Esempio di norme redazionali

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Esempio di norme redazionali
CRITERI GENERALI
I testi redatti al computer, possibilmente in Word per Mac o per Dos, vanno consegnati
in formato elettronico, completi di una stampata su carta, dove compaia: titolo, nome
dell’autore, indice, numerazione delle pagine, eventuali note; adottare possibilmente un
corpo e un’interlinea non troppo piccoli.
Gli a capo devono essere ben identificabili (adottare quindi una giustificazione “a
blocchetto” e non “a bandiera”) e sufficientemente frequenti.
ORDINAMENTO DEL TESTO
Tutti i testi sono composti normalmente in TONDO.
Si usa il CORSIVO per:
1) i titoli di libri e di opere di ogni genere (musicali, teatrali ecc.); l’articolo
determinativo nel titolo va assimilato sintatticamente nel testo, quando è necessario
(es.: Il Tasso compose La Gerusalemme liberata; nella Gerusalemme liberata il
Tasso…, e non ne La Gerusalemme liberata);
2) le parole o brevi espressioni in lingua diversa da quella del testo, che seguiranno le
flessioni proprie della lingua originale.
Vanno però composti in TONDO:
1) le parole in lingua straniera che, pur conservando la forma grafica originaria, sono
ormai assimilate all’italiano e come tali sono considerate invariabili;
2) qualsiasi parola straniera che ricorra con frequenza nel testo e che diventerà
invariabile (es.: in un libro di economia le parole “input” e “output”, con il plurale
“input e “output” ecc.
3) i nomi propri stranieri di associazioni, cariche pubbliche, istituzioni ecc., che non
hanno un equivalente in italiano (es.: British Museum, Royal Society, École
Pratique des Hautes Études ecc.).
SEGNI DI INTERPUNZIONE
I segni di interpunzione (. , : ; ! ?) e le parentesi che fanno seguito a una o più parole in
corsivo si compongono sempre in tondo, a meno che non siano parte integrante del
brano in corsivo (es.: Nabokov scrisse Look at Harlequin!, ma…).
I periodi fra parentesi avranno il punto fermo dopo la parentesi di chiusura.
I versi di una citazione, quando non siano distinti dal capoverso, si dividono l’uno
dall’altro con la barretta obliqua / preceduta e seguita da uno spazio.
ACCENTI E APOSTROFI
Per gli accenti usare sempre le lettere accentate e mai gli accenti ad apostrofo, in
particolare sulle maiuscole, quindi: perché, così, sé, accadrà, gioventù, È ecc.
Nelle sequenze se stesso, se medesimo, se stante non si userà mai l’accento.
Gli aggettivi tale e quale dinanzi a vocale subiscono il troncamento e non vogliono
l’apostrofo (es.: un tal uomo, qual è, qual era, qual amico, qual audacia ecc.)
CITAZIONI
Si compongono in TONDO TRA VIRGOLETTE BASSE (o caporali « ») le parole o i
brani citati che occupano poche righe anche se in lingua diversa da quella del testo.
Si compongono in un corpo più piccolo rispetto al testo i passi citati quando sono
lunghi. In questo caso le virgole di apertura e di chiusura saranno omesse, il testo sarà
preceduto e seguito da una riga bianca e il numero di nota sarà messo dopo il punto
finale.
Sia nelle citazioni tra caporali che negli infratesti le omissioni di testo si indicano con
[…] come tra parentesi quadre vanno anche le interpolazioni.
DATE E NUMERI
NUMERI ARABI
Si scrivono in CIFRE:
1) quando si tratta di date: il 12 dicembre 2000;
2) quando sono usati per individuare numericamente un determinato elemento: pagina
8, articolo 3, fase 4 ecc.;
3) quando si indica un numero civico: il numero 42 di via Isonzo;
4) numeri decimali: era lungo 3,5 centimetri;
5) nell’indicazione di percentuale: 15 per cento;
6) numeri complessi: 3.347 persone rimasero coinvolte…
Il puntino va sempre messo alle migliaia, ad eccezione degli anni nelle date e delle
leggi.
Si scrivono in LETTERE in tutti gli altri casi, in particolare:
1) a inizio di periodo: Quindici bambini andarono in gita…;
2) in espressioni linguistiche colloquiali o convenzionali: «I soliti quattro gatti», «I
cento giorni di Napoleone» ecc.;
3) le ore del giorno: le sei, le cinque e mezzo, le otto meno venti, mezzanotte e cinque
ecc.;
4) lo zero: es.: tutti i numeri maggiori di zero…
NUMERI ROMANI
Si usano per
1) distinguere membri omonimi della stessa famiglia, della stessa dinastia in caso di
imperatori, re e papi: papa Giovanni XXIII, Paul Getty IV, re Ferdinando II;
2) nei nomi propri di imbarcazioni e altri veicoli: Clementina II (barca), Mariner IV
(sonda spaziale).
3) I corpi d’armata, le flotte, le flotte aeree (es.: La V flotta americana ecc.).
N.B. I numeri romani si scrivono sempre in maiuscoletto senza esponente.
DATE
ESEMPI:
1) il 1994;
2) nel 1650;
3) le occupazioni del ’74 (ma lo spirito del Sessantotto se inteso come movimento);
4) dal 32 a.C. al 64 d.C (dove a.C. = avanti Cristo, e d.C. = dopo Cristo);
5) il 3 novembre 1943;
6)
7)
8)
9)
lunedì 9 gennaio 1984;
dal 16 al 22 giugno 1816;
1949-50 (senza apostrofo)
18 aprile 1992 - 22 maggio 1993.
RICORRENZE
Si scrivono per esteso con iniziali maiuscole: il Venticinque Aprile, il Primo Maggio
ecc.
INDICAZIONI DI SECOLO
Si scrivono in numeri romani (in maiuscoletto): il XIII secolo, oppure si scrive il
Quattrocento, l’Ottocento, in questo caso con l’iniziale maiuscola.
Le decadi hanno l’iniziale maiuscola: gli anni Venti.
UNITÀ DI MISURA
Le quantità misurate sono costituite da valori numerici accompagnati da unità di misura.
Nei testi di tipo scientifico vengono sempre espresse in cifre; il valore numerico precede
l’indicazione dell’unità di misura, cioè del suo simbolo; il valore numerico e il simbolo
di unità di misura si scrivono separati da uno spazio; il simbolo non è mai seguito dal
punto di abbreviazione:
2 m (non 2 metri né 2m.)
28 l (non 28 litri)
49 cm
12,6 kg
18,1 °C
Quando più valori numerici successivi si riferiscono alla stessa unità di misura, questa
può essere espressa una sola volta, dopo l’ultimo valore (es.: Il peso può variare da 2 a 5
kg).
SIGLE
Le denominazioni di partiti politici, enti, organizzazioni varie si abbreviano nelle sigle
d’uso, composte di seguito, senza interporre punti e in maiuscoletto (es.: USA, CEE,
URSS ecc.). Quando è necessario, si dà la denominazione completa, per esteso tra
parentesi tonde e di seguito, la prima volta che compare la sigla (es.: CRF (Council on
Foreign Relations)).
ABBREVIAZIONI
avanti Cristo
confronta
dopo Cristo
eccetera
ibidem
Idem
a.C.
cfr.
d.C.
ecc. (mai preceduto da virgola)
ibid.
Id.
nota del curatore
nota dell’autore
nota del traduttore
pagina/e
per esempio
seguente/i
senza data
senza luogo di edizione
versi
volume/i
Mister, Mistress
Madame
Madamoiselle
Monsieur
senior
junior
Saint
[N.d.C.]
[N.d.A.]
[N.d.T.]
p./pp.
per es.
sg./sgg.
s.d.
s.l.
v./vv.
vol./voll.
Mr, Mrs (errato Mr., Mrs.)
Mme
Mlle
M.
sr (errato sr.)
jr (errato jr.)
St (errato St.)
CITAZIONI
Se brevi (entro le 3/4 righe di testo) si inseriscono nel discorso tra virgolette basse. Nel
caso che siano precedute dai due punti la prima parola all’interno delle virgolette è
maiuscola. Importante: gli eventuali segni di interpunzione vanno fuori dalle
«virgolette». Vanno all’interno solo se i segni di interpunzione particolari (?!...)si
riferiscolo alla «citazione stessa!».
Se la citazione è lunga va staccata dal resto del testo andando a capo, ed evidenziata con
uno spazio-interlinea sopra e sotto. In questo caso si eliminano le virgolette. Sulla
stampata è opportuno evidenziare la citazione con un scritta o un segno a margine del
brano citato.
Citazione all’interno di una citazione va in questo modo: «Virgolette basse, e all’interno
“virgolette alte”».
CONSONANTE EUFONICA
Nell’uso moderno le forme ed, ad, od resistono solo quando la parola che segue
comincia rispettivamente con e, a, o. Si può fare eccezione per rari casi suggeriti
dall'eufonia come ad esempio, ad eccezione ecc.
MAIUSCOLO
L’uso della maiuscola, tranne i casi ovvi, è da valutare caso per caso. In generale:
adottare comunque sempre una formula omogenea, senza variare all’interno del testo.
Per le iniziali di nomi proprie, se doppie, eliminare lo spazio tra l’una e l’altra: J.-J.
Rousseau.
Da evitare: l’uso del TUTTO MAIUSCOLO (e del maiuscoletto) per nomi, titoli, autori
in nota o bibliografia ecc. Lo si adopera per:
1) sostantivi che indicano una persona, luogo determinato, istituzione, partiti,
organizzazioni politiche, economiche e sociali, istituzioni scientifiche e culturali:
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
lo Stato (ente); statale
la Costituzione; costituzionale
il Parlamento (Senato, Camera dei Deputati); parlamentare
il ministro (ma Ministero) della Giustizia
il Partito Laburista Britannico
la Triplice Alleanza
la Comunità Economica Europea
il Club Alpino Italiano
il Consiglio Nazionale delle Ricerche
la Biblioteca Vaticana
la Galleria Nazionale d’Arte Moderna
istituti d’insegnamento:
il Liceo Scientifico Teresa Gullace (frequento il liceo)
l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (frequento l’università di Bari)
istituzioni e corpi militari:
le Forze Armate
la Marina Militare Italiana
nazioni, zone politiche e aree geografiche:
l’Impero Romano
il Terzo Mondo
il Medio Oriente
l’Artide
l’oceano Pacifico
i Mari del Sud
il Polesine
l’Italia del Nord, del Sud; il Settentrione, il Meridione e il Centro Italia, ma Italia
centrale, meridionale, settentrionale
elementi geografici:
l’Equatore
il Polo Sud
il Canale della Manica
il Lago di Garda
il Mar Rosso
il Massiccio Centrale
l’Isola Bella
il fiume Nilo
edifici e monumenti:
la Torre di Pisa
Palazzo Chigi
il Ponte Vecchio
i corpi celesti si scrivono con la maiuscola quando sono usati in senso astronomico:
La Terra gira intorno al Sole; la terra trema; il sole splende nel cielo
nomi che indicano epoche, avvenimenti di grande importanza: il Quattrocento, la
Rivoluzione francese, il Rinascimento;
termini geografici nei casi in cui stanno a specificare la regione geografica
(l’America del Nord, ma a nord di Milano; la crisi del Medio Oriente, a oriente di
Milano);
Santo, Santa, quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località o via (le
torri di San Gimignano);
Nomi che identificano gruppi etnici (razziali, linguistici, tribali) seguono le
normative delle diverse discipline nei libri specialistici. Altrimenti sono
generalmente minuscoli, con eccezione di nomi di tribù.
11) parole straniere come Madame, Monsieur, Lord, Lady, Sir, e le abbreviazioni
relative.
MINUSCOLO
Si adotta nei seguenti casi:
1) sistemi e movimenti politici:
il socialismo
il marxismo
2) designazione geografica usata in senso descrittivo ed elementi geografici:
la riviera ligure
la tundra siberiana
3) denominazioni di carattere generico, termini indicanti nazionalità o semplice
appartenenza a regioni geografiche o politiche
gli aborigeni
gli asiatici
i francesi
i napoletani
4) direzioni geografiche:
ci dirigemmo a sud, a nord-ovest, a sud-est
5) titoli nobiliari, ecclesiastici, accademici e le cariche pubbliche (conte, vescovo,
dottor, presidente, ministro);
6) gradi e corpi militari (generale, tenente, reggimento);
7) nomi come: piazza, corso, via (però Avenue, Street ecc. seguono le norme della
lingua originale);
8) gli accordi, le leghe, le guerre, le battaglie, le campagne, i trattati, periodi attuali,
movimenti e stili culturali e avvenimenti storici:
l’era nucleare
l’umanesimo
il neoclassicismo
il jazz
la pace di Versailles
la prima guerra mondiale
la guerra delle Due Rose
9 premi :
il premio Bancarella.
NOTE
I numeri di nota, in esponente nel testo, precedono sempre il segno di interpunzione e
seguono invece la virgoletta di chiusura se si riferiscono a una citazione. Nell’infratesto
il numero di nota segue il punto finale. Tra la fine della parola annotata e il numero in
esponente non c’è nessuno spazio1. Se il proprio sistema di scrittura non permette la
creazione di esponenti è sufficiente scrivere il numero accanto alla parola2,
cerchiandolo in rosso sulla stampata su carta.
1. Fare sempre un file a parte per le note.
2. Il testo delle note va alla fine del documento. Il numero di nota è seguito da un punto
e uno spazio, esattamente come in questo esempio.
3. All'interno di una stessa nota non si va a capo.
PUNTINI
Sono sempre tre...
Quando indicano l’espunzione di una parte di testo all’interno di una citazione [...]
vanno tra parentesi quadre seguite e precedute da uno spazio. Se la parentesi che chiude
è seguita da un segno di interpunzione [...], come in questo caso, lo spazio naturalmente
non c’è.
Si usa sempre il carattere unico…, tranne nel caso dell’espunzione tra quadre [...].
TESTI TRADOTTI
Rispettare scrupolosamente le andate a capo dell’originale, gli eventuali spazi bianchi, e
– per quanto lo permetta il diverso uso linguistico – l’uso delle maiuscole e la
punteggiatura. Nelle traduzioni dall'inglese sciogliere, per quanto è possibile, i trattini
con più appropriati segni di punteggiatura.
TRATTINI
Si distinguono due casi: per unire due parole (spazio-tempo), si usa il trattino breve
senza nessuno spazio, né prima né dopo.
Per creare un inciso all’interno (sempre a coppia) di una frase si usa il trattino medio,
preceduto e seguito da uno spazio.
Non si usano i trattini con la preposizione latina ex (es.: ex ammiraglio); vice, capo,
anti, contro ecc. fanno corpo unico con la parola che segue. Si usano invece nel caso dei
punti cardinali (es.: si diressero a nord-ovest, andarono a sud-est; ma sempre maiuscolo
tutto attaccato quando si tratta di riferimento ad area geografica ben precisa: Sudest
asiatico; il Nordest ecc.
Importante: Se il proprio sistema di scrittura non consente di distinguere i due tipi di
trattino, è sufficiente – ma necessario – osservare sempre la succitata regola degli spazi,
in modo da consentire al computer un riconoscimento automatico dei due diversi tipi di
trattino.
VIRGOLETTE
VIRGOLETTE ALTE “ ”. Si usano per
1)
enfatizzare, per le deviazioni semantiche, ad esempio quando viene sottintesa
l’espressione “per così dire”, “il cosiddetto” ecc.;
2)
per articoli di riviste o giornali, titoli di saggi e in genere parti o sezioni di
un’opera;
3)
all’interno delle citazioni tra caporali, per le parole che normalmente richiedono
l’uso delle virgolette basse.
VIRGOLETTE BASSE « » (o “caporali”):
1) evidenziano nel testo le citazioni di parole o frasi;
2) si usano anche per i titoli di testate giornalistiche, come «La Stampa» o «Nuovi
Argomenti».
3) Aprono e chiudono le battute di un dialogo:
«Veramente?».
«Sì, hai capito bene».
«Sono chiacchiere?», chiese, «maldicenze?».
«Davvero?», disse. «Non me lo sarei mai aspettato».
Gli APICI SEMPLICI (‘ ’) racchiudono i significati linguistici (book: ‘libro’).
NOTE BIBLIOGRAFICHE
Nelle note bibliografiche e nelle bibliografie va SEMPRE data indicazione del nome del
traduttore, nel caso di testi tradotti da altre lingue. Es.: Cfr. Georges Bataille, Storia
dell’erotismo, a cura di Franco Rella, trad. di Susanna Mati, Roma, Fazi Editore, 2006.
ESEMPI DI INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA:
Stefano Battaglia, Masuccio Guardati e la narrativa napoletana del Quattrocento,
Firenze, Le Monnier, 1953, p. 37.
Giuseppe Petrocchi, “Premesse per una valutazione del Novellino”, in La coscienza
letteraria del Medioevo, Napoli, Liguori, 1963, pp. 549-84.
Giuseppe Petrocchi, op. cit., p. 37; oppure Giuseppe Petrocchi, Masuccio, cit., p. 37 (se
sono state citate più opere di Petrocchi).
Mario Rusciano, “Rapporto di lavoro pubblico e privato”, «Lavoro e diritto», III, n. 3,
1989, pp. 171 sgg.
Come si può vedere dagli esempi, si citano: autore (con il nome per esteso), titolo, casa
editrice, città, data, indicazione di pagine; se un’opera è in più volumi e questi sono stati
pubblicati in anni diversi, l’indicazione del volume deve precedere la casa editrice, il
luogo e l’anno d’edizione che vanno riferiti al solo volume citato.
Se lo scritto è apparso in un periodico, dopo il titolo, in tondo tra apici, si cita la testata
del periodico in tondo tra caporali, poi il numero dell’annata o del volume, l’anno di
pubblicazione, il numero del fascicolo, le pagine. Si cita tondo tra virgolette alte anche
il saggio pubblicato all’interno di un’opera collettanea.
Si usano:
1) op. cit. quando si cita nuovamente un’opera, con soluzione di continuità, l’unica di
quell’autore, già citata nel testo;
2) parte del titolo, cit., se dello stesso autore sono state citate più opere;
3) ibid. (in corsivo senza altra indicazione quando la citazione si ripete senza
soluzione di continuità e tutti gli elementi della citazione, compreso il numero di
pagina, rimangono invariati;
4) ivi (in tondo) e aggiungendo gli elementi varianti, come il numero di pagina,
quando la citazione si ripete senza soluzione di continuità;
5) Id. quando, senza soluzione di continuità, si cita un’altra opera dello stesso autore.
N.B. Gli atti di convegni e congressi si considerano come libri e vanno quindi in
corsivo; gli atti di società, istituzioni, ministeri a cadenza periodica si assimilano alle
riviste e vanno in tondo tra caporali.