I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori di
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I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori di
Dagli Appennini alle Ande Newsletter n° 9 – Febbraio 2008 In questo numero: Storia di un istituto di Lima : Casa hogar Juan Pablo II Se il Supremo Creatore ti da un figlio... Conosciamo la nostra equipe Ai.Bi. Perù 1 Storia di un istituto di Lima: Juan Pablo II Come promesso nel precedente numero de “Dagli Appennini alle Ande”, vi raccontiamo la storia della casa hogar Juan Pablo II, istituto che accoglie bambini ed adolescenti in stato di abbandono con cui da tempo collaboriamo. Aperta il 22 marzo del 1986, e dedicata all’amato Papa Giovanni Paolo II, la casa hogar Juan Pablo II è stata la realizzazione di un sogno speciale di padre José Walijewski, il sogno di portare aiuto a tanti bambini e adolescenti peruviani in stato di bisogno. Padre José è un sacerdote missionario della diocesi de La Crosse, dello stato americano del Wisconsin, che arrivò in Perù nel 1971 e lavorò quasi due anni nella zona povera di Villa el Salvador, un distretto di Lima, dove fondò la parrocchia Cristo il Salvatore, la prima chiesa costruita nella zona. Nel 1978 padre José si trasferì in Polonia e in quegli stessi anni Sua Santità Giovanni Paolo II fece la sua prima visita come Papa alla sua terra natale. Padre José fu uno dei pochi privilegiati ad avere l’opportunità di parlare personalmente con il Santo Padre, e durante l’incontro invitò Sua Santità a visitare il Perù. Nel 1985 il viaggio si fece realtà, Giovanni Paolo II viaggiò al Perù e padre José ebbe nuovamente l’opportunità di parlare con lui e rivelargli il suo sogno di costruire una casa hogar per bambini poveri ed orfani. Il Papa, colpito dall’entusiasmo di padre José, aiutò nell’acquisto di una struttura dove inizio la costruzione della cosa hogar; come manifestazione di gratitudine, la casa hogar venne chiamata Juan Pablo II. Dopo 17 anni di servizio nella zona di Villa el Salvador, padre José si trasferì così definitivamente a Lurín per iniziare questo suo nuovo progetto, la casa hogar Juan Pablo II. Padre José trovò ispirazione dopo aver visto come tanti bambini di Lima vivessero in situazione di povertà estrema; un giorno, mentre camminava per i quartieri poveri della capitale, padre José si rese conto che delle pagine di giornale iniziavano a muoversi e le teste di un bambino e di una bambina spuntarono dai fogli. Quei bambini, così come tanti altri in Lima, avevano trascorso la notte coperti solamente da pagine di giornale per proteggersi dal freddo. Padre José pensò fra sè e sé “Come posso ritornare a casa e rigirarmi nel letto quando ci sono tanti bambini che vivono in queste condizioni? 2 L’istituto si aprì con 2 bambini, 1 volontario straniero e 1 tutore. Un anno dopo, la casa ospitava 32 bambini e 6 tutori; attualmente hanno 64 bambini tra i 3 e i 17 anni e 30 Maestri di famiglia. La casa hogar Juan Pablo II conta su di un metodo di insegnamento, il Programma Girls & Boys Town, volto a far fruttare le abilità dei bambini ed aiutarli a stabilire relazioni interpersonali positive, insegnare loro regole di comportamento, diffondere valori sani e proporre una vita quanto più simile a quella familiare. Il futuro dei bambini fuori la casa hogar A volte la gente si domanda cosa succeda con i ragazzi una volta usciti dalla casa hogar. Un altro aspetto del Programma Girls & Boys Town è il programma Progetto di Vita. Uno specialista della casa hogar si dedica a svolgere un lavoro particolare con i ragazzi nei due anni prima che escano dalla struttura (al compiere i 18 anni) e continua a lavorare con loro una volta usciti, seguendo i casi e controllando i miglioramenti raggiunti nella loro vita fuori dall’istituto. Il Coordinatore del Progetto di Vita spesso si riunisce con i giovani ed i suoi Maestri di famiglia, ovvero le persone che si sono prese cura di loro in istituto, per aiutarli nella scelta di una carriera universitaria professionale o tecnica ed orientarli nel mondo del lavoro. Una delle cose che accomuna i bambini che vivono in istituto è che quando usciranno non avranno una casa e non sapranno dove andare, è per questo che prima che arrivi il giorno che devono uscire si cerca loro una dimora dove poter crescere. Il Coordinatore del Progetto di Vita rimane una figura di riferimento per i giovani che sono usciti dalla casa hogar, li consiglia su diversi aspetti della vita, educazione, impiego, valori, ecc., tutti punti fondamentali per poter raggiungere una vita felice e di successo. 3 Se il supremo creatore ti da un figlio... Inseriamo in questo SOL la poesia di un autore anonimo che ci aiuta a riflettere sulla bellezza della paternità... Si el Supremo Creador te da un hijo, ¡tiembla! por el sagrado depósito que te confiere. Haz que ese hijo hasta los diez años, te admire; hasta los veinte, te ame; y hasta la muerte te respete. Sé para ese hijo hasta los diez años, su padre; hasta los veinte, su maestro; y, hasta la muerte, su amigo. Se il supremo creatore ti da un figlio, trema! per la sacra consegna che ti conferisce. Fai che quel bimbo fino ai dieci anni ti ammiri; fino ai venti ti ami; e fino alla morte ti rispetti. Sii per quel bimbo fino ai dieci anni, suo padre; 4 fino ai venti, il suo maestro; e fino alla morte, il suo amico. Conosciamo l’equipe di Amici dei Bambini in Perù… Da mesi vi raccontiamo del lavoro che Ai.Bi sta svolgendo in Perù…in questo numero presentiamo la staff che sta lavorando ai piani di vita dei bambini dell’hogar San Antonio. Rosario Chumpitazi: “Come psicologa svolgo un lavoro specifico indirizzato ad evitare che le impronte negative lasciate dall’abbandono non continuino a pregiudicare lo sviluppo emozionale dei bambini dell’istituto, lavorando affinché nel più breve tempo possibile questi possano tornare a vivere serenamente in una famiglia. Ringrazio la possibilità che la vita mi ha dato di poter col mio lavoro aiutare l’infanzia in stato di abbandono del mio Paese”. Emma Olaya: “Il mio lavoro come avvocato consiste nel promuovere i casi dei bambini presso i tribunali di famiglia affinché si risolva al più presto la situazione legale di ciascuno di loro e possano tornare a vivere con le loro famiglie d’origine o riscoprire l’amore di una famiglia attraverso l’adozione”. 5 Virginia Zapata: “Il mio compito come assistente sociale è collaborare affinché i bambini possano crescere in un ambiente familiare sereno, dove siano protetti e amati da una famiglia. Non è una cosa facile, ogni giorno provo a mettermi nei loro panni, cerco di capire i loro desideri e le loro speranze e attraverso il lavoro con le famiglie ed il contatto con i bambini cerco di valutare qual è la soluzione migliore per ogni bambino”. Flor Trujillo: “Come assistente sociale mi incarico di stabilire reti di supporto (comune, programmi sociali gestiti dallo Stato, chiesa, ONG’s, ecc) per le famiglie del progetto con cui lavoreremo a scopo di raggiungere il reinserimento familiare del figlio o dei figli attualmente istituzionalizzati. Svolgo un lavoro di orientamento per i familiari dei bambini che stiamo aiutando e seguo i casi attraverso interviste con i parenti nella casa hogar o visite domiciliari, conversazioni telefoniche, tutto in costante coordinamento con le assistenti sociali dell’istituto”. Elisa Medina: “Lavoro come operatrice familiare e svolgo un lavoro a diretto contatto con la famiglia del bambino istituzionalizzato. Si offre orientazione ai genitori ed ai parenti dei bambini in diversi aspetti, in ambito economico, di salute,… elementi che rendono possibile un buon reinserimento familiare e una migliore accoglienza del bambino appena ritorni a casa. Spesso i problemi che hanno causato che il bambino venga istituzionalizzato sono risolvibili. Questo è il mio lavoro e personalmente mi fa felice”. 6 Cogliamo l’occasione di questo numero del SOL per inviare un affettuoso saluto e un augurio di buona Pasqua a tutti i sostenitori di AiBi Perù. Vi invitiamo ancora una volta ad inviare lettere o regali ai bambini che aiutate, a loro fa davvero piacere sentirsi amati e considerati da qualcuno, sapere che c’è qualcuno che pensa a loro anche se purtroppo a tanti chilometri di distanza. In occasione della Pasqua invieremo a tutti voi la foto dei bambini che sostenete, ci scusiamo in anticipo se le lettere arriveranno con qualche giorno di ritardo. Cari sostenitori, vi ricordo il nostro indirizzo postale per la corrispondenza cartacea: Av. Jr. Bozovich 110, dpto 401 San Borja, Lima, Perù e-mail: [email protected] [email protected] 7