POLITICA SOCIALE

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POLITICA SOCIALE
POLITICA SOCIALE
• Politica è una attività sociale che riguarda l’attribuzione e
l’esercizio dell’ autorità. Politics è lotta per l’esercizio della
decisione collettiva vincolante; Polity è determinazione di grandi
principi ,criteri di valore, opzioni di rango costituzionale ecc.;
Policy, policies: corsi di azione rivolti a conseguire obiettivi
• Weber pone la distinzione essenziale fra potere come
forza(macht) e potere come autorità. L’autorità è una relazione
sociale in cui A dispone in modo legittimo, B ubbidisce ad A,
perché riconosce la sua legittimazione a disporre
• Tre tipi ideali di autorità: i, tradizionale (es.dinastia); ii,
carismatica(leader capo dotato di qualità personali fuori dell’
ordinario);iii legale e razionale, tipica dello stato moderne, che
dispone attraverso leggi e realizza le sue politiche attraverso
apparati di funzionari( burocrazie)
Lo stato moderno
• La principale istituzione politica è lo stato . Le sue origini sono
nell’ assolutismo del XVII e XVIII secolo, lo stato di diritto si
compie nell’ 800 e ‘900 con l’attribuzione di pari diritti civili
politici e sociali
• Lo stato esercita autorità su un determinato territorio, ha il
monopolio nell’ uso legittimo della forza”(Weber) agisce su più
livelli istituzionali(centro, unità intermedie, livello locale )
• Si riferisce ad un popolo (che quando elegge rappresentanti e
governanti rende lo stato demo-cratico) e ad una o più nazioni
(nation-state). L’Impero austroungarico era uno stato
multinazionale, gli Stati Uniti uno stato nazionale ‘”nazione
americana”) con apporto di diverse etnie.
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Lo stato sociale
• Welfare state(Stato sociale): È l’insieme delle risposte pubbliche
ai problemi sociali determinati dai cambiamenti della modernità:
cambiamenti demografici, famigliari, urbanizzazione,
industrializzazione, società di classe, conflitti del lavoro.
• Le istituzioni pubbliche assumono come loro responsabilità
politica la fornitura di prestazioni per la sicurezza di vita(
protezione sociale)
• Una sequenza tipico-ideale distingue quattro livelli /fasi di
protezione da parte del W.S. : beneficienza(senza obblighi di
dare e diritti a ricevere )/ assistenza (con prime forme limitate di
titolarità)/ previdenza ( obblighi di assicurazione collettiva)/
sicurezza generalizzata( la maggior parte o l’intera
popolazione viene inclusa )
Prima dello stato sociale
• La povertà è stata un oggetto di lungo periodo dell’intervento
sociale: pubblico, privato ,religioso
• Su base locale( Poor Law inglese del 1601);caritativa(Opere
assistenziali delle Chiese); filantropica( benefattori e donatori
privati);pubblica( come male da controllare - la grande reclusione
del primo 700- la pubblica felicità dell’ Illuminismo)
• Nel secondo ‘ 800 in un clima di riformismo sociale Rowntree
afferma il criterio dell’intervento scientifico: define the poor,
count the poor, help the poor
• Il contrasto alla povertà diventa componente del servizio sociale
professionale(“diagnosi sociale”)
Il peso dello state welfare
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Secondo la formula di Rose ( TWS= HW+ MW+ SW ) SW diventa nel tempo
la componente prevalente della protezione sociale.
Le politiche sociali pubbliche sono attuate: dall’alto( concessioni), dal
basso(rivendicazioni), dal mezzo (favori ai gruppi che traggono dal welfare
reddito,occupazione ecc.)
La portata (dei benefici) indica il livello, l’ampiezza
delle prestazioni
; la estensione indica la platea dei beneficiari( numero, condizioni,
composizione sociale ) ;la durata indica la persistenza delle
prestazioni ( permanenti, temporanee, modulate nella durata, a
scadenza )
La predominanza del settore pubblico ha compresso, senza abolirlo, lo
spazio delle attività svolte da aree informali e cerchie di socialità
primaria e dal mercato.Dagli anni Settanta del XX secolo è cresciuto
l’apporto delle organizzazioni “terze”(non pubbliche e non mercantili)
dette di terzo settore
Il modello Beveridge
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Beveridge (Rapporto del 1942 presentato al Parlamento britannico
)propone di estendere l’assicurazione previdenziale a tutti i cittadini
britannici, compresi i non lavoratori, con un versamento di contributi a
somma fissa , e conseguente garanzia di reddito minimo, e di benefici
supplementari per famiglie con carichi aggravati
Obiettivo di B. era di combattere cinque grandi mali sociali,
poverty,idleness, illness, ignorance,squalor. A questi mali corrispondono
i cinque ambiti di prestazioni di welfare che forniscono: reddito lavoro
salute istruzione abitazione.
Le riforme dell’ Austerity Welfare State 1946-51 si ispirano a Beveridge(in
particolare 1948 istituzione del National Health Service)
L’esistenza di una rete generalizzata di sicurezza di base(safety net)
legittima la competizione fra gli individui, sulla base di talenti, meriti e
volontà individuali
I tre modelli di Titmuss
• Titmuss(inizio anni 70) distingue tre modelli storici e analitici di
politica sociale
• Residuale : paternalistico autoritario; limitato alla assistenza ai
poveri; principio della minor preferibilità dell’assistenza rispetto al
lavoro
• Occupazionale : assicurazioni sociali obbligatorie per
appartenenti allo stesso mestiere, professione, categoria
sindacale; i contributi versati sono “ricompensati ”(rewarded )
con prestazioni monetarie(pensioni, indennità)
• Istituzionale di cittadinanza: prestazioni eguali a tutti i cittadini;
finanziate dalla fiscalità generale; servizi universalistici;maggiore
impatto redistributivo;obiettivo della sicurezza sociale
Ferrera
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Ferrera rinomina i tre modelli di Titmuss:
1)di assistenza (a base residuale e/o selettiva)
2)di assicurazione obbligatoria( a base di contributi)
3)di sicurezza sociale (a base di cittadinanza sociale con
attribuzione di diritti sociali alle prestazioni)
• Il modello 2 fornisce una copertura “in orizzontale” per categorie
di lavoratori che condividono gli stessi rischi e sopportano gli stessi
oneri contributivi
• Il modello 3 fornisce una copertura “in verticale” basata sulla
solidarietà obbligatoria a base fiscale fra cittadini
Cittadinanza sociale
• Nel 1949 Marshall descrive la sequenza storica dei diritti
di cittadinanza : civili, politici, sociali
• La cittadinanza sociale completa lo status dei cittadini
come “membri a pieno titolo della società nazionale”. L’
appartenenza allo stato nazionale dà diritto a tutti i cittadini
di ottenere eguali prestazioni per la loro sicurezza di vita.
• Nella c.s. reddito scuola sanità casa sono forniti e
ottenuti fuori mercato e a titolo politico.
• La fornitura per via di cittadinanza corregge le
diseguaglianze (“di classe”) generate dal mercato di beni,
servizi e lavoro.
Stati sociali in Europa
• La visione storico-istituzionale(Rokkan) non adotta uno schema
evolutivo della politica sociale, ma differenzia i percorsi
nazionali.
• La varietà deriva da :origine e strutturazione delle istituzioni
pubbliche; fratture (stato-chiese, centro-periferia); contrasti fra
interessi economici, gruppi occupazionali
• La fase genetica degli attuali welfare states europei si situa fra il
1880 ed il 1920, con l’ opzione fra due modelli di copertura;
1920-1950 fase di ampliamento e consolidamento;1950-1980 fase
di massima espansione e diversificazione
• I modelli di copertura di Ferrera (verticale e orizzontale)
spiegano i quattro percorsi nazionali : universalistico
puro(Scandinavia), occupazionale puro(Germania), universalistico
misto (Gran Bretagna) occupazionale misto( Italia)
Aree di welfare in Europa
• Quattro aree di welfare erano presenti nell’ Unione Europea al
1992 :scandinava, continentale, britannica, sud europea
• Parametri di confronto:generosità delle prestazioni/ composizione
della spesa fra trasferimenti e servizi / ripartizione della spesa
per generazioni (bambini giovani anziani)/ livelli di
occupazione(specialmente femminile e giovanile)/ rilevanza della
famiglia e delle reti di aiuto informale/ protezione data al lavoro
(contrattuale,previdenziale)
• Le spese(al 2003) per la protezione sociale nell’ UE-15 erano in
media il 28%/Pil; sopra la media si ponevano l’area scandinava e
quella continentale, sotto la media quella britannica e sudeuropea. I dieci paesi entrati nell’ UE-25 avevano una spesa
media pari al 18%/Pil. La quinta Europa sociale comincia dal 2002
con gli stati dell’ Europa orientale ex comunista ammessi all’
Unione
Il modello sociale europeo
• Modello sociale( J.P. Fitoussi ) è il modo generale in cui uno
stato governa la società ed i mercati, sostiene l’offerta di beni e
servizi pubblici e fornisce prestazioni di protezione sociale.
• Un “modello sociale europeo” è l’
esito della storia del XIX- XX
secolo, ripreso nelle politiche sociali della Unione Europea
• Si richiama al modello sociale la distinzione( Dahrendorf ) di
tre macroregioni mondiali, che combinano diversamente i
parametri prosperità economica+libertà politica+coesione sociale
• Anche Esping Andersen col concetto di demercificazione (del
lavoro) e destratificazione (delle diseguaglianze) distingue tre
modelli sociali globali: anglosfera liberista, europeo-continentalecorporativo, nordico-socialdemocratico
• A.GIDDENS L’Europa nell’ età globale, Laterza 2007
Il modello sociale Usa
• Welfare= assistenza a poveri e disoccupati
• Social security pensioni fornite da assicurazione federale (aliquota
12% sulla retribuzione)
• Fondi pensione a base aziendale
• Sanità assicurativa privata
• Programmi federali di assistenza sanitaria per anziani di 65+
anni(Medicare) e indigenti(Medicaid)
• La spesa sanitaria privata è il 55,3 del totale quella pubblica(che
riguarda 20% della popolazione )il 44,7%. Circa 40 milioni di
persone non hanno copertura
Welfare e lavoro in Usa
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In USA 2000 ore medie di lavoro all’anno ;le donne di età 20-55 che hanno
un lavoro retribuito sono il 70%(nel 2000, contro il 38% del 1969), più
lavoro ma anche maggior polarizzazione dei redditi (R.REICH,L’infelicità
del successo,Fazi,2001).
Welfare= sostegni assistenziali ai poveri e ai disoccupati .La legge
Personal Responsibility and Work Opportunity (Reconciliation) Act(
Clinton 22.8.1996) risponde al principio “l’assistenza non è uno stile di
vita da promuovere” .Sposta l’onere politico del welfare dal governo
federale ai singoli stati; riduce il periodo complessivo ammesso per la
fruizione dell’assegno;dà incentivi alla formazione, per l’ accesso al lavoro
degli assistiti,le imprese che assumono, i trasporti locali
Gli iscritti alle liste del welfare nel 2006 sono scesi da 12,2 milioni a
4,5(il tasso più basso dal 1960) le richieste di sussidi crollate del 54%
;1,1 milioni di ex beneficiari di sussidi assunti;cresce la marginalità delle
single mothers (nere a bassa istruzione)
Correzione delle diseguaglianze
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Se l’indice di Gini è in Usa 0,37, in Germania 0,25, significa che gli stati
nazionali possono impiegare correggere per via redistributiva e fiscale le
diseguaglianze interne ritenute eccessive
In Finlandia,Svezia,Danimarca , una politica di alta spesa sociale per
istruzione e sanità pubbliche gratuite, pensioni , disoccupazione,
formazione, favorisce coesione sociale ed elevata crescita economica
M.Castells,P.Himanen, Società dell’ informazione e welfare state.Il caso
finlandese, Guerini,2006 (ed.or.2001)
In GB dopo il 1997: welfare-to-work: dopo la fine dell’ indennità di
disoccupazione, viene concessa una job seekers’allowance , previo
means testing entro una complessa strumentazione volta favorire la
occupabilità (specie dei giovani e degli adulti attivi).Circa mezzo milione di
giovani sono stati “recuperati” al lavoro.
VI a. LO STATO SOCIALE IN ITALIA
• Il caso italiano di stato sociale può essere visto:
• -nella dimensione storico temporale, ricorrendo ai cicli della storia
politica e sociale italiana
• -nella dimensione istituzionale e territoriale, come organzizazione
dei poteri e delle competenze
• -nella tipologia europea come analisi delle proprietà che
contraddistinguono l’ Italia rispetto ai modelli di copertura ed alle
aree geopolitiche di welfare
Definizioni e dicotomie
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Definizioni
solidarista (C.art.2 ) lavorista (C.art.1,4)
occupazionale(C.art.38) occupazionale misto (Ferrera)
particolarista(clientelare) (Paci, Ascoli)
sud europeo
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Fratture originarie
Stato nazionale vs. Chiesa cattolica
Stato centrale vs. Enti locali (accentramento/decentramento)
Istituzioni pubbliche vs. Organizzazioni sociali: mutue,
cooperative, associazioni, sindacati
Cicli storici
• 1861-1920 politiche a forte controllo accentrato, con ridotto
intervento pubblico in previdenza e sanità; assistenza lasciata agli
enti locali e ai privati(a partire dalla L.Crispi 1890).
• 1920-1970 forte accentramento delle politiche, crescente
intervento statale, soprattutto in ambito previdenziale e, dopo
la guerra, anche assistenziale e sanitario. Espansione della spesa
• 1970-2001 decentramento alle Regioni e agli Enti locali del
sistema dei servizi sanitari e socioassistenziali; solo la
previdenza rimane totalmente centralizzata
• Come si nota i cicli non coincidono con i cambiamenti di regime
politico-istituzionale
Competenze e risorse
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Previdenza: Stato + Enti e fondi previdenziali(obbl e compl); ;pesa per i
due terzi della spesa di protezione sociale; è finanziata da imprese(52%)
lavoratori (23%) ,stato(22%)
Sanità : Regioni +Stato + Aziende sanitarie (+privati) ; consiste di
servizi, erogati dal pubblico e dal privato collegato al pubblico; pesa per
circa 1/4 della spesa di protezione sociale; è finanziata da Stato(56%) e
Regioni(attraverso IRAP,39%),ed in parte dagli utenti(ticket)
Assistenza economica : Stato + Enti locali (+privati) / Servizi
socioassistenziali : Enti locali + Regioni (Stato per i servizi di giustizia)
L’ assistenza consiste di (molti) trasferimenti e (meno) servizi; pesa per
circa il 6% della spesa di protezione sociale; è finanziata da Stato(75%)
,Regioni ed enti locali(18%)
Altri interventi sono per iIstruzione obbligatoria : Stato + Istituzioni
scolastiche autonome ;Servizi per il lavoro : Enti locali(Province)+
Regioni
Fonte Libro Bianco del Welfare 2003
Caratteri del welfare italiano
• Scelta storica del modello bismarckiano :concentrazione sulla
previdenza, centralizzazione delle politiche pensionistiche, ruolo
dei sindacati
• Fratture : anziani vs. giovani ; inclusi garantiti nel mercato del
lavoro vs. marginali o esclusi del mercato del lavoro; ruoli
famigliari vs. ruoli lavorativi delle donne
• Inadeguata amministrazione orientata alla produzione di
prestazioni, debolezza di strutture professionali di civil service
Previdenza(Italia)
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La previdenza copre 4 grandi rischi del lavoro(infortuni; invalidità;
vecchiaia;disoccupazione involontaria) e 3 segmenti del ciclo di lavoro(
normale; durante crisi e perdita di occupazione; in uscita dal mercato di
lavoro )
1895 Testo Unico delle Pensioni per i dipendenti dello stato
1898 Prima assicurazione obbligatoria (infortuni) per gli operai dell’
industria
1910 Indennità di maternità per lavoratrici dell’industria
1919 Cassa Nazionale delle Assicurazioni sociali obbligatorie
Anni Trenta: Enti pubblici di previdenza (per dipendenti pubblici -per
dipendenti privati INFPS)
1934 Introduzione degli assegni famigliari per i lavoratori dipendenti
Anni 50-60 Fondi pensione dei lavoratori autonomi presso l’INPS
1969 Riforma INPS , con definitivo passaggio al sistema a ripartizione e
aggancio pensioni salari; pensione sociale per anziani poveri
Funzioni della previdenza
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Fornisce: pensioni contributive ai ritirati dal lavoro (invalidità;
vecchiaia/anzianità, premorienza/-superstiti );pensioni indennitarie( a
seguito di infortuni e malattie professionali); ammortizzatori sociali (Cassa
integrazione guadagni, indennità di mobilità, di disoccupazione)
Il finanziamento della previdenza obbligatoria avviene a
ripartizione(non più a capitalizzazione, come all’ inizio ); il calcolo
delle prestazioni (dopo il 1995,L.335) è basato sui contributi versati
contributivo) non più sulle retribuzioni percepite( retributivo)
La previdenza integrativa(complementare) consiste in fondi pensione
volontari a capitalizzazione. Comprende fondi aziendali ; dopo la L.335/95
fondi contrattuali “chiusi”: a gestione mista aziende sindacati; fondi
aperti (ad adesione individuale).
Aderivano ai fondi (giugno 2004) : 673.000 a fondi aziendali, 1.059. 000 a
fondi chiusi, 371.000 a fondi aperti .Per i lavoratori privati è prevista dal
2007 (su base di opzione volontaria) la eventuale destinazione del
Trattamento di fine rapporto al finanziamento dei fondi pensione
Enti e fondi
• Esistono fondi previdenziali per : dipendenti privati(FPLDINPS),lavoratori autonomi(INPS),lavoratori pubblici(INPDAP),
lavoratori atipici(INPS) , professionisti(Casse proprie), altri fondi .
• INPS : fondato nel 1933 sulla architrave della Cassa di previdenza
degli operai, risalente al 1919. Nel 2006 ha quasi 21 milioni di
iscritti(di cui 12,6 lavoratori dipendenti, iscritti alla
Assicurazione Generale Obbligatoria, e 4,3 autonomi) Nel Nel
2004 ha pagato 14,1 mln di pensioni previdenziali .l’Inps paga
anche prestazioni assistenziali(assegno sociale, di invalidità civile)
• INPDAP: istituito nel 1994(DLgs 479)assorbe Enpas, Inadel Enpdep
Casse del MinTesoro. Fornisce ai dipendenti pubblici pensioni,
tfr, e anche crediti e prestazioni assistenziali .Nel 2004 ha
pagato 2,4 mln di pensioni previdenziali.
Grandezze
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Nel 2002 erano pagate in Italia 21,6 milioni di prestazioni di tipo
pensionistico a 16,4 milioni di individui . Le prestazioni erano :
a) previdenziali: 18,3 mln- di cui Vecchiaia/anzianità 14,7 mln.
Superstiti 1,0, Invalidità lavorativa 2,5;
b) assistenziali : Assegni sociali 0,6 Invalidità civile 1,7 ;
c) indennitarie 1,1 mln.
Le pensioni contributive basse ricevono la cd. “ integrazione al minimo”
fino ad un trattamento stabilito per legge (per il 2007 436,14 euro/mese;
559,91 per chi ha superato i 70 anni ed ha bassi redditi). Gli importi
degli assegni sociali per il 2007 sono 389,36 euro/mese
I trattamenti previdenziali di anzianità ottenuti con 40 anni di
contributi o 35-37 annualità e 57-58 anni di età erano (2003) 2,3 milioni
di cui 55% da Inps, 33% da Inpdap, 12% da altri 1995. Una legge del 2004
ha consentito di posticipare l’uscita per anzianità con la concessione di un
bonus incentivante
Interventi di sostenibilità
• La sostenibilità di un Fondo è data dall’ equilibrio entrate/
prestazioni. Le entrate dipendono dal numero degli iscritti attivi e
dal livello medio dei contributi(aliquota contributiva). Le spese
per prestazioni dipendono dal numero dei percettori, dalla
speranza di vita,dal livello medio delle prestazioni
• Interventi: - generalizzazione del calcolo contributivo(che
diminuisce gli importi)
• variazione dei coefficienti in relazione all’età di pensionamento
• innalzamento graduale dell’ età minima per la pensione di
vecchiaia
• Disincentivo/incentivo alla pensione di anzianità
• Vincoli alla pensione di anzianità in relazione ad età anagrafica,
anzianità contributiva o entrambi(le quote:95,96 ecc.)
Lo schema dei pilastri
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La diversità dei sistemi nazionali di previdenza è data i) dai pilastri
presenti ii)dal peso rispettivo di ciascun pilastro nel determinare il
reddito degli anziani ritirati dal lavoro
Primo pilastro: a totale copertura pubblica
I.1 old age pension (reddito di cittadinanza per anziani; esiste in alcuni
paesi europei, è di importo modesto)
I.2 previdenza obbligatoria di categoria a ripartizione
Secondo pilastro: Fondi pensione a capitalizzazione, a base volontaria,
finanziati da imprese e lavoratori, regolati e vigilati dallo stato
II.1 previdenza integrativa II.2 previdenza complementare
Terzo pilastro: fondi di assicurazione individuale
La sanità
• All’ Unità: Ospedali a gestione varia(comunale, religiosa, poi
IPAB); medicina per i poveri(condotte mediche)
• 1888 Legge di igiene e sanità pubblica
• Primo Novecento : sviluppo della medicina di mercato e delle
mutue assicurative (aziendali, di categoria)
• 1948 unificazione delle mutue dei dipendenti privati nell’ INAM
• 1968 Ospedali diventano enti pubblici
• 1974 soppressione delle Mutue. Competenze di sanità alle Regioni
• 1978 L.180,L.194 e L.833 Istituzione del Servizio sanitario
nazionale. Basato su tre livelli istituzionali(Stato Regione ComuneUSL)e sulla titolarità per cittadinanza e residenza
• 1992 Seconda riforma del SSN(aziendalizzazione)
Il SSN
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Sono istituite le Unità sanitarie locali(670 in Italia), attraverso di i esse i
Comuni - singoli o associati- gestivano le prestazioni sanitarie
La seconda riforma del 1992 (D.Lgs.502) esclude i Comuni dalla gestione
diretta ed introduce due tipi di Aziende sanitarie , locali(ASL)e
ospedaliere(ASO), che fanno capo alle Regioni
Principi del nuovo assetto sono: dirigenza monocratica di nomina
regionale; economicità di gestione; tariffazione delle prestazioni per
tipo di trattamento; accreditamento dei fornitori privati
Il SSN è finanziato dal Fondo sanitario nazionale, alimentato con Irap a
base regionale(52%),tassazione (39%), fondi delle Regioni (5%) ticket
degli utenti( 3,5%) (dati dei primi anni 2000)
Dagli anni 90, stabile la spesa sanitaria pubblica sul Pil(ca. 6%), aumenta
il ricorso all’ offerta delle strutture accreditate.Le Regioni diversificano
l’offerta (variazioni della spesa pro-capite diversità dei modelli
organizzativi (Lombardia vs.Toscana)
L’assistenza sociale
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Tradizione di
assistenza ai poveri e bisognosi su base locale, religiosa,di
mutuo soccorso;nel 1859 Congregazioni di Carità(comitati di beneficienza
pubblica presso i Comuni)
1890 Legge Crispi(obbligo per domicilio di soccorso;Istituzioni pubbliche
di beneficienza, poi chiamate (dal 1926 ) Istituzioni Pubbliche di
Assistenza e Beneficienza(IPAB)
1937 Enti comunali di assistenza (al posto delle vecchie Congregazioni di
carità)
Anni 50-60 Enti nazionali di assistenza per categorie di assistiti
1977, dpr 616: le prestazioni dei servizi sociali e socioassistenziali sono
attribuite a Regioni e Comuni
Negli anni Settanta-Ottanta emerge una nuova cultura dei servizi :
interventi a base locale, chiusura delle istituzioni di ricovero, servizi
territoriali e domiciliari ,prevenzione dei rischi sociali, integrazione fra
assistenza e sanità in una concezione complessiva di salute e benessere
L’assetto istituzionale dei servizi
• Negli anni 80 i servizi sanitari sono affidati alle USL, gli
interventi e i
servizi socioassistenziali variamente ripartiti - in
base alle leggi regionali- tra Usl e Comuni.
• La L.142 del 1990 conferma i servizi sociali alla competenza
dei Comuni
• Dopo il 1992 i servizi sanitari passano alla diretta competenza
delle Regioni tramite le aziende sanitarie regionali.
• La bipartizione tutela della salute / servizi sociali viene ribadita
dal D.Lgs.112/98
• La legge 328/2000 affida alle Regioni il compito di pianificare il
sistema regionale di interventi e servizi sociali, in coerenza con le
altre materie di competenza regionale( sanità,formazione casa
ecc.)
La casa
• In Italia 18 milioni di famiglie(su 22,5 ) sono proprietarie della
casa dove abitano
• 2,9 milioni di abitazioni sono in proprietà “non prima casa” delle
famiglie (usate per seconda casa, date in affitto, lasciate
inoccupate)
• Circa 4 milioni di famiglie affittano da proprietari(famiglie e
società )
• La politica sociale della casa (costruzione assegnazione gestione) è
di competenza delle Regioni e delle loro Aziende (ex IACP)
• Il parco di edilizia residenziale pubblica incide per circa il 5% sullo
stock totale