LUCIFERO 2011

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LUCIFERO 2011
LUCIFERO 2011
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LUCIFERO Ottobre 2011
Intervista a Gianni pg.3
INDICE
Cosa pensano di noi le altre
scuole? pg.4
Nonciclopedia vs. Vasco Rossi pg.5
Che cosa e chi ascoltiamo? pg.6
Angolo dei fumetti pg.7
Mr. Smellow pg.8
Intervista a Nevruz Joku pg.10
Psicopatia e successo pg.12
Killer Stars pg.13
Il giornalino pg.14
Ma non eri in America?? pg.15
Sulla voglia di studiare pg.17
Una Barca Nel Bosco pg.18
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LUCIFERO Ottobre 2011
Intervista a Gianni
Nome? Gianni
Cognome Roselli
Soprannome? Mi chiamano Mc Gianni
Quando è nata la tua passione per i
panini? Circa 23 anni fa
Qual è stato il tuo primo panino
venduto? I miei primi storici panini
sono stati il "CFM" e la Carbonara
Sei sempre stato fedele al Paleok? Ho
sempre venduto i miei panini qui al
Paleocapa in questo angolo. Una volta
eravamo in due, uno in ogni blocco.
Adesso c'è un banco anche vicino
all'auditorium, in fondo i ragazzi qui a
scuola sono più del doppio di qualche
anno fa.
Preferiresti vendere panino qui o a
San Siro? Sicuramente qui, là c'è
Gianni mentre sceglie con i nostri giornalisti cosa mangiare!
troppo casino.
Come andavi in matematica dato che sbagli sempre i resti? ah ah, abbastanza bene. Lo faccio perché mi
siete simpatici.
Che emozioni si provano a vendere panini? E' una cosa interessante e piacevole, anche se c'è parecchia
ressa appena suona la campana.
Che rapporto hai con la clientela? Ottimo, mi piace molto stare in mezzo ai ragazzi.
Corri rischi nel tuo lavoro? Ci sono parecchi rischi, soprattutto legati all'igiene, ad esempio nella
produzione dei panini.
Con la crisi economica aumenterai il prezzo dei panini? No, ho sempre cercato di lasciare i prezzi
vantaggiosi e continuerò a farlo. Quando c'erano ancora le lire i panini costavano ancora meno.
Vorresti evolverti e aprire una paninoteca? Ho già avuto un ristorante self-service in centro e una pizzeria
a Bosaro, per adesso mi occupo di catering.
Cosa vorresti cambiare in questa scuola? Mi piacerebbe fare una cosa tipo piccolo luogo di ristoro, al posto
delle macchinette, tipo bar con panini e caffè. Ovviamente tutto deve essere in regola e ci vuole sicurezza.
Accetti mai suggerimenti per i tuoi panini? Basta che più di qualcuno me lo chieda, ma in ogni caso serve
l'autorizzazione della preside. Insomma si cerca di mangiare cose sane, quindi no maionese e altro. Io porto
anche della frutta ma nessuno la mangia.
Lasciaci con la tua frase preferita!
DA FARE.. POSSIAMO INVENTARE QUALCOSA NOI
Matteo Barattin 2B LSA
Nicola Greggio 2B LSA
Federico Natali 2B LSA
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LUCIFERO Ottobre 2011
Cosa Pensano di noi
le altre scuole?
Liceo scientifico,
Molto probabilmente al solo nominare queste parole vi verrà in mente tutta la
fatica che fate in questa scuola,al duro lavoro nello svolgere le versioni di latino e allo stress causato
da ore e ore passate sui libri di algebra.
Ma vi siete mai chiesti cosa pensano le persone delle altre scuole di noi che ci andiamo?
Noi siamo andati a chiederglielo!
Abbiamo intervistato alcuni studenti delle altre scuole superiori di Rovigo per chiedere loro cosa pensano
della nostra scuola e soprattutto di noi che la frequentiamo.
C.R.del liceo Classico ha risposto tenendosi sul vago dicendo:"lo Scientifico è una buona scuola,con delle
interessanti attività;le persone che ci vanno forse si danno un pò troppe arie".
F.B.e S.G. del liceo Linguistico ci hanno detto:"lo Scientifico per quanto riguarda la struttura è una buona
scuola,però molte persone sottovalutano questa scuola e la scelgono solo perchè oggi andarci va di moda".
Terminando con i licei, F.F e F.T.del liceo Artistico hanno risposto così:"lo Scientifico è un liceo dove non c'è
libertà per quanto riguarda l'abbigliamento,inoltre molte delle persone
che hanno scelto di andarci lo hanno fatto con troppa
leggerezza,senza pensarci bene.Per questo il livello dell' istituto si
è notevolmente abbassato".
Passando agli istituti tecnici,lo studente T.M. dell'I.T.I.S.ha
discusso più sugli studenti che frequentano lo Scientifico che della
scuola in sè(visto che non hanno niente da invidiarci dal punto di
vista tecnologico e strutturale della scuola) e ha risposto:"lo
Scientifico è una scuola piena di secchioni che non hanno vita
sociale,l'unica cosa positiva di quella scuola è che il numero di
ragazze che ci vanno è nettamente superiore a quello della nostra
scuola".
Continuando con gli istituti tecnici,C.O.della Ragioneria risponde in modo analogo al liceo classico per
quanto riguarda le persone che frequentano il Paleocapa,aggiungendo solo che molte di loro,per colpa della
sezione in cui capitano,non riescono ad avere dei buoni voti.
Infine abbiamo posto delle domande anche a F.P. dell'istituto tecnico geometri,che ai nostri quesiti ha
risposto:"lo Scientifico è certamente molto accogliente come struttura perchè è nuova ed è costruita secondo
i criteri richiesti da una scuola;però molte persone che ci vanno pensano di essere migliori degli altri che
frequentano altri istituti".
Bene,questo è come siamo agli occhi degli altri studenti di Rovigo,ma siamo realmente così?
Federico Fama 2A LS
Marianna Accorsi 2A LS
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LUCIFERO Ottobre 2011
Nonciclopedia vs. Vasco Rossi
Cosa è davvero successo?
Nei giorni scorsi si era scatenato un dibattito tra lo staff di
Vasco Rossi e il portale Nonciclopedia, una caricatura di
Wikipedia che ironizza su alcuni fatti della realtà o
personaggi famosi.
Il principale proposito di Nonciclopedia infatti è fornire ai
lettori momenti di spensieratezza ottenuta leggendo pagine
di sana parodia, contrapponendosi quindi agli scopi di
enciclopedie serie.
Nel febbraio del 2010 però, attraverso i suoi legali, il
cantante ha chiesto di cancellare la pagina a lui dedicata
perché considerata gravemente diffamatoria.
Dopo un anno e mezzo di richiami, lo staff del sito ha
annunciato di sospendersi dal web a tempo indeterminato.
Prima di autocensurarsi, lo staff ha pubblicato sulla home
page un riassunto di quanto accaduto che ha suscitato un
accanimento sul web di molti fan contro Vasco Rossi,
difendendo Nonciclopedia.
La portavoce ufficiale del rocker, dopo qualche giorno dallo scoppio della lite, aveva però confermato che
nei prossimi giorni la querela sarebbe stata ritirata dopo un chiarimento tra lo staff di Vasco e i gestori del
sito che avevano così riaperto l’enciclopedia satirica pubblicando una lettera nel quale spiegavano che si
dissociavano dal movimento “violento di fan” che avevano attaccato Vasco Rossi.
Dopo qualche giorno di pace però il rocker ha riaperto la sfida legale e Nonciclopedia ha pubblicato così
sulla home page un comunicato in cui intende far chiarezza su come funzioni realmente il sito libero. Esso è
modificabile da chiunque in quanto gli amministratori sono solo dei coordinatori che però, se ricevono delle
segnalazioni su alcune pagine considerate troppo offensive (come ad esempio quelle su Anna Frank e Pietro
Taricone), riescono a tenere sotto controllo il grado di ironia. Allo stesso modo Vasco si è sfogato su
Facebook con un paio di commenti ricchi di rabbia scritti dal suo staff e ha comunicato che i danni a lui
recati li farà pagare ed il ricavato verrà devoluto in beneficenza.
Vicenda di questi giorni è stata anche la sospensione momentanea, come protesta alla "legge bavaglio", del
sito da cui si era ispirata Nonciclopedia: Wikipedia.
Coincidenze?
Valentina Garbin 2A
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LUCIFERO Ottobre 2011
Che cosa e Chi ascoltiamo?
Sondaggio sulle preferenze musicali dei liceali
Questo articolo del giornalino
della nostra scuola è stato
realizzato per capire quali siano
i generi musicali e gli artisti più
amati, per poi creare delle
rubriche e delle recensioni in
base alle vostre preferenze.
L’ indagine è stata sviluppata in
tutte
le
classi
del nostro
istituto, con un sondaggio sui
generi musicali e i relativi
artisti
preferiti
che
ha
interessato 92 alunni presi a campione casualmente.
Da quanto emerso possiamo notare una sfida tra due titani dei generi musicali:
rock e pop con il 17 % delle preferenze ognuno. Seguono poi rap, hip pop, metal, e
punk con percentuali che variano dal 4% al 9 %. Con grande sorpresa possiamo
notare che l’ house, genere che piace molto ai giovani, è uno degli ultimi in
classifica con appena l’ 1%.
Nel secondo grafico notiamo che gli artisti del mondo rock che vanno di più sono: i
Queen, i Beatles, i Coldplay e i Muse.
Nel pop abbiamo Jovanotti, Katy Perry e Modà tutti e
tre a pari merito con il 13 % delle preferenze.
Molti mi hanno detto che il loro genere preferito è il
pop ma la maggior parte non sa con precisione che
artista dire, forse perché è pensato come musica commerciale, quindi come
tuta la musica proposta da emittenti radiofoniche, classifiche, internet … oppure non hanno le idee chiare
neanche sul genere e per non entrare nel dettaglio dicono pop per indicare musica moderna in generale.
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LUCIFERO Ottobre 2011
Segue poi il rap con la sfida che ci potevamo aspettare
tra Fabri Fibre e d Eminem il quale la spunta con il
25& al confrontai del 19% dello sfidante.
Il resto delle informazioni riguardanti gli artisti
possiamo autonomamente dedurle nel resto del
grafico.
Grazie alla collaborazione di tutti i colleghi/e
studenti/esse del liceo si è potuto realizzare questo
articolo che ci permetterà di tenervi informati sul
panorama musicale.
Ciao a tutti
Crepaldi Stefano IB-LSA
Alcune delle vignette disegnate dal nostro bravissimo Luca Altieri 4A
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LUCIFERO Ottobre 2011
Mr Smellow
di Michele
Prendini
Molto, molto lontano, nella remota ed
insignificante galassia radice di chiocciola c'è
un piccolo pianeta, le cui forme di vita,
discendenti dalle scimmie, sono tanto
primitive da credere ancora che gli orologi
digitali siamo una “brillante” invenzione.
Su questo pianeta c'è una piccola nazione, e
in questa nazione una piccola città, famosa
per poche, pochissime cose e forse, tra
queste, mi posso annoverare io. Il mio nome
è Mr. Smellow ed insegno Metafisica
Empirica e Pensiero Libero Legalizzato al
liceo.
Ho
scritto alcuni libri, forse alcuni di voi
ricorderanno il celeberrimo “Strozza-preti, realtà di
ieri, oggi e domani” o l'onirico e controverso “Dio è
morto. Come occulto il cadavere?”. Ma prima di
diventare l'uomo che ora sono, prima della mia
laurea in Filosofia, prima che essa diventasse l'Alta
Nomina a Cavaliere della Metafiscia Empirica e del
Pensiero Libero Legalizzato perfino io, ebbi
un'infanzia, un'adolescenza ed una storia. I miei
primi ricordi sono al Fëdor Michajlovič,
l'orfanotrofio dove, una fredda mattina di gennaio, i
miei genitori mi lasciarono. Non li ho mai cercati, e
loro hanno fatto lo stesso. Quando qualcuno ti
abbandona, perché dovrebbe continuare a essere
importante? Il Fëdor era gestito da un pastore
ortodosso, padre Aleksej. Non riuscirono mai a
farmi adottare. I loro tentativi finirono tutti in
eclatanti disastri. La famiglia Chang mi voleva usare
come condimento. Dai McDallas invece quasi finivo
mangiato dal cane. E i Manzoni mi riportarono
all'orfanotrofio la prima notte: piangevo troppo.
Così divenni l'assistente di Aleksej. Lo aiutavo sia
nelle funzioni liturgiche che nell'organizzazione del
Fëdor. Ma non riuscì mai a fare di me un credente. A
cinque anni lo misi per la prima volta in discussione.
Ora ne rido, ma a lungo quelle idee furono per me
un macigno. Dopo la messa della natività della
Tuttasanta Deìpara del 98 chiesi a Alekesej perhè
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al mondo ci fossero così tante religioni e perchè il
nostro Dio deve essere il Solo e Unico.
Non mi rispose, semplicemente mi punì. Qualche
sculacciata, nulla di più. Ma i miei dubbi non si
esaurirono; anzi, grazie a libri presi alla biblioteca
locale essi aumentarono di anno in anno. Ma mio
malgrado era sua ferma intenzione fare di me il
suo successore. Così, una mattina del giugno del
2010 scappai da lui e dal suo orfanotrofio. Non fu
una scelta facile.
Viaggiai molto, facevo l'autostop o entravo di
nascosto nei vagoni merce dei treni. Cambiavo
città molto spesso, riuscivo a vivere raccimolando
qualche soldo con lavoretti a giornata e dormivo
per strada. Verso novembre, lungo la linea
ferroviaria Nuwanda-Katanzai incontrai una
piccola comunità di agenti di borsa, brokers falliti
dopo la crisi del 2008. Erano uno strano
spettacolo, uomini in giacca e cravatta in mezzo a
tende rattoppate e spazzatura. Vissi con loro per
circa un mese. Mi accolsero come un loro
tirocinante. Ogni giorno si svegliavano,
indossavano con cura i loro completi firmati,
ormai consunti dall'uso e dai mancati lavaggi, e
passavano il tempo fingendo di investire in borsa,
utilizzando un vecchio monopoli che avevano
trovato nella spazzatura. Io stavo a guardarli
mentre urlava “Hotel Paradiso guadagna +2 nella
borsa di Tokio!!” “ Vendi, vendi, vendi!!”. Si
divertivano ed erano felici. Riuscivano a vivere
come me di lavoretti e stenti. Del 2012 e del 2013
non ricordo nulla. Assolutamente nulla. No, so
cosa state pensando, ma no, non mi drogavo, non
allora almeno, credo semplicemente di averli
persi nel corso della mia vita quei due anni, forse
“ho visto cose che voi umani non potreste
immaginare, e tutti quei momenti andranno
perduti nel tempo come lacrime nella pioggia”..
No questo era un film, non quei due anni.
La mia salvezza fu il professor Petronio. Allora
lavoravo per un'impresa di traslochi e la Sail
University ci incaricò di trasportare l' aula di
lettere alla sucursale esterna. Rubai alcuni libri.
Non so se vergognarmene o esserne fiero. In
fondo avrei potuto rubare dell'altro, no? Il busto
di Shakespeare ad esempio, poteva avere un
qualche valore. In ogni caso li lessi in una
settimana, e, pur di averne altri, li riportai
all'università. Fu così che lo conobbi. Continuò a
prestarmi libri, a spiegarmeli, a farmene
apprezzare il valore. E nell'estate del 2015 mi
costrinse ad iscrivermi alla Sail University,
mettendo una buona parola per una borsa di
studio. Non so perché optai per filosofia, forse
per non averlo come insegnante, o magari perché
nei libri le parti che preferivo erano quelle
riflessive. O forse non c'era un motivo.
Poi tutto finì. Quando iniziai ad insegnare la
rivoluzione dei Maggesi era appena stata sedata,
e gli Incappucciati si insediarono al governo. Così,
al posto di filosofia, mi ritrovai ad insegnare
“Metafisica Empirica e Pensiero Libero
Legalizzato” ed ora eccomi qui, a parlare a classi
semivuote di cose che dopo la pesante censura e
rielaborazione dei Tallonieri Incappucciati, sono
solo discorsi privati dei loro fondamenti. Cosa
significa parlare di Eraclito quando l'unico
frammento che è possibile analizzare è
“L'ignoranza è meglio nasconderla”? La maggior
parte dei miei studenti preferisce materie come
“Apparire per cinque minuti in TV in otto semplici
mosse” oppure il più intellettuale “Costruire il
proprio Reality fai da te” o l'odiosa “Come
esportare grosse somme di denaro all'esero senza
incappare in sanzioni penali”. E' scontato dire che
i miei studenti sono solo maschi; gli incappucciati
hanno creato scuole differenziate per le ragazze,
come la High School Of Bunga-Bunga.
Molti mi credono un burattino del potere, alcuni
dicono che sono stato perfino uno dei fondatori
della filosofia del regime, ma la verità, se almeno
voi volete credermi, è che io tento ancora di
insegnare qualcosa a quello sputo di studenti che
mi ritrovo. E non parlo di Platone o Hegel, ma di
pensare, capire e vedere ciò che li circonda. Forse
in un mondo diverso l'uomo potrebbe possedere
quella strana e abusata parola, la libertà... ma chi
lo sa, magari neppure se ne accorgerebbe,
sarebbe come l'aria, indispensabile ma ignorata
costantemente, e perciò non farebbe alcunché
per difenderla mentre, subdolamente, gli
“Incappucciati” di quel mondo, gliela tolgono.
Michele Prendini 3B
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LUCIFERO Ottobre 2011
Intervista a Nevruz Joku
La rivelazione della scorsa edizione di X Factor!
Immagino che ora molti di voi, poco ferrati sul nuovo panorama musicale italiano, si stiano chiedendo chi diavolo sia
Nevruz…beh, è il terzo classificato all’ edizione dell’anno scorso di X Factor, il programma di Rai2! Quest’estate ho
avuto il piacere di assistere a uno dei suoi numerosi concerti, e di conoscere lui e Le Ossa, ovvero la band che suona
insieme a Nevruz! Gentilissimo, ha accettato la mia amicizia su Facebook, e così mi sono detta :”perché non iniziare
quest’anno col botto e intervistarlo per Lucifero?”…e così, ecco a voi NEVRUZ!!(*O*)
A che età hai iniziato a suonare? Fin dalla tenera età giocavo immaginando
di suonare in una band o di trasformarmi in supereroe..ho cominciato con
cucchiai pentole e break dance..il mio idolo era Michael Jackson..il mio primo
strumento è stato il tam tam rubato allo zio modificato successivamente da
me con una bacchetta da batteria infilata a lato tra le corde con cembalino
attaccato con lo scotch (simulavo cosi' un charly) alternavo l'utilizzo dello
strumento dal suonarlo con le mani a suonarlo con 2 paia di bacchette cinesi
legate con lo scotch in una mano ed un pennello nell'altra in mancanza di
bacchette professionali da batterista.. Ho cominciato a scrivere canzoni a 12
anni
e a suonare a 13 anni dai 12 ai 13 è cominciato il mio approccio alla
Nevruz ed Io dopo il suo
chitarra..durante le lezioni di musica alle medie mi facevo sbattere fuori dalla
concerto a Reggiolo
classe perchè in realta' volevo suonare la tastiera..strumento che mi riportava
all'unico ricordo lontano che avevo di mio padre(batterista gitano)...l'immagine molto tenera di me sulle
sue ginocchia e con la sua mano che guidava le mie dita sulla sua tastiera..la democrazia scelse la chitarra
ma io me ne sono fottuto preferivo durante le lezioni farmi sbattere fuori a giocare tirando calci ad una
palla di carta e scotch contro il muro e suonare di nascosto la chitarra a casa...poi a 14 anni arriva una
chitarra elettrica sempre presa in
prestito dallo zio ma ancora ad
oggi non gli è mai tornata indietro.
Alle scuole superiori avevi una
band? Ho frequentato purtroppo
solo un anno di istituto d'arte...poi
ho dovuto cominciare a lavorare
per potermi mantenere...dai 16
anni in poi ho vissuto sul binario..
di giorno il lavoro (carpentiere) di
sera la musica con i primi
compagni di avventura
musicale..di notte mi esercitavo da
solo..rincorrevo la musica che
sentivo nella mia testa.. dormendo
solo poche ore per poi
ricominciare la giornata dal
cantiere..
Quando sei andato ai provini di X Factor, Pensavi di avere questi risultati o era giusto per provare?
Quando sono andato ai provini di x Factor ho pensato non ho un soldo suono diversi strumenti senza avere
ricevuto lezioni di musica da nessuno ho calcato a 21 anni i piu' importanti palchi Rock d'Italia con i WATER
IN FACE (Arezzo Wave - Heineken Jammin’ festival-Rolling Stone-Estragon) con gruppi come VERDENA MARLENE KUNTZ – BAUSTELLE - MODEY LEMON– THE DARKNES – AVENGED SEVENFOLD – METALLICA
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LUCIFERO Ottobre 2011
tutto questo senza raccomandazioni..che in Italia è una rarità'..guardati anche forse con invidia dai gruppi
dell'underground italiano che da molti anni tentavano il percorso ragguinto dai Water in Face in un solo
anno...quindi so di essere nato per fare musica...la televisione non mi piace ma forse potevo fottere il
sistema dall'interno...con la crisi che c'è...ed anche qui senza raccomandazioni solo con l'amore che mi
scoppia dentro per la musica..pescato tra gli 80.000 iscritti ho superato tutti i provini fino ad entrare nel
programma nella squadra di Elio..questa vetrina mi ha permesso di far conoscere all’Italia il mio progetto LE
OSSA che quest'anno ha calcato palchi importanti come CARRARA e ROCK IN ROMA aprendo le danze ad
ELIO E LE STORIE TESE
Come la vivete tu e i tuoi parenti?(mi spiego meglio, sono felici che tu "ti guadagni da vivere" facendo
l'artista? Perché magari a volte si è scettici) È tutta la vita che lotto e mi sacrifico per la musica..e di questo
ne vado fiero...perché in famiglia i consensi sono arrivati solo quando sono apparso in televisione... ho
ancora tanta strada da fare..in realta' non si smette mai di imparare..del panorama musicale italiano mi
sento una giovane marmotta dalle grandi potenzialità si, ma pur sempre giovane marmotta.. quindi che
dire? vivo il mio mestiere con dedizione e passione tutti i giorni...credo di essere un buon artigiano della
musica...la mia musica le mie canzoni i ragazzi che dirigo nella mia piccola orchestra rock sono la mia vita.
Cosa ne pensi del nostro giornale? Ti va di fare un saluto a tutti gli studenti del nostro liceo? Mah...
guarda io non ho mai fatto esperienza di un giornale
scolastico...ma se avessi saputo di un giornale dal
nome Lucifero di sicuro ne avrei fatto parte...forse
per superare la noia dei giornali di stato..colgo
quindi l'occasione di salutare tutti i Ragazzi e le
Ragazze del Liceo scientifico "Paleocapa" di Rovigo
Perché gli studenti dovrebbero ascoltare Nevruz e
le Ossa? Beh! questa è facile! perché spacchiamo di
brutto e il Rock che propongo è diverso da tutti gli
altri.
Grazie mille per questa intervista, vuoi fare un
saluto?
"Ciao Lucifero!!! Ciao Ragazzi! un abbraccio tutto Rock dal vostro
fottutissimo Nevruz Joku"
Maria Alessandra Maffione 4D
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LUCIFERO Ottobre 2011
Psicopatia e successoLa minaccia
psicologica e morale degli anni 2000
Ormai, grazie agli emergenti scrittori scandinavi e ai già
affermati film d’azione americani, siamo abituati a pensare la
figura dello psicopatico come un serial killer deviato e senza
scrupoli.
Tuttavia, contrariamente a quanto pensiamo, solo pochi degli
effettivi psicopatici passano alle vie di fatto in maniera così
drastica, togliendo la vita a qualcun altro per un proprio fine
illogico. Buona parte degli appartenenti a questa categoria,
infatti, secondo le ricerche degli psicologi del XX e XXI secolo,
sarebbero alle origini degli scandali (economici e politici) di
personalità di spicco del mondo aziendale europeo e
americano. Prima di addentrarci in questo particolare ambito,
però, tento di riassumere in poche parole cos’è uno
psicopatico, affinché possiate capire meglio i meccanismi
mentali alla base di ciò.
Si definisce psicopatico colui che è privo di coscienza e di senso
di colpa, oltre che di empatia e lealtà verso chi gli sta attorno.
Costui non crede a ciò che i propri sensi gli trasmettono, bensì
crede soltanto nelle sue idee, in cui vero e falso sono la
medesima cosa e non esiste dubbio verso sé stesso. Grazie a questa devianza comportamentale, uno
psicopatico di solito è un abilissimo manipolatore: spesso riesce perfino a far credere agli altri vero ciò che
non lo è, dato che lui stesso in prima persona crede a tutto ciò che dice ed è teso a far risaltare
un’immagine di sé che ha nella propria testa. Lo psicopatico nega di avere paura o tristezza, perché
l’assenza di sentimenti lo caratterizza pienamente e ciò che mostra a chi gli sta attorno è solo una parvenza
di emozione.
Detto ciò, cito una ricerca compiuta dalle dottoresse
Blinda Board e Katarina Fritzon dell’Università del
Surrey sulle condizioni psichiche di un gruppo
composto da circa 40 manager (scelti tra aziende di una
certa rilevanza) e circa altrettanti criminali dalla mente
deviata in modo grave: il risultato è stata la
suddivisione degli elementi presi in considerazione
come “psicopatici di successo” e “psicopatici senza
successo”. Lo stesso risultato è stato riscontrato in altri
esperimenti condotti sia in Paesi europei che asiatici,
come Inghilterra, Germania, Cina e Giappone.
Gli psicologi, quindi, concordano nel dire che chi ha
plasmato la propria personalità in base al proprio
successo di manager ha davvero molti punti in comune
con il modo di pensare di un deviato psicopatico. Da
cosa si differenziano, dunque, le due categorie?
Secondo la Psychopathy Checklist (un questionario atto
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LUCIFERO Ottobre 2011
ad identificare i distrurbi di questo tipo) ideato dall’emerito professore e psicologo Robert Hare, si devono
distinguere i sintomi del disagio in due aree: la prima, chiamata Fattore 1, comprende la mancanza di
scrupoli, di sensi di colpa e la tendenza alla menzogna e alla manipolazione, mentre la seconda area,
chiamata Fattore 2, include l’instabilità, i comportamenti apertamente devianti e l’aggressività non
controllata.
Mentre gli “psicopatici senza successo” (ovvero, i criminali) presentano entrambi i fattori, gli “psicopatici di
successo” (ovvero i manager) non aggrediscono fisicamente, ma manipolano i sottoposti tramite il cinismo.
La spettacolare accelerazione di questo processo (avviatosi già nel XX secolo) è dovuta alla competizione
del mercato e ai grandi cambiamenti politici messi in atto nell’epoca moderna, che hanno avvantaggiato chi
– con una buona dose di cinismo e opportunismo – sa cogliere vantaggi immediati per sé nelle situazioni
che gli si presentano. Dunque, confermano gli psicologi (senza fare distinzioni di orientamento politico,
religioso o quant’altro dei soggetti esaminati), è quasi inevitabile che il manager, figura aziendale a cui si
richiedono doti di prontezza e decisione non comuni a tutti, si trasformi con il tempo in un cinico privo di
onore e fedeltà, il simbolo di una modernità che ha traviato i valori fondamentali del lavoro e del successo.
Per chi fosse interessato a libri ispirati al tema della psicopatia in generale:
Death Note, Another Note – Il serial killer di Los Angeles, di Nisio Isin (giallo)
La psicopatia e il mondo perverso dei Serial Killer, di Ruben De Luca (saggistica di criminologia)
Il Mastermind, di James Patterson (thriller)
Bioenergetica, di Alexander Lowen (saggistica di psicologia)
Alessandra Zago 5F
Killer Stars
Sempre più spesso televisioni e giornali ci
propongono notizie su omicidi e casi di cronaca
nera, sicuramente nulla di nuovo. Negli ultimi
anni però i mass media non si limitano ad
elencare oggettivamente i fatti di cronaca, ma
amano interessarsi ossessivamente alle vite degli
assassini, intervistando amici, parenti,
conoscenti, o magari il primo passante, per
discutere di quanto sia brutto uccidere la gente.
Questo fa sì che gli omicidi diventino eventi
mediatici, ed i loro autori delle star della tv.
Infatti accendere la televisione nel primo
pomeriggio mette a dura prova la resistenza
mentale dei più: non si può guardare in pace i
cartoni, che arriva l'ultimo aggiornamento di un
talk show riguardo la panettiera del carnefice che
racconta di quanto quest'ultimo fosse una
persona tranquilla e insospettabile.
Da anni ormai l'argomento fisso dei programmi
post-telegiornale è l'ultimo omicidio. E non
sembrano aver intenzione di cambiare rotta.
Tutto ciò perché spesso ottengono ascolti record,
tra casalinghe che stirano mentre guardano la tv,
pensionati che si penichellano, o, peggio,
impudenti curiosi. Non importa che le famiglie
vogliano riservatezza o meno: più sono ermetici i
dettagli rilasciati, tanto più è malsana la voglia di
sentirne altri.
Si arriva al ridicolo ascoltando le interviste: i
giornalisti inviati sembrano chiedere di proposito
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LUCIFERO 2011
informazioni stupide. Una domanda fissa ai parenti delle vittime è "Come si
sente?": ma secondo voi, come si può sentire uno a cui è stata uccisa la figlia con
30 coltellate il giorno prima? Memorabile è stata anche quella rivolta a Michele
Misseri (tristemente noto per essere zio di Sarah Scazzi): "È stato lei ad uccidere
Sarah? Chi pensa sia stato?".
La domanda da porsi è questa: è malata la tv, o siamo malati noi
telespettatori?
Andrea Manfredini 3E
Adolf Beshiri 2A
Il giornalino:i primi incontri
Con una prima riunione che ha raggiunto il record di presenze, la redazione del giornalino, che contava
addirittura 30 membri, si è ritrovata al secondo incontro con metà delle persone; sarà stato il fatto che
molti pensavano di venire solo a perdere tempo e si sono resi conto che avrebbero dovuto lavorare, o forse
si saranno solo sentiti inutili visto la grande varietà di menti e di idee brillanti presenti in quella sola stanza;
fatto sta che molti hanno abbandonato.
Il giornalino della scuola secondo me viene sottovalutato: non è una semplice attività extrascolastica, ma è
anche un modo in cui ragazzi che amano scrivere, disegnare o fotografare possono esprimersi e anche farsi
conoscere. Non esiste solo lo
sport! E questo non è che io
lo dica perché non pratico
nessuna attività sportiva,
anzi… però spesso lo sport viene sostituito
a molte altre attività che si
potrebbero fare. Un altro fatto
che fa molto riflettere è la
mancanza di crediti attribuiti
ai membri degli ultimi 3 anni
di liceo:perché tutte le
attività danno dei crediti e il
giornalino no? (comunque a
partire
da
quest’anno
dovrebbero cambiare quindi è
ancora tutto da vedere).
Anche la sistemazione della
nostra “sede” non è che sia
delle migliori (anche perché per fare le nostre riunioni abbiamo un tempo limitato) però, nonostante tutto,
da quando gli incontri iniziano a quando terminano, tutti i membri del giornalino tirano fuori delle belle
idee ed è un continuo dialogo per scegliere come distribuire le mansioni e a chi.
Emma Veronese 1B LSA
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LUCIFERO Ottobre 2011
Mi trovate su twitter!
Follow me!
Ma non eri in
America??
@Banfrid
Rubrica dell’inviato speziale Federico Bergamo
E poi boh… ti ritrovi alle 8 di sera (mie), finito allenamento di football, mangiato pane con zucchine e carne
per cena, a scrivere un articolo per un giornalino che tanto non legge nessuno… ma chi me la fatto fare??
Ebbene si, sono in suolo americano da ormai 3 mesi, in astinenza totale da
acqua frizzante (avranno anche 7 diversi tipi di Coca (ve ne parlo dopo) ma
l’acqua gasata non la batte nessuno), pizza (quella ITALIANA!!) e dialetto
veneto (ripensandoci quello non mi manca particolarmente…). Sono a Grand
Island, ridente città (ma perché diavolo una città dovrebbe ridere??) del
Nebraska, più o meno la Pianura Padana dell’America (fortunato eh?). Non
chiedetemi il clima perché qui è in FARENIGHT e quindi non sto a dirvi che ci
sono 70 gradi di solito, sennò sembro finito in Africa. Mi è stato chiesto di
scrivere un articolo sulla mia esperienza americana, ma credo che passerò
per questa volta. Piuttosto, voglio parlarvi di qualcosa di più interessante,
ovvero… (Pausa ricca di SOSPANSE proprio come piace a me…)
Quanto bella è
questa Tshirt??
LE 10 COSE CHE NON SAPEVI SULL’AMERICA, SULLA LORO CULTURA E
SULLA LORO VITA!
In questo speciale (che spero di continuare nei prossimi numeri, sperando che Cartabia e Fama non
facciano chiudere il giornalino ;) vi parlo di differenze fra la nostra cultura di “mangia-spaghetti” e la cultura
america. Certe saranno risapute, altre invece vi stupiranno non poco. Vai con la classifica!
1. Nei libri di geografia, ma anche nei ristoranti italo-americani, nella cartina dell’Italia non è presente
non solo la Sardegna (vabbè, errorino) ma anche la Sicilia. Il nostro bello stivale a perso la suola
insomma.
2. Per gli americani non è inusuale mettere ogni cosa sulle pizze, come l’ananas e le banane, ma
nessuno (NESSUNO!) ha MAI sentito di parlare della pizza con le patatine fritte, un obbrobrio
quando glielo proposta. Alla faccia della pizza “Americana” che ordiniamo al ristorante…
3. Qui si studia (incredibilmente!) la Divina Commedia. Che onore patriotico… già, peccato che ne
studino il riassunto a grandi linee Tempo necessario? Una settimana al massimo… Alla faccia dei 3
anni più duri della nostra vita…
4. Le fontanelle in cui bere ci sono!!! Dappertutto! E funzionano!
5. La settimana con i giorni a tema è prassi qui. A voi la scaletta: lunedì, Supereroi; Martedì, Disney;
Mercoledì, gemelli; Giovedì invece merita una nuova voce, leggi sotto pigro
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LUCIFERO Ottobre 2011
6. Eccoti finalmente. Dicevamo, qui in America il football è idolatrato, e nelle scuole non fa eccezione.
Noi del football team (si, noi! Ci sono anch’io!) il giovedì, giorno prima della partita, indossiamo la
maglia del completo da football a scuola, rendendo facile riconoscere i membri della squadra nei
corridoi. Ma nella settimana dell’homecoming, partitone che viene giocato in casa, i ragazzi devono
consegnare la loro seconda maglia ad una ragazza, che non solo potrà indossare nella settimana a
tema, mostrandosi come una delle fortunate “prescelte”, ma anche alla partita sopra citata. Alla
faccia del “amore, vieni a vedermi giocare?” “ma che scherzi? C’è il grande fratello in tv non posso
mica perdermelo. Ma tu gioca bene amorino!”…
7. Gli studenti, durante le ore libere, possono andare in biblioteca. “E allora? Anche io!”. Si, peccato
che la loro biblioteca non ha solo i libri più nuovi e famosi, ma anche un vasto assortimento di
manga e fumetti. Alla faccia della nostra bella biblioteca… Ah, ve l’ho detto dei computer?
8. Se bisogna usare un pc per una lezione, credete che si vada tutti a manina in “sala computer”? Ma
va, ci pensano gli oltre 500 computer portatili Apple che la scuola possiede! Arrivano in classe con
un carrello, un po’ come quando noi richiediamo il
proiettore, solo carico di scintillanti gusci bianchi per ogni
studente della classe. Alla faccia dei soldi che hanno le
nostre scuole…
9. Qui hanno tipi di Coca-Cola mai arrivati da noi! Esempio? La
Cherry cola, la coca con le ciliegie! (ovviamente anche in
versione zero, non vogliamo mica ingrassare giusto?)
10. Un italiano ha segnato un touchdown l’ultima partita. Non riesco a ricordare chi fosse. Fatemi
sapere se lo trovate nella foto
qui di seguito…
Con questo concludo l’articolo,
ma non vi preoccupate che
tornerò il prossimo numero con
altre dieci curiosità per voi e non
solo: quante volte avete sognato
il ballo scolastico?? E diventare
Re o Regina? Tutto nel prossimo
articolo e molto altro (ci sta un
grazie Federico no?).
Io sono Federico Bergamo,
buona notte Italia!
Federico Bergamo (che se fosse in Italia sarebbe nell’attuale 4E)
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LUCIFERO Ottobre 2011
Sulla voglia di studiare
Un altro anno scolastico è iniziato e noi, giovani liceali disperati, ci
stiamo già deprimendo al pensiero delle nostre future giornate.
Ma ad infossare del tutto i nostri animi non è tanto il
programma dei giorni a venire, i risvegli mattutini, i pomeriggi
corti, le sere inesistenti, quanto l’idea stessa dello studio.
Negli ultimi anni infatti si è diffusa una comune forma di
disperazione autunnale costituita dalla “ricerca della perduta
voglia di studiare”. Perché sembra che tutti, letteralmente
tutti, gli studenti di oggi abbiano perso, in un qualche remoto
luogo (la Luna?), in un oscuro modo, tutta la loro voglia, o
anche solo tendenza, di studiare e di fare il proprio “dovere”
pomeridiano. Manifestazioni di questo misterioso fenomeno
si possono facilmente osservare sulla home page di
qualunque social network, invasa da stati, link o frasi ricche di
pathos che esprimono una depressione quasi commuovente.
Per non parlare delle facce dei ragazzi, segnate dallo
sconforto e dalla comprensione verso i propri simili, e dei loro
tristi discorsi.
Ma cosa alle radici di questa epidemia? Quale la causa di tutto
questo grigiore?
I più tendono ad attribuire tutto questo alla trascorsa estate “da
sballo”, troppo corta e bella per permettere loro di preparasi
psicologicamente per rientrare nella routine e per perdere la
libertà. Altri manifestano serie difficoltà a trovare uno stato di
concentrazione quando il tempo è “così” brutto, nebbioso e grigio (i più di questa specie infatti studiano nei
mesi maggio, giugno, luglio e agosto). Altri ancora non cercano neanche una causa seria ma si limitano a
pensare che la fonte del loro male è facebook, al quale però mai rinunceranno.
Io vorrei portare la mia ricerca sociale ad un piano più profondo. Secondo me questo fenomeno collettivo
ha radice nel modo in cui noi, studenti di oggi, viviamo e concepiamo la scuola. A dire il vero noi non la
viviamo proprio ma tendiamo a tagliarla fori dalla nostra vera e propria “vita”, come se le ore scolastiche
fossero un coma, ore perse, inesistenti, futili, un buco nero nella giornata. Da qui è facile capire come mai
assistiamo a persone che dormono in classe, che si agganciano a ogni scusa buona per stare a casa o
bruciare, che si catapultano fuori dall’aula come se sfuggissero alla morte e soprattutto che affermano di
sentirsi in vita solo il sabato sera o durante i tre mesi estivi. E’ ,del resto, logico e umano che una persona
sia riluttante nel compiere azioni relative ad una “cosa” che viene considerata una tortura, logico che non
voglia allungare il buco nero alle ore pomeridiane o serali.
A questo punto e con queste considerazioni, una soluzione potrebbe anche iniziare a farsi strada, una
risposta alla nostra ricerca. Magari dobbiamo iniziare ad accettare la scuola come parte integrante delle
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LUCIFERO Ottobre 2011
nostre giornate e della
nostra vita… Smettere
con i nostri pregiudizi,
con l’apatia, con il rifiuto
verso ciò che i professori
cercano di trasmetterci,
perché, lo sappiamo
bene tutti, qualcosa che
c’interessa c’è. Magari
dovremmo smettere di
fare i viziati, gli sbruffoni
e iniziare ad accettare i
nostri doveri e a farli con il sorriso, non come se fossero una tortura, perché la vita è fatta di doveri, alcuni
piacevoli e altri un po’ meno, e forse dovremmo finalmente crescere. Dovremmo guardare il lato positivo e
metterci di impegno a cambiare il lato negativo, metterci l’entusiasmo, la vita e un minimo di
determinazione e grinta, perché se questa è tortura, direi che ci è capitata la migliore tortura possibile. Ma
tutto questo è un cammino difficile, che ci va a colpire dentro e magari non tutti sono pronti ad accettarlo.
Ma la voglia di fare non piove dal cielo, viene da dentro.
Beatrice Aimée Timircan 3E
Una barca nel bosco
Questa frase , all’apparenza priva di un senso
logico, da il titolo al libro scritto da Paola
Mastrocola, vincitore del premio Campiello 2004.
Converrete con me che una barca si può trovare in
molti posti ma in un bosco è molto poco probabile.
Per capire questa scelta è necessario, ovviamente,
conoscere la trama del libro. Il protagonista,
Gaspare Torrente, è un ragazzo originario di
un’isola del sud Italia, con un’ardente passione per
il latino. A tredici anni traduce Orazio e legge
Verlaine. Proprio per questa sua intelligenza e
attitudine allo studio, ottiene dalla famiglia, su consiglio di una sua professoressa, il permesso di trasferirsi
a Torino da sua zia Elsa per frequentare un prestigioso liceo scientifico.
Gaspare
incomincia così una nuova vita, occupata principalmente dal tentativo di integrarsi in una società così
diversa da quella attesa, sognata, idealizzata. Infatti Gaspare scopre che il livello d’istruzione che si
aspettava è, in realtà, ridicolmente basso. In uno scenario costellato da professori incompetenti, compagni
ignoranti e altezzosi, dove nessuno ha la possibilità di sfogare e ammettere le proprie passioni, Gaspare,
che ha un carattere molto sensibile, puro e ingenuo, inizia ad adattarsi alle tendenze di massa ma,
diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, non perde affatto la sua originalità. Anzi, in pagine
ironiche, divertenti ma allo stesso tempo profonde e amare, la Mastrocola descrive la lotta interna tra la
voglia di emergere nel gruppo e l’affetto, il desiderio di non deludere i familiari, sempre più provati
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dall’avventura torinese, che Gaspare deve affrontare tutti i giorni. È proprio questa diversità di pensiero
con cui il protagonista affronta la vita rispetto ai suoi coetanei il motivo che spinge zia Elsa a definirlo con la
sopracitata frase “ sei proprio una barca nel bosco!” intendendo
con ciò la sua unicità tra tuti.
L’unico amico che il nostro riesce a trovare è Furio, un ragazzo
definito da tutti “L’Avulso”. Un emarginato, eccentrico, solo. Come
Gaspare insomma. L’unica differenza tra i due è che Furio non
cerca in tutti i modi di entrare in un gruppo, come invece fa
Gaspare, per il semplice motivo che lui ha un hobby, un’attività a
cui dedicarsi. Quale? Semplice… trovare occhi per i suoi
“pelucchi”(peluches). Comincia così un’amicizia strana, diversa, in
una parola: vera.
Grazie ad uno scambio culturale Gaspare scopre il giardinaggio,
che da quel momento diventerà la sua ragione di vita. Prima con
un semplice rampicante, fino ad arrivare ad un pioppo, la casa di
zia Elsa si trasforma lentamente in un’oasi di verde nel grigio della
città.
La morte della
madre e della zia arriva quando Gaspare ha già terminato il liceo,
lasciando nell’animo del giovane uomo un vuoto incolmabile. Furio intanto si è trasferito all’estero per
frequentare l’università lasciando l’amico perso in una selva di facoltà sconosciute.
La scrittrice è un’insegnante e, in questo libro, cerca di descrivere una società, che presenta molte analogie
con la nostra, nella quale la figura del ragazzo, del giovane, è bombardata da messaggi portatori di
significati fuorvianti: il mondo è elitario, conformarsi alla massa, alle tendenze, è una necessità. Ma anche
che le passioni, se non sono riconosciute utili o belle dagli altri, devono essere nascoste, trattenute, oppure
che essere portati o “troppo” bravi in determinate attività (soprattutto se legate al sapere o allo studio) è
quasi, paradossalmente, forma di maleducazione e di vergogna. Tutto ciò confluisce in un universo che non
premia, assente di meritocrazia.
Il finale lo lascio a voi, in particolare l’ultimo capitolo che personalmente considero un vero capolavoro ,
altrimenti…a che servirebbe questa recensione? Anticipo solo che la visione della società presentata
dall’autrice, che io condivido e che costituisce la bellezza malinconica del romanzo, è ottimista e fiduciosa
nella gioventù d’oggi, sempre capace di estrarre un asso dalla manica che le farà vincere in un’unica mano
l’impossibile, e meravigliosa, partita della vita.
Federico Oliva 3A
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LUCIFERO Ottobre 2011
Salve a tutti, amici rockettari e non! Se non avete niente di meglio da fare e avete invece
tanta voglia di pogare fino a sbriciolarvi le ossa delle spalle (o anche solo di ascoltare musica xD), allora fate
un salto al Teatro di Boara Polesine, nei pressi della chiesa di Boara Polesine, per il Concerto “The Big 4 of
Rovigo” :D Il Concerto inizierà all’incirca alle 21.30 per continuare fino a mezzanotte e oltre! Le Band
partecipanti all’evento sono:
Apertura del gruppo
“Brutal Nightmare”:
gruppo cover punk
-“The Trash”: gruppo
punk con pezzi propri
-“BIT (Breakfast In
Texas)”: gruppo pop-rock
con pezzi di produzione
propria e cover
-“Insane Frequencies”:
Cover Band (di cui faccio
parte anch’io :D)
-“Why Not?”: Cover Band
Accorrete Numerosi!
Ingresso Gratuito!
VIETATO MANCARE! \,,/_
Pagine Facebook:
“The Trash”: http://www.facebook.com/pages/The-Trash/123892964340323
“BIT”: http://www.facebook.com/pages/Breakfast-in-Texas-BIT/131006540305393
“Insane Frequencies”: http://www.facebook.com/pages/Insane-Frequencies-Offic-Page/170936852946363
“Why Not?”: http://www.facebook.com/pages/Why-Not/246624265380006
Ricordatevi di mettere “mi Piace” ;)
Celio Paolo Sasso 5E
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Bene cari Lettori, il primo numero di Lucifero termina qui!...ma non disperatevi : ci rivediamo il 21
novembre con il 2° numero fresco fresco di stampa!
Speriamo di avervi divertiti e/o interessati! Ovviamente se volete venire alla prossima riunione non c’è
problema: ci ritroveremo nell’aula L.I.M. (l’audiovisivi) alle 13:10 venerdì 21 e 28 ottobre.
Se abbiamo offeso qualcuno inavvertitamente, ci scusiamo! Di certo non era nostra intenzione!
…insomma, la redazione è sempre attiva e accoglie qualsiasi novità vogliate proporci!
Inoltre abbiamo in programma una collaborazione con i Rappresentanti d’Istituto, che ci aggiorneranno
mese per mese sulle novità e sulle assemblee in programma…intanto votate, e se ne parlerà nel prossimo
numero.
Buon proseguimento,
La Redazione di Lucifero
I Luciferi:
Giulia Bonatti 1A
Andrea Franchini 1B LSA
Camilla Bianchini 1B LSA
Stefano Crepaldi 1B LSA
Emma Veronese 1B LSA
Adolf Beshiri 2A
Federico Fama 2A
Valentina Garbin 2A
Marianna Accorsi 2A
Federico Natali 2B LSA
Matteo Barattin 2B LSA
Nicola Greggio 2B LSA
Eleonora Penzo 2D
Elettra Rizzato 2D
Francesco Cartabia 3A
Federico Oliva 3A
Michele Prendini 3B
Beatrice Aimèe Timircan 3E
Andrea Manfredini 3E
Luca Altieri 4A
Maria Alessandra Maffione 4D
Francesco Fama 4E
Celio Paolo Sasso 5E
Alessandra Zago 5F
Anna Cusin 5F
Impaginazione e grafiche a cura di Maria Alessandra Maffione
Lucifero è il mensile del liceo scientifico P. Paleocapa di Rovigo scritto dagli Studenti e stampato e distribuito a scuola. Il professor Sturaro è il
referente della Redazione e l’attività che proponiamo ci è accordata dalla Preside.
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