COMUNICATO STAMPA Carlo Moretti srl La storia della Carlo
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COMUNICATO STAMPA Carlo Moretti srl La storia della Carlo
COMUNICATO STAMPA Carlo Moretti srl La storia della Carlo Moretti prende avvio cinquant’anni fa – per l’esattezza, il 30 ottobre del 1958 – come sfida di due giovani muranesi, appartenenti ad una famiglia di imprenditori del vetro, ad esplorare nuove tecniche ed applicazioni ed aprire nuovi orizzonti di mercato. Il maggiore, Carlo, ventiquattrenne, l’altro, Giovanni, solo diciottenne, assumono la responsabilità di una piccola ditta che produceva bicchieri a livello artigianale e la trasformano e sviluppano in modo originale ed innovativo andando a collocarsi, nel tempo, come una delle realtà più interessanti e riconoscibili nel panorama muranese. E’ a pieno titolo una “fabbrica d’autore”, tra le poche sopravvissute a Murano, dove creatività e scelte strategiche coincidono in una firma personale e inconfondibile. La famiglia d’origine dei fratelli Moretti aveva offerto loro l’esperienza – tecnica e manageriale – stratificata in più generazioni. Ma la nascita di questa nuova avventura imprenditoriale si basava soprattutto sul loro entusiasmo e su una creatività e un know-how che andavano maturando sul campo. E quell’imprinting degli esordi, fatto di una collaborazione stretta e feconda tra i due fratelli, i cui ambiti specifici si sono intrecciati, integrati e sovrapposti in modo ricco e articolato, è rimasta la ‘cifra’ connotante dell’azienda dal 1958 ad oggi. Una sinergia e un’intesa così intima e profonda che sopravvive anche all’improvvisa scomparsa di Carlo, avvenuta nel maggio di quest’anno. Se Carlo aveva infatti sin dall’inizio mostrato maggiore attitudine al disegno e al tradurre in ‘segni’ un’idea che avrebbe poi preso corpo tra le mani esperte dei maestri vetrai, firmando alcune delle grandi creazioni del vetro muranese e delineando lo ‘stile’ dell’azienda, Giovanni aveva manifestato più attenzione alla definizione dell’immagine, allo studio del mercati, delle tendenze e delle richieste commerciali, alla comunicazione e al marketing, anche in virtù dei suoi studi di indirizzo commerciale. Ma se questa ripartizione di compiti seguiva una propensione naturale e formativa dei due fratelli, è pur vero che sempre più, con il passare degli anni, è divenuto assai difficile delineare il confine tra il contributo dell’uno e quello dell’altro. Molti degli oggetti più recenti – dai bicchieri ‘i Diversi’, stessa forma ma con decori e colori differenti, ai vasi ‘i Piccoli’ – serie di vasi numerati di dimensione ridotta al 30%, dai ‘Calici da collezione’, la cui realizzazione richiede l’impiego di circa 15 persone per ogni singolo bicchiere – ai ‘Neri’ che con coraggio e provocazione introducono il colore nero alternato al cristallo negli oggetti per la casa – portano il segno di questa osmosi creativa e di progetto. Carlo e Giovanni Moretti parlano di vetro con un linguaggio nuovo. Sin dai primissimi anni ‘70, la Carlo Moretti si distingue per la ricerca di linguaggi nuovi e per la continua e ostinata sperimentazione di forme e di materiali. In un momento di grande difficoltà e crisi della realtà produttiva di Murano, i fratelli Moretti investono sull’innovazione. Dallo studio per migliorare le caratteristiche del Cristallo di Murano, trasparente e puro grazie ad accorgimenti tecnici e qualità dei componenti, allo sviluppo della produzione di vetro colorato, in unico strato o incamiciato, che ha portato all’utilizzo, oltre che dei colori tradizionali della vetraria muranese, anche di particolari ossidi di Terre Rare che hanno permesso di ottenere tonalità altrimenti non raggiungibili. Innovazione anche negli strumenti del lavoro e nelle tecniche di produzione: escluso l’uso di qualsiasi stampo, vengono invece utilizzati costruzioni in legno di pero selvatico per dare la forma definitiva alle opere prodotte, riservando ai maestri vetrai le fondamentali applicazioni a mano libera, detta volante. Inoltre, mole arenarie o diamantate e ruote di sughero e di feltro imbevuto di ossidi di cerio permettono di operare aggressioni a freddo del cristallo trasparente e di colore, ottenendo tagli netti, abrasioni e lucidature. I Moretti promuovono un linguaggio che porta la forma a dialogare con la funzione dell’oggetto d’uso, prendendo le distanze dalla tradizione storica muranese e confrontandosi quindi con un orizzonte più ampio, trasversale e internazionale. Coniugano il secolare ”saper fare” dei maestri vetrai muranesi con le istanze progettuali del design italiano contemporaneo. Dopo le prime realizzazioni in vetro satinato e incamiciato bicolori che tanto successo ebbero presso i magazzini Bloomindale di New York, è il 1974 che segna la svolta con la riscoperta del Cristallo di Murano, in passato patrimonio dei vetrai dell’isola, poi abbandonato e dimenticato. Secondo i Moretti, la purezza della linea doveva trovare nel Cristallo di Murano la sua giusta espressione. Nascono allora straordinari progetti come il bicchiere “Ottagonale” del 1974 e l’“Ovale” del ’76, dove la ‘forma’ assume un valore espressivo e dove si procede per sottrazione, semplificazione piuttosto che per sovrabbondanza. Oggetti quali la serie di coppe “Lobato” del 1978 o quella di bicchieri e vasi ”Asimmetrico” del 1986 che, visti oggi con sguardo prospettico, si rivelano opere-chiave di quella ‘dissoluzione consapevole’ del consueto. Così come il vaso “Cartoccio” del 1983, uno dei pezzi più significativi della collezione della Carlo Moretti, che trae ispirazione da un oggetto quotidiano della vita veneziana: il cartoccio di carta grezza con cui veniva venduto il grano per i colombi in Piazza San Marco. L’idea si traduce in disegno esecutivo e in prototipo attraverso la stretta collaborazione con l’abilità tecnica dei maestri. Un’educazione al bello e all’essenziale che si rinnova di continuo e che trae ispirazione dalle fonti più diverse e personali, dalla contemplazione della natura alle più ardite realizzazioni dell’uomo. In questa continua ricerca ed evoluzione di forme e di colori, i Moretti approdano poi a cristalli leggermente colorati ed infine a vetri in pasta fortemente in colore che hanno caratterizzato gran parte della produzione degli anni 2000. Quest’ultima produzione ha portato una vera rivoluzione negli oggetti della casa, introducendo contrasti e accostamenti audaci e di grande raffinatezza che hanno contribuito ad educare il gusto del mercato italiano ed internazionale. Notevole è anche dalla metà degli anni ‘90 in poi, l’introduzione dei "Monolite”, oggetti a sé, sculture di vetro costruite con una tecnica particolare – un'architettura di elementi di vetro separati, molati, poi assemblati e fusi assieme in uno speciale forno di trattamento termico – che hanno portato il marchio Carlo Moretti anche in ambiti più affini all’arte che a quello del design industriale, e aprendo un fronte anche al collezionismo in senso classico. Ma se la tecnica e la produzione si sono rinnovati continuamente, non da meno sono state le strategie di promozione e di marketing degli oggetti Carlo Moretti. Inoltre, esito di una felice intuizione è stata l’introduzione, fin dagli albori, della firma a punta di diamante. Ogni oggetto è firmato a mano in modo da renderlo inconfondibile e unico. La produzione di articoli prodotti in numero limitato, soffiati a bocca e rifiniti a mano, e certificati da un documento di garanzia che ne riporta il numero di serie, la data e la tecnica di fabbricazione ha contribuito all’affermarsi di un nome e di un marchio sinonimo di qualità. L’idea poi di aprire al pubblico, una o due volte l’anno, la fabbrica per la vendita al dettaglio di oggetti fuori produzione ha fatto scuola a Murano ed è stata in seguito emulata e riproposta da molti altre aziende del vetro a Murano. Questa unicità della produzione della Carlo Moretti ha sin da subito incontrato apprezzamento e importanti riconoscimenti a livello internazionale, sia da parte del mercato che di critici e collezionisti. Si ricordano tra gli altri la Medaglia d’oro Internationalen HandwerksmesseMunchen e il Premio Internationale Kunsthandwerk-Stuttgart del 1966; il Premio Macef del 1976; l’Arango International Design Competition Glass that Works-Miami Fl. U.S.A. del 1984. Inoltre la Selezione Compasso d’oro nel 1987 per i bicchieri cavo cono, nel 1989 per i bicchieri ovale piede ovale, nel 1991 per i calici soffio e la Selezione ADI per l’Esposizione Universale 2005 in Giappone, Aichi, per i bicchieri ovale piede ovale. A conferma di tale qualità e valore sta la presenza degli oggetti Carlo Moretti tra le collezioni permanenti dei principali Musei di Arti Decorative del mondo. Tra questi, solo per citarne alcuni: lo Staatliche Museen Preussischer Kulturbesitz Kunstgewerbemuseum di Berlino, il Musée Ariana di Ginevra, il National Board of Antiquities di Helsinki, il Museum of decorative Arts di Praga, il Victoria and Albert Museum di Londra, The Cooper-Hewitt Museum e The Museum of Modern Art di New York e il The Corning Museum of glass di Corning, NY, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Museo Do Design del Centro Culturale di Belém, a Lisbona, il Musée du Verre di Charleroi, oltre ovviamente al Museo del Vetro di Murano. (M. M.)