Sei operai morti per le esalazioni Pulivano la vasca di

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Sei operai morti per le esalazioni Pulivano la vasca di
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RASSEGNA STAMPA | CRONACA
11/06/2008 - SEI OPERAI MORTI PER LE ESALAZIONI
11 giugno 2008 CORRIERE DELLA SERA
LA TRAGEDIA È ACCADUTA A MINEO, A 53 CHILOMETRI DA CATANIA
Sei operai morti per le esalazioni
Pulivano la vasca di un depuratore
Sarebbero stati uccisi dai fumi di sostanze tossiche oppure da
una scossa elettrica
CATANIA - Sono ancora nel fondo della cisterna del depuratore di
Mineo dove hanno perso la vita i sei operai che stavano lavorando per
Image: http://www.corriere.it/Media/Foto/2008/06/11/OPERAI--180x140.JPG
Due inquirenti sul luogo della tragedia (Ansa)
pulire un filtro. Sul posto è appena arrivata una squadra speciale dei
vigili del fuoco, la Saf (Speleo alpino fluviale), per tentare di
recuperare le salme. Intanto emerge una prima ricostruzione di quella
che potrebbe essere stata la dinamica dell'incidente. Due operai
avrebbero calato una scala in alluminio nella vasca che ogni mercoledì
veniva ripulita e sarebbero entrati con un tubo che immette acqua ad
alta pressione. A quel punto, per motivi che ancora non sono accertati
con sicurezza, i due si sarebbero sentiti male e gli altri quattro
sarebbero via via intervenuti per aiutarsi a vicenda.
MERCOLEDI' MATTINA - Questo sarebbe accaduto in mattinata.
L'episodio è confermato dal sindaco Giuseppe Castania: «Ogni
mercoledì mattina - ha detto - ci sono dei controlli al depuratore e gli
operai non sono tornati a casa. Così alle 15,30 alcuni dei loro familiari
sono venuti al Comune per chiedere informazioni. Un loro collega è
andato sul posto a verificare e li ha trovati morti. Ha dato subito
l'allarme e poi è stato colto da malore, ha avuto un violento choc
emotivo dal quale si è ripreso».
LA DINAMICA - I sei operai non indossavano alcuna protezione per le vie aeree. A confermarlo è il
comandante dei Vigili del Fuoco di Catania, che coordinale operazioni per il recupero dei cadaveri. I
soccorritori li hanno trovati riversi in una vasca di sedici metri per 5 metri di profondità, coperti dalla melma
che affluisce dalle due vasche adiacenti. La griglia di protezione era stata asportata. L'ipotesi più accreditata
al momento è quella di un intossicazione da esalazioni mortali. Anche se non si esclude la possibilità di una
scossa elettrica che avrebbe colpito il primo operaio e a catena gli altri intervenuti per soccorrerlo. Sarà in
ogni caso l'autopsia a far luce sulle cause della morte.
ABBRACCIATI - «Sono morti abbracciati uno con l'altro, quasi certamente nel tentativo di salvarsi a
vicenda». La drammatica testimonianza è di Don Minè Valdini, parroco della chiesa di Sant'Agrippina,
patrono di Mineo, che ha visto le sei vittime all'interno del depuratore dove è avvenuta la tragedia. «Sono
morti - ha aggiunto il sacerdote, trattenendo a stento la commozione - con un gesto d'amore. Un atto di
generosità che purtroppo non è servito a nulla».
OPERAI COMUNALI - Dei sei operai morti mentre lavoravano nel depuratore consortile di Mineo quattro
erano dipendenti comunali, due di un'azienda privata. I nomi dei dipendenti comunali sono: Salvatore
Pulici, Giuseppe Zaccaria, Natale Sofia e Giuseppe Palermo. I dipendenti comunali erano tutti sposati e con
bambini.
FAMILIARI - «Voglio vedere Giovanni, e fatemi vedere subito mio figlio, non ci posso credere...». Si
dispera e piange in continuazione la mamma di Giovanni Sofia, uno dei sei operai deceduti nell'incidente del
lavoro nel depuratore di Mineo. La donna sostenuta da due familiari cerca di varcare il cancello, controllato
da carabinieri e vigili urbani, ma inutilmente. Sulla stradina che si inerpica verso Mineo, tra rovi e fichi
d'india selvatici e piccole strade sterrate il dolore dei familiari delle vittime è evidente ma sommesso, quasi
controllato. Tutti si abbracciano forte di loro cercando di darsi inutilmente conforto e sostegno a vicenda. La
moglie di una delle vittime, giovanissima, urla: «Perchè proprio a me, mio Dio non è possibile». Attorno al
depuratore ci sono decine e decine di familiari. «Sulla sicurezza del lavoro - grida uno di loro - nulla è
imprevedibile, anche in questo caso evidentemente».
IMPIEGATI SCONVOLTI - Nel comune di Mineo gli impiegati sono sconvolti. Al telefono una donna tra
le lacrime dice: «Tra i morti vi sono quattro nostri colleghi. Il sindaco appena appresa la notizia è andato al
depuratore dov'è avvenuta la tragedia». Mineo, 5700 abitanti, si trova nell'entroterra catanese, a 53 km dal
capoluogo, tra Caltagirone e Palagonia. È un paese di tradizioni agricole, vi sono molti produttori di olive,
con un centro storico medievale. A Mineo nacque lo scrittore Luigi Capuana, uno dei padri del «verismo».
I PARENTI - Scene di dolore quando sono giunti sul luogo della tragedia i parenti dei sei lavoratori. La
polizia municipale ha transennato l'area, dove ci sono anche mezzi dei vigili del fuoco, ambulanze e
carabinieri. «Nel depuratore erano in corso lavori di manutenzione», dice Nuccio Valenti, segretario Cgil nel
comprensorio del Calatino, appena giunto nella zona della tragedia. L'impianto depura le acque della rete
fognaria del comune e si trova a circa quattro chilometri dal centro abitato.
AREA SOTTO SEQUESTRO - Il capo della procura di Caltagirone, Onofrio Lo Re, ha aperto un'inchiesta
e ha sequestrato l'area del depuratore consortile di Mineo dove sono morti i sei operai. Sul posto sono in
azione anche i reparti specializzati anti-batteriologici e il Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco. la pista
privilegiata resta quella del decesso provocata dalle esalazioni tossiche sprigionate dalla vasca che
raccoglieva le acque fognarie del territorio.