Droga e Sport - Comitato Italiano Sport Contro Droga
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Droga e Sport - Comitato Italiano Sport Contro Droga
La Droga e lo Sport (di Poli Fabrizio 3 C) L’ assumere droga per molti ragazzi sembra il mezzo per superare i problemi sociali e di contatto tra loro e il resto del mondo; sembra un modo per superare i problemi, per andare avanti e a volte anche per dimenticare, cancellare le proprie fragilità e difficoltà. Il problema della droga, infatti, colpisce soprattutto le persone più depresse, insicure o che non sanno di esserlo o rifiutano di affrontare questa loro condizione. Esse giustificano la dipendenza col pensiero che, se tutto li distrugge, possono farsi del male anche da soli. Spesso si tratta di un vuoto di valori che, se ci si sforza di riconoscere e comunicare, può essere facilmente riempito trovando modi più diversi e più sicuri. Mentre la persona normale trova il mezzo di liberare se stessa con la fantasia, l’ arte, la curiosità e soprattutto attraverso lo sport ‒ opportunità concrete della realtà della vita quotidiana e che richiedono un interesse e un impegno umano creativo piuttosto che un passivo abbandonarsi al gioco del "fantastico"‒, quelle che fanno uso di stupefacenti cercano, di soddisfare le loro esigenze primarie attraverso esperienze sostitutive, caratterizzate da artificialità e provvisorietà di una vita che non sentono più loro. Da anni appare ormai sempre più evidente come tutti i tentativi di distacco dalla droga e di recupero del giovane drogato siano inevitabilmente destinati al fallimento, qualora non ci si preoccupi di aiutarlo a reinserirsi a pieni diritto nella società che lo circonda e nell’ ambiente dove vive. Lo sport può decisamente contribuire a questo scopo. Il ragazzo che è incappato nell'esperienza dell’ uso di stupefacenti, appesantito dai pregiudizi e dalla diffidenza della gente, può trovare un’efficace occasione di reinserirsi nel mondo esterno e di riconquistare in esso un ruolo non più marginale attraverso l’appartenenza a un gruppo sportivo. Il gioco di squadra,infatti, il divertimento della compagnia, la condivisione degli stessi interessi e dei valori di un intero gruppo stimola il ragazzo a credere in sé e nei valori sociali ed è sollecitato a credere a ricrearsi delle motivazioni, ad avere degli stimoli, a trovare degli amici e a ricominciare da capo. E’ importante, inoltre, anche avere una figura di riferimento, l’ allenatore, con la quale, come capita a scuola con i docenti, è giusto anche scontrarsi delle volte, ma che proprio per questo confrontarsi, per la sua autorevolezza, viene a svolgere anche un ruolo di educatore, affidando al soggetto che viene da esperienze difficili un ruolo importante anche nel gioco, gratificandolo e facendo salire abbondantemente il livello di autostima precedentemente stato perduto. Un altro modo per far allontanare il soggetto dall’ uso di sostanze nocive è fargli ricoprire un ruolo superiore a quello degli altri o qualificato. Ruoli, ad esempio, di aiuto ai disabili possono fargli capire che i problemi veri della vita sono altri e non le sciocchezze che lo hanno portato all’ assunzione di sostanze stupefacenti. O magari che, anche se i suoi sono stati problemi difficili da affrontare, non bisogna rimanere da soli e, anzi, condividerli con gli altri e magari con chi ne ha di più gravi può spingere alla solidarietà e alla reciproca fiducia. Insomma, lo sport è un formidabile argine al grande pericolo della caduta nelle tossicodipendenza e in altri gravi fenomeni come il bullismo, la devianza della microcriminalità, la violenza. Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci Via della Grande Muraglia, 37 00144 Roma Docenti referenti Prof.ri Chiaristella Vernole, Luigi Chiavarone. Recapiti 3293162838 Telefono scuola:06-5296334