Norme per la redazione del testo

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Norme per la redazione del testo
Norme per la redazione del testo
Norme ortografiche e per la redazione dei segni di interpunzione
Puntini di sospensione
Sono sempre solo tre e si inseriscono con l’apposito carattere unico. Come ogni segno di
punteggiatura vanno staccati dalla parola che segue ma attaccati a quella che li precede.
Parentesi
La parentesi di apertura non è mai preceduta da virgola.
Il punto fermo andrà all’interno della parentesi se questa contiene una frase autonoma
rispetto al testo, andrà invece all’esterno quando conclude un periodo cominciato prima
della parentesi.
Le parentesi quadre si usano ogni volta che si introduce nel testo un’aggiunta, una spiegazione, un riferimento, una traduzione. Vengono inoltre utilizzate per segnalare un taglio o
una lacuna nel testo, inserendo tra parentesi il simbolo dei puntini di sospensione […].
Trattino
Il trattino delimitatore di incisi e quello usato nelle elencazioni è sempre medio (– e non -).
Non essendo facilmente disponibile sulla tastiera si può usare il doppio trattino breve: -(facilmente sostituibile in fase di impaginazione dal grafico).
Il trattino breve ( - ) si usa per legare due parole in un unico concetto (per esempio: nordest). Va usato solo nei casi in cui sia effettivamente necessario.
Virgolette
Vanno scritti tra virgolette i termini che specificano il significato di un altro termine, i dialoghi e le frasi indirette, i titoli di riviste o giornali.
Quando viene citato un brano da un’opera, la citazione si racchiude tra virgolette basse
(« »); le intercitazioni tra virgolette elevate doppie (“ ”); eventuali ulteriori intercitazioni tra virgolette elevate semplici (‘ ’).
Se non si sanno immettere dalla tastiera i caporali, possono essere sostituiti con i segni
< e >.
L’uso delle virgolette esclude quello del corsivo.
Nei dialoghi ogni battuta è introdotta dalle virgolette basse, che si chiudono anche in caso
di inciso. Esempio: «Mi spieghi», disse, «mi racconti tutto!».
Apostrofi
L’apostrofo deve essere usato per operare l’elisione della vocale finale di articoli, preposizioni articolate e aggettivi, quando la parola che segue incomincia per vocale producendo
una cacofonia.
Si usa anche per indicare l’elisione della vocale finale in alcune forme imperative. Es. fa’ =
fai, va’ = vai.
Non si usa l’apostrofo, invece, in caso di caduta della sillaba finale o della vocale finale di
una parola a prescindere da come inizi la parola che segue (per esempio: «po’» quando sta
per «poco»).
Si usa l’apostrofo nelle date in sostituzione del millennio e del secolo (‘64); l’apostrofo non
deve essere girato.
Non vanno mai usati due apostrofi di seguito.
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Accenti
Le lettere maiuscole vanno accentate, non apostrofate. Es. È e non E’.
Si usa l’accento grave sulle parole: è (verbo essere), cioè, caffè, tè, piè.
Si usa l’accento acuto sulle parole: perché, poiché, né, affinché, sé, benché, finché.
Si usa l’accento sui monosillabi: dì (quando vuol dire giorno), lì, là (quando sono avverbi),
dà (indicativo presente, terza persona di «dare»), sì (quando è affermazione), sé (quando
non precede «stesso»), né (negazione).
Non si usa l’accento sui monosillabi «fa» (verbo «fare»), «do» (verbo “dare”).
D eufoniche
Eliminare le d eufoniche, tranne di fronte al verbo essere o nel caso di incontro di vocali
uguali. Va sempre evitato l’uso di «od».
Alla forma «ad esempio» va sempre preferita la forma «per esempio».
Stili
Fra i diversi stili disponibili nei programmi di videoscrittura utilizzare solo il corsivo per le
parti di testo che lo richiedono (titoli di libri, termini stranieri o altro).
Non usare mai né il neretto (o grassetto) né il sottolineato (eccetto per il caso dei nomi degli
autori nella bibliografia).
Per le sigle e gli acronimi utilizzare il maiuscoletto (ONU). Per i numeri romani, invece, sempre il MAIUSCOLO.
Non scrivere mai, nemmeno i titoli, in TUTTO MAIUSCOLO.
In generale: se non esplicitamente necessario, è bene evitare l’uso dell’iniziale maiuscola.
Si scrivono con l’iniziale minuscola i nomi dei giorni e dei mesi e i nomi di popolazioni, di
razze, di religioni.
Sigle, numeri, simboli e segni diacritici
Le sigle e gli acronimi si scrivono in maiuscoletto omettendo i punti divisori, e devono essere di norma sciolte alla loro prima occorrenza.
I numeri vanno in genere espressi in lettere, a meno che non siano troppo lunghi o molto
numerosi nel testo. Le percentuali si esprimono con il simbolo % in una tabella o in un’elencazione, ma in lettere nel testo (il 10 per cento della popolazione), a meno che si tratti di un
testo molto tecnico in cui la percentuale ricorre spesso.
I periodi di tempo vanno preferibilmente espressi così: negli anni Settanta, negli anni
Quaranta.
Indicare la presenza di caratteri o segni particolari (lettere greche, segni diacritici, simboli
matematici, ecc.), evidenziando in modo ben visibile sulla copia stampata la parola modificata e scrivendo a penna il tipo di segno.
Abbreviazioni
All’interno del testo le abbreviazioni vanno usate il meno possibile: si preferisce che le parole siano scritte per esteso. Nelle note e nelle bibliografie si fa invece uso di abbreviazioni.
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Rimandi all’interno del testo
I rimandi non dovrebbero mai riferirsi a numeri di pagina: si può invece rimandare a sezioni del testo (capitoli, paragrafi, sottoparagrafi), alle illustrazioni, alle tabelle, alle equazioni
e/o formule, alle appendici e agli esempi, che sono opportunamente numerati.
Se indicare il numero di pagina sarà necessario, indicare in neretto i rimandi interni a capitoli, note, disegni, ecc., il cui numero di pagina dovrà essere individuato sulle bozze definitive.
Citazioni
Le citazioni di lunghezza minore alle tre righe vanno incorporate nel testo, fra virgolette
caporali.
Le citazioni di lunghezza superiore alle tre righe vanno composte in corpo minore, non tra
virgolette, separate con uno spazio dal testo che le precede e le segue.
Scrivere l’eventuale riferimento al testo citato tra parentesi tonde alla fine della citazione.
Figure e tabelle
Le figure e le tabelle devono essere numerate e accompagnate da didascalie illustrative.
Ogni illustrazione che non sia creazione dell’autore del testo nel quale essa appare, inoltre,
deve riportare:
– le indicazioni complete di titolo, autore, anno di realizzazione;
– l’indicazione della fonte (altro libro, museo, località e così via);
– l’indicazione del detentore dei diritti di riproduzione, al quale si sarà richiesto l’assenso
alla riproduzione.
Indicazioni bibliografiche per le citazioni
Non si dovrebbero mescolare le note esplicative con quelle bibliografiche. È preferibile creare la bibliografia alla fine del volume e all’interno del testo utilizzare il rimando con il sistema autore-data – per esempio: (Carré, 1996) – indicando tra parentesi il nome dell’autore
e la data originale di pubblicazione:
– l’autore e la data vanno fra parentesi tonda;
– se l’autore è già menzionato nel testo, fra parentesi va solo la data;
– il nome dell’autore e la data sono separate da una virgola;
– le indicazioni di pagina vanno dopo la data (anche in questo caso seguita da una virgola);
– quando di un autore si cita contemporaneamente più di un’opera, le date di riferimento
vanno separate da un punto e virgola;
– quando di un autore si citano due o più titoli apparsi nello stesso anno, questi si distinguono da una lettera alfabetica minuscola e progressiva in tondo.
Nella bibliografia finale apparirà il testo completo di data originale, seguita dal titolo della
versione tradotta in italiano che è stata l’edizione di riferimento per l’autore.
Esempio: rutter m., rutter m. (1992), L’arco della vita, Firenze, Giunti, 1995.
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Note
La numerazione delle note ricomincia a ogni capitolo.
I numeri delle note vanno posti sempre prima dei segni di punteggiatura e a esponente.
Uniche eccezioni: dopo il punto interrogativo, quello esclamativo e i puntini di sospensione.
Nelle note l’autore va citato con il nome di battesimo puntato che precede il cognome (il
contrario di quello che accade nella bibliografia).
Bibliografie
Alla fine del testo è opportuno offrire un elenco di tutte le opere citate nel testo con i dati
bibliografici completi. Nel caso di opere straniere, è necessario verificare se ne esista la traduzione italiana.
Compilazione
Per la compilazione delle bibliografie alla fine del testo procedere secondo il seguente ordine:
a. cognome e nome completo dell’autore a lettere sottolineate (che nell’impaginazione finale diventeranno maiuscoletto); anche le iniziali devono essere minuscole (leopardi g.). Nel
caso di iniziali doppie di nomi propri eliminare lo spazio tra l’una e l’altra: j.j. rousseau.
b. data dell’edizione originale tra parentesi;
d. titolo completo dell’opera (i capitoli in opere collettanee in tondo tra caporali);
e. città di edizione (nella lingua d’origine) ed editore;
f. data di pubblicazione.
minois g. (2003), Storia del mal di vivere, Bari, Dedalo, 2005.
morselli g., Dissipatio H.G., Milano, Adelphi, 1977.
rutter m., rutter m. (1992), L’arco della vita, Firenze, Giunti, 1995.
I titoli di capitoli, parti o paragrafi interni a un volume vanno in tondo tra virgolette basse. Le
bibliografie vanno sempre italianizzate. Per esempio togliendo i due punti usati in quelle americane, e mettendo «a cura di» invece di «ed.» o «eds». Per tutti i casi più complessi fare riferimento all’uso consolidato della casa editrice, consultando qualche libro Magi già pubblicato.
Per articoli tratti da riviste:
a. cognome e iniziale del nome dell’autore a lettere sottolineate (che nell’impaginazione
finale diventeranno maiuscoletto); anche le iniziali devono essere minuscole (leopardi g.)
b. data della redazione originale tra parentesi;
d. titolo (in corsivo);
e. nome della rivista tra caporali;
f. numero progressivo, anno, data.
g. numeri di pagina.
migone p., Farmaci antidepressivi nella pratica psichiatrica: efficacia reale, «Psicoterapia e
scienze umane», 3, 2005.
mendlewicz j., rainer p., Morbidity risk and genetic transmission in maniac-depressive illness, «America Journal of Human Genetics», 26, 1974, pp. 83-120.
Elenchi
Le strutture a lista, o elenchi, hanno la funzione di dare al testo un’impostazione funzionale e chiara quando chi scrive deve elencare più elementi di una serie o passaggi successivi di una procedura. Sono previsti due tipi di elenchi:
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– quelli in cui ogni elemento della lista inizia con lettera minuscola e finisce con un punto e
virgola, tranne l’ultimo, seguito da un punto fermo; in questo caso l’elenco è quasi sempre
evidenziato da trattini (lunghi –), qualche volta da lettere (minuscole, tonde e puntate);
– quelli in cui ogni elemento della lista inizia con lettera maiuscola e finisce con il punto,
perché ognuno di essi costituisce un lungo periodo autonomo, articolato e completo.
Sono segnalati inizialmente da numeri o da un pallino nero e sono preceduti e seguiti da
una riga vuota che li distanzia dal testo.
Traduzioni
1. Il traduttore deve rispettare i capoversi del testo originale.
2. Se nel testo originale ci sono infratesti spaziati e con corpo minore, mantenerli nella traduzione in modo che siano facilmente individuabili in fase di impaginazione.
3. Effettuare la ricerca bibliografica, per integrare eventuali dati mancanti di un testo citato o verificare se ne esista la traduzione italiana.
4. Segnalare ogni manchevolezza del testo originale (dati contraddittori, inesattezze) ed
evidenziare in neretto le parole o i periodi dubbi. È comunque auspicabile che la maggior parte dei problemi venga risolta prima della consegna del manoscritto.
Indicare sulla stampa la presenza di caratteri o segni particolari (lettere greche, segni
diacritici, simboli matematici, ecc.).
5. Non omettere di tradurre alcuna parte, pagina, paragrafo o riga, e in caso segnalarlo.
Oltre al testo, tradurre:
– i titoli dei libri citati all’interno del testo e non pubblicati in italiano (porre il titolo tradotto
tra parentesi quadre);
– le dediche o citazioni;
– l’indice generale;
– le note (attenzione: le note aggiunte dal traduttore devono sempre essere differenziate
da quelle dell’autore, per esempio con l’indicazione [N.d.T] posta all’inizio);
– le didascalie delle figure;
– la quarta di copertina;
– l’indice analitico (attenzione: le voci dell’indice analitico non vanno ordinate alfabeticamente. Questo lavoro verrà fatto successivamente in redazione).
6. Eseguire il controllo ortografico sul documento.
7. Controllare l’esatta trascrizione di nomi e cognomi su tutto il testo.
8. Lo stile e il linguaggio dell’autore/traduttore non vanno alterati e anzi devono essere
rispettati il più possibile.
9. Alla consegna del lavoro il dischetto deve essere accompagnato da una stampa su
carta, e da una nota con commenti per segnalare problemi, peculiarità o tutto ciò che
possa essere utile ai fini delle successive impaginazione e correzione di bozze.
10. Le voci di un eventuale indice analitico sono minuscole e non vanno ordinate alfabeticamente. A questo provvederà successivamente la redazione quando l’impaginato sarà
in fase finale.
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