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Gold: Status and Glory
Masterpieces from the Middle Ages and Today
Una Collaborazione tra Adrian Sassoon e Moretti Fine Art
Dal 2 al 31 Maggio 2013
Giovanni Corvaja (nato 1971)
Bracciale, 2010
Struttura in oro 18 ct, fili in platino 950 e decorazioni colorate
Spessore: 3 cm; Diametro: 12 cm
Adrian Sassoon, Londra
Il fascino senza tempo creato dall’oro, verrà celebrato in una eccezionale mostra intitolata Gold:
Status and Glory, risultato di una collaborazione tra Adrian Sassoon e Moretti Fine Art.
L’esposizione si terrà presso la Moretti Fine Art, 2a-6 Ryder Street, St. James’s, London SW1, dal
2 al 31 Maggio 2013. Fabrizio Moretti spiega: “Come galleria specializzata in Grandi Maestri
Italiani, siamo perennemente a confronto con la magnificenza data dall’oro. Questa mostra è
un’opportunità per esaminare questo pregiato materiale nel contesto della decorazione, della
devozione e del dramma”. Gold: Status and Glory presenterà 15 manufatti dell’artista orafo
Giovanni Corvaja nel contesto dei fondi oro italiani del XIV e XV secolo.
Giovanni Corvaja è rimasto affascinato dai metalli, e in particolare dall’oro, già in giovane età. Le
sue creazioni sono state esposte nelle più importanti collezioni pubbliche, non solo come
gioielleria da sfoggiare ma anche, come dice lo specialista e autore Geoffrey Munn OBE nella sua
introduzione al catalogo, “come esempi di miracolosa oreficeria contemporanea e arte”. Munn
prosegue “Duttile, malleabile e incorruttibile, l’oro affascina profondamente Corvaja. Tuttavia le
miracolose doti di questo metallo, in particolare il suo fascino, possono essere rivelatate soltanto
dall’abilità e dall’esperienza di chi lo lavora. Nonostante Giovanni Corvaja nel suo studio a Todi
segua l’antica lavorazione tradizionale, ha sviluppato tecniche che hanno superato i confini posti
da artisti precedenti. Degna di nota tra queste doti, è la capacità di trasformare questo prezioso
metallo in fili più sottili della tela di un ragno.”
In tempo antichi l’oro veniva raccolto dai letti dei fiumi grazie a pelli di pecora. L’acqua
trascinava polvere d’oro, la quale rimaneva intrappolata nella lana. La pelle veniva in seguito
asciugata e bruciata in modo da lasciar al suolo soltanto l’oro. Questa tecnica probabilmente si
pone alla bes e della leggenda del Vello d’Oro. La sua magia ha ispirato la produzione più
recente di Giovanni Corvaja, il quale intreccia sottilissimi fili dorati che acquisiscono le
sembianze di una pelliccia, o meglio della lana, successivamente incorniciata o strutturata in
modo da poter essere portata come braccialetti, spille o pendenti. Luce ed aria attraversano
liberamente questi gioielli strutturali e talvolta, come da tradizione etrusca, minuscole perline di
smalto regalano un effetto unico, portando di nuovo la gioielleria ai più elevati livelli d’arte.
Dopo oltre un decennio di applicazione e ricerca incessante, questo artista ha scoperto una
particolare lega d’oro in grado sia di mantenere i suoi bellissimi colori sia di essere lavorata a
spessori inferiori ai 10 micron. Corvaja ha intrecciato questo materiale per più di 1500 ore e ha
prodotto un fantastico tessuto composto da 110 km di filo dorato quasi trasparente, che sa essere
sia fresco che setato, un capolavoro per le sensazioni tattili. È possibile cambiare la tonalità
dell’oro dal giallo a sottili sfumature di rosa e verde, e addirittura al bianco fondendolo insieme
ad altri metalli. Giovanni adora sperimentare e, con una aggiunta di magia, ha creato una
struttura curva composta da 291 fili d’oro giallo 18 ct, mentre la trama è composta di una lega
d’oro 22 ct di color giallo-arancio e ha intrecciature sempre composte da 291 fili. Il risultato è un
tessuto completamente dorato con scintillanti variazioni cromatiche.
Ognuna delle quindici creazioni di Corvaja che verrano esposte è realizzata in oro 18 ct. Tra
queste spicca una spilla della serie Vello d’Oro, un’elaborata gabbia composta da fili di Platino
950 e smalto colorato, una sinuosa collana composta da 19 leghe d’oro che sfumano dal bianco al
giallo per poi tornare al bianco, e un copricapo composto da oro 18 e 22 ct, comprendente più di
5 milioni di singoli spaghi, per un totale di 200 km di filo.
Giovanni Corvaja è nato a Padova nel 1971 ed è cresciuto in un paesaggio di oreficeria, istruito
dal grande maestro Francesco Pavan. Ha incominciato a lavorare con l’oro nel 1984, all’età di 13
anni, ed è in esso il suo mestiere. Nel 1988 ha conseguito il Diploma di Maestro del’Arte e nel
1990 la Maturità d’Arte Applicata. Nello stesso anno si è iscritto al Royal College of Art a
Londra per poter continuare a studiare gioielleria artistica, laureandosi con un MA nel 1992
quando tornò a Padova. Nel 2001 si trasferì a Todi, città etrusca del centro-Italia, dove ha
inaugurato il suo atelier in un edificio del XV secolo restaurato da egli stesso. La sua carriera si è
inoltra contraddistinta per le sue quattro esibizioni individuali e le numerose mostre in giro per il
mondo.
L’uso di questo materiale pregiato nei fondi-oro del Trecento e Quattrocento diede l’impressione
che essi fossero fatti interamente in oro, creando immagini eteree con un’illusione celeste. L’oro
veniva meticolosamente maneggiato in modo da evitare crepe o imperfezioni nel momento in cui
veniva posato sul bolo (una preparato di gesso per la superficie). Tra gli otto esempi di tale
periodo spiccano il San Lorenzo in Gloria tra Quattro Angeli di Neri di Bicci (Firenze, 1418-1492),
uno dei capolavori della grande produzione dell’artista. L’accurata decorazione sul retro della
tavola, con il monogramma di Cristo al centro, è sicuramente contemporanea con l’immagine
frontale e il piccolo dipinto, particolareggiato da una ricchezza di dettagli decorativi, è una delle
opere più raffinate del periodo intorno al 1470 del pittore.
La Crocifissione e Annunciazione, datata intorno al 1380-90 di un artista anonimo veronese, è un raro
esempio di pittura a Verona su tavola durante questo periodo, essendo gli affreschi molto più
diffusi. L’opera è composta su tre livelli: in primo piano sulla sinistra i partecipanti al funerale,
mentre sulla destra vengono rappresentati i soldati che si contendono le vesti di Cristo; al centro
gli impetuosi uomini a cavallo, un’idea giottesca; e nella fascia più alta della tavola Cristo viene
raffigurato tra i ladri e i lamenti degli angeli. Questa scena viene fortemente animata dalle
molteplici teste alla base, la varietà di gesti e la frenetica interazione tra le figure. L’Annunciazione,
rappresentata con l’Arcangelo Gabriele nell’angolo in alto a sinistra e lo Spirito Santo, sotto
forma di una colomba che vola verso la Vergine a destra, insieme ad altri elementi stilistici,
suggeriscono la mano di un pittore Veronese.
La Coronazione della Vergine, con San Nicola di Bari, San Antonio Abate, Giovanni Battista, Francesco
d’Assisi, Filippo e Zanobi, una bellissima opera del Maestro Francesco (attivo a Firenze, c.1380c.1400), apparteneva alla collezione della H.R.H. Principessa Luisa, Duchessa di Argyll, figlia
della Regina Vittoria. Donò l’opera alla Christ Church, Victoria Road a Londra nel 1932 e
successivamente apparve nella collezione del Chrysler Museum of Art, USA.
Dal secolare al sacro, Gold: Status and Glory offrirà ai visitatori un’esperienza che mostra il
fascino e simbolismo senza tempo dell’oro, percepito attraverso l’arte medievale contrapposta ai
lavori di Giovanni Corvaja, rappresentante della più raffinata oreficeria del 21esimo secolo.
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