevista l’attivazione di risorse di consulenza esterna in staff al funzionario. Attualmente questo nucleo di risorse è allocato presso la sede della Provincia sita nei locali dell’ex IAI. E’ previsto in futuro lo spostamento dello stesso presso la sede centrale della Provincia presso il Palazzo dei Leoni. 83 Attualmente la logistica dell’ufficio non ne consente una facile differenziazione rispetto agli altri uffici dell’ente. 6.2. Strategie attivate dall'ufficio Come si diceva sopra il modello organizzativo che si intende adottare è quello classico a stella; un’unità organizzativa ha funzioni di interfaccia con l’esterno. In tale posizione intercetta flussi informativi, relazioni e restituisce all’esterno progettualità. Nella predisposizione dei dossier di candidatura la struttura si serve delle altre unità organizzative preposte ai diversi rami di attività dell’Ente. Durante le fasi di gestione e rendicontazione del progetto la struttura mantiene la responsabilità complessiva del progetto, del monitoraggio e della valutazione lasciando la gestione operativa delle diverse fasi ai settori dell’ente affini per contenuto. Adottando questo modello la nuova direzione generale intende costruire un nucleo forte di competenze da incardinare in un apposito ufficio che possa animare la progettualità dell’ente informando ed assistendo i diversi assessorati sulle opportunità di finanziamento comunitarie. A tal proposito nei primi mesi del 2004 verrà realizzato un master plan 1 delle possibili attività dell’ente e l’individuazione delle possibili fonti di finanziamento. Questo strumento è molto utile per consentire un’attenta programmazione delle scelte che molto spesso negli enti locali sono affidate all’occasionalità del bando cui aderire. La strategia della Provincia di Messina passa quindi per un forte potenziamento della funzione Politiche Comunitarie con l’obiettivo dichiarato di aumentare la capacità di accesso a finanziamenti esterni rimpinguando e migliorando la capacità di spesa dell’ente fortemente limitata dai contenuti dei trasferimenti statali e regionali e dalle esigue entrate tributarie. 1 La Provincia di Messina nel corso degli ultimi due anni ha partecipato ai seguenti progetti grazie all’attività 7° Dipartimento: Progetto "Sistema Informativo Territoriale" a valere sulla misura 5.05 Asse Città Reti finalizzate al miglioramento dell'offerta di città POR Sicilia Finanziato per un importo di Euro 1,08 milioni Accordo di Programma con la Regione Siciliana firmato nel 2001 Programma LIFE - Progetto Riqualificazione dell'area della Riserva Naturale di Capo Peloro Soggetto promotore è il Comune di Messina,la Provincia partecipa in qualità di partner. Progetto presentato a ottobre 2003, in corso di finanziamento Importo Euro 100.000 Programma URBAN Italia - Progetto Recupero ambientale e fruitivo dei laghi e sponde della laguna di Capo Peloro. Soggetto promotore è il Comune di Messina, la Provincia partecipa in qualità di partner. Progetto approvato per un importo di Euro 5,15 milioni 84 Per raggiungere l’obiettivo la Provincia di Messina ha intenzione di aderire a diversi network regionali, nazionali ed internazionali per potenziare la propria capacità di operare nell’ambito dei programmi europei. In particolare nel 2004 verrà realizzata l’adesione a Tecla. Attraverso il suo supporto tecnico, l’amministrazione intende anche migliorare la qualità delle risorse umane ed allo stesso tempo utilizzare i partenariati esterni che possono essere generati attraverso l’attività di Tecla. Oltre all’attenzione specifica per le politiche comunitarie, la Provincia di Messina si caratterizza per un notevole attenzione ai Fondi strutturali. Ciò appare comprensibile essendo la regione siciliana ancora obiettivo 1. E’ a questo tipo di strumenti che prioritariamente è rivolta l’attenzione della nuova direzione. In tal senso si sta gia avviando nella regione la nuova stagione della programmazione 2007-2012 che vede le nove province regionali attivare il partenariato locale per costruire una risposta articolata ed esaustiva alle esigenze di sviluppo locale. Anche la Provincia di Messina vuol fornire una risposta efficace attraverso l’azione della propria struttura addetta ai rapporti comunitari. 6.3. Knowledge management Anche se ancora frammentato ed in parte occasionale la Provincia Regionale di Messina dispone di un proprio sistema informativo basato sul costante monitoraggio dei più accreditati siti internet. Tra tutti, per i bandi della regione Sicilia il più consultato è www.euroinfosicilia.it che consente l’accesso a tutti i bandi regionali sui diversi assi del POR Sicilia. Il sito presenta pure una sezion dedicata ai PON, ai PIC ed alle azioni innovative. Particolare attenzione viene poi dedicata agli accordi di programma quadro. Tra gli altri siti maggiormente utilizzati troviamo quello ufficiale dell’Unione Europea (www.europa.eu.int) il sito del Formez (www.formez.it), quello dell’Ervet (www.europafacile.net). Le informazioni tratte dai siti vengono poi rielaborate dallo staff di struttura e trasmesse in maniera mirata ai diversi assessorati attraverso la costruzione di schede di programma le quali evidenziano in maniera precisa le principali criticità del programma: gli obiettivi, le azioni, la scedenza per la presentazionie dei dossier di candidatura etc. 85 Oltre a questa tipologia di acquisizione e successiva lavorazione delle informazioni, la Provincia di Messina dedica anche energie alla formazione del proprio personale utilizzato nell’attività descritta. Le risorse umane in questione dedicano, infatti, alcune giornate l’anno alla propria formazione partecipando a seminari tematici sulle politiche comunitarie. Particolarmente seguiti risultano i programmi FAD del Formez che impegnano il responsabile dell’Ufficio anche in un’attività di network con altri funzionari di altri enti locali. I diretti interessati infine lamentano l’assenza di un programma di crescita personale centrato sull’acquisizione di capacità progettuali in materia di progettazione. Se questa è la fotografia dell’esistente, i funzionari impegnati all’interno dello Sviluppo Economico ritengono molto utile crescere professionalmente negli ambiti di conoscenza tipici delle attività europee. In particolare, tra i diversi skills possibili sia il funzionario che l’assistente hanno dichiarato la propria necessità rafforzare le proprie competenze. Se da un lato gli intervistati ritengono di non dover costruire competenze ex-novo, dall’altro ritengono utle rafforzare sia le conoscenze che le competenze in tutti i settori indicati nel questionario. Colpisce l’uniformità delle risposte fornite dagli interessati. A prima vista il tipo di risposte fornite, che non si differenziano mai in relazione ad alcun contenuto, fa pensare a come sia veramente elevato il fabbisogno formativo del personale che la Provincia di Messina, almeno in prima battuta, intende destinare a tale delicato ruolo. La stessa situazione di uniforme interesse emerge anche dalle preferenze espresse in termini di metodologie didattiche. Anche qui le risposte fornite trovano giustificazione nella grande necessità di formazione, così elevata che in qualche modo prescinde da qualunque modello formativo di riferimento. Il quadro che emerge, coerentemente con la valutazione complessiva che dell’ufficio è possibile effettuare, è quello di una struttura fortemente orientata alla progettualità ed ai rapporti con gli altri servizi della Provincia. Una volta risolti i problemi di assetto organizzativo interno grazie all’impegno dell’Amministrazione e del suo Direttore Generale, la preoccupazione maggiormente sarà quella di agire con efficacia nell’ambito delle attività europee partecipando a molti progetti e spingendo gli altri servizi dell’Ente a farlo. E’ in quest’ultima parte del processo che, ad avviso dello 86 scrivente, si registrano i maggiori bisogni di conoscenza e di competenza e che occorre intervenire. 6.4. Sistema di relazioni La Provincia di Messina ha costruito durante la presidenza precedente all’attuale un suo proprio sistema di relazioni a diversi livelli che purtroppo, non è stato capitalizzato dalla struttura burocratica dell’ente rimanendo piuttosto in capo a singoli esperti con i quali la passata amministrazione aveva avviato dei rapporti di consulenza. E’ così che anche i partenariati attivati nella passata progettualità non hanno generato la costruzione di una rete di relazioni internazionali che, normalmente, è il patrimonio costruito negli anni da un Ente che lavori nelle politiche comunitarie. E’ così che la Provincia di Messina si trova per certi aspetti a ricominciare dall’inizio a costruire una propria rete di relazioni che la porti nuovamente in Europa. Importante a tal fine sarà cercare l’adesione a reti di partenariato che possano accelerare questo processo. Ma è al proprio interno che la Direzione generale dovrà trovare il giusto assetto organizzativo e, soprattutto, individuare quello zoccolo duro fatto da risorse umane e risorse logistiche su cu cui far decollare l’intero sistema. In tal senso la presenza di un assessore delegato alla Politiche Comunitarie rappresenta un indubbio vantaggio perché consente di concentrare gli sforzi dell’ente attraverso una guida univoca ed esperta come quella assicurata dall’attuale assessore. E’ all’interno della comunità professionale, in una prima prima battuta, regionale ma poi nazionale ed internazionale che la Provincia di Messina dovrà conquistarsi visibilità e riconoscimenti. Per far ciò sarà necessaria proprio attraverso l’azione politica della assessore partecipare, promuovere, negoziare un ruolo della provincia nei vari progetti; in una sola parola essere soggetto attivo tra gli enti locali siciliani nell’ambito delle politiche comunitarie. Un ruolo molto importante potrebbe essere svolto in favore dei comuni della provincia, i più numerosi tra quelli siciliani. In tal senso sia l’assessore sia il direttore generale della Provincia hanno manifestato grande attenzione e disponibilità ad un supporto operativo. 87 Particolarmente attiva è invece la Provincia su un piano delle relazioni locali. La partecipazione alle diverse procedure di programmazione negoziata hanno generato in capo alla struttura burocratica apicale dell’ente una consolidata capacità nell’approccio bottom-up; essendo normalmente la Provincia un partner apprezzato, gli altri attori sono disponibili a riconoscere all’ente un ruolo guida nelle procedure di concertazione. Ciò ha determinato il maturarsi di esperienze nella Progettazione dei Piani di Azioni Locali dei Leader, nelle definizione dei diversi PIT provinciali ed in altre modalità di programmazione negoziata quali: Proust, Patti territoriali etc. Su un piano più strettamente operativo l’amministrazione che, come detto sopra, sta ridefinendo una propria strategia più complessiva, guarda con particolare attenzione ai servizi offerti da reti quali Arcolatino o Tecla e ne sta valutando l’adesione. 6.5. Sviluppo progetti Per quanto concerne le capacità più propriamente operative legate alla progettazione, gestione, rendicontazione, gestione del partenariato di progetti legati alle politiche comunitarie, possiamo effettuare una doppia lettura dell’esistente ricorrendo inevitabilmente alla consueta presentazione dicotomica delle attività a cavallo delle due amministrazioni: passata e presente. Nonostante un certo attivismo passato, come abbiamo avuto modo più volte di ricordare legato alla presenza episodica di consulenti, la Provincia non aveva codificato alcuna particolare procedura per l’analisi dei fabbisogni. L’azione era piuttosto legata ad una logica situazionale: era quindi la presenza di un’opportunità offerta da un bando e la proposta di un consulente che forniva all’amministrazione l’opportunità di predisporre un progetto. Per la verità questa situazione è riscontrabile in molte altre province ben più titolate della provincia di Messina nel settore delle province comunitarie. All’analisi dei bisogni propriamente espressa dal singolo bando e contestualizzata ad un determinato settore delle politiche, la Provincia procede attraverso lo studio e l’analisi comparativa del vasto materiale prodotto da diversi istituti si ricerca. Si tratta di dati che riprendono le principali grandezze socioeconomiche in serie annuali precedenti l’anno di riferimento attorno a cui i progettisti lavorano per dare corpo e sostanza all’identificazione del problema da risolvere che normalmente è individuato in sede di determinazione politica delle priorità. 88 Normalmente l’individuazione dei bisogni, la determinazione degli obiettivi e la definizione delle azioni avviene nell’ambito del gruppo di progetto formato da un rappresentante della struttura preposta dal consulente e da rappresentanti di altri partner. L’attuale fase di riorganizzazione non lascia intravedere sostanziali novità rispetto a quanto gia avveniva precedentemente. Saranno potenziate le capacità di risposta dell’ufficio di recente istituzione nell’analisi dei fabbisogni crescendo le stesse con le capacità professionali delle figure professionali da individuare per il potenziamento della struttura. Per quanto concerne poi la capacità di budgeting, la Provincia si attiene strettamente alle previsioni del regolamento per l’ammissibilità nei fondi strutturali ed alle successive declinazioni che per i singoli fondi sono state realizzate in Italia (ad es.: per il FSE). La tecnica di costruzione del budgeting consiste nell’effettuare una stima quantitativa delle risorse necessarie per l’esecuzione del progetto. La base di calcolo da utilizzare è ovviamente differente a seconda del tipo di azione da compiere e del tipo di risorsa da utilizzare - normalmente per le risorse umane si usa un parametro temporale di calcolo - queste quantità vengono poi valorizzate attraverso l’uso delle tariffe ammissibili. Sia per la gestione che per la rendicontazione delle spese la Provincia di Messina non utilizza delle procedure particolari se non quelle imposte dal rispetto della legislazione vigente, dei regolamenti e dello statuto dell’ente. Anche le norme particolari del singolo bando in materia di ammissibilità delle spese possono generare la necessità di procedure particolari per la ricerca dei documenti probatori le spese, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di fornire la prova dei pagamenti effettuati. Nonostante la situazione sopradescritta non sia particolarmente incoraggiante sul piano dell’organizzazione complessiva lo staff intervistato avverte una certa necessità di migliorare la propria capacità professionale soprattutto in tema di progettazione. Particolarmente interessante sembra a questo proposito la definizione di un precorso di apprendimento in materia di progettazione comunitaria. 89 7. Conclusioni La Provincia Regionale di Messina offre all’osservatore un’immagine di se di non semplice lettura. Se non è semplice leggere, in un periodo di grandi cambiamenti strutturali all’interno dell’organizzazione, i segni delle attività dell’ente nell’ambito delle politiche comunitarie, allo stesso tempo sono molto chiari gli sforzi che l’attuale amministrazione sta ponendo in essere per attrezzarsi adeguatamente alle sfide odierne nei settori oggetto delle politiche medesime. In questo senso sembra acquisire un’ importanza decisiva il ruolo dell’Assessore allo Sviluppo Economico ed alla Politiche Comunitarie, l’avv.Gianni Pino e quello del Direttore Generale il dr.Giovanni Raffa. In particolare il neo Assessore sembra essere l’elemento determinante per un effettivo rilancio della Provincia di Messina. Forte delle sue trascorse esperienze all’Ufficio di Presidenza dell’UPI e dell’attuale ruolo di Vicepresidente di Tecla, l’assessore alle Politiche Comunitarie possiede una chiara visione dei problemi e delle soluzioni. La strategia politica che Pino intende varare, finalizzata a rafforzare l’immagine ed il ruolo della Provincia nel contesto nazionale ed internazionale delle politiche comunitarie, passa attraverso l’adesione della stessa alle reti esistenti di enti, prima tra tutte quella di Tecla. L’adesione a questi organismi può contribuire a far superare quelle deficienze in materia di progettazione e ricerca di opportunità che caratterizzano l’attuale fase della Provincia di Messina. In maniera altrettanto chiara è possibile cogliere la strategia dell’assessorato sul fronte “interno” dove si intende realizzare un’attività di informazione, stimolo e proposta nei confronti dei diversi settori dell’ente curando la crescita culturale del personale e la sensibilizzazione dei colleghi assessori. Il successo di questa strategia è legato a doppio filo alla capacità dell’Ente di costruire una propria ed efficiente attività nel settore delle politiche comunitarie. Fondamentale appare a questo scopo il potenziamento dell’ufficio appena istituito. La struttura, che pur si avvale di risorse umane esperenziate, appare al momento assolutamente inadeguata a svolgere il ruolo auspicato dall'Assessore. Va in primo luogo potenziata con altre risorse umane e con un ripensamento profondo della logistica dell’Ente che difficilmente potrà essere ancorata a lungo nella sede attuale. Vanno fatti importanti investimenti nella formazione delle risorse umane; vanno 90 operati innesti di risorse esterne che, se utilizzate in un ottica di gruppo di lavoro e sotto la supervisione ed il coordinamento del responsabile della struttura possono assicurare il rapido superamento delle attuali difficoltà. Ma è soprattutto sul piano culturale che la Provincia di Messina dovrà provvedere con urgenza. E’ necessario infatti comunicare a tutte le direzioni il modello organizzativo che si intende adottare; ogni direzione dovrà individuare un referente tecnico che diverrà il responsabile dell’unità organizzativa per le politiche comunitarie. A tale scopo sarà necessario prevedere un programma di conferenze di servizio, seminari di approfondimento,acquisizione di best practice. Molto importante appare a questo scopo la figura del Direttore Generale. Dovrà essere questa figura a garantire il rilancio della Provincia nell’ambito che stiamo trattando. In particolare è proprio sulla cultura organizzativa che la Direzione dovrà agire assicurando agli altri dirigenti il necessario sostegno ma anche agendo da stimolo e se necessario da pungolo lì dove dovessero apparire lentezze e palese scetticità. Soprattutto sul piano del collegamento complessivo tra programma dell’amministrazione, programmazione o programmazioni operative e finanziamento che il Direttore dovrà individuare le scelte e gli incastri più efficaci. Abbandonare la logica dell’improvvisazione nell’ambito delle politiche comunitarie può voler dire collegare con le possibili opportunità dei programmi europei, i PEG delle diverse direzioni e la relazione programmatica al bilancio. Seguendo l’attuale trend che lascia intravedere una sempre più marcata diminuzione delle risorse trasferite dagli enti sovraordinati a favore del reperimento di altre fonti di finanziamento, anche la Provincia di Messina dovrà operare per l’ottimizzazione e l’armonizzazione dei diversi strumenti per il finanziamento delle proprie priorità. Uno degli strumenti cardine di questo nuovo corso che l’Amministrazione intende adottare dovrà essere l’ufficio Europa. 91 2. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia dell'Aquila di Rita Privitelli L’analisi del caso è stata effettuata presso la provincia dell’Aquila in data 17.12.2003. 1. Settori d’interesse L’indagine ha preso in esame il Settore “Politiche del lavoro e dei finanziamenti”, rivolgendosi in particolare al dirigente ed al funzionario tecnico. Gli altri settori non sono stati intervistati per l’assoluta impossibilità di somministrare loro il questionario nei tempi brevissimi a disposizione per fissare un incontro. Parimenti, l’intervista non è stata effettuata nei confronti dell’assessore di riferimento, posto che durante l’intervista era emerso un forte imbarazzo a parlare della mancata costituzione formale dell’ufficio Europa” inteso come fulcro di una attività trasversale e di coordinamento nei confronti degli altri settori. I settori che risultano maggiormente interessati alle progettazioni su programmi comunitari sono il Settore Urbanistica e il Settore Ambiente. In considerazione del fatto che non è stato possibile rivolgere l’indagine anche ad altri settori, si è cercato di apprendere sul loro funzionamento quanto più possibile. In ogni caso appare evidente dall’indagine che la Provincia dell’Aquila fa perno per quanto attiene le politiche comunitarie al settore intervistato, dal quale attinge l’informazione e taluni strumenti di gestione quali le graduatorie di profili professionali specifici, la costituzione dei partenariati, ecc. come meglio si vedrà entrando più approfonditamente nella descrizione del caso. La natura trasversale dell’unità indagata si manifesta nei seguenti ambiti: attività connessa all’informazione; l’ufficio infatti acquisisce attraverso bollettini regionali, comunitari, abbonamenti Cedex, siti internet (Commissione europea, ecc.) le informazioni sui programmi comunitari e sui bandi e provvede a diramare tale informazione ai settori dell’Ente (Via e-mail). 92 Attività connessa alla predisposizione di avvisi pubblici per reperire risorse umane rivolte a diversi profili professionali utili per la gestione delle attività dei progetti finanziati. Costituzione di nuclei di lavoro trasversali e provvisori per la gestione di progetti voluminosi al fine di garantire le attività connesse alla gestione ed alla rendicontazione del progetto. (tali risorse sono normalmente finanziate dal progetto). Attività di formazione rivolta ai funzionari degli altri settori e agli attori locali. Attività di supporto alla progettazione, se richiesta dagli altri settori. L’unità inoltre ha istituzionalizzato il rapporto con gli attori locali: Comuni. Associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, ecc., regolamentando con apposito atto compiti, funzioni, assistenza tecnica e garantendosi un partenariato orizzontale consolidato e totale. 2. Le interviste Per le interviste non è stato usato il registratore. L’incontro è iniziato con il dirigente del settore che ha illustrato le attività svolte dal proprio settore ed è rimasto meravigliato dal fatto che nell’ambito della nostra indagine la Provincia dell’Aquila fosse emersa come Provincia priva di “Ufficio Europa”, ritenendo quindi sbagliate le informazioni fornite al rilevatore dalla Drs. Contestabile dell’Ufficio Controllo di gestione. In realtà nel prosieguo dell’intervista con il funzionario Drs. Iezzi, si è potuto comprendere che le informazioni fornite al rilevatore partivano dal presupposto che l’attività svolta dal settore politiche del lavoro, sebbene di particolare interesse e ben strutturata, non ha quelle caratteristiche di funzione trasversale che attengono normalmente all’Ufficio Europa. Il dirigente ha comunque tenuto a sottolineare che l’attività svolta dalla propria unità “Finanziamenti e progettazioni” ha portato negli ultimi 3 anni circa: “….20 miliardi di vecchie lire alla Provincia e oltre 150 al territorio”. L’attività del settore correlata a questa unità è iniziata nel 1999 ed è stata istituita con un formale atto deliberativo di Giunta. Aree tematiche dell’unità organizzativa “Progettazioni e finanziamenti”: 93 All’interno del settore, la gestione dell’area dei finanziamenti è rivolta a tutte le tipologie di finanziamenti: nazionali, regionali, fondi strutturali e programmi comunitari ed è affiancata dalle attività di comunicazione e diffusione delle informazioni al’interno dell’ente e all’esterno. Il personale dell’unità organizzativa: La struttura che si dedica a questa attività si compone di una funzionaria (drs. Iezzi) di due unità amministrativa e di sette collaboratori per prestazioni coordinata e continuativa. Più tre collaboratori esterni assegnati ad altro settore per attività trasversali ai progetti. Inoltre, su progetti di grossa entità, quali: il finanziamento sul P.O.R. di circa € 2.500.000,00, ci si avvale di apposita società incaricata che svolge le attività di rendicontazione, assistenza tecnica, consulenza e collaborazione, nonché attività di front office. Il Dirigente del settore Politiche del Lavoro e finanziamenti, all’interno del quale è allocata l’unità organizzativa esaminata, è il Dott. Tiziano Amorosi. Durata delle interviste: All’intervista con il dirigente sono stati dedicati circa 40 minuti; All’intervista con il funzionario tecnico sono stati dedicati circa 1 ora e 40 minuti Al reperimento dei materiali e della documentazione circa mezz’ora. 3. Gli attori Per quanto attiene il profilo della ricercatrice, si ritiene dover segnalare che la stessa ha maturato un’esperienza di lavoro nell’ambito di un Ufficio Europa provinciale, tutte le altre informazioni inerenti il profilo sono già disponibili presso TECLA. Gli altri attori sono: il dirigente del settore politiche del lavoro e dei finanziamenti – Dr- Tiziano Amorosi a cui compete il management dell’informazione, la gestione dei partenariati e le relazioni esterne soprattutto con il Ministero, la Regione, gli amministratori politici e la dirigenza dell’Ente; 94 Attori locali, gli la drs. Francesca Iezzi, funzionario dell’unità organizzativa “Finanziamenti e progettazione”, a lei si riferiscono sostanzialmente tutte le attività segnalate nella griglia di cui all’allegato “A”. entrambi i succitati attori hanno una preparazione economica; la drs. Iezzi ha conseguito successive specializzazioni ed ha eseguito uno stage a Bruxelles . I collaboratori professionali sono utilizzati in tutte le attività ricomprese nella griglia di cui all’allegato “A”. L’unità amministrativa è a supporto di tutte le attività con la sola esclusione di quelle connesse al management dell’informazione e alle relazioni esterne. 3. Il Clima All’interno del settore è positivo e stimolante. Il dirigente crede nella necessità di professionalizzare le risorse dell’ente e di acquisire risorse specializzate al fine di potenziare la strutture e cogliere maggiori opportunità per il territorio. Il disagio lo si percepisce al di fuori del settore, in particolare si rileva come difficoltà l’incomprensione rispetto alla propria “mission”, alla sua utilità nel contesto sociale. Le faziosità di parte influenzano negativamente l’attività dell’unità (sia di parte politica che dirigenziale). La situazione logistica Una connotazione negativa è rappresentata dalla situazione logistica che comprime molto la struttura. In un unico ufficio lavorano quattro persone e almeno quattro dei collaboratori professionali in dotazione, che occupano di volta in volta le scrivanie resisi momentaneamente disponibili. La difficoltà non consiste nell’avere una posizione di lavoro attrezzata, quanto propriamente nella mancanza di spazio fisico. Per il resto, si evidenzia attenzione nella scelta degli arredi ed in particolare delle postazioni di lavoro, attrezzate e corredate da comode sedute. La dotazione informatica I settori comunicano tra di loro con e-mail. L’unità ha tutte postazioni di lavoro collegate ad Internet. 95 In relazione all’utilizzo di strumenti informatici non rilevano alcun disagio e si dichiarano disponibili ad utilizzare tutte le tecnologie a disposizione tenuto conto che anche i loro interlocutori interni ed esterni sono attrezzati per tali comunicazioni. La documentazione raccolta è la seguente: 1. Cd contenente la Guida al settore 2. Il progetto integrato territoriale l’Aquila - Regolamento di funzionamento del partenariato locale. (12.11.2001); 3. Modello di Avviso di selezione per titoli e colloquio per il conferimento di incarico professionale di esperto nell’implementazione di attività progettuali con riferimento a progetti Equal di cui l’Amministrazione provinciale sia soggetto referente o partner – e/o a progetti finanziati con fondi comunitari assegnati alla provincia dell’Aquila (es. P.O.R., Docup, P.I.T.) 4. Verbale di deliberazione di Giunta n. 125 del 9.07.2002 avente per oggetto: Approvazione progetto P.O.R. Abruzzo annualità 2002 provincia dell’Aquila ed invio alla Regione Abruzzo. 4. La descrizione del caso Muovendosi nell’analisi del caso per aree tematiche, si individuano di seguito le aree di rilievo sulla falsariga del percorso proposto dai questionari e dando opportuno rilievo agli elementi di novità e di supporto; l’unità. ha infatti le potenzialità per potersi sviluppare maggiormente e assumere la connotazione di vero e proprio “Ufficio Europa”. Struttura dell’unità l’ufficio preposto è adeguatamente strutturato ed ha una dotazione di personale che, seppure ritenuta insufficiente, si compone delle unità in precedenza specificate, e, al bisogno, può assumere su progetto. Il dirigente in particolare ritiene di grande importanza poter investire sulla professionalità del personale dipendente e, pertanto, vorrebbe vedere consolidata la dotazione di personale dipendente assunto con una preparazione correlata all’attività di ricerca dei finanziamenti, predisposizione progetti, rendicontazione. 96 Strategia e Risorse Il settore ha una parte di risorse stanziate sul proprio PEG per “Spese non riconoscibili nei bandi comunitari e cofinanziamento”che vengono attivate per coprire le quote di cofinanziamento e gli eventuali costi non riconoscibili.. Le risorse sono ritenute esigue, sicchè la strategia del settore è quella di proporre progetti dove è possibile prevedere oneri figurativi, da configurare come cofinanziamento totale e/o parziale. Le macro attività dell’unità attengono a: ??ricerca delle informazioni inerenti le diverse linee di finanziamento, ??selezione delle iniziative da proporre agli amministratori ??individuazione delle proposte progettuali da candidare ??gestione dei progetti ammessi ai finanziamenti, ??attività di implementazione banca dati dei partners, nazionali ed internazionali. ??attività di comunicazione e marketing ??attività di rendicontazione ??attività di formazione Ricerca delle informazioni: la ricerca è affidata al funzionario che si avvale delle fonti citate in premessa, non conosce la rete degli uffici Europa di Formez e neppure la newsletter che dovrebbe pervenire a tutte le Province sulla base dell’accordo UPITECLA. Le informazioni selezionate sono confezionate in un unico documento informativo che viene trasmesso ai settori dell’Ente via E-mail. Gli stessi settori possono, se lo ritengono opportuno, approfondire i diversi temi con l’unità ed eventualmente concordare modalità organizzative per giungere alla candidatura del progetto. Selezione ed individuazione delle iniziative Avviene ad opera dello stesso funzionario che compila una scheda informativa dell’offerta per tutti quei bandi ritenuti interessanti sulla base dei seguenti elementi: 97 progettazione giudicata alla portata dell’ufficio, quota di cofinanziamento, possibilità di considerare gli oneri figurativi, tempi di presentazione del progetto. Le schede informative sono sottoposte al dirigente che seleziona quelle da sottoporre all’amministratore. A seguito del confronto politico arriva l’OK a confezionare il progetto da sottoporre alla giunta. La proposta deliberativa rende disponibile la copertura finanziaria ma procede al reale vincolo delle risorse soltanto dopo che la candidatura del progetto sia andata a buon fine. La banca dati del partenariato E’ stata creata una banca dati di tutti i partners già conosciuti per precedenti candidature. Inoltre, in relazione a progetti da candidare, si attivano anche le ricerche dei partners nell’ambito di eventuali banche dati già presenti nell’ambito del programma di riferimento del bando, nonché nella banca dati della Commissione Europea. Altre modalità di contatto con i partners si hanno attraverso la rete di conoscenze anche del partenariato locale ed eventuali indagini telefoniche avviate dall’ufficio. La creazione del partenariato con i soggetti privati viene identificata subito in fase di costruzione del progetto, al fine di verificare se il partners privato può, con il suo contributo evitare alla provincia capofila di attivare procedure di evidenza pubblica per procedere ad eventuali acquisti di materiali (Per ridurre i tempi). A tal fine si richiama la presenza di accordi stipulati dal settore con il partenariato locale, che viene attivato ogni qualvolta se ne avverte il bisogno anche su iniziativa degli stessi soggetti privati. Talvolta il bando è rivolto ad associazioni Onlus; in tali casi, se la Provincia è interessata al progetto, la stessa onlus destinataria del bando chiede alla Provincia di assumere il ruolo di ente coordinatore o capofila. Il processo si evolve con la formalizzazione di accordi e protocolli che vengono attuati attraverso le seguenti modalità: Individuato il partner/i prtners, si fa un primo passaggio politico; Ciò avviene solitamente attraverso un incontro al quale partecipano anche i rispettivi dirigenti ed almeno un referente tecnico di ciascun paese al fine di permettere la conoscenza diretta e la creazione dei riferimenti personali che dovranno poi interloquire per mettere a punto il documento finale d’intesa. 98 In tale incontro si attivano le seguenti fasi: ??benvenuto ??scambio di doni ??breve sintesi delle necessità di ciascun partner in relazione al probabile progetto da candidare insieme;. ??una prima stesura di un protocollo generale o lettera d’intenti. A questo primo incontro segue un’attività di messa a punto dell’accordo che viene definito nei suoi aspetti tecnici dai funzionari e dai dirigenti e poi sottoposto alla sottoscrizione secondo le modalità previste dal bando. Attività di comunicazione e marketing L’attività di comunicazione è normalmente svolta nell’ambito delle diverse iniziative di cui si occupa il settore; in modo particolare è stata fatta una grande campagna di comunicazione in materia di centri per l’impiego. E’ stata messa a punto anche la guida dei servizi offerti dal settore, vengono inoltre promossi con depliants, brochure, manifesti, sito internet della provincia stessa, tutte le iniziative. Tecniche di supporto trasversali L’unità svolge inoltre le seguenti attività: ??sostegno della progettazione del proprio settore e degli altri eventualmente interessati; ??gestione dei propri progetti e sostegno per la dell’ente per le attività di: gestione dei progetti ai settori predisposizione progettuale, comunicazione e rendicontazione; Vengono infatti acquisiti dalle cosiddette “Short list” formatesi a seguito degli avvisi pubblici di selezione dei profili d’interesse, collaboratori di vario genere che rispondono ai diversi bisogni: così ad esempio: esperti contabili per supportare la rendicontazione vengono inseriti negli uffici della ragioneria centrale dell’ente; collaboratori amministrativi vengono inseriti all’ufficio gare dell’ente per supportarlo nella gestione delle procedure di evidenza pubblica che si rendesse necessario attivare per 99 esempio per individuare le società di gestione del progetto e delle correlate attività di rendicontanzione. Attività di formazione L’attività di formazione viene erogata all’esterno dal dirigente e dal funzionario tecnico, anche attraverso lezioni svolte in diverse sedi locali (Università dell’Aquila, sedi enti locali,organizzazioni, ecc.), viene altresì erogata nei confronti dei settori dell’ente. In ogni caso sono seguite pure attività di formazione rivolte agli stessi funzionari dell’unità operativa. Nell’ambito delle attività di formazione correlate agli interventi formativi di cui alla griglia “D” rilevano come attività formative di cui è maggiormente avvertita l’esigenza le seguenti attività: - Formazione intervento, inteso soprattutto come affiancamento outdoor training gruppi di lavoro locali gruppi di lavoro interlocali. In seconda battuta si rilevano gli interventi formativi correlati a: seminari brevi, simulazioni e formazione individuale.. Di scarso rilievo appaiono gli interventi formativi inerenti : la formazione d’aula, la formazione a distanza visita e stage project work. Le aree di miglioramento: le aree che si intendono consolidare rispetto a quelle indicate nella griglia di cui all’allegato “D” sono: lingue straniere maggiore informazione sulle opportunità di finanziamento conoscenza di modelli di partenariato e di governance, in special modo si rileva qualche difficoltà nella costituzione dei partenariati internazionali, dove viene giudicata apprezzabile l’iniziativa di taluni programmi di accogliere nel proprio sito di riferimento 100 anche la banca dati dei partners dal quale attingere per eventuali partenariati o per sottoporre una propria idea progettuale. Informatica specialistica soprattutto nell’ambito dei sistemi di rendicontazione.. Infine nei programmi di particolare complessità (VI° Programma quadro – Equal, ecc.) tanto il dirigente che il funzionario tecnico rilevano la necessità di consolidare le metodologie di analisi e le metodologie progettuali. Sono inoltre considerate aree da rafforzare quelle correlate all’attivazione e gestione dei partenariati ed in particolare dei partners comunitari Elementi di riflessione Alle considerazioni sovraesposte si aggiungono due ulteriori elementi di riflessione che attengono i seguenti campi: Considerazioni espresse dal dirigente e dal funzionario circa gli elementi di disagio o comunque non funzionali. Perplessità del ricercatore Per quanto attiene il primo aspetto si riportano di seguito le circostanze di disagio ed i desiderata espressi nell’incontro dal dirigente e dal funzionario tecnico: Per quanto attiene il punto 1. le difficoltà ravvesate sono le seguenti: difficoltà di far comprendere agli amministratori la necessità di una dotazione organica competente e qualificata ; necessità di strumenti di formazione mirati alle singole esigenze; ad es. stage per archi temporali brevi e ripetuti nel tempo, al fine di non sguarnire le già deboli risorse di personale dipendente; Necessità di strumenti di Formazione in affiancamento presso le sedi locali; Aumento delle risorse di budget; Sistema di controllo della spesa dei finanziamenti assegnati più attenti alla qualità della spesa che non alla sola quantità, cioè predisposizione di un nuovo sistema di controllo della spesa finanziata con i fondi comunitari, che diano maggiore rilievo alla bontà dell’attività svolta. Necessità che le autorità di gestione locale si pongano in termini maggiormente collaborativi rispetto agli attori locali, favorendo interpretazioni univoche e il più possibili coerenti. 101 Estrema cavillosità delle procedure di rendicontazione. Per quanto attiene il punto 2 si rileva quanto segue: Mancanza di un indagine locale che metta in evidenza i bisogni reali per ambiti d’interesse. L’attuale programmazione si fonda in buona parte sulla programmazione regionale che proprio per la sua dimensione non ha le caratteristiche di profondità e di metodo tipica di un indagine locale che, peraltro, potrebbe avvalersi dei contributi dei soggetti locali che direttamente operano in tale realtà. Ne emergerebbe una mappa dei bisogni contestualizzata perfettamente ed una conseguente attività di programmazione e di orientamento nelle scelte progettuali più adatta alla realtà locale. Un passo in tale direzione permetterebbe di coniugare al meglio lo sviluppo locale con i reali bisogni del territorio. In tal senso un grosso passo avanti è stato fatto individuando il partenariato locale e sforzandosi di istituzionalizzarlo e regolamentarlo. Il partenariato locale è raggruppato in modo sommario ed estremamente eterogeneo, tale da non consentire la gestione costruttiva degli apporti delle singole categorie, sia in termini di conoscenza del bisogno che in termini di attività di programmazione e supporto. Le riunioni del partenariato vedono non meno di mille partecipanti. Un po’ troppi per poter gestire dei tavoli di lavoro. Ciò che manca è il passaggio che dà valore costruttivo al partenariato. L’organizzazione funzionale all’attività programmatoria e gestionale. Infine, si rileva come elemento positivo la carica di motivazione e di entusiasmo che si respira nell’unità organizzativa. 102 3. Il modello di gestione delle politiche comunitarie della Provincia di Genova di Carlo Scaramuzzino 1. Premessa Non esiste , al momento, un ufficio Europa della Provincia di Genova. All’interno della Segreteria Generale dell’Ente, alle dirette dipendenze del Segretario Generale, il quale,di nomina recente a seguito del decesso del vecchio segretario/direttore, non svolge al momento compiti di direzione generale, operano in posizione di staff due funzionari che si occupano – ed in maniera prevalente – di politiche comunitarie, oltre a svolgere compiti diversi connessi con l’attività della segreteria. Nel novembre 2003 la Giunta Provinciale ha approvato una delibera di individuazione della macrostruttura dell’ente: secondo tale delibera, all’interno della Direzione Generale sarà costituito l’Ufficio Europa, in attuazione delle indicazioni contenute dal programma di mandato del nuovo Presidente dell’ente: il programma prevede, infatti, la nascita di un “nucleo Europa” per dare interesse, valorizzare ed accompagnare le aree ed i servizi circa le varie opportunità via via emergenti in modo da agevolarle nella preparazione dei relativi progetti. Le interviste e la compilazione dei questionari sono state effettuate nelle giornate di lunedi 22 Dicembre nella sede della Provincia , Piazza Mazzini, a Genova. Le interviste sono state registrate per iscritto in loco senza registratore 2. Gli attori Profilo del ricercatore: Carmelo Scaramuzzino è il Capo di Gabinetto della Presidenza della Provincia di Pisa, ed è dirigente dell’Ufficio politiche comunitarie. E’ docente a contratto di “Istituzioni Comunitarie e politiche del lavoro” presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Pisa. E’ soggetto referente 103 della Commissione Europea di numerosissimi progetti di cui la Provincia di Pisa è soggetto promotore. Solo a titolo di esemplificazione si segnalano i più recenti: “giorno per giorno sulla via dei diritti umani” (DG Europeaid), “Asia Urbs Thailandia” (DG Europeaid), “Asia Urbs Filippine” (DG Europeaid), “Equal” (DG politiche regionali). Le interviste in profondità sono state svolte con: a)D.ssa Paola POGGI, funzionario della Segreteria Generale dell’Ente La D.ssa Poggi lavora nello staff del Segretario Generale e svolge, oltre a quelli connessi alle politiche comunitarie, anche altri compiti quali l’assistenza ai Comuni, l’attività degli organi istituzionali. b)D.ssa Cristiana ARZA’, funzionario della Direzione Generale In assenza di un direttore generale, la d.ssa Arza’ opera, in posizione di staff, nella segreteria generale. Insieme alla d.ssa Poggi, collabora alle attività connesse con le politiche comunitarie; è impegnata, inoltre, nelle attività di pubbliche relazioni dell’ente I due questionari per collaboratori esterni sono stati compilati da: c) Dott. Mario De Andreis, direttore area 08 d) Dott. Bruno Cervetto, direttore area 01 E’ stato intervistato infine il Dott. Alessandro Repetto, presidente dell’ente 3. Il clima L’accoglienza è stata ottima: sia per i rapporti di collaborazione preesistenti tra il ricercatore e la D.ssa Arza’, sia per l’interesse ad un confronto attento con soggetti come il ricercatore, operanti all’interno di Uffici Europa strutturati, sia, infine, per 104 l’esigenza di esternare il disagio proprio di chi, pur occupandosi ampiamente e da tempo di problematiche europee, non trova adeguata collocazione all’interno della struttura dell’ente. Le attività svolte, infatti, per quantità e qualità, lascerebbero presumere l’esistenza di una struttura specifica. In realtà tutte le iniziative sono da attribuire alla disponibilità ed alla volontà delle due funzionarie che, come vedremo in seguito, praticano un’intensa attività di collegamento con le altre strutture dell’ente. In campo comunitario, non c’è una funzionale divisione di compiti tra le due funzionarie che, poi, viceversa, svolgono altri e diversi compiti nell’attività lavorativa della segreteria generale. 4. Documentazione raccolta In assenza di una attività “strutturata” all’interno dell’ente, lo staff per le politiche europee diffonde all’interno dell’ente la newsletter “Eurete”. Non esiste altra documentazione specifica se non quella connessa con i compiti della Provincia di Genova all’interno di Arco Latino. Nell’associazione Genova svolge la funzione di segretariato territoriale le cui competenze sono dettagliate nell’accordo di funzionamento di Arco Latino approvato dal Consiglio di Amministrazione a Barcellona il 14 Ottobre 2002, e precisamente: Promuovere la coerenza territoriale mediante azioni di dinamizzazione e di sensibilizzazione Incoraggiare l’introduzione di Arco Latino nel proprio territorio, funzionare come punto di informazione sul proprio territorio Assistere il Segretariato Strategico ed il Segretariato Tecnico nell’attuazione delle decisioni del Consiglio di Amministrazione. Peraltro, il segretariato territoriale è incaricato del coordinamento sul territorio, del controllo,della trasmissione dell’informazione e dell’appoggio logistico alle riunioni e seminari organizzati nel territorio di Genova Un giornalino interno è stato pensato ma non realizzato. 105 Il programma di mandato del Presidente fa parte dalla documentazione raccolta dal ricercatore: dalla sua lettura si deduce la decisione politica di costituire l’Ufficio Europa. E’ disponibile, infine, la delibera della Giunta Provinciale del Novembre 2003 di approvazione della nuova macrostruttura dell’ente; in essa è prevista l’apertura di un “Ufficio Europa” strutturato all’interno della Direzione Generale. Nel sito della Provincia non è evidenziato uno spazio per le politiche comunitarie. 5. Diario del caso 22 Dicembre 2003: ore 10,30 arrivo nell’ufficio della funzionaria D.ssa Paola Poggi; è presente anche la D.ssa Cristiana Arza’ ore 10,50 cominciano la compilazione della mappa e le interviste con la D.ssa Poggi e Arza’, che chiedono di poter confrontarsi, col ricercatore, insieme. Ore 13,15 terminano le interviste Ore 15,00 incontro con il Presidente, Dott. Alessandro Repetto, avvenuto per intercessione del Segretario Generale. L’incontro termina alle 15,30. Ore 16,00 Incontro/intervista con il Dott. Bruno Cervetto, nel suo ufficio; l’incontro termina alle 16,45. Ore 17,00 incontro/intervista con il Dott. Mario De Andreis presso la Segreteria Generale; l’incontro termina alle 17,40. Ore 17,45 breve confronto con la D.ssa Poggi e Arza’ sugli esiti degli incontri. 6. Descrizione del caso 6.1 Il modello organizzativo Soggetto responsabile delle politiche comunitarie è la Segreteria/Direzione Generale della Provincia. 106 In posizione di staff al suo interno, due funzionari si occupano anche delle attività comunitarie: trasferiscono informazioni alla Giunta ed alle aree sulle opportunità connesse con i fondi UE; nell’ambito dei compiti di assistenza ai comuni, trasmettono ai comuni stessi informazioni UE, e fanno attività formativa di base; coordinano le iniziative delle varie aree; svolgono attività di partenariato per progetti prospettati da privati. Nell’ambito della Direzione Generale non ci sono figure di consulenti esterni per le politiche comunitarie. Fino al 2003, non ci sono stati specifici stanziamenti di bilancio per la partecipazione ad iniziative comunitarie: solo impegni finanziari per attività già deliberate (esempio: partecipazione ad Arco Latino). Lo staff si limita a fornire informazioni alla Giunta sulle opportunità UE: in caso di interesse politico per qualche iniziativa, lo staff si attiva per il reperimento delle risorse nei bilanci delle aree che sono da coinvolgere per la partecipazione all’iniziativa stessa. Non si può parlare di processi organizzativi per l’attuazione delle politiche UE. La gestione dei progetti è affidata alle aree interessate; lo staff svolge, se richiesto, una attività di supporto. Solo di rado, e limitatamente alle parti gestionali ad esse affidate, lo staff svolge attività di rendicontazione, di norma affidate alle varie aree. Lo staff non segue i processi che portano alla individuazione dei partner dei progetti presentati dalle aree. 6.2 Strategie attivate dall’ufficio Lo staff Europa è convinto della necessità di un ufficio Europa ben strutturato, alle dirette dipendenze dell’organo politico o comunque di chi – nella gestione dell’ente – opera in stretto rapporto con l’organo politico (nel caso specifico genovese il Direttore Generale). Per il 2004 l’essere Genova capitale europea della cultura ha fatto crescere nelle istituzioni locali la consapevolezza della necessità di strutture organizzative stabili capaci di far fronte ai nuovi rilevanti compiti degli enti locali in maniera organica, non episodica, non occasionale: capaci cioè di sostituire alla buona volontà dei singoli 107 (sempre da apprezzare) strutture funzionali al cui interno operino competenze e capacità professionali adeguate. Le strategie da attivare dovranno anche superare l’attuale stato di scarse relazioni tra enti locali e Regione Liguria: la decisione di questa di non coinvolgere comuni e province in maniera sostanziale nelle politiche di utilizzo dei fondi strutturali di per sé penalizza le strategie europee della provincia e limita i suoi rapporti con i comuni. Per l’accesso alle informazioni, lo staff utilizza gli strumenti accessibili a tutti (il sito UE, le informazioni delle varie agenzie ecc.). Non è però nelle condizioni di trasmettere in modo funzionale le informazioni ai potenziali interessati: contestualmente al lavoro per strutturare in via definitiva un ufficio Europa, sta pensando di realizzare un giornalino di informazioni. Per aumentare la visibilità dell’ente in ambito europeo, al momento tutte le iniziative sono volte a promuovere Genova capitale della cultura. In una nuova strutturazione dell’ufficio, si pensa anche all’utilizzo di stagisti provenienti da istituzioni culturali o enti italiani ed esteri, sulla base dei modelli sviluppati con esito positivo in altre realtà. Non è stato ancora ben approfondito, dal punto di vista organizzativo, il concetto di “Nucleo Europa”, presentato dal Presidente nel programma di mandato. L’idea base è quella della costituzione di una specie di “cabina di regia” che esamini, a tutto campo, le attività UE e trasferisca le varie opportunità, coinvolgendole e supportandole alle varie aree dell’ente: un nucleo, quindi, con competenze interdisciplinari per quanto concerne le procedure UE, e che lascia ai vari uffici il compito di descrivere i contenuti tecnici specifici dei progetti 6.3 Knowledge management E’ già stato detto che lo staff Europa considera la diffusione di informazioni e la distribuzione di conoscenze riguardanti l’insieme delle politiche europee un fatto decisivo per un buon avvio della “missione Europa” . Non c’è però, di fatto, in essere un processo che garantisca la disponibilità e l’aggiornamento, per le due collaboratrici dell’ufficio, delle informazioni e delle conoscenze necessarie per svolgere i propri compiti, per i loro profili professionali 108 multifunzionali: non c’è dubbio, infatti, che la multifunzionalità presuppone un’ampia formazione di base ed il massimo di flessibilità possibile. Nella individuazione dei fabbisogni sono ancora numerose le aree di miglioramento da costruire e/o rafforzare: gestione dei partenariati, area di comunicazione e marketing, sviluppo di piano di analisi, di monitoraggio e valutazione dell’attività. Solo in alcuni casi non serve aggiornamento professionale (accesso alle informazioni, procedure amministrative per i progetti) tutto il resto è, almeno, da consolidare, se non rafforzare o costruire. Al momento non si può parlare di formazione professionale programmata. Si è in presenza di forme di autoformazione; c’è una forte esigenza formativa, con metodologie che puntano prevalentemente all’attività di gruppo, stages, seminari brevi. 6.4 Sistema di relazioni L’attuale collocazione dello staff Europa nella Segreteria/Direzione Generale, nella prospettiva di un ufficio strutturato all’interno della stessa responsabilità direzionale, offre opportunità per i rapporti con gli altri uffici dell’ente, che al momento sono comunque buoni, da ascrivere alla buona volontà dello staff. La costituzione del nucleo Europa potrà essere la risposta strutturata a tali atti di buona volontà. La rete di partenariato locale è inadeguata: l’input nasce, normalmente, da soggetti esterni all’ente che, per presentare progetti, necessitano di un partner istituzionale. Il rapporto con i comuni è incostante, occasionale. In genere è il partner che cerca la Provincia e non viceversa. Certo, per il ruolo svolto in Arco Latino si è costituita una rete di partner per la presentazione di progetti connessi con l’attività dell’associazione in ambito mediterraneo. Genova capitale della cultura ha creato, infine, nuove occasioni di partenariato. 6.5 Sviluppo progetti L’idea di presentare un progetto europeo è sostenuto, in genere, da un soggetto privato, che si affaccia alla Provincia (allo staff Europa o più frequentemente alle aree 109 potenzialmente più coinvolte nell’idea progettuale) al fine di acquisire il sostegno dell’ente (in termini finanziari e di partenariato istituzionale). Lo staff Europa approfondisce i contenuti del bando corrispondente e, se la Direzione Generale o la dirigente di area seguono la strada della partecipazione al bando, svolge compiti di supporto. Fino a poco tempo fa l’attività svolta dallo staff era parecchio discrezionale. C’è da ricordare che di recente l’UE ha inserito nei bandi vincoli che richiedono un’organizzazione centrale per la presentazione di progetti da parte di enti di grandi dimensioni. E’ richiesto l’elenco completo di tutti i progetti presentati dallo stesso ente. Lo staff di Genova non sembra ancora pronto per questa normativa. Fino a tutto il 2003, il bilancio dell’ente non ha previsto un specifico stanziamento per i progetti comunitari. Non ci sono decisioni politico-amministrative preventive alla decisione della dirigenza di partecipare a bandi comunitari. Le decisioni arrivano in giunta, a ratifica, in caso di progetti approvati dalla Commissione Europea 7. Conclusioni Il ruolo potenziale che può svolgere Genova nell’ambito delle politiche euromediterranee pretende che si passi prima possibile, alla attuazione pratica delle decisioni politiche assunte nel novembre 2003, costituendo formalmente l’ufficio Europa, con una forte collocazione all’interno della struttura dell’ente e un forte sostegno politico della presidenza, anche al fine di arginare la spinta, già in qualche caso evidente, verso una autonomia progettuale delle singole aree. La motivazione dello staff è totale, ma non sufficiente ad alterare il processo. Forse, a monte, è necessario che la Presidenza individui la figura del Direttore Generale (sia nel caso in cui coincida con il segretario che nell’ipotesi contraria). La nuova struttura dovrà essere in grado di gestire le varie attività complesse proprie di un ufficio Europa: e cioè le relazioni interregionali, le politiche comunitarie e le informazioni ai vari soggetti interessati. 110 4. L'Ufficio Europa della Provincia di Torino di Julia Draganovic 1. Premessa L’Ufficio Europa della Provincia di Torino ha una storia relativamente lunga: infatti, già negli ultimi anni ottanta all’interno della Provincia si era formato un gruppo di funzionari che lavorava sui temi delle politiche comunitarie. Nel 1996 questo gruppo di lavoro venne formalizzato nell’organigramma dell’Ente come “servizio”. Oggi, l’Ufficio Europa fa parte del Servizio Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali. I due compiti menzionati nel titolo del servizio, fino a circa quindici giorni fa erano gestiti separatamente attraverso l’attività di due distinti servizi. Per evitare i problemi che risultano dalla distanza fra amministrazione interna (legata finora al servizio relazioni internazionali) e amministrazione di progetti europei con tutti i regolamenti legati alla Commissione Europea, si è deciso per la fusione dei due uffici. Oltre ai due servizi anche l’Info Point Europa fa parte di questo settore della Provincia di Torino. In questo momento l’ufficio dispone di dodici collaboratrici, due tirocinanti, sette volontari civili e altre quattro persone di cooperazione. Le interviste e la compilazione dei questionari allegati sono state effettuate martedì 16 dicembre 2003 dalle ore 10 alle ore 14.30 nella sede della Provincia in Via Maria Vittoria, 12, a Torino. Le interviste sono state registrate per iscritto in luogo, senza l’utilizzo di un registratore. 2. Gli attori Profilo della ricercatrice: Julia Draganovic è nata ad Amburgo ed è di madrelingua tedesca. Dopo gli studi universitari di letteratura tedesca, filosofia, storia dell’arte e lingua e letteratura italiana, ha lavorato come direttrice di una scuola privata di lingue, economia ed informatica (usufruendo dei fondi strutturali per una parte dei corsi di 111 formazione svolti), quindi come collaboratrice al Ministero della Giustizia ed Affari Europei della Turingia, nel reparto “Affari europei” e nel 1999 come libera professionista ha fondato il “Kulturbüro LaRete” con il quale ha accumulato un’approfondita esperienza nella progettazione, gestione e rendicontazione di progetti europei. Le interviste in profondità sono state svolte con: Dottoressa Giulia Marcon, Dirigente del Servizio Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali La Dottoressa Marcon, dopo la laurea in scienze politiche, ha svolto attività di docenza per tre anni all’Università di Milano, per poi lavorare dieci anni nel settore privato (Dipartimento Ingegneria civile della FIAT). Nel 1998 è arrivata al Servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Torino con la qualifica di funzionario. Dirige l’ufficio dal 2001. Dottoressa Monica Bissaro, Consulente dell’Ufficio Politiche Comunitarie La Dr.ssa Bissaro opera nell’Ufficio Politiche Comunitarie con un contratto co.co.co. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Torino, ha lavorato per tre anni nell’Info Point Europa, con un contratto presso la società privata che all’epoca era incaricata di gestire lo sportello informativo. Lavora da un anno presso il Servizio Politiche Comunitarie. Oltre alle suddette persone i questionari per collaboratori dell’Ufficio Europa sono stati somministrati a: Dottoressa Silvana Scalfato, Funzionario Amministrativo La Dr.ssa Scalfato funge da responsabile di un gruppo di lavoro interno all’Ufficio Europa. Data la sua competenza nel management del personale, alla Dottoressa Scalfato è stata anche affidata la compilazione del secondo questionario F (riguardanti i fabbisogni). Dottoressa Alba Garvet, Funzionario La Dottoressa Garvet è responsabile del servizio “Info Point Europa” della Provincia di Torino. 112 I due questionari per collaboratori esterni all’ufficio Europa sono stati compilati da: Dottor Mario Burgay, Dirigente dei Servizi Programmazione Turistica e Sportiva e Attività Turistica e Sportiva. Il Servizio del Dottor Burgay ha presentato e gestito più progetti europei con il sostegno dell’Ufficio Europa. Dottoressa Tiziana Fiorini, Funzionario del Servizio Turismo e Sport. 3. Il clima Inizialmente il clima di accoglienza è risultato un po’ teso: la Dottoressa Marcon riferiva, infatti, di non esser convinta della qualità dei primi questionari già ricevuti per la compilazione nell’ambito della ricerca ASSET ed esprimeva la speranza che la seconda parte della ricerca non consistesse in una ripetizione delle stesse domande già poste nella prima (Ndr: è un riferimento, immagino, alla “mappatura” generale). Ha poi spiegato che la richiesta di sottoporre dei questionari a quattro persone esterne al suo ufficio le pareva troppo impegnativa, e avrebbe richiesto un preavviso di almeno dieci giorni per essere esaurita efficacemente. Dopo essersi fatta spiegare la procedura della ricerca sul campo, la dirigente ha convocato due collaboratrici (la Dottoressa Bissaro e la Dottoressa Scalfato) per le quali la spiegazione è stata ripetuta. La Dottoressa Marcon ha aggiunto che – a suo parere - l’obiettivo (non dichiarato, ma reale) della ricerca era ben chiaro: si sarebbe trattato di un’analisi di mercato mirata all’offerta di ulteriori corsi di formazione. Durante l’esposizione dettagliata delle caratteristiche del questionario in autosomministrazione, la Dottoressa Marcon lamentava il fatto che la griglia F non contenesse un numero sufficiente di quadratini per evidenziare le esigenze di tutti i suoi dodici collaboratori. Dopo un’intensa discussione sulle possibili modifiche del questionario, ci si accordava per riempire ogni spazio con più codici, in modo tale da raccogliere un numero più ampio di elementi collegato alle esigenze dei collaboratori. Superati questi primi ostacoli, l’atmosfera pian piano si rasserenava e alla fine risultava evidente l’ambizione da parte degli addetti all’Ufficio Europa di fornire il più materiale possibile per lo studio di caso. Si è anche risolto parzialmente il problema dei soggetti esterni cui sottoporre il questionario, trovando immediatamente due persone esterne all’ufficio disposte a compilare il questionario seduta stante. 113 La divisione dei compiti all’interno dell’ufficio non è apparsa completamente chiara, mostrando più di un’area di sovrapposizione fra le attività dei collaboratori: evidentemente, il principio-guida implicito del modello organizzativo assume che ogni funzionaria dovrebbe essere in grado di svolgere qualsiasi compito in caso di necessità. La dirigente poneva l’accento più volte sull’esigenza di strutture flessibili e metodi di lavoro che – se applicati – appaiono in un forte contrasto con le abitudini dell’impiego pubblico, richiedendo la massima flessibilità per quanto riguarda gli orari di lavoro, la disponibilità agli spostamenti, eccetera. Purtroppo - così affermava la dirigente - la “leva” dei collaboratori per l’ufficio Europa non si distingue dalle procedure di reclutamento abituali nel pubblico impiego in generale (anche se la Provincia di Torino per la prima volta ha pubblicato un bando per la progettazione europea). Di conseguenza, il turn-over di personale nell’Ufficio Europa è alto rispetto alla media degli altri uffici della Provincia di Torino: i collaboratori che entrano a far parte dell’ufficio, abituati ai ritmi degli altri settori, sono spesso sorpresi di quanto viene loro richiesto nel Servizio di Politiche Comunitarie e preferiscono (tentano di) dopo un breve periodo di servizio cambiare un'altra volta il settore di lavoro. La combinazione tra flessibilità, anomalia rispetto ai modi e ritmi di lavoro del settore pubblico ed elevato turn-over rende pertanto difficile disegnare con precisione una mappa fissa dei ruoli e compiti dei singoli collaboratori. 4. Documentazione raccolta La Provincia di Torino dispone di due strumenti d’informazione periodica: La pubblicazione della rivista mensile “Torino informa. Notiziario sulle politiche comunitarie” è affidata ad un fornitore esterno, una società privata che riceve le informazioni necessarie alla redazione della pubblicazione dall’ente. Questo periodico d’informazione contiene servizi sia sulle politiche comunitarie in genere (per esempio sulla conferenza intergovernativa sulla Costituzione Europea) sia su temi specifichi riguardanti le Politiche Comunitarie così come vengono a riflettersi nella attività della Provincia di Torino: vengono presentati i progetti europei presentati e riferito ai diversi settori della Provincia di Torino approvati dall’UE, pubblicati programmi di convegni e corsi di formazione ed altri dati interessanti in generale per i soggetti che, sul territorio, hanno interesse o si occupano dei temi comunitari. 114 La newsletter “Notizie dall’Unione europea” viene diffusa in forma cartacea come supplemento alla rivista mensile “Torino informa” e, per lo più, in forma digitale via posta elettronica ad una mailing list costruita appositamente. La newsletter è composta da servizi su novità generiche del “mondo di Bruxelles”, sulle innovazioni legislative dell’UE, sui programmi della Commissione, contiene un’agenda di eventi importanti, informazioni su seminari e manifestazioni (negli ultimi sei mesi anche un elenco degli eventi organizzati nell’ambito del semestre di Presidenza Italiana della UE), recensioni su pubblicazioni, saggi, relazioni e prodotti multimediali, una lista dei documenti di pubblico interesse pubblicati sul sito EUR-LEX della Commissione Europea e l’elenco dei bandi e delle gare pubblicati recentemente, oltre all’elenco dei bandi ancora aperti. Il Servizio Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali possiede un proprio sito al quale è anche legato un link al servizio del “Info Point Europa”. L’indirizzo è www.provincia.torino.it/europa. Allegati si trovano i programmi degli eventi che seguono: Seminario internazionale: i poteri locali nell’Europa allargata. (Tenutosi nel Centro Congressi Torino Incontra, Via Nino Costa, 8, a Torino il 28 febbraio 2003.) II forum: partenariato e sviluppo locale nell’Europa allargata. Gli Enti locali come promotori e partner nel processo di integrazione economica. (Tenutosi nel Centro Congressi Torino Incontra, Via Nino Costa, 8, Torino il 30 giugno 2003. Riunione eccezionale del Comitato delle Regioni a Torino il 25 e 26 settembre 2003 con il tema: Gli Enti Locali e la Costituzione Europea. (Tenutosi nell’Aula del Parlamento Italiano, Museo del Risorgimento, Piazza Carlo Alberto, 2, Torino) Per quanto riguarda le ricerche sulle caratteristiche del territorio si trova allegata la pubblicazione “Atlante Statistico della Provincia di Torino” a cura del Servizio Programmazione Economica e Statistiche della Provincia di Torino, pubblicata nel luglio 2003. Si tratta di una pubblicazione esclusivamente italiana, ma appare evidente come la Provincia di Torino con quest’atlante intenda offrire l’immagine del proprio 115 posizionamento in un contesto europeo, fornendo informazioni comparabili in ambito Europeo. Infatti, sulla copertina la Provincia di Torino si presenta come “Provincia d’Europa” – titolo tradotto anche in inglese e francese. E’ allegata anche la pubblicazione precedente all’atlante menzionato sopra, vale a dire “Istituzioni e sviluppo locale” a cura dell’Assessorato alle Attività Produttive e Concertazione Territoriale della Provincia di Torino, edita nel dicembre 2001. Un depliant trilingue (italiano, inglese, francese) presenta i dati essenziali riguardanti le principali caratteristiche della Provincia di Torino, illustrato e arricchito con le immagini dei monumenti più conosciuti e con riferimenti sia del mondo industriale sia dell’enogastronomia per la quale la Provincia di Torino è nota anche all’estero. Il depliant “FOCUS EUROPE. Local development and European Strategies. Développement local et stratrégies Européennes” spiega in inglese e francese le competenze amministrative della Provincia di Torino e le rispettive iniziative svolte, usufruendo dei fondi strutturali europei. 5. Diario del Caso 16 dicembre 2003 ore 10.00 Arrivo nell’ufficio del dirigente Marcon, presentazione e spiegazione della procedura ore 10.20 Riunione delle collaboratrici coninvolte nella ricerca presenti: - Dott.ssa Giulia Marcon, Dirigente dell’ufficio; - Dott.ssa Silvana Scalfato, funzionaria del Servizio Politiche Comunitarie; - Dott.ssa Monica Bissaro, consulente per le Politiche Comunitarie. Spiegazione e discussione dei questionari e della procedura e distribuzione dei questionari in autosomministrazione ore 10.50 Le collaboratrici escono dall’ufficio della Dirigente. 116 La ricercatrice comincia la compilazione della mappa A e l’intervista in profondità con la Dirigente Dott.ssa Giulia Marcon ore 12.00 La ricercatrice interrompe l’intervista con la Dirigente per una telefonata all’Assessore alle Politiche Comunitarie di Varese (sempre nell’ambito della ricerca ASSET) ore 12.15 Ripresa dell’intervista in profondità con la Dott.ssa Marcon ore 13.00 Draganovic chiede alla Dottoressa Bissaro di procurarle del materiale informativo sulle attività dell’ufficio Europa. Tramite la check list che fa parte del kit degli strumenti spiega cosa si intende per materiale informativo. ore 13.15 Draganovic consegna e spiega il questionario C alla Dr.ssa Alba Garvet, responsabile dell’”Info Point Europa”, e la prega di compilarlo ore 13.25 Draganovic comincia l’intervista in profondità con la Dottoressa Bissaro ore 13.15 Si accompagna la Dr.ssa Draganovic al Servizio Programmazione Turistica e Sportiva dove consegna il questionario D al Dottor Burgay ore 14.30 La Dottoressa Bissaro riconsegna i questionari compilati e il materiale informativo alla Dott.ssa Draganovic che ringrazia e saluta tutte le collaboratrici. La Dott.ssa Marcon stabilisce un appuntamento telefonico fra Dott.ssa Draganovic e l’Assessore alle Politiche Comunitarie Dott.ssa de Santis per il pomeriggio del 16 dicembre 117 6. Descrizione del Caso 6.1 Il modello organizzativo La denominazione ufficiale dell’ufficio Europa nell’organigramma della Provincia di Torino è “Servizio di Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali”. Lo sportello “Info Point Europa”, che viene finanziato in gran parte attraverso fondi ealla Commissione Europea, fa altrettanto parte del servizio. Fino a due settimane prima delle interviste sul campo si trattava di due strutture separate, che ora si è deciso di unificare. Le due parti del servizio dipendono da Assessori diversi. Le Relazioni Internazionali sono, infatti, di competenza della Presidente della Provincia di Torino Mercedes Bresso, mentre le Politiche Comunitarie fanno parte della delega dell’Assessore al Bilancio. Secondo la Dirigente dell’ufficio questa posizione nell’assetto organizzativo dell’ente è molto vantaggiosa, offrendo ampio sostegno politico e tecnico all’esercizio delle funzioni dell’ufficio. Peraltro, i due amministratori ai quali la direzione politica è attualmente affidata, dispongono personalmente di competenze sia politiche sia tecniche che dimostrano la loro apertura verso l’esercizio di un ruolo internazionale dell’Ente, rafforzata dalla capacità di parlare due lingue straniere. Di conseguenza, l’Ufficio Europa della Provincia di Torino gode di un forte sostegno entro il proprio ente. L’opportunità di agire liberamente per svolgere appieno le attività richieste è favorita dal fatto che il dirigente dell’ufficio dispone di propri autonomi stanziamenti di bilancio. Questa relativa autonomia finanziaria garantisce la possibilità di disporre di cofinanziamenti per eventuali progetti europei, senza fare necessariamente ricorso al sostegno di altri settori dell’ente. Venendo alla scelta organizzativa fondamentale appena compiuta, dobbiamo rilevare che si è optato per la fusione dei due servizi per rendere le procedure dedicate ai bandi europei più efficaci. Si registravano, infatti, continui problemi di gestione derivanti da un’incompleta preparazione professionale del personale impiegato nell’ufficio. I collaboratori, come già accennato più sopra, o avevano principalmente specifica esperienza nelle procedure amministrative interne della Provincia di Torino o erano particolarmente esperti nelle regole amministrative dell’UE. Non era presente personale competente in entrambe le linee di attività. La mediazione fra i due diversi approcci ad uno stesso tema - i progetti europei -richiedeva talmente tanto tempo ed energie che si è 118 deciso di unificare i due servizi, per condividere meglio entrambe le famiglie di competenze professionali, ognuna delle quali è, evidentemente, necessaria e irrinunciabile. Rispetto ad altri Uffici Europei, è chiaro come la struttura della Provincia di Torino disponga di un numero di collaboratori piuttosto elevato: dodici persone hanno un contratto di lavoro dipendente, quattro persone operano con un contratto di consulenza, mentre attualmente sono presenti come risorse aggiuntive due tirocinanti e sette volontari del servizio civile internazionale. Questi ultimi sono arrivati alla Provincia di Torino tramite la gestione del servizio l‘”Info Point Europa”. La Provincia di Torino, infatti, coordina tutti gli “Info Point Europa” presenti in Italia e ha di conseguenza fatto domanda per un sostegno rivolto ai giovani italiani che desiderano svolgere un’esperienza all’estero. I sette ragazzi partecipano al servizio di sportello dell’”Info Point Europa” di Torino per due mesi e vanno poi all’estero per otto mesi in uno degli “Info Point Europa” con i quali la Provincia di Torino intrattiene dei contatti. Successivamente, completano la loro esperienza con un tirocinio di due mesi nell’Ufficio Europa della Provincia di Torino. Può essere interessante far notare come nell’ufficio Europa della Provincia di Torino lavorino esclusivamente donne. Dato che l’Ufficio Europa della Provincia di Torino dipende direttamente dalla Presidente della Provincia e la Presidente presiede il Comitato delle Regioni, il servizio fornisce anche assistenza per tutti i compiti svolti dalla Presidente a Bruxelles. In quest’ambito, al servizio sono affidate anche le negoziazioni riguardanti i fondi strutturali del obiettivo 1 e 2, benché l’ufficio non gestisca direttamente questi fondi. Dalla griglia A, che evidenzia la distribuzione dei compiti all’interno dell’ufficio Europa di Torino, risulta un approccio che pare sottintendere la sostituibilità nelle funzioni della Dirigente e delle Funzionarie: tranne il servizio di sportello, la Dirigente e le Funzionarie svolgono tutte le attività elencate. Mentre il management di informazione e la progettazione o assistenza alla progettazione sono limitati alla Dirigente e alle Funzionarie, tutti gli altri compiti sono svolti anche dal personale amministrativo. Le stagiste sono coinvolte nella gestione dei progetti, nell’assistenza tecnica e nel servizio di front office (Info Point Europa). 119 La polivalenza di tutte le impiegate dell’ufficio Europa si rispecchia in un giudizio che riappare in ambedue le interviste in profondità: l’osservazione che i compiti e le attività svolte dall’ufficio Europa stanno in un forte contrasto con la chiara separazione delle competenze e la minuziosa definizione degli orari che si trovano di solito nel pubblico impiego. La fusione dei due servizi prima separati (Politiche Comunitarie e Relazioni Internazionali) è un altro frutto di questo pensiero. Si cerca di riavvicinare due sistemi che si contraddistinguono per caratteristiche opposte: da un lato, per l’accento posto al proprio ruolo e, dall’altro, per la vocazione a comprendere, copiare e integrarsi con le richieste e le prassi lavorative di altri Paesi e organizzazioni diverse. L’attrezzatura informatica dell’Ufficio Europa è piuttosto avanzata. L’Ente utilizza da più di cinque anni internet e tutti i dipendenti dispongono di un proprio indirizzo e-mail. Un pulmino della Provincia di Torino attrezzato con una tecnica “wireless” rende possibile l’organizzazione di eventi che necessitano dell’accesso all’internet anche in luoghi dov’è difficile attivare collegamenti terrestri. La Provincia di Torino dispone, inoltre, degli strumenti tecnici per realizzare videoconferenze, utilizzabile da tutti i settori. Nell’Ufficio Europa che intrattiene rapporti con Paesi su tutti i continenti (come vedremo più avanti al punto “sistema di relazioni”) è diffusa, però, l’opinione che sia da preferire il contatto diretto fra le persone che collaborano. Continuando ad osservare sempre le dotazioni messe a disposizione per il servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Torino, si registra una certa ristrettezza degli spazi: I collaboratori condividono a volte vani piccolissimi con tre persone presenti, utilizzando una sola stampante alla quale si aspetta in fila per ritirare i propri testi. Mancano completamente sale riunioni chiuse per il personale (sul corridoio si trovano due tavoli che però non permettono il lavoro di gruppo, data l’intensa frequentazione dell’ufficio). 6.2 Strategie attivate dall’ufficio L’ufficio Europa della Provincia di Torino vede se stesso come strumento per la “mission Europa” non solo nel ruolo di fornitore di finanziamenti tramite bandi europei ma anche e soprattutto come fonte di informazioni e diffusione di conoscenze sulle politiche comunitarie in genere. 120 La lunga storia delle attività in ambito europeo della Provincia di Torino ha fatto sì che tutta la serie di iniziative svolte dell’ente per diffondere l’idea europea sembra infinita: la lista comincia con l’”Info Point Europa”, continua con innumerevoli iniziative informative svolte in scuole, università, punti d’incontro per anziani, eventi speciali (come per esempio la ricorrenza della festa d’Europa ogni 9 maggio), trasmissioni radio e finisce con punti di incontro più o meno formali come il “Café Europa” aperto a tutti i cittadini interessati in temi europei o il gruppo “progetti europei” dedicato a dipendenti del proprio ente con l’intenzione di presentare dei progetti europei. Solo preparando l’introduzione dell’Euro l’Ufficio Europa di Torino ha organizzato più di cento conferenze per anziani ed un altro centinaio per le scuole. Grazie ai numerosi contatti intrattenuti con enti diversi a Bruxelles - la Commissione, il Parlamento, il Comitato delle Regioni ecc. (vedi il punto “il sistema di relazioni” che segue più avanti) – l’ufficio Europa non dipende solo dagli strumenti accessibili a chiunque (il sito dell’Unione Europea, la “Agence Europe” ecc.) ma dispone di altre fonti di informazioni dirette. Per diffondere le informazioni ritenute utili a chi si occupa delle politiche comunitarie, da diversi anni l’ufficio distribuisce gratuitamente le due pubblicazioni menzionate sopra (vedi: 4. Documentazione raccolta. Si tratto della rivista mensile “Torino informa. Notiziario sulle politiche comunitarie” e il bollettino“Notizie dall’Unione europea”). La cerchia di persone a cui vengono inoltrate le suddette pubblicazioni è stata individuata durante le attività degli anni scorsi: si invitano continuamente sia gli utenti dell’”Info Point Europa”, sia tutti i partecipanti agli eventi organizzati dell’ufficio Europa ad iscriversi nelle mailing list apposite. La mailing list attualmente contiene all’incirca seimila indirizzi ed è divisibile secondo target diversi. L’ultimissima novità che è ancora in fase di valorizzazione è una „mailing list” per giovani che possiedono un cellulare. Rendendosi conto delle consuetudini e le opportunità delle nuove generazioni, si è deciso di informarle in un modo adeguato e corrispondente al loro concetto di comunicazione: via computer l’ufficio manda a loro sms per invitarli alle iniziative europee. Per aumentare la visibilità dell’ente, si è intrapresa una serie di iniziative promozionali: in una delle strade principali di Torino si sono allestite vetrine che presentano le attività dell’ufficio e sono stati appesi stendardi. Si è organizzato un ciclo di trasmissioni sulla radio e si organizza annualmente la festa d’Europa in Piazza San Carlo ogni 9 maggio. 121 Di grande importanza per la visibilità delle politiche comunitarie è senz’altro il servizio di sportello svolto dall’”Info Point Europa”. L’apertura del servizio a stagisti provenienti sia dall’Italia sia dall’estero, rende la struttura permeabile e trasparente per chi si interessa del servizio. Offre allo stesso tempo possibilità per uno scambio di esperienze anche per il personale interno all’ufficio. 6.3 Knowledge management Si è visto che la diffusione di informazioni e la distribuzione di conoscenze riguardante tutti i fattori che distinguono la “mission Europa” sono parti essenziali delle strategie attivate dall’Ufficio Europa della Provincia di Torino (vedi il capitolo trattato sopra). Il concetto di knowledge management è qui approfondito attraverso la descrizione delle strategie che garantiscono la disponibilità e l’aggiornamento per tutti i collaboratori dell’ufficio delle informazioni e delle conoscenze di necessarie per svolgere i compiti affidati. Guardando all’assetto organizzativo dell’ufficio, si è già riferito che la Dirigente ritiene utile la condivisione di tutte le attività dal maggior numero di persone possibile. È difficile giudicare se la multifunzionalità (che rende possibile anche l’intercambiabilità dei dipendenti) sia effetto o causa della elevata fluttuazione di personale in quest’ufficio: la mancanza di specializzazione / polivalenza non va confusa con un profilo poco qualificato, anzi, non v’è dubbio che la multifunzionalità richieda un’ampia formazione di base e il massimo di flessibilità possibile. La preferenza assegnata ad un profilo professionale multifunzionale si rispecchia nella scelta dei fabbisogni operata dalla Dirigente che, tranne per le materie che riguardano l’organizzazione del lavoro in generale, richiede come necessarie quasi tutte le aree di miglioramento di conoscenze proposte dal questionario per ogni tipo di collaboratore (funzionari e amministrativi). Solo per quattro materie propone dei soggetti specifici, che avrebbero bisogno di una formazione ulteriore: lei stessa ha interesse a rafforzare le proprie conoscenze nell’ambito delle metodologie di budgeting, mentre due amministrative dovrebbero rafforzare gli strumenti di comunicazione e marketing e la conoscenza delle reti per l’accesso alle informazioni in Europa e due funzionarie dovrebbero approfondire le loro conoscenze di metodologie di analisi. Per quanto 122 riguarda le competenze, le necessità risultano già un po’ più limitate: si fa riferimento soprattutto alle competenze legate alla gestione di progetti (inclusi i partenariati, il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione) e allo sviluppo di piani di marketing. Secondo la Dirigente, anche la programmazione delle attività dell’ufficio (la quale, se si seguisse una strategia gerarchica sarebbe affidata ad una o due persone) dovrebbe essere rafforzata fra le competenze di tre funzionarie. La preferenza rivolta all’idea di un gruppo di lavoro si rivela altrettanto guardando ai tipi d’intervento formativo ritenuti più idonei dalla Dirigente: si vota per la formazione di aula e per visite e stage, mentre si rifiuta la formazione individuale e a distanza (che, a parere della dottoressa Marcon, favorirebbe un certo isolamento di chi sta studiando). Nella graduazione seguono seminari brevi, project work, la formazione tramite interventi e gruppi di lavoro locali e interlocali che sono ritenuti utili. Colpisce che la Dirigente non ponga attenzione al miglioramento dell’accesso alle informazioni e al loro sistema di distribuzione. Quanto si è osservato prima, cioè che per l’acquisizione di informazioni e la loro diffusione l’Ufficio Europa di Torino abbia già sviluppato una strategia piuttosto elaborata e completa, ha ovviamente convinto la Dirigente che non sia più necessario approfondire ulteriormente le tecniche in merito. Le opinioni sui fabbisogni presentate dalla Dr.ssa Scalfato corrispondono in gran parte alle valutazioni della sua dirigente. La Dr.ssa Scalfato ha dato il suo parere limitandosi alle esigenze del gruppo di lavoro che gestisce. A differenza della dirigente dichiara però “inutili” una serie di conoscenze, non solo per chi svolge compiti amministrativi, ma anche per le sue funzionarie: l’assenza di interesse per le metodologie di analisi, le teorie dell’organizzazione, i sistemi di knowledge management e i modelli di partenariato e di governance coincide con il giudizio della Dirigente. Anche se l’approfondimento delle conoscenze di strumenti di marketing sembra necessario per l’ufficio in genere, le persone che partecipano al gruppo di lavoro della Dr.ssa Scalfato non sono ritenute responsabili di queste attività e quindi interessate per questo compito. Per quanto riguarda le competenze da approfondire, si registra una serie di divergenze fra la Funzionaria e la Dirigente: la Funzionaria ritiene necessario anche il rafforzamento negli ambiti legati sia all’elaborazione e alla rendicontazione di progetti, sia alle competenze specifiche legate al management di informazioni e registra anche un 123 bisogno di formazione nell’utilizzo della tecnologia telematica, specificando particolari necessità per un migliore utilizzo del programma EXCEL. Divergono altrettanto le opinioni sulla tipologia di interventi formativi adeguati: oltre alla formazione d’aula, privilegiata anche dalla Dirigente, la Funzionaria desidererebbe anche una formazione individuale e il coaching, mentre rifiuta completamente i gruppi di lavoro. Guardando ai corsi di formazione ai quali alcuni dipendenti dell’Ufficio Europa hanno partecipato negli ultimi tre anni, si nota l’intensa frequenza di corsi sulle reti di informazione dell’UE. Forse questo fatto spiega la convinzione della Dirigente che il miglioramento dell’accesso alle informazioni per le sue collaboratrici sia da trascurare. Oltre a questi corsi si registrano cicli di lezioni sull’allargamento dell’UE, la costituzione europea e i finanziamenti comunitari. L’Ufficio stesso offre continuamente corsi di lingua straniera per gli addetti della Provincia che sono frequentatissimi. Si è appena finito un corso di inglese che si è svolto per un anno intero con lezioni settimanali. Nel 2004 si comincerà un corso di francese. 6.4 Sistema di relazioni Come già menzionato prima, la collocazione dell’Ufficio Europa all’interno della Provincia di Torino apre opportunità per ottimi rapporti con gli altri settori dell’ente. La Dirigente dell’Ufficio Europa ha colto questo vantaggio di partenza e ha fatto sì che la rete interna di collaboratori nell’ambito europeo si sia sempre più allargata e si sia resa sempre più indipendente. Strumenti come il gruppo interno “progetti europei”, le pubblicazioni che forniscono informazioni sui bandi, il servizio di assistenza dell’Ufficio Europa che, comunque, non si assume compiti che possono e devono essere svolti dai settori specifici, hanno reso capaci di muoversi con competenza sul terreno dei bandi europei numerosi settori della Provincia di Torino. La grande quantità di progetti europei presentati (e soprattutto la grande percentuale di progetti approvati) sono testimoni dell’equilibrio fra la disponibilità dei singoli settori a collaborare con l’Ufficio Europa e la indipendenza degli stessi settori (il che sembra contraddittorio solo a prima vista). 124 Non si dimentichi, però, il fatto che grazie alle Olimpiadi invernali che nel 2004 si svolgeranno a Torino, anche la Provincia di Torino negli ultimi anni è diventata un obiettivo ambito per numerose istituzioni in cerca di opportunità di auto-promozione. Evidentemente, l’ente e i suoi singoli settori sono stati capaci di cogliere quest’occasione: hanno acquisito uno sguardo lungimirante, che li ha messi in grado di vedere oltre la realtà attuale e locale per sviluppare e percorrere con più decisione la prospettiva di una Torino “sostenibile”, grazie alla posizione che l’ente e il territorio hanno in un’Europa fatta di partner con i quali sono molte le opportunità di collaborazione. Per quanto riguarda le relazioni esterne nell’ambito del territorio provinciale, per merito dell’”Info Point Europa” e delle innumerevoli iniziative informative svolte nel corso della sua attività, l’Ufficio Europa della Provincia di Torino dispone di un’ampia utenza, composta non solo di istituzioni ma anche di singoli cittadini (si ricordi che solo la mailing list contiene già seimila indirizzi). La collaborazione con Comuni, scuole, università e associazioni senza fine di lucro nella Provincia di Torino è una realtà vissuta già da anni. Parlando delle relazioni internazionali, bisogna sicuramente rilevare che Torino, grazie alla sua vicinanza con la Francia era un territorio “naturalmente” predestinato ad essere protagonista dalla cooperazione transfrontaliera. La Provincia di Torino confina per moltissimi chilometri con il territorio francese ed è legata al vicino grazie all’adesione a più reti binazionali (italo-francesi). L’atmosfera transfrontaliera nella città di Torino è molto sentita, secondo la Dirigente dell’ufficio. Ma non c’è solo una forte vocazione alle relazioni italo-francesi. Grazie all’adesione a numerose reti internazionali (menzioniamo, a titolo di esempio, Partenalia, Arco Latino, CAFI, Rete delle aree protette alpine, Euromontana, UITP, Metrex, AVEC, URB-AL Rete Tematica 10, Les Rencontres, AEDTF, FMCU, ECSITE e Rete Europea degli Info Point Europa) l’Ufficio Europa di Torino intrattiene contatti con istituzioni in tutto il mondo. La rete dei contatti internazionali viene ulteriormente rafforzata dal fatto che l’Ufficio Europa è il coordinatore di tutti gli “Info Point Europa” in Italia e li rappresenta nella rete europea. Peraltro, la Presidente della Provincia presiede il Comitato delle Regioni di Bruxelles: all’Ufficio Europa sono affidati i preparativi di tutte le attività della 125 Provincia svolte in relazione a questo incarico (si ricordi solo la riunione straordinaria del Comitato delle Regioni tenutasi a Torino il 25 e 26 settembre 2003 sul tema “Gli enti locali e la costituzione europea”. Ma l’ufficio è altrettanto coinvolto nelle riunioni che si tengono a Bruxelles). Il ruolo attivo della Presidente della Provincia di Torino nell’assetto delle politiche comunitarie a Bruxelles fa sì che i collaboratori, oltre ai contatti via e-mail e telefonate, siano quasi “costretti” a frequentare la capitale europea regolarmente. La dirigente dell’ufficio viaggia mediamente una volta la settimana a Bruxelles. Dato che la distanza fra Torino e Bruxelles corrisponde quasi esattamente a quella fra Torino e Roma, questi viaggi si possono intraprendere in giornata. I contatti personali intrattenuti fra i funzionari dell’ente e gli addetti alle istituzioni a Bruxelles sono certamente un ancoraggio in più per il sistema di relazioni internazionali, e contribuiscono a rendere efficace il lavoro dell’ufficio. Esiste, peraltro, una serie di accordi internazionali sottoscritti dalla Provincia di Torino (fra i cui anche uno con la FAO e un twinning PHARE). Gli accordi con partenariati nascono su iniziativa della Presidenza, ma prendono quasi sempre avvio da una collaborazione concreta su un progetto comune e non vengono quindi programmati seguendo degli interessi politici “astratti”. Dopo oltre dieci anni di lavoro sul campo, appare urgente per l’Ufficio Europa più la necessità di selezionare ed escludere che quella di allargare ancora la rete ed il sistema di relazioni. La gestione dell’ampio numero di rapporti già esistenti impegna un tempo e uno sforzo notevoli, che rischiano di porre in secondo piano la curiosità iniziale volta ad esplorare nuovi campi di attività e ad instaurare nuove relazioni. 6.5 Sviluppo progetti La collocazione “forte” dell’Ufficio Europa all’interno del proprio ente, dal punto di vista sia organizzativo sia politico (vale a dire, il collegamento sia con la Presidenza che con l’Assessorato al Bilancio, di cui si è trattato sopra) ha reso possibile una notevole trasversalità delle attività in ambito europeo. Si è fondato un gruppo “progetti europei” al quale partecipano rappresentanti di tutti i settori di attività dell’Ente. L’idea di presentare un progetto europeo viene, di solito, da uno dei settori dell’ente e parte da un’idea già avviata in una precisa direzione da parte del servizio interessato. L’Ufficio Europa, da parte sua, fornisce al settore interessato informazioni sui bandi 126 della Commissione Europea e procura assistenza per la progettazione. Qualora il servizio non disponga già di partenariati privilegiati (solitamente costituiti in seguito ad esperienze preesistenti), l’Ufficio Europa, sulla base della sua rete, ricerca partner adeguati e li propone al servizio che funge da capofila del progetto. Qualora la sua proposta sia accettata, l’Ufficio Europa prende il primo contatto con il partner. Nonostante l’Ufficio Europa disponga di un proprio bilancio (vale a dire della possibilità di stanziamenti per il cofinanziamento di progetti complessi), di solito il budget del singolo progetto dipende dal finanziamento messo a disposizione dal servizio che lo propone. L’Ufficio Europa provvede, invece, all’assistenza per la stesura del progetto, inclusa la parte finanziaria. Fino a poco tempo fa, il servizio svolto dall’Ufficio Europa era meramente discrezionale. Di recente, invece, l’Unione Europea ha inserito nei bandi vincoli che richiedono un’organizzazione centrale per la presentazione di progetti da parte di enti di grandi dimensioni. È richiesto l’elenco completo di tutti i progetti presentati dallo stesso ente per evitare delle competizioni “in casa”, vale a dire per evitare che un ente finisca per candidarsi contro se stesso. L’Ufficio Europa di Torino si sta preparando a questa nuova normativa, predisponendo dei regolamenti interni che permettano una centralizzazione della presentazione dei progetti entro il proprio ente. Per la presentazione del progetto sono necessari l’accordo e la firma del Presidente, quindi la deliberazione della Giunta Provinciale per garantire la prenotazione del cofinanziamento nel bilancio della Provincia. Qualora il progetto non venga approvato dall’UE bisogna presentare e votare un’altra delibera di Giunta per cancellare la prenotazione contabile. La possibilità di cancellare una prenotazione scade con l’anno solare. Dato che la scadenza di alcuni bandi europei decorre in autunno, mentre l’approvazione segue solo in primavera, per i progetti da presentare nel ultimo quarto dell’anno si chiede la deliberazione solo nel caso dell’approvazione già ottenuta, prima però della firma del contratto con l’UE. Attualmente, si sta discutendo la possibilità di costituire una “cassa unica” cioè un titolo speciale per tutti i progetti europei presentati dalla Provincia di Torino. In questo modo si potrebbe evitare di vincolare stanziamenti per progetti che si rivelano poi non fattibili per mancanza dell’approvazione dall’UE. In caso di approvazione di un progetto europeo, la gestione viene affidata al servizio che lo ha sviluppato. L’Ufficio Europa offre l’assistenza per il controllo della congruenza 127 fra la gestione e le regole dell’UE. Lo stesso vale per la rendicontazione del progetto, che è sempre affidata al servizio in merito. A volte l’Ufficio Europa di Torino viene contattato da partner stranieri che cercano dei partenariati per presentare un progetto. L’Ufficio Europa si incarica della ricerca se il progetto proposto concorda con le direttive lavorative del proprio ente e se trova l’interesse di uno dei settori in questione. Fornisce anche assistenza per adeguare eventualmente il progetto proposto dall’esterno alle esigenze e competenze del proprio ente. Negli ultimi tre anni la Provincia di Torino ha presentato ventinove progetti europei, di cui diciotto approvati, otto rifiutati e tre in attesa di valutazione. Per dodici progetti un settore della Provincia di Torino ha firmato in quanto capofila; la metà di questi ha già ricevuto un sostegno europeo. 7. Conclusioni Favorita forse dalla sua posizione geografica che rende naturali i rapporti internazionali (innanzitutto con la Francia, ma poi anche con la Svizzera), la Provincia di Torino ha cominciato relativamente presto ad avviare collaborazioni internazionali. Con una storia di collaborazioni europee di quasi quindici anni alle spalle, l’Ufficio Europa, che esiste da sette anni, dispone di un’ampia esperienza nella cooperazione europea e di una rete di contatti internazionali molto vasta. La collocazione organizzativa dell’ufficio all’interno dell’ente è forte perché legata sia all’Ufficio di Presidenza sia all’Assessorato di Bilancio. Questa posizione e l’impegno dei rispettivi politici hanno fatto sì che la politica comunitaria fosse considerata parte integrante delle scelte compiute da quasi tutti i settori. L’Ufficio Europa funge da coordinatore ed in un certo senso da motore per le innumerevoli attività progettate e svolte. La gestione di progetti è però affidata ai singoli settori che dispongono delle competenze specifiche richieste del singolo progetto. La fase d’orientamento di questo Ufficio Europa si è chiusa già da alcuni anni: la direzione da seguire è chiara perché definita dalla Presidente della Provincia. Si dispone di una conoscenza approfondita sia delle procedure europee sia delle strategie per prendere i contatti necessari. 128 I problemi che si pongono sono più quelli legati a tutte le organizzazioni grandi, che oramai dispongono di una certa esperienza: La divisione dei compiti - Il servizio ruota attorno a tre attività diverse di cui ognuna è piuttosto complessa. Si tratta delle relazioni internazionali nell’ambito delle quali bisogna fornire assistenza a tutti rapporti internazionali della Provincia (incluso il servizio di cerimonie) e accompagnare tutte la attività internazionali della Presidente; del servizio Politiche Comunitarie, sul quale si concentra questa ricerca e dell'Info Point Europa. È difficile immaginare che esista una persona in grado di svolgere ogni attività necessaria alla vita di quest’ufficio. La struttura di questo servizio, che conta attualmente venticinque collaboratrici (valore stimato in eccesso, poiché tredici di queste operano solo temporaneamente) richiederebbe una chiara divisione dei compiti. La motivazione dei collaboratori - Tenere in moto un’attività avviata già da qualche tempo richiede tecniche attente per mantenere elevati i livelli di motivazione, a differenza di quanto avviene nel lancio di una nuova attività, che da sola promette sorprese e offre la soddisfazione di ottenere risultati innovativi. La difficoltà di mantenere buoni livelli di soddisfazione per il singolo collaboratore, oltre che dall’assenza di visibilità di risultati innovativi, viene ancora aumentata dalle caratteristiche del modello organizzativo interno che, prevedendo solo poche competenze specifiche, rende quasi impossibile attribuire un successo ad una persona singola. La motivazione delle collaboratrici dell’Ufficio Europa di Torino non sembra sempre soddisfacente, probabilmente anche a causa del fatto che l’ufficio è obbligato a seguire procedure che, per quanto riguarda gli orari e gli spostamenti richiesti dal personale, divergono molto dalle consuetudini dell’impiego pubblico in generale. La sovrabbondanza di informazioni e proposte di collaborazione. Alla domanda sullo strumento per l’accesso a informazioni di cui sentirebbe maggiormente bisogno, la Dirigente risponde che, più che di far affluire nuove informazioni, avrebbe bisogno di un meccanismo che renda più facile distinguere le informazioni utili da quelli che momentaneamente non servono. Lo stesso problema si pone al riguardo delle possibilità di collaborazione internazionali. La Provincia di Torino, in questo periodo particolarmente nel centro dell’interesse 129 grazie alle Olimpiadi invernali 2004, viene martellata da richieste di partenariato. La Provincia di Torino ha deciso di rinunciare, dove possibile, ad accordi formalizzati in favore di collaborazioni concrete su progetti. Nonostante ciò, l’offerta rimane troppo grande: bisogna scegliere con chi lavorare senza creare “casi diplomatici”. Dopo le Olimpiadi, la Provincia di Torino si troverà in una situazione completamente diversa. Sarà interessante osservare se l’Ufficio Europa e i settori della Provincia di Torino che negli anni precedenti sono riusciti ad usufruire dello slancio internazionale proveniente dai preparativi del grande evento, saranno in grado di mantenere le collaborazioni europee proficue. 130 5. L'Ufficio Europa della Provincia di Varese di Julia Draganovic 1. Premessa Le interviste e la compilazione dei questionari allegati sono state effettuate venerdì 12 dicembre 2003 dalle ore 11.00 alle ore 14.30 nell’Ufficio Politiche Comunitarie e Sviluppo Locale. La sede dell’ufficio si trova in Via Daverio, 10, sul retro del giardino pubblico in un nuovo edificio, mentre la sede principale della Provincia di Varese è situata in un palazzo storico molto rappresentativo in Piazza della Libertà. Dati i tempi ristretti, non era possibile reperire tutti i documenti necessari durante la giornata sul campo: per quanto riguarda l’intervista all’assessore Roberto Bosco, che alla data della ricerca sul campo non era presente in ufficio, si sono stabiliti più volte degli appuntamenti telefonici che, per i numerosi impegni imprevisti che caratterizzano il periodo di fine anno, finora sono sempre stati rimandati. Per altro, risultava difficoltoso trovare più di una persona esterna all’Ufficio Europa in grado di compilare il questionario F. I tre questionari rimasti sono stati lasciati alla Dottoressa Prada, coordinatrice dell’Ufficio Europa, che intendeva cercare altri soggetti disponibili alla compilazione in settori della Provincia con cui l’Ufficio aveva già intrattenuto precedenti contatti. Le interviste sono state registrate per iscritto in luogo, senza l’utilizzo di un registratore. 2. Gli attori Profilo della ricercatrice: Julia Draganovic è nata ad Amburgo ed è di madrelingua tedesca. Dopo gli studi universitari di letteratura tedesca, filosofia, storia dell’arte e lingua e letteratura italiana, ha lavorato come direttrice di una scuola private di lingue, economia ed informatica (usufruendo dei fondi strutturali per una parte dei corsi di formazione svolti), quindi come collaboratrice al Ministero della Giustizia ed Affari Europei della Turingia, nel reparto “Affari europei” e nel 1999 come libera professionista ha fondato il “Kulturbüro LaRete” con il quale ha accumulato 131 un’approfondita esperienza nella progettazione, gestione e rendicontazione di progetti europei. Le interviste in profondità sono state svolte con: Dr. Ernesto Banfi, dirigente dell’Ufficio Europa. Il Dr. Banfi, laureato in scienze politiche, dirige l’ufficio da due anni. Sostiene che all’inizio all’Ufficio sono stati assegnati collaboratori dell’Ente che risultavano di difficile collocazione in altri settori dell’amministrazione. La sua esperienza lavorativa sembra segnata da una serie di delusioni e frustrazioni, poiché nel descriverla mette molto più spesso in rilievo ostacoli e inadeguatezza del suo ufficio che il potenziale di sviluppo riferito alle attività svolte. Dr.ssa Anna Prada, funzionaria coordinatrice dell’Ufficio Politiche Comunitarie. La Dr.ssa Prada è laureata in sociologia e ha lavorato nell’ambito dei servizi sociali per venticinque anni. E’ stata collocata nell’Ufficio Europa a seguito della propria richiesta solo sei mesi fa. Rivela che il lavoro le piace, ma sente il forte e urgente bisogno di una formazione più approfondita per quanto riguarda sia il sistema amministrativo delle istituzioni europee che le procedure legate alla presentazione di domande e gestione dei progetti su bandi europei. I questionari per collaboratori dell’Ufficio Europa, oltre alle suddette persone, sono stati somministrati a: Dr.ssa Noemie Fabregue. La dr.ssa Noemie Fabregue descrive la sua funzione nell’ufficio come esperta delle politiche comunitarie. È originaria di Marsiglia, in Francia, ha studiato a Lione ed è arrivata a Varese tramite FORMEZ. È l’unica persona nell’Ufficio Europeo di Varese con esperienza diretta di collaborazioni internazionali. Il fatto che la Dr.ssa Fabregue non sia assunta alla Provincia di Varese, ma lavora con un contratto di consulente esterna, è visto dal dirigente Banfi come un rischio molto serio per la continuità del processo e delle attività dell’ufficio che sono in corso di avviamento. Sig.ra Valentina Coppe. La Sig.ra Coppe si qualifica come tecnico amministrativo con un contratto di lavoro dipendente a tempo pieno. 132 L’unico questionario per collaboratori esterni all’Ufficio Europa che si è potuto consegnare durante la giornata di ricerca sul campo è stata compilato da: 1) Dr.ssa Susanna Capogna, dirigente del settore Ecologia ed Energia. La Dr.ssa Capogna ha appena presentato un progetto europeo con l’aiuto dell’Ufficio Europa. Questo progetto costituisce la prima esperienza dell’Ufficio Europa in questo campo. 3. Il clima Il clima di accoglienza è stato molto buono: Tutti i collaboratori presenti si sono riuniti in una sala riunioni dove è stata spiegata la struttura della ricerca ASSET e si è esplicitata la procedura prevista per la giornata. Si pregavano tutti i presenti di compilare i rispettivi questionari, mentre la ricercatrice cominciava a completare la mappa A insieme al Dr. Banfi. Il gruppo di collaboratori rimaneva insieme nella sala riunioni e dopo pochi minuti si percepiva un’inquietudine fra di loro. Sollecitata dagli altri collaboratori, la dr.ssa Prada spiegava il motivo delle difficoltà a rispondere ad una gran parte delle domande in modo esauriente e sufficientemente completo: l’ufficio si trova, infatti, in una fase di definizione. Finora, una parte del personale ha gestito i fondi strutturali ma loro stessi, come Ufficio Europea, non hanno mai direttamente progettato e presentato alcun progetto per un bando della Commissione Europea. Per questo motivo, manca loro ancora l’esperienza concreta per rispondere ad alcune delle domande. La ricercatrice rassicurava che, nonostante la fase principale in cui si trova l’Ufficio Europa, il loro ente sarebbe stato comunque un oggetto interessantissimo per la ricerca e che, anzi, sarebbe risultato un interesse ancora maggiore perché attraverso la loro esperienza sarebbe stato possibile studiare il processo di messa in moto di una tale struttura. 4. Documentazione raccolta Vista la fase di decollo in cui si trova, l’ufficio non dispone ancora di documenti informativi. Un sito internet con l’indirizzo www.provincia.va.it è gia attivo: Presenta l’organigramma dell’istituzione e una breve descrizione dei suoi compiti. Il dirigente Banfi riferisce che, dopo un certo periodo in cui l’ufficio ha prodotto delle newsletter sulle novità legislative e sui bandi della Commissione Europea, hanno deciso 133 di cessare quest’attività. La motivazione addotta per la cessazione della pubblicazione della newsletter consisteva nel ridotto feedback dell’utenza in rapporto allo sforzo necessario per erogare il servizio. Va ricordato che il target delle newsletter erano esclusivamente interno e rappresentato dagli altri settori della Provincia di Varese. Come programma di eventi, si intendeva fornire il programma di un’iniziativa promozionale svolta sui gemellaggi fra Comuni, ma tutta la documentazione risultava esaurita. Anche il materiale informativo sul territorio era momentaneamente irreperibile. 5. Diario del Caso 12 dicembre 2003 ore 11.00 Arrivo, riunione di tutti i collaboratori dell’ufficio, presentazione Presenti: Dr. Ernesto Banfi, Dirigente dell’ufficio Dr.ssa Anna Maria Prada, funzionario coordinatore dell’ufficio Dr.ssa Noemie Fabregue, consulente per le politiche comunitarie Valentina Coppe, Tecnica Amministrativa Dr.ssa Susanna Capogna, Dirigente del settore Ecologia ed Energia La Dr.ssa Prada informa che non è ancora chiaro se l’assessore che la ricercatrice vorrebbe intervistare tornerà in ufficio entro la giornata o meno. ore 11.05 spiegazione della procedura e distribuzione dei questionari in autosomministrazione ore 11.15 i collaboratori cominciano a compilare i questionari ancora riuniti nella sala dove Draganovic comincia a completare la mappa A insieme al dirigente Banfi ore 11.20 i collaboratori chiedono di poter spiegare la situazione dell’ufficio. Nel momento attuale si trovano in una fase di ridefinizione. Il Servizio Politiche Comunitarie in quest’ufficio è affiancato dallo Sviluppo Territoriale e di conseguenza è loro affidata anche la gestione dei fondi strutturali. Finora non hanno ancora avuto modo di partecipare a 134 bandi della Commissione Europea, sia per mancanza di risorse umane sia per scarsità di tempo. Ora, grazie a due collaboratrici abbastanza „nuove” (la Dottoressa Fabregue che lavora da un anno nell’ufficio e la Dottoressa Prada che è arrivata sei mesi fa) si sentono pronti per preparare e gestire anche un servizio di questo tipo. Mancano però ancora le strutture e le competenze adeguate. Per questo, provano imbarazzo nel dover rispondere alla maggior parte delle domande con dei voti “insufficienti” e chiedono se il loro ufficio viene davvero ritenuto un oggetto di ricerca utile. Anche il fatto che hanno trovato solo una persona esterna al loro ufficio in grado di rispondere alle domande di questo studio è un risultato della mancanza di pratica. Draganovic spiega che analizzare un ufficio in questo stadio di sviluppo può essere di massimo interesse, perché così si possono rivelare i processi di apprendimento delle conoscenze necessarie per lo svolgimento del servizio in merito. Data questa premessa tutti continuano la compilazione dei questionari. Ore 11.55 Riconsegna di tutti i questionari. Mentre il Dr. Banfi compila il questionario C Draganovic chiede alla Dottoressa Prada di procurarle del materiale informativo sulle attività dell’Ufficio Europa. Tramite la check list che fa parte del kit degli strumenti spiega cosa intende come materiale informativo. ore 12.00 Draganovic saluta i collaboratori che hanno partecipato e li ringrazia per la partecipazione. ore 12.05 Mentre la Dottoressa Prada raccoglie il material richiesto Draganovic comincia l’intervista in profondità con il Dottor Banfi. ore 13.15 Draganovic e Banfi cominciano l’intervista sui fabbisogni ore 13.35 Draganovic ringrazia e saluta il Dottor Banfi e comincia l’intervista in 135 profondità con la Dottoressa Prada. ore 14.10 Prada e Draganovic cominciano l’intervista sui fabbisogni ore 14.30 Fine dell’intervista con la Dottoressa Prada. La Dottoressa Prada chiede di nuovo alla segretaria dell’Assessore se questo tornerà in ufficio entro il pomeriggio. Siccome l’agenda dell’assessore per quel pomeriggio contiene degli elementi imprevedibili ci si mette d’accordo su un appuntamento telefonico fra Draganovic e l’assessore per lunedì 15 dicembre per effettuare l’intervista chiamata “puntura di zanzara”… 6. Descrizione del Caso 6.1 Il modello organizzativo A Varese l’ufficio dedicato alla mission Europa porta il titolo ufficiale “Servizio Politiche Comunitarie e Sviluppo Locale”. Secondo le testimonianze dei collaboratori, la maggior parte delle attività ruota attorno al secondo obiettivo del servizio – lo sviluppo locale. L’ufficio gestisce, fra l’altro, anche i fondi strutturali che la Provincia di Varese riceve dalla Regione Lombardia – una competenza combinata logicamente con il compito dello sviluppo territoriale. La quantità dei servizi e dei compiti da svolgere collegati a questo scopo non ha finora lasciato spazio sufficiente per occuparsi anche delle altre opportunità che si offrono ad una struttura dedicata alle politiche comunitarie, cioè la partecipazione ai bandi emanati direttamente dalla Commissione Europea. Per svolgere anche quest’incarico e rispondere a questa reale esigenza fino ad oggi sono mancate sia le risorse umane con le competenze necessarie che il tempo da dedicarvi. L’attuale staff che si occupa delle politiche comunitarie si è formato solo recentemente: dal 2001 la direzione dell’ufficio è stata affidata al Dottor Ernesto Banfi, laureato in Scienze politiche. Come coordinatrice degli affari europei funge Dottoressa Anna Maria Prada, che dopo un’esperienza di venticinque anni nei servizi sociali è arrivata 136 nell’Ufficio Europa solo sei mesi fa. La Dottoressa Noemie Fabregue di Lione opera da un anno come consulente con un contratto esterno per l’Ufficio Politiche Comunitarie. I compiti tecnici amministrativi sono assegnati alla Signora Valentina Coppe. Tutti e quattro operano con un contratto a tempo pieno. All’osservatrice esterna si offre l’immagine di un assetto poco definito: a testimonianza delle idee ancora vaghe sulla divisione dei compiti, si può esaminare la mappa A che Draganovic ha completato con l’aiuto del dirigente Banfi. Da questa mappa risulta che quasi tutti i compiti operativi dell’ufficio sono affidati al tecnico amministrativo. Banfi spiega questo fatto (o anomalia) con lo stadio preliminare di sviluppo dell’ufficio, che permette di offrire assistenza alla progettazione e gestione di progetti, ma non garantisce ancora un servizio completo su tutti i possibili profili di erogazione. La condizione iniziale, o sperimentale, dell’Ufficio non ha quindi ancora consentito una precisa definizione dei ruoli dei singoli collaboratori, che si potrà avere solo quando l’intera catena di valore del servizio sarà completa. Le persone intervistate manifestano un atteggiamento ambivalente. Da una parte, infatti, mostrano grande entusiasmo per i compiti da svolgere in futuro, quando l’ufficio sarà completamente a regime, mentre dall’altra parte dimostrano un forte scetticismo riguardante le potenzialità dell’ufficio, comprensibile date le premesse della sua formazione (la scelta del personale da collocarvi) e l’attuale fase di assenza di una chiara e riconosciuta scelta in merito al portafoglio di servizi da erogare. Collocato in periferia sia geograficamente (l’ufficio si trova in un nuovo edificio abbastanza lontano dalla sede principale della Provincia di Varese e dal centro della città) sia per quanto riguarda la distanza dalle strutture che decidono la direzione politica dell’ente, l’Ufficio Europa affronta un problema essenziale: la mancanza di disponibilità da parte di altri attori dell’ente a caricarsi di quella quantità di lavoro “extra” – rispetto a quello ordinariamente dovuto per le funzioni e competenze istituzionali – che è sempre collegato alla progettazione e gestione di un progetto europeo. La debolezza della struttura “Ufficio Europa” nell’assetto organizzativo della Provincia di Varese si manifesta anche con un ulteriore segnale. L’ufficio, infatti, non dispone di un proprio titolo nel bilancio della Provincia e di conseguenza non è in grado di presentare progetti in veste di titolare. Vista la necessità di reperire risorse, siano esse 137 finanziamenti diretti o cofinanziamenti “figurativi” per qualsiasi progetto, la capacità di operare dell’Ufficio è sempre condizionata dalla disponibilità di altri settori dell’amministrazione. La complessità (e frustrazione) nascente da questa situazione si comprende appieno se consideriamo che la capacità di convinzione nei confronti di altri settori è direttamente connessa alla forza politica che può essere spesa. Assenza di risorse proprie e ridotta forza politica generano un circolo vizioso che finisce per marginalizzare l’ufficio e deprimere le sue potenzialità. 6.2 Strategie attivate dall’ufficio L’ufficio si trova in una fase di ridefinizione che i collaboratori, a volte con un certo entusiasmo, chiamano “fase di decollo”. Finora le attività nell’ambito dei compiti riguardanti l’Ufficio Europa si limitavano ai servizi informativi, che ancora oggi ne coprono la parte prevalente. L’ufficio produceva una newsletter che distribuiva solo internamente al proprio ente. Poiché la newsletter non sortiva alcun tipo di ritorno pratico (soprattutto nella stimolazione di un’autonoma capacità di proposta da parte dei settori che la ricevevano) si decideva di rinunciare alla sua stesura e trasmissione. Oggi si pianifica di seguire una strategia invertita. Non più inviare informazioni certamente utili, ma non espressamente richieste dai soggetti riceventi, quanto piuttosto individuare e mettere a fuoco le esigenze di quei precisi settori in cui si trovano le persone disponibili ad una collaborazione nell’ambito della ricerca di idee e nella stesura di progettai europei. Si parte quindi dalla disponibilità di una rete di referenti nei settori finali dell’amministrazione, e – data questa analisi e questo diverso approccio - si definiscono progetti possibili e, di conseguenza, si cercano i bandi adeguati in occasione dei quali si potrebbero presentare i progetti. Dal 2001 fino ad oggi l’Ufficio Europa ha fornito assistenza alla presentazione di tre progetti di altri settori dell’ente, di cui uno approvato, uno rifiutato e un altro ancora in attesa di valutazione. L’ufficio stesso non ha ancora direttamente progettato e presentato un progetto, e per questo motivo manca a tutt’oggi qualsiasi tipo di esperienza nella gestione e rendicontazione di progetti europei. L’ufficio è poco conosciuto interno all’ente stesso e ancora meno all’esterno. In conseguenza di quest’osservazione il dirigente Banfi ha espresso l’intenzione di 138 sostituire gli sforzi finora dedicati alla produzione di strumenti informativi (della cui scarsa efficacia si è già riferito più sopra) con una serie di eventi promozionali per l’Ufficio Europa ed i suoi servizi, che ne accreditino l’immagine e rafforzino l’identità organizzativa. 6.3 Knowledge management Le informazioni raccolte tramite il questionario C sono in parte contraddittorie: contraddizioni si trovano soprattutto nelle domande chiuse (cioè con la possibilità di rispondere esclusivamente con sì o no). Per esempio alla domanda 2.a: “L’Ufficio Europa ha un sito o un’area dedicata nel sito della Provincia” tre su quattro persone rispondono con “no”, mentre una annota perfino l’indirizzo giusto nonostante la risposta negativa alla domanda spiegando che il sito si trovi in via di definizione. Di fatto, l’ufficio dispone di una sua area nel sito della Provincia di Varese. In questa area del sito web, per quanto riguarda i contenuti, si trovano sia l’organigramma sia tre brevi descrizioni degli obiettivi dell’ufficio. Un altro esempio è la domanda 6.b “Utilizzate metodologie specifiche per l’analisi dei bisogni”, alla quale due persone rispondono con “no” mentre le altre due danno risposta affermativa e forniscono perfino un commento circa la particolare attenzione che si dedica a questo argomento. Risultati simili si registrano anche su domande a prima vista chiare e impossibili da equivocare sull’esistenza di mailing list o di proprie collane di pubblicazioni, che dovrebbero far parte dell’esperienza quotidiana di lavoro di un ufficio, soprattutto se di piccole dimensioni come quello esaminato. Le suddette incongruenze fanno pensare che sia presente un forte problema di diffusione e condivisione delle informazioni all’interno di quest’ufficio. Una delle spiegazioni di questo fatto potrebbe essere che la metà dei collaboratori ci lavora da non più di dodici mesi. L’altra è che ci si trovi in un periodo di continui cambiamenti rispetto ai quali non tutti sono aggiornati contemporaneamente e tempestivamente. La seconda spiegazione suggerisce, però, l’esistenza di un ulteriore problema, costituito dalla possibile assenza di decisioni trasparenti, chiare e condivise per tutti. Per quanto riguarda le esigenze e le possibilità di formazione dei collaboratori bisogna dire che tutti e quattro negli ultimi sei mesi hanno partecipato a corsi di formazione e 139 sanno indicare con precisione di quale tipo di qualificazione o acquisizione di conoscenze avrebbero bisogno. C’è, quindi, sufficientemente sviluppata una consapevolezza dei caratteri della propria figura professionale e delle esigenze di qualificazione ad essa collegate. Il questionario F sui fabbisogni evidenzia che il Dirigente dell’ufficio ritiene necessario all’esercizio delle sue funzioni soprattutto le informazioni essenziali sulle normative, l’organizzazione, le strategie politiche e la struttura istituzionale della UE, oltre a tutti gli strumenti che riguardano l’organizzazione del lavoro in generale, inclusa l’informatica di base. Queste conoscenze dovrebbero essere tutte condivise con il funzionario dell’Ufficio Europa, secondo un approccio che pare sottintendere una “sostituibilità” (o almeno una supplenza) nelle conoscenze e nelle funzioni di queste due figure professionali. La conoscenza di tutte le metodologie connesse ai programmi di finanziamento di progetti dell’UE, invece spettano - secondo lui - ai funzionari e al tecnico amministrativo. Nella risposta alla seconda domanda riguardante la lista dei fabbisogni rivela che ritiene utile il miglioramento di tutte le competenze elencate per ognuno dei suoi collaboratori. Nelle tipologie di interventi formativi si esprime a favore di tutti gli interventi previsti, tranne la formazione a distanza ed l’outdoor training.Visite e stage, formazione individuale e gruppi di lavoro interlocali, sono considerati da Banfi necessari ma non urgenti. Per quanto riguarda lo sviluppo delle risorse umane il Dirigente desidererebbe un allargamento del suo gruppo di lavoro, perché la quantità e la complessità dei compiti legati anche alla secondo finalità per la quale è costituito il suo ufficio (lo sviluppo locale) rendono necessario un impegno straordinario e un gruppo di lavoro molto attivo, se si vuole sviluppare un servizio completo da parte dell’Ufficio Europa. 6.4 Sistema di relazioni Per l’Ufficio Europa della Provincia di Varese è in prima linea il problema delle relazioni interne all’ente. La collocazione organizzativa e politica delle politiche comunitarie (di cui si parlava sopra) rende difficile trovare dei partner interessati e affidabili nel proprio ente. Nonostante ciò, questo obiettivo sembra rimanere nel mirino del Dirigente dell’ufficio, quando sostiene che invece di dedicare una rilevante quantità 140 di energie ad informare i settori, è meglio concentrarsi nella promozione dei servizi dell’ufficio all’interno dell’ente con altre strategie. Anche se hanno già collaborato con diverse realtà fuori dell’ente Provincia, il target di comunicazione “esterna” nella strategia di sviluppo del Dirigente sembra rimanere in secondo piano. Il Dirigente nell’intervista in profondità parla della necessità di un adeguato scouting per trovare dei partner disponibili nel proprio territorio. Al tempo stesso, però, si dice non ancora in grado di individuare un sistema preciso e affidabile per creare dei contatti o fondare dei partenariati con realtà esterne alla Provincia di Varese. Invece di procedere nel tentativo di allargare la cerchia di persone con cui si comunica stabilmente e sui temi dell’Ufficio, per esempio tramite una mailing list, si è optato per cessare di utilizzare questo strumento. La tendenza delle strategie informative (spiegate sopra) va nella direzione di restringere il numero di persone con cui curare delle relazioni strette e continuative, provando in questo modo ad aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’ufficio. È ben chiaro che in questo modo, senza che a monte sia effettuata una ricerca sistematica che individui l’utenza disponibile si corre il rischio di una forte chiusura e autoreferenzialità, rimanendo all’interno di una cerchia di soggetti ed enti poco numerosa e con ridottissimo ricambio degli attori che possono intervenire. Per l’Ufficio Europa della Provincia di Varese non si è ancora posto il problema di come trovare i partner internazionali che siano affidabili, sia per quanto riguarda il cofinanziamento garantito sia la qualità della gestione del progetto. Non esistono ancora accordi di collaborazione o gemellaggi fra la Provincia di Varese e altri enti stranieri. Grazie all’adesione dell’Ufficio Europa della Provincia di Varese a reti internazionali come FORMEZ (?) si riconosce la possibilità di usufruire dei servizi offerti da queste reti per trovare partenariati adeguati. Un'altra possibilità per trovare partner a livello nazionale e internazionale sarebbe ricorrere a contatti preesistenti delle realtà locali con cui l’ufficio collabora, attraverso quindi la mediazione di altri soggetti. In questo caso, però, almeno nella fase iniziale, l’ufficio non sarebbe direttamente “accreditato” nelle reti, ma lo verrebbe attraverso la mediazione di altri soggetti, non acquisendo direttamente una forte identità. 141 6.5 Sviluppo progetti Come già menzionato sopra, l’Ufficio Europa di Varese è privo di ogni esperienza gestionale di progetti. Per poter presentare progetti – in particolare per individuare temi interessanti – si è fatto ricorso alle analisi già esistenti del territorio, delle quali dispongono peraltro perché l’ufficio è legato al Servizio Sviluppo Locale dell’ente. Recentemente si è creato un tavolo di persone interessate con le quali mettere a fuoco e sviluppare un progetto. Dato che l’Ufficio non dispone di un proprio titolo di bilancio, con stanziamenti dedicati alla sua attività (cofinanziamento dell’Ente nell’ambito di progetti complessi), la stabilizzazione del budget di un progetto dipende sempre dalla disponibilità e dalla capacità finanziaria dei settori o dei partner locali che fungono da project leader o partner del progetto. 7. Conclusioni Il fatto che ad alcuni Uffici Europa sia anche affidata la gestione dei fondi strutturali non trova riscontro né nei questionari né nelle domande preparate per le interviste in profondità. I problemi che affrontano gli uffici che svolgono questa doppia funzione non si rispecchia nelle domande preparate per lo studio di caso. Effettuando la ricerca sul campo a Varese, si registrava il forte imbarazzo dei collaboratori dell’Ufficio nei confronti della ricercatrice, perché non possedevano le esperienze e le competenze sufficienti (dato lo stadio di sviluppo della loro attività) per rispondere alle domande postegli nell’ambito di questa ricerca. 142 6. L'Ufficio Europa della Provincia di Roma di Carlo Scaramuzzino 1. Premessa La Provincia di Roma vive ancora la fase delle modificazioni e riorganizzazione della struttura conseguente alle elezioni amministrative della primavera 2003: i risultati elettorali, infatti, hanno determinato una forte discontinuità politica con l’esperienza degli ultimi 5 anni. In questo contesto, l’Ufficio Europa, collocato all’interno dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente, vive una fase di attesa. I dipendenti di ruolo assegnati all’ufficio continuano a mantenere la loro collocazione all’interno dell’ufficio stesso; sono in atto, viceversa, decisioni nuove in relazione alla individuazione dei collaboratori esterni ed alla riorganizzazione complessiva dell’Ufficio di Gabinetto. In questo momento, l’ufficio, che è assegnato alle dirette dipendenze del vice capo di gabinetto, vede al suo interno la presenza di otto unità tra cui quattro funzionari; in sostanza, un potenziale di risorse umane sufficiente a svolgere una sostanziosa mole di lavoro, se ben sostenuto dal punto di vista politico-amministrativo. La disponibilità dell’ufficio a collaborare per lo studio del caso è stata totale; dopo un primo incontro con il funzionario titolare di posizione amministrativa (di fatto, cioè, il responsabile dell’ufficio) è stato possibile, sulla base delle sue indicazioni, in un momento successivo incontrare tutte le altre persone coinvolte nello studio di caso. L’intervista con il Dr. Paolo Berno, funzionario P. O. è stata effettuata il giorno 20 Dicembre dalle ore 10,30 alle ore 13,00 (nonostante fosse di sabato, il funzionario ha dato la sua disponibilità). Le altre interviste si sono succedute nella giornata del 23 dicembre, nella sede della Provincia, sita in Roma, via 4 Novembre, grazie alla disponibilità di alcuni soggetti interessati che, per ragioni logistiche, hanno accettato di farsi intervistare nella sede dell’Ufficio politiche comunitarie. 143 Nella stessa giornata, è stato possibile intervistare due assessori, in occasione della loro presenza in sede per attività connesse con il lavoro del consiglio provinciale. Le interviste sono state effettuate per scritto in luogo, senza l’utilizzo dei registratori. 2. Gli attori Profilo del ricercatore: Carmelo Scaramuzzino è il Capo di Gabinetto della Presidenza della Provincia di Pisa, ed è dirigente dell’Ufficio politiche comunitarie. E’ docente a contratto di “Istituzioni Comunitarie e politiche del lavoro” presso la facoltà di scienze politiche dell’Università degli studi di Pisa. E’ soggetto referente della Commissione Europea di numerosissimi progetti di cui la Provincia di Pisa è soggetto promotore. Solo a titolo di esemplificazione si segnalano i più recenti: “giorno per giorno sulla via dei diritti umani” (DG Europeaid), “Asia Urbs Thailandia” (DG Europeaid), “Asia Urbs Filippine” (DG Europeaid), “Equal” (DG politiche regionali). Le interviste in profondità sono state svolte con: Dr. Paolo Berno, funzionario P. O. dell’ Ufficio Europa. Il Dr. Berno svolge il compito di responsabile dell’ufficio Europa: nello svolgimento di tale compito, dirige le attività proprie della Provincia di Roma all’interno della Associazione Arco Latino; inoltre è referente, per il resto della struttura dell’ente e dei partner pubblici e privati, delle attività che la Provincia svolge in relazione al DOCUP per le aree ex obiettivo 2 dei regolamenti comunitari per l’utilizzo dei fondi strutturali, limitatamente ai compiti assegnati alla Provincia dalla Regione Lazio in materia di sviluppo locale D.ssa Anna di Fazio, funzionario dell’Ufficio Europa. La D.ssa Di Fazio è funzionario di ruolo dell’Ufficio Europa; all’interno dell’ufficio collabora a tutte le attività di lavoro programmate, sulla base di una organizzazione del lavoro concordata tra tutti i dipendenti dell’ufficio. I questionari per collaboratori esterni sono stati compilati da: D.ssa Gemma Azzuni, funzionaria del servizio sociale. 144 La D.ssa Azzuni opera all’interno del servizio sociale dell’ente. In questa veste, è impegnata in progetti in campo sociale, come alcuni progetti “Equal” geografici, per i quali è prevista ed è necessaria una stretta collaborazione con l’Ufficio Europa. L’intervista ha consentito di comprendere la reale natura e caratteristica di tale collaborazione Dr. Dario Manna, collaboratore del servizio “lavoro e qualità della vita” Il Dr. Manna è impegnato anch’egli in attività (lavoro e qualità della vita) che, per la loro natura, necessitano di un coordinamento ordinato e strutturato dell’Ufficio Europa Sono stati inoltre intervistati: On. Vincenzo Vita, Assessore alla cultura. L’On. Vincenzo Vita, oltre ad essere assessore è anche deputato ed è stato, in passato, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni. L’intervista con lui è stata utile a capire se, al di là delle affermazioni di principio, effettivamente la Provincia di Roma punta ad avere un ruolo impegnaativo nel campo delle politiche comunitarie. Assessore Gloria Malaspina, assessore alle politiche del lavoro L’intervista con l’ass. Malaspina è stata utile ai fini di un approfondimento di conoscenze su una tendenza in atto all’interno della Provincia, e cioè quella di costituire strutture “autonome” all’interno di ogni area, autosufficiente per le attività comunitarie ed inoltre per capire se la Provincia di Roma pensa di organizzarsi in maniera associata con altri enti ed in rapporto con la Regione, per la presenza a Bruxelles. 3. Il clima Il clima di accoglienza favorevole alla Provincia di Roma è stato facilitato dal fatto che è stato possibile e uno scambio di opinioni e chiarimenti sul ruolo della ricerca promossa da UPI-Formez in occasione del seminario di Montpellier, nel corso del quale il direttore di TECLA ha potuto chiarire alla delegazione della Provincia di Roma le finalità della iniziativa, ad integrazione di quanto già comunicato alla Provincia 145 direttamente dall’UPI attraverso la circolare generale. Nel caso del colloquio, il Dr. Berno, pienamente consapevole dei contenuti della ricerca, ha organizzato le cose in modo che il nostro colloquio-intervista potesse svolgersi nel miglior modo possibile. L’intervista ha, comunque, risentito di uno stato d’animo proprio del Dr. Berno, il quale lamenta il fatto che ad oltre sei mesi di distanza dallo svolgimento delle elezioni amministrative, ancora la macchina amministrativa nuova non è rodata, al punto di poter investire tutte le risorse dell’ufficio in una attività piena: il dirigente referente dell’ufficio, il Dr, Antonio Cavicchia, vice capo di gabinetto, in funzione di comando dal comune di Roma, dirige una struttura ampia all’interno della quale sono presenti funzioni che assorbono gran parte del tempo, quali il turismo, lo sport, l’ufficio stampa ed altre ancora. Pur in presenza di un numero sufficiente di addetti preparati e competenti, al momento l’ufficio Europa della Provincia di Roma non è soggetto promotore di alcun progetto presentato ai bandi comunitari. E’ proprio per tali ragioni che alcune domande del questionario rischiano di non apparire esaustive; così come l’esperienza in materia di gestione e rendicontazione dei progetti non è sufficientemente ampia da far comprendere il livello reale di formazione professionale degli addetti. La divisione dei compiti all’interno dell’ufficio non è apparsa sufficientemente chiara, mostrando più di un’area di sovrapposizione di compiti: il modello organizzativo, presumibilmente è gestito in modo tale che i funzionari dovrebbero essere in grado di svolgere qualsiasi compito in caso di necessità: l’esigenza di maggiore flessibilità nella organizzazione dell’ufficio, per quanto riguarda in particolare l’orario di lavoro, la disponibilità agli spostamenti, è stata più volte manifestata, anche in termini conflittuali, con la rigida situazione contrattuale di gran parte degli addetti: in questo senso viene richiesta, ai responsabili del funzionamento della macchina organizzativa dell’ente, una maggiore disponibilità a strutturare l’ufficio in relazione alle attività proprie di un Ufficio Europa. 4. Documentazione raccolta L’ufficio Europa della Provincia di Roma non ha prodotto e non produce documentazione specifica in relazione alle proprie attività. 146 Non c’è una specificità Europa nel sito della Provincia di Roma; non sono prodotte newsletters od altro materiale informativo. La documentazione disponibile è quella relativa alla attività che la Provincia di Roma svolge nella Associazione Arco Latino. La Provincia di Roma svolge infatti le funzioni di segretariato tecnico dell’associazione, le cui competenze si trovano dettagliate nell’accordo di funzionamento di Arco Latino approvato dal Consiglio di Amministrazione a Barcellona il 14 Ottobre 2002. Il segretariato tecnico ha una funzione operativa ed esecutiva: ??Promuovere lo sviluppo di iniziative congiunte tra i soci di Arco Latino in stretta collaborazione con i gruppi tematici ??Assicurare il sostegno tecnico ai gruppi tematici nello sviluppo di progetti e di iniziative congiunte sul territorio di Arco Latino ??Elaborare e mantenere un sistema di informazione sui soci ??Garantire lo sviluppo del piano di comunicazione di Arco Latino congiuntamente con il Segretariato Strategico. ??Garantire l’attuazione ed il mantenimento delle azioni previste nel piano di comunicazione ??Gestire il bilancio assegnato al Segretariato Tecnico, così come quello relativo al piano di comunicazione ??Coordinarsi con gli altri segretariati ??Elaborare il rapporto annuale Arco Latino Il segretariato tecnico si incarica di coordinare la comunicazione, i progetti transnazionali e i programmi comunitari, così come di offrire assistenza ai membri e sostegno ai segretariati territoriali. Inoltre, mette in pratica le decisioni del Consiglio di Amministrazioni che la riguardano. Il resto di documentazione possibile riguarda i progetti “Equal” di cui la Provincia di Roma è partner. Infine la Provincia di Roma fornisce informazioni ai comuni sulle materie di utilizzo dei fondi strutturali per l’obiettivo 2 in materia di sviluppo locale. 147 5. Diario del caso 20 Dicembre 2003 ore 10,30: Arrivo nell’ufficio del funzionario P. O. presso la sede centrale della Provincia di Roma, via 4 Novembre 119: presentazione e spiegazione della procedura... Ore 13,00: Conclusione dell’intervista A conclusione dell’intervista, il Dr, Berno segnala i nominativi delle persone da intervistare e chiede (telefonicamente) la disponibilità degli altri soggetti da intervistare per una data concordata con il ricercatore. Viene verificata la disponibilità di due collaboratori del servizio sociale e del servizio “lavoro e qualità della vita”. Viene verificato che per il giorno 23 Dicembre sono presenti nella sede centrale, per ragioni connesse con le attività del Consiglio Provinciale, gli assessori Vita e Malaspina. 23 Dicembre Ore 10,30: arrivo nell’ufficio del Dr. Berno. Presentazione dei collaboratori dell’ufficio del Dr. Berno. Ore 10,45: Intervista con la D.ssa Anna di Fazio, funzionaria dell’Ufficio Europa. L’intervista si conclude alle ore 11,30. Ore 11,30: Incontro intervista con Dario Manna, collaboratore del servizio “lavoro e qualità della vita”. L’intervista si conclude alle 12,30. Ore 12,45: incontro intervista con la D.ssa Gemma Azun, funzionaria del servizio sociale. L’intervista si conclude alle 13,40. Ore 15,30: incontro intervista, nei locali del consiglio Provinciale, con l’On. Vincenzo Vita, assessore alla cultura. L’intervista si conclude alle 15,55. 148 Ore 16,00: incontro intervista con l’assessore Malaspina, favorita dalla collaborazione dell’assessore Vita. L’intervista si conclude alle 16,30. 6. Descrizione del caso 6.1 Il modello organizzativo L’ufficio Europa della Provincia di Roma è parte della più ampia area “Ufficio di Gabinetto e delle Politiche comunitarie” della Presidenza della Provincia di Roma. La direzione della parte di area entro cui è collocato l’Ufficio Europa è affidata al vice capo di Gabinetto, titolare di un elevato numero di compiti in materia prevalentemente di turismo, sport, stampa e, appunto, Europa. L’ufficio ha una sua strutturazione come unità operativa, con posizione organizzativa (ai sensi del vigente ccnl degli enti locali). Secondo il funzionario P. O. tale collocazione dell’ufficio all’interno dell’ente può essere potenzialmente positiva, opportuna e vantaggiosa, ma solo se sostenuta da una forte e pressante azione del responsabile politico e cioè del Presidente della Provincia. L’ufficio, dalla data della sua nascita (primavera 2000) ha messo in piedi alcuni progetti ambiziosi e complessi, come la partecipazione da protagonista all'Associazione Arco Latino e la gestione di alcuni progetti “Equal”. Ha lavorato bene sulla mentalità dell’amministrazione ed ha svolto una impegnativa opera di coordinamento con gli altri uffici dell’ente interessati ai progetti. L’ufficio punta ad una modifica del modello organizzativo: diventare “l’ufficio delle relazioni internazionali” della Provincia di Roma ed aspirare alla costituzione, all’interno dell’ente, di una task force formalizzata, capace di interagire con le politiche della Commissione Europa (partecipazione ai bandi, gestione progetti ecc.) e coordinata dall’ufficio Europa. Questa linea di tendenza è al momento, nei fatti, contrastata dalle decisioni che in autonomia assumono i singoli assessorati i quali, disponendo di una propria autonomia di bilancio, tendenzialmente operano come soggetti “fai da te”, attraverso collegamenti diretti ed estemporanei con partner progettuali. E’ evidente che tale modo di operare dei singoli assessori (in particolare di quelli che, per le deleghe assegnate, hanno connessioni frequenti con le politiche della UE) può 149 essere superato soltanto da una ferma e decisa iniziativa politica della Presidenza della Provincia, titolare delle politiche internazionali e comunitarie. Per altro verso, l’assenza di una metodologia sistematica di informazione sulle politiche U.E. che dall’Ufficio Europa si estende a tutti gli uffici dell’Ente, l’assenza di una metodologia specifica per la progettazione e la gestione dei progetti, l’assenso di servizi di sportello telematico, un aggiornamento professionale non sistematico degli operatori dell’ufficio rende difficile, al momento, un ruolo più forte dell’Ufficio Europa dell’Ente. Non è peraltro, insignificante, il fatto che l’ufficio non è, al momento, soggetto promotore/referente di progetti comunitari: Resta inteso che l’ufficio svolge in maniera pregevole i compiti assegnatigli per quanto concerne Arco Latino. Dalla griglia A, che evidenzia la distribuzione dei compiti all’interno dell’ufficio, risulta un approccio che pare sottintendere la sostituibilità, nelle funzioni dei funzionari: management di informazione, progettazione, assistenza alla progettazione etc. La polivalenza dei dipendenti dell’ufficio si evidenzierà nelle interviste. L’attrezzatura informatica dell’ufficio è adeguata: i dipendenti dispongono di un collegamento internet in ogni stanza dell’ufficio, ogni dipendente è raggiungibile tramite un indirizzo di posta elettronica. Mancano ambienti di telelavoro. Gli spazi a disposizione, se rapportati a quelli di altri uffici Europa, sono sufficientemente adeguati. Il sistema di relazioni internazionali è contemplato quasi esclusivamente con i partner di Arco Latino. 6.2 Le strategie attivate dall’ufficio L’Ufficio Europa della Provincia di Roma vede in prospettiva se stesso come strumento operativo per la Missione Europa che la Provincia (almeno da quanto si evince dalla lettura del programma di mandato del Presidente) intende affrontare e per questo chiede di essere strutturato in maniera adeguata come fonte di informazione e diffusione di 150 conoscenze sulle politiche comunitarie e come soggetto promotore di progetti per la partecipazione ai bandi comunitari. E’ indubbio che, al momento, il ruolo svolto in ambito europeo nelle strutture della Provincia nel cui territorio è presente la Capitale d’Italia, non è sufficiente. Non è in discussione la valenza ed il ruolo che il Presidente della Provincia porta avanti in quanto tale nello svolgimento anche delle sue attività internazionali, ma la capacità della struttura operativa di essere presente nelle forme. Corrette ed adeguate al ruolo internazionale ed europeo della provincia di Roma. Per tale compito, la precedente amministrazione si avvaleva di un consulente esterno, fiduciario del Presidente, incaricato del mantenimento e dello sviluppo delle relazioni in ambito comunitario. Il venir meno, in questa fase, di tale figura, ha sicuramente indebolito l’ufficio, all’interno del quale sono ancora attese le decisioni della nuova amministrazione con l’auspicio di una maggiore valorizzazione delle energie presenti. Non sono ancora state intraprese iniziative internazionali tese ad aumentare la visibilità dell’Ente in campo comunitario. L’Ufficio sta muovendo i primi passi per dotarsi di strumenti di diffusione delle informazioni comunitarie per le altre aree dell’ente e per i comuni del territorio provinciale. Forse, per dare maggiore vivacità all’ufficio, potrebbe essere utile una maggiore apertura dell’ufficio stesso a stagisti provenienti da università italiane ed estere, anche ai fini di scambi di esperienze per il personale interno. 6.3 Knowlege management Il concetto di knowledge management è qui approfondito attraverso la descrizione delle strategie che garantiscono la disponibilità e l’aggiornamento per tutti i collaboratori dell’ufficio, delle informazioni e delle conoscenze necessarie per lo svolgimento dei compiti assegnati. Guardando all’assetto organizzativo dell’ufficio si è già riferito come venga ritenuto utile il criterio della condivisione di tutte le attività da parte del maggior numero possibile di persone. Tale multifunzionalità rende ovviamente possibile anche 151 l’interscambiabilità delle persone; questo, però, solo in presenza di una costante formazione ed aggiornamento di tutto il personale interessato. La preferenza assegnata ad un ufficio professionale multifunzionale si riscontra nella scelta dei fabbisogni operati dal funzionario P. O., il quale ritiene come necessarie quasi tutte le aree di miglioramento, di conoscenze preposte dal questionario per ogni tipo di collaboratore: andrebbero rafforzate le metodologie di budgeting, gli strumenti di comunicazione e marketing, la conoscenza delle reti per l’accesso alle informazioni UE, le metodologie di analisi. Per quanto concerne le competenze, le necessità riguardo in particolare alla gestione dei progetti (partenariato), monitoraggio, valutazione, rendicontazione e lo sviluppo di piani di marketing. La preferenza rivolta alla formazione di un gruppo di lavoro omogeneo (una task-force) si evince anche dai tipi di intervento formativi ritenuti più idonei (seminari brevi, simulazioni, coaching, gruppo di lavoro locali ed interlocali). Sulle competenze da approfondire si è manifestata una convergenza degli interessati sia interni che esterni dell’ufficio. Nonostante la dimensione dei fabbisogni, al momento è inadeguata l’attività di formazione disposta dall’ente. E’ buona, in generale, la conoscenza delle lingue tra i dipendenti dell’ufficio Sistema di relazioni Dall’intervista emerge la descrizione di buone relazioni dell’ufficio con le altre strutture dell’ente. La rete interna di collaboratori in ambito europeo è considerata sufficiente: tuttavia il fatto che l’ufficio non sia al momento soggetto promotore di progetti rende difficile la verifica nella reale consistenza della rete interna. In molti casi il meccanismo è rovesciato: le strutture dell’ente che operano in campi di iniziativa UE vengono sollecitati da soggetti privati esterni all’ente a sostenere ed aderire in qualità di partner a progetti comunitari - la struttura, autonomamente, decide di aderire dopodiché chiede il supporto dell’ufficio Europa. In ambito locale non esiste una rete di relazioni ben strutturata. La Provincia è collegata con i comuni del proprio territorio, nell’ambito dei compiti e delle funzioni che gli sono propri in materia di assistenza ai comuni. 152 Il partenariato locale privato si relaziona alla provincia in modo estemporaneo sulla base di proprie esigenze specifiche (bisogno di un partner istituzionale per la presentazione di un progetto). In ambito comunitario è la funzione della Provincia nell’ambito dell’Arco Latino a determinare la principale rete di relazioni e di partenariati europei. Il livello delle Relazioni è comunque ben lontano dalle attese della provincia di Roma. L’adesione al PARTENALIA sviluppa, inoltre, una seconda rete di relazioni internazionali. Di recente l’ufficio sta trovando difficoltà nell’attuazione di politiche di cooperazione con altri partner, soprattutto nella conclusione di patti di gemellaggio, per il comportamento del Ministero degli Interni che rivendica un proprio ruolo di esame ed autorizzazione preventiva dei documenti e degli atti necessari al gemellaggio. 6.4 Sviluppo progetti L’idea che sta maturando di un forte Ufficio Europa all’interno dell’ente, sia da un punto di vista organizzativo che politico, non ha rallentato la notevole trasversalità in materia di politiche europee all’interno dell’ente. L’idea di presentare un progetto europeo viene, di solito, da una delle aree dell’ente e parte da un’idea già maturata all’interno di quell’ufficio. L’Ufficio Europa fornisce, da parte sua, assistenza per la progettazione. Qualora l’ufficio proponente non disponga già di propri partner (costituiti, magari, sulla base di esperienze preesistenti), l’Ufficio Europa ricerca partner e li propone all’ufficio che funge da capofila del progetto Un confronto è aperto con il ragioniere generale sulla procedura di finanziamento dei progetti, sulla validità degli impegni di spesa, in presenza di una lettera della Commissione di approvazione di un progetto, sui tempi e modi di approvazione di un progetto da parte della Giunta ai fini della cosiddetta prenotazione contabile. In caso di approvazione di un progetto, la gestione viene affidata al servizio che l’ha presentato. L’Ufficio Europa offre assistenza per il controllo della congruenza tra la gestione e le procedure UE. Lo stesso vale per la rendicontazione del progetto che è affidata all’ufficio promotore. 153 7. Conclusioni Favorita dal fatto di essere la Provincia con la capitale, la Provincia di Roma ha indubbie facilitazioni nello sviluppo di collaborazioni interregionali. L’esperienza finora sviluppata non è ancora all’altezza delle aspettative. I consistenti cambiamenti in atto nell’insieme della provincia a seguito dei principali mutamenti politici conseguenti ai risultati delle amministrative della primavera 2003 hanno cominciato ad avere effetto su altri ambiti dell’amministrazione: per quanto concerne l’Ufficio Europa c’è ancora attesa per l’individuazione definitiva del management a cui sarà affidata la gestione organizzativa dell’ Ufficio di Gabinetto. Tale situazione di stallo ha consentito, attraverso le interviste, solo di tirar fuori i desiderata di quanti operano nell’Ufficio Europa, purtroppo ancora in assenza di una precisa direzione politico-amministrativa dell’ufficio. L’ufficio, in qualche modo, si sente orfano del vecchio consulente e non individua ancora il nuovo punto di riferimento per lo sviluppo delle proprie capacità professionali. I problemi aperti sono quelli propri degli uffici di grandi enti, all’interno dei quali è comunque maturata un’esperienza professionale: 1) La motivazione dei collaboratori Riuscire a tenere in vita un’attività avviata negli anni, anche se con direttive politiche non più condivise dalla nuova amministrazione, deve essere un atto doveroso dell’ente: è necessario tenere in piedi tecniche attente per mantenere elevati i livelli di motivazione di tutto l’insieme della struttura, soprattutto di un modello organizzativo interno che tende ad attribuire il conseguimento di un risultato non ad una persona singola ma all’intero ufficio. Nell’attuale contesto le motivazioni dei collaboratori dell’Ufficio Europa non possono considerarsi soddisfacenti. Una direzione politica forte, a favore di una crescita di compiti e delle funzioni dell’ufficio Europa sarebbe utile in proposito. 2) La definizione dei compiti dell’ufficio in relazione alle strutture dell’ente. 154 La gestione centralizzata degli interventi dell’ente in campo europeo, oltre che una necessità operativa, è oggi pretesa anche dalla UE per evitare frammentazioni ecc. Se tale scelta viene condivisa dall’organo politico allora è necessario rafforzare le attività dell’Ufficio Europa, in termini di strumenti per lo svolgimento delle complesse attività che devono essere proprie dell’ufficio stesso: le relazioni internazionali, i tempi per le politiche europee, la diffusione, in maniera organica, delle informazioni ai possibili partner. 155 7. L'Ufficio Europa della Provincia di Pisa di Julia Draganovic 1. Premessa L’Ufficio Europa di Pisa fa parte dell’Ufficio di Presidenza della Provincia di Pisa. Oltre alle attività svolte nell’ambito delle Politiche Comunitarie, l’ufficio è incaricato di tutti i compiti collegati alle attività internazionali della Presidenza, vale a dire la stipula di accordi e protocolli d’intesa, e gestisce inoltre il cerimoniale e l’Ufficio Stampa. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, formalizzato nell’organigramma dell’ente come servizio nel 1997, ma attivo nell’ambito delle politiche comunitarie già da molto prima, è una delle prime strutture di questo tipo in Italia: nel 1993 la Provincia di Pisa era fra i cinque fondatori dell’associazione TECLA. Fino ad oggi, ha intrattenuto un rapporto talmente stretto con TECLA, che la gran parte delle attività dell’ufficio non sarebbe pensabile senza la collaborazione con l’associazione a Bruxelles. Fino ad oggi, l'Ufficio Europa della Provincia di Pisa ha ottenuto finanziamenti da parte della Commissione Europea, del Ministero Affari Esteri e della Regione Toscana per un ammontare di € 12.500.000 con una compartecipazione della Provincia di € 995.000. Oltre al Dirigente Dr. Carmelo Scaramuzzino e al Funzionario che gestisce le attività in ambito delle politiche comunitarie, Dr. Roberto Ciompi, l’ufficio si avvale prevalentemente di figure professionali non italiane provenienti da università europee con le quali l’ufficio intrattiene dei contatti in parte formalizzati. Last but not least, queste collaborazioni hanno reso possibile che la Provincia firmasse quarantacinque protocolli di collaborazione con Istituzioni Pubbliche dell'UE, dei Paesi candidati e dell'aerea mediterranea. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa ha gestito trentacinque progetti. Le interviste e la compilazione dei questionari allegati sono state effettuate giovedì 11 dicembre 2003 dalle ore 15 alle ore 19.00 nella sede della Provincia in Piazza Vittorio Emanuele II, 14, a Pisa Le interviste sono state registrate per iscritto in luogo, senza l’utilizzo di un registratore. 2. Gli attori 156 Profilo della ricercatrice: Julia Draganovic è nata ad Amburgo ed è di madrelingua tedesca. Dopo gli studi universitari di letteratura tedesca, filosofia, storia dell’arte e lingua e letteratura italiana, ha lavorato come direttrice di una scuola privata di lingue, economia ed informatica (usufruendo dei fondi strutturali per una parte dei corsi di formazione svolti), quindi come collaboratrice al Ministero della Giustizia ed Affari Europei della Turingia, nel reparto “Affari europei” e nel 1999 come libera professionista ha fondato il “Kulturbüro LaRete” con il quale ha accumulato un’approfondita esperienza nella progettazione, gestione e rendicontazione di progetti europei. Le interviste in profondità sono state svolte con: Dr. Carmelo Scaramuzzino, Dirigente del Servizio Politiche Comunitarie Il Dottor Scaramuzzino dirige l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa sin dal primo inizio, vale a dire dal 1997. Ha un’esperienza molto approfondita, che lo rende molto richiesto da altre Province italiane per consulenze e corsi di formazione riguardanti le politiche comunitarie. Svolge, inoltre, attività di docenza all’Università di Pisa su temi di politica del lavoro e pianificazione del territorio. Dottor Luca Anghelè, Collaboratore del responsabile dell’Ufficio Politiche Comunitarie dr. Roberto Ciompi (assente per malattia) Il Dr. Anghelè, dopo la laurea in giurisprudenza, è arrivato all’Ufficio Politiche Comunitarie all’inizio della legislatura attuale tramite una borsa di studio che l’Ufficio Politiche Comunitarie aveva promosso per giovani laureati presso la propria sede di Bruxelles. Il Dr. Anghelè collabora con l’Ufficio Europa e opera con un contratto co.co.co. Si erano preso accordi per inoltrare i questionari per collaboratori dell’Ufficio Europa anche alle persone elencate qui di seguito: Michele Sargenti, collaboratore presso l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, titolare di una borsa di studio 157 Xavier Sandin, collaboratore spagnolo all’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, titolare di una borsa di studio. 3. Il clima Il clima d’accoglienza nell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa era buono. Purtroppo, delle quattro persone cui sarebbe stato necessario distribuire i questionari, una era ammalata e un’altra assente. Dato che nel periodo prima di Natale l’ufficio di Presidenza era risultato impegnatissimo con le attività da svolgere prima della fine dell’anno, non era purtroppo stato possibile fissare appuntamenti né con persone esterne all’Ufficio Europa né con il politico responsabile, vale a dire con il Presidente della Provincia di Pisa Gino Nunes. Grazie ai tempi di attesa, causati probabilmente dal sovraccarico di lavoro degli addetti all’Ufficio Europa, la ricercatrice aveva modo di farsi un’immagine piuttosto dettagliata della realtà lavorativa dell’ufficio. La sovrabbondanza di impegni è probabilmente anche la spiegazione del fatto che gli addetti dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa non sono riusciti a procurare alla ricercatrice il materiale richiesto, come concordato, prima della stesura di quest’analisi. Le risorse umane impegnate nel lavoro dell’ufficio godono di grande stima: il Dirigente Scaramuzzino parlava dei collaboratori manifestando grande considerazione professionale nei loro confronti. Nell’Ufficio Europa di Pisa si lavora prevalentemente con figure professionali non italiane. Il Dirigente considera la capacità di parlare lingue straniere e la conoscenza di realtà diverse, una qualifica in più da non sottovalutare. Essendo cosciente delle sue “lacune professionali” (il Dirigente afferma che le sue conoscenze di lingue straniere e dell’informatica lasciano a desiderare), il Dirigente non tace il fatto che utilizza i punti forti dei suoi collaboratori, lasciandosi accompagnare da loro se bisogna viaggiare in paesi le cui lingue il Dirigente non parla. Il Dr. Scaramuzzino, anzi, pone costantemente l’accento sul fatto d’essere felice di poter lavorare con persone qualificate nella conoscenza delle lingue straniere. La stima portata alle risorse umane dell’ufficio si rispecchia anche nel fatto che, nell’organigramma dell’ufficio Europa riportato sul sito internet, si elencano anche i nomi dei collaboratori che hanno in passato lavorato nell’ufficio, anche se ora non più presenti. 158 4. Documentazione raccolta L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa dispone di un proprio sito web, collegato a quello della Provincia di Pisa e attivabile tramite un clic sul corrispondente logo nell’homepage dell’ente. L’indirizzo è www.provincia.pisa.it/polcom/index.htm. Nel sito si trovano - a scelta in lingua italiana o inglese - informazioni sulla storia e sui compiti dell’Ufficio Europa, l’organigramma, l’elenco dei progetti finanziati e dei progetti gestiti dall’ente, la lista dei partenariati e una pagina nella quale viene esposto il significato della partecipazione all’associazione TECLA per l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa. La pubblicazione “The Province of Pisa. European Union Policy. Plans. Projects. Goals. Results.” riporta in lingua inglese i contenuti del sito internet su carta patinata e descrive tutti i progetti realizzati dall’ente fino al termine del giugno del 2003. In stretta collaborazione con l’associazione TECLA di Bruxelles, l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa pubblica due specie di newsletter: La Lettera d’Allerta contiene informazioni sui bandi emanati dall’UE con riferimenti alle gazzette ufficiali nelle quali sono pubblicati i bandi originari, gli obiettivi, la descrizione del tema specifico, la data di scadenza e riferimenti all’ammissibilità e link utili (per scaricare i moduli, per esempio). La redazione di questo strumento di informazione è affidata a TECLA che lo prepara in modo digitale con un’impaginazione che permette anche la stampa tipo “brochure” su ogni stampante di un computer normale. Appena ricevuta la Lettera d’Allerta da TECLA, l’Ufficio Europa la inoltra ai propri utenti. La Lettera è ideata per un target che cerca fondi per progetti europei. Il mensile Notizie di Orientamento per le Collettività Territoriali viene altrettanto pubblicato dall’associazione TECLA a Bruxelles che la manda via e-mail ai soci. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, da parte sua, la inoltra alla propria utenza, vale a dire, ai comuni, alle associazioni senza fini di lucro, alle camere di commercio e alle università. Il mensile contiene attualità dal mondo di “Bruxelles”, novità dal Parlamento Europeo e informazioni su eventi e si rivolge ad un target di persone o istituzioni che si occupano delle politiche comunitarie in genere senza un interesse esplicito a partecipare ai bandi dell’UE. 159 L’associazione TECLA fornisce, come supplemento al mensile di cui sopra, delle brochure con informazioni sui Paesi dell’allargamento e quelli che si candidano per la partecipazione all’UE in un futuro più lontano. Allegato a questo studio si trova il supplemento dedicato alla Turchia. Come illustrazione degli innumerevoli accordi internazionali, allegato si trovano il protocollo di collaborazione fra la Provincia di Pisa e il Comune di Campos di Karditsa (Grecia) ed inoltre la relazione sul “Comune di Campos di Karditsa” del Dirigente Scaramuzzino davanti alla Commissione d’Affari Istituzionali. Per illustrare i progetti gestiti dall’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, in allegato si trovano: Il catalogo delle iniziative in ambito del progetto “Lingue per comunicare, conoscere e lavorare” co-finanziato dall’Unione Europea in occasione dell’ Anno Europeo delle Lingue 2001. Il progetto è stato sviluppato e realizzato in partenariato con la Provincia di Trento, l’Istituto Provinciale Ricerca Aggiornamento Sperimentazione Educative (I.P.R.A.S.E.), il Gruppo Sensibilizzazione Handicap, l’Associazione Nous Temps di Sabadell (Spagna) e L’Associazione Pèlagie di Avignone (Francia). Il catalogo è plurilingue, vale a dire, pubblicato in italiano con traduzioni in francese, spagnolo, portoghese, inglese e tedesco. Il “Programma di formazione nel settore delle politiche di sviluppo locale per i funzionari ed i rappresentanti politici delle amministrazioni locali della Contea di Arad (Romania)” svolto con la Regione Toscana, l’Università de Vest “Vasile Goldis” (Arad, Romania) e il Consiliul Judetean (Arad, Romania). Il programma italiano è tradotto in romeno ed inglese. Il programma in lingua polacca con il titolo “Wspòlna polityka Rolna UE. Szanse i Zarozenia dla Wielkopolskiej Wsi i Rolnictwa” pubblicato insieme alla Regione Kalisz con un sostegno dell’Unione Europea. La pubblicazione inglese del 2002 con il titolo “Kalisz Region. Marketing Conception of Development” . 5. Diario del Caso 160 11 dicembre 2003 ore 15.00 Arrivo nel ufficio del dirigente, presentazione e spiegazione della procedura al Dr. Scaramuzzino e al suo collaboratore Dr. Luca Anghelè ore 15.15 Compilazione della mappa A insieme al Dr. Scaramuzzino e al Dr. Anghelè ore 15.25 Draganovic chiede al Dr. Anghelè di procurarle del materiale informativo sulle attività dell’ufficio Europa. Tramite la check list che fa parte del kit degli strumenti spiega cosa intende per materiale informativo. ore 15.30 Dr. Draganovic comincia l’intervista in profondità con il Dr. Scaramuzzino ore 17.30 Dr. Scaramuzzino compila il questionario dei fabbisogni F ore 18.00 Dr. Anghelè consegna il materiale informativo alla Dr.ssa Draganovic. Si comincia con l’intervista in profondità con il Dr. Anghelè ore 19.00 Dr.ssa Draganovic ringrazia il Dr. Scaramuzzino e il Dr. Anghelè. Si prendono accordi sulla consegna dei questionari C per gli altri collaboratori dell’Ufficio Europa, dei questionari D (per collaboratori esterni all’Ufficio Europa), il questionario F da compilare dal Dr. Anghelè Dr. Scaramuzzino propone di inoltrare il questionario G (Puntura di Zanzara) sulla base del quale la ricercatrice voleva fare l’intervista al politico responsabile per l’Ufficio Europa, vale a 161 dire il Presidente della Provincia di Pisa, all’Ufficio Stampa spiegando che la procedura ufficiale per interviste al Presidente provvederebbe un tale procedimento. Draganovic doveva ricevere l’intervista via e-mail. 6. Descrizione del Caso 6.1 Il modello organizzativo Oltre alla promozione e il coordinamento di progetti e attività nell’ambito delle politiche comunitarie, l’ufficio predispone il monitoraggio dell’attuazione del programma del Presidente, mantiene i rapporti con le altre Istituzioni locali e nazionali, segue la stipula di accordi di programma e protocolli d’intesa, gestisce il cerimoniale e supporta la gestione delle attività di Cooperazione allo sviluppo. Le attività dell’Ufficio Stampa sono altrettanto affidate allo stesso ufficio. La gestione dei fondi strutturali, tutte le attività legate alla gioventù e i progetti in ambito sociale sono affidati ad altri settori dell’ente. Per quanto riguarda la collocazione dell’ufficio all’interno dell’Ente, il Dirigente ritiene un chiaro vantaggio il fatto che l’ufficio sia di competenza del Presidente: solo la volontà politica può sostenere e affermare la trasversalità delle politiche comunitarie in altri settori dell’ente. La vicinanza al Presidente agevola una serie di procedure, che sarebbero quasi impossibili se l’ufficio fosse collocato in un altro settore (si ricordino solo i problemi di budget, di cui si parlerà al punto “sviluppo di progetti”). Il Dirigente riferisce che la collaborazione in occasione di diversi progetti europei ha reso necessario che i dipendenti di altri settori viaggiassero all’estero per svolgere attività formative. La volontà politica in questi casi era uno degli argomenti più convincenti per i collaboratori, che non ricevono nessun compenso per gli impegni aggiuntivi richiesti dai progetti europei. Il Dirigente lamenta il fatto che non esista un incentivo per il personale che partecipa ai progetti europei: nemmeno le ore aggiuntive vengono retribuite. Secondo il Dr. Scaramuzzino, bisognerebbe negoziare degli incentivi economici per i collaboratori disposti a collaborare in progetti europei. 162 Il numero di collaboratori dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa non è molto consistente: oltre a tre funzionari, di cui due operanti all’estero (vedi più avanti: si tratta di Bruxelles e Hebron) e una funzionaria amministrativa che si dedica innanzitutto alle politiche comunitarie, grazie ad accordi con la Scuola Superiore di S. Anna dell’Università di Pisa, l’ufficio dispone sempre di più collaboratori sulla base di borse di studio. Lavorando con persone di provenienza francese, spagnola, polacca e francomagrebina, l’ufficio è riuscito ad allargare la propria rete internazionale in modo tale da stipulare quarantacinque accordi di cooperazione con diversi Enti o Istituzioni internazionali. Si è già menzionato più sopra che l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa intrattiene dei contatti strettissimi con l’associazione TECLA a Bruxelles. Il coordinatore della sede TECLA di Bruxelles, Roberto Ciompi, infatti, è un dipendente della Provincia di Pisa. Oltre a questa “succursale” a Bruxelles, l’Ufficio Europa di Pisa da gennaio del 2003 ha una filiale a Hebron in Palestina, dove un ex-collaboratore dell’ufficio di Pisa (Enrico Catassi) è incaricato di mantenere i progetti bi- e trilaterali fra Palestina, Israele e Italia (in pratica la Provincia di Pisa). L’ufficio si chiama “Casa della Toscana” ed è nato dall’intenzione del Presidente della Provincia di Pisa di dare un sostegno concreto per la pace nel Medio – Oriente. Si può rilevare come la base organizzativa delle Politiche Comunitarie della Provincia di Pisa sia relativamente ristretta. Dato che la richiesta di flessibilità riguardante sia tempi e orari di lavoro, sia la mobilità del singolo collaboratore è piuttosto impegnativa e crea uno spiccato contrasto con le usanze dell’impiego pubblico, l’Ufficio Europa di Pisa opera con una cerchia di collaboratori “fissi” molto ristretta e approfitta dell’entusiasmo giovanile dei borsisti e stagisti – riferisce il Dirigente Scaramuzzino. I giovani collaboratori provenienti da università straniere sono spesso entusiasmati dalla prima esperienza lavorativa, peraltro all’estero, e dimostrano la massima disponibilità. In compenso godono di una certa libertà creativa nella progettazione (il Dirigente evidenzia comunque che il prodotto finale, il progetto presentato all’UE, viene naturalmente controllato dall’ufficio) e anche nella gestione dei progetti, trovandosi in un contesto insolito per la Provincia di Pisa, che normalmente non prevede una gerarchia così “appiattita”. 163 Per quanto riguarda la divisione del lavoro, potrebbe sembrare che l‘affidamento dei compiti si trovi perennemente in leggero movimento, visto il numero ridotto di personale fisso e la grande fluttuazione di figure professionali che provengono sempre da un altro paese. Le competenze ed i compiti sono, invece, ben definiti e le figure incaricate dei singoli compiti sono facilmente distinguibili. Per affrontare la gran quantità di progetti da gestire e di partenariati da seguire, i compiti sono suddivisi secondo le competenze linguistiche. Dato che le attività svolte dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa ruotano essenzialmente attorno alla presentazione, gestione, rendicontazione e valutazione di progetti europei, perché gli altri possibili obblighi sono affidati a strutture esterne della Provincia (all’associazione TECLA o a consulenti singoli), la divisione principale dei compiti si definisce in questo modo: Le indicazioni per sviluppare idee per la presentazione di progetti vengono dalla direzione politica dell’ente. Si sviluppano e gestiscono i progetti in gruppi di lavoro, dove si dividono i compiti (negoziazione con i partenariati) secondo le competenze linguistiche e rispettivamente secondo le competenze nei settori toccati. Si affidano le attività svolte su contenuti specifici o ai singoli settori della Provincia o a partner locali adeguatamente qualificati (associazioni o università) o a professionisti esterni. La rendicontazione interna viene svolta dall'ufficio. Tutte le decisioni in merito a questioni non previste e che si presentano per la prima volta sono affidate al Dirigente Scaramuzzino. Gestione e rendicontazione di progetti più complessi sono affidate al personale di TECLA. Anche per quanto riguarda lo svolgimento di attività quotidiane, l’Ufficio Europa di Pisa approfitta dei benefici provenienti dall’adesione a TECLA: l’associazione gestisce la parte principale della ricerca di informazioni utili per gli utenti delle Province italiane e si incarica anche di altri lavori di routine. Poche parole vanno dedicate in conclusione alle attrezzature dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa. L’ufficio si trova nella sede principale in Piazza Vittorio Emanuele II e condivide gli spazi con l’Ufficio della Presidenza. La visibilità dell’ufficio stesso è 164 ridottissima: la stanza del Dirigente è collocata lontana dai suoi collaboratori e mancano riferimenti chiaramente visibili alle politiche comunitarie. Le stanze sono molto piccole, non ci sono sale riunioni. Per quanto riguarda l’informatica, i collaboratori si dimostrano soddisfatti. Che ci sia una certa dimestichezza con il mondo digitale, ce lo fa capire il sito internet, che è ben strutturato e fornisce informazioni in modo esauriente. Gli addetti dell’ufficio lavorano con la posta elettronica e internet. Sarebbe a disposizione anche la tecnica necessaria per videoconferenze, ma il Dirigente rivela che preferisce il contatto diretto. Il Dirigente Scaramuzzino sostiene peraltro che la mentalità italiana non è idonea alla videoconferenze: l’italiano ha bisogno di un certo tempo per “riscaldarsi parlando” e “non riesce a parlare a scatti di secondi”. 6.2 Knowledge management Il knowlegde management dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, rivolto alla diffusione di informazioni sull’Unione Europea viene gestito (come già menzionato sopra) in collaborazione con l’associazione TECLA. TECLA fornisce le informazioni a tutti i soci in un mensile, vale a dire una pubblicazione che sotto il titolo “Lettera d’Allerta” informa sui bandi attuali dell’Unione Europea. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa inoltra le newsletter via e-mail alla cerchia di possibili utenti. Una volta costruita la mailing list, serve un minimo di manutenzione del file (cioè, basta l’aggiornamento frequente degli indirizzi). Pisa lavora soprattutto con settori del proprio ente e con comuni, associazioni senza fine di lucro, camere di commercio e università. Questo outsourcing del knowledge management non ha nuociuto all’ente, anzi: le capacità di coordinamento dell’Ufficio Europa si sono rafforzate, forse la decisione di restringere al minimo le forze dedicate alle reti di informazioni, ha perfino fatto sì che si potessero liberare energie per la progettazione e la gestione di progetti europei. Guardando al knowledge management come strategia che garantisce l’aggiornamento per tutti i collaboratori dell’ufficio delle conoscenze e competenze necessarie per lo svolgimento dei compiti affidati, si registra quanto segue: il Dirigente esclude una serie di conoscenze e competenze proposte nella lista dei fabbisogni, motivando con il fatto che il suo ufficio ha affidato alcuni compiti ad altre istituzioni. Del marketing, per esempio, si occupa l’Ufficio Stampa, che fa altrettanto parte dell’Ufficio di Presidenza. 165 Tutte le competenze e conoscenze legate alla rete di informazioni, secondo il Dirigente, non servono ai collaboratori del suo ufficio perché la diffusione di informazioni è affidata a TECLA. Vere e proprie necessità si presentano solo per quanto riguarda il rafforzamento delle lingue straniere, la conoscenza delle Istituzioni comunitarie, le strategie politiche dell’UE e gli strumenti di organizzazione e pianificazione del lavoro. Le competenze più ambite sono quelle legate ai progetti europei: la gestione di gruppi di lavoro, lo sviluppo di piani di monitoraggio e valutazione dei progetti europei, l’utilizzo di strumenti di project management e la rendicontazione di progetti. Riguardando i tipi di intervento formativo si nota una grande apertura: tranne la formazione d’aula, la formazione a distanza, il coaching e la formazione intervento, il Dirigente vota pro tutti i tipi di formazione. 6.3 Sistema di relazioni Il sistema di relazioni dell’Ufficio Europa della Provincia di Pisa è piuttosto vasto. Sul territorio provinciale si sono stabiliti contatti con i comuni, le camere di commercio, le università e un ampio numero di associazioni senza fini di lucro. Per quanto riguarda la partecipazione a bandi europei, bisogna ricordare che tutte le istituzioni qui elencate dipendono in un certo qual modo dall’Ufficio Europeo della Provincia di Pisa: i comuni sul territorio della Provincia di Pisa sono troppo piccoli (vale a dire, troppo deboli per quanto riguarda le capacità di finanziamento) per presentare da soli dei progetti europei. Lo stesso vale per la gran parte delle altre istituzioni menzionate sopra. Peraltro, si cerca sempre di coinvolgere l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa, perché una lettera di sostegno da parte di questo ente si rivela sempre molto utile nei confronti della Commissione Europea. Tramite il servizio “Europartenariato” di TECLA, anche la cerchia di contatti internazionali della Provincia di Pisa si è allargata. Questo servizio è accessibile solo per i soci di TECLA. Il Dirigente riferisce che inizialmente si cercavano partner europei per progetti di collaborazione nel modo che segue: si stendeva una descrizione delle caratteristiche del proprio territorio e del progetto in merito per pubblicarlo sul sito del Europartenariato. Tutti i progetti simili si trovavano nella stessa casella. In tal modo i partner venivano a conoscenza di progetti o istituzioni interessanti nello stesso ambito 166 di lavoro e potevano prendere appuntamenti, per valutare le possibilità di un’eventuale collaborazione. Oggi, grazie ad un’esperienza nell’ambito di progetti europei oramai di lunga data, esistono già molti contatti prestabiliti. Si è già menzionato sopra che la strategia di lavorare con stagisti stranieri di provenienza accademica ha fatto sì che si potessero prendere ed intensificare contatti con istituzioni in alcuni paesi in modo tale da stipulare degli accordi e protocolli di intesa che garantiscono la disponibilità per collaborazioni. I paesi nei quali la Provincia di Pisa ha formalizzato più di un accordo sono la Francia, la Spagna, la Romania, la Polonia e una serie di Paesi del Mediterraneo, con un forte accento sul Medio – Oriente, innanzitutto Palestina. Esistono inoltre protocolli d’intesa con la Lituana, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Russia, l’Inghilterra, il Belgio e la Danimarca. Grazie all’ampia rete di contatti, oramai la Provincia di Pisa è in grado di seguire precisamente la volontà politica del Presidente, se si tratta della questione della scelta del soggetto con cui formalizzare degli accordi – (s’intende che per tutti gli accordi bisogna presentare e votare una delibera della Giunta Provinciale, ma tramite TECLA si è in grado di trovare istituzioni disponibili nella gran parte dei Paesi Europei). La rete di TECLA, riferisce il Dirigente, ha anche diminuito il rischio immanente di tutte le collaborazioni europee, cioè il rischio di dover affrontare durante la fase di gestione di un progetto un partner che si rivela meno affidabile di quanto si aspettava, sia per quanto riguarda la gestione, sia per quanto riguarda il co-finanziamento garantito. TECLA intrattiene contatti lavorativi su un livello tale, che il giudizio da loro fornito è sufficiente ad assicura un’alta qualità dei partenariati. 6.4 Sviluppo progetti Di solito la presentazione di un progetto europeo da parte dell’Ufficio Europa di Pisa nasce da un’indicazione e da una volontà politica: l’ufficio sviluppa i progetti seguendo le direzioni politiche definite dalla Presidenza. A partire da questa volontà, si cercano i bandi adeguati per sviluppare il singolo progetto. Approfittando del fatto che l’associazione TECLA a volte dispone in anticipo di informazioni su bandi che vengono pubblicati successivamente, l’ufficio a volte prepara dei progetti con un certo anticipo. 167 A volte, capita anche che l’ufficio venga contattato da altri enti, che richiedono la partecipazione della Provincia di Pisa ad un progetto da loro individuato. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa dispone di propri autonomi stanziamenti di bilancio. Si decide l’impegno finanziario per un progetto sulla base della coerenza con la direzione politica stabilita per l’ente. Di solito, il co-finanziamento per un progetto, che l’ufficio stesso elabora e presenta, è più alto di un contributo assegnato ad un progetto per il quale l’ufficio non funge da capofila. Qualora un progetto debba essere realizzato in ogni caso, l’Ufficio Europa mette a disposizione fino al cinquanta percento del budget. Per questioni di capacità finanziaria del bilancio, non è possibile partecipare a tutti i bandi emanati dalla UE. La delibera di stanziamento dei finanziamenti per un progetto europeo si presenta alla Giunta Provinciale solo dopo l’approvazione del progetto da parte della Commissione Europea, prima però della firma del contratto. Si è optato per questo procedimento perché la delibera votata dalla Giunta provinciale vincola la somma di compartecipazione della Provincia ad uno specifico progetto. Se il progetto non venisse approvato dall’UE, la somma rimarrebbe vincolata ad un progetto eventualmente non realizzabile: diventerebbe allora necessario presentare e votare un'altra delibera della Giunta provinciale per liberare l’impegno economico della Provincia di Pisa su quel progetto. Se si chiedesse alla Giunta di deliberare gli stanziamenti per tutti i progetti che l’Ufficio Europa presenta, si innesterebbe un meccanismo piuttosto impegnativo e fonte di rigidità per il bilancio: l’ufficio, infatti, presenta mediamente due progetti al mese. Di solito, solo il venti per cento dei progetti presentati viene anche approvato. Di conseguenza, si dovrebbero predisporre e chiedere delibere di annullamento di quelle precedentemente votate per l’ottanta percento dei progetti presentati, il che impedirebbe un lavoro efficace e tempestivo. In casi di emergenza, vale a dire qualora più del venti percento dei progetti presentati venga approvato dall’UE e il bilancio dell’Ufficio Europa sia già esaurito, si può ricorrere al “fondo d’emergenza” (di riserva?), vale a dire al capitolo riservato al Presidente (e anche questo rappresenta un vantaggio evidente derivante dalla collocazione dell’Ufficio Europa fra le competenze della Presidenza della Provincia di Pisa). 168 Una volta approvato il progetto, si richiede la delibera alla Giunta Provinciale e si firma il contratto con la Commissione Europea. Per la gestione del progetto, si costituisce un gruppo di lavoro dividendo i compiti fra membri dell’Ufficio Europa e collaboratori dei settori interessati. In caso di progetti più complessi (richiedenti un gran numero di viaggi, per esempio) si affida una parte della gestione a consulenti esterni o all’associazione TECLA. Se si presentano problemi durante la gestione, l’Ufficio Europa si riunisce per una discussione interna del problema, prima di confrontarsi con gli altri membri del gruppo di lavoro. Il lavoro di gruppo non esclude il fatto che l’ultima decisione spetta sempre al Dirigente dell’Ufficio Europa. Per quanto riguarda la rendicontazione, la parte che si riferisce all’Ufficio Europa della Provincia di Pisa viene affidata, come sostiene il Dirigente, al coordinamento dell'ufficio. La liquidazione dei pagamenti viene effettuata dalla segretarie del supporto amministrativo e cioè dal dr. Anghelé. In quanto titolare di un progetto, l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa è anche obbligato a controllare la rendicontazione dei partner e addossarsi tutte le responsabilità, anche per quanto riguarda i costi sostenuti dai partner. Per evitare problemi non solubili, ci si incontra all’inizio del progetto con tutti i partner per chiarire quali costi sono elegibili. La rendicontazione è il punto più delicato dei progetti europei, perché i sistemi di bilancio, di pagamento, di emissione delle fatture e di rendicontazione divergono molto da un paese all’altro. Il Dirigente riferisce che in ambito delle collaborazioni recenti con il Medio – Oriente si era confrontato con la rendicontazione di documenti in arabo. L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa ha trovato dei sistemi d’assistenza per i problemi di lingua, sfruttando il fatto che nelle prigioni della Provincia di Pisa erano presenti alcuni Marocchini e altri Magrebini. Con il loro aiuto si è sviluppato un programma informatico che agevola la lettura di documenti in arabo. Nonostante ciò, rimane difficilissimo conciliare le diverse usanze con il regolamento della Commissione Europea. Per i progetti più complessi si affida la rendicontazione all’associazione TECLA. TECLA organizza riunioni e corsi di formazione per i partner stranieri su come gestire i fondi, dopo di che si individua una persona presso tutte le istituzioni partecipanti al progetto, che funge da interlocutore per la rendicontazione. 169 TECLA ha anche trovato un modo per minimizzare il rischio finanziario del titolare di un progetto europeo, negoziando con la Direzione Generale una modalità che lascia la responsabilità finanziaria ai partner. 7. Conclusioni L’Ufficio Europa della Provincia di Pisa pone l’accento per le sue attività svolte nell’ambito delle politiche comunitarie sulla presentazione e gestione di progetti europei con un co-finanziamento della Commissione Europea. L’ufficio dispone di una struttura organizzativa snella ma molto efficace. L’efficienza dell’ufficio, che mediamente presenta due progetti europei al mese, è da attribuire all’effetto di due strategie: La delega di tutti i compiti che si possono gestire anche all’esterno dell’ente. Grazie a questa strategia di “outsourcing”, l’ufficio è in grado di gestire una quantità di attività sproporzionata rispetto al numero ristretto delle persone impiegate. L’associazione TECLA è diventata il protagonista preferito per le deleghe da parte della Provincia di Pisa. Gli ottimi rapporti fra l’associazione e le diverse Istituzioni a Bruxelles agevolano lo svolgimento di una serie di attività come, per esempio, la raccolta e la redazione di informazioni utili per chi si occupa delle politiche comunitarie. Si è visto che l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa ha affidato la parte del servizio informativo che va svolta in stretta collaborazione con le Istituzioni Europee a Bruxelles all’associazione TECLA. Anche per quanto riguarda la gestione e la rendicontazione di progetti europei, TECLA si è dimostrata come una ricca fonte di personale utile, in quanto dispone di figure professionali di diversi profili, disposte a viaggiare. Grazie all’ottima posizione dell’associazione TECLA nell’assetto istituzionale a Bruxelles anche per la ricerca di partenariati ci si rivolge a TECLA. La scelta ragionata di personale temporaneo. Lo staff fisso dell’Ufficio consiste di pochissime persone. Grazie agli accordi presi con diverse università europee ed innanzitutto con la Scuola Superiore S. Anna a Pisa, l’Ufficio Europa della Provincia di Pisa è in grado di scegliere dei collaboratori temporanei che permettono, per quanto riguarda sia le competenze linguistiche sia le conoscenze culturali e le reti sociali dai quali provengono, un allargamento della propria rete di contatti. Collaborando per un tempo piuttosto breve sempre con poche persone qualificate, l’Ufficio Europa è riuscito 170 non solo a stringere contatti che portavano ad accordi formalizzati tra diversi enti internazionali e la Provincia di Pisa, ma anche di contribuire alla costruzione di nuove realtà di lavoro, che più tardi servivano per un “outsourcing” ulteriore. (I migliori esempi sono l’associazione TECLA e l’ufficio “Casa della Toscana” a Hebron). Ambedue le strategie garantiscono un lavoro efficace mantenendo proprie strutture organizzative snelle e prive di un’amministrazione pesante e lenta. 171 8. L'Ufficio Europa della Provincia di Cagliari di Carmelo Messina 1. Premessa La Provincia di Cagliari è una delle quattro province sarde. Quella di Cagliari è inoltre la Provincia più grande con ben 759.872 abitanti distribuiti su di un territorio di kmq 689.538. La Provincia in questione ospita il più alto numero di comuni, centonove; la città di Cagliari è anche capoluogo di regione Il caso è stato costruito nel periodo di tempo che va dal giorno 5 Novembre al giorno 20 Dicembre. In particolare giorno 15 Dicembre è stata realizzata una visita presso l’Amministrazione Provinciale interessata con la possibilità di effettuare diverse interviste al personale ed al Presidente. Alcuni dati sono stati raccolti sia per telefono che per e-mail con interviste e telefonate. Per la raccolta delle informazioni non sono stati utilizzati registratori ma sono stati presi degli appunti con un taccuino tra una domanda e l’altra. Successivamente è stata rielaborata la scheda apposita. Lo studio del caso della Provincia di Cagliari è stato particolarmente semplificato dallo spirito collaborativo del personale intervistato ed in genere del personale coinvolto anche a distanza. I fattori di criticità più rilevanti sono da ricondurre al periodo di realizzazione della ricerca a ridosso dell’ultima parte dell’anno, periodo questo in cui gli enti locali sono molto impegnati nelle operazioni di chiusura dei PEG con gli ultimi impegni e gli ultimi pagamenti prima della chiusura della tesoreria. Oltre le criticità, vanno sottolineati i settori di successo che consentono una lettura del caso che credo lascia pochi dubbi al ricercatore su quelle che sono le intenzioni dell’amministrazione in fatto di Europa, sugli obiettivi conseguenti sia di breve che di medio periodo. 172 L’immagine è quella di una Provincia che sa quel che vuole e dove vuole arrivare; ciò grazie alla mentalità diffusa in Provincia e ben sintetizzata dal Presidente Balletto secondo cui l’Ufficio Europa può essere il passepartout per l’Europa. Su questo obiettivo la Provincia ha concentrato i propri sforzi e, nonostante il poco tempo trascorso dall'istituzione dell’Ufficio Europa, comincia a raccogliere i primi risultati. Essi sono chiaramente visibili nel numero di progetti presentati, nell’entusiasmo delle persone impegnate nell’ufficio, nel clima generale. 2. Gli attori Il ricercatore è il dr. Carmelo Messina, funzionario della Provincia Regionale di Catania, responsabile dell’Ufficio Europa della omologa provincia. L’Ufficio Europa di Catania, l’Osservatorio è stato istituito nel 1997. Dal 1998 è anche un Euro Info Centre. In tale posizione il dr. Messina ha curato la progettazione e gestione di diversi progetti a valere sui programmi europei dedicando una particolare attenzione all’internazionalizzazione delle PMI siciliane. Il dr. Messina collabora da anni in materie attinenti la presente ricerca con istituti quali: Formez, Cerisdi, Ancitel etc. Il kit degli strumenti è stato utilizzato con: dr. Sandro Baletto Presidente della Provincia di Cagliari Dottore Commercialista in Cagliari. Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Cagliari (circoscrizioni dei Tribunali di Cagliari, Oristano e Lanusei) dal 1994. Dr. Saverio Ferrante Direttore Generale Ufficio Europa Dott.ssa Alessandra Boero Funzionario Responsabile Ufficio Europa 173 Dott.ssa Francesca Girau Assistente Responsabile Ufficio Rag. Elisabetta Todde Assistente di ragioneria Funzionari e Dirigenti di Settori che cooperano con Ufficio Europa Ing. Andrea Gardu, Dirigente settore Viabilità e Trasporti Dott.ssa Giuseppina Liggi, Funzionario settore Ambiente Dott.ssa Anna Cois, Funzionario settore Ambiente 3. Il clima La griglia di osservazione è stata compilata al termine della visita a Cagliari. Essa consente una sintesi conclusiva sul clima interno all’Ufficio, sull’”aria che tira” dentro l’ufficio e più in generale nell’ente. L’analisi del Clima Organizzativo rileva le percezioni relative alla struttura, ai rapporti, alle relazioni e alle attività che si definiscono all’interno dell’organizzazione e che costituiscono il fondamento del comportamento organizzativo. Quando si parla di organizzazione, e delle risorse umane che in essa operano, l’integrazione fra le parti è uno dei problemi fondamentali che s’incontrano e che accresce la sua criticità quando l’organizzazione è il risultato della convivenza di molteplici realtà, come accade nelle organizzazioni complesse, quali sono in generale gli enti pubblici e, più in specifico, per l’organizzazione oggetto di indagine, vale a dire la Provincia di Cagliari, che si compone di entità diverse che, pur condividendo una medesima mission, perseguono obiettivi intermedi diversificati. 174 Un primo elemento che salta subito agli occhi è il ruolo della responsabile dell’Ufficio che, come si dirà più avanti, appare centrale nello studio del caso. E’ evidente e aggiungerei molto chiara la distinzione fatta all’interno della direzione generale tra le funzioni del Direttore Generale e quelle del funzionario che gode di un’ampia delega, non solo amministrativa, ma anche di valutazione politica delle scelte. Altrettanto facilmente sono percepibili i ruoli all’interno dell’ufficio tra progettazione e gestione dei progetti. Il primo momento vede impegnate la responsabile dell’Ufficio e l’Assistente, il secondo sembra il responsabile dell’Ufficio coadiuvata dall’Assistente di ragioneria. Allo stesso modo dei ruoli di ciascuno sono individuate le responsabilità dei singoli. Soprattutto per quanto riguarda gli aspetti contabili dei progetti. E’ un po’ più sul piano della progettazione che le responsabilità della Boero sembrano risucchiare quelle delle altre figure sia interne che esterne all’Ufficio. Ciò è dovuto a parere dello scrivente anche alla personalità della responsabile dell’Ufficio Europa ed alla generosità che ne contraddistingue i comportamenti. Proprio l’accoglienza fatta di cordialità ed allo stesso tempo molto orientata al compito, riservata allo scrivente costituisce la cartina di tornasole del clima positivo trovato all’interno dell’azienda. L’ufficio si connota anche per l’assenza di procedure rigide. Le modalità di lavoro prevedono la creazione e la scomposizione di gruppi di lavoro in funzione dei progetti. Le uniche procedure che vengono attuate, direi piuttosto bene, sono quelle connesse alla gestione dei vari procedimenti amministrativi. Anche le dotazioni informatiche esistenti sono sufficienti per conferire all’ufficio quelle capacità di interazione con le fonti idi informazione e le reti esterne che appare fondamentale per supportare i servizi interni dell’Ufficio. Se al contrario è possibile individuare un tema suscettibile di un certo miglioramento all’interno della Provincia è proprio quello relativo alla valorizzazione delle risorse umane. La composizione attuale dello staff dell’Ufficio appare piuttosto modesta sia in rapporto alla grandezza della Provincia sia rispetto alle potenzialità del clima che potrebbe favorire delle performance più elevate. Si tratta, in una prima battuta di aumentare il 175 numero delle risorse umane e di puntare più intensamente alla loro formazione continua anche in funzione dei rispettivi background. Il clima positivo di fondo si evidenzia poi anche per la capacità di far circolare informazioni che vengono realmente utilizzate dai destinatari. Anche all’interno dello staff la circolazione delle informazioni mi sembra molto positiva: tutti sono informati di quello che succede e condividono le scelte fatte dal coordinamento. I componenti dell’Ufficio Europa si sentono certamente coinvolti in un’attività di squadra nella quale si vince insieme; sono pronti di conseguenza ad aiutarsi l’un con l’altro nei momenti di maggiore difficoltà. Si denota nel gruppo ma anche nei singoli una forte motivazione soprattutto a migliorarsi ed a migliorare i risultati dell’Ufficio. Sul versante network con altri uffici ed identificazione di una mission comune è possibile che le cose possano migliorare molto anche in funzione della giovane età della struttura e delle condizioni di insularità e conseguente isolamento di cui la Sardegna soffre più della Sicilia. I funzionari dell’ufficio, ricevono riconoscimenti ed anche incoraggiamenti dagli altri settori dell’ente che apprezzano particolarmente i servizi offerti; in linea con la leadership politica gli addetti all’ufficio appaiono molto attenti alle richieste del territorio così come d’altronde fanno con i settori interni; pur non realizzando ricevimento del pubblico (è questo il compito svolto dall’Infopoint Europa) tali servizi cominciano ad essere conosciuti anche all’esterno tanto che, come verrà detto più avanti, dal 2004 verranno esternalizzati anche presso i comuni della Provincia. 4. Documentazione raccolta Strumento Numero di Sottoposta prodotti Mappa Ufficio Europa 1 Responsabile Ufficio Europa Dott.ssa Alessandra Boero Griglia per osservazione Il Questionario in auto 1 Tutto l'Ufficio Europa - 3 Tutto l'Ufficio Europa 176 somministrazione per interni all'Ufficio Europa Il Questionario in auto - 3 Ing. Andrea Gardu, somministrazione per esterni Dirigente settore Viabilità e all'Ufficio Europa Trasporti Dott.ssa Giuseppina Liggi, Funzionario settore Ambiente Dott.ssa Anna Cois, Funzionario settore Ambiente L'Intervista in profondità 3 Tutto l'Ufficio Europa La Griglia per l'analisi dei 3 Tutto l'Ufficio Europa fabbisogni Lo Spazio zanzara La Check list 1 per Presidente la 0 documentazione Report 1 Allegati delibera di istituzione dell’Ufficio progetto Macimed presentato su Interreg Medocc 5. Diario del caso Le difficoltà più rilevanti nello studio del caso della Provincia di Cagliari sono certamente da addebitare alla posizione della Sardegna raggiungibile soltanto in aereo ed alla brevità dei tempi disponibili. A tal proposito la maggior parte delle notizie sono state rilevate con delle interviste telefoniche compresa la mappa dell’Ufficio. I questionari in autosomministrazione sono stati compilati a distanza e spediti per posta elettronica. Durante la visita in loco sono state effettuate le interviste ai responsabili dell’Ufficio Europa ed al Presidente. Si descrive di seguito la sequenza degli eventi. 177 Giorno nr. Caso della Provincia di Cagliari Studio della documentazione metodologica; Approfondimenti 07/12/2003 Domenica 1 bibliografici sugli uffici europa acquisizione dati provincia di Cagliari Compilazione Mappa e Griglia fabbisogni formativi Compilazione questionari in autosomministrazione per 08/12/2003 Lunedì 2 interni ed esterni 09/12/2003 Martedì 3 Stesura Report Visita a Cagliari Incontro con il Presidente della Provincia dr. Sandro Balletto e intervista: Spazio zanzara Incontro ed interviste con dipendenti Ufficio Europa: 15/12/2003 Lunedì 4 Boero, Girau, Todde. 16/12/2003 Martedì 5 Stesura report 17/12/2003 Mercoledì 6 Stesura report 6. Descrizione del caso 6.1 Modello organizzativo (risorse umane, ruoli e logistica) L’Ufficio Europa della Provincia di Cagliari è stato fondato con delibera di Giunta nr. 452 del 4 Ottobre 2002. In questa Provincia è possibile riscontrare il verificarsi di tutte quelle condizioni tecnico-politiche che normalmente conducono verso traguardi positivi le attività degli Uffici Europa. A fronte di una Presidenza che comprende il valore e le potenzialità insite nell’attivazione di progettualità provinciale sulle politiche comunitarie, viene creata un’unità organizzativa a ciò dedicata con un forte rapporto fiduciario, da parte del vertice dell’ente, con la persona incaricata di assumerne la responsabilità. Coerentemente con questa intuizione di fondo l’ufficio è inserito in staff alla direzione 178 generale della provincia di Cagliari. La posizione organizzativa prescelta consente un’azione dello stesso equilibrata ed, allo stesso tempo, equidistante da tutte le altre unità che consenta di mantenere un’indipendenza di fondo rispetto ai diversi settori dell’ente in un’ottica complessiva di supporto e di servizio L’ufficio viene quindi riconosciuto come portatore di una cultura organizzativa e di una competenza specifica indispensabili per l’accesso ai finanziamenti europei. Non è vissuto come una struttura imposta dall’alto e con la quale non si può fare a meno di dialogare. In ossequio ad una capacità di leadership politica non solo accettata ma forse anche amata, si può cogliere dalle risposte insite nei vari questionari, un continuum politico amministrativo che fa ben sperare per quanto concerne le capacità di crescita della provincia di Cagliari sul versante politiche comunitarie. Il clima generale dell’Ente come appare dai risultati dell’indagine di campo è quello di collaborazione con l’ufficio per una evidente condivisione della strategia e degli obiettivi. Volutamente si è scelta una strategia di crescita che privilegiasse le politiche comunitarie a scapito dell’accesso ai fondi strutturali che invece sono stati lasciati alla cura di altri servizi. In una logica di superamento delle politiche regionali fondate sulla evidente disuguaglianza delle condizioni economiche tra regioni europee, l’Ufficio è stato orientato all’utilizzo dei programmi europei in un’ottica di integrazione sistemica e progettuale tra l’azione della provincia e quella di altri partner che appare fortemente innovativa. Il modello organizzativo seguito scaturisce da un’attenta analisi di diverse realtà operanti in Italia da tempo anche se con obiettivi diversi. L’ufficio Europa della provincia di CAGLIARI vuole essere una sintesi virtuosa di quattro differenti modelli: il modello della Provincia di Catania, quello della Provincia di Pisa, quello della Provincia di Torino ed infine il modello TECLA. Quest’ultimo, caratterizzato da un notevole tasso di elasticità ed adattabilità perché pensato per le province, è sembrato il più utilizzabile anche perché dimensionato dal punto di vista delle risorse umane su un numero di unità piuttosto piccolo e quindi adatto per gli enti starters. L’ufficio consta di 4 unità con i seguenti ruoli: la dott.ssa Alessandra Boero con il ruolo di coordinatrice, la dott.ssa Francesca Girau con il ruolo di assistente e la dott.ssa Elisabetta Todde che cura gli adempimenti contabili; si è aggiunto recentemente il dr. Ivy L’Heveder. 179 Il ruolo della coordinatrice appare determinante all’interno dell’Ufficio; e ciò, sia in virtù della indiscussa leadership di cui gode all’interno del proprio ufficio, sia per il rispetto che Le viene tributato, con pochissime eccezioni, dai diversi interlocutori esterni all’Ufficio Europa con i quali si è avuta l’opportunità di colloquiare. La funzione di coordinamento nel caso dell’ufficio Europa di Cagliari eccede abbondantemente i limiti propri di una semplice cura delle attività organizzative dell’Ufficio, per acquisire chiaramente compiti di reale rappresentanza dell’Ente nei confronti dei diversi interlocutori con i quali la Provincia di Cagliari si trova a dialogare siano essi partner di progetto, consulenti o istituzioni finanziatrici. Il coordinamento interno comprende una serie di attività che vanno dall'individuazione delle fonti di informazione da utilizzare, alla scelta dei bandi del mese, alla cura dei diversi procedimenti amministrativi inerenti al gestione dei progetti. A supporto del coordinamento viene poi svolta un’azione di redazione dei diversi tipi di documentazione inerenti l’attività ordinaria: dalla compilazione delle schede progetto alla redazione degli atti amministrativi e della corrispondenza; anche la funzione di progettazione viene curata in maniera condivisa tra i diversi soggetti che compongono il team ma del quale fa sempre parte la coordinatrice dell’ufficio per quanto riguarda gli aspetti metodologici. Gli aspetti più propriamente contabili e finanziari sono curati come funzione specializzata e per la quale è stata individuata un’unità di personale part-time. Esse prevedono il raccordo tra impegni dell’ufficio, PEG della direzione e bilancio preventivo e consuntivo dell’Ente, rapporti con la funzione controllo di gestione. Nel complesso l’ufficio appare chiaramente sottodimensionato sia rispetto alla dimensione dell’ente ma soprattutto rispetto alle potenzialità espresse dalle capacità personali e professionali dei principali interlocutori conosciuti. Anche dalle indagini di clima e motivazionali traspare una certa fatica a portare bene avanti tutto il lavoro. Così come accade in molte altre realtà, quando dalla fase di informazione (anche interattiva) si passa a quella di progettazione e gestione, l’organizzazione va adeguatamente potenziata con apporti anche temporanei di personale. Né in questa situazione può risultare particolarmente utile l’inserimento temporaneo di stagisti anche quando questa figura fosse ricoperta da personale esperto e di qualità. La temporaneità dell’apporto riduce in questi casi gli impatti positivi sull’assetto organizzativo valorizzando piuttosto 180 apporti strettamente professionale (competenze linguistiche, settoriali) di cui lo stagista è portatore. Nel caso in specie la persona individuata per la Provincia di Cagliari fornisce un prezioso supporto nella fase di progettazione per la quale, tra l’altro, è stato particolarmente addestrato. La struttura logistica dell’Ufficio è stata recentemente approntata utilizzando una rete di PC collegata alle classiche periferiche: stampanti, fax, scanner. I locali sono ospitati in Viale Ciusa, 21 09131 Cagliari presso la Direzione Generale della Provincia. Gli spazi disponibili consentono il migliore utilizzo delle risorse umane anche se andrebbero potenziati con riferimento alla capacità di accogliere pubblico e a quella di tenere riunioni. 6.2 Strategie attivate dall’ufficio L’ufficio Europa della Provincia di Cagliari ha come obiettivo principale della propria attività quello di aumentare la capacità dell’ente di utilizzare i finanziamenti europei connessi all’attuazione delle diverse politiche comunitarie. La contemporanea presenza al interno di un’Infopoint Europa compreso all’interno dell’assessorato alle politiche del personale, restringe ma allo stesso tempo rende maggiormente efficace il ruolo della struttura all’interno della Provincia. Se questo è quindi l’obiettivo strategico, come vediamo non è l’unico che la provincia di Cagliari si pone nell’ambito dei rapporti con le istituzioni comunitarie. La struttura si colloca quindi a monte dell’Info point per la sua capacità di fornire informazione specializzata ed assistenza tecnica. L’Infopoint al contrario è più che altro una struttura specializzata nel fornire informazioni abbastanza generalistiche nei diversi ambiti di azione dell’Unione Europea. La struttura si differenzia anche dalle altre unità organizzative della Provincia che agiscono immediatamente a ridosso dei fondi strutturali. Altro importante obiettivo dell’ente è quello di diffondere all’interno della provincia di Cagliari esempi di buone prassi “importate” da altri contesti europei maggiormente evoluti in determinati settori di pertinenza degli enti locali. Questo secondo obiettivo nel corso del 2004 riguarderà anche i tutti i comuni della provincia. 181 Il perseguimento di questi risultati passa attraverso una strategia di profondo coinvolgimento delle strutture della Provincia nelle fasi di progettazione e di gestione dei progetti. Coerentemente con questi obiettivi e con la strategia individuata, l’Ufficio Europa della provincia di Cagliari è contraddistinto da due caratteristiche di fondo: ha competenza generale: contrariamente ad altre esperienze di enti che hanno specializzato le proprie strutture in alcuni settori (ad es. energia, ambiente, formazione) la provincia di Cagliari segue tutti i diversi settori attingendo le competenze “settoriali” necessarie alla stesura dei progetti dai rispettivi uffici. In questo modo diventano fondamentali sia il clima complessivo dell’ente, il come è percepito l’ufficio, sia il grado di stima dell’organizzazione nei confronti del personale utilizzato dall’ufficio. L’efficienza complessiva del sistema dipende in questo caso dalla capacità di interazione dei diversi uffici e cioè dalla presenza all’interno dell’ente di una cultura sia organizzativa ma soprattutto di una maturazione e condivisione di scopi rispetto agli obiettivi dei singoli programmi cui si intende partecipare realmente elevata. si rivolge soltanto alla Provincia (anche se dal prossimi anno si occuperà anche dei comuni): quest’altra caratteristica è spesso non riscontrabile in altri uffici Europa che hanno target differenziati di utenza esterna. Non si possono a tal proposito individuare regole stabili. La strategia adottata dipende dal tipo di ente dalla sua grandezza, dal tipo di territorio di cui sia ha il governo e la responsabilità amministrativa. Certamente il comportamento della Provincia di Cagliari è virtuoso. A supporto di questa strategia la Provincia di Cagliari, ha fatto ricorso ad iniziative di formazione seminariale, anche attraverso il ricorso alla Associazione Tecla a cui hanno aderito tutti i settori dell’ente. In particolare si è trattato di un seminario realizzato a Bruxelles avente ad obiettivo il trasferimento di capacità progettuali sulle tematiche comunitarie attraverso la tecnica del Project Cicle Management; a questo seminario hanno aderito diversi funzionari di Cagliari. Un’altra iniziativa stata realizzata nel campo delle politiche ambientali con la presentazione delle call for proposal 2003 per il programma comunitario LIFE. L’iniziativa realizzata nello scorso mese di Settembre, ha visto insieme funzionari di diverse province, ma, soprattutto della Provincia di Cagliari, studiare i formulari di candidatura e le tecniche di costruzione del progetto. 182 Anche in virtù delle considerazioni espresse dalla parte politica e della forte determinazione dello staff di progetto, è facile prevedere una crescita della Provincia di Cagliari nell’ambito del panorama degli uffici europa italiani. In questa direzione va interpretata la partecipazione della Provincia all’Associazione Arcolatino della quale detiene la vicepresidenza di uno dei gruppi di lavoro nonché la partecipazione all’Associazione Tecla della quale la Provincia di Cagliari è socia da parecchi anni ma che recentemente è stata rilanciata dalla nuova presidenza. 6.3 Knowledge management (informazione,formazione, sviluppo risorse umane) Anche la Provincia di dispone di un proprio sistema informativo basato sul costante monitoraggio dei più accreditati siti internet. Un ruolo molto importante nell’accesso all’informazione qualificata è dato dalla ricezione del bollettino di informazione comunitaria edito da Tecla. Le informazioni ivi contenute sono distribuite ai diversi servizi della provincia potenzialmente interessati. Tra tutti, per i bandi della regione Sardegna il più consultato è il sito: http://www.regione.sardegna.it/europa che consente l’accesso a tutti i bandi regionali sui diversi assi del POR Sardegna. Il sito presenta pure una sezione dedicata ai PON, ai PIC ed alle azioni innovative. Tra gli altri siti maggiormente utilizzati troviamo, anche in questo caso, quello ufficiale dell’Unione Europea (www.europa.eu.int) il sito del Formez (www.formez.it), quello dell’Ervet (www.europafacile.net), quelli dei principali Ministeri. Le informazioni tratte dai siti, rielaborate assieme a quelle fornite dall’Associazione Tecla vengono trasmesse in maniera mirata ai diversi assessorati attraverso la costruzione di schede di programma le quali evidenziano in maniera precisa le principali criticità del programma: gli obiettivi, le azioni, la scadenza per la presentazione dei dossier di candidatura etc. Oltre a questa tipologia di acquisizione e successiva lavorazione delle informazioni, la Provincia di Cagliari dedica anche energie alla formazione del proprio personale utilizzato in primo luogo alle attività di aggiornamento promosse dall’associazione Tecla. Le risorse umane in questione utilizzano, infatti, alcune giornate l’anno alla propria formazione partecipando a seminari tematici sulle politiche comunitarie. Particolarmente seguiti risultano i programmi FAD del Formez che impegnano il responsabile dell’Ufficio anche in un’attività di network con altri funzionari di altri enti locali. 183 I diretti interessati infine lamentano l’assenza di un programma di crescita personale centrato sull’acquisizione di capacità progettuali in materia di sviluppo locale. Se questa è la fotografia dell’esistente, i funzionari impegnati all’interno dell’Ufficio ritengono molto utile crescere professionalmente negli ambiti di conoscenza tipici delle attività europee. In particolare, tra i diversi skills possibili solo una delle unità di personale impegnate ha dichiarato la propria necessità di strutturare più profondamente le proprie competenze costruendo ex-novo, delle competenze aggiuntive. Tra quelli proposti, l’expertise informatico sembra essere quello di cui più si sente la necessità. Allo stesso modo viene avvertita la necessità di costruire competenze normative di riferimento sia nazionale che comunitaria, sulle istituzioni comunitarie, sulle procedure amministrative per la gestione dei fondi, sulle metodologie di budgeting e su quelle progettuali. Gli altri componenti dell’Ufficio ritengono utile rafforzare proprie conoscenze negli stessi ambiti e nell’utilizzo delle lingue straniere. Diverso appare il discorso sulle competenze, ovvero sull’acquisizione di quelle abilità operative che consentano di effettuare il management quotidiano delle attività. Tra quelle da rafforzare sono presenti quelle connesse all’attivazione e gestione di partenariati comunitari, gestione dei gruppi di lavoro, sviluppo di piani di comunicazione interna ed elaborazione di progetti. Per quanto concerne la valutazione delle metodologie formative colpisce la scarsa considerazione che viene riservata alla FAD ed alle simulazioni. Viene al contrario ritenuta molto utile l’attività d’aula sia attraverso la partecipazione a brevi seminari che a veri e propri periodi di formazione in aula. Allo stesso modo vengono valutate quelle metodologie di formazione poco strutturate come la partecipazione a gruppi di lavoro, le visite e gli stage. Il quadro che emerge, coerentemente con la valutazione complessiva che dell’ufficio è possibile effettuare, è quello di una struttura fortemente orientata alla progettualità europea. Risolti i problemi di assetto organizzativo interno grazie anche alla forte coesione che è possibile registrare tra l’ufficio e gli altri servizi, la preoccupazione maggiormente evidente è quella di agire con efficacia nell’ambito delle attività europee partecipando a molti progetti e spingendo gli altri servizi dell’ente a farlo. E’ in 184 quest’ultima parte del processo che si registrano i maggiori bisogni di conoscenza e di competenza e che occorre intervenire. 6.4 Sistema di relazioni (istituzionali, operative,per sistema territoriale) La Provincia di Cagliari ha costruito un sistema di relazioni a diversi livelli che vedono posizionare il proprio ufficio Europa con un ruolo centrale rispetto al panorama regionale. In tal senso l’assetto organizzativo dell’Ufficio appare essere l’ideale per conferire allo stesso quel ruolo di coordinamento dell’accesso alle varie politiche comunitarie che viene riconosciuto dagli altri assessorati. Anche per quanto riguarda le relazioni provinciali, come si è più volte detto, l’ufficio sta programmando la costruzione di una rete intercomunale che possa vederlo a servizio dei diversi comuni Anche le relazioni con la comunità scientifica locale sono intense; in particolare con l’Università di Cagliari. Attraverso l’adesione alla Associazione Tecla, qui più volte ricordata, la provincia di Cagliari potrà conquistarsi visibilità e riconoscimenti. Per far ciò sarà necessario accompagnare l’azione dei funzionari con un forte sostegno politico che possa promuovere un ruolo della provincia nei vari contesti, politici e tecnici, in cui l’Ente potrà essere chiamato a svolgere un ruolo attivo nel panorama nazionale degli uffici Europa. Un ruolo molto importante come ribadito più volte, potrebbe essere svolto in favore dei comuni della provincia, il gruppo più numeroso tra quelli sardi a partire dal prossimo 2004. In tale direzione la Provincia dovrà comunque migliorare il proprio assetto aumentando il numero delle risorse umane impegnate o stanziando delle risorse per acquisire la consulenza necessaria per l’accompagnamento progettuale. Il rischio al contrario è quello di fornire servizi solo virtuali che si limitano, cioè alla pura informazione senza il necessario accompagnamento progettuale che poi in definitiva è quello che realmente serve per presentare i progetti. E’ infatti impensabile che un comune soprattutto se di modeste intenzioni possa gestire da sè una struttura di progettazione; d’altronde è anche vero che assistere ben 109 comuni comporta un grosso sforzo organizzativo che non potrà certo essere retto dalla struttura attuale. 185 Occorrerà in primo luogo potenziare il sistema informativo; molte delle comunicazioni potrebbero avvenire attraverso una intranet provinciale; sarà anche necessario codificare le modalità di interazione attraverso l’approntamento di un format per le manifestazioni di interesse che rendano certe e precise le comunicazioni; occorrerà, soprattutto investire molto nella formazione del personale dei comuni per creare delle antenne locali in grado di dialogare costruttivamente con la Provincia. Altrettanto importante sarà la realizzazione di una programmazione provinciale che tenga conto delle potenzialità dei programmi europei. Sarà quindi necessario avviare una sensibilizzazione anche politica delle amministrazioni comunali da coinvolgere nel processo. E’ un’operazione di grande importanza da poter riutilizzare anche in chiave del nuovo periodo di programmazione dei fondi strutturali. 6.5 Sviluppo progetti (analisi dei bisogni, budget, procedure, processi, metodologie) Per quanto concerne poi il funzionamento dei processi attinenti l’area dei progettualità l’ufficio, come risulta dai dati rilevati, appare in grado di padroneggiare con sicurezza i diversi step del possibile ciclo di vita della proposta progettuale, dall'attivazione del progetto alla rendicontazione dello stesso. A tal proposito una parte della procedura relativa all’attivazione di progetti è stata codificata: gli interlocutori dei vari uffici devono dialogare con l’ufficio attraverso l’utilizzo di una modulistica apposita. Anche per quanto riguarda la documentazione più propriamente amministrativa, l’ufficio dispone di modelli elaborati, sperimentati e poi utilizzati anche dagli altri settori: ci si riferisce qui agli atti amministrativi di approvazione progetto, istituzione dei capitoli di spesa relativi alle entrate ed alle uscite sia per le spese correnti che per gli investimenti. Nella scelta delle iniziative da intraprendere,la Provincia non ha codificato alcuna particolare procedura per l’analisi dei fabbisogni. Non esiste un momento di riflessione ed aggancio dei programmi europei alla programmazione provinciale. Rispetto al passato si è comunque superata la logica situazionale secondo la quale era la casuale (rispetto alle priorità provinciali) presenza di un’opportunità offerta da un bando e la proposta di un consulente che forniva all’amministrazione l’opportunità di predisporre 186 un progetto. Per la verità questa situazione è riscontrabile in molte altre province ben più titolate della provincia di Cagliari nel settore delle province comunitarie. A fronte di un atteggiamento sostanzialmente sicuro sulle diverse fasi dell’area in questione, è stato quindi evidenziato come una maggiore crescita dell’ufficio appare necessaria nella scelta del programma cui partecipare e delle verifiche preliminari alla presentazione del dossier di candidatura. Posto che la provincia è un ente a competenza generale e quindi suscettibile di avanzare candidature in qualsiasi settore, dalle interviste emerge la necessità di comprendere su quali programmi è consigliabile presentare propri progetti considerato il grado di accessibilità del programma stesso. L’accessibilità è misurabile in funzione di variabili diverse quali: l’ammontare delle risorse disponibili; la complessità del programma, la numerosità del partenariati, ed, infine, non in ordine di importanza le priorità dell’Ente. Evidentemente questa preoccupazione manifesta un eccellente grado di maturità della struttura indagata se paragonato alla sua giovane età. Superato il primo momento che corrisponde alla fase logistico/organizzativa, il passo successivo degli uffici Europa è quello di rendere efficace il proprio operato lì dove il concetto stesso di efficacia è declinato sul numero e sulla qualità dei progetti approvati. Si comprende a quel punto come, ben lungi dalle carenze di informazione cui, a prima vista, viene imputata la maggiore responsabilità nella difficoltà ad accedere ai finanziamenti europei, il problema di più difficile soluzione consiste nella creazione di quella rete di relazioni ed esperienze che consente di leggere i bandi in un contesto di riferimento ben più complesso ed articolato di come a prima vista possa apparire dalle prescrizioni del bando. In questa direzione ritengo sia ben avviata la Provincia di Cagliari. Probabilmente grazie all’elevato tasso di coesione interna che rende visibili più chiaramente gli obiettivi e genera bisogni di crescita assolutamente corrispondenti. Oltre questa annotazione di carattere metodologico, l’ufficio tende a standardizzare i processi che portano alla presentazione e gestione dei progetti per ottimizzare i tempi e l’utilizzo delle risorse. Sia l’analisi dei bisogni che quella connessa alla definizione dei contenuti, avviene in collaborazione con gli altri partner così come la definizione del budget. Anche il rapporto di partenariato non comporta problemi particolari non fosse altro che per l’aiuto di Tecla, l’associazione di cui fa parte la provincia di Cagliari e che sovrintende alla ricerca di partenariati da parte dei propri soci. 187 7. Conclusioni La Provincia di Cagliari si presenta oggi nel panorama degli uffici Europa nazionali ma anche europei con una carica molto elevata di potenzialità positive. Accanto a qualche zona d’ombra, molte notazioni, ad avviso dello scrivente, assolutamente positive tutte legate al delicato ma allo stesso tempo potente equilibrio esistente tra la funzione politica e quella amministrativa o tecnica nel caso dell’ufficio Europa. Credo che la Provincia di Cagliari sia quindi partita con il piede giusto. Molto importante appare l’allocazione dell’Ufficio presso la Direzione Generale che automaticamente legittima, oltre la volontà politica, un ruolo di stimolo e di coordinamento ma anche di supporto dell’ufficio nei confronti degli altri settori della Provincia. In terzo luogo la coesione interna: il guardare con simpatia, il dedicare tempo da parte dei settori ai primi passi dell’Ufficio sono un potente viatico per una crescita rapida in termini di competenze e risultati. Questo fenomeno nasconde alcuni rischi che non vanno sottovalutati. Attenzione quindi al potenziamento dell’Ufficio anche in funzione di nuovi e gravosi compiti che la Provincia intende assegnargli. Dovrà trattarsi di un potenziamento che passi necessariamente attraverso l’aumento del numero delle risorse umane impegnate– interne od esterne poco importa – e la contemporanea qualificazione professionale nei settori per altro suggeriti dagli stessi interessati (esprimere una valutazione sull’esperienza e considerazioni per il monitoraggio dell’efficacia della metodologia, degli strumenti e delle indicazioni e formazione ottenute per lo sviluppo delle attività). Non occorre confondere le forti motivazioni, financo l’entusiasmo del personale con una ricetta miracolosa capace di risolvere qualunque problema. Anzi bisogna approfittare di questo “stato di grazia” riscontrato per rilanciare e potenziare seriamente l’ufficio. Basata veramente poco in questa direzione, può essere fatto con gradualità, ma va fatto per non vanificare nel tempo quanto sin qua investito. Anche il ruolo politico dovrà, ad avviso dello scrivente, maturare al proprio interno un concetto più evoluto della funzione dell’Ufficio Europa ma anche del ruolo della Provincia sul fronte dei programmi europei. Accanto all’innegabile ruolo di fund raider su un piano europeo al fine di impinguare i bilanci delle province sempre più magri per i noti tagli ai trasferimenti statali e regionali, bisogna guardare con attenzione ad una rappresentanza politica a livello Nuts III che renda realmente più coeso, più realmente 188 europeo lo spazio europeo. Far progetti insieme ad altri partner di stati diversi, con lingue culture diverse, al di là delle ricadute economiche, che possono anche essere poco significative rispetto alle grandezze a cui sono abituate le nostre province, contribuisce veramente alla costruzione di un comune modo di pensare e vedere al di la dei nazionalismi. L’Europa dei localismi, a cui forse noi italiani, per la nostra storia peculiare, guardiamo con maggiore attenzione e simpatia, è prima di tutto una grossa operazione di omogeneizzazione culturale non pensata come una omologazione in basso di valori e culture spesso diversissime, ma come una straordinaria occasione di arricchimento ma anche di comprensione delle nostre radici comuni di europei. La province rispetto a questo paradigma rappresentano, più delle regioni, gli enti che a livello europeo possono meglio coniugare il localismo ad una dimensione transnazionale a cui l’attuale fase storica ci ha ormai abituati. Le province sono quindi quegli enti che per dimensione territoriale conservano quella massa critica necessaria a difendere ma anche a valorizzare una cultura locale a livello europeo. Ecco quindi che si intravede qui l’evoluzione possibile dell’ufficio Europa, cerniera tra locale e globale in un compito di promozione del territorio e di importazione di quanto di meglio dall’Europa può venire. L’Ufficio Europa e le Province possono quindi rappresentare una sorta di filtro specializzate che se da un lato coglie tutte le opportunità europee, dall’altro promuove il territorio ed i propri attori socioeconomici all’estero. Se le considerazioni espresse nel report, le discussioni avute con i rappresentanti dell’Ufficio e con il Presidente potranno incidere anche minimamente sulle convinzioni e sulle credenze della classe politica della Provincia di Cagliari orientandole verso questa accezione di Ufficio Europa, saremo molto soddisfatti del lavoro svolto. 189 9. L'Ufficio Europa della Provincia di Cosenza di Carmelo Messina 1. Premessa La Provincia di Cosenza è una delle cinque Province Calabresi. E’ la prima tra esse in ordine alla grandezza del territorio (kmq 664.996)e per la numerosità della popolazione (nr. 733.797 abitanti). La Provincia di Cosenza si trova al primo posto per numerosità dei comuni che compongono il suo territorio: ben 155. Il caso è stato costruito nel periodo di tempo che va dal giorno 10 al giorno 21 di Dicembre 2003. La provincia di Cosenza vanta ormai da molto tempo una consolidata esperienza nel settore dell’Ufficio Europa. Lo start dell’ufficio e con esso dell’amministrazione cosentina nel settore delle politiche comunitarie, risale al 1999 anno in cui finisce l’esperienza che la Provincia di Cosenza matura all’interno del programma PASS. Il progetto della provincia, denominato Telesio e condotto da un’ATI formata da Formez, Main, etc, contrassegnato con il numero 19, aveva per obiettivo generale risolvere alcuni importanti problemi inerenti il ruolo dell’attore pubblico nel settore dello sviluppo locale. Il progetto si proponeva di fornire suggerimenti alla Provincia per consentirle di affrontare le sfide dello sviluppo integrato in un’ottica comunitaria, intendeva migliorare la conoscenza da parte di amministratori e dirigenti dell’ente sulle opportunità offerte dai fondi comunitari, ed infine, si proponeva di migliorare le capacità del personale della Provincia e degli enti locali in materia di progettazione. Il progetto Pass 19, prevedeva un’attività di ricerca sull’organizzazione della Provincia di Cosenza e sui casi di successo in materia di fondi europei, un’attività di formazione rivolta a diversi gruppi di destinatari ed infine la costituzione dell’Ufficio Europa all’interno della Provincia di Cosenza. Il progetto in questione ha consentito di determinare le condizioni di successo di una pubblica amministrazione nel settore dei fondi strutturali individuando nello strumento della programmazione integrata e settoriale i motivi di alcune esperienze di successo 190 maturate in Italia. Al contrario i fattori d’inerzia individuati sono stati la difficoltà ad adottare modelli di pianificazione poco orientate ai risultati; anche gli strumenti di controllo non sembrano adeguati. Questi tipo di pianificazione non raccoglie gli spunti che possono venire dal basso, ossia dal mondo delle attività produttive e dalla società civile. La conseguenza è la mancanza di scelte prioritarie con una eccessiva polverizzazione degli interventi, la ripetizione degli stessi con la creazione di un basso valore aggiunto per il territorio. Un altro elemento di preoccupazione che il progetto portò in evidenza era legato al consolidamento dell’organizzazione dell’attore pubblico che va misurata concretamente sulla capacità di dialogo tra amministratori e dirigenti e sul rispetto del ruolo di quest’ultimi da parte dei primi. Altri importanti elementi di verifica risultavano essere la difesa di una rigida separazione di competenze tra uffici se non competizione ed, infine la fruizione di percorsi formativi non finalizzati al cambiamento quanto piuttosto all’acquisizione di titoli da utilizzare in termini di avanzamento di carriera. Un elemento importante della ricerca condotta in seno al progetto fu di dimostrare come un elemento che accomunava tre delle quattro esperienze di successo ivi illustrate2 era la presenza di una tecnostruttura chiamata Ufficio Europa con compiti di filtro delle informazione sulle possibilità di finanziamento ed interfaccia tecnica sia esterna che interna all’ente per l’assistenza alla progettualità. Risultava subito chiaro come la semplice presenza di una infrastruttura di questo tipo era di per sé insufficiente a garantire quel salto di qualità senza un forte cambiamento di altri sistemi operativi d’integrazione organizzativa quali: la pianificazione ed il controllo, il sistema informativo, la gestione del personale. Tra gli obiettivi realizzati durante il progetto vi è la costituzione dell’Ufficio Europa anche se al di fuori del contesto di un reale cambiamento organizzativo non realizzato pienamente per l’impossibilità di coinvolgere nelle attività formative il vertice burocratico-politico dell’ente. Da allora ad oggi l’ufficio, il primo costituito in Calabria, ha proseguito la sua attività maturando un’esperienza operativa ormai consolidata e che qui viene descritta. 2 I casi di successo presentati erano le province di Lecce, Modena e Grosseto più il comune di Lamezia Terme 191 2. Gli attori Il ricercatore è il dr. Carmelo Messina, funzionario della Provincia Regionale di Catania, responsabile dell’Ufficio Europa della omologa provincia. L’Ufficio Europa di Catania, l’Osservatorio Europeo è stato istituito nel 1997. Dal 1998 è anche un Euro Info Centre. In tale posizione il dr. Messina ha curato la progettazione e gestione di diversi progetti a valere sui programmi europei dedicando una particolare attenzione all’internazionalizzazione delle PMI siciliane. Il dr. Messina collabora da anni in materie attinenti la presente ricerca con istituti quali: Formez, Cerisdi, Ancitel etc. Il kit degli strumenti è stato utilizzato con: dr. Renato Gaspari Dirigente Politiche Comunitarie Assistente Dr.Gianna Francesca Pellegrino Funzionario Ufficio Europa Dr. Rodolofo Berardini Funzionario Ufficio Europa Dr. Francesco Toscano Dirigente Servizio Ambiente Dr Mario Maiolo Assessore al Territorio, Protezione civile, Politiche comunitarie 192 3. Il clima La griglia di osservazione è stata compilata al termine della visita a Cosenza. Essa consente uno sintesi conclusiva sul clima interno all’Ufficio e sui rapporti tra esso e gli altri uffici. L’analisi del Clima Organizzativo rileva le percezioni relative alla struttura, ai rapporti, relazioni e attività che si definiscono all’interno dell’organizzazione e che costituiscono il fondamento del comportamento organizzativo. Quando si parla di organizzazione, e delle risorse umane che in essa operano, l’integrazione fra le parti è uno dei problemi fondamentali che s’incontrano e che accresce la sua criticità quando l’organizzazione è il risultato della convivenza di molteplici realtà, come accade nelle organizzazioni complesse, quali sono in generale gli enti pubblici e, più in specifico, per l’organizzazione oggetto di indagine, vale a dire la Provincia di Cosenza, in cui l’Ufficio Europa si trova a dialogare con tutti gli altri uffici. Un primo elemento di fondamentale importanza è il ruolo del Dirigente dell’Ufficio. Il ruolo viene percepito dagli altri servizi come di reale supporto per accedere a processi di informazione e di assistenza tecnica per la progettazione comunitaria. Anche la parte politica sostiene e tutela il ruolo del Dirigente. All’interno dell’ufficio è poi chiara la distinzione tra progettazione e gestione dei progetti. Il primo momento vede impegnate oltre il Dirigente con funzioni di coordinamento, un funzionario che si occupa della redazione dei dossier di candidatura; la gestione dei progetti prevede l’impegno di risorse afferenti ad altri servizi nonché il supporto di unità dell’Ufficio impegnate in attività di informazione e di rendicontazione. Allo stesso modo dei ruoli di ciascuno sono individuate le responsabilità dei singoli. Soprattutto per quanto riguarda gli aspetti contabili dei progetti è stata prevista la collaborazione di un dirigente dell’ufficio di ragioneria. Proprio l’accoglienza positiva ed allo stesso tempo orientata al compito, che è stata riservata allo scrivente, costituisce la cartina di tornasole del clima positivo trovato all’interno della Provincia. L’ufficio si connota anche per l’assenza di procedure rigide. Le modalità di lavoro prevedono la creazione e la scomposizione di gruppi di lavoro in funzione dei progetti. 193 Le uniche procedure che vengono attuate, direi piuttosto bene, sono quelle connesse alla gestione dei vari procedimenti amministrativi. Anche le dotazioni informatiche esistenti sono sufficienti per conferire all’ufficio quelle capacità di interazione con le fonti idi informazione e le reti esterne che appare fondamentale per supportare i servizi interni dell’Ufficio. In particolare esistono all’interno delle competenze informatiche che vengono utilizzate per l’aggiornamento del sito Internet. Anche in questo caso si sente la mancanza di una attività di formazione continua che migliori ed aggiorni le competenze dei vari attori dell’Ufficio soprattutto per quanto riguarda le lingue straniere e le capacità di progettazione. Come si diceva prima la costituzione dell’Ufficio Europa, avvenuta ad opera del progetto Pass, non ha dato luogo a rilevanti cambiamenti organizzativi all’interno dell’ente. In particolare la funzione di gestione delle risorse umane non è stata potenziata adeguatamente e non ha dato luogo all’organizzazione di percorsi di formazione continua per il personale della Provincia. Il clima positivo di fondo si evidenzia poi anche per la capacità di far circolare informazioni che vengono sempre molto mirate sulle necessità degli interessati interni. Anche all’interno dello staff la circolazione delle notizie mi sembra molto positiva: tutti sono informati di quello che succede e condividono le scelte fatte dalla Direzione. I componenti dell’Ufficio Europa si sentono certamente coinvolti in un’attività di gruppo e ritengono di far parte di un’unità d’elite della Provincia. Si denota nel gruppo ma anche nei singoli una forte motivazione soprattutto fondata sui risultati ottenuti e sull’appoggio dell’amministrazione nella persona del suo Vice Presidente. Sul versante network con altri uffici ed identificazione di una mission comune l’impressione è quella che all’interno dell’Ente si siano create delle linee preferenziali di comunicazione tra alcuni uffici tra i quali esiste una maggiore sintonia tra i dirigenti. I funzionari dell’ufficio, ricevono riconoscimenti ed anche incoraggiamenti dagli altri settori dell’ente che apprezzano particolarmente i servizi offerti; in linea con la leadership politica gli addetti all’ufficio appaiono molto attenti alle richieste del territorio così come d’altronde fanno con i settori interni; L’Ufficio Europa è anche un Eurodesk ed effettua anche ricevimento del pubblico. 194 5. Documentazione raccolta Strumento Numero di Utilizzato con: prodotti Mappa Ufficio Europa 3 Dirigenti L'Intervista in profondità - dirigenti 3 Dirigenti L'Intervista in profondità - operatori 3 Operatori La Griglia per l'analisi dei fabbisogni 6 1 - Dirigente Ufficio Operatore Ufficio Europa 2 - Europa Lo Spazio zanzara 1 Politico/amministratore La Check list per la documentazione vari Report 1 5. Diario del Caso Si descrive di seguito la sequenza degli eventi. Giorno nr. Caso di Cosenza Studio della documentazione metodologica; Approfondimenti bibliografici sugli uffici Europa acquisizione dati 10/12/2003 Mercoledì 1 provincia di Cosenza Compilazione Mappa e Griglia fabbisogni formativi 11/12/2003 Giovedì 2 Compilazione questionari in autosomministrazione per interni ed esterni 18/12/2003 Giovedì 3 Stesura Report Visita a Cosenza Incontro Assessore alle Politiche comunitarie della Provincia, ___________________ ed intervista: Spazio zanzara 19/12/2003 Venerdì 4 Incontro ed interviste con dipendenti Ufficio Europa: 20/12/2003 Sabato 5 Stesura report 21/12/2003 Domenica 6 Stesura report 195 6. Descrizione del Caso Il caso della provincia di Cosenza rappresenta emblematicamente una tipologia frequentemente riscontrabile nelle regioni obiettivo 1. E’ l’esperienza di una provincia tra quelle il cui territorio presenta un discreto numero di questioni irrisolte in materia di sviluppo e di sviluppo locale in particolare. Sicuramente non favorita da una posizione geografica che la rende marginale rispetto alla concentrazione attuale dei poli di sviluppo italiani e meridionali, la Calabria è forse la regione italiana con la più alta concentrazione di esperienze fallimentari del trascorso intervento straordinario nel Mezzogiorno. Si pensi alle vicende del porto di Gioia Tauro per ripensare ad un periodo in cui la logica a cui venivano ad ispirarsi i vari interventi non era certo quella dei risparmi di spesa o di favorire lo sviluppo dell’occupazione. La Provincia di Cosenza, rappresenta nel contesto delle autonomie locali un esempio virtuoso della capacità locale di fornire risposte concrete anche al livello istituzionale alla situazione di inerzia e di immobilismo denunciate prima. La Provincia di Cosenza , costituita da 155 comuni sui 409 della Calabria, confina a Nord con la Basilicata e a Sud con le Province di Catanzaro e Crotone. La sua estensione territoriale e di 6.650 kmq su cui insistono circa 750 mila abitanti. Si tratta quindi della provincia più grande della Calabria ed una delle più popolate d’Italia. La Provincia di Cosenza, come altre province italiane è caratterizzata da una marcata differenziazione tra le zone costiere e quelle interne collinari o montane che ammonta a circa tre quarti della superficie. La pianura costiera è la zona più ricca mentre quella interna è sicuramente l’area più povera a maggior tasso di disagio sociale. Anche nel caso della Provincia di Cosenza ci si è lasciati alle spalle un lungo periodo di inefficienza nella gestione della spesa dei fondi strutturali sia per la qualità degli interventi proposti che per la quantità della spesa. Oggi la Provincia, grazie anche al progetto PASS Telesio si trova ad operare sia all’interno della nuova programmazione che sui PIC ed infine sulle politiche comunitarie con una certa efficienza dopo aver mosso i primi passi nel 1998 con la costituzione dell’Ufficio. E’ stato adottato un modello organizzativo frutto dell’utilizzo dell’esperienza Pass riadattata, al di là delle esperienze teoriche, all’evoluzione politico-amministrativa della Provincia. 196 A prima vista il modello adottato può sembrare un compromesso al ribasso per quanto concerne le esigenze complessive di coerenza tra il funzionamento di un ufficio quale l’ufficio Europa che finisce inevitabilmente per assumere connotazioni molto tecniche e le esigenze di dialogo o di negoziazione che il livello politico del confronto o gli altri livelli burocratici impongono. In realtà ad avviso dello scrivente, non è possibile cambiare realmente le organizzazioni con l’uso di programmi quale il PASS che pure ha avuto un grandissimo rilievo nella modernizzazione della PA italiana. I cambiamenti causano delle resistenze profonde per certi aspetti generazionali che non è facile razionalizzare nel quadro di un intervento lungo e complesso quale quello che ha investito la Provincia di Cosenza. E’ sul ruolo della Provincia come motore dello sviluppo, sulla necessità di un coordinamento strategico delle attività di pianificazione, che non è stato facile trovare un’intesa ed una conseguente organizzazione. Un fattore di rallentamento importante nell’acquisizione di modelli e comportamenti innovativi è la diversa velocità del ciclo di vita dell’amministrazione rispetto alla dirigenza. Come più volte sottolineato l’ufficio Europa è lo strumento utile di un apparato politico amministrativo che coerentemente è ordinato verso l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del territorio attraverso la ricerca di tutte le opportunità di finanziamento del programma politico della amministrazione di riferimento. Senza questa profonda sintonia tra classe politica e classe burocratica, tra assessore e dirigente non è possibile perseguire seriamente alcun obiettivo. Quando questa coincidenza si verifica arrivano importanti risultati. Ma mentre la classe politica si rinnova inevitabilmente ogni elezione o al massimo due (per quanto riguarda il vertice dell’ente), la dirigenza con contratto a tempo indeterminato rimane stabilmente nell’ente. Il cambio di guardia dell’amministrazione può bloccare il processo evolutivo in atto nell’ente se cambia la sensibilità politica della nuova classe di governo. Soprattutto quando si è in presenza di una classe dirigente in larga parte approdata solo sul finire della carriera alla nuova attribuzione dei poteri di gestione al dirigente, una mancanza di sensibilità politica dell’amministrazione subentrante può far regredire l’ente locale vanificando i miglioramenti introdotti. Per questi motivi è da preferire per i ruoli chiave dell’amministrazione il ricorso allo spoil system che consente un’assunzione piena di responsabilità politica all’amministrazione attraverso la scelta dei propri dirigenti. Si comprende altresì il 197 ricorso sempre più accentuato agli esperti o ai consulenti che forniscono all’ente competenze e professionalità non sempre assicurabili all’interno anche in presenza di processi attivi di formazione ricorrente e di aggiornamento del personale. 6.1. Modello organizzativo Non si può prescindere dall’ancorare l’analisi del modello organizzativo dell’Ufficio Europa di Cosenza ai risultati dell’esperienza compiuta dalla stessa con il progetto Pass 19 Telesio. Anche nel caso dell’Ufficio Europa della Provincia di Cosenza, come sottolineato più volte dall’analisi dei risultati del progetto Telesio, appare rilevante non tanto il classico posizionamento dell’ufficio come cerniera tra il mondo delle opportunità di finanziamento e quello dei bisogni espressi dal territorio ed, in particolare, dal territorio dell’ente Provincia quanto la presenza o meno di condizioni ambientali stabili e prevedibili. Si faceva riferimento soprattutto alla presenza di forme di coordinamento interno delle attività necessarie come risposta all’aumentato bisogno di differenziazione dalla più stretta interdipendenza che caratterizza l’ambito operativo di un ente pubblico che svolge sia attività di erogazione di servizi che di programmazione. Le strade da percorre possono essere normalmente due. La prima a livello operativo, consisteva nell’introduzione del responsabile di procedimento nel suo livello di integratore di processi interfunzionali ed intersettoriali. La seconda strada riguardava il problema dell’integrazione strategico-organizzativa complessiva che solo la figura di un Direttore Generale può assicurare. Ma al di là della funzione del Direttore generale, emergeva dalla realizzazione del progetto PASS 19 la necessità di ancorare il processo di Pianificazione dell’ente ad una visione che tenesse conto delle esigenze operative e delle risorse necessarie allo svolgimento delle attività gestionali ma che allo stesso tempo ribadisse la necessità di sottoporre tali attività ad una visione d’insieme all’interno della quale siano ben chiari le priorità politico-programmatiche. Tale visione dovrebbe essere assicurata da due comitati. Il primo istituito tra la Dirigenza delle aree interessate e gli assessori al ramo e di cui facesse parte il Presidente, il Direttore Generale. La funzione dell’organo era vista come momento di ancoraggio del processo di Pianificazione, Programmazione e 198 Controllo ad una visione che tenesse conto delle necessità operative e delle risorse necessarie allo svolgimento delle attività gestionali ma che allo stesso tempo ribadisse la necessità di sottoporre tali attività ad una visione d’insieme nella quale fossero ben chiare le priorità politico istituzionali. Il comitato avrebbe dovuto funzionare utilizzando lo strumento della conferenza di servizio. Il secondo comitato, costituito dagli assessori delle Aree operative interessate, avrebbe dovuto essere posto alle dipendenza del vertice politico per potenziare o coordinare l’acquisizione delle risorse da parte della Provincia e degli altri soggetti operanti nel territorio provinciale. L’Ufficio Europa avrebbe dovuto essere costituito, in prima battuta, come ufficio di staff di tale comitato con il compito di coordinare, in senso progettuale, la rete di operatori interni all’ente e distribuiti nei diversi uffici che avessero avuto esperienze dirette (o soltanto di formazione) delle questioni relativa ai rapporti tra Provincia ed Unione Europea. I compiti operativi assegnati all’Ufficio Europa erano quindi connessi all’erogazione di servizi di informazione a soggetti privati, imprese ed istituzioni sulle opportunità offerte dal quadro comunitario di sostegno e di servizi di prima assistenza relativi all’individuazione dei progetti e dei potenziali partners. L’organo in questione avrebbe dovuto esser collocato in staff alle aree operative. Rispetto a questa previsione originaria non molto è stato fatto sul piano organizzativo anche se è stato recuperato in maniera diversa l’obiettivo generale del progetto che era quello di ancorare più strettamente ricerca di opportunità ad una più attenta esplicitazione dei bisogni e dei programmi pensati per attuare quei bisogni. Di fatto l’analisi organizzativa dell’esistente e la riproposizione in chiave di cambiamenti organizzativi dell’obiettivo generale del progetto, appare troppo vincolata a cambiamenti che riguardavano il funzionamento complessivo dell’ente per essere attuati con semplicità. Scarsa attenzione si è invece dedicata alle modalità più operative della tecnostruttura ed all’analisi delle condizioni minimali e/o ottimali di funzionamento. Si è preferito analizzare le condizioni di funzionamento interno della struttura tralasciando quelle che sono le caratteristiche di operatività esterna altrettanto importanti. Probabilmente, come in altri casi, l’impostazione originaria del progetto ha risentito delle culture di cui erano portatrici le organizzazione titolari dell’ATI realizzatrice del progetto Telesio. 199 L’attuale modello organizzativo ha semplificato la gestione dei rapporti interistituzionali di cui è titolare l’Ufficio attraverso l’individuazione e la successiva regolamentazione di procedure regolamentari che descrivono compiutamente ed analiticamente le fasi di ideazione, predisposizione del progetto, gestione e rendicontazione dello stesso (inserire il dirigente unico). L’ufficio in staff alle aree operative dell’ente ha come riferimento istituzionale un Assessore ed ovviamente la Giunta ed il Presidente quando le rispettive competenze dovessero entrare in gioco all’interno del “ciclo di vita” del progetto. Particolarmente interessante é il collegamento dell’attività dell’Ufficio alla realizzazione del Programma. Come stabilito dall’ordinamento e dai principi contabili dell’osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali, i documenti che costituiscono parte del sistema di bilancio a livello di programmazione di mandato sono: le linee programmatiche ed il piano generale di sviluppo. Inoltre il sistema di bilancio include a livello di preventivo: la relazione previsionale e programmatica, il bilancio annuale di previsione, il bilancio pluriennale, il piano esecutivo di gestione e gli allegati al bilancio di previsione. L’attività dell’ente in materia comunitaria è ancorata, anche in base alla sensibilità di ciascun dirigente, alla relazione previsionale e programmatica e prevede le relative poste di bilancio e nei Programmi di Gestione come quote di cofinanziamento dell’ente. Dal 2004 anche la Provincia di Cosenza vorrà fornire risposte più incisive alle richieste dei propri comuni (ben 155) attraverso la realizzazione di un rete di assistenza alla progettazione. A tal fine le municipalità che intendono aderire alla rete contribuiranno economicamente al mantenimento dei servizi di assistenza. Al momento di realizzazione dell’intervista l’Ufficio era impegnato nella redazione del programma di attività della rete e nel determinare le modalità di funzionamento. 6.2. Strategie attivate dall'ufficio Come si è detto a proposito del modello organizzativo, l’Ufficio Europa della Provincia di Cosenza opera in maniera estremamente coordinata con le attività complessive dell’ente. Le sue attività sono orientate alla: 200 attuazione della relazione previsionale e programmatica; attraverso il coinvolgimento degli altri settori dell’ente interessati ai finanziamenti europei. Le strategie dell’ufficio sono quindi attuazioni operative delle indicazioni generali dell’ente. Questo processo di traduzione delle strategie politiche alle determinazioni operative non è particolarmente codificato a livello organizzativo ma passa attraverso l’esercizio delle attribuzioni e delle competenze che la legge attribuisce ai diversi organi che compongono l’amministrazione attiva. Nella sua azione l’ufficio è orientato a cogliere le opportunità comunitarie ordinarie attraverso la lettura e la partecipazione ai bandi del POR. Partecipa altresì anche ai bandi di gara sulle linee di bilancio comunitarie. Per quanto concerne poi le strategie legate all’informazione ed alla prima assistenza tecnica, l’Ufficio utilizza un proprio sito internet accessibile attraverso il sito della Provincia. Attraverso il sito è possibile ricevere informazioni sulle attività della Provincia in materia comunitaria e richiedere informazioni di dettaglio su qualsiasi argomento inerente l’Unione Europea. Il dirigente dell’Ufficio Europa gestisce anche l’Informagiovani dell’Ente che è anche un EuroDesk; quindi una struttura specializzata nell’informazione comunitaria ai più giovani. L’Ufficio Europa redige una propria newsletter che è possibile ricevere richiedendola attraverso il sito. La strategia di comunicazione della Provincia di Cosenza appare dagli strumenti visionati molto orientata ad un target giovanile e molto specializzata su problematiche concernenti le opportunità di studio, stage o lavoro per i giovani. Per quanto riguarda il resto delle informazioni sono stati creati nel sito dei link a siti che consentono una visione dei bandi in scadenza. Per quanto riguarda l’informazione interna è l’ufficio che elabora delle schede di presentazione dei progetti con delle schede di programma che descrivono brevemente gli obiettivi e le azioni dei programmi. Il 2004 dovrebbe essere un anno di svolta per l’ufficio proprio per questo suo volersi aprire al territorio della Provincia, per altro il più grande della Calabria, attraverso la convenzione con i comuni per erogare i seguenti servizi: informazione mirata sui bandi, 201 prevalutazione delle proposte di progetto da presentare sui programmi comunitari, valutazione delle diverse opportunità di finanziarie su cui presentare l’idea progetto; verifica presso le istituzioni comunitarie della fattibilità di finanziamento della proposta, ricerca partner, affiancamento nella stesura del progetto all’interno dei formulari, follow-up del progetto presentato a Bruxelles. Per garantire questi servizi la Provincia di Cosenza dovrà adeguatamente rinforzare il proprio organico anche con l’apporto di risorse consulenziali esterne e con l’adesione ad organizzazioni che possano garantire un sostegno reale nell’erogazione dei servizi individuati. 6.3. Knowledge management Anche se migliorabile su un piano della qualità e soprattutto dell’aggiornamento delle informazioni, la Provincia di Cosenza dispone di un proprio sistema informativo che si basa soprattutto sul proprio sito internet per le informazioni esterne. L’Ufficio dispone poi di un proprio sistema di riferimenti informativi molto validi che, per quanto riguarda l’aggiornamento sui bandi regionali, utilizza il sito ufficiale della regione Calabria. Per i bandi nazionali e comunitari tra gli altri siti maggiormente utilizzati troviamo quello ufficiale dell’Unione Europea (www.europa.eu.int) il sito del Formez (www.formez.it), quello dell’Ervet (www.europafacile.net). Le informazioni tratte dai siti vengono poi rielaborate dallo staff di struttura e trasmesse in maniera mirata ai diversi assessorati attraverso la costruzione di schede di programma le quali evidenziano in maniera precisa le principali criticità del programma: gli obiettivi, le azioni, la scadenza per la presentazione dei dossier di candidatura etc. Il Dirigente dell’ufficio ritiene, a buon diritto, che uno dei punti di forza dell’Ufficio risiede nella capacità di individuare celermente le informazioni più utili, anche prima della pubblicazione dei bandi, e di veicolarle in direzione delle aree maggiormente interessate in funzione delle previsioni della relazione sul Bilancio e della relazione previsionale e programmatica. Non è comunque facile andare oltre questa tipologia di acquisizione e successiva elaborazione delle informazioni; la causa principale viene individuata, dagli intervistati, nella mancanza di un’adeguata formazione dei dirigenti e della classe politica sulle problematiche comunitarie e sulla necessità di fare sistema per garantire un utilizzo 202 efficace delle risorse disponibili. Come si vede, anche in questo caso, riemerge il problema di fondo già denunciato dal progetto PASS e relativo alla lentezza del cambiamento indotto dall’esterno in maniera artificiale quando le condizioni organizzative interne sono di sostanziale arretratezza e fanno da pendant ad una situazione socio-economica esterna di sostanziale lentezza di sviluppo. Anche le risorse interne all’Ufficio non dedicano moltissimo tempo alla formazione; negli ultimi tre anni non risultano organizzati eventi formativi per il personale. I diretti interessati lamentano l’assenza di un programma di crescita personale centrato sull’acquisizione di capacità progettuali in materia di progettazione. Se questa è la fotografia dell’esistente, il personale interpellato si è distribuito nelle risposte fornite sugli ambiti in cui è stata segnalata la necessità di rafforzare, costruire le proprie conoscenze. Anche in questo caso tra le conoscenze che si intendono costruire ex novo troviamo quelle relative alle tecniche d budgeting, alle metodologie di analisi, nonché agli strumenti di organizzazione pianificazione del lavoro. Le esigenze del funzionario interpellato sono più sentite negli ambiti relativi allo studio delle lingue straniere, della conoscenza delle istituzioni comunitarie, delle strategie politiche dell’UE, dei programmi specifici sulle opportunità finanziarie, dei procedimenti amministrativi per la gestione dei fondi. Su alcuni ambiti i funzionari interpellati ritengono di essere sufficientemente formati e di non aver bisogno di ulteriori approfondimenti; ci si riferisce in particolare alle conoscenze in materia di normativa, nazionale e comunitaria, alle metodologie progettuali, alle metodologie di monitoraggio e valutazione, alle teorie dell’organizzazione, ai sistemi di knowledge management, all’informatica di base, all’informatica specialistica (sistemi di rendicontazione) ed alle reti per l’accesso alle informazioni in Europa. Anche per quanto riguarda gli ambiti di competenza i membri dell’ufficio hanno sottolineato come sia importate rafforzare o costruire competenze in materia di: attivazione e gestione dei partenariato, attivazione e gestione di partner comunitari, gestione gruppi di lavoro (interni ed esterni), sviluppo di piani di comunicazione e 203 marketing, sviluppo di piani di comunicazione interna, sviluppo piani di analisi, elaborazione progetti, sviluppo di piani di monitoraggio e valutazione di progetti. Per quanto concerne lo sviluppo di piani di monitoraggio e valutazione delle attività dell’ufficio nonché la programmazione delle attività e l’utilizzo di strumenti di project management gli intervistati ritengono che quelle evidenziate non sono competenze fondamentali. Per tutte e cioè per l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche, l’accesso alle informazioni, la predisposizione e distribuzione di strumenti informativi, la predisposizione di piani di budget, la rendicontazione dei progetti e la gestione delle procedure amministrative per i progetti, le esigenze sono piuttosto legate al consolidamento delle conoscenze pregresse con delle lievi differenziazioni personali. Infine relativamente alle metodologie didattiche si può notare come scarsa fiducia viene riposta nell’efficacia della formazione d’aula; il nostro interlocutore è anche piuttosto insoddisfatto dell’efficacia della formazione a distanza, dei seminari brevi e delle visite e stage e dei gruppi di lavoro locali. Il massimo dell’efficacia viene riconosciuta alle metodologie didattiche più attive e meno strutturate in contesti formali di apprendimento come le simulazioni, i project work, la formazione intervento (osservazione, affiancamento, intervento mirato), i gruppi di lavoro interlocali. Un giudizio intermedio viene proposto sulle altre metodologie proposte. 6.4. Sistema di relazioni La Provincia di Cosenza non ha costruito un particolare sistema di relazioni in materia comunitaria. Questo tipo di isolamento relazionale ma anche culturale, è abbastanza comune nelle Province calabre, soprattutto in quelle di più recente istituzione. Soltanto la Provincia di Catanzaro aderisce al network di Partenalia; delle altre la Provincia di Reggio Calabria è in procinto di aderire a Tecla. Questa situazione si riflette nella difficoltà di aderire a partenariati internazionali di qualità o di proporre idee progettuali come capofila. Il sistema di relazioni interno è invece particolarmente efficiente soprattutto con le istituzioni operanti nel terzo settore e con i comuni della Provincia. 204 Anche nelle procedure dell’ente per lo sviluppo dei progetti il partenariato locale è tenuto in debita considerazione nella fase di presentazione del progetto; in un’ottica di progettazione dal basso il partenariato locale contribuisce a determinare le priorità del progetto e può proporsi direttamente per la realizzazione di parti dello stesso. Un momento di grande sviluppo della Provincia in tema di partenariato locale sarà legato alla definizione delle convenzioni con i comuni cosentini. Per quanto concerne la crescita della Provincia in materia di partenariato locale il dirigente del settore ha dichiarato di non avere relazioni con altri Uffici Europa ma di voler far aderire la Provincia di Cosenza all’Associazione Tecla per riceverne supporto in materia di partner search e di progettazione. E’ evidente ad un’attenta osservazione come una dimensione di maggior apertura ed attenzione nei confronti di altre realtà nazionali ed internazionali consentirebbe alla Provincia di Cosenza un grosso salto di qualità in materia di progettazione comunitaria anche per l’esempio e le indicazioni di buone prassi che spesso in circuiti diversi da quello locale si riesce ad intercettare e a studiare. 6.5. Sviluppo progetti Il processo che conduce allo sviluppo di progetti all’interno della Provincia di Cosenza si basa sulle seguenti tre fasi: una fase di programmazione, una fase di coordinamento e gestione ed infine una fase di rendicontazione. La presentazione (o l’adesione) del progetto viene sempre decisa dalla Giunta Provinciale con apposito atto deliberativo nel quale viene sempre specificato il ruolo della Provincia che sarà di partner o di capofila. La delibera prevedrà inoltre l’eventuale cofinanziamento che sarà successivamente impegnato nel caso in cui l’ente finanziatore approvi il progetto. L’Ufficio Europa, di concerto con gli altri uffici e servizi coinvolti, istruisce la delibera della Giunta e cura la trasmissione del progetto all’ente finanziatore oppure le lettere d’intenti al coordinatore del progetto quando la stessa è partner. 205 In attesa della decisione di merito da parte della commissione europea o di altri enti finanziatori l’Ufficio Europa provvede alla predisposizione di una scheda progetto da inserire nella banca dati della Provincia, mantiene i contatti con la Commissione ed infine comunica il risultato della selezione ai partner locali e transnazionali (nel caso in cui la Provincia sia capofila) e agli altri uffici e servizi coinvolti nel progetto. Dopo l’eventuale approvazione del progetto l’Ufficio provvede alla firma del contratto e all’eventuale riprogettazione esecutiva dello stesso in funzione dei tagli apportati al budget originario, alla predisposizione del testo dell’accordo da inviare ai partner sempre quando la Provincia sia il capofila, aggiorna la scheda di progetto nel caso siano state apportate delle variazioni inerenti le attività, la tempistica o il budget. Successivamente l’Ufficio provvede alla predisposizione della determinazione dirigenziale per accertare l’entrata del contributo comunitario; provvede altresì alla preparazione della scheda contabile contenente i valori finanziari del progetto, i dati economici relativi al cofinanziamento ed alle entrate, suddivisi nei bilanci di competenza della Provincia e dei relativi centri di costo sulla base della durata del progetto Nel caso in cui nel progetto fossero state coinvolte altre strutture dell’ente, l’Ufficio dovrà predisporre un testo di determinazione a doppia firma dei dirigenti responsabili se l’impegno prevede l’uso di centri di costo diversi. Il dirigente emanerà una propria disposizione per la costituzione del gruppo di lavoro a firme congiunte nel caso in cui la complessità del progetto lo rendesse necessario. Sempre il dirigente, pur rimanendo responsabile del procedimento, con propria disposizione individua la figura del Responsabile del progetto che curerà il coordinamento del gruppo di lavoro; la programmazione delle attività previste dal progetto a breve ed a lungo termine, il collegamento con i partner transnazionali e non nel caso la Provincia sia coordinatrice del progetto, la verifica periodica dello svolgimento delle attività. Il responsabile del progetto è la figura chiave per il buon andamento dello stesso. Egli infatti individua le persone (o la persona) incaricate di supportare la realizzazione del progetto, gli eventuali collaboratori e consulenti di concerto con l’Ufficio; cura la pianificazione delle azioni di divulgazione e promozione dello stesso, il controllo sulla valutazione finale. 206 Il responsabile di progetto possiede anche delle competenze ammnistrativo-contabili. In particolare egli predispone i contratti d’incarico per l'assistente del responsabile, se previsto, e ad eventuali collaboratori e/o consulenti. Predispone infine le disposizioni dirigenziali di recepimento degli incarichi. Il responsabile di progetto provvede alla liquidazione delle fatture inerenti il le spese ammissibili del progetto e la predisposizione delle relative ordinanze di pagamento da inviare al servizio secondo le scadenze concordate, predispone le relazioni sul progetto, anche quelle contabili, da inviare alla Commissione europea, tiene un diario delle attività svolte. Può essere prevista anche una figura di supporto al responsabile del progetto che può essere scelta tra il personale interno all’amministrazione o, se espressamente indicato nel progetto approvato, qualora siano richieste esperienze non reperibili all’interno dell’ente può essere scelto all’esterno. Costui risponde del proprio operato mentre la responsabile del progetto mantiene il ruolo di garante dello svolgimento delle attività. L’assistente del responsabile del progetto cura l’organizzazione e la gestione delle singole attività di progetto, controlla la tempistica e le risorse economiche; è responsabile delle attività che gli sono delegate dal responsabile del progetto. Predispone le relazioni intermedie sullo stato di avanzamento del progetto. Predispone la relazione finale e la rendicontazione contabile finale delle spese. All’avvio del progetto il servizio consegnerà al responsabile di progetto copia della seguente documentazione: deliberazione di Giunta di adesione al progetto; il progetto approvato; la determinazione che impegna l’importo complessivo del progetto ed iscrive a bilancio la somma in entrata specificando altresì il cofinanziamento della Provincia; la scheda di attuazione del progetto, la scheda contabile; la modulistica utile alla gestione delle attività ed alla rendicontazione delle modalità da seguire nelle varie fasi dei lavori; l’indicazione dei documenti che dovranno pervenire all’Ufficio; la traccia dei verbali degli incontri che saranno organizzati in coordinamento con il servizio anche su richiesta del responsabile del progetto. L’Ufficio cura anche la rendicontazione delle spese del progetto. A tal fine raccoglie l’insieme degli atti giustificativi relativi alle spese sostenute per la realizzazione del progetto. In particolare verranno raccolti gli originali delle fatture liquidate e le relative disposizioni di pagamento nonché i mandati di pagamento emessi dal servizio 207 Ragioneria; la scheda contabile aggiornata in relazione allo stato di avanzamento dei lavori e delle attività; le relazioni intermedie finali da inviare all’organo di controllo 7. Conclusioni La Provincia di Cosenza offre all’osservatore un’immagine di abbastanza facile lettura. Si tratta di un’ amministrazione che può contare sull’esperienza abbastanza consolidata di un dirigente, il dr. Gaspari che, coadiuvato dal suo staff, ha maturato esperienze significative nell’ambito della progettazione comunitaria. Probabilmente la più significativa tra queste è l’attività di formazione intervento svolta dalla Provincia di Cosenza con il progetto PASS. E’ da individuare infatti nel 1998, anno di partenza del progetto PASS, il momento in cui la Provincia di Cosenza maturò per la prima volta l’idea dell’importanza di attrezzare una propria unità organizzativa nel settore delle politiche comunitarie. Da allora sono stati compiuti importanti passi in avanti ma probabilmente non tutti quelli che la stessa Amministrazione si aspettava; sopratutto per la scarsità di investimenti in risorse umane che sarebbe stato opportuno effettuare proprio per potenziare gli “effetti Pass” sulla struttura. Tra i miglioramenti introdotti appare fondamentale aver individuato un responsabile di procedimento che con pari dignità dirigenziale rispetto agli altri colleghi svolge, da responsabile dell’Ufficio Europa, quelle attività di stimolo alla progettualità in cui la provincia di Cosenza non è secondaria a nessuno. Certo sono possibili notevoli miglioramenti; l’amministrazione dovrà quindi lavorare in due diverse direzioni. Rendere maggiormente protagonista la Provincia con la partecipazione ad un numero maggior di bandi, potenziando il servizio ed aprendo l’ente ad un interscambio più frequente con altre realtà locali italiane in una logica di scambio alla ricerca dell’eccellenza. In tal senso la Provincia di Cosenza che ha già proceduralizzato i diversi momenti del ciclo di vita di un progetto comunitario potrebbe puntare alla certificazione di qualità del proprio operato. La Provincia ha poi necessità di dare al proprio operato una caratura maggiormente internazionale. Per far ciò un modello vincente deriva dall’adesione a diversi network internazionali di enti. E’ quindi urgente far aderire l’ente a qualcuno di essi con un ruolo non passivo ma propositivo rispetto agli altri. 208 Per far ciò occorre investire molto di più nella formazione delle risorse attualmente presenti e potenziare l’ufficio con l’inserimento di altre risorse. Appare poi importante una migliore definizione del target di riferimento che attualmente risulta essere abbastanza ampio: dalle imprese, ai giovani, al terzo settore, agli enti locali. In questo modo l’azione dell’Ufficio appare poco mirata e rischia di essere scarsamente incisiva non consentendo né la realizzazione di economie di scala, né la realizzazione di accumulo di esperienze. Infine un ambito di miglioramento notevole è la capacità di comunicazione dei propri servizi a partire dal sito internet, alla creazione di mailing list specializzate per la distribuzione della newsletter. 209 10. L'Ufficio Europa della Provincia di Modena di Domenico Ranesi 1 - Sommario e Conclusioni Il rapporto è stato redatto al termine di un’attività di approfondimento volta ad inquadrare in maniera quanto più sistematica possibile l’inserimento della funzione “Europa” all’interno dell’ evidente cambiamento di assetti, di ruoli, di competenze e di modalità di azione che contraddistingue l’operato delle Province sotto il profilo istituzionale ed amministrativo nell’ultimo periodo. Le indagini sono state condotte attraverso analisi documentale, visite sul campo e interviste a testimoni privilegiati e l’analisi ha compreso un primo sguardo d’insieme alle caratteristiche ritenute peculiari della provincia, esterne (indicatori macroeconomici, demografici, relazioni di network di prossimità etc) ed interne all’Ente (assetto istituzionale ed organizzativo, etc) per poi addivenire ad una ricognizione delle problematiche che sono sembrate più pertinenti alle questioni affrontate: dai rapporti istituzionali con gli altri Enti, ai problemi di governance esterna (interistituzionale) ed interna (mappatura della struttura Europa e relazioni con gli assetti organizzativi strutturati e tradizionali dell’Ente). Non sono mancati, nel corso degli approfondimenti effettuati in loco, momenti di discussione su questioni fondanti delle strutture “Europa” nelle pubbliche amministrazioni locali, al nord come al sud del nostro paese: è utile sottolineare a questo proposito che non esistono prescrizioni normative di alcun genere che vincolino gli enti locali ad intraprendere processi di costruzione di strutture che si occupino, per così dire, di “questioni” che hanno a che fare con l’Europa. Le esperienze in merito muovono in Italia, nella quasi totalità dei casi, da scelte endogene, vale a dire dalla crescente consapevolezza da parte degli amministratori locali della necessità di aprire il campo alla sperimentazione di nuove modalità di azione. Tipicamente l’Ufficio Europa riscontra così, specialmente nelle aree più “forti” una percezione diffusa che è insieme di “debolezza” strutturale nel corpo dell’Amministrazione e dunque di difficoltà di collocazione certa all’interno dello 210 spazio idealmente delimitato dall’azione amministrativa dell’Ente. In effetti, potremmo schematizzare la produzione dell’Ente Locale come un insieme inscindibile - nel senso che implicano una pluralità di rapporti e di interazioni - di Regole, Servizi erogati ai cittadini, e attività di supporto allo Sviluppo del proprio territorio all’interno di uno spazio comune, che è lo spazio della produzione di atti e provvedimenti amministrativi, che proviamo a delimitare con un grafico del tipo: Regole Servizi Sviluppo In qualche modo, la collocazione delle strutture che si occupano di Europa nelle aree più sviluppate economicamente e socialmente, se pure all’interno dell’Ente tende da principio ad essere identificata con una tipica organizzazione di “fund raising” (e dunque più vicina idealmente al polo “sviluppo”), finisce in effetti col trovare, nel corso del tempo, una sua collocazione in posizione più vicina all’Amministrazione delle Regole ed a quella dei Servizi che a quella dello Sviluppo. La sua mission diviene col tempo cioè, più che trovare risorse per lo sviluppo, quella di aiutare l’Ente, attraverso anche la ricerca di risorse dedicate – e dunque attraverso l’individuazione di “invarianti” almeno sotto il profilo finanziario – a fornire servizi più moderni ed aperti in alcuni settori importanti per la vita politica ed amministrativa dell’Ente e della comunità. In conclusione, essa finisce con lo sviluppare particolari capacità progettuali spesso più 211 legate alla singolarità dell’esperienza dell’amministrazione. Il tutto che ai processi reali di cambiamento nel rispetto del quadro normativo comunitario che, seppure cogente ed in grado di mutare profondamente le regole e i comportamenti dell’amministrare le cosa pubblica, rischia spesso di essere sottovalutato dai dirigenti e dagli amministratori stessi degli EELL. Di contro, nelle regioni obiettivo 1, le attività di gestione sembrano essere preponderanti rispetto a quelle progettuali tout court. L’imponente flusso finanziario dei fondi strutturali, con la nuova regolamentazione restrittiva rispetto alle capacità di utilizzo delle risorse, induce la messa in campo di strutture più “pesanti”, attrezzate cioè a rispondere in termini di rispetto di standards manageriali. In pratica alla capacità di rispondere a domande del tipo : <<cosa hai comprato con i soldi dell’UE? in quanto tempo?>>. Infine, le stesse risorse dei fondi strutturali rendono possibile la creazione di strutture complesse delle quali garantiscono e motivano l’esistenza. In questo modo tali strutture finiscono col collocarsi idealmente più vicino all’area delle Regole e meno a quella dello Sviluppo ed a quella dei Servizi. La Provincia di Modena non sembra sfuggire a quest’andamento complessivo, e tale sensazione è stata rafforzata sia dalle attività di mappatura dell’Ufficio Europa esistente sia dal “sentment” diffuso, presso i responsabili politici come in quelli amministrativi, che esprime spesso una condizione di incertezza e di precarietà di strutture più legate all’avvedutezza degli amministratori del momento che ad un’effettiva capacità di incidere all’interno dell’azione amministrativa dell’Ente. Il valore aggiunto che essa apporta può assumere, per converso, caratteristiche strategiche in termini di qualità dei processi: il modo in cui le decisioni pubbliche vengono assunte, il grado di condivisione che esse determinano, la trasparenza e l’evidenza dei processi finiscono infatti per costituire, in termini di governance locale, essi stessi una risorse di tipo strategico, specie nelle amministrazioni di aree territoriali più avanzate. L’ufficio Europa acquista dunque una funzione strategica perché accompagna e indirizza il cambiamento e la modernizzazione dell’Ente, ma al tempo stesso fornisce, attraverso il confronto con le esperienze di altri territori e di altre amministrazioni, un prezioso contributo nelle gestione dei processi, che diviene di per se stessa, come accennato, risorsa strategica. 212 2 – la provincia e la Provincia La provincia di Modena è abbastanza estesa e, con i suoi oltre 600 mila abitanti, è la seconda provincia della regione, che conta nel complesso poco meno di 4 milioni di abitanti. E’ ai primi posti in regione per densità (circa 233 abitanti/Kmq) . La superficie complessiva è pari, infatti , a 2.800 Km circa. Le dinamiche demografiche mostrano, sia su scala interregionale, che su quella intraregionale, una buona capacità di attrazione di nuovi flussi, rimasta nel tempo praticamente inalterata. I suoi 47 Comuni infatti dimostrano complessivamente, tranne qualche eccezione, una tendenza all’incremento demografico moderata ma costante nel tempo, contribuendo a rafforzare il trend dei dati su scala regionale che indicano una netta inversione di tendenza negli ultimi 10 anni (legata anche, naturalmente, ai fenomeni di immigrazione registrata negli anni più recenti). La densità delle aree territoriali più abitate sembra essere superiore alla media regionale, se è vero che la provincia contiene al suo interno Comuni di dimensioni considerevoli sotto il profilo demografico e comunque la dimensione media si colloca al di sopra della media regionale. Dal punto di vista più generale dei dati macroeconomici, la provincia di Modena, con un PIL pro capite di oltre 22.000 euro (dati 1999) si colloca ai primi posti della classifica nazionale, confermando di essere una delle più avanzate del Paese in merito agli indicatori classici del benessere delle famiglie. I dati macro più significatici, inoltre, quali numero delle imprese ed occupati, fanno registrare un incremento costante in termini quantitativi anche se non con lo stesso tasso di crescita di altri periodi del passato anche recente. Tutto questo all’interno di una dinamica di tipo generale non priva di luci e di ombre e che mostra, accanto ad aree in forte espansione, altre zone della provincia che fanno registrare momenti di stagnazione o, addirittura, in alcuni casi presentano elementi recessivi. In ogni caso, la generale tendenza nel corso dell’ultimo anno è stata verso un incremento del numero delle imprese (+1,5%) e dell’occupazione (+1,4%) su scala provinciale. Dal punto di vista della formazione del valore aggiunto, occorre però specificare che dietro questi dati si può leggere una stagnazione, se non una recessione, 213 dell’industria manifatturiera accanto ad un aumento, anche sensibile, di quella edile e della produzione di servizi. L’attività istituzionale della Provincia appare, di converso, particolarmente significativa: la Provincia ha in effetti adottato, fin dal 1998, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, che è stato poi approvato dalla Regione Emilia Romagna nell’ottobre dello stesso anno. Il Piano si presenta fortemente caratterizzato in termini di sostenibilità ambientale segnando in tal modo uno degli asset fondamentali della mission più recente e più “piena” delle Province – e va interpretato come un pregevole sforzo di pianificazione strategica sul territorio. Esso è al tempo stesso una prescrizione a carattere normativo che incoraggia l’Ente alla pianificazione e a coinvolgere al tempo stesso soggetti terzi (rispetto all’amministrazione locale) in questo processo. E’ dunque particolarmente interessante per il focus che pone sul concetto di Ente locale non semplicemente come organizzatore e fornitore di servizi pubblici locali ( produzione peraltro ben presente nella tradizione locale e regionale ) ma piuttosto in grado di favorire lo sviluppo economico e quello della società civile attraverso un’opera di modernizzazione della società nel suo complesso. La provincia è destinataria di una serie di deleghe da parte della Regione Emilia Romagna, soprattutto nella formazione professionale e nell’agricoltura. La Pianificazione, il Mercato del lavoro, sono poi altrettante aree di intervento abbastanza omogenee, anche se di relativamente recente acquisizione piena al patrimonio di know how provinciale. Accanto ad esse, ovviamente le aree tradizionali del sociale, dell’edilizia scolastica e del patrimonio, della viabilità, rafforzata peraltro quest’ultima dal recente trasferimento di risorse e competenze dall’ANAS. La struttura organizzativa è articolata in 7 aree funzionali più il dipartimento della presidenza, che conta al suo interno tre Servizi (Legale/amministrativo; Cultura; Progetti speciali). Le Politiche Comunitarie sono una struttura non di line, ma di staff, alle dirette dipendenze del direttore dell’area, che conserva comunque anche la dirigenza del Servizio Cultura, Informazione e Comunicazione. 214 Le altre aree funzionali sono: Risorse Umane, Finanza, Programmazione e Pianificazione, Ambiente, Attività Produttive, Formazione, Lavoro e Politiche Sociali, ed infine i Lavori Pubblici. La scelta dell’ Amministrazione è dunque orientata verso una struttura “leggera” che accompagni più che gestire e che informi e svolga funzione di counselling piuttosto che di coordinamento in senso stretto. Dunque, 5 aree funzionali di line e tre di staff (consideriamo così le Risorse Umane e la Finanza) oltre ovviamente al settore della Presidenza, costituiscono l’ossatura portante dell’amministrazione. 3 - Gli attori Il caso è stato sviluppato nel corso di una giornata sul campo, nella quale si è provveduto a intervistare gli attori fondamentali . Essi sono, oltre al Presidente cui è stato dedicato un tempo limitato (evidentemente per la limitatezza del suo tempo disponibile) sostanzialmente i due funzionari – legati all’Ente con un rapporto di collaborazione a tempo determinato – che oggi reggono sostanzialmente l’Ufficio, oltre al Dirigente che lo coordina. Ovviamente la divisione dei ruoli e dei compiti non è, come del resto accennato anche negli allegati, così netta in una struttura che può annoverare al suo interno risorse umane e finanziarie così limitate. Si può però comunque individuare una serie di funzioni in capo al dott. Bursi - che è funzionario di vocazione e di formazione tecnica, sociologo di studi ma eclettico per attitudine - sostanzialmente di tre tipi : ?? di coordinamento ?? di relazione ?? di progettazione Tutte queste funzioni possono essere posizionate nella sfera delle relazioni esterne dell’Ente, e dunque attengono a comportamenti rilevanti la sfera dell’interazione diretta dell’Ente con il territorio e la realtà sia provinciale che di tipo più ampio, oltre che all’immagine stessa dell’Ente in seno a organismi, organizzazioni partenariali, etc. 215 Il secondo funzionario è la dottoressa Irene Calzolari, con contratto identico al precedente anche se con funzioni del tipo : ?? progettazione ?? rendicontazione ?? relazione sia esterne che interne all’Ente, con più attitudine per il lavoro di tipo gestionale, anche se in questo si rileva un gap di formazione specifica, specie nel campo della rendicontazione . L’Ufficio è nato nel dicembre del 1999, su indicazione ed impulso del Presidente della Provincia, attualmente al termine del suo secondo mandato elettorale. I materiali e le informazioni richieste sono stati forniti in maniera semplice ed esaustiva. Infine, si sono avute alcune conversazioni telefoniche con il dott. Luigi Benedetti, che dirige il lavoro dell’Ufficio, pur dovendo occuparsi, nella qualità di dirigente dell’Area di Presidenza, anche del gabinetto del Presidente. Non vi sono allo stato, tra gli attori, funzionari interni all’Ente direttamente coinvolti nella attività facente capo alle Politiche Comunitarie. 4- Il clima Si deve segnalare la grande disponibilità dell’Ufficio ed il clima cordiale e disteso che sembra regnarvi. L’atteggiamento è decisamente informale e molto poco burocratico e la visione del lavoro appare dinamica : si lavora per obiettivi. Gli elementi di delucidazione avanzati sono stati prontamente forniti e gli spunti di discussione si sono rivelati particolarmente interessanti. Se rispecchiano necessariamente la leggerezza della struttura, i modelli organizzativi e gestionali adottati non sono ancora in grado, probabilmente, di garantire un livello di “penetrazione” nelle strutture tradizionali dell’Ente in grado di fornire alla funzione 216 “Europa” l’autorevolezza (pur in assenza di un’autorità gerarchicamente consolidata) necessaria al buon funzionamento dei processi di integrazione interni alla struttura amministrativa nel suo complesso. L’incardinamento della struttura nell’ambito di un servizio di tipo culturale rispecchia probabilmente la necessità di affidare direttamente al Gabinetto di Presidenza – per ovvie ragioni strategiche – la conduzione tecnico-politica dell’Ufficio. Questa garanzia, forte in termini di controllo strategico, forse non è sufficiente in termini di integrabilità della struttura con gli altri Uffici e Servizi dell’Ente: quelli infatti più strutturati e con maggiori capacità progettuali in materia europea (es. Ambiente) sembrano mostrare maggiori resistenze ad “aprirsi” pienamente. Altri invece sembrano maggiormente disponibili alla collaborazione piena, mentre altri ancora, pur gestendo risorse comunitarie, lavorano “in proprio” con riferimenti certi diversi dall’Ufficio Europa, che rischia in certi casi di essere visto come chi si occupa di questioni “marginali” o comunque scarsamente connesse con il “nocciolo duro” delle attività istituzionali dell’Ente (es. Formazione, Agricoltura). Proprio in questi Settori, come in quello dello sviluppo economico più in generale, sembra essere più “lontana” l’azione dell’Ufficio, e più difficile l’instaurazione di un clima di collaborazione, anche perché non sembrerebbe esservi, da parte dell’amministrazione, una spinta sufficiente all’integrazione. Ad es. non è risultato coinvolto l’Ufficio Europa, almeno non nella misura in cui ci si sarebbe aspettato, nelle attività dei due Patti Territoriali e del GAL (Leader) operanti sul territorio. Questo fatto, non certamente importante di per se stesso, costituisce invece un segnale abbastanza chiaro del tipo di vocazione (sostanzialmente culturale e sociale) che si è inteso conferire all’Ufficio, almeno per il periodo trascorso. Questo atteggiamento è meglio comprensibile, da parte dell’Amministrazione, se si pensa al fatto che i modelli relazionali instaurati verso il basso (comune di Modena ed altri ) e verso l’alto Regione, Ministeri, Bruxelles ) scontano una posizione della Provincia di storica debolezza all’interno del panorama istituzionale: essa infatti appare stretta tra la Regione, che anche qui attua i processi di delega/trasferimento di funzioni di cui al Decreto legislativo 112/98 con molta cautela, e che tende ad egemonizzare ed a trattare “in proprio” le questioni comunitarie, ed il Comune capoluogo, il quale è forte di una 217 tradizione di regole e di servizi al cittadino molto strutturati e che quindi tende a sviluppare capacità progettuali ad esse corrispondenti. 5 - Documentazione raccolta I documenti raccolti in sede di caso sono stati inizialmente desunti da quel che esiste sul sito web della Provincia : la relazione programmatica al Bilancio 2004 del Presidente; il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale; i dati e le elaborazioni statistiche citate; i progetti principali dell’Ufficio Europa; la Dotazione Organica dell’Ente, etc. L’Ufficio è sembrato inoltre particolarmente attento alle esigenze di comunicazione, informazione sia sull’Europa in generale, sia in particolare delle Istituzioni, sia su scala regionale o comunque interprovinciale sia per quanto riguarda l’attività rivolta ai piccoli e medi comuni del territorio. Si è così potuto raccogliere e consultare una serie di pubblicazioni, alcune delle quali più orientate alla ricerca, all’analisi ed all’elaborazione di tipo strategico (cfr. “gli Uffici Europa in Emilia Romagna” a cura di UPI – ANCI regionali); altre alla formazione (cfr. “ Direzione Europa” - iniziativa oer la creazione di euroreti tra dirigenti e funzionari della PA regionale, e promossa dalla Commissione Europa UPI-ANCI) in un’ottica di sussidiarietà orizzontale; per altre ancora, infine, si tratta di approfondimenti per la classe politica locale sui temi delle politiche europee (cfr. “La strada per l’Europa”) realizzata in collaborazione con le strutture del Comune di Modena. Con quest’ultimo, in virtù della sua consolidata esperienza e vocazione sui temi comunitari (il Comune di Modena ha realizzato uno dei primi Info Point d’Italia, nella seconda metà degli anni 90’, in cooperazione con la DG X della Commissione UE; esso ha inoltre potenziato la propria progettualità attraverso una struttura denominata “Progetto Europa”) la Provincia ha infine stipulato una convenzione (allegata) che prevede una serie di servizi ottenere a cura della citata struttura comunale che si occupa di progettazione, quali: 218 ?? servizi informativi ?? assistenza tecnica per la sensibilizzazione degli operatori del provincia di Modena sui temi e le opportunità comunitarie ?? consulenza ed assistenza tecnica per la presentazione di richieste di finanziamento su programmi comunitari ?? assistenza tecnica per l’attività di relazioni internazionali e la partecipazione alle reti europee 6– Diario del Caso Come accennato, il kit degli strumenti è stato utilizzato con : ??Graziano Pattuzzi (Presidente della Provincia di Modena) ?? Luigi Benedetti (dirigente settore Presidenza e Politiche Comunitarie della Provincia di Modena) ?? Giovanni Bursi (funzionario co.co.co a tempo determinato della Provincia di Modena) ?? Irene Calzolari (funzionario co.co.co a tempo determinato della Provincia di Modena) ?? Enriuccio Nora (Dirigente Settore Programmazione della Provincia di Modena) ??Eleonora Bertolani (Funzionario dell’Area Lavoro e Politiche sociali della Provincia di Modena) L’incontro in loco è avvenuto mercoledì 17 dicembre 2003 dalle ore 10,30 alle ore 15,00 (tranne, come si è detto, che con il dott. Benedetti, con il quale si sono avute peraltro numerose conversazioni telefoniche). L’intervistatore è il sottoscritto, dirigente del settore Attività Produttive e Politiche Comunitarie della Provincia di Salerno. 219 La dottoressa Calzolari ha provveduto a fornire le informazioni in misura rilevante, specie per quanto attiene il materiale cartaceo e/o in formato elettronico che si allega al report. I funzionari e il dirigente non appartenenti all’Ufficio sono stati contattati solo per la compilazione degli allegati. La mappa dell’Ufficio è stata redatta in collaborazione con Calzolari e Bursi, così come la griglia delle esigenze formative. La griglia di osservazione è stata redatta nel corso dell’attività sul campo, ed è stata poi verificata e rivista successivamente. All’intervista con il Presidente erano presenti i due funzionari citati. 220 7 – Descrizione del caso 7.1 La Provincia Il modello ipotizzato per l’Ufficio è, come si è visto, più simile al “counselling” sia per l’interno che per le relazioni esterne all’Ente, con funzioni aggiuntive di audit interno per le Politiche Comunitarie, secondo uno schema di tipo sequenziale : ??Selezione informazioni (su possibilità in genere, ma specie su bandi, opportunità di finanziamento, etc.) offerte dall’Unione Europea in qualunque settore; ??Invio (mirato) delle informazioni ai settori di competenza dell’Ente; ??Filtro delle risposte e delle proposte relative a partecipazione a programmi, iniziative, etc.; ??Predisposizione degli atti (budget, formulari, etc.) e dei provvedimenti amministrativi necessari; ??Mantenimento delle relazioni con i partners nel corso della realizzazione del progetto. In effetti, è questo lo schema di attività realizzato di fatto dall’Ufficio, anche se le modalità di tale realizzazione è risultata, più che sequenziale, di tipo “ipertestuale” e per la complessità e l’ampiezza delle relazioni interne, e per la giovane età relativa dell’Ufficio, che non sembra ancora possedere standards e routines tali da consentire relazioni formalizzate con il resto della struttura dell’Ente. 221 7.2 la Provincia Sin dalla sua costituzione l’Ufficio Politiche Comunitarie si è posto in una posizione di relazione rispetto all’esistente, individuando come valore aggiunto della propria presenza sul territorio la capacità di fare network. D'altronde, tutte o quasi le Istituzioni presenti sul territorio si occupano di questioni attinenti le Politiche Comunitarie, con un evidente rischio, se non di vera e propria sovrapposizione, almeno di ridondanza delle attività messe in campo. Dal 2000 è stato istituito ed opera in provincia il Coordinamento “l’Europa a Modena”. Si tratta di uno strumento per mettere a sistema le attività comunitarie promosse dai diversi soggetti locali che si occupano di Europa. Fanno parte del coordinamento : il Centro di Documentazione e Ricerche sulle Comunità Europee (Università di Modena), l’Info Point Europa (Comune di Modena) Promec (Azienda speciale della Camera di Commercio di Modena) lo Sportello Informativo Obiettivo 2 (Provincia di Modena) l’Ufficio Politiche Comunitarie (Provincia di Modena) l’Ufficio Promozione Interna (Camera di Commercio di Modena). 7.3 Le Strategie Le strategie dell’ufficio sono attuazioni operative immediate delle indicazioni generali dell’ente. Questo processo di traduzione delle strategie politiche alle determinazioni operative non è particolarmente codificato a livello organizzativo ma passa attraverso l’esercizio delle attribuzioni e delle competenze che la legge attribuisce ai diversi organi che compongono l’amministrazione attiva. Nella sua azione l’ufficio è orientato a cogliere le opportunità comunitarie ordinarie attraverso la lettura e la partecipazione ai bandi di gara sulle linee di bilancio comunitarie. Per quanto concerne poi le strategie legate all’informazione ed alla prima assistenza tecnica, l’Ufficio utilizza un proprio sito internet accessibile attraverso il sito della Provincia. Attraverso il sito è possibile ricevere informazioni sulle attività della 222 Provincia in materia comunitaria e richiedere informazioni di dettaglio su qualsiasi argomento inerente l’Unione Europea. Il dirigente dell’Ufficio Europa gestisce anche l’Informagiovani dell’Ente che è anche un EuroDesk; quindi una struttura specializzata nell’informazione comunitaria ai più giovani. L’Ufficio Europa redige una propria newsletter che è possibile ricevere richiedendola attraverso il sito. La strategia di comunicazione della Provincia di Cosenza appare dagli strumenti visionati molto orientata ad un target giovanile e molto specializzata su problematiche concernenti le opportunità di studio, stage o lavoro per i giovani. Inoltre è particolarmente attiva una politica di gemellaggi, che ha dato numerosi frutti. Infine, esistono diversi ed importanti progetti presentati sia sul versante delle politiche sociali (delle quali l’Amministrazione è particolarmente soddisfatta) sia sul versante della cultura e delle attività culturali. Se si dovesse schematizzare la visione strategica del ruolo dell’Ufficio e dei suoi obiettivi, così come è stato “pensato” si potrebbe formulare uno schema del tipo: 7.3.1 – Le finalità dell’Ufficio Politiche Comunitarie Il 13 dicembre 1999 viene discusso ed approvato dalla Giunta Provinciale il progetto “Implementazione e avvio dell’Ufficio Politiche Comunitarie della Provincia di Modena”. Si tratta di uno strumento interno dell’Amministrazione Provinciale, volto a dare organicità alla pluralità di azioni riguardanti l’Europa già in essere all’interno dell’Amministrazione Provinciale e, in particolare, in alcuni settori. In base al suddetto progetto, il compito generale dell’Ufficio Politiche Comunitarie è quello di svolgere attività di sensibilizzazione e promozione della cultura comunitaria. Scopo particolare è quello di cogliere le opportunità e le risorse dell’Unione Europea, in un’ottica di promozione e valorizzazione dell’Amministrazione Provinciale e del 223 territorio locale. Interlocutori privilegiati dell’ufficio sono i Settori ed i Servizi della Provincia e dei Comuni. In particolare, le quattro strategie che si intendono perseguire mediante l’ufficio Politiche Comunitarie sono: 1. sviluppare un efficace sistema di relazioni a livello locale e comunitario; 2. promuovere la visibilità della Provincia all’interno del contesto comunitario tramite strumenti di comunicazione e promozione tradizionali e innovativi; 3. sensibilizzare gli attori della Provincia di Modena e del sistema della autonomie locali rispetto alle dinamiche comunitarie attraverso momenti di formazione e confronto; 4. sviluppare idee e iniziative presenti nei settori e servizi della Provincia di Modena e nel sistema delle autonomie locali, in una prospettiva di accesso ai fondi comunitari funzionale alla realizzazione degli indirizzi programmatici della Provincia stessa. 7.3.2 - Gli obiettivi dell’ufficio Politiche Comunitarie Partendo dal ventaglio strategico qui delineato, sono stati individuati i seguenti obiettivi: 1) relativamente alla promozione di un sistema di relazioni: ?? Costruire una rete interna di referenti per l’ufficio Politiche Comunitarie; ?? Definire un networking istituzionale (Province, Regioni, Ministeri, Unione Europea); ?? Realizzare contatti con altri soggetti di interesse (europarlamentari, associazioni sindacali e imprenditoriali, …) 224 per l’ente 2) rispetto alla visibilità e all’immagine della Provincia nel contesto comunitario; ?? Sostenere un approccio integrato ai Progetti Europei; ?? Favorire la partecipazione della Provincia alle Reti Europee; ?? Sostenere la partecipazione della Provincia a momenti pubblici di rilevanza europea. 3) per quanto attiene alla formazione e sensibilizzazione : ?? realizzare momenti di formazione interni alla Provincia; ?? diffondere all’interno della Provincia e sul territorio provinciale informazioni riguardanti le opportunità comunitarie; ?? utilizzare i mass-media. 4) infine, rispetto all’accesso ai fondi comunitari: ?? realizzare un censimento delle idee e dei progetti di interesse per la Provincia; ?? mantenere aggiornato l’archivio delle opportunità della U.E.; ?? favorire la presentazione di progetti in sede europea (almeno 5). 7.3.3 - Le risorse umane e finanziarie Per la realizzazione dei suddetti obiettivi, l’investimento della Provincia di Modena è volto in misura rilevante alla convenzione con Progetto Europa del Comune di Modena, dell’adesione all’Associazione Tecla (Roma) e della collaborazione con due consulenti. Come emergerà approfonditamente dalla presentazione delle attività, la Convenzione con Progetto Europa prevede l’erogazione di servizi di informazione, progettazione e assistenza tecnica per la presentazione di progetti. L’adesione all’associazione di Province Tecla è volta a sostenere in modo particolare l’attività di partenariato e di rete con altre province. La sede di Bruxelles 225 dell’associazione, inoltre, consente alla Provincia di potersi mettere in contatto velocemente con le istituzioni europee, nonché di ricevere informazioni “in tempo reale” direttamente da Bruxelles. 7.4 - I progetti: dal management dell’informazione alla gestione Il processo che conduce allo sviluppo di progetti all’interno della Provincia di Cosenza si basa sulle fasi: o programmazione, o coordinamento e gestione o rendicontazione La presentazione (o l’adesione) del progetto viene sempre decisa dalla Giunta Provinciale con apposito atto deliberativo nel quale viene sempre specificato il ruolo della Provincia che sarà di partner o di capofila. La delibera prevedrà inoltre l’eventuale cofinanziamento che sarà successivamente impegnato nel caso in cui l’ente finanziatore approvi il progetto. L’Ufficio Europa, di concerto con gli altri uffici e servizi coinvolti, istruisce la delibera della Giunta e cura la trasmissione del progetto all’ente finanziatore oppure le lettere d’intenti al coordinatore del progetto quando la stessa è partner. In attesa della decisione di merito da parte della commissione europea o di altri enti finanziatori l’Ufficio mantiene i contatti con la Commissione ed infine comunica il risultato della selezione ai partner locali e transnazionali (nel caso in cui la Provincia sia Capofila) e agli altri uffici e servizi coinvolti nel progetto. Dopo l’eventuale approvazione del progetto l’Ufficio provvede alla firma del contratto e all’eventuale riprogettazione esecutiva dello stesso in funzione dei tagli apportati al budget originario, alla predisposizione del testo dell’accordo da inviare ai partner 226 sempre quando la Provincia sia il Capofila, aggiorna la scheda di progetto nel caso siano state apportate delle variazioni inerenti le attività, la tempistica o il budget. Successivamente l’Ufficio provvede alla predisposizione della determinazione dirigenziale per accertare l’entrata del contributo comunitario; provvede altresì alla preparazione della scheda contabile contenente i valori finanziari del progetto, i dati economici relativi al cofinanziamento ed alle entrate, suddivisi nei bilanci di competenza della Provincia e dei relativi centri di costo sulla base della durata del progetto Il responsabile del progetto è la figura chiave per il buon andamento dello stesso. Egli infatti individua le persone (o la persona) incaricate di supportare la realizzazione del progetto gli eventuali collaboratori e consulenti di concerto con l’Ufficio; cura la pianificazione delle azioni di divulgazione e promozione dello stesso, il controllo sulla valutazione finale. Il responsabile di progetto possiede anche delle competenze ammnistrativo-contabili. In particolare egli predispone i contratti d’incarico all’assistente al responsabile se previsto e ad eventuali collaboratori e/o consulenti comprensivi delle funzioni delegate e corredati dai curricula vitae. Predispone infine le disposizioni dirigenziali di recepimento degli incarichi. Il responsabile di progetto provvede alla liquidazione delle fatture inerenti il le spese ammissibili del progetto e la predisposizione delle relative ordinanze di pagamento da inviare al servizio secondo le scadenze concordate, predispone le relazioni sul progetto,anche quelle contabili, da inviare alla Commissione europea, tiene un diario delle attività svolte. Può essere prevista anche una figura di supporto al responsabile del progetto che può essere scelta tra il personale interno all’amministrazione o, se espressamente indicato nel progetto approvato, qualora siano richieste esperienze non reperibili all’interno dell’ente può essere scelto all’esterno. Costui risponde del proprio operatola responsabile del progetto che mantiene il ruolo di garante dello svolgimento delle attività. 227 Il responsabile del progetto cura l’organizzazione e la gestione delle singole attività di progetto, controlla la tempistica e le risorse economiche; è responsabile delle attività che gli sono delegate dal responsabile del progetto. Predispone le relazioni intermedie sullo stato di avanzamento del progetto. Predispone la relazione finale e la rendicontazione contabile finale delle spese. All’avvio del progetto il servizio consegnerà al responsabile di progetto copia della seguente documentazione: deliberazione di Giunta di adesione al progetto; il progetto approvato; la determinazione che impegna l’importo complessivo del progetto iscrive a bilancio ed la soma in entrate la specificazione del cofinanziamento della Provincia; la scheda di attuazione del progetto, la scheda contabile; la modulistica utile alla gestione delle attività ed alla rendicontazione delle modalità da seguire nelle varie fasi dei lavori; l’indicazione dei documenti che dovranno pervenire all’Ufficio; la traccia dei verbali degli incontri che saranno organizzati in coordinamento con il servizio anche su richiesta del responsabile del progetto. L’Ufficio cura anche la rendicontazione delle spese del progetto. A tal fine raccoglie l’insieme degli atti giustificativi relativi alle spese sostenute per la realizzazione del progetto. In particolare verranno raccolti gli originali delle fatture liquidate e le relative disposizioni di pagamento nonché i mandati di pagamento emessi dal servizio Ragioneria; la scheda contabile aggiornata in relazione allo stato di avanzamento dei lavori e delle attività; le relazioni intermedie finali da inviare all’organo di controllo 228