M ilano 2008 - Città Metropolitana di Milano Città metropolitana di

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M ilano 2008 - Città Metropolitana di Milano Città metropolitana di
Milano 2008
diciottesima
edizione
concerti, film
e video
nella musica
del nostro tempo
con il patrocinio di
concerti, film e video nella musica del nostro tempo
rassegna promossa
dalla Provincia di Milano
il programma è a cura di
Enzo Gentile, Marco Piccardi
Presidente
Filippo Penati
coordinamento
Massimo Cecconi
Assessore alla cultura,
culture e integrazione
Daniela Benelli
organizzazione, promozione
Marco Piccardi, Dario Salvetti
Direttore centrale cultura
e affari sociali
Claudio Minoia
Direttore settore cultura
Massimo Cecconi
segreteria organizzativa
Angela Marino,
Veronica Sebastianelli
collabora
Irene Moresco
ufficio stampa e sito web
Giorgio Bocca, Pinuccia Merisio
con Barbara Spagnuolo
e Sara Lapomarda
supporti multimediali
Medialogo/ Servizio audiovisivi
della Provincia di Milano
servizi tecnici
Saverio Camarca, Luca
Carovelli, Caterina Casati,
Bruno Chemolli, Gianni Molari,
Marco Occhipinti, Giuseppe
Prestia, Paolo Sigrisi
Provincia di Milano/Settore cultura
per informazioni:
tel. 02 7740.6383/6384/6329
www.provincia.milano.it/cultura
ufficio stampa:
tel. 02 7740.6310/6358/6359
“S
uoni e Visioni” compie diciotto anni e, di questi, sono ormai otto
quelli nei quali ho avuto occasione di accompagnare la rassegna da
Assessore alla cultura, nel corso di due mandati: una creatura che non
ho visto nascere ma che posso ben dire di aver contribuito a crescere.
I tempi sono cambiati e l’offerta musicale a Milano è aumentata e si è anche
più differenziata, tuttavia sono convinta che “Suoni e Visioni” svolga tuttora
un ruolo importante di diffusione, conoscenza ed approfondimento della
produzione musicale di qualità, aperta ad ogni genere e provenienza geografica e
assolutamente al di fuori di qualunque condizionamento di mercato.
In qualche caso “Suoni e Visioni” ha saputo cogliere degli artisti un attimo prima
che venissero consacrati dal successo internazionale di critica e di pubblico. Altre
volte ha portato a Milano nomi noti però mai venuti in Italia o quantomeno nella
nostra città o che mancavano da tempo sui nostri palcoscenici.
Anche il programma di quest’anno non fa eccezione, e se alla prima categoria
possiamo ascrivere senz’altro la giovane nigeriana Asa e, per certi versi, anche il
cubano (ma innamorato dell’Africa) Omar Sosa e la vocalist americana Bettye
LaVette, della seconda costituiscono dei veri fiori all’occhiello sia l’inglese Richard
Thompson, artista a cavallo tra folk, rock e ricerca; l’inedito trio formato da due
grandi protagonisti dell’avanguardia storica afroamericana come Roscoe Mitchell
e Wadada Leo Smith, accompagnati dal più giovane Harrison Bankhead, e Tom
Verlaine, newyorkese reduce della stagione del punk-rock Anni Settanta che lo
vide tra i protagonisti assieme a Patti Smith.
Non mancano neanche quest’anno i concerti multimediali. Nel primo, proposto
da Tony Rusconi e Federico Mininni, con ospite il chitarrista inglese Fred Frith,
la musica interagisce con immagini video sul tema, oggi quanto mai d’attualità,
dell’acqua. Il secondo è un omaggio al compianto Nick Drake in cui documenti
filmati si alternano alla rivisitazione live del suo repertorio da parte di un
cantautore inglese di oggi, Keith James.
Numerose anche le serate di proiezioni film e video che, come sempre,
contribuiranno a meglio delineare e conoscere figure musicali cardine: quest’anno
tocca a John Lennon, Neil Young e ai Police, mentre di Richard Thompson (che
è anche ospite della rassegna) potremo apprezzare il contributo ad una pellicola
suggestiva come “Grizzly Man” di Werner Herzog.
Discorso a parte merita il doppio omaggio in musica al Sessantotto, sia attraverso
un concertone all’aperto presso il Carroponte dello Spazio Mil di Sesto, con
numerosi musicisti italiani e stranieri ad alternarsi sul palco, sia con una lunga
non-stop video allo Spazio Oberdan dove potremo vedere testimonianze dell’epoca
dei protagonisti storici, da Bob Dylan a Joan Baez, da Jimi Hendrix ai Jefferson
Airplane fino ad una significativa panoramica di artisti italiani.
Daniela Benelli
Assessore alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano
Asa
Per la prima volta in Italia, la nuova stella del movimento
afro-pop. Nigeriana, ventisei anni, arriva sulle ali
del successo dell'album d’esordio che porta il suo nome.
giovedì 13 marzo, ore 21
ingresso 8 15,00
ridotto 8 12,00
Asa voce e chitarra
Janet Nwose voce
Nicolas Mollard chitarra
Jean-François Ludovicus batteria
Stéphane Castry basso
Didier Davidas tastiere
Rolling Stone
Corso XXII Marzo 32, Milano
tel. 02 733172
concerto organizzato da Ponderosa Music & Art, Milano
N
omi sempre nuovi si affacciano sulle scene
musicali e molti di questi preziosi segnali
bisogna andarseli a cercare in Africa, da dove
arriva, fresca esordiente già insignita di premi
e circondata da grandi attenzioni, la ventiseienne Asa,
ultima stella uscita dal Continente Nero.
Nata a Parigi, ma cresciuta fin da bambina in Nigeria, terra
d’origine della famiglia, Asa è un brillantissimo esempio
di musica ed espressività interculturale, tanto che il suo
disco d’esordio l’ha subito rivelata come un talento puro,
capace di divertire, ma anche di trasmettere messaggi
importanti attraverso i testi dedicati alla sua terra.
Asa è solo l’ultimo frutto di un Paese che, dal re dell’afrobeat Fela Kuti alla seduttiva Sade, ha saputo testimoniare
la moderna musica africana attraverso un ampio ventaglio
di esperienze, conservando l’amore e il rispetto per le
radici, ma provando anche a fornire un segno di modernità,
buono per essere veicolato sui mercati internazionali.
“Lagos è come New York: è la città africana ideale per fare
musica, dove trovare le migliori opportunità per suonare”
garantisce Asa. Ha studiato danza e chitarra, e artisticamente
ha formato il suo gusto sulla massiccia collezione discografica
del padre, autista d’ambasciata, un appassionato di Marvin
Gaye e Aretha Franklin, di Miriam Makeba e Bob Marley,
di Michael Jackson e Angelique Kidjo, tutti artisti che
riecheggiano nelle sue canzoni neo-soul.
La carriera scatta ufficialmente nel 2006, quando un paio
di singoli si impongono presso il pubblico di casa, fino
a diventare un tormentone nelle radio nigeriane: sulla
spinta di questi successi, incoraggiata dalle prime risposte
degli addetti ai lavori, Asa pubblica nell’estate scorsa
il suo primo album, parte in inglese, parte in yoruba,
un’autentica sorpresa che ne svela il prezioso potenziale,
tra ritmo e spiritualità. è per la prima volta in Italia.
Roscoe Mitchell
and Wadada Leo Smith
with Harrison Bankhead
Roscoe Mitchell sax contralto e sax soprano
Wadada Leo Smith tromba
Harrison Bankhead contrabbasso
Il suggestivo incontro tra due numi tutelari dell’avanguardia jazz
americana accompagnati dal contrabbassista più rappresentativo
dell’ultima generazione.
lunedì 17 marzo, ore 21
posto unico 8 20,00
ridotto 8 16,00
Blue Note
Via Pietro Borsieri 37, Milano
tel. 899700022 (numero a pagamento)
management Lalo/EXB, Bologna
L
e vicende artistiche di Roscoe Mitchell e di Leo
Smith corrono parallele e distinte per lungo tempo,
esplodendo praticamente in contemporanea,
nel 1968, quando il sassofonista inaugura
il volo dell’Art Ensemble of Chicago, proprio mentre
il trombettista fonda il mirabile trio con Anthony Braxton
e Leroy Jenkins. Chicagoano, classe 1940, Mitchell,
originario del Mississippi e di un anno più giovane Smith:
entrambi appartengono alla scuola del free radicale,
cresciuti nell’ambiente estremamente inventivo dell’AACM
(Association for the Advancement of Creative Musicians,
nata nel 1965 a Chicago), a cui vanno rimandate tutte le
principali esperienze della loro formazione artistica.
Roscoe già nel ‘66 pubblica un lp fondamentale per quella
scuola, “Sound”, e lega la sua storia soprattutto al marchio Art
Ensemble, pur giostrando a proprio nome su molti progetti.
Molto fitta, contando a oggi decine di titoli, la discografia di
Mitchell, che divide gli impegni tra attività live e insegnamento.
Leo Smith, oltre a incisioni di spessore come “Silence”,
suffraga i suoi principi di musicista con un saggio teorico
raccolto in un volumetto, “Creative music”, dove traccia
le linee guida di un fenomeno che ribalta molte regole
dell’apparato jazz negli Anni Sessanta. Nel 1970 è tra i
membri (con Braxton, Jenkins e il pianista Muhal Richard
Abrams) della Creative Construction Company. Tra le sue
prove discografiche più vicine, da ricordare la rivisitazione
con Henry Kaiser dei materiali davisiani in “Yo Miles” e le
incisioni per la Tzadik di John Zorn.
In questo inedito sodalizio i due decani hanno voluto
coinvolgere Harrison Bankhead, che la critica ha definito
‘mostruoso’: sicuramente il più persuasivo e promettente
tra i contrabbassisti della sua generazione, quella
dei quarantenni. Musicista fertile, in curriculum vanta ormai
una gran quantità di collaborazioni jazz a tutto campo, e un
ampio ventaglio di registrazioni discografiche e
di entusiastiche recensioni per le sue performance dal vivo.
Bettye LaVette
Per la prima volta a Milano, la più calda e struggente
voce erede del soul Anni Sessanta, che presenta l’ultimo album
“The Scene of the Crime”, tra i più lodati del 2007.
martedì 1 aprile, ore 21
ingresso 8 15,00
ridotto 8 12,00
Bettye LaVette voce
Alan Hill tastiere e direzione musicale
Darryl Pierce batteria
Charles Bartels basso
Brett Lucas chitarra
Rolling Stone
Corso XXII Marzo 32, Milano
tel. 02 733172
management Blue Sky Promotion, Cesena
L
a grande avventura del soul e del r’n’b rimanda
necessariamente all’età dell’oro, che ne racchiude i
maggiori tesori, per quanto riguarda sia gli interpreti
che gli autori: una favorevole congiunzione di talenti
- produttori, session men ed etichette discografiche - ha avuto
il merito di creare un repertorio esemplare e dare vita a una
stagione irripetibile.
Bettye LaVette, nativa di Muskegon, nel Michigan (1946),
esordisce proprio in quegli Anni Sessanta, quando ancora
teenager registra un primo singolo acerbo, “My Man, He’s a
Loving Man”, e poi una seconda prova,“Let Me Down Easy”
che ne rivela subito il valore.
La sua è un’attività intensa non abbastanza premiata sotto il
profilo discografico: le prime incisioni di Bettye sono reperibili
su 45 giri o in antologie dedicate al circuito di Detroit. Provvista
di una vocalità che la pone tra i massimi rappresentanti della
black music al femminile, Bettye debutta con un lp proprio per la
Motown solo nel 1982 (“Tell Me a Lie”). Ma per ottenere i giusti
riscontri e uscire da un’immeritata penombra le serviranno
oltre trent’anni di carriera: è infatti nel 2000, con la
pubblicazione di “Souvenirs”, composto di materiali che si
immaginavano smarriti o dimenticati, che la LaVette inizia
a risalire la corrente e a riscuotere un crescente successo
internazionale.
“Ho cantato nei club e nei bar e quando capita lo faccio
ancora. Io so cosa vuol dire cantare per vivere, a pochi
dollari. Fare serate, sudando ad ogni data, significa anche
non mollare mai, volere questo mestiere fino in fondo. L’ho
fatto tutta la vita e oggi mi sento una sopravvissuta del soul.”
Finalmente seguita da un team di lavoro adeguato alle sue
capacità, Bettye ha realizzato gli ultimi due album con i
quali ha tolto ogni dubbio al giudizio di pubblico e critica:
“I’ve Got My Own Hell to Raise” (2005) e “The Scene of
the Crime”(2007) sono carrellate di brani fitti di buone
vibrazioni, che chiedono solo di essere ascoltati dal vivo.
Tom Verlaine with Jimmy Rip
Tom Verlaine voce e chitarra
Jimmy Rip chitarra
Nel trentennale del suo album-capolavoro, “Marquee Moon” alla
guida dei Television, torna Tom Verlaine, cantante, chitarrista
e autore che fu al centro della tempesta punk e rock newyorkese.
lunedì 7 aprile, ore 21
ingresso 8 15,00
ridotto 8 12,00
MusicDrome
Via Pier Alessandro Paravia 59, Milano
tel. 393 4459523
concerto organizzato da International Music, Carpi (MO)
U
na volta c’era il punk e tra i protagonisti assoluti
della scena newyorkese figuravano i Television:
Tom Verlaine fu il loro profeta.
Thomas Miller alla anagrafe, classe 1949, con uno
pseudonimo scelto in onore a Paul Verlaine, poeta simbolista
francese in attività a Parigi giusto un secolo prima di lui,
ha legato la sua storia soprattutto a un’era specifica, anche
se dopo lo scioglimento dei Television – vita brevissima,
con due album tra il 1977 e il 1978 e una transitoria reunion
nel 1992 – molte sono state le opportunità di seguirne
le gesta come solista. Pur con eccellenti capitoli a proprio
nome, resta comunque insuperata la fascinazione
dei Television e di un folgorante debutto, “Marquee Moon”,
che rinvia immediatamente alle notti fosche, livide
della Grande Mela, quando in locali come il Cbgb’s si
scrissero pagine fondamentali del rock contemporaneo.
Tom Verlaine e compagni sprigionavano umori aspri, un
sound ulceroso, ricco di tossine e di scura immaginazione
e un brano quale “Marquee Moon”, gemma di quell’album,
a tutti gli effetti va eletto a ruolo di manifesto generazionale.
Nella sua ‘second life’, fuori dai confini del gruppo,
Tom ha registrato sette album tra il 1979 e il 1992, per poi
rientrare nell’ombra e dedicarsi a progetti più defilati:
“Per una dozzina d’anni ho continuato a suonare,
ma lontano dai riflettori. Ho creato prevalentemente musica
strumentale e colonne sonore per film muti”.
Poi, ad un certo punto, in coincidenza con la ricorrenza del
trentennale del punk che ha di nuovo illuminato la zona
e gli ambienti di appartenenza di Tom, eccolo rientrare come
membro della band di Patti Smith e con due album ben
distinti, ma usciti in parallelo a metà del 2006, “Songs and
Other Things” che poggia sulla classica formula
di canzoni dure ed elettriche, e “Around”, sedici quadretti
di improvvisazioni strumentali che ruotano intorno allo stile
inconfondibile, claustrofobico della sua chitarra. Bentornato!
Richard Thompson Band
Per la prima volta a Milano, in un inedito quartetto,
il cantante, autore e chitarrista britannico fondatore dei Fairport
Convention. Col tempo, Thompson ha evoluto la sua creatività,
spaziando tra diversi suoni, linguaggi e collaborazioni.
lunedì 12 maggio, ore 21
posto unico numerato 8 20,00
ridotto 8 16,00
Richard Thompson voce e chitarre
Danny Thompson basso
Pete Zorn fiati
Michael Jerome batteria, percussioni
Teatro Manzoni
Via Alessandro Manzoni 42, Milano
tel. 02 7636901
management Frame Events, Gandino (BG)
U
n monumento. Richard Thompson (1949),
londinese ormai da lungo tempo trapiantato in
California, è un artista grandioso, di sicuro uno
dei più influenti della sua generazione, capace
di occupare una centralità assoluta in un settore
decisamente ampio dell’universo musicale.
Per comodità, ma peccando di un’ingenerosa approssimazione,
Thompson viene annoverato tra gli artisti di scuola folk: il
mosaico delle sue produzioni, l’insieme delle collaborazioni
e degli interventi nel cuore della musica, ne fanno invece
un musicista completo, carico di autorevolezza e di prestigio,
in grado di renderlo un ‘must’ del rock d’autore, grazie anche al
palmares dei riconoscimenti. Solo per citarne alcuni: il premio
Igor Novello per il profilo letterario dei suoi testi,
il Bbc Lifetime Achievement Award, una sorta di tributo
alla carriera, mentre la rivista Rolling Stone lo ha inserito
nella graduatoria dei venti migliori chitarristi di tutti i tempi.
E, se non bastasse, ecco una produzione che appare,
nella sua traiettoria di quarant’anni di musica, un florilegio
all’insegna di una qualità sopraffina. Iniziata nel 1967
con la fondazione dei Fairport Convention, la più longeva
e rilevante band dell’epopea folk-rock, è tuttora densa
di segnali esemplari, come dimostra la collaborazione con
Werner Herzog, il più visionario dei registi contemporanei,
per cui ha scritto ed eseguito le musiche del recente
“Grizzly Man” (2005).
Abile nel giostrare su più fronti, comprese alcune incursioni
in ambito d’avanguardia, Richard ha circa quaranta album
al suo attivo: l’ultimo in ordine cronologico, uscito nella
prima parte del 2007, è “Sweet Warrior”, che ne conferma
la continuità sempre ad altissimi livelli.
Dice Thompson: “Ho cominciato che avevo otto anni
e da allora non ho mai smesso. Strimpello tutto il giorno,
per la disperazione di chi mi sta intorno. Per me la chitarra
è un’estensione naturale del mio corpo.”
CaliforniaGuitarTrio
& Tony Levin
Bert Lams chitarra
Paul Richards chitarra
Hideyo Moriya chitarra
Tony Levin basso e stick
Tra i più brillanti virtuosi e sperimentatori del loro strumento,
i tre chitarristi sono per la prima volta a Milano assieme a Tony
Levin bassista partner anche di Peter Gabriel e King Crimson.
giovedì 15 maggio, ore 21
posto unico numerato 8 18,00
ridotto 8 14,00
Teatro Leonardo da Vinci
Via A.M. Ampère 1, Milano
tel. 02 26681166
management Provo Culture, Roma
V
irtuosismo e tecnica al servizio della musica,
per una capacità estetica e spettacolare che ha reso
questa sorta di multinazionale della chitarra
un ‘must’ tra gli specialisti di mezzo mondo.
Paul Richards, americano di Salt Lake City, Bert Lams,
belga di Bruxelles, e Hideyo Moriya, giapponese di Tokio,
sono abituati a continue tournèe e il lavoro, la coerenza nel
tempo sono stati fortemente premiati da una notorietà e da
un prestigio sottolineati anche dalla stampa specializzata.
Si sono costituiti come ensemble nel 1993. Dopo avere a
lungo suonato nella League of Crafty Guitarists, una delle più
sorprendenti creature di Robert Fripp (attraverso il quale si
erano conosciuti, nel 1987, ad uno dei suoi corsi-laboratorio,
in Inghilterra). Hanno sinora realizzato dodici album: sei di
composizioni originali, con qualche digressione classica tra
Bach e Beethoven, quattro dal vivo, uno di canzoni natalizie
e uno, il più recente “Highlights” (febbraio 2007) concepito
come un’antologia della carriera.
Nel nuovo tour che li porta in diversi Paesi lungo il 2008,
il California Guitar Trio è affiancato da un ospite speciale,
Tony Levin, uno dei più formidabili bassisti in attività.
Nativo di Boston (1946), svezzato alla musica fin da bambino,
Levin accumula svariate esperienze prima di avviarsi alla
professione già nel 1970. Da allora, come session-man
di lusso o co-leader, figura in moltissimi album,
condividendo segmenti importanti della carriera soprattutto
con Peter Gabriel e con Robert Fripp nelle fila dei King
Crimson. Musicista poliedrico e onnivoro, richiestissimo
per la potente identità capace di manifestarsi su fronti
e repertori diversi, ritroviamo Levin alla corte degli artisti più
disparati: tra questi, Lou Reed, Alice Cooper, John Lennon,
James Taylor, Paul Simon, Peter Frampton, Judy Collins,
Gary Burton, Yes, e persino Claudio Baglioni. Del 2006
è “Resonator”, il primo album in cui Levin si cimenta anche
come cantante.
Omar Sosa Quintet
Pianista e compositore cubano, Sosa è musicista completo,
dallo stile variopinto. A “Suoni e Visioni” presenta il nuovo album
“Afreecanos”, un viaggio-confronto in Africa a partire dal jazz.
lunedì 19 maggio, ore 21
ingresso 8 15,00
ridotto 8 12,00
Omar Sosa pianoforte, Fender Rhodes, electronics
Childo Tomas basso elettrico, voce, m’bira
Julio Barreto batteria
Mola Sylla voce, m’bira, xalam, kongoman
Leandro Saint-Hill flauto, sax alto
Rolling Stone
Corso XXII Marzo 32, Milano
tel. 02 733172
management Kino Music, Modena
F
iglio di Cuba, ma adottato professionalmente
dall’Europa, Omar Sosa è un musicista tra i più
duttili e curiosi in azione: basti pensare che,
soltanto negli ultimi mesi, il pianista e compositore
nato a Camaguey nel 1965, si è imbarcato in due sfide
assai impegnative, decidendo di misurarsi con un progetto,
“Isolanos”, condiviso con un musicista e un coro a tenores
sardi, e poi con “Afreecanos”, diventato un album uscito
a inizio 2008, che ora presenta dal vivo a Milano. Omar Sosa,
alla guida di un ensemble che ne sposa il dinamismo
e la versatilità, alimenta il suo spirito di indomito ambasciatore
transculturale grazie a una comunicativa e a una spinta
energetica che, tra cuore e virtuosismo, non temono rivali.
Abitualmente posizionato nella schiera dei musicisti jazz,
quella è però una categoria che va stretta a Omar, il quale nel
suo repertorio manifesta molte varianti, a seconda dei periodi
e degli album realizzati sinora: una ventina compresi ‘live’
e remix dal 1997 a oggi, una quota robusta che ne riafferma
la vivacità e inventiva.
Negli anni, rispondendo all’intuito, al piacere di nuove
scoperte, alle tensioni emotive di una felice inquietudine,
Sosa ha giocato con i suoni e le tradizioni, miscelando il jazz
e Cuba agli insegnamenti ricavati dai viaggi, dagli incontri,
dall’elettronica, dagli stimoli che di volta in volta bussano
alla sua porta. “Afreecanos” concentra in un’ora e undici
brani, con il contributo di musicisti provenienti da cinque
Paesi africani, e poi da Cuba, Brasile, Usa, Francia, il gesto
d’amore di un artista libero e ispirato.
Come pianista ammette l’insegnamento di Thelonius Monk,
Herbie Hancock e diversi Maestri cubani, Chucho Valdez
su tutti.
Spiega Omar: “Il mio lavoro vuole dimostrare che siamo tutti
figli della stessa Madre e, anche se geograficamente lontani,
siamo vicini nell’essenza, nei concetti, nelle radici e uniti
attraverso un sound senza frontiere.”
Quarant’anni dopo
Rievocazione in musica di un anno formidabile.
Evento all'aperto per rivivere il Sessantotto.
Stormy Six
Giorgio Casani voce, chitarra acustica; Carlo De Martini violino; Franco Fabbri voce,
chitarra acustica ed elettrica, bouzouki; Umberto Fiori voce, chitarra acustica; Salvatore
Garau batteria; Tommaso Leddi violino, balalajka, mandolino, chitarra; Pino Martini voce,
basso; Massimo Villa voce, basso; Antonio Zanuso batteria; Giorgio Albani regia del suono.
Ospiti: Alberto Camerini voce, chitarra elettrica; Eugenio Finardi voce, pianoforte;
Claudio Rocchi voce, chitarra acustica ed elettrica.
Della Mea/Marini/Ciarchi
Ivan della Mea voce, chitarra; Giovanna Marini voce, chitarra; Paolo Ciarchi percussioni;
Claudio Cormio chitarra.
Donovan
Donovan voce e chitarre; Danny Thompson contrabbasso; Stewart Lawrence percussioni.
Eric Andersen
Eric Andersen voce, chitarre, pianoforte.
venerdì 30 maggio, ore 20
ingresso gratuito
Carroponte c/o Spazio Mil
Via Luigi Granelli, Sesto San Giovanni (MI)
tel. 02 36592544
in collaborazione con
Comune di Sesto San Giovanni - Assessorato alla Cultura
e Teatro Filodrammatici, Milano
U
n anno, questo 2008, che viene percorso in lungo
e in largo dalle celebrazioni per il quarantesimo
anniversario del mitico Sessantotto. Anche ‘Suoni
e Visioni’ prova a sintonizzarsi, evitando nostalgie
e tentazioni revivalistiche, ma senza fingere una snobistica
noncuranza nei confronti di una stagione che fu rivoluzionaria,
anche in ambito strettamente musicale.
Ecco allora una serata che prevede ospiti e sorprese fino all’ultimo,
e dove sono convocate alcune delle personalità che caratterizzarono
quell’anno, in Italia e all’estero.
Non potevano mancare Giovanna Marini e Ivan Della Mea, due
simboli del Nuovo Canzoniere Italiano, un’istituzione della ricerca,
del recupero della tradizione di lotta sociale e politica.
Al loro fianco i più diretti eredi, gli Stormy Six che rappresentano
una naturale cerniera tra due generazioni. La formazione milanese,
che figurò tra i supporter dei Rolling Stones nel ’67, per poi optare
progressivamente verso un impegno e una militanza attiva nel
movimento studentesco, festeggia nell’occasione un’attesa reunion,
con la line-up più accreditata e amici e collaboratori della prim’ora,
proprio a fine Anni Sessanta.
In scaletta pure due ospiti di fama internazionale, con il compito
di saldare il versante nostrano, più motivato ideologicamente,
agli aspetti che nello stesso periodo interessò i giovani di diverse
latitudini, coinvolgendoli nel sogno psichedelico, tra flower power,
istanze pacifiste e ‘Summer of Love’.
Donovan, squisito, dolcissimo menestrello, nella primavera 1968,
invece delle barricate frequentò l’India, nel famoso viaggio che i Beatles
intrapresero per conoscere e sintonizzarsi sulle filosofie d’Oriente.
Proprio di quell'anno è un capolavoro come “Hurdy Gurdy Man”.
Eric Andersen è uno dei figli più classici del Greenwich Village,
incubatrice della canzone d’autore newyorkese. Si mette in luce
in quegli anni, tra il probante debutto di “Today is the
Highway” (1965) e il suo capolavoro “Blue River” (1970),
con una vena calda e delicata, ma anche con un toccante
omaggio a Martin Luther King, da poco assassinato.
Le loro invincibili ballate hanno solcato in profondità lo spirito
della nostra Storia.
performance multimediali
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
Omaggio a Nick Drake
con
Il tempo dell’acqua, il tempo della musica
di Tony Rusconi, regia video Federico Mininni, con
Keith James and Rick Foot
Tony Rusconi-Fred Frith
martedì 29 aprile, ore 21
venerdì 9 maggio, ore 21
e proiezioni video
posto unico 8 10,00 ridotto 8 8,00
assegnazione Premio Demetrio Stratos 2008
proiezione film Step Across the Border
di Nicolas Humbert e Werner Penzel
posto unico 8 10,00 ridotto 8 8,00
Keith James chitarra e voce
Rick Foot contrabbasso
Tony Rusconi percussioni
Fred Frith chitarra, elettronica
Massimo Di Nonno,
Samuele Pellecchia, Ivo Saglietti,
Luana Monte immagini
Luca Campagnoli e
Federico Mininni montaggio video
Progetto Comunicazione,
Prospekt/Fotografi produzione
A
management
Frame Events Gandino (BG)
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
fronte di una carriera troppo breve, racchiusa in
soli tre album ufficiali, tra il ‘69 e il ‘74, anno in cui
scompare (presumibilmente suicida per overdose di
antidepressivi) Nick Drake è stato uno dei cantautori
più profondi e intensi apparsi sulla scena, capofila di una
generazione dove certo non mancavano i talenti. Nato a Rangoon
in Birmania nel 1948, Nick, che a giugno avrebbe compiuto
sessant’anni, è oggetto di periodiche riscoperte da parte di un
pubblico giovane che l’ha reso un artista di culto, senza tempo.
In questa luce si spiega anche l’affermazione di un musicista
come Keith James che, oltre a coltivare una propria produzione
discografica, ha suscitato un crescente interesse e conosciuto
un solido successo come interprete di Nick Drake, di cui
predilige il primo lp, “Five Leaves Left”.
James è una sorta di memoria storica, a stretto contatto
con il mondo di Drake, di cui proponiamo anche filmati
rarissimi, frammenti di una documentazione mai vista
prima in Italia. Il recital di James, che tra le sue fonti
d’ispirazione cita anche John Martyn, Joni Mitchell, Steely
Dan, poggia sull’album pubblicato nel 2003, “The Songs
of Nick Drake”, che ha guadagnato all’artista di Salisbury
riconoscimenti e gratificazioni: un concentrato di poesia
dell’anima e virtù letterarie che rendono ancora più
insopportabile quella morte prematura.
N
management
MM&T Milano
Premio Demetrio Stratos promosso da
Auditorium Edizioni
ella tradizione di Suoni e Visioni c’è l’impegno a
proporre ogni anno una produzione multimedia con
esplicita vocazione sperimentale: è in questo solco
che si muove anche “Il tempo dell’acqua, il tempo
della musica”, progetto che il percussionista e compositore
Tony Rusconi ha ideato insieme al regista Federico Mininni.
Nella performance, che si articola tra musica dal vivo e
immagini, con l’interazione di fotografie e video, si individua
un potente messaggio sociale. L’acqua come bene comune
precluso a grandi masse di abitanti del pianeta, è sinonimo di vita
e fertilità per le naturali implicazioni politiche:
“La loro conservazione e non la dispersione – osserva Rusconi
– produce sapere e civiltà. (…) Non solo della musica l’acqua
è metafora, però, ma di tutto il nostro tempo.”
Ospite speciale di Rusconi, partner sul palco per una
improvvisazione che si miscela al fluire dei suoni e delle visioni
d’acqua, è Fred Frith, illustre chitarrista, molto noto e apprezzato
anche da noi fin dai tempi degli Henry Cow, mirabile band
di free rock fondata a Cambridge nel 1968.
La serata prevede anche un ‘solo’ di Frith cui viene consegnato
il prestigioso Premio Demetrio Stratos, tributato nelle due
precedenti edizioni a Diamanda Galás e Meredith Monk.
A seguire proiezione del film “Step Across the Border” (1990),
documentario musicale con Frith, Jonh Zorn, Arto Lindsay e altri.
proiezioni film e video
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
non-stop video
non-stop video
selezione a cura di Riccardo Russino
e proiezione film U.S.A. contro John Lennon
di David Leaf e John Sheinfeld
selezione a cura di
Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi
John Lennon
lunedì 14 aprile, ore 20.30
lunedì 21 aprile, ore 21
ingresso libero fino ad esaurimento posti
N
Neil Young
ingresso libero fino ad esaurimento posti
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
ell’anno di Liverpool capitale europea della cultura,
naturale centrare una serata video su John Lennon,
cui è intitolato l’aeroporto della città. A riepilogare
la grandezza anche individuale dei Beatles, negli
ultimi anni Suoni e Visioni ha riservato analoghe serate a Paul
McCartney e George Harrison. L’istantanea che riguarda l’artista
assassinato nel 1980 copre un arco di tempo e un repertorio
frastagliati, abbracciando i lavori con il gruppo, ma soprattutto
quella fase di vita personale e professionale inaugurata proprio
nel 1968, segnata dalla relazione con Yoko Ono e dall’apertura
di una parallela carriera solista. In programma, fra le molte
rarità, i duetti ‘live’ con Chuck Berry e Frank Zappa, pillole di
interviste, una versione alla chitarra di “Imagine”.
A seguire, la proiezione del film-documentario che ripercorre
le tappe del difficile, scomodo rapporto di Lennon con le istituzioni
degli Stati Uniti, Paese che aveva scelto per vivere e dove poi
troverà la morte. “U.S.A. contro John Lennon” è un pamphlet
appassionante, che scuote anche lo spettatore in cerca di semplici
emozioni musicali. Ci sono pure quelle, ma il cuore sta nelle
rivelazioni di un groviglio di sospetti, intolleranze, tensioni mai
archiviati verso un musicista rivoluzionario nell’intimo, pacifista
ante-litteram e genialmente spettacolare nelle sue azioni di protesta:
tra i vari materiali d’epoca anche stralci del bed-in e di molte gesta
che fecero di Lennon un simbolo suo malgrado, nell’arte e non solo.
L
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
a carriera solista di Neil Young, uno dei massimi autori
e interpreti che la cultura rock abbia mai prodotto
è iniziata nel 1968. Il cantante-chitarrista non era
un novizio, avendo già in curriculum un paio di anni
a quote ragguardevoli nella tribuna californiana dei Buffalo
Springfield. Col primo album a suo nome prendeva il via una
discografia solistica che oggi ha gagliardamente oltrepassato
la barriera dei quaranta titoli (l’ottimo “Chrome Dreams II”
è il più recente). A lui dedichiamo un fitto collage di filmati,
in gran parte inediti o comunque poco visti. Si ricostruisce così
una carriera stupefacente per forma e contenuti, lungo la quale
il ‘loner’ canadese (1945) ha archiviato centinaia di canzoni
e ballate, ora struggenti per la morbida confezione, ora laceranti
per l’impetuoso furore. I gioielli della scaletta abbracciano
la carriera con Buffalo Springfield e Crosby, Stills & Nash, per
toccare molte tappe ‘live’ e gli incontri con amici eccellenti
(tra gli altri Dylan, Clapton, Springsteen, Joni Mitchell, Van
Morrison, Willie Nelson, Pearl Jam…). Agli appassionati delle
diverse stagioni ‘younghiane’ viene offerto un quadro quanto più
possibile ampio e accattivante, tenendo conto delle molteplici
sfaccettature e dell’iperattività di questi ultimi anni, durante
i quali Neil ha anche lavorato per il cinema, con film di cui ha
curato personalmente la regia, o firmato la colonna sonora
per pellicole di registi come Jim Jarmush e Jonathan Demme.
proiezioni video
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
non-stop video
proiezione film Grizzly Man di Werner Herzog
e video Live from Austin, Texas con
The Police
selezione a cura di
Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi
martedì 22 aprile, ore 21
lunedì 5 maggio, ore 20.30
ingresso libero fino ad esaurimento posti
F
Richard Thompson
ingresso libero fino ad esaurimento posti
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
urono una delle scoperte più eclatanti del rock nato
dai fermenti e dalle ceneri del primo punk. Cresciuti a
Newcastle, l’esordio discografico è “Outlandos d’amour”
del 1978. Due pezzi di quel capitolo iniziale, “Roxanne”
e “So Lonely”, restano tuttora tra i preferiti del pubblico che ha
affollato in massa gli stadi di mezzo mondo dove i Police hanno
festeggiato lo scorso anno la clamorosa reunion, dopo l’addio del
1984. Da quella data fino al ritorno, molte cose sono successe e in
questa scaletta grande rilievo troveranno anche i percorsi solistici
di Sting, Andy Summers e Stewart Copeland tutti attivissimi
nel seguire i rispettivi amori. Proveremo così a intrecciare
la storia della band, tra le più felici realtà anche in chiave
squisitamente commerciale di quel periodo, con le sortite dei tre
a proprio nome, quando hanno abbracciato e sperimentato una
musica ben distante dai Police. In questa selezione convivono
efficacemente le diverse anime dei tre musicisti: Sting che spazia
dalle contaminazioni jazz alla musica rinascimentale di Dowland
passando per il pop che tanta fortuna sul mercato gli ha garantito,
Summers che da solo o in compagnia di amici celebrati come
Robert Fripp ha puntato a soluzioni d’avanguardia, Copeland che
si è dedicato molto al cinema e alle colonne sonore, fino a scoprire
il fascino generoso della taranta, in Salento. Molti gli ospiti che
vedremo al loro fianco, da Bono a Annie Lennox, da Tom Jones
a Gwen Stefani, da Fripp a Pavarotti.
“G
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
rizzly Man”, uscito in Italia alla fine del
2006, è il penultimo film di Werner Herzog,
regista tedesco che soprattutto negli ultimi
anni ha saputo raccontare con le immagini
storie fantastiche, ai confini dell’apocalisse, a metà tra fiction
e realtà, grazie a un potente impianto documentaristico. Qui, con
tocco commosso e partecipe, ma non necessariamente complice,
si affronta il caso di Timothy Treadwell, bizzarra e controversa
figura di etologo-esploratore che trascorse quattordici estati
consecutive nel Parco Nazionale di Katmal, in Alaska, dal 1990
fino al 2003 quando al termine del suo soggiorno di studio e
missione venne dilaniato da uno degli orsi che credeva essergli
ormai diventato amico e compagno.
Le immagini utilizzate dal grande cineasta - che ha appena
realizzato in Antartide la sua nuova opera “Encounters at the End
of the World” - sono in parte di ricostruzione postuma, in parte
recuperate dal ‘girato’ di Treadwell, per una formula di sintesi
superba nella capacità narrativa e visionaria, a cui fornisce un
supporto decisivo la colonna sonora per sola chitarra di Richard
Thompson, uscita anche su cd.
A seguire, alcuni spezzoni del dvd registrato il 2 luglio 2001
in Texas, per la serie tv “Austin City Limits”: una brillante
performance di Thompson, tra acustica ed elettrica, pubblicata
un paio d’anni fa dall’etichetta New West.
proiezioni video
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
non-stop video
Quarant’anni dopo.
Il Sessantotto in musica
Suoni e Visioni
diciotto anni dopo
selezione a cura di
Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi con Pietro Adamo
lunedì 5 maggio, ore 20.30
lunedì 26 maggio, ore 21
ingresso libero fino ad esaurimento posti
ingresso libero fino ad esaurimento posti
D
E
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
sistono molti modi per calarsi nel turbine di un anno
che è sinonimo di cambiamento e di svolta, un terremoto
che fornì una scossa profonda, alle fondamenta,
in campo artistico, sociale e nella vita di tutti i giorni.
L’angolazione offerta da questa vasta e articolata panoramica
è quella dalla musica di una stagione ribollente, qui restituita
grazie a registrazioni video e filmati di alcuni dei suoi attori
principali. Rientrano così in questo puzzle i volti, le voci,
le canzoni di artisti che bene hanno fotografato l’alternativa
e la contrapposizione ideologica, l’introspezione e la lotta,
il sogno e la sovversione dei suoni e delle parole.
è una sorta di centrifuga in cui possiamo intercettare le molte
anime del Sessantotto musicale: la traiettoria parte da molto
lontano, con i padri spirituali del movimento di protesta,
Woody Guthrie e Pete Seeger, e quindi i loro eredi naturali,
Dylan e la Baez. Ma poi lo sguardo si allarga su quella
avventura, con ampie sequenze dimenticate o mai mostrate
prima, cui non restano estranei esponenti del ‘made in Italy’,
da Luigi Tenco ai Giganti di “Proposta”. Ritroviamo tutti
i massimi testimoni del tempo ma al loro fianco scorrono
anche figure rimaste ai confini dell’impero mediatico, nonché
nomi come Fugs, Vanilla Fudge, Steppenwolf, 13th Floor
Elevator che a quella storia appartengono, e possono riservare
qualche sorpresa e attivare nuove curiosità.
iventare grandi senza perdere il gusto della curiosità,
né il piacere di un sano stupore: è il traguardo che
“Suoni e Visioni” taglia con l’edizione della maggiore
età, una tappa importante per ogni persona, e ancora
più significativa per una manifestazione rimasta integra e
coerente nel tempo. Possiamo ben dirlo, visto che nel frattempo
molti altri si sono incamminati su questa strada di ricerca,
esplorazione, recupero e rilancio di linguaggi e di una filosofia
che prima praticamente non esisteva in Italia nella geografia
dello spettacolo. Dire che siamo orgogliosi e soddisfatti risulta
forse banale, scontato, ma è soprattutto vero. Basta rilevare come
parlare di “Suoni e Visioni” sia diventato un modo di dire, un
utile riferimento a inquadrare un genere, la via per applicarsi alla
musica, dai titoli dei giornali o addirittura dalle denominazioni,
spesso simili se non addirittura uguali, di altre rassegne in
giro per l’Italia. Crediamo che questo sia l’effetto più evidente
della credibilità e dei riconoscimenti condivisi tra il pubblico,
i media e gli stessi artisti: un elemento che ci spinge a ribadire
l’impegno anno dopo anno. Ogni stagione che passa “Suoni
e Visioni” rafforza non solo la sua identità, ma anche quella
vocazione, quei principi artistici che ci hanno reso impermeabili
alle mode, ai richiami facili delle sirene del mercato, allo stesso
tempo mantenendoci aperti, spalancati al nuovo che avanza.
Come sempre, anche in questa edizione 2008 teniamo fede
ad alcune vocazioni di comportamento: ad esempio lo sforzo
per non riproporre artisti avuti ospiti in passato, possibilmente
favorendo personaggi mai transitati prima dal nostro Paese, o
assenti da lungo tempo. E poi c’è l’attenzione alla multimedialità,
al rapporto della musica con il cinema e, last but not least, una
sempre ricca, e molto spesso rara, documentazione video che
ci compensa dell’impossibilità di ospitare artisti che dal vivo
non potremmo proporre, o perché scomparsi o perché per noi
purtroppo irrangiugnibili. Il tutto cucito con il filo della qualità,
di una disponibilità verso le culture altre, per un dialogo, per una
declinazione ideale delle differenze: “Suoni e Visioni” come una
pozione magica, per affacciarsi sul mondo, ascoltare e vedere
l’effetto che fa.
Enzo Gentile, Marco Piccardi
i primi diciassette anni di
1991
• Philip Glass Ensemble
• Abdullah Ibrahim
• Terry Riley
• Taraf De Haidoucks
• Arvo Part
• “Contagio” (Carnascialia +
Almamegretta)
(Galante/Sollima)
• Jocelyn Pook Ensemble
• Marc Ribot y Los Cubanos
Postizos
1992
1997
2001
• Steve Reich
• John Lurie/Lounge Lizards
• The Durutti Column
• Wim Mertens solo piano
1993
• Elvis Costello & Brodsky
Quartet
• Zakir Hussain & Alla
Rakha Orchestra
• Jan Garbarek Group &
Mari Boine
• Avion Travel
• David Darling
• The Chieftains
• mostra “I Grandi Sviluppi”
1994
• Michael Nyman Band
• Penguin Café Orchestra
• Tangueros
• “Blue Concert” (Simon
Fisher Turner e Derek
Jarman)
• Diamanda Galas
• “Delfi” (Milesi, Ovadia e
Studio Azzurro)
• Italian Instabile Orchestra
• Master Musicians of
Jajouka
• “Jazz comme une image”
• The Fugs
• John Cale
• Dervisci Rotanti di Konya
• “a Edgar Allan Poe”
(Einaudi/Fedele)
• Fairport Convention
• Sentieri selvaggi
1998
• Maurizio Marsico
Monofonic Orchestra
• Goran Bregovic
• Gong Orchestra di Bali
• “Omaggio a Woody
Guthrie”
• Bang on a Can
• Compay Segundo
• “a Federico Fellini” (Rava/
Galliano/Harmonia)
• Wim Mertens Ensemble
1999
• Joe Jackson
• Sinfonia per 100 chitarre
(Rhys Chatam)
• Bill Frisell
• “Il Melologo Comico”
• John Trudell
• Henryk Gorecki
• Battista Lena
• Banda Sonora
• Leningrad Cowboys
• Balanescu Quartet e
Dagmar Krause
• Angelique Kidjo
• Meira Asher
• SamulNori
• “Omaggio a Demetrio
Stratos” (Area/Joan La
Barbara)
• mostra David Byrne
1996
2000
1995
• Tambours du Bronx
• “Sonos’e memoria”
• Baden Powell e Trio
Esperança
• The Klezmatics
• Brian Ferry
• Orchestre National de
Barbés
• Youssou N’Dour
• Sport e divertissements
• mostra “Dieci anni di Suoni e
Visioni”
• René Aubry Ensemble
• Michael Nyman Band
• Les Tambours de Brazza
• Orfeo a fumetti (Sentieri
selvaggi/Omar Pedrini)
• Mick Taylor & the All Stars
Blues Band
• Popa Chubby Group
• “Tango Negro” Juan Carlos
Cacérès
• Archie Shepp Quartet/Sally
• Nyolo Group
2002
• Janice DeRosa/Ekova
• Steve Piccolo Workshop/
Elliott Sharp
• Don Moye Sun Percussion
Summit/Officina Zoè/
Baba Sissoko
• "Le vie del Tango" (Girotto/
Bonaventura/Stroscio/
Cingalini/B.I.M. String
Quartet)
• Johm Surman/Jack
DeJohnette/
• London Brass
• Brian Eno/Peter Schwalm
2003
• Nigel Kennedy
• Manu Dibango & Ray
Lema
• Orchestra Baobab
• “Smisurati Sguardi" (omaggio
a Fabrizio De Andrè)
• Jon Hassell
2004
• Randy Newman
• Meredith Monk & Vocal
Ensemble
2005
• Cheikha Rimitti/Kamilya
Jubran
• Hot Tuna/Nine Below Zero
• “Concerto fotogramma”
(Nicola Piovani e Orchestra)
• Antony and The Johnsons
• “The 23 constellations of
Joan Mirò” (Bobby Previte
Ensemble)
• Ivo Papasov Band/Sissi
Atanassova Band
Prevendite:
www.ticketone.it
I biglietti sono acquistabili
(con commissione) direttamente
in Internet, oppure (senza
maggiorazione di prezzo) in
tutti i punti vendita del circuito
e presso le sedi dei singoli
concerti, esclusi Blue Note,
Teatro Manzoni e MusicDrome.
2006
• Pink Martini
• Tuxedomoon
• Adrian Belew Trio/Eugene
Chadbourne Quartet
• Mariza
• “Ronin” (Gaetano Liguori)
• “In ricordo di Ali Farka
Tourè” (Toumani Diabate/
Robert Plant/Tinariwen/
Ludovico Einaudi)
• “The Wild Blue Yonder
Concert” (Ernst Reijseger/
Mola Silla/ Tenore e
Concordu de Orosei)
• “Gli Originali” (Franco
Micalizzi & Big Bubbling
Band + 10 artisti hip hop)
le schede dell’opuscolo
sono di Enzo Gentile
redazione:
Marco Piccardi
con Giorgio Bocca
2007
• Anthony Braxton/William
Parker/Hamid Drake
• Dirty Dozen Brass Band
• Lura
• Trilok Gurtu & Arkè String
Quartet
• Hector Zazou & Q+C
Ensemble
• Natacha Atlas
• “ArteSonado”
(Fatima Miranda)
• “Sacred Order of Magic
Music & Art” (Bill Laswell,
Eraldo Bernocchi...)
graphic design:
A+G
finito di stampare
nel mese di febbraio 2008 presso
Cartalpe, Milano
Per le due serate multimediali
del 28 aprile e 9 maggio,
i biglietti sono in vendita solo
presso la biglietteria TicketOne
di Spazio Oberdan il giorno
delle performance, dalle ore 10
del mattino.
concerti
2008
giovedì 13 marzo, ore 21
Rolling Stone
Asa
lunedì 17 marzo, ore 21
Blue Note
Roscoe Mitchell
and Wadada Leo Smith
with Harrison Bankhead
Bettye
LaVette
martedì 1 aprile,
Rolling Stone
lunedì 7 aprile, ore 21
MusicDrome
Tom Verlaine
with Jimmy Rip
lunedì 12 maggio, ore 21
Teatro Manzoni
Richard Thompson Band
giovedì 15 maggio, ore 21
Teatro Leonardo da Vinci
California Guitar Trio
& Tony Levin
lunedì 19 maggio, ore 21
Rolling Stone
Omar Sosa Quintet
venerdì 30 maggio, ore 20
Carroponte c/o Spazio Mil,
Sesto San Giovanni (MI)
Quarant’anni dopo
performance multimediali
Rievocazione in musica
di un anno formidabile
Spazio Oberdan
martedì 29 aprile, ore 21
Omaggio a Nick Drake con Keith James e Rick Foot e proiezioni video.
venerdì 9 maggio, ore 21
Tony Rusconi - Fred Frith spettacolo multimediale, assegnazione Premio Demetrio
Stratos 2008 e proiezione film Step Across the Border di N. Humbert e W. Penzel.
proiezioni film e video
Spazio Oberdan
lunedì 14 aprile, ore 20.30
non-stop video John Lennon e film U.S.A. contro John Lennon di D. Leaf e J. Sheinfeld
lunedì 21 aprile, ore 21
non-stop video Neil Young
martedì 22 aprile, ore 21
non-stop video The Police
lunedì 5 maggio, ore 20.30
film Grizzly Man di W. Herzog e video Richard Thompson Live from Austin, Texas
lunedì 26 maggio, ore 21
non-stop video Quarant'anni dopo. Il Sessantotto in musica