La Valutazione scolastica
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La Valutazione scolastica
Saggio: La Valutazione scolastica Per valutazione scolastica si intende il giudizio globale che il docente attribuisce alle prestazioni di uno studente, confrontando i risultati (apprendimenti, conoscenze, capacità e comportamento) attesi, dichiarati all'inizio di un percorso formativo e i risultati ottenuti. Il giudizio può confermare o mettere in discussione la programmazione fatta, per cui oggetto della valutazione è anche il lavoro svolto dal docente, dal consiglio di classe, ma anche da tutto il collegio dei docenti, per ciò che concerne le linee organizzative e metodologiche dell'istituto. La valutazione deve essere basata su elementi misurabili e verificabili e fa riferimento sempre alle prestazioni e mai ai soggetti che le forniscono. La valutazione è una delle situazioni pedagogicamente più importanti e didatticamente essenziali nel processo di insegnamento-apprendimento. Gli alunni sentono la necessità di avere dei feed-back dagli insegnanti circa la loro evoluzione; a loro volta di docenti hanno il compito di valutare le prestazioni degli allievi, non solo perchè è un atto d'ufficio, ma soprattutto perchè acquisisca un senso formativo, orientativo ed educativo. Infatti, l'esito di una valutazione è un elemento regolatore del processo di insegnamento-apprendimento: attraverso la valutazione si possono confermare, correggere, modificare comportamenti da parte di entrambi i soggetti. L'alunno può ricevere segnali circa la validità del suo apprendimento e della sua organizzazione personale (metodi, tempo, modalità di studio e lavoro ....), l'insegnante a sua volta deve saper leggere i risultati della valutazione in merito alla sua progettazione, alla sua comunicazione e alle tecniche didattiche utilizzate, alla sua interazione con gli alunni. Quindi, anche per il docente l'atto valutativo riveste particolare importanza circa l'azione educativa e didattica, accompagnato anche dalla disponibilità a mettersi in discussione nel caso di valutazioni problematiche e incerte. E' indubbio che la CM 84/2005 (Linee guida per l'elaborazione del Portfolio delle competenze nella scuola dell'infanzia e nel 1° ciclo) abbia avuto un effetto dirompente nei confronti della cultura valutativa nella scuola italiana, spostando il baricentro della valutazione verso la certificazione delle competenze. E' uno spostamento culturale, metodologico e operativo, perchè pone l'insegnante di fronte a nuovi quesiti: cosa significa certificare? Quali competenze certificare? Quali condizioni per una didattica per competenze? Quali procedure per elaborare rubriche valutative? La valutazione nella scuola dell’autonomia Il DPR 275/99 prevede che le scuole individuino le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale in funzione degli obiettivi prefissati. A sua volta la legge 53/2003 afferma che <<la valutazione periodica e annuale degli apprendimenti e del comportamento degli studenti e la certificazione delle competenze acquisite, sono affidate ai docenti .....>>. La trasparenza dei criteri, delle modalità e degli strumenti valutativi, costituisce elemento di garanzia per studenti e famiglie circa la coerenza tra quanto dichiarato nel POF e quanto di fatto realizzato nella vita quotidiana della scuola. I docenti, quindi, sono tenuti a Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 1 individuare le modalità organizzative delle valutazioni, da quelle iniziali con valenza diagnostica, a quelle intermedie formative e sommative, fino ad arrivare a quelle finali con valenza certificativa (C.M. 85/2004). Con l'attribuzione dell'autonomia alle scuole la valutazione amplia il suo significato e il raggio d'azione, perchè non prende in considerazione soltanto le prestazioni degli alunni, ma anche quelle dei docenti, dei dirigenti, del personale ATA, cioè di tutti coloro che concorrono a fornire un servizio efficace dal punto di vista della didattica ed efficiente dal punto di vista dell'organizzazione. L'autonomia implica, infatti, un'assunzione personale di responsabilità diffusa e comporta chiarezza e trasparenza nella progettualità, nelle procedure, nei risultati e nella loro valutazione, nella documentazione del lavoro svolto. La funzione della valutazione, dunque, da controllo sistematico e fiscale dei risultati diventa controllo sistematico in chiave di valorizzazione (attribuzione di valore) dei processi decisionali attivati per raggiungere i risultati attesi. Il cuore del problema non è il voto, ma la cultura della valutazione che pratichiamo. In altri termini, chiarito subito che il cuore della valutazione non è la valutazione degli studenti, noi possiamo utilizzare i voti, i giudizi, le formule sintetiche e quant’altro, ma ciò che conta è la cultura della valutazione che sta a monte di quelle scelte. Freinet nei suoi scritti del 1962-66 parla sempre di “controllo sul lavoro” e mai di giudizio sulla persona. Controllo rispetto a un “piano di lavoro”. Sono quattro le regole che Freinet poneva alla base del suo concetto di controllo sul lavoro: 1. È assolutamente necessario che ciascun alunno sappia che cosa deve fare (il piano settimanale di lavoro andava affisso alle pareti dell’aula); 2. Strumenti e materiali di lavoro devono essere perfettamente pronti: il caos, il disordine, l’improvvisazione, non si conciliano con la programmazione del lavoro; 3. L’alunno non deve mai trovarsi senza niente da fare (diversificazione del lavoro, lavori di gruppo, lavori individuali, schedari autocorrettivi ecc.); 4. Il maestro non deve mai mettere troppa carne al fuoco (l’apprendimento cioè ha bisogno di un tempo di consolidamento). L’idea di controllo del lavoro è, come evidente, relativa alla classe, nel pensiero di Freinet; ma ciò che conta è il significato profondo: l’organizzazione della scuola e della didattica è la variabile che abbiamo in mano per realizzare una scuola in cui tutti possano apprendere. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 2 Funzioni della Valutazione Accertamento, registrazione e lettura delle informazioni concernenti il comportamento degli allievi, sia verbale o meno, spontaneo o appositamente stimolato. Si esplica a vari livelli, basandosi su: " Come " si valuta, cioè l'esigenza di sistematicità e attendibilità dei controlli; " Cosa " si valuta, cioè l'imprescindibile riferimento agli obiettivi precedentemente prefissati; " Perché " si valuta, cioè le funzioni della valutazione in vista dell'adeguamento del programma educativo in funzione della migliore formazione della persona. La raccolta dati circa il comportamento e l'apprendimento degli allievi deve essere fatta per soddisfare le esigenze didattiche e di orientamento; si parlerà quindi di: funzione diagnostica o iniziale, fatta nel momento di intraprendere un itinerario o formativo; funzione formativa o "in itinere" e orientativa, che accompagna costantemente il processo didattico nel suo svolgersi; funzione o complessiva, finale, da condurre al termine di un processo didattico funzione prognostica funzione di controllo e di regolazione del processo di insegnamento-apprendimento autovalutazione dell'apprendimento e dell'insegnamento. In quanto assegnazione di valore, presuppone un criterio rispetto al quale sia possibile l'attribuzione fondamentale, come ogni sua eventuale gradazione in più o in meno. L'atto valutativo implica, pertanto, un confronto rispetto ad un modello già esistente oppure progettato, ovvero rispetto ad una norma prescrittiva oppure statistica. Il modello è di solito estrinseco, la norma può essere invece estrinseca o intrinseca (per es. quando un soggetto si confronta con se stesso o con i suoi livelli di aspirazione). Si distingue oggi nella scuola una valutazione formativa da una consuntiva o sommativa: la prima avviene durante l'apprendimento ed ha lo scopo principale di stabilire di che cosa ha bisogno colui che apprende per assimilare pienamente l'apprendimento stesso; la seconda avviene invece al termine dell'apprendimento ed ha funzioni di per sé non educative, di mero accertamento ai fini sociali del profitto finale conseguito. La prima non è pertanto selettiva in senso negativo, ma in senso positivo e compensativo (come nel mastery learning); la seconda assolve, invece, inevitabilmente a compiti fiscali. La valutazione è indissolubile dal corretto svolgimento di qualsiasi processo, didattico o non: essa viene attuata mediante quelli che in teoria dei sistemi vengono detti feedback. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 3 Valutazione del curricolo La Valutazione consiste nella raccolta e uso di informazioni circa i mutamenti nel comportamento degli studenti allo scopo di prendere decisioni riguardo al programma educativo. In altri termini la V. è il confronto tra gli obiettivi (ciò che volevamo ottenere), e i risultati (ciò che abbiamo ottenuto); il giudizio che ne scaturisce determina la strategia da seguire; se possiamo proseguire, essendo la metodologia corretta e i risultati confortanti, o se dobbiamo cambiare, modificare e ricorrere ad altre tattiche. Valutazione degli esiti Valutare gli esiti dello scolaro vuol dire rilevarne, in modo valido e fedele, i prodotti significativi tipici e confrontarli con: criteri scelti le possibilità dell'alunno i ritmi e i metodi di un apprendimento significativo Non si valuta ciò che non sia stato misurato. Non è possibile concludere il controllo, cioè affermare se gli obiettivi siano stati raggiunti o no, senza avere informazioni, senza cioè aver misurato. Com'è ovvio, le misure possono essere state eseguite bene o male, ed è opportuno eseguirle bene: mai però una valutazione può pretendere di fare a meno delle misure, cioè di dati di fatto. Una delle ragioni, per cui è opportuno usare il termine controllo e non quello di valutazione per indicare nel loro complesso le operazioni di cui ci si occupa, sta appunto in questo: c'è una diffusa tendenza ad appiattire sulla valutazione, cioè sull'ultima operazione del controllo, tutte le altre operazioni, trascurandone oltre che la corretta conduzione, perfino la funzione propria e autonoma. Valutazione formativa Ha lo scopo di fornire una informazione continua e dettagliata circa il modo in cui i singoli allievi accedono ad una procedure di apprendimento e quindi procedono attraverso di essa. La disponibilità di tale informazione è indispensabile se si vogliono assumere decisioni didattiche tempestive, per corrispondere alle necessità di ciascun allievo differenziando la proposta formativa (per questa ragione questa funzione della valutazione di dice formativa) La valutazione formativa interviene durante i processi di apprendimento, ed ha lo scopo di accertare in modo analitico quali abilità ciascun allievo stia acquisendo, rispetto a quali incontri difficoltà: gli insegnanti possono quindi attivare tempestivamente quegli interventi compensativi che appaiono più opportuni. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 4 Valutazione iniziale/diagnostica All'inizio dell'anno scolastico, prima di progettare e di programmare le attività formative, è necessario verificare i livelli culturali degli alunni e rilevare in particolare il livello di capacità logiche e di abilità raggiunto, al fine di calibrare l'offerta formativa sui reali bisogni. Dalla rilevazione e dall'analisi di tutti i dati emersi dalle prove di verifica, strutturate, semistrutturate e non strutturate, si procede alla valutazione, con funzione diagnostica, dei livelli culturali dei singoli alunni, allo scopo di avviare in maniera mirata il lavoro da svolgere nel corso dell'anno scolastico. La valutazione potrà assolvere alla funzione diagnostica se saranno presenti due condizioni: la trasparenza degli obiettivi prefissi: i docenti devono chiarire agli alunni che la valutazione delle loro prestazioni non sarà utilizzata ai fini di una classificazione, ma solo per organizzare il lavoro didattico la seconda condizione riguarda il lavoro di correzione delle prove che deve essere collegiale e non lasciato ai singoli docenti. Quindi, gli scopi per cui viene compiuta possono essere essenzialmente due: rilevare le conoscenze possedute dagli allievi all'ingresso di un corso di studi o di un anno scolastico per giudicare se il loro patrimonio cognitivo e adeguato alle difficoltà del corso, ovvero per pronosticarne gli esiti. rilevare il grado in cui sono posseduti dagli allievi i prerequisiti cognitivi, ma anche affettivo-motivazionali, ritenuti indispensabili per una positiva e dinamica intrapresa delle specifiche attività di istruzione previste per quel corso, in modo che dal conseguente giudizio derivi la decisione di revisionare la programmazione didattica compiuta e di attivare quindi procedure con le quali garantire in tutti gli allievi il possesso delle abilitàprerequisito. La funzione formativa e orientativa della valutazione si esplica in itinere, quando il processo di insegnamento-apprendimento è stato già avviato. Questo tipo di valutazione ha lo scopo di sostenere e orientare il processo di apprendimento di ciascun alunno. Serve ai docenti per acquisire informazioni sulle dimensioni del processo di insegnamento e per modificarne gli aspetti ritenuti deboli, ma anche per registrare il livello di progressi degli studenti, per organizzare strategie di recupero in itinere. Serve agli studenti se ha una funzione promozionale, dando la percezione del punto in cui sono arrivati e la strada che devono ancora percorrere per giungere alla meta stabilita. La valutazione è utilizzata dai docenti in funzione formativa se nel corso dell'a.s. accerta Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 5 costantemente le conoscenze, le competenze e le abilità acquisite per promuovere la formazione globale dell'alunno. Valutazione procedurale - Si effettua durante lo svolgimento del processo formativo con lo scopo di rilevare analiticamente e con continuità le difficoltà e gli ostacoli che ciascun allievo incontra nell'apprendimento, e di individuare le cause almeno prossime che li hanno determinati, nonché gli eventuali itinerari compensativi che possano rimuoverle. La funzione proattiva serve a indicare la strada da percorrere, gli strumenti da utilizzare, le strategie da impiegare per raggiungere i traguardi formativi attesi. Ha lo scopo di mantenere vigile l'attenzione dei docenti nei confronti della progettazione e della programmazione delle attività didattiche e, pertanto, si esplica sia all'inizio dell'anno scolastico, sia nel corso, per apportare continui miglioramenti dell'offerta formativa. Valutazione intermedia - Va condotta dopo un periodo relativamente lungo dell'attività didattica che ben può coincidere con la chiusura dei primi due trimestri o del primo quadrimestre in cui si articola il nostro anno scolastica. Gli obiettivi che con essa generalmente si perseguono sono due e tra essi complementari: compiere una sorta di bilancio di revisione parziale della programmazione didattica per meglio calibrare i successivi interventi alle necessità verificate in un significativo arco di tempo e agli obiettivi finali predefiniti; esprimere giudizi valutativi che indichino la posizione di ciascun allievo lungo l'itinerario formativo ovvero rispetto agli obiettivi cognitivi prefissati. La valutazione svolge una funzione sommativa, invece, quando al termine di un trimestre o quadrimestre, di un anno scolastico, serve fare un bilancio consuntivo degli apprendimenti promossi dall'organizzazione scolastica e dall'attività didattica. Per valutazione sommativa è di competenza sia dei singoli docenti, relativamente alla disciplina insegnata, sia dell'intero CdC, riguardo al giudizio complessivo sul livello culturale di ogni alunno. Per valutazione sommativa, dunque, non si intende la media che scaturisce dalla somma dei voti registrati, ma la verifica dei criteri stabiliti per misurare il livello di profitto degli alunni in rapporto a tutte le risorse utilizzate e ai risultati raggiunti. L'importanza di questa funzione risiede, pertanto, nella possibilità che essa offre ai docenti di rivedere e correggere aspetti dell'impostazione educativa-didattica, rivelatisi alla prova dei fatti deboli, ma anche di riproporre e migliorare gli aspetti positivi. Gli scopi che con essa si possono perseguire sono plurimi. Tra i più importanti vanno segnalati: Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 6 l'espressione di un giudizio complessivo (la corrispondente valutazione detta anche complessiva) sugli apprendimenti conseguiti da ciascun allievo l'analisi complessiva della qualità dell'istruzione attivata, quindi delle scelte didattiche compiute. Una funzione, perciò, di vero e proprio bilancio consuntivo della programmazione didattica, da cui ricavare indicazioni fondate per modificarne e migliorarne l'assetto strutturale e organizzativo l'analisi della produttività qualitativa e quantitativa della scuola. In questo caso si può definire comparativa la funzione svolta della valutazione. Con essa infatti si possono individuare e soppesare le possibili cause che determinano le eventuali differenze del prodotto formativo tra classi o corsi equivalenti di una stessa scuola e tra scuole diverse. Valutazione finale Va condotta al termine di un cospicuo periodo di formazione, coincidente con un anno scolastico o con un intero corso di studi. Gli scopi che con essa si possono perseguire sono plurimi. Tra i più importanti vanno segnalati: l'espressione di un giudizio complessivo (la corrispondente valutazione detta anche complessiva) sugli apprendimenti conseguiti da ciascun allievo. La funzione sottesa è quella sommativa, nel senso che il giudizio finale deriva da una sorta di somma algebrica, non certo aritmetica, del lavoro compiuto, ed esprime prevalentemente il livello di padronanza degli obiettivi terminali raggiunto da ogni allievo, quindi la capacità di collegare e impiegare, anche in forma originale, un complesso organico di abilità e conoscenze; l'analisi complessiva della qualità dell'istruzione attivata, quindi delle scelte didattiche compiute. Una funzione, perciò, di vero e proprio bilancio consuntivo della programmazione didattica, da cui ricavare indicazioni fondate per modificarne e migliorarne l'assetto strutturale e organizzativo. In questo caso la ricaduta positiva delle informazioni raccolte e delle valutazioni condotte, sulla didattica, non interesserà gli allievi con i quali si è operato, bensì quelli che l'anno successivo frequenteranno la stessa classe; c) l'analisi della produttività qualitativa e quantitativa della scuola. In questo caso si può definire comparativa la funzione svolta dalla valutazione. Con essa infatti si possono individuare e soppesare le possibili cause che determinano le eventuali differenze del prodotto formativo tra classi o corsi equivalenti di una stessa scuola, anche al fine di modificare l'impianto didattico - organizzativo di quello che abbiamo definito ‘microsistema formativo; il pronostico dei probabili risultati che ogni allievo potrà conseguire seguendo un determinato e successivo corso di studi. E' il caso specifico della valutazione generalmente Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 7 condotta al termine di un ciclo formativo o di un corso di studi sulla base degli esiti di un esame. La funzione prognostica della valutazione è volta, invece, a individuare se il livello culturale di un alunno è equivalente al livello di studi che ha raggiunto, se, cioè, è in possesso delle conoscenze e delle competenze necessarie per affrontare lo studio di discipline nuove o un ciclo di studi superiore, se ha sviluppato anche le abilità trasversali indispensabili per una riflessione personale sui contenuti disciplinari successivi. La valutazione serve, dunque, a controllare e a regolare il processo di insegnamento-apprendimento e si rivela uno strumento prezioso di informazioni per aiutare i docenti a rendersi conto della validità o meno dell'organizzazione didattica e procedere a operazioni di feedback, onde evitare in tal modo sprechi di energie e di risorse. L'esperienza dell'autovalutazione, ampiamente formativa per l'alunno, non riguarda l'esplicitazione del suo parere circa il livello di gradimento dell'offerta formativa, ma l'acquisizione della consapevolezza delle trasformazioni avvenute a livello di conoscenze, competenze, emozioni, comportamenti, per effetto dell'esperienza fatta. Il docente compie un'operazione di autovalutazione quando osserva criticamente e riflette sulla sua azione educativa e didattica, individuando lo scarto tra gli obiettivi programmati e gli esiti raggiunti. L'autovalutazione è indispensabile sia il docente, sia per l'alunno perchè è uno strumento prezioso ai fini del miglioramento delle prestazioni professionali. La valutazione raggiunge, pertanto, il suo momento più alto quando diventa per il docente strumento di autovalutazione della sua attività di insegnamento e per l'alunno della sua attività di apprendimento, con la funzione per entrambi di potenziare il senso di responsabilità, la volontà di miglioramento delle prestazioni, il controllo sugli aspetti improduttivi. Valutazione del processo Ha come scopo proprio il controllo continuo dell'insegnamento-apprendimento attraverso la rivelazione e l'offerta di informazioni e dati analitici circa le modalità con cui ciascun soggetto e tutti i soggetti del gruppo considerato procedono lungo l'itinerario formativo programmato. Il compito della valutazione processuale è soprattutto quello di identificare direttamente o indirettamente le difficoltà e gli ostacoli che ritardano o che impediscono l'attuazione del desiderato e atteso processo di acquisizione di nuove conoscenze al fine di rimuoverli. Per alcuni versi può considerarsi come processuale anche la valutazione sommativa quando questa riguardi momenti significativi dell'itinerario didattico, in cui per esempio è necessario sapere se ciascun Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 8 allievo possiede quelle abilità e quelle conoscenze essenziali, emblematiche, complesse e sintetiche della precedente fase unitaria di insegnamento apprendimento, poiché da essa dipenderà la riuscita della successiva fase di istruzione. Per altri versi, la valutazione sommativa è invece assimilabile alla valutazione del prodotto di un ciclo o di un caso formativo abbastanza lungo. Valutazione del prodotto Al termine di un periodo formativo relativamente ampio, assume un rilievo del tutto particolare il sapere se l'intera e complessa attività, nonché il modo con cui essa è stata organizzata e le risorse che si sono impiegate, hanno consentito il pieno raggiungimento di traguardi di istruzione predefiniti - che operano da veri e propri criteri di accettazione o non accettazione delle scelte compiute - e in caso contrario di quanto il reale prodotto educativo conseguito si discosti, in positivo o in negativo, da quello preventivato o programmato, quindi atteso. Valutazione del sistema scuola L'efficienza nella scuola si caratterizza in termini puramente quantitativi (diversamente dall'efficacia, che si caratterizza invece in termini qualitativi), ed è definibile (come efficienza ottimale) come corrispondenza tra la quantità di apprendimento che la scuola intende far conseguire agli allievi e la quantità di apprendimento effettivamente realizzata da questi (quindi come scarto ideale uguale a zero tra obiettivi e realizzazioni). La produttività della scuola (sia a livello didattico che sistemico) è invece il rapporto ottimale (anche qui con scarto ideale uguale a zero) non tra obiettivi e realizzazioni, ma tra insegnamento e apprendimento: cioè è più produttiva una scuola che, a parità di altri fattori, produce tecniche e modalità di insegnamento massimamente economiche e funzionali, non ridondati e non contraddittorie rispetto agli scopi specifici di ogni unità di insegnamento. La valutazione nella scuola dell'obbligo Nella scuola dell'obbligo sono applicati da tempo gli strumenti di valutazione qualitativi che si affiancano a quelli quantitativi . La valutazione a cui si giunge è globale perché colloca i dati ottenuti dalla misurazione all'interno di un'analisi globale della situazione in cui avviene l'apprendimento. L' osservazione , strumento prioritario per l' analisi qualitativa , accentua il ruolo del docente come soggetto che raccoglie in modo sistematico e continuativo le informazioni sullo sviluppo delle conoscenze e delle abilità, sulla disponibilità ad apprendere, sulla costruzione della personalità. Gli apprendimenti cognitivi sono solo una parte di quelli osservabili, il quadro informativo riguarda tutti gli aspetti che appartengono alla maturazione dello studente. In questa modalità di lavoro, le forme di valutazione si completano: in alcuni casi saranno utili le prove Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 9 oggettive, in altri quelle di tipo qualitativo, la scelta è collegata agli obiettivi che ci si propongono. La scheda in cui si riporta il giudizio è un collettore dei diversi interventi valutativi: quelli osservativi e quelli misurativi. L'aspetto interessante e nuovo di questa impostazione è lo spostamento di centralità dalla valutazione degli apprendimenti alla verifica dell'azione didattica. Misurazione Esiste una contaminazione di differenti fattori che interviene nella pratica valutativa corrente; bisogna precisare che tale contaminazione è favorita da mancanza di chiarezza circa la struttura stessa della valutazione, o da eccessive semplificazioni nella formulazione dei giudizi. Infatti, ciò che viene comunemente indicato come «valutazione» costituisce la risultante di due operazioni, delle quali la prima è rappresentata dalla misurazione, e l'altra dalla valutazione propriamente detta. La misurazione consiste nell'acquisizione di una informazione organizzata relativa a determinati fenomeni; la valutazione nello stabilire la rispondenza delle misurazioni effettuate a determinate ipotesi che sono alla base dell'attività formativa. E' chiaro che la valutazione sarà tanto più consapevole e argomentata quanto più numerose e precise saranno le informazioni su cui essa si appoggia. Ne viene l'opportunità di distinguere, anche operativamente, le due operazioni: bisogna provvedere, nella programmazione dell'attività didattica, momenti di rilevazione delle informazioni, parte delle quali può costituire oggetto immediato di valutazione, parte invece può essere accumulata per successivi e più ampi giudizi. I problemi connessi con la valutazione educativa sono numerosi e di non facile soluzione. Ciò deriva dalla particolare natura dei fenomeni che devono essere sottoposti a misura: si opera in un contesto in cui esiste una continuità tra aspetti qualitativi e quantitativi che spesso rende precario ogni tentativo di separazione. Bisogna, perciò, disporre di strumentazioni tecniche e metodologiche che sottraggano la funzione di misurazione all'arbitrarietà che solitamente la contraddistingue: le comparazioni intuitive, che sono alla base di gran parte della valutazione scolastica, non solo forniscono cattive misurazioni, ma non consentono neanche di effettuare valutazioni dei fenomeni considerati utili ai fini della conduzione dei processi di formazione. Esiste probabilmente una diffidenza di origine culturale nei confronti della misurazione: si teme cioè di inaridire, attraverso il ricorso a metodi quantitativi, una realtà complessa e riccamente articolata come è quella sottostante alle situazioni educative. Si è anche ideologizzato il problema, facendo corrispondere a una scelta di libertà il rifiuto della riduzione quantitativa di fenomeni che hanno per protagonisti soggetti umani. La polemica si fonda su presupposti sostanzialmente equivoci: non si tratta di una alternativa tra misurazione e non misurazione, ma tra una misurazione affidata ad apprezzamenti momentanei e soggettivi e una che rende espliciti i propri criteri. Un libro di Postman "Divertirsi da morire" ci porta a una riflessione sull'opinione pubblica, che oggi non è più tale, poiché non è informata. La valutazione dovrebbe fornire una base di conoscenze che consente di assumere in modo democratico scelte e decisioni. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 10 Nella scuola, spesso il docente si trova isolato. Non vi è un flusso di informazioni né all'esterno né dall'esterno all'interno e viceversa. Ma occorrerebbe invece anche a supporto della libertà di insegnamento, garantita dalla Costituzione, avere notizie, informazioni. Se l'autonomia è capacità di decidere autonomamente adeguandosi al contesto locale, questo è possibile solo se vi è informazione su ciò che accade altrove, in contesti simili, su quali sono le variabili e il loro peso, e quindi possibilità di verificarsi e confrontarsi. Si propone invece il modello americano, i test, la valutazione solo del prodotto, le prove standardizzate di profitto che hanno un senso per rilevare l'andamento complessivo di un gruppo, ma non per altro. Abbiamo invece bisogno di una valutazione che parta da quali sono le informazioni di cui la scuola reale ha bisogno per risolvere i problemi, e incrementare e ottimizzare da un punto di vista qualitativo la proposta formativa in quel contesto, in vista di obiettivi comuni. Valutare attraverso l'osservazione osservazione è collegata alla comprensione, mentre la misurazione al giudizio e perciò appare uno strumento più utile; l'osservazione permette di raggiungere uno degli obiettivi prioritari della scuola: quello di promuovere i processi, sostenerli e rinforzarli. L'osservazione sistematica è una metodologia rigorosa che porta alla produzione di una documentazione utile sia ai fini autovalutativi (lo studente può accedervi e monitorare i propri progressi), sia come testimonianza del lavoro svolto all'interno della scuola. L'oggetto dell'analisi è il comportamento dei soggetti che apprendono osservato nello svolgimento delle attività didattiche, la valutazione entra perciò nel processo di insegnamento-apprendimento, smette di essere la parte conclusiva del percorso didattico e si inserisce nella costruzione e nella applicazione degli interventi formativi. I suoi punti di forza sono: riesce a rendere conto del processo in cui è avvenuta la formazione; riesce a comprendere nella valutazione ogni aspetto del sistema; dipende da osservazioni accurate e costanti di alcuni parametri che vengono scelti come indicatori del cambiamento; non si limita all'indagine del fenomeno ma ne ricerca le cause; Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 11 si svolge in un tempo lungo; si serve di strumenti di misura attendibili, sia di tipo qualitativo che di tipo quantitativo integrati fra loro. La valutazione sistemica valorizza il processo sul prodotto e indaga il contesto all'interno del quale avviene la formazione, le dinamiche interpersonali, i progetti che vengono attivati, i prodotti che ne risultano. Gli strumenti per valutare sono necessariamente vari perché devono indagare aspetti molto diversi tra loro, da quelli culturali a quelli relazionali. Presupposti e criteri per la valutazione che fa bene alla scuola A. Quattro presupposti senza i quali la messa in atto di sistemi e pratiche di valutazione (di qualunque tipo) genera disastri, anziché ricadute positive. 1. Solide garanzie di tenuta democratica del sistema delle finalità e dei modelli organizzativi, sia a livello centrale che periferico 2. La condivisione delle finalità strategiche della valutazione: la qualità diffusa e non il controllo premiale dell’istruzione, l’inclusione anziché la discriminazione sociale 3. Pluralità, specificità, serietà scientifica e metodologica delle diverse forme di valutazione e dei soggetti che ne sono responsabili a) l’osservazione, verifica e valutazione dei processi di insegnamento apprendimento [i singoli insegnanti/ il team docente] b) l’accertamento e la certificazione degli esiti [la singola istituzione scolastica in quanto parte e per contro di un sistema scolastico unitario e coerente] c) il monitoraggio e l’autovalutazione di istituto [ogni singola istituzione scolastica] d) l’accertamento degli standard e la valutazione del sistema scolastico [istituto nazionale di valutazione] e) le indagini nazionali e internazionali sui livelli della popolazione, sia in età scolare che adulta [istituiti ed enti nazionali e internazionali]. 4. Una gestione attenta e non strumentale delle differenti e inevitabili retroattività che ogni forma di valutazione comporta. Verifica Come accertamento: atto o complesso di atti e strumenti, specificatamente messo a punto per accertare il livello di partenza e i successivi progressi degli alunni rispetto agli obiettivi prefissati (ne consegue anche un controllo dei tipi di strumenti e metodi utilizzati). Da un punto di vista Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 12 concettuale, "verifica" precede valutazione. In realtà le cose stanno in modo assai più complesso. La priorità della verifica consiste nel fatto che essa ha il compito di rilevare elementi "obiettivi", mentre la valutazione si esprime attribuendo a tali elementi un valore. Poiché la verifica presuppone una razionalizzazione complessa, bisogna pensare, più che ad una successione, ad una circolarità verifica-valutazione. In altre parole, la valutazione sostiene la verifica, e viceversa chi effettua una misurazione ha già espresso una valutazione, in modo più o meno esplicito, sulla rilevanza del fenomeno che intende misurare. Le diverse dimensioni della valutazione Chi valuta Insegnante + Colleghi + Chi è valutato Studente singolo Cosa valuta Prestazioni, indizi di competenze chiave e di processi cognitivi trasversali, competenze specifiche, comportamenti, atteggiamenti, …. Per quale fine Come Quando Formativo: indicazioni e suggerimenti di studio e comportamento Analisi e Iniziale (preconoscenze e interpretazione di dati competenze di base) Continuo (raccolta di di diverso tipo: portfolio, griglie di indizi, specialmente su competenze di osservazione, test, argomentazione, domande individuali Genitori o discussione critica, Sommativo su esperimenti svolti esterni collaborazione, certificativo in gruppo, saggi (limitatabrevi, interrogazioni, responsabilità…) mente alla Finale … costruzione (livello di competenze del portfolio) raggiunto) Studenti Competenze di Formativo: Griglie di Iniziale insieme: collaborazione e Indicazioni su ‘come osservazione, Continuo Gruppi di argomentazione, lavorare assieme’ , relazione Finale: Un voto o un lavoro competenze di come risolvere i sull’esperimento, giudizio o un premio al o affermazione delle conflitti’ ecc. discussione/ relazione gruppo e/o alla classe Gruppo proprie capacità e Sommativo che ha ottenuto i risultati sulle modalità di classe interessi (se non si trasforma lavorare in gruppo previsti in giudizio non è importante!) Se stesso Cosa ha fatto (la Formativo Risposte brevi a Iniziale (cosa penso di Studente propria prestazione e informativo verso le domande puntuali; essere capace di fare, ma anche il ‘termometri’ di cosa dovrei migliorare,..) aspettative percorso proposto dell’insegnante gradimento, interesse, Continua (cosa mi è dall’insegnante o efficacia; piaciuto, come sono + dal gruppo) autovalutazione andato…) Come si è sentito complessiva sintetica, compagni (l’emozione) …. Il gruppo di Come hanno Formativo Risposte brevi Iniziale (cosa mi aspetto cui fa parte lavorato assieme: e informativo verso le individuali a domande dal lavoro di gruppo, interesse del aspettative puntuali; ‘termometri’ difficoltà e vantaggi) compito, Continua (cosa mi è dell’insegnante di gradimento, qualità della interesse, efficacia; piaciuto, come mi sono prestazione e qualità comportato…) autovalutazione di gruppo complessiva della relazione sintetica, …. Insegnante + Il percorso Contesti, metodi, Riflessione Triangolazione tra i Continuo e finale. Comunità di che ha contenuti e materiali sull’efficacia della diversi dati raccolti e Il risultato è la pratiche proposto proposti propria azione interpretazioni, e altri validazione di (alcuni) o formativa: dati, altre materiali e le proposte di Amico/i Ricerca Azione interpretazioni miglioramento e critici cambiamento La valutazione, intesa come operazione essenziale non solo per controllare gli apprendimenti, ma per riflettere sulle modalità d’insegnamento e sulla validità dei materiali proposti, dovrebbe essere Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 13 considerata una attività ‘strategica’ in qualsiasi processo sociale e in particolare nei processi educativi. Essa, infatti: assicura un contributo essenziale nel leggere la complessità delle situazioni, delle reti di relazione, delle dinamiche, dei processi; aiuta le persone a imparare a “vedersi ”, a riflettere su potenzialità e limiti di ciò che fanno e dei modi in cui lo fanno, a vedere gli effetti del proprio lavoro, ciò che esse producono; dà sostegno all’agire, sia nel senso di sviluppare un’attività conoscitiva di supporto ed orientamento all’azione, sia nel senso di sostenere la disponibilità e la voglia di azione delle persone. Criteri di valutazione Perchè la valutazione sia attendibile, deve essere basata su criteri chiari, condivisi e ben definiti in relazione a scopi determinati. In linea di massima i docenti per la valutazione seguono alcuni criteri: il criterio comparativo, basato sul confronto con i risultati raggiunti mediamente dalla classe il criterio di confronto tra il livello di partenza dell'alunno e i progressi conseguiti nel corso dell'anno sul piano cognitivo, relazionale, decisionale, operativo il criterio assoluto, basato sul rendimento scolastico del singolo alunno indipendentemente dal livello medio della classe. Questi criteri hanno ciascuno una loro validità, ma generano confusione e falsano la valutazione quando non c'è un preventivo accordo tra i docenti nel CDD e nel CdC per evitare sperequazioni valutative. Anche per i giudizi di valutazione occorre concordare un linguaggio comune e spostare il baricentro dalla funzione sanzionatoria a quella di strumento regolatore del processo di apprendimento e di documentazione della progressiva crescita dell'alunno. Gli strumenti di verifica e di valutazione La verifica, parte integrante della programmazione e della valutazione, è uno strumento che comprende tutte le modalità idonee per registrare fedelmente i risultati degli apprendimenti conseguiti dagli alunni. La struttura, la tipologia delle prove di verifica devono essere elaborate sempre con la funzione di: accertare il livello di apprendimento raggiunto misurare tale livello di apprendimento con indici o punteggi formulare un giudizio di valutazione. monitorare costantemente il processo di insegnamento e procedere a operazioni di feedback. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 14 Le parole della valutazione: glossario ACCERTAMENTO: si osservano le situazioni di apprendimento e di insegnamento, si rilevano gli elementi che si considerano importanti per il comprendere tali situazioni; alcuni elementi(prestazioni, comportamenti, attività) si potranno anche misurare , dati quantitativi, altri elementi(processi, atteggiamenti, stili), dati qualitativi si potranno solo descrivere e raccontare ABILITA': possesso di strumenti logici, linguistici, critici, operativi che si acquisisce con lo studio e l'esperienza. APPREZZAMENTO: comparazione (valorizzazione) tra i risultati ottenuti dallo studente rispetto a quelli(suoi) precedenti o a quelli della classe o agli obiettivi(criteri) prefissati AUTOVALUTAZIONE: valutazione delle conoscenze e delle competenze effettuata dallo stesso apprendente al di fuori della valutazione del docente e sulla base di specifici criteri e di griglie redatte in modo da consentire il riconoscimento delle singole competenze linguistico-comunicative nei vari contesti d'uso e di individuare i propri punti di forza e di debolezza. L'autovalutazione può focalizzarsi su capacità anche extralinguistiche e configurarsi sotto forma di questionari, diari, schede di osservazione ecc. CERTIFICAZIONE: è l'atto che produce il documento attestante il percorso di studi svolto da un alunno, la valutazione conseguita e le competenze acquisite. COMPETENZA: possesso sicuro di conoscenze e capacità di trasferirle, di modificarle e di utilizzarle in ambiti e contesti diversi. Costituisce l'applicazione concreta di una o più conoscenze: conoscenze contestualizzate. Secondo Boscolo la competenza = conoscenze + abilità + atteggiamenti. CONOSCENZE: l'insieme dei contenuti disciplinari e anche interdisciplinari e trasversali appresi e acquisiti dagli studenti. CONTENUTI: una serie di elementi cognitivi, di maggiore o minore ampiezza e complessità (teorie, principi, concetti, termini, tematiche, argomenti, regole, procedure, metodi ecc.). Articolazione dei nuclei concettuali di una disciplina. (Tiriticco) CRITERIO: indicano ambiti di osservazione, dei punti di vista privilegiati, attraverso cui osservare l'apprendimento degli alunni e il loro processo di crescita. Con criterio di verifica si intende anche punti fermi o regole da rispettare. Fissare i criteri e le modalità di verifica significa costruire un modello operativo di verifica e valutazione. CURRICOLO: è l'insieme delle opportunità e degli interventi che la scuola intenzionalmente predispone per far raggiungere agli alunni determinati risultati finali prefigurati e attesi. DOCIMOLOGIA: scienza dell'esaminare, del valutare. Si occupa dei criteri e dei metodi di valutazione del profitto scolastico e delle prove d'esame. DOCIMASTICA: si occupa della tecnica degli esami. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 15 DOSSOLOGIA: si occupa dello studio delle funzioni che la valutazione ha nell'educazione scolastica. DESCRITTORI: categorie di singoli comportamenti rappresentativi che gli studenti mostrano quando raggiungono un traguardo formativo. E' un'affermazione che descrive il livello di performance richiesto ai candidati in ciascuno dei punti di una scala di proficiency . I descrittori fanno di solito riferimento al livello di abilità linguistica richiesto (ad es. il livello di accuratezza grammaticale, l'ampiezza del lessico), alle abilità produttive (ad es. la fluenza e l'intellegibilità), ai tipi di funzioni che i candidati svolgono (ad es. chiedere, dare info personali), o al contenuto del messaggio (ad es. rilevanza dell'info, organizzazione delle idee). Il descrittore orienta perchè è un segmento valutativo che descrive il livello di competenza. EFFICACIA: capacità di realizzare i traguardi formativi stabiliti attraverso l'azione didattica. In sintesi è data dal rapporto tra risultati ottenuti e risultati attesi sul piano degli apprendimenti. Si riferisce alle azioni. EFFICIENZA: capacità di utilizzare in modo ottimale le risorse umane e materiali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. E' data dal rapporto tra risultati ottenuti e l'insieme delle risorse e mezzi utilizzati. Si riferisce alle persone. FINALITA': sono le intenzioni, gli scopi formativi che si propone la scuola. Soggetto delle finalità è l'istituzione, rappresentano ciò che la scuola, il CdC, l'insegnante vogliono e pongono come scopo dell'istruzione e formazione. Le finalità generali di una disciplina fanno parte del suo statuto epistemologico e vanno esplicitate all'allievo perché sappia a che scopo studiano una scienza sperimentale o una lingua, ecc. INDICATORI: Elementi osservabili, mezzo per fornire informazioni sullo stato di un sistema educativo o sociale, strumento che permette comparazioni tra obiettivi attesi e risultati raggiunti, tra diversi sistemi scolastici (Nuttall, 1994; Domenici, 1993, OCSE-CERI..) Un buon indicatore ha caratteristiche di validità e attendibilità, rappresentativo dei sistemi, permette descrizioni qualitative, fornisce di un sistema un ‘profilo al primo sguardo'. Gli indicatori sono di risultato, di contesto e di processo. E' un ambito di riferimento inteso come un'area di competenza. Viene declinato in più descrittori. INDICATORI DI PROCESSO: attività valutabili e osservabili che gli studenti potrebbero fare per dimostrare un progresso nel raggiungimento di un determinato traguardo formativo. INTERDISCIPLINARITA': indica la cooperazione tra discipline diverse legate da affinità e connessioni per una conoscenza ampia di una tematica. Quando, cioè, esperti di discipline diverse concorrono lavorando su campi contigui, interagendo nelle strategie e nei metodi e danno luogo a quadri concettuali nuovi. Si hanno relazioni interdisciplinari quando la collaborazione effettiva tra discipline diverse porta a vere interazioni, cioè a scambi reciproci. Questo può avvenire solo se si arrivano a cogliere rapporti di omogeneità formale tra le strutture sottostanti ai fenomeni descritti (Piaget). LIVELLI : anche band = fascia, una misura o la descrizione della proficiency o abilità di chi fa un test, normalmente descritto su una sorta di scala e determinata in base alla performance. INTERPRETAZIONE: i dati emersi non sono soltanto verificati, vanno anche interpretati rispetto a processi individuali di sviluppo, alla loro qualità e quindi alla personalizzazione della competenza, si ottengono così(interpretazione) informazioni significative sui modi personali di apprendere e di insegnare e di sviluppare le competenze. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 16 MODALITA' VALUTATIVE: sistema di attività, tecniche e strategie che accompagnano tutto il percorso formativo. Alcune tecniche: • Osservazioni sistematiche per riscontrare lo stato delle conoscenze, abilità, procedure, comportamenti. • Osservazioni esperienziali per l'analisi dei comportamenti, atteggiamenti, stili, climi,processi • Rilevazione dei dati, misurare i prodotti, risposte, risultati • Verifica delle ipotesi e del raggiungimento degli obiettivi MODELLO: i criteri e le modalità di verifica e valutazione degli apprendimenti Nel loro insieme costituiscono il modello operativo di verifica valutazione, cioè un sistema completo e coerente che ha la funzione di orientare, indirizzare e regolare in ogni aspetto le pratiche e le attività di verifica e valutazione. Il modello deve riguardare ogni aspetto della valutazione: Le funzioni o scopi assegnati L'ambito e l'oggetto I soggetti responsabili dei diversi momenti e pratiche valutative Le fasi della valutazione (diagnostica, in itinere, finale) Le procedure (selezione degli obiettivi, predisposizione prove, set di somministrazione) I tempi(frequenza e le scadenze dei rilevamenti e della formulazione e comunicazione dei risultati Gli strumenti (tipi di prove, griglie di osservazione, le scale, le soglie, le tracce per la formulazione dei giudizi). I modelli operativi evolvono nel tempo e si storicizzano, in base alle svolte culturali che si verificano, all'evoluzione del pensiero pedagogico, al modo di vedere la scuola, ecc. dietro ogni modello c'è una cultura della valutazione. MISURAZIONE: processo attraverso cui si attribuisce un giudizio, una misura alle prestazioni degli alunni nelle singole prove di verifica. In ambito docimologico si esprime con indici o punteggi. Rappresenta solo una fase del processo valutativo. Misurare significa stimolare, registrare e leggere i risultati. MISURAZIONE IN SCALA: Descrizione in modo progressivo e differenziato della competenza linguistica e comunicativa di uno studente. Serve a diversi scopi: se è per gli utenti, riporta in termini positivi ciò che l'apprendente è in grado di fare, se è per i valutatori, si concentra sulla qualità della performance dell'apprendente, se serve a chi costruisce dei test, esprime i compiti che l'apprendente è in grado di svolgere. MULTIDISCIPLINARITA': si hanno relazioni multidisciplinari là dove la soluzione di un problema richiede l'apporto di informazioni ricavate da ambiti scientifici diversi. NUCLEI CONCETTUALI: concetti e nodi metodologici che strutturano la disciplina. Essi sono essenziali nel senso di irrinunciabili. Sono spesso inestricabilmente legati ai metodi di lavoro o di ricerca. (FORUM delle Associazioni Disciplinari della Scuola) Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 17 OBIETTIVO: soggetto dell'obiettivo è l'allievo, l'obiettivo è quello che l'allievo deve (se si tratta di obiettivi minimi) o può (se si tratta di più elevati) raggiungere. Competenze espresse come prestazioni verificabili e certificabili (FORUM delle Associazioni Professionali della Scuola) PADRONANZA: quando l'allievo è capace di ricostruire, giustificare, rivedere e valutare criticamente il lavoro svolto, quando attribuisce significatività a tutto ciò che ha imparato a conoscere e quando riesce ad orientare le proprie esperienze di apprendimento (Margiotta) PERFORMANCE: L'applicazione delle competenze e delle conoscenze delle regole della lingua alla comunicazione. Il comportamento esibito da un candidato nel completare un compito particolare, un ‘campione' valutabile di lingua. Un test che richiede ai candidati di svolgere compiti che replicano quelle cose che saranno loro richieste in particolari contesti sono performance test. PRESTAZIONE: sono segni dell'apprendimento come scrivere, redigere, risolvere, rispondere, produrre. PLURIDISCIPLINARITA': quando esperti di discipline diverse concorrono, ciascuno per la sua parte, a risolvere un problema. PROCEDURA: sequenza dei passi nello svolgersi di un'azione predeterminata o di un progetto, le procedure didattiche vanno controllate, rilevando lo stato della procedura con misurazioni o con descrizioni, in determinati momenti cruciali PROVE OGGETTIVE (strutturate): tutte quelle prove che consentono di predeterminare l'esattezza delle risposte; sono strumenti di misura , costituiti da domande prevalentemente a risposta chiusa, che implicano l'esecuzione di un compito identico per tutti gli studenti esaminati e con tecniche precise per la valutazione dei risultati. Tali prove si dicono oggettive in quanto viene eliminata una delle caratteristiche degli strumenti di misura tradizionalmente usati a scuola: l'influenza dei giudizi personali di chi valuta. (Benvenuto, 2000) PROVE STANDARDIZZATE: quelle prove oggettive di profitto che sono state tarate su campioni statisticamente rappresentativi della popolazione di riferimento, i cui risultati possono costituire un utile elemento di confronto. STANDARD: prestazione attesa in riferimento a particolari competenze, osservabili e certificabili. Il termine deriva dall'antico francese è stendard (italiano stendardo), ossia insegna visibile da lontano come punto di riferimento. E' il livello di prestazione (punteggio o criterio) prestabilito da utilizzare come riferimento per la valutazione. In pratica, per giudicare se un risultato raggiunto è accettabile o meno, per esprimere una valutazione (giudizio) sul livello raggiunto da uno studente con la sua prestazione ad una prova/compito, è indispensabile avere indicazioni sulla soglia di accettabilità o livello di esclusione (cut-off). Il processo che porta alla definizione ed individuazione dei punteggi o livelli corrispondenti alle diverse prestazioni è definito di standardizzazione ( standard setting ) e può essere compiuto su base statistica o espresso da esperti del settore. La definizione di standard rimanda direttamente al sistema di accertamento e certificazione a livello nazionale e/o internazionale di determinate competenze. TRANSDISCIPLINARIETÀ: indica l'aggregazione di diverse discipline e la loro integrazione in una diversa strutturazione concettuale che dà luogo ad una nuova disciplina (neuroscienze, biotecnologie, eco-eco). VALIDITA': capacità di una prova di misurare proprio ciò che intende misurare La validità non è altro che il grado di corrispondenza fra ciò che la prova misura e ciò che si vuole misurare. Nel caso della valutazione degli apprendimenti, Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 18 una prova è valida se l'informazione ottenuta rappresenta con precisione la competenza del candidato in questione. Vi sono quattro tipi principali di validità (Benvenuto 2001): • validità del contenuto = il contenuto della prova è appropriato agli intenti della prova stessa? La definizione degli obiettivi della prova serve a definire tale validità; • validità di criterio = confronto dei risultati della prova con altre misure della stessa abilità ottenute in modo indipendente; • validità di costrutto = il contenuto della prova è coerente con il costrutto teorico dell'abilità da misurare. • validità di aspetto = la prova appare coerente con il proprio obiettivo a coloro che la svolgono. VALIDAZIONE: è una forma di valutazione che non si serve dei criteri e dei parametri utilizzati in ambito scolastico. E' l'operazione mediante la quale gli alunni riescono a trasferire e a utilizzare conoscenze e competenze diverse in contesti anche al di fuori di quelli scolastici. VALUTAZIONE: valutare significa attribuire o dichiarare il valore di qualcosa, valorizzare qualcosa in funzione di uno scopo. Valutare nella scuola è individuazione e ricerca di ciò che ha valore per la formazione della persona. L'atto valutativo nella scuola deve essere funzionale alla regolazione, al cambiamento, alla crescita, allo sviluppo, è attività di pensiero critico, vive di interpretazioni ed è radicata nei mondi (valoriali, cognitivi, esperienziali, affettivi, relazionali) di colui che valuta. Occorre sottolineare che la normativa odierna (Autonomia, L 53/03, Indicazioni per il Curricolo 2007) sposta l'attenzione valutativa dall'asse degli apprendimenti culturali (conoscenze e abilità) all'asse della maturazione personale/capacità e competenze. La verifica delle conoscenze e abilità è un accertamento strumentale e di mezzo, estrinseco rispetto all'essere del soggetto, alla sua individualità e specificità. VALUTAZIONE AUTENTICA: La prospettiva che attualmente si va sempre più delineando è quella della valutazione delle prestazioni in situazioni reali, abituali, ordinarie o quotidiane di classe (saper effettuare o formulare un progetto, risolvere un problema, fare una dimostrazione, mettere in atto una procedura appresa ecc.) definita come “valutazione autentica”, cioè valutazione delle abilità acquisite mediante prove più funzionali dei test carta e matita. La valutazione delle prestazioni è maggiormente valida quando è autentica , ossia quando rivela una data competenza in un contesto reale e naturale in cui ne è richiesta l'applicazione. Un accertamento “autentico” si basa invece sulla necessità di utilizzare una pluralità di strumenti in relazione a obiettivi complessi e a diversi contesti di istruzione. VERIFICA: attività comparativa che produce risultati ordinati per livelli, il confronto avviene tra i dati emersi (quelli quantitativi dalle misurazioni e quelli qualitativi dalle descrizioni) con i traguardi prefissati dal progetto didattico o con gli standard quali-quantitativi della procedura controllata. E' attività propedeutica alla valutazione con lo scopo di raccogliere, confrontare ed interpretare i dati forniti dagli alunni. la verifica consente anche di tenere sotto controllo il processo di insegnamento-apprendimento. E' formativa se viene attuata in itinere e serve ad attivare percorsi individualizzati in funzione dei diversi bisogni formativi degli alunni; è sommativa se è attuata al termine di un percorso didattico e serve ad accertare i risultati raggiunti dall'alunno. Filippo Quitadamo – saggio sulla valutazione 19 Bibliografia Allulli, Le misure della qualità. Un modello di valutazione della scuola dell’autonomia, Seam, 2000 Barzanò, Mosca, Scheerens, L'autovalutazione nella scuola, Bruno Mondadori, 2000 Bertoldi, Serio, Oltre la valutazione. Idee e ipotesi a confronto, Armando, 1999 Bertolini (a cura di) La valutazione possibile, La Nuova Italia, 1999 Bramanti, Progettazione formativa e valutazione, Carocci Editore, 1998 Bondioli, Ferrari (a cura di), Manuale di valutazione del contesto educativo. Teorie, modelli, studi per la rilevazione della qualità nella scuola, Franco Angeli, 1999 Calonghi, Gli strumenti della valutazione, Ed. 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