Nuova Medicina Germanica

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Nuova Medicina Germanica
Nuova Medicina Germanica
http://www.nuovamedicinagermanica.it
La N.M.G. in breve
La Nuova Medicina Germanica (come si chiama adesso), che ho scoperto nel 1981, è una scienza severa che contiene solo 5 leggi biologiche della natura (e nessuna ipotesi), con le quali
si può riprodurre in modo severamente scientifico ogni caso clinico. La Nuova Medicina Germanica Biologica descrive esattamente il contesto medico biologico dell’organismo vivente
come unità di psiche, cervello e organo. Tutti i processi da psiche e organo sono connessi al
cervello dove vengono coordinati. Il cervello è per così dire il computer del nostro organismo,
la psiche diventa il programmatore, corpo e psiche diventano l’organo esecutore del computer sia nella programmazione ottimale sia nella programmazione disturbata.
Questo naturalmente è valido anche per le cosiddette malattie, perché queste fanno parte di
un programma Speciale Biologico Sensato della natura (SBS) che normalmente è bifasico.
La 1° Legge della Natura
La legge ferrea del cancro: i 3 criteri:
1° Criterio : Ogni programma speciale biologico sensato (SBS) nasce con una DHS (sindrome di
Dirk Hamer), cioè con un singolo evento scioccante, conflittuale, che da la sensazione di isolamento psichico, molto grave, altamente acuto/drammatico, contemporaneamente sui tre livelli: 1. nella psiche 2. nel cervello 3. nell’organo
La DHS è uno shock conflittuale, vissuto con sensazione di isolamento, grave, altamente acuto/drammatico che coglie l’individuo "sul piede sbagliato", ma contemporaneamente è una
possibilità, un’occasione della natura di eliminare l’inconveniente che permette di superare la
situazione improvvisamente sopraggiunta. Perché è in questo momento che si innesca un
programma speciale, praticamente in sincronia nella psiche, nel cervello e nell’organo ed è
constatabile in ognuno di essi, visibile e misurabile! E’ anche sempre un esperienza fulminante conflittuale e non invece un colpo del destino ne un evento che la persona colpita può in
qualche modo cambiare. Esattamente dalla DHS il paziente si trova sotto stress permanente:
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questo significa che ha mani e piedi freddi, continua a pensare giorno e notte al suo conflitto
e tenta di risolverlo. Non riesce più a dormire di notte, e se ci riesce, solo nella prima metà
della notte e solo per mezz’ora alla volta. Non ha più appetito, perde peso.
Questa è la fase del conflitto attivo. In conclusione, al contrario dei conflitti normali e dei problemi, vediamo che nei conflitti biologici il paziente finisce in stress permanente e manifesta
sintomi ben definiti che non si possono non vedere.
Questo stato cambia di nuovo quando il paziente ha risolto il conflitto.
Allora avviene una sedazione. La psiche deve riprendersi. Il paziente si sente spossato e stanco, ma è sollevato moralmente, ha buon appetito, il corpo è caldo, spesso c’è febbre, spesso
mal di testa. Dorme di nuovo bene di solito però dalle tre del mattino in poi.
Questa è la fase di soluzione del conflitto.
2° Criterio : Il conflitto biologico determina all’istante della DHS sia la localizazione della SBS
nel cervello, il cosiddetto Focolaio di Hamer, sia la localizzazione sull’organo come cancro o
oncoequivalente. Questo shock inaspettato lascia delle tracce nel cervello che possiamo fotografare con la TAC cerebrale. Un tale relè si chiama Focolaio di Hamer (FH). Alla fine della fase
di guarigione, la cosiddetta glia, viene depositata come tessuto connettivo cerebrale innocuo
per riparare il Focolaio di Hamer. All’inizio della guarigione il focolaio di Hamer è una cicatrice
innocua di una cosiddetta malattia pregressa con deposizione di glia, i cosiddetti anelli di glia,
che purtroppo vengono ancora erroneamente interpretati come tumori cerebrali e infelicemente asportati, per la sofferenza dei pazienti.
3° Criterio: Il percorso dalla SBS su tutti e tre i livelli, dalla DHS alla soluzione del conflitto e
crisi epilettica/epilettoide al culmine della fase di guarigione e ritorno alla normalità, è sincrono!
La 2° Legge della Natura: La legge della Bifasicità di tutte i programmi speciali biologici sensati
della natura se si arriva alla soluzione del conflitto.
Questa legge della natura capovolge profondamente tutto il nostro presunto sapere poiché
tutte le malattie della medicina intera si evolvono in questa bifasicità. Nella nostra ignoranza
dei contesti abbiamo descritto nei libri di medicina alcune centinaia di "malattie fredde" e altrettante centinaia di "malattie calde". Le malattie fredde erano quelle nelle quali i pazienti
avevano la cute fredda, le estremità fredde, si trovavano in stress permanente, perdevano
peso, avevano problemi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti). Le "malattie calde" dove i pazienti mostravano le estremità calde bollenti, quasi sempre avevano febbre, avevano buon appetito, ma grande stanchezza.
Nella Nuova Medicina Germanica viene considerato un grosso errore non aver chiesto la lateralità del paziente, cioè se è destrimane o mancino, poichè la coordinazione dei conflitti con i
focolai di Hamer e i tumori o le necrosi dell’organo è di grandissima importanza, in quanto
non decide solamente l’evoluzione del conflitto o del cervello, ma anche quale "malattia" o
SBS subisce un paziente nei vari conflitti.
La 3° Legge della Natura : Il sistema condizionato ontogeneticamente dei programmi speciali
biologici sensati del cancro e degli oncoequivalenti.
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La 3° Legge della Natura della Nuova Medicina Germanica riordina tutte le cosiddette malattie
secondo l’appartenenza ai vari foglietti embrionali.Collocando tutti questi vari tumori, gonfiori, ulcere secondo la storia evolutiva, rispetto ai diversi foglietti embrionali, si può constatare,
che le "malattie" con appartenenza allo stesso foglietto embrionale dimostrano anche altre
caratteristiche e peculiarità comuni (nel foglietto embrionale medio c’è ulteriormente da differenziare tra la parte diretta dal cervelletto e quella diretta dalla sostanza bianca cerebrale
del mesoderma).
Ad ognuno di questi foglietti embrionali appartiene, secondo la storia evolutiva:
· una parte specifica del cervello
· un tipo specifico di contenuto conflittuale
· una localizzazione specifica nel cervello
· un’istologia ben precisa
· microbi specifici imparentati con il foglietto embrionale
e inoltre ogni cosiddetta malattia o SBS ha un senso biologico da comprendere secondo la sua
storia evolutiva.
La 4° legge biologica della natura : Il sistema ontogeneticamente determinato dei microbi.
Il momento, dal quale possono iniziare a "lavorare" i microbi, non dipende, come avevamo
presupposto erroneamente fino ad ora da fattori esterni, ma viene ordinato esclusivamente
dal nostro computer cervello. I microbi non sono nostri nemici ma ci aiutano, loro lavorano su
nostro comando, su comando del nostro organismo, diretto dal nostro cervello, perché ad
ogni gruppo di organi appartenente ad un foglietto embrionale appartengono specifici microbi tipici di quel foglietto embrionale. Secondo la legge della bifasicità di tutte le malattie, nella
soluzione del conflitto tutti i microbi "lavorano" – senza eccezione – esclusivamente nella seconda fase, la fase di guarigione, iniziando con la soluzione del conflitto e finendo con la fase
di guarigione.
La 5° legge biologica della natura: La legge sulla comprensione di ogni cosiddetta malattia
come parte di un programma speciale biologico sensato della natura alla luce della storia
dell’evoluzione
La quintessenza.
La 5° legge della natura è la vera quintessenza, perché ribalta l’intera medicina. Quando si
guardano i singoli foglietti embrionali separatamente si può constatare che esiste evidentemente un senso biologico, che le cosiddette malattie non sono errori insensati della natura da
combattere, ma che ogni malattia è un processo sensato. Da quando non intendiamo più le
presunte malattie come "malignità", guasti della natura o punizioni divine, ma come parti o
singole fasi dei nostri programmi speciali biologici sensati della natura, da allora il senso biologico contenuto in ogni SBS acquista naturalmente un significato decisivo.
· Tratto dalla Presentazione alla Nuova Medicina Germanica che si trova nella sezione Presentazione NMG prelevabile in formato PDF.
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cosa comportano queste scoperte
Quando si conoscono le 5 Leggi Biologiche le implicazioni che ne conseguono sono molteplici.
Siamo abituati a fare in automatico tutta una serie di cose che però, quando poi si tratta di
agire nelle situazioni di emergenza, proprio questi automatismi ci lasciano disarmati e senza
soluzioni: finiamo col muoverci come se fossimo intrappolati nel labirinto del topo.
Un esempio di reazione automatica è quando prendiamo per buona qualsiasi cosa ci venga
detta da una persona che consideriamo autorevole: non siamo più abituati a chiedere di specificare un’affermazione, di dimostrarcene la veridicità nei fatti e ci accontentiamo di affermazioni generiche tipo “si sa che è così”. E se un primario afferma che mi restano pochi mesi di
vita, in automatico penso che saprà il fatto suo. Invece, per fortuna, le cose non stanno proprio così e basta iniziare a chiedere, a far specificare su cosa davvero sono basate quelle affermazioni per scoprirlo. Certo questo comporta un cambio di posizione a 360° sia da parte degli
operatori nel campo della salute che da parte di chi chiede loro aiuto. Implica cioè una sorta
di risveglio collettivo… Ed è questo ciò che disturba maggiormente chi non vuole che queste
conoscenze vengano portate alla luce e riconosciute. Vediamo insieme, passo per passo, il
cambiamento che necessariamente richiede l’applicazione di queste scoperte.
Come facciamo a prendere per vere affermazioni quali:
“Mi dispiace ma le restano solo pochi mesi di vita” – “Si sa che purtroppo l’evoluzione della
sua malattia è…”- “Occorre iniziare subito il protocollo altrimenti c’è rischio di metastasi” etc…
etc…
Il discorso è un po’ complesso, ma per chi avrà la pazienza di leggere i paragrafi successivi,
potrà avere maggior chiarezza e capire che in fondo è anche semplice, trovare il modo per
tornare ad essere “presenti e svegli” nell’ambito della nostra vita… E poiché stiamo parlando
della nostra pelle, forse ne vale la pena.
Uscire dall'ipnosi collettiva
La saggezza del dubbio.
Capire e tenere conto del fatto che viviamo in uno stato d’ipnosi collettiva, diviene una premessa fondamentale quando si decide di lavorare avendo come riferimento le 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer. E questo vale in ugual modo sia per gli operatori quanto per la
persona che si rivolge loro. E’ solo vivendo da “sonnambuli” sconnessi dal nostro sentire più
profondo che possiamo restare a lungo in un problema ( fare cioè massa conflittuale) ed avere poi dei sintomi importanti quando il corpo ripara. E’ solo da sonnambuli che possiamo rimanere in balia del panico prodotto dalla diagnosi (anch’essa pura ipnosi). Ed è questo stesso
stato ipnotico che ci allontana dalla lecita richiesta di sapere se ciò che ci viene detto e fatto
nel campo della salute ha basi scientifiche o meno.
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Si tratta quindi di svegliarsi, di scuoterci da questo torpore sonnambolico nel quale siamo caduti da anni e nel quale veniamo costantemente mantenuti dalla comunicazione di massa,
una comunicazione gestita dal potere e perciò finalizzata unicamente al suo mantenimento.
Un popolo può essere facilmente manipolato solo quando viene costantemente mantenuto in
stato ipnotico. E la paura della malattia è uno degli strumenti più forti per ottenere tale obbiettivo. Ma vediamo quali sono le premesse perché lo stato ipnotico possa essere prodotto.
Lo stato ipnotico è il nostro stato normale
La prima cosa da comprendere è che viviamo costantemente in “stato ipnotico” cioè con l’attenzione rivolta ai nostri pensieri, poiché è così che funziona la nostra mente: pochi attimi per
captare informazioni dall’ambiente e, subito dopo, dentro la nostra mente, alla ricerca di un
significato. E’ in questo modo che ogni singola parola acquista il suo significato specifico che
altrimenti resterebbe un puro suono.
Mi spiego meglio
Da piccoli abbiamo imparato a conoscere il mondo e a muoverci in esso a partire dalla nostra
esperienza sensoriale diretta: osservando, toccando, annusando, assaggiando un oggetto per
poter capire cosa fosse e come usarlo…
Poi, per non dover ricominciare ogni volta daccapo, la natura ci ha organizzato in modo da tenere in memoria tali esperienze così da poter dare ogni volta un significato preciso sia alle parole che agli oggetti e sapere cosa farne di conseguenza. Per fare un esempio questo vuol dire
che in qualsiasi parte del mondo mi trovi e qualsiasi forma abbia una sedia, so cos’è, a cosa
serve e come usarla.
Le parole non sono neutre
Ogni parola ha quindi un significato che possiamo definire “funzionale” ma assume anche un
significato “emotivo”, viene cioè accompagnata da un’emozione, proprio perché la posso interpretare solo a partire dalle mie memorie e cioè dalla mia storia personale. Parole come
“mamma, mare, focolare o cancro” avranno una colorazione emotiva personale, che sarà
quindi per ogni persona un po’ diversa.
Il primo fatto di cui tenere conto quindi è che le parole non sono neutre, mai.
La memoria ha caratteristiche particolari:
1) Questa esperienza interiorizzata, che chiamiamo memoria, è come un film che proiettiamo dentro la nostra mente e che ha caratteristiche sensoriali, cioè è fatta di immagini, suoni,
odori, sensazioni. E’ per questo che spesso ci confondiamo assumendola come realtà oggettiva, mentre invece si tratta di un semplice pensiero, un ricordo: non mostra una realtà oggettiva ma la mia percezione di quella che definisco realtà.
Ad es. provate in questo istante a ripensare a qualcosa che avete vissuto:
l’ultima furiosa litigata con qualcuno, l’istante in cui avete perduto una persona cara, quel
giorno che siete caduti inciampando nel marciapiede… In un istante rivedrete immagini, riascolterete voci e rumori, risentirete odori e avrete l’impressione di riaccedere a tutto il bagaglio emotivo e alle sensazioni provate in quell’istante, come se steste vivendo qui ed ora
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quella stessa situazione. Eppure non sta accadendo nel qui e ora quel fatto, ma la percezione
è quella. L’esperienza è come proiettare quel film e caderci dentro (tecnicamente: rivivi un ricordo in modo associato). Le persone abituate a vivere nel ri/sentimento capiranno al volo
cosa intendiamo dire.
2) Poiché diamo un senso di realtà ai nostri pensieri (i ricordi e le convinzioni sono sempre
pensieri) tendiamo, una volta organizzati, a non metterli più in discussione. Ciò significa però
che tutto ciò che pensiamo e di cui siamo convinti in merito alle cose, a noi stessi e alle nostre
possibilità nel mondo, non sono più delle semplici idee ma diventano delle nostre identità. La
difficoltà nel metterle in discussione quindi diventa grande e profonda perché ciò che dovrei
mettere in discussione non lo percepisco più come pensiero, come una convinzione, ma come
“tutto me stesso”.
3) Non possiamo tenere in memoria l’intera realtà, ma solo una sua sintesi, una sorta di
“mappa” di quella che definisco realtà.Perciò quando dovrò dare significato alle cose che accadono, non mi riferirò alla realtà, ma necessariamente alla mappa che ho costruito. Questa
mappa cioè mi farà da riferimento, come una cartina stradale, per muovermi nella vita. Tale
mappa sarà inevitabilmente una generalizzazione, conterrà delle cancellazioni e sarà organizzata da me in base al mio personalissimo filtro (alla mia storia personale). Se ad esempio vi
dico che oggi “che sono andato al mare e che è stato bellissimo” nessuno di voi potrà davvero
sapere cosa intendo, e in base a ciò che per ognuno di voi è “stare bene al mare” s’immaginerà qualcosa di diverso: un mare piatto come un olio oppure in tempesta oppure ancora che
per me non era bello il mare ma la compagnia . Ogni singolo essere umano ha una mappa diversa, e sarà attraverso questa stessa mappa che filtrerà anche la sua comunicazione con l’altro. Spesso poi accade che in memoria trattengo e metto insieme solo quei pezzettini di percezione della realtà che sono tra loro sono simili e che confermano quella che è la mia convinzione. Focalizzerò solo su quelli, dimenticandomi (cioè cancellando) le eccezioni che metterebbero in dubbio ciò che mi sto raccontando. Vi facciamo un esempio molto semplice e comune di questa modalità: a tutti sarà capitato di cercare disperatamente qualcosa in casa, le
chiavi della macchina, o gli occhiali. Sembrano spariti finché vi cade l’occhio sul tavolo e li vedete appoggiati lì in bella mostra. Ci sarete passati davanti un centinaio di volte ma non li avete visti, li avete “cancellati”. Cosa è successo? Cercando gli occhiali non stavate guardando
“fuori” per osservare dove fossero, ma stavate guardando il vostro film interiore di dove dovevano essere… Per questo stesso meccanismo, se nella vita ho passato dei momenti difficili,
potrò facilmente dire che “la mia vita è stata un inferno” dimenticando quegli spazi dove invece sono stato bene. Ed è per la stessa dinamica che potrò dire che “ho mal di schiena da anni”
senza accorgermi che invece è solo in certi periodi che il male si presenta e nemmeno sempre
con la stessa modalità né intensità.
4) La comunicazione con me stesso o l’altro, che attivo a partire dalla mia mappa, sarà anch’essa una sintesi… e non solo della realtà, ma addirittura del mio pensiero. La frase che formulerò avrà quindi delle parti di contenuto cancellate, altre generalizzate, altre deformate. Il
vuoto comunicativo che inevitabilmente creo, sarà “riempito” dall’altro, e, ancora una volta, a
partire dalle sue memorie, dal suo mondo interiore, dal suo personalissimo vissuto.
Questo significa due cose: prima di tutto che quando pensiamo di comunicare qualcosa, il più
delle volte enunciamo solo dei titoli generici e sarà chi ci ascolta a scriverne il testo (quasi mai
il nostro). La seconda è che le parole non sono neutre MAI! Per dare loro significato mi rivolgerò alla mia mappa personale (alla mia storia e alle mie ferite) ed in base a questa mappa
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produrrò il comportamento conseguente. E’ in base alla percezione che abbiamo di chi siamo
noi, cosa la realtà, e quali le nostre possibilità nel mondo che ci muoviamo nel mondo e produciamo comportamenti. Se nella mia mappa ho la convinzione che di cancro si muore, prenderò per buono tutto quello che mi viene detto, mi lascerò fare il protocollo del caso senza
discutere e percepirò ogni piccolo sintomo come segnale dell’inevitabile peggioramento. Se
invece credo il contrario, mi prenderò il tempo ed avrò la forza per cercare altre spiegazioni,
non darò nulla per scontato e mi aggancerò ad ogni segnale per sentire che sto migliorando.
Accade così che pensando di comunicare uno con l’altro, in realtà finiamo solo per suggestionarci a vicenda. Se provassimo a far specificare il nostro interlocutore, cioè a chiedere davvero
cosa intende dire senza dare per scontato di aver capito, ci potremmo accorgere che la maggior parte delle volte ciò che sta affermando è molto lontano da ciò che presupponevamo di
aver capito. E’ in questo modo che avvengono la maggior parte dei litigi di coppia, dove alla
fine, non ci si ricorda nemmeno più da dove si era partiti: nessuno dei due era presente all’altro, ma ognuno rispondeva, reagiva, al proprio mondo interiore.
Inoltre specificando, sia chi ascolta ma anche la persona stessa che sta parlando si può accorgere, con sorpresa, che nel non detto c’è tanta informazione in più e che, spesso, contraddice
proprio quell’affermazione che si stava dando per scontata.
Cosa succede quando confondiamo la realtà con la nostra percezione della realtà?
Qualsiasi parola pronunciamo, non definisce la realtà ma la mia percezione del come stanno
le cose e in base a questa percezione, ne scaturirà inevitabilmente uno specifico comportamento che produrrà i risultati conseguenti: quelli e non altri. E’ in questo senso che possiamo
dire che il pensiero crea la mia realtà. La diagnosi è una etichetta ipnotica da convertire in
processo in corso. Cosa significano termini come tumore, sclerosi multipla, sindrome di x,y,z?
Non ci danno alcuna indicazione sul processonon descrivono nulla della realtà, non spiegano
cosa stia accadendo realmente nel nostro corpo, e quindi non ci danno alcun elemento per
sapere cosa fare. La diagnosi assume una qualità oggettiva, quasi fosse una vera e propria entità, e invece di spiegare che tipo di processo sia in corso nel nostro corpo, diventa una parola
ipnotica che porta con sé la prognosi. Cioè ricevendo una diagnosi, vi troverete all’istante ad
allucinare “il come andrà a finire”. Tumore viene automaticamente tradotto in “tu muori”,
sclerosi multipla diventa “sedia a rotelle” e le varie sindromi una sfiga rarissima e sconosciuta
alla quale è impossibile fare fronte.
Questo perché attribuiamoa quella etichettaun significato in base a ciò che “ho preso per
vero” in seguito alle informazioni ricevute.
E anche se vi dite: “no, io non finirò così!” il risultato non cambia. Questo perché la mente
non registra la negazione, il “non” per la mente, non ha alcuna immagine di riferimento. Se
per es. vi chiedo, di fare tutto il possibile per “non immaginare un albero” vi domando qualcosa d’impossibile: vedrete proprio un albero. Quello che serve per andare verso un’altra direzione, occorre avere una nuova immagine (mappa) di riferimento.
Provate ad immaginare come cambia subito la vostra emozione ( e di conseguente la vostra
mappa di riferimento) se trasformiamo i termini utilizzati nell’etichetta in quello che sono, e
cioè in processi in corso:
1) TUMORE: diventa una crescita che tra l’altro non è tutta uguale, ma che mi dice che sono
in conflitto attivo (cioè ancora nel problema) se a rispondere sono tessuti diretti dal vecchio
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cervello (che crescono in conflitto attivo), o che ho già risolto il problema se sono tessuti diretti dal nuovo cervello (cicatrice).
2) SCLEROSI MULTIPLA: se c’è presenza di un sintomo motorio, sappiamo che stiamo vivendo
un conflitto motorio e, a seconda di dove appare il sintomo, posso sapere in relazione a chi o
cosa
3) SINDROMI: a seconda del sintomo presentato, posso ricongiungerlo al suo tessuto specifico
e , ancora una volta, avere delle indicazioni precise su cosa fare.
Ricordate che l’immagine che vi guida nel comportamento è quella che prendete per vera.
Quindi quando ricevete un’etichetta, non fermatevi a quella, ma andate a ricercare il processo
in corso nel tessuto dove si sta manifestando il sintomo. E per fare questo abbiamo come riferimento la terza legge biologica.
L’IPNOSI COLLETTIVA
Le suggestioni sono dovute dalle nostre esperienze personali ma anche alimentate a livello
collettivo dalla comunicazione di massa.
Il significato che attribuiamo per esempio alla parola cancro, viene quotidianamente nutrito
(cioè suggestionato) da una comunicazione di massa non specificata (cioè ipnosi). Quella parola contiene un mucchio di significati impliciti: puoi morire, per salvarti devi seguire cure che
ti fanno soffrire, sei a rischio di metastasi, sei solo, nella tua vita niente sarà più come prima, e
tanto tanto altro.
Due esempi.
1) – Dal cancro non si guarisce e se si guarisce si rimane comunque “a rischio” perché una
cellula può ripartire anche dopo 10 anni.
2) – Dal tumore primario partono delle cellule che creano nuove colonie in altri organi, cioè
metastasi, e quando sei “pieno dappertutto” non c’è più niente da fare.
Queste affermazioni (cioè parole) sono generiche e piene di cancellazioni. Una cancellazione
tra le tante è per esempio la spiegazione scientifica di come fanno ad affermare una cosa simile. Tali affermazioni generiche però vengono colte come realtà, mentre in effetti, la producono. La persona poi facilmente darà ancora maggiore oggettività a tali affermazioni poiché
magari è vero che ha conosciuto persone che sono morte dopo aver ricevuto una diagnosi di
cancro o di metastasi. L’effetto che osservo (cioè la persona che muore) finisce così col confer
mami automaticamente la premessa (l’affermazione) che però se viene specificata (verificata
nelle sue premesse) non ha alcuna valenza scientifica.
Per la prima affermazione, per esempio, qualcuno dovrebbe poter spiegare (cioè verificare)
come possa biologicamente “ripartire” una cellula tumorale dopo 5 o addirittura 30 anni.
Per quanto riguarda la seconda, il problema è lo stesso: qualcuno ci dovrebbe spiegare in cosa
consistano e come migrano queste metastasi. Le cellule non migrano da un tessuto all’altro,
ma si muovono trasportate dal sangue.
Il presupposto in medicina scolastica è che una cellula “tumorale” si sfaldi dal tumore primario, per esempio dal seno, venga quindi trasportata attraverso il sistema linfatico e venoso di
ritorno (senza essere metabolizzata dal fegato) e una volta arrivata al cuore, riparta trasportata dal sangue arterioso, attraversi nuovamente tutto il corpo, per poi attaccarsi e fare una
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nuova colonia in un tessuto che magari è completamente diverso sia come origine embrionale, che come struttura e comportamento, come per esempio in una costola (osso).
Ciò vorrebbe dire che quella cellula deve anche decidere per tempo dove andrà a proliferare,
in modo da mutare la sua struttura…fantascienza!
L’altro particolare trascurato dalla medicina ufficiale, anche perché non si da il tempo per verificarlo, è che quelle cellule che proliferano nell’osso, alla fine del processo saranno cellule di
callo osseo (?!?)
Inoltre se fosse vero che il corpo si auto infetta attraverso il sangue (poiché è così che “migrerebbero” le cellule tumorali, dovrebbero sospendere all’istante le trasfusioni di sangue.
…Sono tutti stati ipnotici che possono essere confusi e mantenuti come se fossero realtà solo
per la nostra non “presenza” ed abitudine alla delega.
I benefici
Il tempo a disposizione. Il meraviglioso funzionamento sensato del nostro organismo diventa
ora comprensibile e il beneficio più grande è proprio quello di accorgerci di avere il tempo a
nostra disposizione e quindi la pace e la serenità, per agire con saggezza per il nostro benessere. Il risultato straordinario è che sentendoci di nuovo in armonia con il nostro ambiente,
come “un pesce nell’acqua” (dopo la soluzione del “conflitto del profugo”), anche i nostri reni
(tubuli collettori renali) potranno funzionare al meglio e permetterci di espellere una gran
quantità di urina, riducendo così drasticamente tutti i nostri gonfiori, edemi e disagi prodotti
quando il conflitto del profugo era attivo.
Conoscere le 5 Leggi Biologiche quindi non solo ci permette di sapere cosa sia sensato fare,
ma ci dà anche le indicazioni di cosa fare per poter stare subito meglio!
Un corretta informazione. Cari lettori, ci rendiamo conto a questo punto che, conoscendo le 5
Leggi Biologiche, non sarà più possibile richiedere informazioni sulla nostra salute a chicchessia senza tenere in seria considerazione da quale convinzione, posizione, interesse, scienza,
fanta-scienza, credo o religione il medico o l’operatore per la salute ci stia parlando. È chiaro
che per evitare il panico ed essere precisi nel comprendere quello che sta realmente succedendo nel nostro corpo, necessitiamo di una chiara conoscenza delle varie corrispondenze tra
psiche, cervello e tessuti.
Grazie quindi a un’informazione precisa, saremo in grado di avere il tempo a disposizione per
comprendere veramente cosa ci sta succedendo e produrre una scelta consapevole inerente
alle cure per la nostra salute e il nostro benessere. Dobbiamo innanzitutto, da soli o con l’aiuto di un medico o un consulente preparato sulle 5 Leggi Biologiche, saper distinguere accuratamente: in quale tessuto avviene quel processo che provoca quel dato sintomo, in quale fase
si presenta (conflitto attivo o risolto), qual’è l’area cerebrale che innerva quel tessuto e a quale tipo di conflitto biologico il nostro organismo ha reagito. Solo con queste premesse, sapremo cosa sia sensato fare.
Una scelta responsabile. Dal momento che conosco le 5 Leggi biologiche, ho quindi la respons-abilità (capacità di dare le risposte più appropriate) di scegliere con più acutezza cosa
fare nelle situazioni che mi fanno stare male.
Ho quindi anche la piena respons-abilità di scegliere a chi rivolgermi quando ho bisogno di aiuto. Come abbiamo già scritto, non posso più prendere per buona qualsiasi cosa mi venga
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detta da un medico o da un terapeuta. Un medico è una persona che ha studiato e scelto di
fare quel mestiere. E se noi in base alle nostre esigenze scegliamo l’idraulico più capace, l’architetto più bravo per il nostro gusto, il panettiere con il pane più fresco, perché non dovremmo poter scegliere come e da chi curarci in base a quello che sentiamo più vero e giusto per
noi? È un’assunzione di responsabilità (nessuno può farlo per noi). Abbiamo tutti la piena responsabilità civile di scegliere il nostro medico di fiducia, di rivolgerci cioè ad un medico che
sia lì per noi. Se scegliamo altro… liberi di farlo, ma non avrà più senso lamentarci o stupirci o
arrabbiarci perché ci sentiamo non capiti o spaventati dal medico che non conosce le 5 Leggi
Biologiche. La migliore prevenzione. Quando stiamo veramente male, abbiamo bisogno di un
professionista preparato, capace di sostenerci al meglio in questo momento difficile.
Vi invitiamo perciò a portare questo libricino al vostro medico, anche se siete sani. Non in
modo aggressivo o come detentori di verità, ma con la semplice richiesta di voler essere seguiti in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche. Se non dovesse essere disponibile, non
avete bisogno di convincerlo, ma potete sentirvi liberi di rivolgervi a un altro medico e, se non
funziona neanche col secondo, a un terzo o un quarto, fino a che troverete un medico disponibile a informarsi su queste scoperte scientifiche o che perlomeno si adoperi a sostenervi,
secondo le sue possibilità, per curarvi secondo ciò che ritenete essere il meglio per la vostra
salute. Non lasciatevi intimorire da pensieri tipo “chissà che reazione avrà”. Da “pazienti”, che
si lasciano fare pazientemente, siete ora in grado di diventare “Clienti”, che per realizzare i
propri progetti, esigono dal professionista le migliori prestazioni.
Siete solo voi a poter chiedere e a poter scegliere di conseguenza e chi l’ha fatto ne sta già
traendo gli enormi benefici.
Una metodologia clinica. Grazie a queste scoperte siamo finalmente in grado di avere un unico sistema in medicina, preciso e univoco, per valutare rapidamente e con certezza qualsiasi
affezione o sintomo, sapendo da quale tessuto è originato e in quale fase si trova. Per la prima
volta siamo in grado di avere una medicina veramente scientifica, consapevole delle cause dei
vari processi finora considerati “patologici”. Possiamo affermare che grazie all’applicazione
scientifica, a livello medico-clinico, delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal Dr. Hamer, ci troviamo di fronte ad una vera e propria metodologia clinica. Le 5 Leggi Biologiche permettono, in
effetti, una precisa diagnosi scientifica e comprovabile, una prognosi corrispondente a quel
dato programma speciale in atto, una terapia precisa, finalizzata unicamente alle necessità cliniche e emotive del paziente e permette anche la prevenzione dal panico e dall’angoscia,
spesso causa maggiore di “malattie” di origini iatrogene (medicina preventiva, diagnosi nefaste, ecc.)
Da "pazienti" a "clienti"
Questo implica un cambiamento radicale della nostra posizione. Un medico è un professionista che avrà bisogno di cambiare le sue premesse di fondo di cosa sia la malattia e di conseguenza, come intervenire, ma i suoi strumenti restano efficaci come prima. Cioè se ho bisogno di un intervento, di un esame o di un supporto clinico, questo non viene messo in discussione, se fatto nella conoscenza e nel rispetto delle 5 Leggi Biologiche. Questo significa che io,
quando ho un problema, posso rivolgermi ad un professionista, ed è lecito, e anche normale,
che mi rivolga a quel professionista che risponde meglio alle mie esigenze. Non è evidente capire come mai quando ci rivolgiamo ad un professionista che appartiene ad un campo diver10
so, questa attenzione viene automatica: mi rivolgerò, senza farmi problemi all’idraulico più capace, all’architetto che risponde meglio al nostro gusto, al panettiere con il pane più fresco…
Perché non accade la stessa cosa, quando si tratta della nostra salute?
Probabilmente la risposta più vera è ancora la stessa: … stati ipnotici.
Quando eravamo piccoli, papà e mamma erano degli dei, potevano tutto…ma quando avevamo un problema di salute, ci portavano da un uomo dal camice bianco che aveva pieno potere decisionale anche sui nostri genitori. Quello che diceva doveva essere fatto anche se poteva procurarci sofferenza (banalmente delle punture ricostituenti) e mamma e papà, i nostri
eroi, non ci difendevano ma assecondavano il volere del dottore. E’ così che l’immagine del
dottore, per noi come anche per i medici stessi si è installata nel nostro inconscio collettivo
come colui che ha potere di vita e di morte, e anche quando mi dice una cosa terribile come
“mi dispiace lei è terminale” non è più discutibile. Se non fosse così non si spiegherebbe come
mai siamo pronti ad immolarci la vita quando un medico ha “guarito” noi o un nostro caro,
come siamo pronti ad ucciderlo quando il “malato” muore. I medici non sono esseri sovrannaturali ma esseri umani, con degli strumenti, che mettono a nostra disposizione in una posizione d’aiuto. A noi la responsabilità di passare da pazienti a clienti e scegliere il professionista
più idoneo alle nostre necessità.
Per questo invitiamo tutti i lettori del sito a compiere un atto civile che comporta vantaggi per
tutti: a noi, a chi si trova in difficoltà e ai medici stessi. L’invito è di utilizzare il libro “Introduzione alle 5 Leggi Biologiche” e di presentarlo al vostro medico di riferimento per chiedergli se
è disponibile ad informarsi e a seguirvi in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche.
Se non dovesse essere disponibile, non avete bisogno di convincerlo, ma potete sentirvi liberi
di rivolgervi ad un altro medico e, se non funziona neanche col secondo, ad un terzo, fino a
che troverete un medico disponibile ad informarsi o che perlomeno si adoperi a sostenervi
permettendovi di curarvi seguendo ciò che ritenete essere il meglio per la vostra salute.
E abbiamo potuto osservare, non senza stupore, dalle testimonianze filmate presentate al 2
Convegno Nazionale di studi ALBA come diverse persone abbiano potuto trovare, in un momento di enorme difficoltà per la loro salute, dei medici che, pur non conoscendo le 5 Leggi
Biologiche, abbiano dato umanamente la loro disponibilità a supportarli nel rispetto della
scelta che avevano fatto, potendo oltretutto in questo modo assistere e testimoniare il miracolo che stava accadendo: persone date per spacciate che ora stanno bene.
E quello stesso medico che non risponderà alla vostra richiesta, magari alla decima persona
che si presenta col libricino alla mano, sarà perlomeno incuriosito e magri proverà a legger di
cosa si tratta…
Se è vero che abbiamo tutti il diritto alla salute è anche vero che occorre da parte di tutti una
presa di responsabilità per far sì che ciò accada. Abbiamo tutti sia il diritto che la responsabilità civile di scegliere come curarci, a quale medico di fiducia rivolgerci, scegliendo cioè un
medico che sia lì per noi. Da qui nasce il nostro impegno perché queste scoperte possano un
giorno essere riconosciute, insegnate nelle università, applicate nelle cliniche dove chiunque
possa rivolgersi. Ma questo impegno è collettivo e tante piccole formichine possono sgretolare una montagna.
Non ancora per tutti
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Siamo in una fase di transizione: le 5 Leggi Biologiche iniziano ad essere conosciute ed applicate ma non sono ancora ufficialmente riconosciute. Non esistono ospedali o cliniche dove
una persona possa tranquillamente andare. Ne consegue che la persona che sceglie di essere
curata in base a queste conoscenze, non potrà farlo a partire dalla vecchia modalità.
Non possiamo “credere” (per fortuna) alle 5 Leggi Biologiche, ma possiamo solo verificarle. E
per verificarle abbiamo bisogno di poter dare il tempo al corpo per tornare a normalizzazione
senza fare recidive. Ciò vuol dire che sarà necessario per noi imparare a non spaventarci ad
ogni piccolo sintomo, (la paura attiva inevitabilmente il profugo) imparando il nuovo linguaggio (cioè non confondendo più il sintomo con l’etichetta) ma anche imparando a diventare più
elastici nella nostra vita, più disponibili a fare dei cambiamenti: se sono elastico, quando inevitabilmente cado in un binario, ho più facilità a saltarne fuori velocemente. In questo modo
potremo uscirne rinforzati, rincuorati dalla verifica su cosa sia davvero la malattia e con la
tranquillizzante sensazione che la natura non è né maligna né benigna.
Ciò richiede che la persona abbia un atteggiamento “attivo” mentre tendenzialmente quando
stiamo male, siamo abituati a rimanere in una posizione passiva, vittime della situazione e del
fato, in attesa del medico o della cura che ripristini il nostro stato di salute. Ci aspettiamo una
soluzione da fuori, e non riteniamo di avere un’implicazione né nel processo che chiamiamo
“malattia”, né in quello che ci riporta in “salute”.
La persona si trova, impreparata dalla storia personale e collettiva, a dover fare un salto quantico. In effetti non è da tutti poter stare con la propria paura, riconducendosi costantemente a
ciò che il sintomo gli sta raccontando (terza legge).
Non è facile in questa cultura dove devi prendere la medicina ancor prima che si presenti un
sintomo, riuscire a darsi il tempo per verificare come stanno le cose, e che direzione stanno
assumendo.
Chi sceglie questa strada avrà a che fare con la lecita paura dei parenti: spaventati da ciò che
potrebbe accadere, facilmente faranno pressioni e ricatti affettivi (umanamente più che comprensibili) per spingerlo sulla via ufficiale. L’intento è sicuramente di cuore ma per la persona
è straziante. In un momento già così delicato per lui, sarebbe proprio provvidenziale avere la
famiglia a sostegno e là dove accade, tutto procede molto bene.
Avrà a che fare anche con le continue pressioni (a volte anche crude) delle strutture ufficiali.
Occorre che la persona possa fare il suo percorso con la maggiore tranquillità possibile, senza
quindi mettersi in opposizione con la struttura ufficiale, né coi propri cari, ma trovando alleanze e rispetto dove può. Insomma la persona che sceglie questa strada deve poter agganciare alla sua forza personale e mantenerla. Certo non è una strada facile, e per questo diciamo che, purtroppo, non è ancora per tutti… Ma siano anche convinti che presto, con pazienza
e tanto amore, potrà diventarlo.
E in fondo, proprio le scoperte del dr. Hamer ci vengono in aiuto perché, dandoci spiegazioni
verificabili, spezzano gli incantesimi, ci scuotono dal nostro torpore sonnambolico, dandoci la
forza quindi per diventare “agenti e responsabili” dei nostri processi di salute e malattia.
Lo stesso salto quantico tocca anche ai medici e agli operatori nel campo della salute che
sono esseri umani come noi e che quindi sono sottoposti alle nostre stesse paure e pressioni.
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Avranno quindi bisogno di tempo per modificare le premesse di fondo su cui si sono sempre
basati, in base alle conoscenze delle 5 Leggi Biologiche. Anche loro avranno bisogno di non
dare più nulla per scontato e di sostituire le etichette attribuite alle malattie con gli effettivi
processi in corso. Di spostare quindi l’attenzione prima di tutto dall’etichetta al sintomo e insieme dal sintomo alla persona.
Anche loro dovranno adeguarsi ad un linguaggio nuovo e darsi il tempo perché ciò che di diverso stanno studiando possa essere verificato nella pratica quotidiana. Sapranno di non potersi più riferire al “protocollo del caso” ma che, anche quando il sintomo presentato è lo
stesso, ogni volta hanno davanti una persona diversa, unica e irripetibile e che richiede quindi
un’attenzione e delle soluzioni specifiche.
Anche per loro sarà necessaria una disponibilità, presenza e pazienza nuova, di uno spazio
maggiore per poter davvero ascoltare i bisogni e le paure della persona che chiede loro aiuto,
di tutta una serie di attenzioni che non erano necessarie quando avevano un protocollo da seguire e potevano limitarsi a controllare sul prontuario il prodotto più idoneo per quel tipo di
sintomo. E soprattutto dovranno rivedere la loro posizione acquisita da anni: da dottore a
medico che “medica il sintomo” quando è troppo impegnativo e accompagna con delicatezza
e cognizione di causa, la persona “malata” nel suo personalissimo processo in corso.
Una strada più impegnativa quindi per tutti, ma solo perché siamo in questo momento di
transizione… D’altra parte chi ha già iniziato a percorrerla porta come testimonianza la soddisfazione e il piacere di lavorare sapendo “perché la persona ha quello che ha”. Queste conoscenze portano a tutti una nuova vitalità che va ben oltre l’argomento “salute e malattia”
ma coinvolge la vita a 360°.
L’invito è quindi quello di provarci, almeno provarci… i vecchi amori non muoiono mai, non si
cancellano e possiamo ritrovarli quando vogliamo.
Ci tocca però di avvertirvi di un fatto …pensateci molto seriamente prima di scegliere questa
strada perché dopo un po’ diventa troppo bella e soddisfacente e a quel punto diventa praticamente impossibile tornare indietro!
Le cure in base alle 5LB
La natura ha imparato ad adattarsi costantemente alle nuove esigenze che l’ambiente presentava. Anche noi, esseri umani, facciamo parte di questo progetto e rispondiamo ai conflitti di
oggi, con gli stessi programmi di milioni di anni fa. Questi processi di adattamento che noi
chiamiamo “malattie”. Anche se spesso sono legati a forti disagi, hanno lo scopo di permetterci l’adattamento alle nuove situazioni. La natura ha previsto grazie alla DHS l'attivazione del
sistema neurovegetativo che ci mette all’istante nella condizione di contrattaccare o scappare. Solo se restiamo fermi, congelati nel nostro conflitto, accumuleremo sufficiente “massa
conflittuale” per avere dei sintomi abbastanza importanti da essere percepiti e/o diagnosticati. Ma in natura normalmente non accade: la bestia sa di avere un tempo limite per risolvere i
suoi conflitti di “mancare del boccone essenziale” o di “sentirsi attaccato” o qualsiasi altro
conflitto, perché ne va della sua vita. L’unico essere vivente che invece non considera tale evenienza è l’essere umano, e tende a rimanere nel conflitto finanche a morirne, pur di dimostrare le proprie ragioni. La natura ha anche previsto i vari programmi SBS specifici al tipo di evento vissuto, che modificano sia la funzione che la struttura dei vari tessuti per adattarci in ma13
niera ottimale alla nuova situazione. Inoltre ha anche previsto l’eventualità che possiamo avere contemporaneamente troppi conflitti insormontabili, e con le “costellazioni schizofreniche”
ci permette degli adattamenti comportamentali per la nostra sopravvivenza in un ambiente
impossibile (chiamate "nevrosi", "psicosi", ecc.). Di conseguenza la nostra “terapia aggiuntiva”, potrà essere solamente un sostegno rispettoso a questa sinfonia di processi biologici sensati in corso nel nostro organismo (vedi info cure).
Le 20 possibilità
Dal sintomo al tessuto:
In medicina ci troviamo di fronte ad un’enorme quantità di diagnosi diverse descritte ad esempio nel manuale Merck (uno dei più quotati sul mercato, inerente la diagnostica e terapia
della medicina ufficiale). E’ un libro scritto fitto, fitto, con più di 3000 pagine, dove vengono
elencate migliaia di classificazioni diverse, con migliaia di “etichette” (leggi: diagnosi) che indicano spesso delle affezioni complesse ad “eziologia sconosciuta” (dove cioè non se ne conosce l’origine), che coinvolgono tessuti diversi, in fasi diverse e dove i sintomi vengono tutti
mescolati insieme sotto la stessa diagnosi: in poche parole un minestrone!
Il dr. Hamer invece afferma che: “Non c’è nulla senza nulla” e cioè, non succede nulla nell’organismo se prima non c’è effettivamente stato qualcosa anche agli altri livelli. I tessuti si modificano esattamente a seconda di ciò che accade contemporaneamente a livello cerebrale ed
emotivo.
Cosa succede ai tessuti?
All’origine, in normotonia, siamo come madre natura ci ha fatto, il tessuto cioè è normale. Ma
quando abbiamo un qualsiasi sintomo, sappiamo subito: che è già stato attivato un programma speciale, biologico e sensato (SBS), che ci troviamo all’interno della curva bifasica e
che il tessuto o la funzione del tessuto non sono più come all’origine. Se siamo in conflitto attivo, possiamo avere un aumento di funzione ed una crescita cellulare (paleoencefalo) o riduzione di funzione con ulcera o necrosi (neoencefalo). Se siamo in soluzione invece possiamo
presentare una riduzione caseosa o incapsulamento del tumore per i tessuti diretti dal paleoencefalo, oppure possiamo avere una riparazione esuberante con ripristino della funzione,
per i tessuti diretti dal neoencefalo. Alla fine del processo, quando torniamo in normotonia,
non avremo più il tessuto “normale” come in origine, perché presenterà i resti cicatriziali del
processo finito. Questo ultima considerazione è molto importante. In effetti, se non comprendiamo che dopo tutto un processo di crescita, ulcerazione e relative riparazioni, troviamo dei
resti cicatriziali (siano essi visibili o meno), allora, quando troveremo un nodulo, una macchia,
un’escrescenza, crederemo ancora che sia qualcosa di minaccioso invece di valutare se eventualmente non sia semplicemente una vecchia cicatrice! Ad es. per il paleoencefalo, dopo una
tubercolosi posso trovare dei resti cicatriziali di calcificazione tubercolotica (micro calcificazioni) o per il neoencefalo, posso trovare delle cicatrici gliali o dei calli ossei che restano a vita.
Inoltre, se crediamo ancora che alla fine del processo “non si debba vedere più nulla”, saremo
delusi e ci sentiremo “malati” per tutta la vita, dimenticando di nuovo che la natura si è applicata da milioni e milioni di anni per permetterci la sopravvivenza anche con mille cicatrici!
Le 20 Possibilità
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Tutto questo vuol dire che se ora consideriamo la curva bifasica di un programma SBS, abbiamo 5 momenti diversi del programma SBS a cui possiamo ricondurre ogni singolo sintomo o
segno: la fase attiva, la prima fase di riparazione (PclA), il momento della Crisi Epilettoide (CE),
la seconda fase di riparazione (PclB) e il ritorno alla normotonia (processo finito) che presenta
resti cicatriziali. Sappiamo anche che tutto il corpo è costituito da quattro tessuti originari
provenienti da tre foglietti embrionali diversi.
Abbiamo quindi 5 momenti diversi x 4 tessuti originari diversi: in totale 20 diverse possibilità
per classificare tutti i sintomi e segni possibili.
A differenza quindi dell’enorme quantità di diagnosi diverse, non specifiche che troviamo della medicina ufficiale, le scoperte del dr. Hamer, ci permettono con semplicità e assoluta precisione scientifica, di ricondurci a una di queste 20 possibilità di base per ogni singolo sintomo.Questa precisione e chiarezza permette la verificabilità al 100% per ogni singola affezione
e per ogni persona scelta a caso. Qualsiasi processo “patologico” in atto può e deve, in effetti,
essere sempre riconducibile a una di queste 20 possibilità. Ecco perché il dr. Hamer da sempre
afferma che se si trovasse anche una sola affezione, sintomo o malattia che non segue le 5
Leggi Biologiche, egli sarebbe subito disposto a ritrattare. Per la prima volta siamo in grado di
avere una medicina veramente scientifica, consapevole delle cause dei vari processi finora
considerati “patologici” e che potrà agire, in accordo ai vari programmi speciali e sensati, unicamente per ridurre sintomatologicamente i disagi che risulterebbero eccessivi per il paziente
o che rischierebbero di diventare letali per lui.
l conflitto del profugo
Questo programma speciale del “conflitto del profugo” o “conflitto per l’esistenza” è essenziale per la nostra sopravvivenza. E' stato previsto dalla natura almeno 300 milioni di anni fa,
quando eravamo organismi che vivevano ancora nell’acqua di mare e destinati a conquistare
l’aria e la terra ferma. In quella fase, poteva capitare che un’onda ci buttasse a riva, sulle prime terre emergenti. In quell’epoca la natura ci ha reso possibile trattenere i liquidi nel nostro
organismo per permetterci di sopravvivere, senza disidratarci, aspettando l’arrivo della successiva marea. Ancora oggi reagiamo, a livello viscerale, con questo antico programma specia15
le e sensato ogni volta che ci sentiamo persi (come ad es. in seguito a una diagnosi grave),
senza più i nostri punti di riferimento (come un “pesce fuor d’acqua”), soli e abbandonati a
noi stessi, in lotta per la nostra stessa esistenza. Da qui il termine di “profugo” usato da Hamer per definire il senso biologico.
In queste situazioni quindi, avendo il “conflitto del profugo” attivo, i nostri tubuli collettori
renali aumentano istantaneamente la loro funzione di ritenzione idrica. Il liquido trattenuto
confluirà prioritariamente proprio in quei tessuti che in quel momento stanno riparando, aumentando di conseguenza anche tutti i disagi dovuti all’espansione degli edemi nel nostro
corpo. La concomitanza nel nostro organismo della ritensione idrica dovuta al conflitto del
profugo attivo e la fase di riparazione edematica di un qualsiasi tessuto organico sono definiti
da Hamer "sindrome dei tubuli collettori". Tutti i forti aggravamenti dei sintomi sono quindi
da attribuire quasi sempre a tale sindrome!
La "Terapia"
Nell'applicazione pratica delle 5 leggi biologiche occorre poter distinguere tra ciò che sarebbe
la terapia ottimale che consegue logicamente da queste conoscenze e cosa sia realmente fattibile nelle condizioni attuali mediche, cliniche, sociali, familiari e personali. Il medico che applica le 5 Leggi Biologiche non è un nemico delle medicine, anche se sa che la maggior parte
dei processi di madre natura sono già ottimali. Ma utilizzerà i rimedi o i medicamenti per sostenere in modo efficace il decorso del processo riparativo a livello sintomatico.
Nella maggior parte dei casi non c'è bisogno di una terapia medicamentosa di sostegno perché, con una durata conflittuale contenuta e quindi con una massa conflittuale ridotta e senza
il conflitto del profugo attivo (ritenzione idrica!), di regola non ci si deve attendere nessuna
particolare complicazione. Restano tuttavia i casi che in natura avrebbero esito letale, che
quindi richiedono un intervento clinico, chirurgico o medicamentoso.
Di fronte ad una diagnosi o ad un sintomo specifico, come prima cosa occorre sapere a quale
tessuto originario appartiene per essere in grado di sapere precisamente, in base alla terza
legge biologica, cosa stia realmente succedendo. Le complicazioni maggiori si hanno nella
fase di soluzione del conflitto, quando, in pratica, si forma l'edema (gonfiore) nel Focolaio di
Hamer e nel tessuto che segna l'inizio del processo di riparazione. In qualche caso, in concomitanza del conflitto del profugo, possiamo arrivare perfino ad avere una compressione cerebrale. Proprio in quel momento bisognerà evitare attentamente che il paziente entri in coma,
a causa di questa compressione cerebrale, permettendogli di sentirsi tranquillo e accudito e
risolvere così il suo conflitto del profugo (più urina). Se il paziente urina quindi sufficientemente, potrà essere inoltre aiutato con la somministrazione di sostanze simpaticotoniche per
ridurre gli edemi cerebrali e organici, riducendo così anche i dolori.
La terapia, quindi, che a questo punto sarebbe meglio chiamare prassi terapeutica, deve essere in accordo con il programma SBS. Qualsiasi atto medico, ovvero qualsiasi strumento terapeutico deve essere finalizzato affinché il processo biologico possa arrivare alla fine, secondo
l’antico detto: “Il medico cura, la natura guarisce”.
L’intervento, quindi, diventa un intervento sintomatico e non curativo.
I limiti
Quando la persona è ricoverata in ospedale
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Molte volte accade che qualcuno cerchi aiuto per un amico o un parente ricoverato in ospedale (a volte addirittura in terapia intensiva) dove viene seguito secondo protocollo e che in
più non ha nemmeno mai sentito parlare delle 5 Leggi Biologiche. Bisogna precisare che in
queste condizioni purtroppo è impossibile intervenire… Una persona che si trova in cura medica e che ha anche bisogno di un sostegno clinico, non si trova nelle condizioni di poter
scegliere. Se venisse convinta a forza o deportata si sentirebbe cadere nel baratro dell’angoscia. Quindi le premesse indispensabili per poter essere seguiti in base alle 5 Leggi Biologiche
sono:
1 - Che la persona stessa sia convinta che la terapia da lei seguita finora non basti a risolvere
il suo problema.
2 - Che possa sentire di avere il tempo per informarsi (almeno il minimo necessario) che le
consenta di poter scegliere una nuova strada.
Nota: Il tempo è la prima cosa che “ci viene rubata” quando riceviamo una diagnosi grave
ma avere il tempo è la premessa fondamentale per permettere che sia la persona stessa a
mettersi in moto per la propria salute, a prendersi in mano e scegliere, sulla base delle proprie conoscenze cioè in modo consapevole.
- Se una persona sceglie di “fare altro” solo per accondiscendere ad un proprio caro che la
spinge in tal senso, sarà anche un bel gesto d’amore, ma la persona non avrà alcuna forza, si
sentirà intrappolata tra due fuochi e in quella posizione non sarà certo nelle condizioni migliori per ripristinare il suo stato di salute. Tra l’altro questo accade spesso anche quando la persona sceglie la medicina ufficiale o di sottoporsi a dei protocolli che non sente buoni per sé,
ma lo fa per accondiscendere al medico che si è occupato di lei con attenzione o per i propri
cari. Se sente di avere il tempo: sarà lei a poter scegliere. E non solo avrà la forza per decidere
ma incontrerà più facilmente alleati e rispetto sia in famiglia che nell’ambiente medico. Inoltre
quando tornerà ad uno stato di salute, sentirà tutto quello che ha passato come esperienza (e
non “sfiga” o fortuna nell’averla scampata) e quindi ancora una nuova forza e un approccio diverso alla vita.
- La persona non avrà alcuna forza nemmeno quando sceglie di non seguire i protocolli ufficiali solo per paura di ciò che le viene proposto. Se la persona invece è in grado di recepire quale
sia il suo processo in corso e che i suoi tessuti si stanno comportando sensatamente in base ai
propri stimoli emotivi, la sua paura sarà subito ridotta, proprio perché è in grado di sapere
cosa le sta accadendo. Di conseguenza la persona avrà molta più disponibilità a “fare quello
che è necessario e sensato fare per sè”.
- Quando una persona ha necessità di interventi clinici (un’operazione, una sacca di sangue o
un po’ d’ossigeno) ha bisogno logicamente di essere ricoverata. La Nuova Medicina Germanica non è ancora riconosciuta, non esistono cliniche od ospedali dove andare e farci curare nel
rispetto di queste conoscenze… Perciò quando abbiamo necessità di un intervento clinico ci
troveremo ad avere a che fare con i protocolli che vengono attivati in modo automatico, che
non sono certo modulati in base alle reali necessità della persona né alla conoscenza delle 5
Leggi Biologiche. Una persona che non conosce le 5 Leggi biologiche, va in ospedale e si “affida” senza poter valutare nulla. Chi invece le conosce ed ha bisogno di un sostegno clinico,
spesso finisce con l’avere paura di andare in ospedale per l’angoscia di doversi sottoporre anche a tutto il resto e se ne tiene lontano. Entrambi sono senza forza e stanno mettendo a ri17
schio la loro vita. Al contrario: la persona che non conosce ma che sente di poter avere il tempo per acquisire le informazioni e si mette in moto, potrà gestire meglio qualsiasi situazione
ed anche uscire dall’ospedale “in tempo utile”. La persona che conosce, mano a mano che
può integrare il suo diritto di scegliere, e di scegliere ogni volta per ogni singolo intervento
proposto, avrà la tranquillità e la fermezza (diverso da arroganza) necessaria per “contrattare”
gli interventi necessari con l’ospedale, o con il proprio medico. Da parte nostra in merito a
questo argomento stiamo costantemente lavorando affinché: 1) sempre più persone possano
ricevere queste informazioni in modo da poter scegliere “in tempo di pace” come curarsi
(cioè prima della diagnosi) 3) si arrivi alla verifica e al riconoscimento ufficiale di queste 5 Leggi.
Premesse alle cure
IN BASE ALLE 5 LEGGI BIOLOGICHE:
IL MODO DI PORSI PER CHIEDERE E RICEVERE AIUTO CAMBIA!
La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer implica un modo completamente nuovo di comprendere la “ malattia “ e di conseguenza richiede una prassi di intervento medico clinico e terapeutico modulata in base a queste nuove conoscenze.
E' importante notare che la situazione attuale è molto delicata nei casi di situazioni d'urgenza
clinica per il fatto che, non essendo le 5 Leggi Biologiche ufficialmente riconosciute, non ci
sono quindi cliniche, ospedali o luoghi di consenso ufficiali in cui il paziente, che decide di curarsi sulla base di queste conoscenze, possa tranquillamente ricevere le cure desiderate nel
rispetto della sua libera scelta (art. 32 della costituzione Italiana).
Ecco perché, oggi come oggi, è solo la persona stessa, correttamente informata, che può mettersi in moto per scegliere consapevolmente il meglio per se stessa. Per chi chiede aiuto, tutto ciò implica un nuovo modo di agire! Ed è proprio nel rispetto, sia della persona che chiede
aiuto, sia dell’operatore che lo offre, che si rende necessario osservare le seguenti premesse:
Non è proprio più possibile, per chi sceglie di seguire questa strada, sperare ancora di poter
affidare ciecamente la propria "pelle” al medico, alla clinica o al farmaco. Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva. Il medico, la
clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il processo di riparazione lo fa il corpo, nella misura in cui siamo disponibili a rivedere alcune attitudini di vita
che ci portano continuamente a riattivare e a mantenere il problema.
La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona coinvolta sia convinta e che la terapia finora da lei seguita non presenti per lei una soluzione al suo problema. Questo per rispetto della persona stessa e di ciò che più profondamente crede; non può essere né spinta né
convinta, altrimenti non avrebbe la forza per sostenere una scelta diversa. E in più, rimanendo
a metà, sarebbe confusa e non avrebbe neppure la lucidità e la tranquillità per cogliere davvero le nuove informazioni che le permettono una scelta consapevole.
Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a
mettersi in moto e non un amico o parente! (o, nel caso di un minore, entrambi i genitori in
accordo). Nessun altro, con tutto l'amore del mondo, può farlo al posto suo, altrimenti non
avrà il vigore necessario per scegliere né per seguire la nuova strada. Sarà la persona stessa
quindi a doversi informare e prendere contatto.
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COME PROCEDERE QUINDI PER RICEVERE LE INFORMAZIONI E L'AIUTO NECESSARI
PER SCEGLIERE RESPONSABILMENTE, CON COGNIZIONE DI CAUSA:
Sarà quindi importante che la persona coinvolta: in primo luogo abbia letto attentamente “La
malattia è un'altra cosa!” (le altre pubblicazioni che sono certamente valide ma per lo più
troppo complesse e dispersive). La lettura di queste poche pagine permettono infatti di avere,
in modo semplice e fruibile, le informazioni di base necessarie per poter scegliere in prima
persona di affrontare questo percorso (vedi "pubblicazioni"). Dopo aver letto il testo sopracitato, potrà inviare una mail di richiesta a [email protected] in modo da
concordare il percorso migliore per il proprio specifico caso. NOTA: Ci rendiamo conto che
non è facile comprendere l’utilità profonda di queste premesse. Vi possiamo però assicurare
che sono essenziali: sono il frutto di 25 anni di paziente sostegno alle persone che ha mostrato che, attualmente, solo le persone che decidono di svegliarsi dall’ipnosi, informandosi e decidendo per loro stesse, possono essere realmente aiutate.
SecondoParere
La pagina di Secondo Parere è una pagina a cui riferirsi quando si sta cercando un contatto
con un operatore, medico, psicologo, veterinario, terapeuta, ecc. che conosca e sia in grado di
applicare le 5 Leggi Biologiche nell’ambito della sua professione.
Dei professionisti quindi che, grazie a queste conoscenze, possono essere più precisi e mirati
nel loro intervento. Infatti, questo bagaglio di conoscenze scientifiche permette ad ogni singolo professionista, di essere più efficace nel proprio specifico ambito professionale.
È importante considerare che ci troviamo in un momento di transizione molto delicato: ufficialmente queste conoscenze non vengono ancora considerate dalle autorità sanitarie e quindi, quando abbiamo una sintomatologia importante che richiede un sostegno clinico e ospedaliero, dobbiamo sapere che, di regola, non saremo sostenuti in base a queste conoscenze
all’interno delle strutture sanitarie. La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche porta un modo
completamente nuovo di comprendere la "malattia" e di conseguenza implica che la persona
interessata abbia fatto lei stessa il primo passo verso una conoscenza di base di tali scoperte:
Primo passo: conoscere per poter scegliere!
In primo luogo è importante leggere attentamente “La malattia è un'altra cosa!” distribuito
dalla Macro Edizioni in tutte le librerie in Italia (costo 6,50€) oppure ordinabile presso Edizione Secondo Natura o presso MacroLibrarsi. Questo libro di poche pagine, facile da leggere,
trasmette le informazioni essenziali a coloro che intendano ritrovare la gestione della propria
salute e della propria vita. In effetti, questo testo rappresenta un primo passo fondamentale
verso una scelta consapevole delle proprie cure, per cogliere cosa sia successo e per trovare
una disponibilità ad approcciare in modo un po’ diverso i problemi della propria vita.
Richiesta per un genitore anziano
Quando il genitore è molto anziano ma è autosufficiente questo non significa che è incapace
di scegliere. Significa che magari ha bisogno dell’aiuto del figlio o di chi gli sta accanto, per leggere il libro se è non-vedente, per compilare la scheda al computer se non sa farlo, per essere
accompagnato all’incontro. Ma sarà comunque lui a scegliere.
E’ necessario che chi lo sostiene possa capire cosa davvero desidera realmente!
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Se è a conoscenza della diagnosi fatta, allora vale lo stesso tipo di intervento proposto per la
persona ricoverata in ospedale: e cioè se la persona mostra un qualche tipo di dubbio o incertezza, occorre farle una domanda usando esattamente queste parole: "secondo te, quello che
stai facendo, ti basta per stare meglio e ritrovare la tua salute?" e accogliere come risposta
unicamente un "si" oppure "no". Nessuna altra risposta tipo "i dottori dicono che" o "si sa che
questa malattia" ecc. può essere ritenuta valida (nota bene: la domanda "secondo te" resta
costantemente la stessa, ripetuta uguale, finché non si ottiene risposta!).
A quel punto se la persona dice "si" allora va sostenuta positivamente nella scelta che ha fatto, senza cercare contemporaneamente altre strade. Questo produce un apresa in carico della
propria responsabilità. Il genitore non è quindi più nella posizione fatalistica di vittima.
Se invece dice di "no", solo allora potete darle "La malattia è un’altra cosa" da leggere e lasciare che sia la persona stessa a cercare il contatto, così come avete fatto voi oggi.
Quando invece il genitore è molto anziano e non più autosufficiente ci troviamo nelle condizioni di “dover prendere delle decisioni al suo posto”. E' quindi importante che la/il figlia/o lo
faccia avendo rispetto per quello che sceglierebbe, sensatamente, la persona stessa.
Richiesta per mia/o figlia/o
Quando il problema riguarda un figlio (minore) è assolutamente necessario che entrambi i genitori siano informati e in accordo sulla strada da seguire.
In altro caso non è proprio possibile aiutare il bambino, che si troverebbe “messo in mezzo”
tra i due genitori, finendo per esasperare la sua situazione clinica ed emotiva. Si troverebbe a
dover essere lui a sostenere i genitori, prendendo delle parti che non gli spettano. In questo
modo il figlio non solo non viene aiutato ma non si sente nemmeno più visto da mamma e
papà e la sua “malattia” diventa una scusa per “tenerli insieme” e perciò qualcosa da mantenere (non può "guarire"). Inoltre il minore è “tutelato dallo stato”. Questo significa che se non
vengono seguiti i protocolli ufficialmente riconosciuti..., i due genitori rischiano di perdere la
patria podestà. E se il figlio sente l’urgenza di dover essere “curato” e i genitori lo "allontanano" dall’ospedale e dal medico, rischia di sentire che i due genitori non i stanno occupando di
lui (e perciò si sentirà in pericolo e per dimostrare quanto ha bisogno di cure non gli resterà
che di "ammalarsi" ancora di più...). Perciò si tratta di una situazione molto delicata che va gestita al meglio, ottimizzando tutte le risorse, in modo che il figlio possa avere accesso all’ospedale se ne ha bisogno (il ché significa che i due genitori non devono essere in una posizione di
opposizione ma, al limite, di patteggiamento). E ha bisogno che i due genitori siano tranquilli
nelle scelte che fanno (il ché significa che sono perfettamente informati, in base alle 5 Leggi
Biologiche, su quello che sta accadendo nel corpo e nell’emozione del loro bimbo, quali sono
le eventuali urgenze che potrebbero presentarsi e qual'è la comunicazione più fruttuosa per
interfacciarsi con medici e ospedale.
Richiesta per una persona ricoverata
Se stai cercando un aiuto per un tuo caro che è ricoverato in ospedale, hai a che fare con una
situazione estremamente difficile. La prima cosa da osservare è se la persona
ha una sintomatologia che richiede un sostegno clinico o se è ricoverata in ospedale solo a seguito di una diagnosi importante ed è questa a trattenerla in ospedale.
1. Se si tratta della prima possibilità, cioè che ha necessità di un sostegno clinico, allora la persona ospedalizzata è nel posto giusto. Ad oggi non esistono ospedali o cliniche che lavorino
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tenendo in considerazione anche le 5lb, perciò non ha alcun senso che la persona esca
dall'ospedale rischiando di restare senza il necessario sostegno per salvarsi la vita.
2. Se invece la persona ricoverata non ha bisogno di un sostegno clinico, c'è un'altra cosa da
tenere seriamente in considerazione: il rispetto per la scelta della persona. Se è andata in ospedale è perché crede di trovare lì la soluzione del suo problema. Ha scelto e con tutto il buon
intento possibile, è assolutamente scorretto ed anche pericoloso, cercare di convincerla del
contrario.
Farlo significa toglierle forza, confonderla e se poi spinta da qualcuno rientra a casa rischia di
sentirsi persa e abbandonata a s'è stessa: per chi conosce le 5 Leggi Biologiche sa che questo
comporta l'attivazione dei tubuli collettori renali (profugo!) che trattenendo liquidi, produrrebbe un aumento considerevole della sintomatologia e delle complicanze. Se si vuole aiutare
la persona ricoverata, la cosa più importante è che lei sia nella sua forza e che si senta al sicuro, che sia in ospedale o a casa. L'unico atto possibile in questi casi, è, se la persona mostra un
qualche tipo di dubbio o incertezza, farle una domanda usando esattamente queste parole:
"secondo te, quello che stai facendo, ti basta per stare meglio e ritrovare la tua salute? e pretendere come risposta solo "si" oppure "no". Nessuna altra risposta tipo "i dottori dicono
che" o "si sa che questa malattia" ecc. può essere ritenuta valida.
E la domanda "secondo te" resta costantemente la stessa, ripetuta uguale, finché non si ottiene risposta. A quel punto se la persona dice "si" allora va sostenuta positivamente nella scelta
che ha fatto, senza cercare contemporaneamente altre strade ( o non può verificare se quello
che ha scelto le serve davvero o no). Inoltre, avendo scelto, non è più nella posizione fatalistica di vittima e se un giorno dovesse ripensarci, avendo già scelto una volta, può scegliere ancora una seconda volta. Se invece dice di no, solo allora potete darle "La malattia è un’altra
cosa" da leggere e lasciare che sia la persona stessa a cercare il contatto, così come avete fatto voi oggi. In ogni caso, qualsiasi cosa scelga la persona che vi sta a cuore, potete starle accanto e aiutarla a non sentirsi troppo “profuga” (solo, abbandonato a se stesso, avendo perso
i suoi punti di riferimento, in lotta per la sua sopravvivenza): cioè accertarsi che urini. Se non
dovesse essere così, potete aiutarlo chiedendogli cosa lo farebbe sentire più tranquillo, più "a
casa" e assecondarlo, per quello che può, nel provare a sentirsi più al sicuro.
Richiesta per altri
Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva.
Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il
processo di riparazione lo fa il corpo. Questo implica due cose: la prima è che in base alla nostra attitudine nel reagire a quel problema, possiamo facilmente riattivare continuamente lo
stesso programma e mantenere così il problema. Ciò implica una nostra disponibilità a rivedere la nostra modalità di reazione e a trovare una modalità diversa. La seconda cosa che deriva a seguito è che, proprio in base a queste conoscenze, non è proprio più possibile delegare
la propria "guarigione” all’operatore a cui chiediamo aiuto, ma occorre essere disponibili a diventare parte attiva nel processo di soluzione del problema. Il medico, il terapeuta, alla clinica
o al farmaco ci possono sostenere, ma è solo la persona stessa che può guidare il processo.
Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a
mettersi in moto (e non un amico o parente). I famigliari possono di certo sostenerla, anzi è
auspicabile che accada, ma nessuno, con tutto l'amore del mondo, può scegliere e attivarsi al
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posto suo, altrimenti non avrà la forza necessaria per scegliere né per modificare la sua situazione. Quindi è la persona stessa che presenta un problema a doversi informare e prendere
contatto, perché è solo la persona stessa che, correttamente informata, può mettersi in moto
per scegliere consapevolmente e con cognizione di causa. Si tratta di diventare degli “utenti in
medicina attivi”, capaci di decidere in modo autodefinito.
Richiesta per me stessa/o
La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona abbia compreso le 5 Leggi Biologiche ed abbia la disponibilità a modificare qualcosa nella sua vita. Sappiamo, conoscendo le
5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si
mette in atto e si mantiene in base alla nostra esperienza emotiva. Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il rocesso di riparazione lo fa
il corpo. Questo implica due cose: la prima è che in base alla nostra attitudine nel reagire a
quel problema, possiamo facilmente riattivare continuamente lo stesso programma e mantenere così il problema. Ciò richiede una nostra disponibilità a rivedere la nostra modalità di
reazione e a trovare una modalità diversa. La seconda cosa che deriva a seguito è che, proprio in base a queste conoscenze, non è proprio più possibile delegare la propria
"guarigione” all’operatore a cui chiediamo aiuto, ma occorre essere disponibili a diventare
parte attiva nel processo di soluzione del problema. Il medico, il terapeuta, alla clinica o al farmaco ci possono sostenere, ma è solo la persona stessa che può guidare il processo.
HAMER - BIOGRAFIA E DATE IMPORTANTI
1935 - Il dott. Ryke Geerd Hamer nasce il 17 maggio 1935 ed è allevato in Frisia, in Germania.
A 18 anni consegue la maturità ed inizia gli studi di medicina, teologia e fisica all'università di
Tübingen dove conosce Sigrid Oldenburg, anche lei studentessa di medicina, di cui si innamora e che sposa due anni dopo.
A 22 anni supera l'esame di teologia. La giovane famiglia ha una figlia ed un figlio, Dirk, che in
futuro giocherà un ruolo determinante, ed in seguito altri due figli.
A 24 anni supera l'esame di stato di medicina a Marburg .
1961 - Termina il periodo di assistente e riceve l’abilitazione alla professione di medico. In seguito lavora nelle cliniche universitarie di Tűbingen e Heidelberg per diversi anni.
1972 - Consegue la specializzazione in medicina interna . Nella clinica universitaria di Tübingen si occupa, quale primario in ginecologia, di molti malati di cancro collaborando con la moglie, anch'essa medico, nello studio privato. Inoltre è anche inventore. Sono sua creazione lo
scalpello Hamer per chirurgia plastica, a taglio atraumatico, con lama 20 volte più affilata della lametta da barba; la sega speciale per ossa utilizzato sempre in chirurgia plastica, il lettino
da massaggio che si adatta automaticamente alla forma di qualsiasi corpo, come pure un apparecchio per eseguire diagnosi del siero in via transcutanea.
1976 - Il dott. Hamer, con la moglie ed i loro quattro figli, va a vivere in Italia. Qui si organizzano, facendo la spola col lavoro tra l’Italia e la Germania, per mettere in atto il loro sogno, cioè
poter un giorno curare gratuitamente le persone bisognose sostenendosi magari con l’aiuto di
contributi (questo sogno resterà tale, perché, proprio quando la banca concede un contributo
così che tutto si potesse realizzare, è capitato il tragico evento).
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1978 (18 agosto) - alle tre del mattino il principe Vittorio Emanuele di Savoia, all'Isola di Cavallo, spara dei colpi con un fucile da guerra contro un medico e colpisce il figlio del dott. Hamer, Dirk, che stava tranquillamente dormendo in una barca vicina. Dirk non viene subito soccorso e si dissangua per circa 4 ore. Per oltre tre mesi Dirk lotta tra la vita e la morte, subisce
l’amputazione della gamba e 19 interventi operatori, mentre il padre veglia angosciato al suo
capezzale giorno e notte.
1978 (7 dicembre) - Dirk muore. Questa perdita inaspettata cambia per sempre la vita del
dott. Hamer e della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio lui si ammala di cancro ad
un testicolo.
1979 – Marzo. Il dott. Hamer giace a letto gravemente malato, dopo due interventi chirurgici
e una TAC addominale che mostrava un addome pieno di metastasi. Riesce a riprendersi grazie alle intense conversazioni con sua moglie, Sigrid, medico amorevole ed esperto, e risolve il
suo conflitto vissuto per il figlio.
1981 – Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli viene il dubbio che la sua malattia possa essere in rapporto allo shock per la morte
del figlio e non causata da una "cellula impazzita".
Inizia a chiedere alle sue pazienti se anch'esse avessero avuto qualche trauma, qualche shock,
qualche sofferenza e scopre che tutte, senza eccezioni, avevano subito un evento traumatico
prima di ammalarsi. Così capisce che lo shock della perdita del figlio vissuto tre anni prima,
era l'origine del suo cancro al testicolo. Si trattava di uno shock biologico, drammatico, inaspettato, al quale era assolutamente impreparato e che l'aveva colto "in contropiede".
Volendo capire di più, ha fatto fare la TAC cerebrale alle sue pazienti ed ha visto che nelle sezioni dei vari strati del cervello si evidenziavano dei cerchi concentrici che venivano confusi,
dai radiologi, con "artefatti" della macchina. Ha il sospetto che non siano artefatti perché nota
una loro evoluzione nel tempo.
Settembre. Il dott. Hamer individua per la prima volta un sistema riguardo la genesi del cancro, cioè la SINDROME DI DIRK HAMER. Aveva esaminato finora 170 pazienti.
Ottobre. Gira un piccolo filmato andato in onda in Baviera e viene riportato dalla RAI.
Il dott. Hamer spiega la sua scoperta, ma viene richiamato dal direttore della clinica in cui
opera e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di lasciare la clinica. Non potendo
certo rinnegare tale scoperte, e conscio di quale immenso beneficio avrebbero portato a chi è
malato, decide di lasciare la clinica.Prima di partire, lavorando giorno e notte, riesce a raccogliere i dati delle cartelle cliniche di tutti i pazienti affetti da cancro che aveva in cura.
Presenta la sua ricerca, sotto forma di tesi d'abilitazione, all'università di Tübingen, ma questa
si rifiuta di eseguire la verifica e non accetta il documento.
1982 – Raggiunge la certezza che la Tac mostri inequivocabilmente il segno di un trauma subito e la correlazione con un certo organo e con una ben precisa emozione.
I decani dell'università respingono in circostanze misteriose le sue teorie sulla correlazione tra
cancro e psiche, senza nemmeno verificarne l'esattezza su di un solo paziente! A oltre 20 anni
di distanza , nonostante la stessa Università abbia ammesso che una verifica sarebbe facilmente fattibile in 2-3 giorni, la verifica non è ancora state eseguita.
Dopo questi avvenimenti il dott. Hamer è preso di mira dai tirapiedi al servizio della casa Savoia, dalla loggia P2, con attentati alla sua vita, tentativi d’internamento psichiatrico coatto,
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calunnie…, ma lui continua la sua ricerca e verifica, su migliaia di pazienti, delle leggi biologiche scoperte trovandone sempre l’esatta corrispondenza.
1983 - Il dott. Hamer annuncia le sue scoperte sul 1° canale della televisione tedesca.
Negli anni successivi cerca di aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Vengono chiuse causa la
complicità tra uffici, tribunali, stampa e associazioni oncologiche. I pazienti sono buttati in
strada dalla polizia. Lettere scritte dai pazienti agli enti pubblici chiedendo la verifica della
Nuova Medicina rimangono senza risposte. È sorvegliato dall’Interpol. Il Dott. Hamer cerca di
aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Viene tutto bloccato sistematicamente, ed i pazienti
sono buttati in strada dalla polizia.
Testimonianza: Paralisi infantile a causa di un lettino a sbarre
Sono l’Ing. K. e ho conosciuto Lei questa primavera durante una conferenza.
Insieme a Heinrich H. e Hermann W. sono rimasta a lungo seduta a tavola con Lei in quanto
loro mi avevano offerto un passaggio in macchina.
Sono molto contenta di poterle inviare una testimonianza, secondo me molto affascinante,
della Nuova Medicina Germanica. Si tratta della mia pronipote Joella di 14 mesi.
Due giorni fa capitò che Joella, che aveva imparato a camminare a 12 mesi scarsi, non riusciva
più a reggersi in piedi. Mia nipote (19), che conosce bene la NMG, mi chiamò immediatamente per telefono per consultarsi con me ma non riuscì a rintracciarmi.
Soltanto la sera venni a sapere per telefono cosa era capitato alla piccola.
Nel frattempo tutta la famiglia era in subbuglio: Joella mostrava sintomi di paralisi nelle gambe. Anche il pediatra, chiamato nel frattempo da mia nipote, non sapeva indicare una cause,
la bimba non era neanche vaccinata. Poiché aveva somministrato un farmaco omeopatico in
alta potenza qualche giorno prima consigliò a mia nipote di stare ad aspettare.
Mia sorella, la nonna della piccola, era fuori di se per la preoccupazione ed immaginava già la
sua nipotina su una sedia a rotelle. Per evitare il realizzarsi di questo incubo voleva andare il
prima possibile da un medico per accertare che non si trattasse di borreliosi.
Anche i vicini di casa erano stati affetti da boreliosi ed erano stati “guariti” con degli antibiotici. A questo punto mia sorella non era più abbordabile con spiegazioni sulla non validità del
test della borreliosi e sulla dannosità e insensatezza del trattamento con antibiotici.
Davanti ai suoi occhi mentali vedeva solamente la sua amata nipotina su una sedia a rotelle e
programmava con cieco attivismo la corsa dal medico più vicino.
Fortunatamente avevo ben memorizzata la testimonianza “paralisi motoria nel neonato” del
12.12.08 e sapevo che doveva esserci un qualsiasi conflitto del “non poter scappare” dietro il
quadro della paralisi. Sapevo anche che non mi restava molto tempo poiché mia sorella voleva andare con la nipotina per fare un prelievo del sangue. Allora chiesi a mia nipote al telefono se qualcuno aveva tenuto ferma la bimba contro la sua volontà. Dopo aver negato improvvisamente le venne in mente: “ Zia, si, per insegnare a Joella ad addormentarsi da sola, era
stata costretta, su consiglio del pediatra, a restare da sola nel suo lettino con le sbarre per due
giorni e questo le veniva molto difficile. Piangeva da far pietà, aveva una paura terribile, continuava a chiamare la mamma...” Eccolo trovato lo choc conflittuale che non poteva essere più
evidente: la piccola era da sola e (nonostante mia nipote si affacciasse ogni 5 minuti) sentiva il
fatto di essere chiusa dentro il suo lettino a sbarre acutamente e drammaticamente come un
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conflitto gravissimo. Da quel momento la soluzione del conflitto era letteralmente un gioco da
bambini: consigliai a mia nipote di mostrare alla sua bambina che si poteva anche scendere
dal lettino nonostante le sbarre, cosa che fece subito. Più tardi mi raccontò come si erano
svolti i fatti: fece vedere alla piccola come smontava le sbarre dal lettino, poi la invitò di salire
nel lettino, cosa che fece immediatamente, topolino intelligente, per poi scappar fuori di nuovo immediatamente per CORRERE !
Da un minuto all’altro il tesorino riuscì di nuovo a correre per la grande gioia di mamma, nonna e bisnonna. Che grande sollievo! Per mostrare bene il suo grande sollievo la piccola continuava a far vedere a tutti come riusciva ad entrare e uscire dal suo lettino, squittendo di piacere. Pensiamoe alle conseguenze se la bambina fosse stata costretta al prelievo del sangue
(per il test della borrelliosi): sarebbe stato un altro conflitto del “non poter fuggire”.
Spero che riesca a pubblicare anche questa testimonianza, forse aiuterà prima o poi qualcuno
a comprendere una sua emergenza come noi siamo stati aiutati dalla testimonianza sopracitata. Le auguro anche in futuro la forza di lavorare sempre per la realizzazione della NMG e Le
mando gentili saluti. Inge K.
Annotazione: è davvero una testimonianza commovente. Con la NMG si riesce ad aiutare in
modo molto efficiente. Nè medico nè farmaco si intromettono tra il paziente e la sua salute,
solo l’individuo riesce a guarire se stesso. Bisogna sapere come! Presupposto è la conoscenza
delle correlazioni biologiche, poi basta un po’ di buonsenso. Caro lettore, cerca di metterti al
posto della nonna di Joella. Era comprensibilmente in apprensione per la sua amata nipotina
e in questo stato d’animo si tende all’attivismo cieco: bisogna fare qualcosa! Non si può stare
senza far niente! La domanda è solo che cosa bisogna fare? Qual’è la causa della paralisi? La
medicina ufficiale lo sa? Se fosse andata come voleva la nonna …. La zia di Joella indica cosa
sarebbe successo.
Testimonianza - Intolleranza al lattosio
Salve Sig. Pilhar, come si siamo accordati poco tempo fa a Karlsbad, Le mando adesso una testimonianza diretta riguardo alla Nuova Medicina Germanica da pubblicare.
Ho 49 anni, sono sposato e ho 2 figli adulti. Mi sono approcciato alla NMG circa 5 mesi fa e ho
letto tutto quello che potevo riguardo al dott. Hamer. All'età di 6 anni sono stato separato per
la prima volte dai miei genitori per essere mandato in vacanza/convalescenza. All'età di 6 anni
uno non si mette a pensare come sarà essere messo su un treno per essere spedito, per 4 settimane a circa 600 km di casa, fino a quando non arriva il momento. Sul treno e via. Solo una
donna estranea mi accompagnava. I primi 15 giorni sono stati un inferno ed ero costretto a
bere latte per la prima volta. Non lo conoscevo, mi sono opposto e ho cercato di rifiutare il
latte ma senza successo. Ho rifiutato in parte perfino il cibo, senza successo.
Questo episodio mi è rimasto in mente fino a circa 4 settimane fa e con ciò creava un binario
contro il latte. Mia moglie usava per me possibilmente solo latte senza lattosio o panna. Ogni
tanto avevo sempre riprovato il latte normale o una bevanda di latte al cioccolato. I risultati
erano sempre uguali: nell’arco di 5 o 10 minuti mi veniva una forte diarrea. Lo stesso risultato
provocavano salse pronte che contenevano latte in polvere. Quando uscivamo per andare a
mangiare, la corsa al bagno 10 minuti dopo mangiato era messa in conto.
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Tutto questo come già detto fino a circa 4 settimane fa. Allora mi tornò in mente il caso gravissimo di tanto tempo fa: le mucche in alpeggio che avevo davanti agli occhi tutti i giorni, il
latte che rifiutavo e la separazione brusca. Improvvisamente capii qual’era la causa.
Andai al frigorifero e presi un cartone normale di latte con 3,5% di grassi e bevvi un bicchiere
intero in due sorsi ed aspettai. Nulla successe, allora presi un secondo ed un terzo bicchiere
ed aspettai la reazione, nulla. Andai a nuotare per circa un’ora con mia moglie e nulla successe. Volli verificare con esattezza e andai con mia moglie a fare la spesa per comprare 2 litri di
una bevanda di latte al cioccolato. Mia moglie era incredula. A casa bevvi 2 litri nei successivi
due giorni in orari differenti, a volte prima, a volte dopo mangiato e nulla successe.
Fino ad oggi (12.12.2008) non ho più avuto diarrea.
Posso solo ringraziare il dott. Hamer per la sua lotta per una medicina esatta e quando avrò
superato l'esame del corso per corrispondenza di naturopata in psicologia voglio cercare di
continuare ad aiutare i miei pazienti sulla base del dott. Hamer. Lotterò a fianco del dott. Hamer per la Nuova Medicina Germanica fino a quando tutti avranno capito. H.J.H.
Annotazioni: Il nostro amico reagisce con la parte inferiore dell’intestino tenue (diarrea).
Contenuto del conflitto: non poter digerire un boccone, indignazione indigeribile, spesso conflitto di morire di fame in senso vasto. La diarrea è la fase di guarigione. Nella fase attiva si
trova stitichezza. Se reagisce anche l'intestino tenue superiore, troviamo, nella fase di guarigione, diarrea e vomito. Si riesce a vedere bene il conflitto in questa testimonianza:
- Isolamento: il ragazzo di 6 anni è lontanissimo dalla famiglia (madre) che gli da sicurezza. Egli
descrive la separazione.
- Colto sul piede sbagliato: non aveva mai bevuto latte.
- Altamente acuto, drammatico: non voleva bere il latte, lo vedeva come un’indignazione indigeribile. Ha perfino rifiutato del tutto il cibo in certi momenti (morire di fame).
Notate: il conflitto stesso, la DHS, è questione di un attimo! Tutti e tre i criteri devono esserci
e in quel momento viene associato il contenuto del conflitto. In questo caso "l'indignazione
indigeribile con l’aspetto di morire di fame"! In questo preciso momento vengono programmati i binari, in questo caso il latte. Un conflitto è risolto quando non esiste più nessun binario. I binari si risolvono quando il momento scatenante diventa inesistente, quando non può
più capitare. All'epoca il nostro amico aveva sei anni, era un bambino. Oggi ha 49 anni ed è
padre di 2 figli ormai adulti. Quello che gli è capitato allora oggi non gli può più succedere. Il
conflitto di allora oggi è inesistente per lui. 43 anni di sofferenze e inconvenienti si sono risolti
nel nulla dopo il riconoscimento e la comprensione delle correlazioni. La Germanica non ha
costi e non ha effetti collaterali. Con la Germanica il paziente è il capo delle sue faccende altamente personali. Tra lui e la sua salute non si interpone né medico né farmaco.
La Germanica è la medicina della libertà!
Testimonianza – Micosi dei piedi
02.04.2009. Ho 44 anni e sono mancino. 22 anni fa ho avuto per la prima volta una micosi ai
piedi tra il 4° ed il 5° dito. All'epoca non conoscevo le correlazioni e non capivo.
La micosi ai piedi si manifestò quando tornai casa dopo un lungo viaggio in treno attraverso
tutta l'Europa. Da sempre l'igiene personale è stata molto importante per me, non posso pro26
prio supportare di puzzare. In quel viaggio, mi ricordo ancora molto bene, ho portato l'ultimo
paio di calzini per alcuni giorni. Non avevo occasione di lavarmi i piedi sudati.
Durante il viaggio attraverso la Spagna negli stretti scomparti ferroviari mi sentivo molto a disagio perchè mi puzzavano i piedi ed ero sicuro che i compagni di viaggio lo notassero (= conflitto di insudiciamento). Da allora è un mio bisogno primario cambiare i calzini tutti i giorni.
Se mi attengo a questa regola non ho nessun problema con le micosi ai piedi. Nelle piscine o
nelle saune pubbliche cammino sempre a piedi nudi. Questo non mi ha mai procurato una
micosi ai piedi. Si può dire che grazie alla costante terapia dei calzini puliti non soffro per tutto l’anno di micosi ai piedi. La settimana scorsa si è verificato un binario nuovo: mi alleno regolarmente in una palestra. In quell’occasione uso dei calzini speciali per la ginnastica.
La settimana scorsa però è capitato che avevo dimenticato di portarmi i calzini per la ginnastica e sono stato costretto ad allenarmi con i normali calzini da strada. Mi sono sentito molto a
disagio anche perché nella palestra è obbligatorio di portare scarpe da ginnastica.
Ero convinto di sentirmi addosso le occhiate di disgusto degli altri che vedevano i miei calzini
da strada portati per un’giornata intera. Quattro giorni dopo c’era una forte micosi tra il quarto ed il quinto dito a sinistra (lato del partner) e non mi ha affatto sorpreso.
Grazie dott. Hamer per la Germanica! B.E.
Annotazione: Una bella testimonianza che descrive con precisione le implicazioni. Grazie!
Testimonianza: Cancro laringeo
Nell’estate del 1982 mi ammalai di cancro alla laringe nonostante proprio in quel periodo mi
trovassi in ottime condizioni fisiche e psichiche. A livello professionale e sportivo tutto andava a meraviglia. Ero appena stato richiamato da una squadra di seria A per aiutare la squadra,
nonostante a 42 anni fossi già quasi un matusalemme come calciatore. Dopo aver raggiunto
lo scopo di salvare la squadra dalla discesa in serie B avevo deciso di fare ancora una partita.
Verso la fine della partita volevo gridare qualcosa ad un collega di squadra, ma improvvisamente mi è mancata la voce. Dopo 3 settimane di forte raucedine andai dal medico.
Egli costatò un tumore alla laringe e mi mandò alla clinica universitaria di Kiel.
L’episodio superò ogni buon senso: avevo l’appuntamento alle ore 10 e naturalmente sono arrivato con largo anticipo. Bisognava aspettare in una stanza nella quale si trovavano già circa
50 o 60 persone, tutte con l’appuntamento alle ore 10. Uno dei tanti in attesa disse in modo
molto azzeccato che si sentiva come una bestia al macello. Solo nel pomeriggio è arrivato il
mio turno. Nel dialogo con due giovani medici questi mi spiegarono che l’intervento era inevitabile. La cosa più sicura sarebbe stata quella di asportare l’intera laringe.
Consultatomi col mio medico specialista in laringoiatria a Flensburg ho insistito sull’asportazione solo parziale della laringe. Ho rifiutato la chemioterapia. L’intervento che seguì andò
molto bene e stranamente non ebbi neanche paura.Due anni dopo l’intervento, nel 1984, ho
avuto una grave ricaduta, tutta la gola si era chiusa di tessuti. Avrei dovuto essere di nuovo
operato una settimana più tardi. Ma improvvisamente non fu più necessario poiché tutte le
escrescenze erano improvvisamente scomparse. Fino al 2005 quando ho avuto il primo contatto con la NMG avevo creduto in una guarigione spontanea ma era successa una cosa che
col senno del poi confermava la NMG. Dopo la visita medica del 1984 mi era venuta l’idea di
andare a trovare i miei ex colleghi di lavoro. Prima della malattia del 1982 ero stato presidente del consiglio amministrativo di questa ditta dove ero stato licenziato su due piedi dopo una
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terribile controversia con il mio capo. All’ epoca non mi venne meno la voce poiché non potevo essere licenziato come presidente del consiglio. Ero però profondamente scioccato anche
perché normalmente avevo un’ottima intesa con il mio capo. ( = conflitto)
Andando direttamente dalla visita medica a Kiel nel 1984 nella mia vecchia ditta mentre stavo
parlando con un collega apparve il capo e mi chiese di venire nel suo ufficio. In breve quel
giorno ci siamo chiariti. ( = soluzione). Nell’esame dopo il weekend successivo tutte le escrescenze erano sparite. La causa della mia malattia era praticamente scomparsa grazie al
dialogo chiarificatore. Grazie alla NMG la mia paura del cancro è completamente scomparsa e
per questo ringrazio infinitamente soprattutto il dott. Hamer. Auguro a Lei e alla Sua famiglia
ogni bene nella Sua instancabile lotta per la NMG. F.B.
Annotazioni: Il sig. Bartling mi disse al telefono di essere destrimane.
Il licenziamento a sorpresa era un conflitto di spavento/paura (2° conflitto di territorio) o un
conflitto di paura per il territorio (3° o ulteriore conflitto di territorio). All’epoca ha lasciato la
ditta e ha trovato un nuovo posto di lavoro. Evidentemente era in soluzione pendente da 2
anni. La soluzione definitiva è stata solamente il chiarimento con l’ex capo.
Vedi anche: SBS: Cancro della laringe
Dermatite atopica
Dermatite atopica in un bambino in tenera età
ll'età di circa 4 mesi mio nipote ha manifestato delle guance molto rosse e screpolate. Mia figlia si è rivolta subito a me e voleva sapere cosa poteva fare, non aveva fatto vaccinare i figli ed
evita di andare dal medico, in quanto si occupava, già da un po' di tempo, di NMG.
Immediatamente sapevo la causa: la cute significa "conflitto di separazione".
Era successo il seguente episodio: il piccolo stava, per i primi 4 mesi fino a dicembre, sdraiato
sul divano e andava a letto solo insieme ai genitori. Loro hanno un letto per tutta la famiglia.
Entrambi i genitori e tutti e due i figli dormono insieme. Quando mia figlia ha avuto paura che
il piccolo potesse cadere dal divano, lo ha messo a letto insieme alla sorella ed i genitori sono
andati a letto più tardi. Il piccolo si svegliava di frequente e, prima di aver il tempo di sentire la
voce sull'interfono ed essersi precipitati in camera da letto, il piccolo era già preso dal panico.
Questo si è ripetuto ogni giorno per un periodo prolungato fino a quando mia figlia non mi ha
chiamata. Le ho detto subito di eliminare il conflitto di separazione, cioè lasciarlo di nuovo in
soggiorno fino a quando andavano a letto anche loro. Mia figlia però non era d'accordo, volevano stare un po' da soli anche loro. Allora le ho detto che dovevano convivere con la dermatite atopica. Mia figlia ha consultato un medico alternativo, il quale le ha detto di evitare prodotti con grano e latte di mucca. Non era un problema in quanto stava ancora allattando. Lei
non beve latte e non era un problema rinunciare anche al formaggio. Lei prepara il pane in
casa e allora si è messa ad usare altri cereali. Ma la dermatite atopica non è scomparsa.
Nel mese di maggio sono andati in vacanza in Italia. Tornando a casa mi ha chiamata tutta
contenta e mi ha detto che la dermatite era scomparsa grazie al cambiamento d'aria. Le ho
chiesto dove stavano loro mentre i bambini dormivano e mi ha risposto che si mettevano sul
balcone della camera d'albergo. Cosa era successo? Per due settimane il piccolo sentiva parlare i genitori mentre dormiva e la dermatite atopica, che solo in fase di guarigione rende la
cute rossa e screpolata, ha potuto finalmente guarire. Mia figlia non aveva mai applicato delle
pomate. Mi sono fatta spedire una foto e l'ho fatta vedere a S.M. che mi ha confermato il mio
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sospetto e mi ha fatto notare che erano coinvolti entrambi i lati per il partner (padre) e per la
madre. Mi ha detto inoltre che più tardi si sarebbe potuto anche parlare con il bambino della
"separazione" e che poi avrebbe potuto capire.
Adesso mio nipote ha 4 anni e non ha più sofferto di dermatiti. Mia figlia ha rinunciato al suo
lavoro per il bene dei bambini ai quali si dedica con amore ed attenzione. Abbiamo tenuto il
piccolo con noi a volte per 2 giorni e non è successo niente.
Posso solo consigliare a tutti i genitori con bambini che soffrono di dermatiti atopiche o psoriasi di rinunciare a qualche lusso e dedicarsi ai loro figli nell'interesse della loro salute. Quanta sofferenza per questa orribile malattia potrebbe essere evitata se sempre più persone si interessassero alla NMG. Posso solo ripetere la mia gratitudine per la pazienza infinita del dott.
Hamer che ci mette a disposizione il suo sapere! Cari saluti G. S.
Annotazione: In natura i conflitti di separazione sono una vera catastrofe! Se il bambino viene
separato dalla madre di solito è morte sicura per il bambino. Se la madre subisce un conflitto
di separazione dal bambino la SBS inizia con "ulcere dell'epidermide". Nella fase attiva, che
contiene sempre il senso biologico nel gruppo rosso (ectoderma), si presenta un deficit della
memoria a breve termine per dimenticare la persona dalla quale si è stati separati, per risolvere meglio il conflitto e poter continuare a vivere. Se contro ogni aspettativa il "cucciolo" ritrova sua madre dopo due/tre giorni, la madre non "riconosce" più il proprio cucciolo e di solito non lo riprende. Lo ha "dimenticato".
Senza necessità in natura nessuna madre allontana il suo bambino. I popoli primitivi portano i
propri bambini addosso fino all'età di 4 anni. Sarebbe anche la terapia in caso di dermatite
atopica. Coccole, la cosa migliore pelle nuda su pelle nuda. Il bambino deve riacquistare la fiducia primordiale per la madre che è sempre in ogni momento disponibile. Più tardi quando il
bambino è più grande si distacca in modo naturale dalla madre. Oggi viviamo spesso nella nostra società, cultura e religione, contro la nostra biologia. Questo ci rende ammalati. (Malattie
della civiltà = non siamo tenuti secondo le esigenze della specie!).
30 anni fa la dermatite atopica era rara. Oggi un bambino su cinque ne soffre. In passato le
madri restavano accanto ai loro figli. Oggi i bambini "disturbano" e vengono mandati spesso
già all'età di pochi mesi negli asili nido. Proprio nessuno riesce più ad immedesimarsi nell'anima di un bambino in tenera età? Da esperimenti sugli animali si sa che i cuccioli separati precocemente dalla madre mostrano presto disturbi comportamentali. Il fatto che questo viene
richiesto e sovvenzionato dalla politica dimostra o un’ignoranza stupida o delle intenzioni sistematiche (Gender Mainstreaming ....). è tempo di cambiare l’opinione della popolazione in
direzione bio-logica! Non siamo noi a doverci sottomettere alla politica ma al contrario. Il governo deve servire noi. Cos'altro dovrebbe fare in una democrazia (= governo del popolo)?
Dobbiamo creare spazio libero alle madri per poter far crescere i loro figli senza emergenze finanziarie. La politica dovrebbe allora aiutare in modo che le madri possano restare con i propri figli.
Convulsione febbrile
Leggendo volentieri le testimonianze, vorrei contribuire con l'esperienza di mio figlio di 4
anni. F. aveva 4 anni quando un pomeriggio cadde dalla panca giocando. Per me era una caduta innocua, che avevo visto con la coda dell'occhio. Nostro figlio invece era spaventatissimo
della caduta, probabilmente perché era avvenuta in modo del tutto imprevisto, visto che era
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concentrato a giocare e quindi strillò come se fosse gravemente ferito. Ma non era assolutamente così, il giorno dopo non aveva neanche un livido. Strillò però in modo assordante e
lamentava dolore alla coscia. Perfino una mia amica che abitava sopra di noi accorse ad aiutare. Ho cercato di consolare F. e gli ho massaggiato la coscia con un po' di crema alla calendula,
metodo che funziona sempre. Poco dopo ha ripreso a giocare come se niente fosse e tutto
sembrava apposto. La notte F. ha dormito in modo molto inquieto e al mattino mi sono resa
conto che non si sentiva bene ed aveva un po' di febbre. Tutta la mattinata mi è rimasto attaccato e abbiamo passavato gran parte del tempo sul divano. La febbre saliva (non so quanto
poiché non l’ho misurata), si riaddormentava sempre di nuovo ed ha vomitato due volte.
Eravamo seduti sul divano, F. mi stava seduto in grembo quando improvvisamente la sua gamba sinistra è scattata. F. ha sgranato gli occhi, ha fissato gli occhi in alto a sinistra e non li ha
mossi più, tutto il corpo era in qualche modo rigido, quando ho notato che doveva rimettere.
Ma aveva i denti stretti forte (gli occhi erano ancora fissi), il viso ha perso colore ed è diventato leggermente cianotico perché non respirava! Gli ho dato dei colpetti sulla schiena cercando
con il dito di aprirgli i denti ed ho continuato a parlargli. Nonostante tutta la mia conoscenza
della NMG e della crisi di guarigione ero molto nervosa e in quei secondi avevo anche paura,
non avevo mai assistito ad una situazione del genere. (Nostra figlia ha già 6 anni e non è mai
stata "ammalata".)
Ad un certo momento (forse dopo un minuto o due) la stretta dei denti si è sciolta e lui ha vomitato, ha fatto un respiro profondo e tutto è tornato alla normalità. Gli ho fatto anche un po'
di impacchi freddi sui polpacci per diminuire la temperatura. Fino a sera la febbre è scesa ed il
giorno dopo tutto era passato. F. era ancora un po' fiacco ma senza febbre e due giorni dopo
non aveva più sintomi. La mattina, quando aveva iniziato con la febbre, avevo già riflettuto
sulla probabile DHS, avevo anche pensato alla caduta dalla panca, ma l'avevo considerata talmente banale che non potevo credere che fosse quella la DHS. Dopo però quando proprio la
gamba dolente e massaggiata era scattata (secondo la mia interpretazione era esattamente il
culmine della fase di guarigione, crisi epilettoide, convulsione febbrile?) e la faccenda si è risolta anche in breve tempo, mi sono resa conto che non poteva essere stato nient'altro.
Mi occupo ormai da 5 anni della NMG e sono veramente sollevata di avere questa conoscenza. Da allora non abbiamo più bisogno del medico, anche la mia terza gravidanza ed il parto in
casa si sono svolti senza medici e fronzoli della medicina. I nostri tre figli si sviluppano magnificamente anche senza vaccini (o proprio per quel motivo...), con loro non abbiamo mai dovuto andare da medici e siamo veramente felici della conoscenza dei processi biologici del corpo
e della libertà della paura che risulta dalla conoscenza. Annotazione: Il dr. Hamer mi spiegò su
mia richiesta che il ragazzino aveva reagito con la muscolatura striata dello stomaco (piccola
curvatura = contrarietà di territorio) e con il diaframma (dispnea/affanno "non c'è la faccio" a
causa del pianto). N.d.R.: A volte però i medici servono!
Congiuntivite contagiosa
Egregio Signor Pilhar, oggi vorrei mandarle la mia testimonianza riguardo alla congiuntivite o
anche riguardo ai "virus contagiosi" che dicono circolino negli asili dell'infanzia.
Nostro figlio di 3 anni poco tempo fa ha sviluppato una congiuntivite, come unico bambino in
lungo ed in largo (contagio?), la quale, inoltre, passò senza problemi. Aveva subito uno "shock
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da separazione" a causa dell’inizio dell'asilo o per meglio dire uno shock da perdita, poiché
perdeva di vista la madre (conflitto di separazione visiva). L'inizio della frequenza all’asilo risale a due mesi fa, ma la congiuntivite si è manifestata solo adesso. Circa una settimana fa anche mio marito ha avuto una congiuntivite che è passata velocemente e senza problemi.
Nel caso di mio figlio erano coinvolti entrambi gli occhi, pure nel caso di mio marito ed infine
anch'io ne ho sofferto su entrambi gli occhi. Era contagioso o abbiamo sofferto dello stesso
conflitto? Sono sicura che non fosse una "malattia contagiosa" altrimenti anche altri bambini
dell’asilo avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite. Voglio far presente: mio figlio frequenta l'asilo circa dal settembre 2008 (per mezza giornata). Da allora ho aumentato lentamente il tempo di permanenza. Adesso ci fa anche pranzo, ci dorme senza problemi e con
grande gioia. Contemporaneamente ha sviluppato la congiuntivite.
Pure mio marito si è reso conto che il "grave dolore di separazione" era passato, con la conseguente sua congiuntivite. Io ci ho messo un po' di più, dopo aver iniziato un corso di aggiornamento, il "povero bambino" deve anche mangiare e dormire all’asilo. In più è capitato che la
sua signorina dell’asilo è stata sostituita per 2 settimane da un’altra ed io avevo paura (madre
apprensiva) su come il bambino potesse superare il tutto. Il mio corso di aggiornamento dura
già da 2 settimane, al bambino piace andare all’asilo ed io ne sono finalmente convinta e
consapevole. Conseguenza: la mia congiuntivite. Solo nostra figlia grande (12 anni) è stata
risparmiata dalla congiuntivite perché non soffre ancora così tanto di queste cose come un
adulto. Un medico della medicina ufficiale direbbe probabilmente che semplicemente non si
è contagiata. É stato molto interessante osservare tutto e aspettare semplicemente cosa stava
per succedere. Se non avessi saputo della Germanica sarei andata, piena di preoccupazione,
dal medico, mi sarei fatta coprire di pomate, sarei occupata ancora oggi a spalmare pomate e
sarei di qualche euro più povera. Tanti saluti Famiglia K.
Annotazione: Secondo la quarta legge biologica della Germanica non esiste il contagio in
quanto, secondo questa legge della natura, è compito dei microbi (funghi, batteri fungiformi,
batteri, virus) aiutare nella fase di guarigione. I microbi governati dal cervello antico (funghi e
batteri fungiformi) demoliscono ora i tumori formatisi nella fase attiva ed ormai inutili.
I microbi governati dal neoencefalo (batteri e virus) aiutano a riempire i " buchi" (necrosi, ulcere) formatisi nella fase attiva. In altre parole, il senso dei microbi è quello di ripristinare lo
"stato iniziale". Caro lettore, Lei conosce il fenomeno della guarigione spontanea. Si vede, per
esempio nella TAC di un organo, un tumore e dopo qualche settimane o qualche mese questo
tumore improvvisamente è scomparso, senza che il paziente abbia fatto nessuna terapia.
Questo viene chiamato guarigione spontanea, cioè guarigione senza aggiunta terapeutica, da
forza propria. Questo lavoro lo compiono i microbi nella fase di guarigione. I microbi sono i
nostri aiutanti non i nostri "nemici". Gran parte dei pazienti arriva alla medicina ufficiale durante una fase di guarigione, visto che in quel momento hanno il maggior numero dei sintomi
(febbre, fiacchezza, dolori, crisi). I medici ufficiali trovano i microbi al lavoro. Tutte le "infiammazioni" o le "infezioni" sono sempre fasi di guarigione. Solo che i medici ufficiali pensano
(Pasteur) che il microbo abbia causato questi sintomi. In realtà la causa era il conflitto ed infatti, a questa fase di guarigione piena di sintomi, precede sempre anche una fase di (quasi)
uguale durata di conflitto attivo, che non viene quasi mai notata in quanto i sintomi nella fase
attiva sono quasi sempre minimi. La medicina ufficiale ha dichiarato "cattivi" i microbi e li
combatte con antibiotici e vaccini. Inoltre, la medicina ufficiale detiene la teoria del contagio.
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Il caso descritto sopra dimostra bene come si formi una tale "epidemia". Se molte persone
nello stesso momento hanno gli stessi sintomi significa che, proprio molte persone, nello stesso momento, hanno lo stesso conflitto. É così semplice. È relativamente semplice portare ad
absurdum la medicina ufficiale grazie alle sue stesse riflessioni. Il bambino dell’esempio ha
reagito per primo con la congiuntivite. Dal punto di vista della medicina ufficiale come è spiegabile il primo caso in una tale epidemia? Il primo caso non può essersi contagiato. Perché
non tutti vengono contagiati? In questo caso la medicina ufficiale ragiona con un sistema immunitario forte dei non contagiati.
Tutti noi abbiamo già potuto osservare che dopo essere stati "contagiati" si può guarire senza
aver fatto niente. Come è possibile? Secondo la medicina ufficiale ci siamo contagiati proprio
perché il nostro sistema immunitario era debole. Con un sistema immunitario debole i microbi infuriano nel nostro corpo. Che cosa, per amor del cielo, ci ha fatto guarire? Non avremmo
dovuto per forza di cose soccombere con un sistema immunitario debole?
La medicina ufficiale ha anche la teoria degli anticorpi. Su questa teoria è basata l'idea del
vaccino. Si immettono "agenti patogeni" nel corpo ai quali si dovrebbe reagire con una risposta immunitaria che renderebbe ad esso immuni. Questo è quanto. Supponiamo che Lei una
volta abbia avuto una rinite. Secondo la medicina ufficiale Lei ha preso un’infezione da virus (i
quali non sono mai stati isolati in laboratorio, perciò nessuno gli ha mai visti = paura del maligno invisibile). Supponiamo che Lei sia sopravvissuto a questa rinite e sia tornato in salute: secondo la medicina ufficiale il Suo buon sistema immunitario ha vinto sui microbi cattivi. Fondamentalmente dovrebbe essere diventato immune contro la rinite, cioè non dovrebbe più
avere una rinite in tutta la vita. Ma questo contraddice ogni nostra esperienza personale. Cosa
capita con la rinite cronica...? Un’altra volta: secondo la Germanica non esiste il contagio!
Tornando alla testimonianza: la congiuntivite è una fase di guarigione di un conflitto di separazione visiva, di aver perso qualcuno di vista, o di non voler più vedere qualcuno (di voler essere separato visivamente, "sparisci dalla mia vista"). La lateralità è determinante.
Il bambino ha reagito con entrambi gli occhi, cioè sul lato madre/figlio (per la madre) e sul
lato del partner (per il padre). Perché però hanno reagito bilateralmente anche la madre ed il
padre? Reagendo solo per il figlio avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite solo sul lato
madre/bambino. Suppongo che si tratti in questo caso della sostituta della signorina del asilo.
I genitori soffrivano per il loro bambino ed in più per la tata sostituita alla quale avevano affidato il bambino (partner).
Perforazione dello stomaco
Un' infermiera professionale descrive il caso di sua madre 03.09.1993
Le mando la testimonianza sulla malattia di mia madre che era ammalata di cancro e che riesce adesso a condurre di nuovo una vita degna di essere vissuta, grazie al dr. Hamer.
Naturalmente può pubblicare il caso, sperando di dare coraggio alle persone che ne hanno bisogno o di aiutargli perfino. Circa 3 anni fa mia madre subì una perforazione dello stomaco.
Venne effettuata una resezione dello stomaco con metodo Billroth II. In quell'occasione vennero tolte anche una parte del duodeno e la milza. Secondo il parere medico era una cosa benigna. Alcuni mesi dopo mia madre accusava difficoltà alla deglutizione, sintomi di paralisi e
dolori alla gamba e al braccio sinistro. Venne eseguito un esame con mezzo di contrasto allo
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stomaco, durante il quale ella aspirò (a causa della paralisi di deglutizione) una parte del mezzo di contrasto con una conseguente polmonite da aspirazione molto insistente.
Vennero eseguite una TAC del cranio e dell'addome, nelle quali si constatò una cosiddetta metastasi cerebrale di 1,5 cm e delle metastasi epatiche diffuse. Venne posizionato un sondino
gastrico in quanto non riusciva più a deglutire. I medici ci informarono del suo stato dicendo
che non avevano più senso né chemio né radioterapia.
Le davano ancora qualche ora o al massimo qualche giorno di vita e non volevano importunarla ulteriormente. Anche lei sentiva di avvicinarsi alla fine e chiese di essere portata a casa.
Da una conoscente venni a sapere del metodo del dr. Hamer di trattare il cancro e della signora X di XXX, la quale collaborava col dr. Hamer. Abituata come infermiera professionale alla
cura di pazienti gravi, riportammo mia madre a casa. Naturalmente ero molto scettica verso la
Nuova Medicina, ma quando si tratta della propria madre si prova di tutto visto che non la si
vuole perdere. Mandai le TAC alla signora X. Telefonicamente la signora X mi dava istruzioni e
mi disse che mia madre aveva un conflitto dell’acqua. Ne parlai con mia madre e lei mi raccontò alcuni episodi della sua vita inerenti la sua infanzia in riva ad un lago.
Per esempio: un ragazzino del vicinato, al quale voleva molto bene, era annegato nel lago.
Una volta andò con un altro compagno di gioco in barca. All'epoca non sapeva ancora nuotare
ed aveva il terrore di cadere in acqua e di annegare. Questa paura dell'acqua la perseguitò
ancora, negli anni più tardi, quando aveva già dei figli. Quando noi (i suoi figli) eravamo fuori a
giocare e non ci trovava subito, andava a cercarci presso il ruscello.
Secondo consiglio del dr. X, prendeva anche del cortisone ad un dosaggio minimo.
Lo stato di mia madre migliorava di giorno in giorno. Ha ripreso a mangiare, il sondino gastrico è stato tolto... Si rinforzava visibilmente e riprese speranza. A poco a poco ha ripreso a gestire la casa. É diventata più attiva di prima. Il giardino è diventato il suo hobby. Va a nuotare,
viaggia molto. A parte qualche restrizione per i pasti per 3 anni ha condotto una vita degna di
essere vissuta. Circa 3 mesi fa le è morto il cane. Lo aveva da 11 anni.
Tutti i figli erano già fuori casa e le sue attenzioni ruotavano intorno a questo cane. Era coccolato e amato. La morte del cane per lei è stato uno shock. Diventò depressa, manifestava di
nuovo disturbi nella deglutizione ed una sintomatologia da emiparesi. Naturalmente le abbiamo procurato in fretta un cucciolo nuovo. Mia madre venne portata di nuovo in ospedale. Si
fece una TAC cerebrale. C'era di nuovo un focolaio nel cervelletto. In ospedale venne proposta
una terapia con i raggi gamma che lei rifiutò. Il suo stato peggiorava sempre più, era molto
debole, aveva forti dolori, disturbi cardiaci e disturbi della parola. Dopo una terapia col cortisone venne dimessa dall’ospedale. Mi misi di nuovo in contatto con la dr. ssa X e le mandai la
Tac cerebrale. Naturalmente si trattava di un conflitto di separazione (morte del cane). Con il
cortisone e il cagnolino comincia a migliorare lentamente. I dolori sono scomparsi, l'appetito
è tornato e ha cominciato a fare progetti per il futuro.
La dr. ssa X ha fatto coraggio a tutti noi per superare questo periodo difficile. Senza di lei e naturalmente senza il dr. Hamer non ce l'avremmo fatta. Ho imparato molte cose della vita e la
cosa positiva: non ho più paura del cancro!
Nota d.R.: Il cortisone è un farmaco potente che può aumentare la ritenzione di liquidi, se ci
sono i tubuli collettori attivi, e quindi far peggiorare i sintomi. E’ bene che a prescriverlo sia un
medico che conosca la NMG e che abbia visto una TAC recente del paziente.
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Testimonianza: leucemia per il maestro “cattivo”
Buongiorno Fabrizio, sono la mamma di un bambino meraviglioso la cui avventura vorrei raccontare perchè possa essere d’aiuto a qualcuno. Mio figlio frequentava la quarta elementare
con ottimo profitto quando ha avuto un diverbio con l’insegnante di inglese. Tornava a casa
ogni giorno che lo vedeva abbattuto e sempre meno voleva studiare l’inglese. Peccato aveva
un’ottima pronuncia e gli piaceva molto parlare in lingue straniere, avevamo infatti avuto varie occasioni di contatto con persone di altre nazionalità. All’inizio io e mio marito non ci facemmo tanto caso, pensavamo che la cosa si sarebbe appianata da sola, ma col tempo, visto
che lo stato d’animo di nostro figlio non cambiava, chiamava il suo insegnante, con un vezzeggiativo poco simpatico, decisi di andare a parlare personalmente con l’insegnante.
Come Lei sa, io e mio marito studiamo da diverso tempo la NMG e abbiamo studiato con Voi
anche le costellazioni schizofreniche. Quando sono andata dall’insegnante, mi sono trovata
davanti un ragazzotto babyface, con fularino al collo, zazzera calata sugli occhi, e un’aggressività manifesta da sballo. Inutile commentare ulteriormente: evidenti costellazione aggressiva,
tipica di chi non sa che fare, e costellazione postmortale insorta in giovanissima età, che non
permette una maturazione biologica. Sono tornata a casa delusa e ne ho parlato con mio marito. Decidiamo che deve andare lui a parlargli. Occorre, a quell’uomo-bimbo, una figura maschile di capobranco per potersi mettere in ascolto e non sulle difensive.
Il giorno stesso del colloquio tra mio marito e l’insegnante nostro figlio è tornato a casa radioso. I suoi compagni, perfino, si sono complimentati con lui perchè il cattivo maestro” era improvvisamente diventato buonino. Mio marito valorizzando quest’uomo-bimbo lo aveva fatto
sentire all’altezza e gli aveva “fatto venire in mente” come accattivarsi la classe senza tiranneggiarla. Tutto perfetto quindi per l’inglese, ma… Dopo due giorni nostro figlio aveva la febbre. Non ci facemmo caso, era normale che risolvesse.Ma la febbre continuò a lungo, erano
comparsi anche dolori alle gambe, alle ossa in genere, una spossatezza impressionante, un
pallore enorme. Questo è durato tre settimane, poi, le febbre era solo al pomeriggio, durante
il quale il nostro figlio, pallidissimo, dormiva in continuazione. Si svegliava all’ora di cena,
mangiava pochino e poi ridormiva sfinito fino al tardo mattino seguente.
Non lo abbiamo mandato a scuola finché non si è messo a piangere che voleva i suoi amici.
Quindi lo abbiamo mandato solo alla mattina, nonostante le vivaci proteste delle insegnanti,
che non capivano ed a cui non lo abbiamo mai detto.
Abbiamo taciuto con TUTTI!
Parenti, amici… siamo anche stati aggressivi con chi faceva qualche osservazione, pur di tenere tutti lontani. Solo con un medico di NMG abbiamo parlato. E’ impallidito quando gli abbiamo raccontato i sintomi che presentava nostro figlio! Ci ha confermato ciò che sapevamo di
dover fare e di non dover fare. Gli abbiamo cucinato cose nutrienti e golose allo stesso tempo,
lo abbiamo fatto ridere, coccolato, massaggiato con delicatezza e amore a lungo finché gli dolevano le bambine. Non abbiamo dormito per tante notti, tante. Questa storia è durata mesi e
mesi. Ha avuto anche piccole recidive quando c’erano i compiti d’inglese. Dopo circa un anno
e un po’ finalmente ci siamo sentiti fuori pericolo. E’ stata dura, ma nostro figlio ora è un piccolo formidabile atleta, sanissimo e gioioso. Non ha mai fatto terapie se non quella dell’amore della sua famiglia, non ha mai fatto analisi perchè sappiamo che in Italia, al solo sospetto di
malattia oncologica, lo Stato toglie la patria potestà ai genitori che non acconsentono alle terapie di Stato. La sorte di nostro figlio è stata legata alla nostra conoscenza, se non avessimo
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saputo della NMG la paura che avevamo ci avrebbe, prima o poi, fatto fare degli errori. Non
oso pensare oltre… Grazie dott. Hamer, grazie NMG, grazie Fabrizio che diffonde con Sua moglie queste cose. Noi siamo felici… Che Dio vi benedica! Marina
Testimonianza- Appendicite
Salve Sig. Pilhar, Ho goduto della sua conferenza già 2 volte e anche mio marito ci è venuto
una volta. Io sono convinta della NMG, mio marito vi aderisce un po' alla volta dopo essere
stato scettico inizialmente, si è convinto delle "prove" che parlano da se. Molto convinta delle
testimonianze che mi insegnano sempre di più vorrei contribuire con un esempio anch'io.
Nostro figlio aveva un'irritazione dell'appendice. Ha iniziato lunedì sera con un leggero mal di
pancia che mio marito ed io attribuimmo a problemi digestivi visto che non dava spiegazioni
più precisi. Martedì è di nuovo andato all'asilo ma a mezzogiorno aveva di nuovo un leggero
mal di pancia che è peggiorato verso sera e mercoledì non riusciva più ad andare all'asilo. Verso mezzogiorno i dolori erano localizzati chiaramente nel basso ventre e una telefonata con la
nostra dottoressa dava il sospetto "di irritazione dell'appendice". Nel pomeriggio la dottoressa è passata a casa nostra e ha confermato l'appendicite, ha somministrato un rimedio omeopatico e ha chiesto di farci sentire nel caso la situazione peggiorasse. In fatti peggiorava, mercoledi sera verse le ore 20 nostro figlio si piegava in due dal dolore. Siamo andati in macchina
dal medico (col senno di poi: grazie al cielo!) la quale non poteva uscire di casa quella sera per
motivi privati. Nel suo studio era appesa la tabella della NMG. Io sapevo che la possedeva ma
senza vederla davanti agli occhi non mi sarebbe venuto in mente di cercare il conflitto sulla
tabella. Chiesi alla dottoressa cosa poteva essere "secondo Hamer". Consultando la tabella mi
guardò un po' insicura e disse gentilmente con discrezione: "In somma, hm, la causa in un
bambino è un litigio che hanno avuto i genitori e che il bambino ha sentito e che gli dato del
filo da torcere. Le dice qualcosa?" Lei era molto prudente. Chi vuole mai impicciarsi nella vita
privata dei suoi pazienti... Ma si, aveva ragione lei. Mio marito ed io avevamo litigato un’altra
volta il sabato sera precedente su cose fondamentali che si riprensatavano ogni tanto, per
chiarire "un’altra volta" l'aria e chiarire i punti di vista. Nostro figlio l'aveva captato e aveva
reagito con l'appendice. Ho chiesto alla dottoressa se poteva essere utile parlare con nostro
figlio, di informarlo che realmente non avevamo problemi mio marito ed io, che ci volevamo
bene e che saremmo restati insieme in ogni caso. La dottoressa era d'accordo, convinta che
poteva aver effetto. Siamo tornati a casa con nostro figlio, l'abbiamo messo a letto e abbiamo
parlato con lui. Gli abbiamo spiegato che anche lui litigava ogni tanto con i suoi amici ma che
voleva loro bene lo stesso e che tornava sempre a giocare con loro. Per noi era la stessa cosa.
Noi come suoi genitori non siamo sempre della stessa opinione anche se per la gran parte del
tempo siamo d'accordo, ci vogliamo bene e siamo una famiglia. Nostro figlio ci guardò senza
comprensione, annuì provato dal dolore e si addormentò quasi immediatamente.
Nel frattempo si erano fatte quasi le ore 21. Alle 23 l'abbiamo dovuto cambiare completamente poiché era bagnato di sudore. Non si è nemmeno svegliato, nessun sussulto di dolore.
Il mattino dopo era stanco, affaticato e aveva un po' di fastidio muscolare nella parete addominale ("ho dovuto proteggere la pancia dal dolore"), ma l'irritazione dell'appendice era completamente scomparsa. Ringrazio Dott. Hamer e anche Lei che condividete il vostro sapere
con tutti noi. Noi (che riceviamo la newsletter e anche tutti gli altri) possiamo imparare tantissimo e guarire in pace poiché consciamo le correlazioni. Lei è libero di utilizzare la mia lettera
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come informazione nella newsletter e fornirla di cambiamenti d'espressione necessari o di
links. Tanti cari saluti , da Augsburg Kornelia L.
Annotazione: Quando si conosce la Germanica si può aiutare se stessi, i propri famigliari e i
propri amici! L'appendicite è già la fase di guarigione, perciò il figliolo aveva già superato il
conflitto, ma ciò nonostante è stato molto saggio da parte della madre parlargli un’altra volta
in modo rassicurante. Lei descrive anche molto bene la fase di guarigione con percorso tubercolotico del bambino con tipica sudorazione notturna e stanchezza.
Attenzione: Nessuna appendicite senza precedente carcinoma dell'appendice! In passato i
chirurgi buttavano l'appendice tolta nei rifiuti. Oggi si manda questo pezzettino in anatomia
patologica e se si trova una singola cellula di cancro da qualche parte .... la diagnosi sarà cancro dell'appendice invece dell'appendicite e allora ci si trova nel macchinario della medicina
ufficiale. Aiutate a rendere la Germanica legale! Anche per il bene dei nostri bambini!
Herpes
Egregio Sig. Pilhar, Sfogliando ogni tanto di nuovo le vostre pagine, leggo, stampo qualcosa e
rileggendo la testimonianza sull’Herpes pensavo all’Herpes come ad un conflitto di
disgusto/schifo. Stimolato dalla testimonianza vorrei raccontare dello choc conflittuale relativo al mio primo Herpes e della conseguente sensibilizzazione con recidive causate dalle
sensazioni memorizzate nello stesso momento. Nel settembre del 2005 c'era una grande festa
popolare alla quale presi parte come musicista per tutto il giorno. Finii la sera per essere stanchissimo (stato fisico e stato generale a basso livello). Andai a prendere l'ultimo giro di bevande tra cui c’era anche una coca cola che non bevo da più di 18 anni. Presi in mano i quattro
bicchieri e cercai di passare tra la folla quando qualcuno mi urtò per sbaglio il braccio e, del
tutto a sorpresa, la bevanda fredda e bagnata mi si versò sul viso e sul busto. Un po' di coca
cola mi andò giù di traverso, sentii freddo e una sensazione disgustosa e bagnata sul viso e sul
corpo, il "brodo" mi colava dagli occhiali. Due giorni dopo avvertii per la prima volta in vita
mia (a 31 anni) un Herpes che peggiorò per altri 2 giorni prima che mi decidessi a consultare
un medico. Questi mi prescrisse una pomata labiale e un antibiotico, del quale dissi subito
che non l'avrei preso. Mi disse che era necessario poiché l'infiammazione era piuttosto grave.
Ma io usai solo la pomata e dopo 2-3 giorni tutto era tornato a posto. Alcune settimane più
tardi andai in una piccola piscina insieme ad una conoscente e mi resi conto di aver dimenticato le ciabatte. La mia conoscente mi suggerì di lasciare le calze ai piedi: anche lei usava fare
così quando dimenticava le ciabatte. Camminando verso la vasca misi improvvisamente i piedi
in una pozza d'acqua fredda, di colpo mi percorse la stessa sensazione schifosa di qualche settimana prima. 2 giorni più tardi notai una "recidiva". Avevo ancora un po' della pomata labiale, la usai 2/3 volte e non andai dal medico. Per che cosa poi?
Cordiali saluti. Evviva la NMG. Frank Streit
1. Agosto 2008
Salve Sig. Pilhar, nel frattempo si sono verificati altri due casi di Herpes che vorrei trasmetterLe e pubblicare sul Suo sito internet in quanto si tratta di esempi pratici di vita quotidiana e
questo "piccolo programma speciale" si svolge in modo incredibilmente comprensibile.
Ho sviluppato "altri binari" che causano l'herpes. Potrei denominarli "i bicchieri sporchi di
Verlar". L'anno scorso quando una commessa alle mie dipendenze riprese il lavoro di merco36
ledì dopo due giorni di ferie e si presentò con un labbro estremamente gonfio di Herpes, le
chiesi cosa le era successo. Lei rispose che ad una festa a Verlar i bicchieri erano molto
sporchi...Quest'affermazione per me era un piccolo choc: anch'io ero stato la domenica alla
festa di Verlar e anch'io avevo bevuto da "quei bicchieri sporchi"! ... e già era successo! 2 giorni dopo avevo di nuovo un Herpes! Non potevo crederci! Solo l'affermazione, prendendomi
sul piede sbagliato, era stata sufficiente a causarmi un altro Herpes, nonostante 2 secondi
dopo questa "piccola DHS" avessi già pensato: "Ma è una stupidata. Non viene causato dai
bicchieri sporchi ma dallo choc del disgusto."
Del fatto che era stato così anche per me mi resi conto solo 2 giorni dopo....
é capitato l'anno scorso e quest'anno è successo già un altra volta!
Era di nuovo festa a Verlar. Alla domenica ero lì con la banda, avevo già bevuto qualche birra,
e poco prima, mentre stavamo per suonare un pezzo da seduti, un musicista entrò con un vassoio pieno di bicchieri di birra che voleva distribuire. Lo mandai dal direttore (che è mio fratello) in modo che ne avesse uno anche lui. Nel momento in cui poggiai il bicchiere alle labbra
per prendere il primo sorso, vidi mio fratello che metteva in atto la sua abitudine di girare con
il pollice due volte intorno al bordo prima di iniziare il bicchiere – questa cosa io non l’avevo
fatta, avevo già appoggiato il bicchiere alle labbra e "... a Verlar i bicchieri sono sporchi". Zack!
2 giorni dopo avevo di nuovo il labbro gonfio... Sono affascinato! Evviva la NMG! Ognuno può
osservare su se stesso che è "corretta". Cordiali saluti, Frank Streit
Cistite
Caro Sig. Pilhar, leggendo le vostre testimonianze vorrei anch'io inviare un episodio capitato a
me. Non è l'unico episodio che mi ha confermato la NMG, che ho compreso da anni.
La prima volta che ho avuto la sensazione di capire improvvisamente è stato qualche anno fa
a proposito della mia cistite, che come nella maggioranza delle donne, era già cronica. Adesso
mi viene da ridere sul termine "cronico" conoscendone la causa così assurda.
Ebbe inizio quando avevo 7 anni. Ebbi la mia prima cistite che è stata esaminata accuratamente da tutti i medici possibili e immaginabili. Venivano fatti degli esami poco piacevoli, secondo
il mio punto di vista di allora, ma mia madre insisteva che venissero eseguiti questi test.
Da allora la cistite tornava alcune volte l'anno. La spiegazione dei medici sembrava inizialmente sensata: Sua figlia non deve sedersi su sassi freddi! Mia madre insisteva molto su questo.
Cosa capitava dopo alcuni mesi? Un’altra cistite. Ancora oggi confermo che definitivamente
non mi sono più seduta su sassi freddi poiché non volevo più sopportare altre volte i dolori e
le torture dei medici. Seguì la successiva spiegazione: Non devi andare in giro con la pancia
all'aria! All'epoca come adolescente mi piaceva portare dei top che lasciavano libera la pancia. Di conseguenza mi coprivo e NON mi sedevo più su sassi freddi.Ad certo punto andando
in ferie dovevo usare i bagni in un autogrill. Naturalmente non mi sono seduta sul water, ciò
nonostante la successiva cistite arrivò spiegata con batteri che avevo preso sui gabinetti pubblici. Da allora ho sempre evitato di utilizzare servizi fuori casa, vestivo con la pancia coperta e
non mi sedevo più su sassi freddi. La cistite seguente arrivò giustificata semplicemente dal ragionamento che sedevo ugualmente su sassi freddi anche se giuravo il contrario. Mi ritenevano troppo giovane per sapere quello che facevo. (Tante grazie per la fiducia!)
Sulle cistiti degli anni seguenti non riflettevo neanche più. Perchè venivano.... Mi era indifferente. A volte prendevo antibiotici per 10 giorni e per molti anni la cistite è sempre tornata.
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Ad un certo punto ho incontrato la Nuova Medicina Germanica e mi sono domandata se fosse
applicabile anche sulla mia cistite. Frequentai all'epoca un workshop relativo alle allergie ed ai
binari a causa di un mio raffreddore del fieno (il quale ormai è quasi scomparso. Guarigione
spontanea (haha!), e mi venivano certe idee in relazione alla cistite.
Sono mancina (mia madre mi educò ad usare la destra e nella mia testa risuonano ancora le
sue parole nonostante siano passati più di 20 anni: MANO DESTRA! "grrr" , in ogni caso oggi
riesco a fare tutto con entrambe le mani.) Prendo anche la pillola. Perciò per me è difficile trovare l'esatta corrispondenza con i programmi speciali in quanto vengono nominati prevalentemente i destrimani. Ma non fa niente ho trovato il problema lo stesso. Il problema era mia
madre. Si immischiava sempre nella mia vita e voleva prescrivermi come vivere. A tutt’oggi
non ci comprendiamo davvero bene ma abbiamo trovato un modo per convivere ed accettarci. Una notte, abitavo ancora con lei, irruppe nella mia stanza perchè avevo telefonato e lei
aveva sentito il mormorio. Lei non voleva che telefonassi di notte. Io invece non capivo il problema, se guardavo la televisione non era un problema per lei. Non aveva neanche una motivazione logica per non lasciarmi telefonare. Era il mio telefono che pagavo io.
Mi rendevo conto della mia rabbia. Non potevo accettare che si permettesse tanto! Quando
era di nuovo fuori della porta sapevo improvvisamente che mi sarebbe venuta la cistite. Ci volevano neanche un paio di minuti e cominciavo a sentire dolori ed erano dolori infernali. Dovevo prepararmi la borsa dell'acqua calda per sopportare il dolore. Cercai di convincermi che
tutto fosse in ordine, che mia madre era fatta così e che non c'era motivo per prendersela
tanto. Deve aver funzionato. Non mi sono agitata e non sono rimasta arrabbiata per tutta la
notte. La mia rabbia è durata forse solo 5 minuti. L'intera cistite è durata circa un’ora. Poi è
completamente scomparsa. Se è stato un conflitto brutto o un conflitto di marcare il territorio, non lo so con esattezza, entrambi i contenuti potrebbero corrispondere.
Fino a quando ho abitato con lei la cistite si presentava di tanto in tanto come negli anni passati. Ma c'era una differenza fondamentale: sapevo che la mia cistite durava solo un’ora se mi
arrabbiavo con mia madre per 5 minuti e dopo scompariva del tutto. Con questa conoscenza
dovevo solo guardare l'orologio per sapere quando il dolore sarebbe scomparso. Da allora
non sono neanche più andata dal medico. Non avevo il controllo per evitare i conflitti ma potevo controllare la durata dell'attività del conflitto.
Sono immensamente contenta di non dover più temere una cistite come nella mia gioventù.
Sono stata dal medico l'ultima volta nel 2003. Se ci fossero premi dalle casse malattia, per non
causare costi alle casse stesse perchè uno non si ammala, adesso sarei ricca, perchè sono io a
conoscere meglio il mio corpo e la mia psiche! Mille grazie al dr. Hamer! E mille grazie a Lei!
Nota: In presenza di sudorazione notturna era coinvolto anche il gruppo giallo (endoderma)
(conflitto brutto). Questa testimonianza è anche un bell'esempio di come diventare capo delle proprie faccende grazie alla conoscenza della Germanica. La Germanica rende liberi.
Verruche
Mia figlia destrimane di 12 anni aveva da alcuni mesi molte verruche sotto la pianta del piede
destro. Visto che aumentavano sempre di numero, ho cercato nelle mie note dei seminari sotto la voce"verruche". Secondo il dr. Hamer si tratta di un conflitto di separazione (voler essere
separato o non voler essere separato da qualcosa o qualcuno). "In che senso mia figlia ha un
conflitto di separazione?" mi chiedevo. Noi siamo sempre presenti, non c'era separazione.
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Mi veniva in mente che da un po' di tempo ogni sera lei si metteva a chiudere tutte le tapparelle quasi in panico e controllava se erano chiuse la porta d'entrata, la porta della cantina e la
porta del garage. Avevo anche parlato con lei per capire perchè lo facesse. Mi disse che aveva
paura che si rubasse in casa e che qualcuno la rapisse. (Nella zona dove abitavano i miei genitori avevano rubato in una casa e la faccenda rendeva la bambina molto inquieta.) Solo ora mi
è venuto alla mente. Questo era il collegamento. Questa era la paura di separazione!
Abbiamo parlato con nostra figlia cercando di spiegarle che non c'era motivo per aver paura
poiché noi eravamo in casa. Sig. Pilhar, durante i suoi seminari Lei sottolinea sempre che la soluzione migliore del conflitto è la soluzione reale. Questa avvenne nel seguente modo: io avevo disturbi del sonno e non riuscivo più a sopportare il russare di mio marito. Arrivai a sistemarmi una camera propria al pianterreno. Dopo aver dormito in questa camera per 2 o 3
mesi, notai che mia figlia non controllava più porte e finestre. Poco tempo dopo abbiamo notato che le verruche se ne stavano andando, diventavano sempre più piatte per poi scomparire. Parlando con la bambina, lei mi disse: "Mamma, da quando dormi di sotto non ho più paura che qualcuno possa rapirmi!" Come già detto, è un esempio piccolo per la Germanica, ma
io sono rimasta impressionata. Cordiali saluti e grazie per i Suoi sforzi di diffondere La Germanica! M.E.
Emorroidi
Nell’estate del 2007 cominciai insieme ad un collega a lavorare in proprio. In quell'occasione
abbiamo conosciuto una piccola ditta IT condotta da una coppia. Loro erano talmente entusiasti della nostra idea commerciale che hanno deciso di sostenere il nostro inizio per diventare più tardi nostri soci. Il loro sostegno consisteva nel fatto di poter usare i loro locali degli uffici per svolgere le funzioni della nostra attività. Tutto era a disposizione dalla scrivania, alla
sedia, da internet, al telefono e alla stampante fino alla spedizione postale e al cucinino per il
tè. Potevamo utilizzare tutto senza spese. Non dovevamo neanche pagare l'affitto.
Il mio partner, nel nostro team a due, fa la parte tecnica mentre io sono responsabile per tutto il resto, dal management del prodotto alla tenuta dei conti e al commercio. Nota bene anch'io ho concluso gli studi di IT e ho alle spalle molti anni di esperienza pratica e possiedo di
conseguenza anche una vasta competenza tecnica. L'unico svantaggio nell’ufficio era che non
potevamo pretendere nulla non pagando niente. Così subito all'inizio volevo avere una soluzione speciale per i nostri telefoni, ma il capo della ditta IT non mi dava retta anzi non accettava neanche la discussione e rifiutava categoricamente la mia richiesta. Ero abbastanza sorpreso del suo comportamento in quanto secondo me avevo fatto la richiesta con molta prudenza.
Ma per iniziare accettai. Ma non restò un episodio isolato. Molto presto dovetti rendermi
conto che il capo trattava noi due come dipendenti suoi che metteva sotto la sua tutela. Io
subivo un trattamento "speciale". Nel nostro duo ufficialmente non risultavo come tecnico, il
capo, anch'egli tecnico, si intendeva splendidamente col mio partner, mentre agli occhi del
capo non capivo tecnicamente niente.Sempre di nuovo avevo delle domande o richieste specifiche che esponevo sempre con maggiore prudenza e che venivano tutte senza eccezione
fulminate. Questo sfociò in un episodio particolare. Volevo utilizzare una speciale soluzione di
software per l'accesso a distanza da casa mia in ufficio che è costata circa un’ora di lavoro in
più al mio capo. Si è talmente alterato a proposito che mi ha detto che avrebbe disinserito la
soluzione dopo 4 settimane. Intanto funzionava a meraviglia, io ne ero molto contento e dimenticai l'informazione. Dopo 4 settimane arrivò un’e-mail con l'avviso: domani disinserisco il
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dispositivo. Chiesi spiegazioni argomentando sul buon funzionamento. Mi rispose che l'aveva
preannunciato e così l’avrebbe fatto e basta. Andava avanti così da mesi e cercai di tenermi il
più possibile in disparte tentando soluzioni senza consultare il capo. A metà del 2008 si presentò un’altra escalation. Collegando un calcolatore nuovo bisognava fare delle modifiche nello switch della rete, il quale era esclusivo dominio del capo. Ho cercato di far funzionare il calcolatore ma non ci sono riuscito. Domandando al capo egli reagì con rabbia e mi vietò di fare
qualsiasi modifica all'infrastruttura. Avrebbe dovuto farlo con valenza immediata il mio partner. Il capo ha spento lo switch e entrambi non abbiamo potuto lavorare in ufficio per un giorno intero poiché non funzionavano né internet né il telefono. A causa di questo episodio anche il mio partner si è molto inalberato. Negli ultimi mesi il comportamento del capo l'aveva
disturbato sempre di più ma fino ad ora era riuscito a farsene una ragione. L'episodio ci ha
portati ad una crisi tra noi e la coppia. Risultato: finiamo la collaborazione in pace e ci trasferiamo, il mio partner ed io. Due settimane dopo lasciamo l'ufficio e trasferiamo la sede della
ditta in un altro paese, in un ufficio di amici. Il giorno dopo il nostro trasloco avvertii improvvisamente dei dolori al sedere e la sensazione di essere piagato. I giorni seguenti sentivo un ingrossamento forte che sporgeva un po' dall'ano. Era una faccenda dolorosa e antipatica.
Ma non andai dal medico poiché conoscevo la NMG e anni prima avevo già avuto lo stesso
problema che poi si era risolto da solo. Anche questa volta si è risolto, dopo circa 3 settimane
tutto era guarito. Molte grazie al dott. Hamer e a te, Helmut! Cordiali saluti, R.F.
Nota: Dopo aver contattato il nostro amico che scrive, non era chiaro se si trattava di una fase
di guarigione del gruppo giallo (ascesso sottomucoso, conflitto di "merda") o se si trattava
della fase di guarigione del gruppo rosso (edema della mucosa del retto, conflitto di problemi
di territorio maschile o di identità femminile). Dalla tematica conflittuale combacerebbe di
più il gruppo giallo, secondo il nostro amico. Ho telefonato al dott. Hamer in quanto supponevo più la guarigione del gruppo rosso, per il seguente motivo: "tutto iniziò" il giorno del trasloco e secondo questo programma nella fase attiva troviamo insensibilità (schema della cute esterna). Informazione del dott Hamer: Se si trattasse del gruppo giallo il nostro amico dovrebbe aver avuto sudorazione notturna. Si sarebbe potuto anche fare un tampone per valutare la
situazione a seconda dei microbi presenti. Sopponeva anche lui che si trattasse del gruppo
rosso. Geerd era convinto che si trattasse del secondo conflitto nella zona di territorio.
Il nostro amico che scrive è destrimane. Nella tabella diagnostica attuale c'è scritto: Conflitto
d'identità femminile, non sapere come decidere, dove andare, a che cosa si appartiene.
Rileggendo un’altra volta "l'episodio" descritto dal nostro amico su come cercava, cosa probabilmente rilevante, "di risolvere tutto senza ricorrere al capo", per mesi interi....
La guarigione si sviluppa spesso con dei gonfiori di guarigione a forma di gocce o di grappoli.
Se il dott. Hamer avesse il permesso di praticare.... La Germanica sarebbe legale. Potrebbe essere praticata in ogni clinica. Il dott. Hamer potrebbe formare terapeuti. Anche per i nostri
bambini potremmo scegliere liberamente la Germanica. Il mondo sarebbe un po' più intatto.
Crollo dell'autostima con conflitto del profugo.
Testimonianza di un ragazzo di 19 anni gravemente handicappato, 02.01.2009
Nostro figlio Bastian aveva vissuto per 12 anni in un collegio a Marburg. All'età di 18 anni era
arrivato il momento di cambiare ed andare ad abitare in una comunità per adulti.
Egli non riesce a parlare e solo i sintomi lasciano intendere che cosa succede nella sua psiche.
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Grazie alla Nuova Medicina Germanica ci è stato possibile interpretare il suo percorso.
A causa del cambiamento da Marburg a Wuerzburg aveva subito un grave crollo dell’autostima con delle osteolisi. La zona esatta non si poteva stabilire poiché non è in grado di indicare
dove sente dolore. I valori del sangue erano precipitati con l'emoglobina a 5,0. Sapevamo della pseudoanemia nella quale i valori del sangue dopo la soluzione del conflitto impiegano
qualche mese per tornare normali. Vivendo però in una comunità si effettuavano controlli di
routine. Secondo la medicina ufficiale era ammalato gravemente e venne ricoverato immediatamente in ospedale. Il ragazzo non aveva nessun disturbo, l'appetito era buono e le mani
erano calde, perciò era già in fase vagotonica. Egli non comprese niente.
Ricoverato da solo in ospedale (a nostra insaputa richiesto dalla casa dove era alloggiato) subì
immediatamente un massiccio conflitto del profugo con forti edemi. Il ragazzo normalmente
esile (19 anni e 38 kg) il giorno dopo il ricovero aveva un viso come un pallone.
Forse a causa del suo handicap, dovuto ad un danno da vaccino, l’edema non era equamente
distribuito in tutto il corpo ed aveva una guancia gonfia. Secondo la medicina tradizionale ciò
era dovuto ad un’infiammazione. Si aggiunse un altro guaio a seguito di una flebo di glucosio
che si depositò ulteriormente nel corpo. Contro la nostra volontà gli vennero somministrati
antibiotici per 5 giorni con la flebo. Arrivò anche un dentista per esaminarlo. Sospettava un’infiammazione nella mandibola. Si meravigliò che il ragazzo aveva una dentatura impeccabile
e che non aveva mai avuto bisogno di cure. Sono stati eseguiti tutti gli esami e le nostre proteste non sono valse a nulla. Quando si ha un bambino handicappato è sempre come fosse
minorenne, non si hanno dei diritti da genitori.Grazie alla nostra costante presenza, con pernottamento in ospedale, la sua paura scomparve e con essa tutti gli edemi nell’arco di 2 giorni! Adesso lo riabbiamo ancora sano. Grazie a dei preparati di ferro il valore dell’emoglobina è
salito gradualmente. Oggi il valore è normale. Con l’applicazione della Nuova Medicina Germanica questa sofferenza sarebbe stata risparmiata a nostro figlio. A.B.H.
Annotazioni: La frase introduttiva del padre: “Solo grazie ai sintomi si può intuire cosa succede nella sua psiche”, mi ha profondamente toccato. In parte per l’evidente forte handicap
del figlio in parte per l’impotenza contro questo sistema superstizioso e tirannico che deruba
i genitori dei loro figli. Cosa serve poter interpretare il linguaggio degli organi con il sapere
della Germanica se non ci è permesso di applicarla? Siamo costretti ad assistere come i nostri
figli vengano maltrattati e castrati davanti ai nostri occhi. Derubando noi genitori della nostra
possibilità di assistenza ai nostri figli ci derubano della nostra esistenza futura.
Polmoni (bronchi), tosse con sangue (emottisi).
Nel mese di agosto del 2002 la nostra casa è stata gravemente minacciata da un'alluvione.
Grazie al rapido e mirato intervento dei pompieri abbiamo potuto evitare l'allargamento della
nostra cantina. In quell’epoca non lo sapevo ancora (ho conosciuto la "Germanica" solo un
anno più tardi), ma da quel giorno in poi ho avuto un conflitto di territorio attivo. Il quadrimestre seguente ha continuato a piovere forte, fino a due giorni prima del capodanno 2003, perciò praticamente facevo continuamente recidive, poiché ogni pioggia mi riportava sul binario.
(Mi rendo conto col senno del poi del perchè non avessi appetito, continuassi a pensare a delle soluzioni su come salvare la mia casa dalle inondazioni e non riuscissi a dormire. Se fossi
stato informato già allora avrei senz'altro anche notato le mie estremità fredde.)
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Circa il giorno dell'epifania le notizie meteo alla radio annunciavano un lungo periodo di bel
tempo. Mi ricordo ancora di aver sentito la notizia con un certo sollievo, ma sono rimasto anche un po' scettico. Quando dopo tre settimane di tempo splendido non erano ancora previsti
dei peggioramenti, mi sono reso conto che io (e la mia casa) ero "fuori pericolo" per un po' di
tempo. Due giorni dopo ho cominciato a tossire, avevo la febbre e mi sentivo tramortito. Per
una settimana intera sono dovuto restare a letto. Il terzo giorno nel muco della tosse c'erano
delle grosse macchie di sangue. Senza sapere il perché, l'ho taciuto sia a mia moglie sia al medico, avevo paura di dover andare in ospedale ed ero anche convinto che il mio corpo fosse
abbastanza robusto per superare il tutto. Infatti così è stato. Dopo due giorni di emottisi tutto
è tornato nella norma e circa una settimana dopo l'inizio della "malattia" ho potuto riprendere servizio a scuola. Nell’ottobre del 2003 ho conosciuto la NMG e ne sono rimasto subito
molto affascinato, così da partecipare regolarmente ai gruppi di studio e frequentare seminari
e conferenze.
Nel gennaio del 2004 sono andato ad un corso di sci con la scuola. La notte prima della partenza aveva piovuto molto ed il fiume vicino casa si era ingrossato al mattino, ma non in
modo preoccupante. Il giorno dopo l'arrivo nella località sciistica non potevamo sciare poiché
pioveva perfino in cima alle montagne talmente si era alzata la temperatura. Alla sera chiamai
a casa. Rispose mio figlio di 9 anni. Alla mia domanda preoccupata se il fiume fosse in piena,
sembrava sorpreso e rispose: "No, per niente." Ero molto sollevato. Nello stesso momento
mia moglie ha preso la cornetta del telefono protestando: "Non manca molto ed il fiume scavalcherà gli argini. Ha piovuto ininterrottamente tutto il giorno." (Mio figlio non si era interessato al tempo, come fanno tutti i bambini.) Mi ricordo ancora con precisione: ho preso improvvisamente a tremare, mi si sono gelati mani e piedi, come avevo imparato nei gruppi di
studio. Immediatamente il mio pensiero era occupato da misure di protezione per la mia casa.
Mi moglie cercava di calmarmi, un vicino di casa l’aveva aiutata con le misure preventive e la
faccenda non era così tragica visto che aveva smesso di piovere. Nonostante tutto, quella
sera, io ero fuori fase, la mia testa era piena del pericolo dell'inondazione. Inutile dire che
quella notte ho dormito male. La mattina dopo ho chiamato subito mia moglie, che mi ha segnalato il cessato allarme. Tutto era passato, il fiume era tornato quasi a livello normale, non
dovevo più preoccuparmi. Non mi sono fidato del tutto però fino quando non sono tornato a
casa il venerdì seguente. Solo a mezzogiorno del sabato ho avuto la certezza che non c'era più
pericolo per la mia casa. Domenica sera mi sono ritrovato nella vasca da bagno e improvvisamente, a ciel sereno, ho iniziato a tossire. Ho rifatto il percorso di due anni fa che già conoscevo: la mattina dopo ero stanco, febbricitante e tossivo terribilmente. Da mercoledì avevo tosse con sangue, che nell’arco del giovedì passò. Il fine settimana ero di nuovo in forma.
Nessuno della mia famiglia è stato contagiato, nessuno ha sviluppato l'emottisi, tutti sono restati sani nonostante tutte le visite che ho ricevuto. Nessuno ha neppure avuto un’influenza.
Non mi è rimasta neanche un po' di difficoltà respiratoria. Mi sento come prima della "malattia". Con la seconda volta sapevo già come funzionavano l'unità corpo-mente-anima. Sapevo
che il mio corpo eliminava adesso attraverso le vie aeree le cellule che si erano formate nei
polmoni e che adesso erano diventate inutili e che, non appena avesse concluso, sarei tornato
sano come prima. Non avevo bisogno di farmaci. Ero costretto di consultare un medico per il
certificato di malattia ma gli ho taciuto l'emottisi e non ho preso neanche i farmaci che mi ha
prescritto. Sono guarito così esattamente come era prevedibile grazie alla conoscenza che
avevo acquisito nel gruppo di studio. Grazie di cuore, dr. Hamer! Johannes F.
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Annotazione: Una testimonianza molto dettagliata che dimostra come possiamo osservare la
veridicità della Germanica nelle reazioni del nostro corpo. In questo racconto vediamo anche
come colpisce individualmente una DHS secondo il contenuto del conflitto. Nonostante si
trattava di un conflitto dell'acqua (l'inondazione del fiume) il nostro amico ha reagito con un
conflitto di territorio, la casa era in imminente pericolo. Da allora il binario del tema "acqua
alta" colpisce la mucosa dei suoi bronchi. Probabilmente resterà un binario per molto tempo.
Ma anche se fosse così, il nostro amico ha imparato ad avere riguardo e a darsi il tempo necessario per la guarigione. Egli sa che, se ci sarà in arrivo un periodo di piogge forti, probabilmente reagirà di nuovo con i bronchi. Sapendo il perché, si sa cosa fare. Conoscendo i tempi
ci si può preparare anche ai tempi di guarigione. Se si sa inoltre che la reazione del corpo non
è una cosa maligna ma sensata, si perde ogni paura e si rimane il "capo" delle proprie faccende. Non si corre più così facilmente il pericolo di diventare vittima della medicina ufficiale
spesso radicale e brutale.
Testimonianza: infarto miocardico
Trasmetto la mia esperienza con una crisi epilettica, concretamente con un infarto miocardico. Ho 43 anni e sono destrimane (donna).Ormai 7 anni fa, poco tempo dopo aver sentito parlare per la prima volta di NMG, all'epoca ancora Nuova Medicina, e poco tempo dopo che mi
avevano prestato i libri d'oro del Dr. R.G. Hamer, ho avuto una crisi epilettica molto forte (=
metà della fase vagotonica). All'epoca non sapevo che avevo risolto un conflitto per conto mio
e che c'era da aspettarsi una crisi. Il sistema fondamentale però l'avevo compreso dopo la lettura di questi libri molto interessanti: ci sono periodi che abbiamo sintomi più forti che però
passano. Anche col senno del poi dovrebbe essere stata la conoscenza più importante che mi
è servita durante la crisi epilettica stessa. Un pomeriggio stavo seduta da sola tranquillamente
in salotto leggendo. La crisi epilettica ebbe inizio senza preavviso. Improvvisamente c'era un
dolore molto intenso e pungente al torace durante la respirazione (potrebbe essere definito
come un crampo) che rendeva praticamente impossibile inspirare. Perfino con un'ispirazione
molto, molto, piatta il dolore era subito insopportabile, perciò cercai per prima cosa di non respirare, di trattenere il fiato nell'attesa che in qualche modo il dolore si calmasse; effettivamente tenendo il fiato non sentivo dolore. Era molto strano: dall'inizio non avevo paura ma rimasi tranquilla per tutto il tempo! In qualche modo ero consapevole che stavo sperimentando qualcosa che era definito come una crisi epilettica nei libri. In quel lasso di tempo mi sono
passate molte cose per la testa. Dopo un breve lasso di tempo ho provato se mi fosse possibile inspirare molto lentamente in modo superficiale: il dolore era un po' meno intenso ma era
ancora molto forte. Così ero sicura che il momento più intenso fosse già superato e sarei
migliorata. Potrebbero essere stati 2 minuti ma anche solo 30 secondi: il tempo mi è sembrato molto lungo. Il respiro migliorava solo lentamente ma costantemente fino a quando non
sono riuscita di nuovo a respirare normalmente e i dolori sono cessati un po’ alla volta. Più
tardi mi sono alzata dalla posizione seduta e ho camminato su e giù per la casa. I dolori al torace sono rimasti presenti più a lungo e solo dopo circa 2 ore e mezzo dopo ero di nuovo completamente libera dal dolore. Perché non ho avuto nessun tipo di paura non lo so proprio.
Uno dei possibili motivi potrebbe essere il fatto che mi ero occupata della materia molto intensamente solo breve tempo prima e avevo compreso intimamente che si potevano presentare episodi del genere. Ma sono anche sicura che se fossi andata in panico il risultato avrebbe potuto essere ben diverso. Solo più tardi ho compreso che questa crisi epilettica era stato
un infarto del miocardio. Per questa testimonianza il conflitto concreto non ha importanza.
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Conflitti si presentano sempre e spesso li risolviamo a volte spontaneamente senza darci
peso: è così la vita! Posso solo raccomandare a tutti di occuparsi in tempo intensamente con il
tema della NMG. Grazie dott. Ryke Geerd Hamer! M. A.
Annotazione: Peccato che la signora A. non vuole confidarci il suo conflitto, ma bisogna rispettare anche questa scelta. Volutamente o per caso ci ha confidato comunque alcune cose
che si possono “leggere” se si conosce la NMG. … Si è trattato di una crisi epilettica del miocardio destro (crampo) ed una crisi epilettica del diaframma sinistro (dispnea). Per un destrimane significa che ha potuto risolvere un conflitto delle troppe pretese, un conflitto del
“non potercela fare” (viene a mancare il fiato) in confronto alla madre o al figlio.Non conosco
la signora A. personalmente e non vorrei insistere. Forse un giorno ci racconterà la sua storia
per intera. In questo caso: l’infarto al miocardio non mostra coronarie occluse
Pubblicazioni
Manuale di applicazione delle Cinque Leggi Biologiche
Volume Primo: Svegliarsi dall’ipnosi della “malattia” ISBN: 978-88-95713-17-5
Questo testo costituisce dunque, uno strumento indispensabile per un’efficace applicazione
delle 5LB. Questo manuale di applicazione delle Cinque Leggi Biologiche rappresenta in effetti, un approccio preciso ed efficace, per chi lavora nei vari ambiti professionali inerenti la “salute”.
”La Malattia è un'altra cosa!" (quinta edizione)
In questa introduzione alla comprensione delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer abbiamo posto particolare attenzione affinché possa essere facilmente comprensibile e fruibile
a tutti. L’intento è inoltre di proporsi come stimolo per gli operatori nel campo della salute ad
approfondire le conoscenze scientifiche che portano a questa nuova rivoluzionaria comprensione dei processi comunemente chiamati “malattia” e a questa nuova metodologia clinica
per una medicina scientifica e centrata sulla persona, la medicina del 3° millennio! Per tutti
coloro che, nell'angoscia a causa di una diagnosi grave, intendano ritrovare la gestione della
propria salute e della propria vita, questo testo rappresenta, in effetti, un primo passo fondamentale verso una scelta consapevole delle proprie cure. 48 pagine, € 6,50 + spese postali
Dr. Hamer - TESTAMENTO PER UNA NUOVA MEDICINA GERMANICA LA "GERMANICA"
Dr. Hamer - TABELLA SINOTTICA DELLA NUOVA MEDICINA GERMANICA
Links
http://www.nuovamedicinagermanica.it/
http://www.nuovamedicina.com/
Testimonianze:
http://www.nuovamedicinagermanica.it/content/category/6/14/52/
Videos and films: German film with subtitles in german, italian, english, french, spanisch, romanian, etc Search in youtube for „Die 5 Biologischen Naturgesetze„
http://www.youtube.com/watch?v=Z57uBCcOdvI
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