Il nodo è sciolto: le primarie si faranno
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Il nodo è sciolto: le primarie si faranno
Spending review Studenti contro i tagli Censurato per Wayne Mano pesante del governo sulla sanità: spariranno settemila posti letto. Via 14.043 unità in eccesso per gli “acuti” ma previsto l’aumento per la riabilitazione. A Roma le proteste si allargano a macchia d’olio tra cortei, occupazioni e flash mob. Contestata anche la “didattica essenziale”, sorta di sciopero bianco degli insegnanti. La critica cinematografica nei giornali dell’ultrasinistra degli anni Settanta in un libro scritto da Steve Della Casa, che all’epoca vi militava. Il regista più sottovalutato? Elio Petri. pagina 4 Désirée Ragazzi pagina 6 Maurizio Cabona LA FRASE DEL GIORNO CON IL PDL «Lo studio obbligatorio dell’inno di Mameli e la giornata dell’Unità nazionale hanno un grande valore storico» d’Italia Maurizio Gasparri ANNO LX N.243 SPED. IN A.P. - DL 353/2003 (CONV.IN L. 27/02/2004 ART. 1, COM. 1, DCB) ROMA mercoledì venerdì 9/11/2012 31/10/11 1 EURO WWW.SECOLODITALIA.IT Pdl Confronto aperto all’ufficio di presidenza, poi si trova la sintesi: via libera al voto. Decise le regole Il nodo è sciolto: le primarie si faranno Berlusconi: totale condivisione di idee con Alfano, tentano di farci apparire uno contro l’altro ma non è mai accaduto Giornali Disco verde in commissione Giustizia a Palazzo Madama al testo Berselli in materia di diffamazione onvocato per ratificare le regole delle primarie, l’ufficio di presidenza del Pdl di ieri è diventato l’occasione per un dibattito in cui si sono confrontate quelle che sembravano due visioni diverse sul futuro e sul da farsi. Due visioni portate una da Silvio Berlusconi e una da Angelino Alfano. I toni emersi dalle indiscrezioni che via via trapelavano dalla riunione avevano fatto pensare a uno show down, ma poi lo stesso ex premier ha chiarito che il suo era stato «solo uno sfogo per esprimere delle perplessità» sulle primarie, che considera «non salvifiche», «una condizione necessaria, ma non sufficiente», ma sulle quali «occorre comunque andare avanti», perché – ha aggiunto ancora il Cavaliere – ha ragione Alfano: ora serve decidere. E alla fine una decisione è stata presa: le primarie si faranno, l’ufficio di presidenza ha approvato il regolamento definitivo e restano in sospeso solo alcuni dettagli. Berlusconi si è rimesso alla volontà del partito, chiarendo anche di essere pronto: «Ditemi che devo fare sono una risorsa a vostra disposizione». C Valeria Gelsi pagina 8 Notte di fuoco Passano le misure chieste dalla troika Una nuova stangata. E Atene si infiamma tene sta bruciando mentre il Parlamento approva la nuova “stangata”. È piazza Syntagma ancora una volta il teatro dell’ennesima tragedia greca. La mezzanotte di mercoledì è passata da alcuni minuti, quando il Parlamento, nel corso di quella che è stata una delle più tempestose riunioni degli ultimi 10 anni, ha votato sì, pur con una minoranza risicata, al cruciale pacchetto di austerity promesso alla troika ( Bce, Ue e Fmi) per ottenere un’altra tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro. Non è bastata una città messa ancora una A pagina 2 Casini fa il direttore d’orchestra, ma non ha né violinisti né voti Francesco Signoretta iaggia sul 5-6 per cento al massimo, frutto più che altro dello zoccolo duro democristiano old style. Non dice una parola sulle scelte del suo partito – o la sua lista, chiamatela come volete – in merito alle alleanze, visto che a livello locale sbarca ora su una sponda e ora sull’altra, «a seconda dei candidati», dice lui. Quando gli si chiedono chiarimenti non li dà, però pretende di decidere cosa devono fare gli altri, quelli che paradossalmente hanno il triplo dei suoi voti. Casini non si smentisce, “macchia” ogni mossa con la pretesa di essere il direttore d’orchestra. Ha fatto da coro al tecnopremier, si sente uno dei grandi artefici dell’arrivo dei tecnici a Palazzo Chigi e quindi in diritto a dettar legge. «È chiaro – ha detto – che un governo di larga coalizione non c’entra con certe persone, che si sono autoescluse e non sarebbero coinvolgibili, avendo un giorno sì e l’altro pure criticato Monti». In primis, c’è da capire perché l’obiettivo dovrebbe essere la larga coalizione, che non è certo un sogno diffuso nella politica italiana (anche se è sempre stato il sogno dell’Udc). Poi gli si dovrebbe ricordare che il dissenso è il sale della democrazia, perché altrimenti ci sarebbe il pensiero unico. E se un parlamentare non è d’accordo con Monti ha tutto il diritto di dirlo senza finire nelle liste di proscrizione, con Casini che mostra il cartellino rosso e decide chi può e chi non può candidarsi nelle liste (degli altri). Poi la chicca finale: «Potrei fare il ministro in un governo che facesse il bene del Paese». Non si sa quale sia questo governo. Si sa solo che lui vuole fare il ministro, dopo essersi illuso d’aver fatto il direttore d’orchestra. V volta a ferro e fuoco come nel febbraio scorso a fermare il Parlamento. Non sono bastati gli scioperi in tutti i settori iniziati da lunedì. Fuori dal Palazzo il primo atto della tragedia era iniziato già dalle sei del pomeriggio di mercoledì con scene di guerriglia urbana, almeno 100mila persone in piazza, lanci di molotov, lacrimogeni e, per la prima volta, i cannoni ad acqua della polizia contro i dimostranti. Gli idranti cominciano a sparare il getto ad altezza d’uomo. Antonella Ambrosioni pagina 5 L’inno di Mameli entra in classe Istituita per legge la “Giornata della Bandiera” che si celebrerà ogni 17 marzo. Diventa obbligatorio, dalle elementari al liceo, l’insegnamento e l’approfondimento storico dell’Inno. Paola Frassinetti (Pdl), prima firmataria del provvedimento: «Dallo studio del Risorgimento una lezione d’identità nazionale» PAGINA 3 Gloria Sabatini Le primarie passo avanti indispensabile Marcello de Angelis i è piaciuto l’Alfano che ieri si è mostrato all’altezza del suo ruolo di segretario di partito. Le primarie vanno fatte. E non solo perché altrimenti chi le ha proposte e annunciate perderebbe la faccia. In politica è meglio rischiare di fare una cosa che non risolve, piuttosto che restare immobili come un coniglio in mezzo alla strada ipnotizzato dai fari. In quel caso si sa già come va a finire: un coniglio spiaccicato; un partito che si spegne a poco a poco come una candela. Continuiamo a ritenere che peggio del 15 per cento non si può arrivare e che c’è un gran numero di ex elettori del centrodestra che si rimobiliterebbe se solo gli si desse un segnale chiaro. E un obiettivo. Qualcosa da dire, da fare. Insomma, non ci si può aspettare che si manifesti un consenso attorno a un ectoplasma. Non ci si può aspettare di avere un seguito se si sta immobili, aspettando che ti crolli la casa sulla testa. Ieri, a metà del vertice del Pdl, tutte le testate on-line già titolavano che c’era un spaccatura tra Berlusconi e Alfano. Poi, dinanzi alle smentite del Cav, hanno continuato la narrazione aggiungendo una resa di Berlusconi alle pretese di Alfano. Sembra che a nessuno appaia ammissibile che all’interno del Pdl possano accadere cose normali e cioè che uno presenta delle perplessità – magari corroborate da sondaggi – e poi si discute e si arriva insieme a una decisione. Ammetterlo farebbe sembrare il Pdl un partito mediamente serio. Il che è il contrario di quello che sostiene da sempre tutta la stampa italiana. Certo, noi abbiamo qualcosa che non ha nessun altro: il solito idiota che fa trapelare frasi smozzicate di Berlusconi a qualche sua amichetta della stampa, così il giorno dopo ci troviamo bei virgolettati fuori contesto sulle prime pagine... C La pecorella smarrita La parlamentare (all’Udc dopo il “doloroso divorzio” dal Cav) rispunta con una dichiarazione Guarda un po’ chi si rivede in giro: Gabriella Carlucci. Sì, proprio lei... Girolamo Fragalà oh, chi si rivede. Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, piomba nelle agenzie di stampa una dichiarazione di Gabriella Carlucci. Sì, proprio lei, la showgirl parlamentare che – con una scena da avanspettacolo – abbandonò Berlusconi dopo avergli dichiarato eterno amore politico, a poche ore dalla caduta del governo, per poi tuffarsi tra le braccia dell’Udc. Diventò subito il simbolo dell’ingratitudine, bersagliata su facebook, T presa di mira dai vignettisti e dai blog, anche perché non seppe spiegare il “travaglio interno” che la portò al gesto eclatante. Un gesto che le costò un bel “quoque tu” e il paragone con la pugnalata di Bruto a Cesare. Il tempo, lei pensa, rimargina le ferite e forse per questo ha trovato il coraggio di parlare di nuovo, preoccupata dall’iter troppo lento del disegno di legge sui restauratori. Non si ricordano altre inziative storiche della Carlucci tranne le dimissioni «per disgusto» da sindaco di Margherita di Savoia, le foto apparse su “Vip” al ritorno da una partita di tennis e quella in bikini sulla spiaggia (sempre a Margherita di Savoia) per il tuffo collettivo con gli assessori, necessario per «tranquillizzare i villeggianti sulla balneabilità della costa». Tutto fa spettacolo, per la Carlucci. Forse rimpiange i tempi di “Buona domenica” e di Mediaset, probabilmente lì si trovava a suo agio, non era costretta a ballare con l’Udc e non aveva bisogno dei tuffi collettivi e dei restauratori per far parlare di sé. E soprattutto non aveva sulla coscienza il voltafaccia. SEQUESTRATI DA 265 GIORNI 2 Secolo I legali «Diede giudizi personali» Unipol, il Cav ricusa il giudice della sentenza Mediaset primo piano a difesa di Silvio Berlusconi ha presentato istanza di ricusazione nei confronti uno dei tre giudici del processo Unipol, che ha al centro la famosa telefonata intercettata tra Fassino e Consorte, in cui l’esponente del Pd, a proposito della scalata Bnl, disse «abbiamo una banca». Berlusconi è imputato per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio, con l’accusa, sempre rifiu- L tata, di aver avuto un ruolo nella divulgazione di quella telefonata. I suoi difensori hanno ricusato il giudice Maria Teresa Guadagnino, perché nel processo Mediaset ha espresso in sentenza giudizi sulla personalità dell’ex premier. In particolare, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo contestano al giudice i passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna a 4 anni nei quali si parla della «particolare capacità a delinquere» di Berlusconi e della sua «immensa disponibilità economica all’estero». Ieri in aula nel corso del processo, che è nella fase dei testimoni della difesa, l’avvocato Longo è intervenuto chiedendo in prima battuta al giudice Guadagnino di «astenersi» e quindi, in sostanza, di rinunciare a far parte del collegio, facendosi so- stituire. Il collegio, presieduto da Oscar Magi, però non ha accolto l’invito all’astensione presentato dalla difesa e per questo l’avvocato Longo è andato poi a depositare l’istanza di ricusazione alla cancelleria della Corte d’Appello. Ora della questione si occuperà la quinta sezione della Corte d’Appello che dovrà nei prossimi giorni valutare se l’istanza è ammissibile o meno. 9/11/2012 venerdì Se verrà dichiarata ammissibile, la Corte d’Appello fisserà un’udienza per la discussione nel merito. Il processo comunque potrà proseguire (la prossima udienza è fissata per giovedì) e dovrà fermarsi solo prima della sentenza, se non sarà ancora arrivata la decisione sulla ricusazione. Il verdetto in questo processo potrebbe arrivare nei primi mesi del prossimo anno. GIANPIERO SAMORÌ Retroscena? Indicato dai retroscenisti come il potenziale candidato di Berlusconi, ieri, l’imprenditore Gianpiero Samorì, fondatore dei “Moderati rivoluzionari”, ha spiegato che «non ho nessuna intenzione di candidarmi finché non saprò come saranno e se si faranno le primarie». «L’unica cosa certa – ha aggiunto – è che ho creato un’associazione radicata sul territorio per dare un programma alla formazione moderata. Prima di decidere di scendere in campo ci deve essere il campo». «Non ho parlato con Berlusconi» di un’eventuale candidatura, ha poi precisato ai microfoni di Tgcom24, spiegando che «con lui mi sono visto due o tre volte in vita mia». Bondi ci riprova «Chiedo l’azzeramento di tutti i vertici». Anche durante l’ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli, Sandro Bondi è tornato a chiedere all’intero gruppo dirigente di via dell’Umiltà di fare un passo indietro e rimettere gli incarichi interni per favorire «quel ricambio e rilancio del partito invocato da tempo e da più parti». Centrodestra L’ex premier e il segretario portano visioni diverse all’ufficio di presidenza, poi si trova la sintesi Il Pdl ha deciso: avanti con le primarie Berlusconi si «sfoga», chiarisce i suoi dubbi e parla della necessità di uno «choc», ma alla fine decide col partito: via libera al voto sia o saremo barzellettati e io non ci sto». Dichiarazione che nella versione trapelata onvocato per ratificare le regole era passata con la parola «barzellettieri», delle primarie, l’ufficio di presi- che aveva fatto pensare a un’allusione, o denza del Pdl di ieri è diventato meglio a una frecciata, all’ex premier. Un l’occasione per un dibattito in cui si sono equivoco che poi è stato chiarito con la confrontate quelle che sembravano due rettifica del Pdl. visioni diverse sul futuro e sul da farsi. «Se non facciamo le primarie allora facDue visioni portate una da Silvio Berlu- ciamo pure la rivoluzione con il rinnovasconi e una da Angelino Alfano. I toni mento dei gruppi dirigenti e dei rami del emersi dalle indiscrezioni che via via tra- Parlamento, perché è da qui che parte la pelavano dalla riunione avevano fatto rivoluzione. Altrimenti – ha proseguito pensare a uno show down, ma poi lo stes- Alfano – andiamo avanti con le primarie, so ex premier ha chiarito che il suo era sta- ben vengano, così magari verranno fuori to «solo uno sfogo per esprimere delle le varie distinzioni». Le primarie restavaperplessità» sulle no la prima scelta primarie, che condel segretario del sidera «non salvifi- Berlusconi: «Serve una grande partito, che di fronche», «una condi- rivoluzione all’interno del partito. te all’ufficio di prezione necessaria, Ci vuole un grande choc» sidenza aveva anma non sufficienche chiarito di essete», ma sulle quali «occorre comunque an- re pronto ad assumersene personalmente dare avanti», perché – ha aggiunto ancora «la responsabilità», perché «farle è una il Cavaliere – ha ragione Alfano: ora serve questione di serietà». «Io accetto la sfida decidere. E alla fine una decisione è stata delle primarie altrimenti qual è l’alternapresa: le primarie si faranno, l’ufficio di tiva? Forse – ha chiesto Alfano – qualche presidenza ha approvato il regolamento gelataio o ex presidente di Confindustria, definitivo e restano in sospeso solo alcu- che nei sondaggi va peggio di noi? Finora ni dettagli. un Berlusconi del ’94 non è venuto fuori, «L’indecisionismo ci uccide. Non siamo allora scegliamolo tra di noi a meno che né con Monti né contro Monti. Ci dicono non ci sia una scelta che riguarda persoche non abbiamo una linea politica, se nalmente Berlusconi e sulla quale c’è la vogliamo accentuare tutto questo, allora è clausola di sempre». utile non prendere una decisone nemme- Tutto l’intervento è stato, di fatto, una reno oggi», aveva detto Alfano nel corso del- plica a quello «sfogo» con cui Berlusconi la riunione a Palazzo Grazioli, aggiun- aveva aperto la riunione e che era venuto gendo che «io sono per andare avanti. O dopo una rinnovata attestazione di stima si prende una decisione qualunque essa da parte del segretario, il quale aveva ri- Valeria Gelsi C Lo slogan Pdl contro Renzi «Per Firenze lo slogan dovrebbe essere ‘il meglio non verrà’, perché un sindaco eletto dai cittadini si occupa della sua città dalla mattina alla sera, invece abbiamo un sindaco che da anni pensa ad altro». Così, in una nota, Gabriele Toccafondi deputato e coordinatore cittadino del Pdl a Firenze, commenta l’annuncio del titolo del prossimo appuntamento alla Leopolda annunciato da Renzi con lo slogan copiato da Obama: ‘Il meglio deve ancora venire’. cordato che «il partito è sempre accanto al sconi si è comunque rimesso alla volontà del partito, chiarendo anche di essere suo presidente in qualsiasi decisione». Ma Berlusconi, all’incontro, non si è pre- pronto a fare la sua parte, a fare quanto gli sentato con decisioni già prese, si è pre- venisse chiesto. «Ditemi che devo fare sosentato piuttosto con una lista di criticità no una risorsa a vostra disposizione», ha da affrontare, rimandando comunque tut- concluso l’ex premier, chiarendo che «sote le scelte definitive al partito. «Serve una no d’accordo con Alfano sulla necessità di grande rivoluzione all’interno del partito, uscire oggi con una decisione». cambiando tutto e non solo il nome per Su questa necessità si è trovato d’accordo recuperare i nostri elettori. Ci vuole un anche il partito. «Non è possibile tracgrande choc», è stato l’avvertimento del cheggiare, rischiamo – è stato il commenCavaliere, che un attimo prima aveva co- to di Roberto Formigoni – di essere sepolmunque rivendicato la bontà del lavoro ti dal ridicolo. Se Berlusconi conferma il svolto dal Pdl e l’orgoglio per «la nostra passo indietro, la strada sono le primarie. storia». Ma come realizzare questo «gran- Approviamo il regolamento e partiamo. Questo è il modo de choc»? Non atper non trasformatraverso le primarie che, in prima battu- Alfano: «L’indecisionismo ci uccide. re la possibile sconfitta in disfatta». ta come a sfogo ter- O si prende una decisione o minato, Berlusconi saremo barzellettati e io non ci sto» Anche per il vicepresidente dei deha definito «non salvifiche». L’ipotesi, allora, è stata quella putati, Osvaldo Napoli, «ha ragione e radi «volti nuovi e protagonisti nuovi». Di gione da vendere il segretario Angelino Al«un Silvio Berlusconi del ’94», ha detto fano: senza una decisione chiara sulle pril’ex premier, facendo pensare alla ricerca marie il partito è destinato a morire». Nadi una personalità esterna, che però non poli, inoltre, ha voluto chiarire che ciò che convince Alfano, come il segretario ha è trapelato dell’ufficio di presidenza «non ha colto il senso della riunione e ha finito chiarito nella sua replica. C’erano, sullo sfondo, i sondaggi negati- per distorcerne il significato più autentivi, che Berlusconi ha spiegato di aver com- co: l’interesse che accomuna Berlusconi e missionato tanto sulle primarie quanto Alfano a rilanciare il Pdl». Interesse intorsui possibili candidati. C’era, anche, il ti- no al quale, alla fine, è stata fatta sintesi, more che «questi convegni in ogni pro- con la decisione di svolgere le primarie. vincia porteranno solo allo scoperto le Che si faranno non solo a livello nazionostre faide interne, quelle che – ha detto nale, ma anche a Roma e nel Lazio, come il Cavaliere – hanno schifato i nostri elet- ha spiegato a fine ufficio di presidenza Gianni Alemanno. « riunione – ha chiotori». Detto ciò, esaurito lo sfogo, però, Berlu- sato il sindaco di Roma – è andata bene». Lombardia Ennesimo botta e risposta Formigoni-Lega Albertini: è ufficiale, sono candidato ttacchi, repliche e, infine, tentativi di riportare il dibattito a toni più sereni. La giornata di ieri ha confermato che in Lombardia tra Pdl e Lega la tensione resta alta, ma si cerca ancora un punto di mediazione. A dare il la alle polemiche era stato Roberto Formigoni, con un webeditoriale di Forcaffè su youtube. «Ha sbagliato, è stata impaziente e non ha rispettato i patti: per la Lega i patti sono scritti sull’acqua. Se avesse aspettato, nel 2015 avremmo potuto darle la presidenza di Regione Lombardia, a patto che restituisse al Pdl le candidature di Veneto e Piemonte», ha detto il governatore, rilanciando la candidatura di Ga- A briele Albertini (che ieri l’ha ufficializzata in un’intervista a Tgcom24) e invitando il Carroccio a «non fare la zitella acida». Di lì a poco Umberto Bossi, assicurando che «vinciamo noi», ha replicato che «Formigoni è l’immagine di un sistema che sta cambiando». Roberto Maroni ha invitato il governatore a preoccuparsi dei problemi del Pdl e Matteo Salvini ha lanciato una sorta di sondaggio su facebook e twitter. Albertini ha spiegato che la sua candidatura «ricalca l’esperienza di governo al Comune di Milano raccontata nel libro ‘L’onestà al potere’» e «non è una candidatura che nasce all’interno del Pdl, ho ancora la tessera ma non frequento il partito». Sull’eventualità delle primarie, Albertini evidenzia di non essere nella condizione di farle. «Non perché sia contro - dice ma perché nel caso che ci riguarda la candidatura nasce dal collegamento con movimenti legati al territorio come quello di Giannino e Montezemolo. Il tentativo in Lom- bardia è quello di unire il Ppe per offrire alla Regione un governo credibile fatto di persone credibili. Se io fossi il candidato del Pdl non potrei tenere insieme le altre componenti ispirate al cosiddetto centro. Le cose stanno insieme se c’è un fulcro di garanzia. Se ognuno viaggia sulla sua scialuppa il mare non lo si può affrontare». E ancora, Albertini ha illustra- Gabriele Albertini ha ufficializzato la sua candidatura alla Regione Lombardia. L’ex sindaco di Milano piace a Formigoni, ma crea problemi con la Lega to i punti salienti del suo programma: «Ci impegneremo nella costituzione di una macroregione del Nord con Piemonte e Veneto perché si possa concorrere con altri scenari europei simili. Opereremo sia in sede di liberalizzazione che gestione: San Raffaele e Maugeri sono fondazioni, occorre invece che vengano trasformate in società per azioni con bilanci certificati. Con le fondazioni i bilanci possono essere opachi e così c’è stata la possibilità di malversazione». Il passo avanti di Albertini ha indispettito Roberto Maroni: «Noi siamo al governo della Regione Lombardia dal 2000 e abbiamo condiviso le scelte operative. Io voglio vedere se ci sono le condizioni per proseguire questa collaborazione: è chiaro che non posso accettare un ‘prendere o lasciare’, che si chieda alla Lega di accodarsi». Sulla candidatura solitaria di Maroni «deciderà lunedì il consiglio federale». Alleanze Il Pd apre a Pannella? Da che parte stanno i Radicali? Ceccanti e D’Alia: parliamone... on chi stanno stavolta i radicali? Sullo sfondo della diatriba che in queste ore investe il Pd in materia di alleanze, se Bersani deve confermare lo strano feeling con Nichi Vendola o allentare per guardare al centro di Casini, si affaccia un nuovo quesito: il partito di Pannella può interessare a largo del Nazareno? «La domanda andrebbe rivolta ai cinque candidati alle primarie, visto che è stata fatta una parziale alleanza, quella che ha elaborato la Carta di Intenti. Le chiavi di queste possibili aperture stanno nelle mani dei candidati alle primarie, e saranno loro a dire». Sono le parole del senatore del Pd Stefano Ceccanti, intervistato ieri da Radio Radicale proprio sull’argomento. Nessuna preclusione a priori. «L’esperienza di questi anni di convivenza comune nel gruppo parlamentare consentirà di valutare», ha aggiunto Ceccanti. «Di certo non si può escludere a priori un’alleanza, visto che si è scelto di fare un primo nucleo dell’alleanza con Vendola, il quale mi sembra condivida di meno la linea scelta dal Pd, almeno rispetto al governo Monti. E dunque non si capirebbe perché escludere pregiudizialmente anche i radicali. La distanza che c’è tra Pd e Vendola a me sembra certamente superiore da quella che c’è tra Pd e Radicali». Ma Bersani potrebbe non pensarla così. Giampiero D’Alia dell’Udc è ancora più esplicito e guarda con favore a possibile alleanze con largo di Torre Argentina. «La convergenza con altre forze politiche, radicali compresi, va verificata, a partire dai programmi concreti di governo. Questo si fa partendo dai contenuti, da ciò che si vuole fare, dai valori che si rappresentano», spiega il capogruppo centrista al Senato, «oggi i cittadini considerano e premiano i progetti di alleanza che sono coerenti». Confermando la distanza siderale con il segretario di Sel, che si candida alla premiership del centrosinistra, D’Alia precisa: «A noi sembra strano poter fare un’alleanza con chi, come Vendola, contesta in radice l’azione del governo Monti, e che ha proposto un referendum per far tornare l’articolo 18. Diverso il caso di forze responsabili che appoggiano il governo». I radicali sono avvisati. C 9/11/2012 venerdì primo piano Secolo Incandidabilità: decreto prima delle elezioni L’Inno? Tutte le materie interessate Renzi: chi paga gli sms di Bersani? De Magistris e i partigiani della liberazione D’Alema: M5S partito poco democratico L’obiettivo del governo è quello di varare il decreto legislativo sull’incandidabilità «in tempo utile perché sia efficace in vista delle prossime elezioni». È quanto sottolinea un comunicato congiunto dei ministri dell’Interno, della Giustizia e della Pubblica amministrazione. Per la senatrice Pd Garavaglia «in tutte le materie si può parlare dell’inno, ma è importante che esista nel curriculum scolastico. Gli altri Stati hanno fatto sì che esso fosse inserito». «Chi ha pagato i messaggi inviati agli iscritti del Pd con l’intestazione ‘Bersani 2013’? E quanto hanno speso?». A chiederlo è Lino Paganelli, delegato di Matteo Renzi al coordinamento nazionale riferendosi a messaggi ricevuti in questi giorni dagli iscritti Pd. «Non nascerà nessun partito, ma sto lavorando per creare un luogo più ampio di non allineati». Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a margine di un’assemblea di iscritti all’Idv. «Sono - ha aggiunto - i partigiani per la liberazione». Quello che sta avvenendo nel Movimento Cinque Stelle, con accesi dibattiti e scontri interni, «non mi stupisce. Quello che avviene segue le logiche tipiche di un partito, ma di un partito poco democratico». Lo sostiene Massimo D’Alema, che ne ha parlato a Bologna. IN BREVE I commenti 1 «È parte integrante della nostra storia», ha detto Ignazio La Russa 2 «L’identità diventa strumento di formazione», ha dichiarato Giorgia Meloni 3 «Il 17 marzo non sarà un giorno di ferie ma di studio», ha detto Maurizio Gasparri Diffamazione ora torna in Aula Un successo Una bella notizia in mezzo a tanta desolazione. A chi dice “c’è altro a cui pensare”, rispondo che non possiamo votare solo interventi economici Senato È legge la proposta di Paola Frassinetti sull’inno nazionale a scuola. Tutti d’accordo tranne il Carroccio Sui banchi arriva l’inno di Mameli Poi c’è la giornata del Tricolore? La celebrazione del 17 marzo è stata proposta dalla collega Coscia del Pd per sensibilizzare i ragazzi nel giorno dell’Unità d’Italia. Per non perdere le tracce e l’entusiasmo della grande festa per i 150 anni che ha affollato i teatri e le piazze. no: tuttavia l’assoluzione di Errani sul caso Terremerse non è un’assoluzione del sistema politico che fa riferimento al presidente della Regione Emilia-Romagna», sostiene Galeazzo Bignami, consigliere regionale Pdl, e ha aggiunto: «Non dimentichiamo che il suo ex capo di gabinetto Solaroli è indagato per truffa aggravata, la sua dirigente Zoia Veronesi che pare facesse da segretaria di Bersani pagata coi soldi della Regione, l’ex capogruppo del partito di maggioranza è indagato per peculato come un Fiorito qualsiasi, il suo ex vicepresidente Delbono ha patteggiato per peculato, mentre il fratello è stato rinviato a giudizio per aver preso un milione dalla Regione di cui lui è presidente. O era a conoscenza di quello che capitava attorno a lui ed allora è colpevole; o lui non sapeva cosa facevano i suoi collaboratori e allora è un incapace. Comunque ha fallito». Quella di Terremerse resta una vicenda «poco chiara», attacca Giovanni Favia, consigliere regionale in Emilia Romagna per il Movimento 5 Stelle che accusa: «L’avvocato dice che in caso di condanna si sarebbe dimesso? Strano che non l’abbia detto prima e che, anzi, il Pd l’avesse negato a ranghi serrati». Favia si chiede anche chi abbia scritto la relazione inviata dalla Regione in procura a Bologna per spiegare la correttezza dell’operato dell’amministrazione nella vicenda del finanziamento alla coop presieduta dal fratello del presidente. Relazione che poi ha finito per mettere nei guai Errani e i funzionari, finiti indagati per falso ideologico. Dopo aver ribadito il rispetto della sentenza, Favia ha aggiunto però di faticare «a credere che Errani non abbia letto quelle poche righe, essenziali, della relazione che consegnò, in cui c’era un falso sulle uniche informazioni davvero importanti della relazione». che perché fanno riferimento a tutta la storia d’Italia. Da Scipione l’Africano ai Vespri siciliani, alla battaglia di Legnano passando per Ferruccio a Firenze. È un inno ricco e articolato che offre molti spunti storici e critici. La stessa figura di Mameli è esemplare, un giovanissimo di famiglia ricchissima che si arruola volontario, continua a combattere con una gamba in cancrena fino a morire in battaglia. E poi mi sorprende che si oppongano all’unica canzone in Italia che cita Alberto da Giussano... PROTESTE IN AULA a una voce molto tonica, di chi ha portato a casa un piccolo grande successo. A un’ora dall’approvazione nell’aula del Senato del ddl che promuove l’insegnamento dell’Inno di Mameli a scuola, Paola Frassinetti, prima firmataria della proposta passata a giugno alla Camera, risponde al telefono soddisfatta. «Finalmente è legge, una buona notizia in mezzo a tanta desolazione per le sorti della politica». In«Non c’è Paese sieme al mondo che definisca viene istituita antistorico e retorico anche la il proprio inno» Giornata dell’Unità della Costituzione dell’Inno e della Bandiera (il 17 marzo), sulla scia delle celebrazioni per il centocinquantesimo dell’unità. H Come si insegna un inno? Nell’ambito delle ore di “cittadinanza e Costituzione” che sostituiscono la vecchia Educazione civica, dalle elementari fino al liceo, sono previsti percorsi didattici che, a partire dal testo del nostro inno, affrontino il tema del Risorgimento, dell’identità nazionale e promuovano i valori della cittadinanza. In pochi lo conoscono, tutti si fermano alla prima strofa. E in pochi sanno che cosa significa “dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa”. E invece? Deve essere insegnato e imparato a memoria, a chi ne contesta l’obbligatorietà rispondo che è un’obiezione vuota, perché se nessuno lo sa, penso anche alle La Lega si sfila «È una legge antistorica» L’Inno di Mameli non doveva passare secondo i duri e puri del Carroccio che ieri si sono esibiti in una roboante protesta parlamentare. Il provvedimento che istituisce l’insegnamento dell’inno nazionale nelle scuole e è stato contestato fino all’ultimo dagli esponenti leghisti. Nell’Aula di Palazzo Madama – che ha dato il via libera definitivo – sono intervenuti in massa per di no e hanno annunciato il voto contrario alla legge, già approvata alla Camera a giugno. Dopo l’annuncio del Carroccio del voto contrario a un provvedimento considerato «retorico» e «antistorico», molti dei 24 senatori della Lega hanno parlato in dissenso per continuare a criticare la legge, annunciando la non partecipazione alle votazioni. Ma la presidente di turno, Rosy Mauro, ha dato solo un minuto per senatore. Tanto è bastato per surriscaldare il clima dei pasdaran che hanno proseguito a contestare la presidenza anche dopo che il provvedimento è stato approvato con il voto favorevole di tutti gli altri gruppi. Antistorico e retorico l’inno nazionale? Achille Serra, intervenendo in Aula, ha duramente attaccato la posizione del partito di Maroni. «Senatori del Parlamento italiano, magari ex ministri, non possono affermare di non sentirsi italiani. È vergognoso». Rivolgendosi ai colleghi che si sono opposti al provvedimento, l’ex prefetto di Roma ha invitato a non confondere «il federalismo americano con l’insofferenza che taluni provano per una parte del Paese». Lo spirito unitario, che caratterizza l’America come tutte le democrazie degne di questo nome, viene continuamente minato da chi ancora grida “Roma ladrona”. Ancora esiste un popolo d’Italia che si stringe a coorte nel nome della nazione? La guerra contro l’Austria appartiene al passato, ma di fronte alla globalizzazione che sfibra la nostra identità è determinante ritrovare la compattezza di una comunità, il senso dell’appartenenza comune, stringersi a coorte insomma. E poi vorrei rispondere a chi lamenta che “con tante cose importanti da fare, c’è ben altro a cui pensare” dicendo che l’iter di questo provvedimento è stato veloce, senza alcune resistenze si sarebbe potuto approvare in un’ora. L’Aula del Senato ha concluso l’iter polemiche che prendono spunto dalla manifestazioni sportive, vuol dire che insegnarlo diventa necessario. La Lega, che ha votato contro, lo definisce “antistorico” e “retorico”... Ma come si fa a dire una cosa del genere? Sfido a trovare un solo paese al mondo che giudica antistorico il proprio inno nazionale. È pura demagogia che, tra l’altro, non fa bene al Carroccio. Perché il popolo leghista non condivide la crociata anti-Mameli? Forse lo zoccolo duro è d’accordo, ma con certi temi non va da nessuna parte. Molti tra i militanti leghisti si staranno domandando se il rinnovato progetto di cui parla Maroni porterà a una nuova fase. Non credo a un’involuzione in senso secessionista, però certe posizioni sono germi di retroguardia. E non si può neanche dire che le parole siano antistori- L’inchiesta Abusi nella concessione di fondi a una coop Terremerse, Errani assolto Il Pdl: il sistema resta marcio asco Errani è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di falsità ideologica in atti pubblici per la vicenda di Terremerse. L’inchiesta oggi finita con le assoluzioni per Vasco Errani e i due funzionari della Regone Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, era nata dopo un articolo dell’ottobre 2009 del quotidiano ‘Il Giornale’, che aveva ipotizzato abusi e irregolarità nella concessione del finanziamento regionale da un milione per la costruzione di una cantina vinicola a Imola da parte della Coop Terremerse. Dopo l’articolo Vasco Errani mandò in Procura una relazione per dimostrare la regolarità delle pratica del finanziamento alla Coop, allora presieduta dal fratello. Alla fine, sulla base di V L’esposto Il presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani quella relazione la Procura lo ha indagato, con i due dirigenti della Regione. In pratica l’accusa era di aver occultato informazioni, a proposito delle modalità con cui il fratello aveva ricevuto il finanziamento. Per gli investigatori lo scopo era occultare che l’intervento per il quale Terremerse aveva richiesto il contri- buto non era stato completato entro il termine previsto. «Il presidente Errani è una persona molto lineare: un’eventuale condanna – ha detto il suo difensore Alessandro Gamberini – avrebbe provocato inevitabilmente le sue dimissioni». «Non sarebbe rimasto al suo posto in caso di condanna – ha aggiunto – anche se si fosse trattato di una condanna dal punto di vista sanzionatorio abbastanza modesta, vista la richiesta del Pm. Ma come tale avrebbe messo una macchia sulla sua onorabilità che non gli avrebbe consentito di continuare il suo mandato». «Le sentenze non si commenta- Gioenzo Renzi: i cittadini giudichino se è credibile «L’assoluzione di Errani non mi stupisce, in Emilia-Romagna sono cose che possono succedere. Da parte mia resta il fatto che nel 2009 presentai una mozione con la quale chiedevo che venisse revocato il contributo di un milione di euro alla cooperativa Terremerse, all’epoca guidata dal fratello di Vasco Errani, in quanto dai documenti in mio possesso vi erano delle irregolarità. Poi fu la Guardia di Finanza a chiedere la revoca del contributo». Lo scrive in una nota Gioenzo Renzi, ex consigliere regionale di An e firmatario dell’esposto sulla vicenda. «Siano, perciò, i cittadini a giudicare, alla luce di tutta questa vicenda, se Errani possa essere ancora credibile». Semaforo verde della comissione al testo di Berselli a commissione Giustizia del Senato ha approvato il ddl sulla diffamazione nella versione rivista e corretta di Filippo Berselli, presidente della commissione. Hanno votato contro solo Api e Lega. Un passo avanti importante dopo i continui rimpalli tra aula e commissione. «Sono molto soddisfatto, il mio testo è passato senza modifiche. I dieci emendamenti che erano stati presentati al provvedimento sono stati ritirati e molto probabilmente verranno ripresentati per l’Aula», ha commentato il senatore del Pdl autore della riscrittura del provvedimento che è stato asciugato in due soli articoli. Nel ddl, così come modificato da Berselli, resta un nodo che preoccupa non poco direttori e grafici di giornali: la possibilità che la rettifica non abbia limiti di spazio. Nella versione di Berselli, infatti, nella parte in cui si parla della modalità con cui debba venire pubblicata la rettifica, si tolgono le parole «purchè contenute entro i limiti di 30 righe» per sostituirle con la frase «con lo stesso rilievo e nella medesima collocazione» della notizia giudicata diffamante. Aggiungendo poi che le rettifiche dovranno essere pubblicate «senza commento» e nella loro interezza. Il deputato del Pd Vincenzo Vita sul punto si è riservato di presentare delle proposte di modifiche per martedì quando il testo dovrà tornare all’esame dell’Aula del Senato. Chi, dopo essere stato condannato per il delitto della diffamazione, riporta nei due anni successivi una nuova condanna per il medesimo delitto può essere sottoposto, tenuto conto della gravità dei fatti, alla pena accessoria dell’interdizione dalla professione giornalistica da uno a sei mesi. Pena che aumenta sino a un anno se si torna a “delinquere”. Con questo emendamento, Francesco Rutelli punta a reintrodurre la pena accessoria dell’interdizione. argomento spinoso che invece era stato eliminato nel nuovo testo. Alla versione ‘light’ del provvedimento sono stati presentate in tutto 10 proposte di modifica di cui 3 dell’Api, 5 dell’Idv e 2 di Vincenzo Vita. In un altro dei suoi emendamenti, Rutelli propone che la rettifica venga inserita anche negli archivi digitali dei giornali. «È la narrazione della nostra identità eppure nessuno lo conosce... La protesta dei leghisti non fa bene neanche a loro. Pura demagogia» Gloria Sabatini 3 Non ha rallentato altri provvedimenti in calendario? No. Poi, secondo questo ragionamento, si dovrebbero approvare solo gli interventi economici. L 4 Secolo primo piano Domenica convention con Tarzia l nostro obiettivo è di essere il movimento dei movimenti, a fronte della crisi epocale dei partiti». Lo ha affermato Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio alla Camera, presentando il programma politico che, insieme a Olimpia Tarzia del Per (Politica Etica e Responsabilità), illustrerà domenica presso l’hotel Parco Tirreno a Roma. «I Moffa lancia il movimento “Costruiamo il futuro” Il deputato di Popolo e territorio, presidente della commissione Lavoro a Montecitorio, lancia ‘Punto e a capo. Costruiamo il futuro’, con lo scopo, ha spiegato, di uscire dalle «posizioni confuse all’interno del centrodestra e del centrosinistra che disamorano il nostro Paese nei confronti della politica». «Il ‘montismo’ - ha aggiunto - è una categoria economica ed è ormai necessa- rio che la politica torni ad indirizzare mondo economico e finanziario». Il progetto politico del partito, che presenterà liste alle prossime amministrative del Lazio, non viene anticipato; non mancano però riferimenti all’intenzione di attuare una riforma del lavoro parallela a una vera riforma sociale e promuovere la creatività e genialità italiana che rischia di essere appanna- ta dalla crisi economica. «Si vuole ripartire dall’uomo», ha detto Tarzia, che conferma la disponibilità del movimento ad accogliere chiunque ne condivida gli ideali. “Costruiamo il futuro” lancerà una serie di proposte programmatiche che potranno in prospettiva confluire in una nuova opzione politica. Dunque una convention per aiuta- 9/11/2012 venerdì re il centrodestra a «uscire dallo stato di confusione nel quale si trova e che allontana gli elettori». «La rottamazione della politica - ha detto ancora Moffa - è solo uno slogan e non una soluzione perché allontana i cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Bisogna invece ricreare le condizioni per la governabilità senza lasciare una prateria aperta a Beppe Grillo». Spending review «Noi riteniamo le preferenze pericolose e vorremmo i collegi uninominali» «Le regole si fanno tutti insieme, senza pretendere di avere il diritto di veto» Gaetano Quagliariello «NO AI FAZIOSI» Anna Finocchiaro Hanno detto «NIENTE PREFERENZE» Il governo cancella settemila posti letto negli ospedali italiani «Solo 30 giorni di tempo» «Il presidente Schifani aveva giurato che il Senato era pronto a lavorare anche ad agosto, anche il sabato e la domenica pur di approvare la legge elettorale. Era luglio. Ancora una volta, invece, la commissione Affari costituzionali - che doveva lavorare anche in notturna - per la seconda settimana rinvia alla settimana successiva», polemizza il deputato pd Roberto Giachetti, da tempo in sciopero della fame, sottolineando che mancano solo 30 giorni di lavoro effettivo del Parlamento prima che scadano i tempi per una modifica. di 7.389 unità la stima dei posti letto che saranno tagliati nelle strutture ospedaliere italiane in attuazione della spending review. È quanto si legge in una nota del ministero della Salute che chiarisce che le Regioni che già si trovano sotto la percentuale di 3,7 posti per mille abitanti avranno la facoltà di aumentarli fino a questo tetto. Via 14.043 posti letto in eccesso per gli acuti ma aumento di quelli per la riabilitazione e la lungodegenza di 6635 unità. È l’effetto che si otterà applicando i criteri per la riorganizzazione della rete ospedaliera previsti dalla spending review, che indica come media complessiva da raggiungere 3,7 posti letto per mille abitanti, di cui 0,7 per i post-acuti (dalla media attuale di 3,82 per mille abitanti del primo tipo e 0,59 per i post-scuti). I letti diventeranno in totale 224.318.I calcoli per il taglio o la riorganizzazione dei posti letto, si spiega nella nota del ministero, «si basano sulla popolazione generale di ogni Regione pesata e corretta in base alla percentuale di anziani e ai flussi di mobilità ospedaliera tra Regioni. Il correttivo tiene conto del fatto che alcune regioni registrano una mobilità attiva, in quanto i propri ospedali attraggono pazienti residenti altrove». In cinque regioni (Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Lazio e Molise) si riscontrerà una diminuzione dei posti letto di entrambe le tipologie, mentre l’Umbria è l’unica regione che potrà aumentare i posti letto in entrambe le tipologie e in Piemonte diminuiranno i posti per post-acuti e potranno aumentare quelli per acuti. Le regioni rimanenti (Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) al contrario - conclude la nota - potranno aumentare i posti per post-acuti e dovranno diminuire quelli per acuti. In sei di queste Regioni (Liguria, Toscana, Abruzzo, Campagna, Puglia e Sicilia) il numero dei posti letto, per effetto del gioco dei saldi, potrà complessivamente aumentare. riale. Ho già comunicato ai miei avvocati di essere a completa disposizione della magistratura, nella quale ripongo totale fiducia da sempre così come da sempre sono un convinto sostenitore del principio della presunzione di innocenza. Sono assolutamente sereno sulla correttezza del mio operato e sono certo che sarà dimostrata la mia totale estraneità ad ogni illecito». «È tuttavia inevitabile - aggiunge - che questo episodio si incroci con il mio ruolo di coordinatore nazionale di Italia Futura. Le idee, i progetti e le persone della nostra associazione sono un capitale di novità di cui essere orgogliosi e che dovrà contribuire all’apertura di una nuova stagione del paese. In questi mesi straordinari di lavoro sul territorio, di incontri con migliaia di voi, di confronto su progetti e idee per il paese abbiamo dato corpo ad un’idea diversa e nuova di impegno politico, che rappresenta oggi l’unica vera novità costruttiva presente in Italia. Sono convinto che i comportamenti individuali debbano essere all’altezza delle nostre ambizioni di rinnovamento. Su questo, soprattutto, saremo valutati. E per questo, naturalmente, rimarrò un entusiasta attivista del nostro movimento». È Senato Tutto rinviato a martedì, ma c’è uno spiraglio Come votare, accordo vicino e tempi stretti Trenta giorni per la legge elettorale, il Pd esce dall’arroccamento e trova la disponibilità del Pdl: «Ma non accettiamo i veti a priori» Antonio Marras utto rinviato alla settimana prossima sulla legge elettorale, con la ghigliottina di trenta giorni di tempo massimo a disposizione per trovare un accordo soddisfacente. Sul tavolo resta il “lodo D’Alimonte” ma, dopo una riunione fiume a Palazzo Grazioli - che aveva toccato anche il tema del sistema di voto – mercoledì sera è saltata la seduta prevista in Commissione Affari Costituzionali del Senato per cercare un accordo realmente allargato a tutti. Un rinvio “tecnico” a martedì prossimo per consentire ai partiti di limare un eventuale accordo. In linea di massima ci sarebbe già un’intesa sull’abbassamento della soglia del premio in aula dal 42,5% al 40%. Dovrebbe poi arrivare, in commissione, qualora ci fosse accordo, sotto forma di emendamento del relatore Lucio Malan il “premietto” intorno al 10% per il primo partito in caso nessuno vinca il premio di maggioranza del 12,5%. La situazione a quel punto si sbloccherebbe e ci sarebbero più T A destra il professor Roberto D’Alimonte chance che la riforma vada in porto. Una riforma che, a quel punto, avrebbe quel tasso di condivisione più volte chiesto anche dal presidente della Repubblica che, si racconta in ambienti parlamentari, potrebbe a breve fare una nuova dichiarazione pubblica in questa chiave. Prove d’intesa con l’Udc «Faremo di tutto per trovare un punto di intesa sulla legge elettorale. Noi non lavoriamo per dividere, ma per unire sulla legge elettorale. Un accordo ci sarà, perchè nessuno può assumersi la responsabilità di non farlo. Chi si sottrae, vuol dire che vuol tenersi il Porcellum. Ma allora lo dica chiaramente», ha ribadito ieri il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Ma anche il Pd, dopo un iniziale arroccamento, lancia segnali: «Col Pdl stiamo discutendo dell’ipotesi di una legge elettorale una soglia al 40% per raggiungere un premio di maggioranza che porti al 54% dei seggi o, se nessuno arriva alla soglia, un 10% al primo partito, «e ci attendiamo che nel corso delle prossime ore si giunga ad un incontro per poter Il presidente della Commissione Carlo Vizzini «Ma non lavoriamo per il pareggio» «Faremo tutto tranne che una legge per il pareggio». Dopo aver scritto sul blog di Grillo per rassicurarlo sul fatto che la nuova legge elettorale non sarà contro il Movimento Cinque Stelle, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, ha escluso che le forse politiche puntino all’equilibrio, per favorire un Monti bis. «C’è una contraddizione nel Pdl che non ha mai fatto le primarie e decide di farle nel momento in cui si sta propugnando una legge che non vedrà un candidato che si può designare come presidente del Consiglio» visto che la soglia per il premio di maggioranza è «troppo alta». «Se ci saranno queste regole - ha evidenziato - bisognerà fare un negoziato tra forze politiche che si sono presentate con programmi diversi, si perderà tempo e questo non va bene per i mercati. Si voterà con le preferenze che sono il frutto avvelenato del bubbone che si sta verificando nelle regioni». «Quando invece - ha concluso - avremmo bisogno di aggregare e di sapere, come accade in America ma anche in Africa, la sera delle elezioni chi ha vinto». Candidata In corsa per le Politiche Rinvio a giudizio «Mi faccio da parte, sarò un semplice attivista» Democrazia, amore, natura: è tornata Cicciolina... Italia Futura, si dimette il coordinatore Vecchioni Democrazia, Natura, Amore: è questo, in sintesi, il programma di Dna, l’ultimo partito inventato da Ilona Staller, al secolo Cicciolina, pronta a ricandidarsi a Montecitorio dopo esserci già stata dall’86 al ‘92 eletta nelle liste radicali. L’ex parlamentare ha tenuto una conferenza stampa ad Isola Farnese, vicino Roma, dove vive assieme al suo compagno Luca Di Carlo, l’avvocato assurto alle cronache gossippare estive per la notizia, poi smentita, che Nicole Minetti era in procinto di fare un film hard con lui come partner. Il penalista e l’ex pornostar condivideranno la gestione del nuovo soggetto politico. «Dual president» è infatti lo slogan stampato sui manifesti. Il programma di Dna è fitto di proposte più facili da annunciare che da realizzare: salario garantito per i giovani, eliminazione delle auto blu e dei privilegi della casta; buon funzionamento della giustizia e sicurezza sociale per tutti. Fin qui tutto normale. Ma quando si entra nei dettagli su alcuni temi cari a Staller, si scopre che il matrimonio gay e lesbico, ovviamente rivendicato, si potrebbe tenere non solo davanti al sindaco ma anche in chiesa. pochi giorni dalla convention che terrà a battesimo il nuovo centro di Montezemolo sulla fondazione Italia Futura si abbatte un terremoto che non sarà di buon auspicio per l’operazione politica che ha in mente il presidente della Ferrari. Il coordinatore nazionale Federico Vecchioni, rinviato a giudizio con l’accusa di truffa nell’ambito di un’indagine della procura di Grosseto, ha deciso di dimettersi. «Ritengo - dice Vecchioni - che il profilo di novità di Italia Futura e la discontinuità con le abitudini della vecchia politica non possano essere messe in alcun modo in discussione. Proprio per questo ho deciso di dimettermi dall’incarico e di non concorrere ad alcuna carica politica A definire i termini dell’accordo», ha detto la presidente dei senatori Anna Finocchiaro. Ma resta il modo delle preferenze, che la maggioranza del Pdl ritiene imprescindibili e che invece il Pd non vede di buon occhio: «Sulle preferenze dentro tutti i gruppi parlamentari si scontrano le buone ragioni di chi, come noi, ritiene le preferenze pericolose e vorrebbe i collegi e le ragioni di chi ritiene possa essere uno degli strumenti per scegliere la rappresentanza. Io spero che le nostre ragioni, che sono quelle dell’Italia, possano prevalere», ha spiegato ancora la Finocchiaro. Il Pdl dice no ai veti del Pd «Noi abbiamo sempre ricercato un accordo. Le regole si fanno tutti insieme ma non bisogna nemmeno pretendere di avere il diritto di veto sulla riforma», ha spiegato ieri il vice capogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello. Ora, ha aggiunto, «lo schema è quello di un premio che serve per governare e che porta, dunque, oltre il 50%, se non c’è questa condizione non c’è più un premio di governabi- lità ma un premio di aggregazione. Questo - ha detto ancora - è lo schema possibile, sulle soglie bisogna ragionare ma nessuno può pretendere di imporre la propria posizione». Nessuno «può dire o così o Pomì». Quagliariello difende anche l’accelerazione che c’è stata in commissione con il voto di Pdl, Lega e Udc sulla soglia al 42,5%, «è anche grazie a questo - dice - che ora si sta discutendo». CAMPO DE’ FIORI A ROMA Giordano Bruno Una cancellata proteggerà la statua, ma il Pd protesta... Il consiglio municipale del centro storico (I Municipio) ha approvato un ordine del giorno per dotare la statua di Giordano Bruno di una cancellata di protezione. «Una richiesta – spiegano i cosiglieri Pdl Stefano Tozzi e Marco Veloccia – più volte sollecitata dalle associazioni dei residenti del centro storico e dalla questura centrale volta a tutelare un bene monumentale e ad impedire che sia oggetto di bivacchi continui». Il Pd ne ha fatto però una questione ideologica accusando il Pdl (e l’Idv che ha votato la proposta) di voler ricnhiudere «nuovamente» il filosofo «simbolo di libertà». Federico Vecchioni e istituzionale fino a che questa vicenda non sarà completamente chiarita». «Ho appreso in questi giorni scrive Vecchioni sul sito di Italia Futura - di essere stato rinviato a giudizio per una vicenda relativa alla mia attività imprendito- 9/11/2012 venerdì primo piano Secolo 5 La Germania non ride Atene brucia In una notte drammatica in Parlamento passano le misure di austerity chieste dalla troika Grecia all’ultimo sangue: ma non basta L’Ue plaude ai tagli da 13,5 miliardi. Ma la Germania frena e mette in dubbio il versamento della nuova tranche di aiuti in tempi brevi Antonella Ambrosioni tene sta bruciando mentre il Parlamento approva la nuova “stangata”. È piazza Syntagma ancora una volta il teatro dell’ennesima tragedia greca. La mezzanotte di mercoledì è passata da alcuni minuti, quando il Parlamento, nel corso di quella che è stata una delle più tempestose riunioni degli ultimi 10 anni, ha votato sì, pur con una minoranza risicata, al cruciale pacchetto di austerity promesso alla troika ( Bce, Ue e Fmi) per Guerriglia urbana, scioperi e caos ottenere dopo la stangata. Domenica altro un’altra tranche voto cruciale sul bilancio, poi di aiuti la parola passerà all’Eurogruppo da 31,5 miliardi di euro. Non è bastata una città messa ancora una volta a ferro e fuoco come nel febbraio scorso a fermare il Parlamento. Non sono bastati gli scioperi in tutti i settori iniziati da lunedì. A Battaglia a piazza Syntagma Fuori dal Palazzo il primo atto della tragedia era iniziato già dalle sei del pomeriggio di mercoledì con scene di guerriglia urbana, almeno 100 mila persone in piazza, lanci di molotov, lacrimogeni e, per la prima volta, i cannoni ad acqua della polizia contro i dimostranti. Gli idranti cominciano a sparare il getto ad altezza d’uomo. I sibili dei lacrimogeni si moltiplicano. Tempo un’ora e piazza Syntagma si è trovata immersa in un’ enorme nuvola bianca. L’aria è irrespirabile e se la cava solo chi ha le maschere antigas. Ormai le Facciamo sindacato Impoverendo il ceto medio non si produce reddito e sviluppo vendono dovunque in strada, ad Atene. Poi ha iniziato a piovere. Il governo è uscito ferito perché dopo la votazione ha perso sette parlamentari. Evangelos Venizelos, il leader del partito socialista Pasok che sostiene il governo di coalizione del premier Antonis Samaras, ha infatti espulso dal partito sei deputati perché non hanno rispettato la linea indicata dal Pasok, mentre per lo stesso motivo Samaras ha espulso un parlamentare dal suo partito, Nea Dimokratia. Ma ad essere feriti di più sono i greci. Il Paese era già da due giorni paralizzato da uno sciopero generale convocato dai due maggiori sindacati greci (Gsee ed Adedy). Altre misure “lacrime e sangue” Il pacchetto di tagli da 13,5 miliardi, che rappresenta la nuova Finanziaria greca di medio termine (2013-2016), abolisce tutti i bonus extra per pensionati e dipendenti statali, introduce nuovi tagli sino al 25% alle pensioni e allo stesso tempo riduce sino al 27% i cosiddetti «stipendi speciali» (polizia, magistratura, forze armate, personale medico degli ospedali statali, docenti universitari, diplomatici) fino al 27%, mentre spiana la strada per il licenziamento di 2.000 statali e l’abolizione della previdenza sociale fornita dallo Stato che sarà sostituita da indennità collegate al reddito. In base al pacchetto, le pensioni del settore privato saranno ridotte sino al 25% mentre sarà pure innalzata di due anni (da 65 a 67) l’età pensionabile, saranno aboliti i bonus extra per i pensionati statali, e saranno pure abolite le pensioni dei parlamentari e delle autorità comunali che saranno eletti d’ora in poi. Il di- Giovanni Centrella* ltre alla competenza, bisogna O riconoscere al ministro Fornero uno stile impeccabile anche quando dà notizie nefaste o comunica moniti che nascondono una minaccia. Il nostro ministro del Lavoro ama esprimere pensieri scomodi, che ci hanno lasciati più di qualche volta allibiti. Entrando “a gamba tesa”, come si direbbe in gergo calcistico, nell’accordo sulla produttività chiesto da Monti a sindacati e imprese, il ministro Fornero ha sostanzialmente dettato alcune linee difficili da digerire per i lavoratori e per chi come l’Ugl vuole favorire l’intesa: dovranno entrare nell’accordo, ed essere poi sancite da un decreto, il “depotenziamento degli automatismi” contrattuali compresa la “rinuncia” all’indicizzazione dei salari all’aumento dei prezzi. Ecco uscire dal cilindro del governo un nuovo “paletto” che si aggiunge al segno di legge prevede cambiamenti nelle prima rigide relazioni di lavoro nel settore pubblico e consentirà il licenziamento o il trasferimento in altri posti dei dipendenti statali il cui ente sia stato abolito. Disoccupati Nuovo record Secondo i dati Elstat, sono oggi 1,27 milioni i greci senza lavoro, il 38% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È questo il 39/mo mese consecutivo con il tasso di disoccupazione nel Paese che aumenta ed ha ormai superato il doppio della media europea. Il fenomeno è come sempre più diffuso nella fascia più giovane. Tra coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni di età la disoccupazione è al 58%. Nell’agosto del 2008 i giovani della stessa età disoccupati erano il 20%. maggior o minor peso della contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale, all’utilizzo effettivo dell’apprendistato, di orari flessibili, alla modifica delle mansioni, per conquistare a beneficio di lavoratori e imprese il vantaggio fiscale contenuto nella Legge di Stabilità, pari a 1,6 miliardi di euro. Che in parole più semplici si traduce in una detassazione di premi ed incentivi dati dalle aziende a fronte di un aumento del lavoro e della produzione. Quelle aziende che – e non sono poi così tante – funzionano a pieno regime. Perché per le altre, in crisi o immerse nelle sabbie mobili di un settore stagnante, non c’è altro. Lo sappiamo, la coperta è corta; lo abbiamo sentito dire tante volte in questo travagliato e sorprendente dibattito in Parlamento sulla Legge di Stabilità. Ma c’è una crisi che continua a mordere e continua a farlo a discapito delle stesse persone, se non si metterà mano La protesta prosegue Una scure sta per abbattersi sul Paese e la protesta non si ferma. Ieri ancora un giorno di pesanti disagi per gli abitanti di Atene a causa dello sciopero di 24 ore indetto dai dipendenti dell’azienda dei trasporti pubblici che fermeranno treni urbani, metropolitana, autobus e tram. Il caos è totale. Anche i dipendenti della compagnia elettrica ellenica (Deh) hanno continuato la loro protesta iniziata lunedì scorso con una serie di scioperi ripetuti di 48 ore. Un gruppo di dimostranti ha occupato gli uffici centrali della compagnia chiedendo alla Direzione di non aumentare le bollette della corrente e ai parlamentari di non approvare il bilancio dello Stato per il 2013 il cui voto è previsto per domenica sera in Parlamento. Scene di ordinaria disperazione in una Grecia sfiancata da cinque anni di recessione, con una disoccupazione da record e paralizzata da scioperi continui. Tutto questo mentre da Bruxelles e Berlino arriva il plauso alle misure di austerity. «Sono un importante passo nella giusta direzione», ma un altro voto altrettanto «cruciale» è atteso per domenica prossima, poi lunedì la parola passerà all’Eurogruppo, ha detto Simon O’Connor, portavoce del Commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn. Con l’approvazione dei due provvedimenti da parte del Parlamento di Atene sul tavolo, i ministri delle Finanze dei 17 Paesi dell’eurozona cercheran- con coraggio a misure che spostino l’asse dell’attenzione e dei sacrifici sui ceti alti. Non siamo dei pazzi né dei visionari, c’è un Presidente degli Stati Uniti che ha vinto il suo secondo mandato proprio mettendo l’accento sui problemi e sugli interessi del ceto medio e sulla necessità di includere tutti, o meglio di non lasciare indietro nessuno, nella corsa verso il progresso e verso lo sviluppo che piace tanto ai cittadini americani, non meno agli italiani. Si dirà che è solo una farsa, che sarà una promessa non mantenuta, ma intanto è con questa promessa che Obama si è riaggiudicato una delle “poltrone” più potenti e scomode del mondo, pur avendo deluso molte aspettative e a fronte di giganteschi problemi economici, quali il debito pubblico e la disoccupazione. Ora non pretendiamo di ascoltare dal presidente Monti e dal ministro Fornero lo stesso appassionato, e no di trovare un’intesa politica su altri due «elementi chiave» del dossier Grecia: la fissazione del livello di sostenibilità del debito greco e le necessità finanziarie del Paese. «Speriamo di poter concludere i lavori nei prossimi giorni», ha detto O’Connor. Altre incognite Di diverso avvio il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Shaouble, secondo il quale non è in vista «per le prossime settimane» un accordo tra Ue-Bce-Fmi e Grecia sul versamento di una nuova tranche di aiuti. Altre incognite che rendono ancor più drammatici gli sforzi a cui saranno sottoposti i greci. «Un passo molto importante per il Paese» è stato compiuto secondo il presidente della Bce, Mario Draghi, che aggiunge che la Bce considera i finanziamenti alla Grecia «temporanei, sono di emergenza ma non finanziamenti di Stato». Anche la locomotiva tedesca comincia a subire gli effetti della crisi e rallenta la sua corsa pur mantenendo una velocità di crociera, un più 0,8%. Questo, in sintesi, lo scenario delineato dalle previsioni economiche di autunno rese note dalla Commissione europea. Stime che portano a un drastico taglio delle prospettive di crescita per la stragrande maggioranza dei Paesi dell’Eurozona, Francia e Spagna in testa, e allontanato al 2014 la speranza di rivedere una ripresa. «Navighiamo ancora in acque agitate», ha commentato il commissario per gli affari economici e monetari Olli Rehn. Nel 2013 il Pil crescerà di un misero 0,1% e solo nel 2014 si dovrebbe arrivare a un più 1,4%. Determinante il peso del “rallentamento” tedesco. In primavera la Commissione aveva stimato per il 2013 un aumento del Pil della Germania dell’1,7%. Oggi in questa casella compare un assai più modesto 0,8%, meno della metà rispetto allo scorso maggio. Un dato che non ha però sorpreso il presidente della Bce Mario Draghi, secondo il quale si tratta di un effetto inevitabile per un’economia «aperta e integrata» come quella tedesca. «Ora cominciano le difficoltà» «Non possiamo concedere un rifinanziamento monetario alla Grecia, la Bce non può fare più nulla», ha continuato Draghi. Il premier greco Samaras dal canto suo è convinto che la Grecia «stia voltando pagina, anche se il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, più pragmaticamente ha detto invece che ora «cominciano le difficoltà», lasciando intendere che non sarà facile mettere in atto le misure e invitando l’Europa a fare «il suo dovere» come è stato chiesto ai greci di «fare il proprio». Insomma, questa nuova stangata potrebbe non bastare ancora. E domenica notte si replica: all’ordine del giorno il voto sul bilancio dello stato. sicuramente retorico, discorso che Obama ha rivolto ai suoi elettori, agli Usa e a tutto il mondo. Quello che vorremmo si capisse nelle stanze del Palazzo, nelle menti di chi ci governa e che ci governerà, è che continuando ad impoverire il ceto medio-basso senza oltre tutto “regalare” un sogno, quanto meno una meta, si allontano le possibilità di crescita. Se l’Italia si trova nelle condizioni che conosciamo, non è solo per la crisi globale, ma per le basse e miopi prospettive che negli ultimi 15 anni si è data. A cominciare dalla moderazione salariale, che aggiunta ad un inadeguato livello di investimenti in ricerca e sviluppo, nell’innovazione, nella formazione, nelle infrastrutture materiali e immateriali, nella sicurezza, ci ha reso tutti più poveri e più arretrati e incapaci di creare maggiore ricchezza. Abbassando ancora di più gli standard di vita e le regole, forse riusciremo a essere più appetibili per gli investitori italiani ed esteri, ma in assenza di innovazione della nostra industria, rischiamo di darci un’altra zappata sui piedi da soli e di continuare a discendere, piuttosto che a salire. È questa, insieme al patto sulla produttività, l’altro tratto di strada da aggiungere, per la quale l’Ugl si è sempre battuta e continuerà a farlo. Sono parole di un Presidente degli Stati Uniti, non di un sindacalista italiano: «Io credo che possiamo costruire sul progresso che abbiamo ottenuto e continuare a lottare per nuovi lavori e nuove opportunità e nuove certezze per la middle class». Teniamolo a mente questo progetto, perché è un progetto, o un sogno, proclamato negli Stai Uniti ma che è stato già realizzato in Europa. E che in Europa, così come in Italia, può e deve essere nuovamente ricostruito, ridando una speranza e non bacchettando continuamente sulle mani tutti. *Segretario Generale Ugl attualità politica 6 Secolo Dalla Finanza Base in Svizzera Sgominato traffico illecito dietro le vetrine dei “compro oro” litz della Guardia di Finanza nei “compro oro”: i militari di Arezzo e Napoli hanno eseguito ieri in tutta Italia oltre 250 perquisizioni sequestrando beni per 163 milioni a un’associazione per delinquere, con vertice in Svizzera, implicata nel riciclaggio, ricettazione, frode fiscale ed esercizio abusivo del commercio di oro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, solo nell’ultimo anno l’organizza- B zione ha gestito e scambiato 4.500 chili d’oro e undicimila d’argento. L’associazione aveva il vertice in Svizzera e bracci operativi nei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (Caserta) e Valenza Po (Alessandria). È qui che agivano per la raccolta dell’oro gli agenti intermediari, a loro volta in contatto con una fitta rete di negozi «compro oro» ed operatori del settore che erano alla base della filiera dei traffici. Tutte le forniture del prezioso metallo, ha ricostruito la Gdf, avvenivano in nero, al di fuori dei circuiti ufficiali e mediante scambi di oro contro denaro contante in banconote di grosso taglio, trasportate da corrieri insospettabili usando autovetture appositamente modificate con doppifondi. Nel corso delle indagini è stata anche sequestrata una villa a Monte San Savino (Arezzo), che l’organizzazione utilizzava come base operativa, protetta e vigilata, tanto da essere ribattezzata «Fort Knox». Cinque interventi negli ultimi mesi avevano permesso di sequestrare oltre 63 chili di oro in lamine e verghe, più di 20 di oreficeria usata, e oltre 450 di argento in grani. L’inchiesta è condotta dai pm della Procura di Arezzo ed è stata eseguita dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza aretina e si è poi estesa ad altri comandi provinciali. Complessivamente 9/11/2012 venerdì risultano indagate oltre 100 persone. L’inchiesta da Arezzo si è poi diramata in altre 10 regioni italiane, tra cui la Campania, a Napoli in particolar modo, il Lazio, la Lombardia, la Puglia e la Sicilia. Il Parlamento da tempo sta lavorando a nuove regole nel settore, per tutelare chi vende e per non abbassare la guardia sul fronte del riciclaggio: un registro delle attività, un borsino on line, la tracciabilità dei preziosi. Roma Le proteste si allargano a macchia d’olio tra cortei, occupazioni e flash mob Studenti in piazza contro i tagli del governo Contestata anche la “didattica essenziale”, sorta di sciopero bianco degli insegnanti: «Invece di occuparci dell’aumento delle ore dovremmo interessarci della loro qualità» Désirée Ragazzi n piazza contro il governo Monti che con i tagli indiscriminati sta mettendo in ginocchio la scuola. Le proteste si estendono a macchia d’olio. In molti contestano anche i prof che, per dire “no” all’aumento di sei ore di lezione non retribuite (peraltro il provvedimento è stato già bocciato dalla commissione Cultura della Camera e ora è all’esame della commissione Bilancio), attuano una forma di sciopero bianco definita “didattica essenziale”: vanno in classe, ma non procedono col programma, non fanno verifiche, impiegano le ore a spiegare agli alunni le loro ragioni e fanno assemblee. E gli scrutinii rischiano di saltare. Il mondo studentesco è variegato: molti appoggiano le richieste degli insegnanti, altri si dissociano. Ieri circa tremila studenti di Roma nord hanno animato una manifestazione che ha attraversato la Cassia e corso Francia per poi terminare a ponte Milvio dove si è svolta un’assemblea. Oggi è prevista un’altra manifestazione tra le strade dell’Eur, mentre domani il Coordinamento scuole di Roma ha convocato un corteo a piazza della Repubblica. Da una manifestazione all’altra è stato occupato l’istituto tecnico industriale “Herzt”. E c’è stato anche un flash mob organizzato da insegnanti e alunni del liceo Cavour: i manifestanti, per circa dieci minuti, si sono seduti sulle strisce pedonali in via dei Fori Imperiali ed hanno improvvisato una mini assemblea, bloccando temporaneamente la circolazione. «Oggi (ieri, ndr) c’erano i rappresentanti e gli studenti di molte scuole di Roma nord – spiega Fabio Di Martino – come Bachelet, Gassman, Fermi, De Sanctis, Azzarita, Farnesina, Bernini e Lucrezio. Anche il Blocco Studentesco ha partecipato alla protesta. Questa giornata, come quelle che l’hanno preceduta e quelle che verranno – conclude Di Martino – rientra nelle mobilitazioni studentesche contro il governo Monti». Da Milano a Napoli gli studenti di centrodestra sotto la sigla del Movimento Studentesco Nazionale si mobilitano e occupano gli istituti. «Invece di preoccuparci delle ore degli insegnanti – spiega Gianfranco Manco, presidente nazionale del Msn – dovremmo occuparci della qualità Ecco cosa prevede l’ex ddl Aprea: più autonomia e partner privati I I delle ore. Ce lo chiede l’Europa, l’Italia è uno dei pochi Paesi che non ha una selezione meritocratica e qualitativa della classe docente. Il grande buco della scuola italiana è dato dall’incapacità della classe docente di spiegare agli studenti il mondo in cui vivono e si limita al piccolo nozionismo. Noi vorremmo una scuola che ci insegna a pensare globale e agire locale». Gianfranco Manco spiega anche le motivazioni che inizialmente aveva- IL TESTO CONTESTATO I LIMITI DEI PROF Nella nuova bozza approvata il 10 ottobre sono state recepite alcune richieste degli studenti La classe docente oggi si limita ad insegnare il piccolo nozionismo no spinto il movimento ad essere critico nei confronti di quello che era stato bollato “ddl Aprea”. «Volevamo arginare – dice – l’intromissione da parte di soggetti economici privati nella gestione della scuola sia quella organizzativa che quella didattica perché il nostro obiettivo è quello di fare comunità con tutti i soggetti territoriali. E con grande piacere questa esigenza è stata recuperata nella nuova bozza della Camera che è stata approvata lo Gianfranco Manco I pareri Valentina Aprea Il corteo cui hanno partecipato tremila studenti degli istituti di Roma nord ieri mattina a corso Francia scorso 10 ottobre. Avevamo chiesto anche la pariteticità degli organi collegiali nei Consigli d’Istituto. Il problema di questo ddl è che accentua l’autonomia della scuola, che rappresenta forse uno dei problemi cronici di cui soffre la nostra istruzione. Infatti, così verrebbe a mancare una linea d’indirizzo nazionale. Nessuno – puntualizza – disconosce il ruolo degli insegnanti, ma molti si delegittimano da soli». CONCORSO A CATTEDRE 321mila domande L’età media è di 38 anni, in Campania più partecipanti Sono “una carica” di 321.210mila, a fronte degli 11.542mila posti disponibili, i candidati al concorso a cattedre. Martedì alle ore 14 hanno chiuso i termini del bando e il ministero dell’Istruzione ieri ha reso noti i dati relativi alle domande di partecipazione. La maggior parte delle domande arriva da donne e non iscritti alle graduatorie ad esaurimento. E l’età media dei candidati è di 38,4 anni. Circa la metà delle domande di partecipazione al concorso riguarda posti disponibili nel sud: sono 164.827, il 51,3%. Considerati gli ordini di scuola, le domande si distribuiscono in modo omogeneo. Allarme scuola I tagli sono di 500 milioni per il 2012 e di 1,2 miliardi per il 2013 Le Province ora minacciano di spegnere i riscaldamenti Antonio Pannullo INCHIESTA TRA GLI STUDENTI naugura la sua nuova presidenza all’Upi (Unione delle Province d’Italia) con una provocazione che sembra tanto una minaccia: «Le Province italiane decideranno a breve la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e l’aumento delle vacanze per gli studenti», ha affermato infatti il nuovo presidente Antonio Saitta, spiegando che l’iniziativa «prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review. Il governo è ingrato e decisioni come queste debbono essere ben spiegate agli studenti e ai loro genitori» ha aggiunto Saitta, che è presidente della Provincia di Torino. «Bisogna spiegare che il governo non ha il coraggio di fare Materie ostiche I l 10 ottobre è passata alla Camera la riforma degli organi di governo degli istituti scolastici, il cosiddetto disegno di legge Aprea, dal nome dell’ormai ex deputata Pdl Valentina, diventata poi assessore in Lombardia, che aveva presentato un primo testo nel 2008, poi profondamente modificato. Il sì alla riforma della governance scolastica è arrivato in commissione Cultura alla Camera, in sede deliberante. Non ci sarà dunque bisogno del passaggio in aula: il testo va al Senato. La legge ha ricevuto 24 voti a favore, 4 contrari (da Idv e Lega) e c’è stata l’astensione di Fli. Il ddl ha avuto il parere favorevole del governo. Diverse le novità: le scuole, per la prima volta, avranno statuti autonomi, avranno nuclei di autovalutazione interni e potranno avere partner pubblico-privati per potersi sostenere economicamente. Ma non potranno costituirsi in fondazioni. Nel testo si parte dagli statuti: alle istituzioni scolastiche «è riconosciuta autonomia statutaria». Gli organi di governo delle istituzioni scolastiche promuovono «il patto educativo tra scuola, studenti, famiglia e comunità locale» con particolare attenzione al «diritto all’apprendimento e alla partecipazione degli alunni alla vita della scuola». Arriva il nuovo Consiglio dell’autonomia scolastica che sostituirà il vecchio Consiglio di istituto o circolo. Il Consiglio dell’autonomia adotta il Piano dell’Offerta Formativa (Pof), redige lo statuto, approva il bilancio, designa i componenti del nucleo di valutazione. Dura in carica tre anni. I suoi membri vanno da 9 a 13. Ne fanno parte, oltre al preside, docenti, studenti (per le superiori), genitori e membri del personale Ata. C’è poi il Consiglio dei docenti. È la matematica la più odiata seguita dal latino Qual è la materia più odiata dagli studenti? Nella gara delle materie meno amate il primo premio lo vince la matematica che, in un’inchiesta realizzata dalla redazione di Studenti.it, a cui hanno partecipato più di 1.500 studenti, è stata scelta dal 38% degli intervistati. Al secondo posto, ma con percentuali ben più basse, si trova il latino, odioso per il 16% degli studenti, seguito da italiano (9%), lingua straniera e tecnica a pari merito con un 5%, ed infine greco, diritto ed economia a pari merito con il 4% delle preferenze. Un restante 9% avrebbe scelto altre materie. una spending review su se stesso e che, tra l’altro, siamo pronti anche a interrompere i lavori di manutenzione nelle scuole. E quando qualche procuratore della Repubblica, come accade nella provincia di Torino con il bravo Guariniello, ci dirà che i lavori debbono essere terminati, noi opporremo un netto rifiuto, visto che le risorse non ci sono più». E annuncia battaglia: di questo «informeremo il Consi- glio superiore della magistratura e al vicepresidente Michele Vietti chiederemo se dobbiamo rispettare i programmi per il controllo delle scuole o se invece dobbiamo dare retta ai tagli imposti dal governo con la spending review. Stessa richiesta - ha aggiunto - la faremo alla Corte dei Conti, anche relativamente ai numerosissimi decreti ingiuntivi che stanno arrivando agli enti da parte delle im- Altra minaccia del presidente dell’Upi: aumentare i giorni di vacanza Edoardo Melmeluzzi e Danilo Bencardino, del Movimento Studentesco Nazionale Roma appoggiamo la protesta dell’Hertz: «L’occupazione ricorda ai tanti, che ci vogliono passivi e sempre accondiscendenti, che la pazienza degli studenti ha un limite. Il nostro movimento nelle scorse settimane, tra volantinaggi e flash mob, ha ribadito il concetto: “Ci vogliono senza sogni e aspirazioni, ma noi siamo ribelli armati di speranza”, messaggio diretto ai tecnici che stanno aumentando le tasse delle nostre famiglie, senza prevedere alcuna via di sviluppo per la nostra nazione. E la scuola? Non si possono più accettare tagli sul nostro futuro, soprattutto mentre aumentano i costi per l’accesso alla scuola e all’università». Conclude Manco: «La nostra non è una generazione perduta come il presidente Monti ama ripetere, ma una generazione in perdita perché paga colpe e responsabilità dei suoi predecessori». prese, che ammontano nel complesso a circa 2,8 miliardi». Altre azioni analoghe, ha annunciato il neopresidente dell’Upi, dovranno essere prese dal prossimo ufficio di presidenza dell’organizzazione per quanto riguarda l’espletamento di altri servizi, come i centri per l’impiego, che molto probabilmente verranno chiusi». Dopo questa “intemerata” ha risposto il governo: «Al neopresidente dell’Upi, Antonio Saitta, faccio i complimenti per il nuovo incarico e soprattutto gli auguro di avere un comportamento più consono all’Istituzione che rappresenta», ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi replicando a Saitta che, rivolgendosi alla platea degli amministratori delle Province convenuti per la sua elezione, ha invocato un’iniziativa comune e li ha esortati «ad aprire uno scontro con gli organi dello Stato». I tagli sono di 500 milioni per il 2012 e di 1,2 miliardi per il 2013. Per il consigliere del Pdl alla Pro- vincia di Roma Federico Iadicicco, «il clima delle Province è oggi molto pesante. C’è un quadro di confusione causato dal governo, i cui tagli indiscriminati sono sfruttati demagogicamente dalla stampa per darla in pasto all’opinione pubblica, senza che sia fatta una seria analisi sul dove e come tagliare...». Della stessa opinione la congliera provinciale meneghina Roberta Capotosti, che dell’Upi fa parte per le Pari opportunità, secondo la quale «è chiaro che quella di Saitta sui riscaldamenti è stata una forzatura per attirare l’attenzione sul problema, ma è altrettanto vero che i problemi ci sono e come. Dal governo sono venuti provvedimenti demagogici prosegue la battagliera Capotosti e anticostituzionali. Ma la sostanza è che c’è una generale confusione, una novità ogni settimana, che non rendono chiari né il progetto né il percorso». Infine Tommaso Villa, consigliere regionale del Pdl in Toscana, reputa «inopportune» le parole di Saitta, perché «gli studenti non devono rimetterci». 9/11/2012 venerdì lettere L’accoppiata Pd-Udc è stata un fallimento Se possiamo trarre qualche considerazione del voto siciliano è che il 53% degli aventi diritto al voto non si è presentato alle urne. Quindi gli schieramenti e i programmi sbandierati in questa campagna elettorale non hanno fatto breccia nell’elettorato della nostra maggiore isola. La novità era l’accoppiata Pd-Udc che avrebbe dovuto richiamare sia elettori progressisti sia moderati ed è stata invece un fallimento se si pensa che il Pd ha perso metà dei suoi potenziali elettori e l’attrattiva dell’Udc sull’elettorato moderato è stata insignificante. Enrico Campagnari La grande delusione delle presidenziali Usa Secolo [email protected],[email protected],[email protected] IL PDL NEGLI ENTI LOCALI Mugnai: Elba in rivolta sulla sanità, la commissione incontri i sindaci «La commissione Sanità ascolti i sindaci dell’Isola d’Elba – che ieri hanno protestato sul tetto dell’ospedale di Portoferraio – già nella prossima seduta disponibile, quella del 15 novembre prossimo»: lo ha chiesto ieri, in apertura della sessione dei lavori della commissione IV, il suo vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl). Da sempre Mugnai vigila con attenzione e preoccupazione sul depauperamento nemmeno troppo strisciante cui la sanità elbana è soggetta un colpo dopo l’altro. «E’ ben presente nella memoria di tutti noi – afferma Mugnai – la manifestazione dei cittadini elbani in occasione della visita all’Elba della commissione Sanità del Consiglio regionale, così come sono ben presenti le promesse fatte dall’allora assessore alla Sanità. Ebbene, le dimissioni del sindaco Pd di Portoferraio in segno di protesta contro la Regione dimostrano di quanto si sia al- Solo gli inviati della Rai si sono appassionati per queste squallide elezioni americane: sembrava quasi che stessero in vacanza, naturalmente tutti pro-Obama. Più di sei mesi e due miliardi di dollari bruciati, per una sfida tra due personaggi ben meno popolari delle loro rispettive e mediatiche consorti. Col sorriso rifatto e stampato sulle gote. Con tutto quel money si potevano salvare milioni di bambini in Africa, invece d’azzuffarsi a lungo per una semplice aliquota fiscale.Così nella società dove padroneggia zato il livello di malessere in quel territorio. Colpa della serie di promesse che la Regione negli anni e nei mesi non ha mai mantenuto, tradendo la fiducia che il territorio le aveva accordato. Ma l’Elba non è l’unico caso, perché la Giunta regionale di centrosinistra ha via via utilizzato la medesima condotta della politica dei proclami mai seguita dai fatti su tutti i territori della Toscana. E i numerosi focolai di disagio e malcontento sono tutti destinati a esplodere, soprattutto in vista dei nuovi tagli che, anziché fornire risposte, creeranno giocoforza nuovi bisogni». Certo che all’Elba la catena degli impegni rimasti inevasi è lunga parecchio: scomparsi i fondi per l’insularità, organico degli anestesisti mai rimpolpato e niente attivazione della guardia anestesiologica per 24 ore, radiologia ridotta all’osso, tagli non concordati alla guardia medica e al numero di prelievi a domicilio, potenziamenti mai realizzati su punto nascita, prestazioni ambulatoriali e riabilitative. Altrove però non è meglio: «Riforma del 118? Annunciata a più riprese e mai realizzata, salvo riparlarne ora sulla spinta della spending review e solo per tagliare servizio. Mantenimento dei servizi nei territori disagiati? L’Elba dimostra quanto poco seguito sia stato dato a quell’impegno, ma anche in montagna non va meglio e nulla si sa sul futuro dei piccoli ospedali e dei loro pronto soccorso». Hollywood guarda caso ha vinto ancora Obama che prometteva di cambiare il mondo a chiacchiere.Mentre di Romney lsi ricorderà soltanto la sedia vuota e l’endorsement di Clint Eastwood. Luigi Cardarelli Quale sarà mai il miracolo di Obama? Obama si è riconfermato, e non mi sorprenderei se qualcuno ascrivesse il merito ai democratici italiani che fino a ieri conoscevano solo il russo. Mi domando però cosa possa risolvere Obama... Stefano Marocci Anche per noi il meglio «deve ancora venire»? «Il meglio deve ancora venire», dice Obama, mentre in Europa molti affermano «La vera crisi ancora deve venire»: è questa la differenza tra vecchio e nuovo continente? Spero proprio di no, altrimenti si metterebbe in gioco la consistenza stessa dell’impianto politico europeo che non può, oltretutto, essere comandato solo da realtà economiche. Forse la differenza la fa proprio l’essenza delle due Costituzioni, che nel caso europeo andrebbe fatta come si deve come è stato chiesto a gran voce da una lunga petizione popolare, che ha interessato molte personalità note trasversali, ma è stata abbondantemente dimenticata. Bruno Russo Le gaffe della Fornero fanno sempre scalpore Ecco l’ultima bordata della Fornero. L’agricoltura rende giovani. Finalmente da quella bocca spuntano parole sagge ampiamente confermate dall’aspetto di quella specie di ministro. Se ha quel look ci deve essere certamente stato un deficit di familiarità con la terra coltivata da parte sua. Se avesse avuto maggiore dimestichezza con le zolle coltivate il mondo avrebbe avuto due braccia in più per combattere la fame. Non se la prenda con i giornalisti se quando parla la stampa ci monta sopra un caso. La signora Fornero impersona alla perfezione il ruolo del parafulmine fantozziano. Le gaffe cadono a ripetizione su di lei a ripetizione. Riuscirebbe a fare scalpore anche se pronunciate davanti a una sala deserta, forse anche solo pensate. Marco Tolengo La democrazia stelle e strisce Come invidio la democrazia americana che scaturisce dal popolo sovrano dove il vincitore ha il rispetto dello sconfitto, esattamente il contrario di quanto avviene da noi dove chi deve governare non è deciso dalle urne ma dalle segreterie dei partiti o dall’alto, e chi perde inizia subito a lavorare non per il bene della nazione ma per la poltrona, tutti uniti sotto la bandiera a stelle e strisce loro, tutti divisi noi, come li invidio gli americani dove vince e governa il più votato, proprio come in Italia. Enzo Bernasconi APPUNTAMENTI Torna la mostra mercato di ArtePadova Padova Oggi, venerdì 9, alle 18 A Padova Fiere, sarà inaugurata ArtePadova, la mostra mercato dell’arte moderna e contemporanea. La rassegna andrà avanti fino al 12 e ad arricchirne la proposta culturale tornerà anche un fitto calendario di dibattiti, incontri e art-talks, con artisti, galleristi, curatori, collezionisti, critici e giornalisti. Il libro “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” Roma Oggi, venerdì 9, alle 19 www.staserasigioca.it. La Settimana del gioco in scatola Roma Domani, sabato 10, alle 16 Al Museo explora, in via Flaminia 82, un intero pomeriggio di gioco darà il via alla seconda Settimana del Gioco in Scatola. Oltre alla Capitale, sono tante le città che nei successivi otto giorni organizzeranno eventi di gioco sul proprio territorio con l’obiettivo di far tornare grandi e piccoli ad appropriarsi del tempo libero. Info: Presso la sede della Fondazione Italia protagonista, in via delle Paste 111, si terrà la presentazione del corso di formazione “La Destra, l’Europa e la Libertà: dal XX secolo ai giorni nostri. Aspetti politici giuridici economici e sociali”. Saranno presenti, oltre a Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, numerosi docenti del corso. Incontro con Alemanno in vista delle elezioni Roma Domenica 11, alle 10 Al Teatro Brancaccio si terrà l’incontro “Non possiamo più attendere”, promosso da Rete attiva per Roma, sulle elezioni di Roma e del Lazio. Interverrà Gianni Alemanno. A Roma Incontra, “Italia, che cinema!” Al via il seminario di Italia protagonista Roma Lunedì 12, alle 18.30 Roma Lunedì 12, alle 12 All’auditorium dell’Ara Pacis, in via di Ripetta 190, nell’ambito del ciclo “Roma incontra”, si terrà il dibattito “Italia, che cinema!”, che prende spunto dallo svolgimento del Festival del cinema di Roma per capire il rapporto tra gli italiani e il cinema, per verificare lo stato di salute della nostra industria cinematografica, ma soprattutto per vedere come i film descrivono il Belpaese in crisi. “La grande illusione” all’Archivio centrale Roma Mercoledì 14, alle 18.30 Alla biblioteca Rispoli, in piazza Grazioli 4, si terrà la presentazione del libro di Mario Sechi “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” (Mondadori, 2012). Con l’autore interverrà Simonetta Bartolini. Presso l’Archivio Centrale di Stato si terrà il vernissage della mostra “La grande illusione: spazio-tempo e persistenza della memoria”, che presenta l’archeorealismo di Evan De Vilde e la popcinetica di Nello Petrucci. L’esposizione, curata da Daphne Museum Art, sarà visitabile fino al 2 dicembre. Una “Giornata del Secolo d’Italia” “Sempre con gli italiani, mai con la sinistra” Montecassiano (Mc) Oggi, venerdì 9, alle 20 Milano Sabato 17, alle 10.30 All’Hotel Recina, in via Alcide de Gasperi 32/F, si svolgerà una “Giornata del Secolo d’Italia”, con riflessioni su “Un forte movimento per un vero rinnovamento e l’alternativa al vecchio e nuovo centrosinistra”. Interverranno Marcello De Angelis, Carlo Ciccioli, Remigio Ceroni, Francesco Acquaroli, Francesco Massi, Erminio Marinelli, Mario Lattanzi, Pierfrancesco Castiglioni, Fabio Pistarelli, Franco Capponi, Salvatore Piscitelli e Filippo Saltamartini. È prevista una cena. Per prenotare: 338.8388527 In piazzale Città di Lombardia, il Pdl milanese e l’associazione Italia protagonista organizzano una giornata di confronto politico dal titolo “Sempre con gli italiani, mai con la sinistra. La politica pulita e per passione”. I lavori si apriranno con i saluti dei coordinatori regionali e proseguiranno con dibattiti e approfondimenti. Alle 12.30 interverrà Angelino Alfano. Dopo la pausa pranzo, si riprenderà alle 15 e si concluderà alle 18 con la tavola rotonda “Il Pdl che vogliamo”, moderata da Paolo Del Debbio. IL PAKISTAN PRESENTA “ARMI PER LA PACE” na bella delegata “prova” un micidiale lanciagranate (Rocket U propelled grenade) al Salone Internazionale della Difesa e d’Italia Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Seminari (Ideas) “Armi per la pace”, a Karachi, in Pakistan, in corso in questi giorni. Il Pakistan mostra i suoi prodotti per la difesa, con la partecipazione di operatori del settore internazionali e produttori di armi, nonché decine di funzionari provenienti da oltre 35 Paesi. Quotidiano di Alleanza Nazionale GIORNALE MURALE REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N. 16225 DEL 23/2/76 Redazione Via della Scrofa 43 - 00186 Roma tel. 06/6889921 fax 06/6861598 - mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 fax 06/68817204 - mail: [email protected] Abbonamenti e diffusione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68899237 fax 06/6871594 mail: [email protected] Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi Tipografie: Soc. Tipografico Ed. Capitolina Spa Via G. Peroni, 280 Roma Monza Stampa srl Via Buonarroti, 153 Monza PRESENTATO IL CARTELLONE Gregory Porter esordirà a Umbria Jazz mbria Jazz Winter numero venti si svolgerà ad Orvieto dal 28 dicembre al primo gennaio. Dopo le anticipazioni di alcune settimane fa il festival ha svelato ieri il cartellone completo, presenti il direttore artistico Carlo Pagnotta ed il sindaco, Antonio Concina. Non sono mancate le code polemiche, dopo il taglio del contributo ministeriale al festival umbro, anche se il sindaco è sembrato possibilista circa un contributo straordinario. La formula della manifestazione invernale di Umbria Jazz non cambia, con i due momenti centrali che restano i cenoni per vivere a suon di jazz il passaggio dal 2012 al 2013 ed il concerto gospel in duomo il pomeriggio di Capodanno. Nel programma figurano molte voci, a partire da Gregory Porter, al suo esordio ad Umbria Jazz e resident artist per l’intera durata della manifestazione. Poi ci sono la cantante di Chicago Dee Alexander, apprezzata e conosciuta dal pubblico umbro; Eric Mingus, il figlio del grande Charles, con i Quintorigo in un progetto dedicato a Jimi Hendrix; Gino Paoli accompagnato dal solo Danilo Rea al pianoforte; la brasiliana Paula Morelenbaum con il suo Cello Samba Trio; Kurt Elling, vocalista molto elegante che si inserisce nella grande tradizione del crooner. Tra gli altri, la giovane ma già affermata star del pianoforte Jonathan Batiste, ultimo rampollo di una gloriosa famiglia di musicisti di New Orleans; il percussionista Pedrito Martinez, lanciato in Italia nell’ultima edizione estiva di Umbria Jazz a Perugia; il trio di Giovanni Guidi; la Nu Joy Band di Gegè Telesforo; il supergruppo italiano guidato da Giovanni Tommaso con Pietro Tonolo, Flavio Boltro, Danilo Rea e Roberto Gatto; il Nashville Gospel Superchoir di Bobby Jones. La serata conclusiva, in collaborazione con Musica Jazz e il Top Jazz 2012, presenterà i musicisti vincitori del referendum indetto annualmente dalla storica rivista jazz italiana. Non mancheranno i Funk Off, una sorta di istituzione di Umbria Jazz estate ed inverno, che ricoprono ormai da anni il ruolo della marching band. U Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Conc. Pubblicità: Minimega Pubblicità Lungotevere delle navi, 30 00196 Roma tel 06/32696311 fax 06/32609641 [email protected] 7 Distributore esclusivo per l’Italia: Parrini & C. Via di S.Cornelia 9 00060 Formello (Rm) - tel. 0690778.1 Abbonamento cartaceo annuo per l’Italia 150,00 euro da versare sul c/c postale 92203058 Regime Sovvenzionato Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 DCB Roma La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990 n. 250 8 Secolo 9/11/2012 venerdì Cultura «Censurato da Lotta Continua per John Wayne» DUE CONCERTI DEI KISS I Kiss saranno in Italia per due concerti nell’ambito del loro tour 2013: il 18 giugno a Villa Manin (Codroipo, Udine) e il 20 giugno al Forum di Assago (Milano). CADUTA DEL MURO ONLINE In occasione del 23mo anniversario che ricorre oggi, Google apre una nuova serie di mostre virtuali dal titolo “La fine della cortina di ferro”. CINEMA: OTTOBRE DI CRISI Dopo la fiammata settembrina il cinema si trova di nuovo a fare i conti con una flessione degli ingressi (-4,9%) e degli incassi (-1,8%) rispetto all’ottobre 2011. MODA ITALIANA A MOSCA Si è aperta a Mosca «Nation of Fashion», grande mostra-evento che presenta il meglio della moda Made in Italy ai russi, madrina Maria Grazia Cucinotta. La critica cinematografica nei giornali dell’ultrasinistra degli anni Settanta in un libro di Della Casa, un ex “gruppettaro” perché era scritto al Pci. In realtà un sognatore e un grande talento visivo». Maurizio Cabona el 1975 “Rollerball” di Norman Jewison annunciò la globalizzazione; ma già nel 1972 “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio aveva annunciato a me il futuro personale. Infatti, a interpretare l’assassino e l’assassinata in quel film, dove un quotidiano milanese gonfiava come delitto politico un delitto sessuale, erano Massimo Patrone e Silvia Kramar, che diverranno miei amici. La Come la Kramar, poi, avrei lavorato per un quotidiano locandina milanese la cui testata, “Il Giornale”, ricalcava quella di “Sbatti ideata da Bellocchio (nella realtà “Il Giornale” ideato il mostro da Indro Montanelli uscirà solo nel 1974). Quanto a in prima Bellocchio, il suo cammino avrebbe incrociato il mio pagina”, di critico a ogni Festival del cinema: a Cannes ero simbolo, giurato quando concorreva nel “Certain regard” il secondo suo “Il regista di matrimoni”... Dunque come Della sottrarmi alla curiosità per “Sbatti Bellocchio in Casa, sesta pagina. Il cinema nei giornali della sinistra di un extraparlamentare 1968-76”, curato da Steve Della cinema Casa e Paolo Manera (Donzelli, pp. 227, euro impegnato 18)? Ex direttore del Torino Film Festival, conduttore di Hollywood Party su Radio3, Della discusso Casa è un Tex dell’ultrasinistra. «Mi sono dal pubblico politicizzato – racconta – al liceo Cavour di di elezione Torino, militando nel Psiup (Partito Socialista Italiano d’Unità Proletaria), un milione e mezzo di voti nel 1968, cinquecentomila nel 1972 (tanto che da allora l’acronimo Psiup significò Partito Scomparso In Un Pomeriggio, ndr). Passai così – continua Della Casa – a Lotta Continua. Ero piuttosto serio e molto impegnato: per fortuna mi piaceva anche il cinema. «Quale fu il regista più sottovalutato? Elio Petri. Così, già allora, ho diversificato, come Il Pci lo trattava male, si dice oggi». N Un altro sottovalutato? «Dario Argento, trattato come un macellaio, mentre faceva i suoi film migliori». E il film più sopravvalutato qual è stato? «“Bronte” di Florestano Vancini. Non era un brutto film ma, siccome si guardava solo al contenuto, lo si è visto come un manifesto della rivolta del proletariato meridionale. E non era così». Un film unanimemente apprezzato, sempre in quegli ambienti? «“Sugarland express” di Steven Spielberg piacque al pubblico e lo meritava. Peccato che la sinistra stroncasse i film di Sam Peckinpah, un grande che, per fortuna, piaceva al pubblico». Nel 1975 esce “Rollerball”. Viene dopo “Alphaville” di Jean-Luc Godard (1966). Opere diversissime, ma più chiaroveggenti di “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick (1972). Film che affascinano i rari critici neofascisti, ma sono quasi ignorati dai molti critici d’ultrasinistra... «Sulla società industriale le «Sulla società industriale critiche da destra erano le critiche da destra erano più articolate di più articolate di alcune alcune posizioni posizioni di sinistra» di sinistra. L’industrialismo ha attraversato anche la sinistra extraparlamentare, che se ne è liberata solo dopo, quando si è lottato contro il nucleare. Prima l’equazione era “più fabbriche, più occupazione”, ovvero meno esercito industriale di riserva e proletariato più forte. I due film citati sono anti-industriali, “Arancia meccanica” (sopravvalutato, concordo) direi di no». gli ultras l’odiavano» Della Casa, perché il 1968 è terminato nel 1984? «Perché l’informazione, prima di allora, era così imbalsamata che chiunque sarebbe stato un innovatore. In particolare lo è stato chi autoproduceva informazione. Stare nel movimento creava molti eccessi, ma anche un’apertura e conoscenze mancanti alle generazioni precedenti. Ciò vale specie per chi, come me, veniva dalla borghesia piemontese. Mio nonno, che era molto sveglio, non aveva mai visto un quartiere popolare. Se sai le cose, poi le racconti meglio». Lei elegge “Sbatti il mostro in prima pagina” di Bellocchio a simbolo di un cinema impegnato discusso dal pubblico di elezione. 40 anni dopo, il cinema italiano è come certa musica anglosassone: prigioniera del ricordo di Beatles e Rolling Stones? «Forse sì. Ma preferisco i Beatles ai Rolling Stones. E mi piacevano molto anche altri gruppi. Il film più impegnato di allora mi pare “Vamos a matar, companeros” di Sergio Corbucci (1970). Anche se Bellocchio mi piace molto». Le rudezze della stampa estremista di allora sono oneste, se paragonate ai soffietti della stampa borghese odierna. «Sono oneste nel senso che non erano pagate da nessuno. Ma hanno dato il là a una critica che preferisce la stroncatura senza appello alla dialettica con chi fa qualcosa (cinema, teatro, musica, letteratura...). I soffietti non mi piacciono, ma nemmeno mi piace chi pensa che una stroncatura sia una catarsi culturale. Sono figli di chi, allora, parlava di film come fosse stato pubblico ministero del tribunale del popolo. Che (per fortuna) non esisteva». Militante di Lotta Continua, lei ne seguiva le indicazioni cinematografiche o quelle di altri fogli d’ultrasinistra? «Neanche per idea. Nel 1974 avevo aperto un cineclub e passavo le giornate tra i cancelli della fabbrica, dove facevo militanza politica, e il Movie Club, dove proiettavo senza problemi Sacha Guitry (accusato di collaborazionismo nella Francia occupata) e John Wayne, mio attore preferito. Ho scritto su Lotta Continua, ma non di cinema. L’unica volta che ho mandato un pezzo di cinema è stato nel 1979, quando morì John Wayne. Non è stato pubblicato, perché “non potevo santificare l’emblema dell’imperialismo”. Non ho mai più voluto scrivere nulla». Chi è stato il regista più sottovalutato dall’ultrasinistra? «Elio Petri. Il Pci lo trattava male perché spirito libero; gli extraparlamentari l’odiavano Si apre oggi il Festival del film internazionale L’attrice scelta da Muller coma madrina AUDITORIUM Pandolfi: per me una sfida, Roma è la mia città laudia Pandolfi è la madrina della settima edizione del Festival internazionale del film di Roma che si apre stamani. La proposta di Muller («un direttore giusto, mi piacciono le scelte che fa») l’ha lasciata, all’inizio senza parole, «ma ho detto sì perché questa è la mia città ed è una sfida, non l’ho mai fatto prima». I festival, vissuti da attrice, invece, li trova «frenetici, e a volte possono rivelarsi un’arma a doppio taglio, ma restano fondamentali per far conoscere un film». Vestirà elegante, abiti «creati da Armani» ispirati a immagini un po’ eterne di donna al cinema. «Non volevo essere solo una bella statuina da vestire, ma dare anche esteticamente al mio ruolo un’immagine che avesse un senso. Un po’ come fosse una parte C da interpretare», spiega l’attrice poco prima di iniziare una nuova giornata sul set della seconda stagione di “Il tredicesimo apostolo”. La fiction diretta da Alexis Sweet per Canale 5, con Claudio Gioè, tra giallo e paranormale, che ha ottenuto grandi ascolti nell’inverno di quest’anno, la terrà impegnata nella capitale fino a febbraio. Poi «tornerò al cinema, ma vorrei anche mettermi alla prova con il teatro, in un testo contemporaneo». Come vede il fatto che in sala nell’ultimo periodo, per il cinema italiano, sembrino funzionare solo commedie? «Il sistema Italia sta vivendo un momento di difficoltà, l’economia non funziona e tutto questo si è ripercosso anche sull’industria cinematografica, che scricchio- la. Noi comunque abbiamo grandi autori, riusciamo a fare le cose molto bene. La commedia è un genere che ha contribuito a rendere grande il nostro cinema, il pubblico lo ama perché permette di non pensare ai propri problemi, però andrebbe proposto con più sfumature di racconto, ora si pensa soprattutto all’effetto della battuta». La star americana Sean Penn sarà protagonista della chiusura del festival: non con un film ma come fondatore della J/P Haitian Relief Organization impegnata nella ricostruzione di Haiti dopo il terremoto del gennaio 2010 cui sarà dedicato un evento charity per la raccolta fondi. Promossa da Desiree Colapietro Petrini, sabato 17 nel teatro 10 di Cinecittà ci sarà una cena a scopo benefico, con Otto sale Claudia Pandolfi madrina di questa settima edizione un’asta di oggetti condotta da Fabio Volo. Un anno dopo l’evento di beneficienza organizzato in memoria di Audrey Hepburn per Unicef il nuovo galà è in occasione della serata conclusiva del festival e, oltre a Penn, vedrà la partecipazione del direttore artistico Marco Muller, accompagnato dai vincitori di quest’anno. La cena di beneficienza, organizzata con Cinecittà Studios e supportata da Giorgio Armani (che aveva dato il sostegno anche a Cannes in un’analoga serata pro Haiti), si svolgerà anche grazie al contributo dei tre volte premi Oscar Interessata anche via Veneto La settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si apre oggi (fino al 17 novembre) all’auditorium Parco della Musica a Roma. Il pubblico avrà a disposizione otto sale. La programmazione coinvolgerà anche l’area di via Veneto, mentre la Casa del Cinema a Villa Borghese sarà il quartier generale di New Cinema Network. Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, autori della scenografia del Teatro 10. All’evento sono attesi oltre trecentocinquanta ospiti. Infine, sino al 17 novembre la Galleria Alberto Sordi, a piazza Colonna a Roma, ospita una mostra fotografica sui film più belli prodotti dalla Universal Pictures, dal titolo “20 grandi immagini che raccontano 100 anni di storia del Cinema”. Ad organizzarla, in occasione del 100/o anniversario della major, sono proprio la Universal Pictures Italia-divisione Home Video e la Studio Universal (Mediaset Premium sul Dtt). Da “Il gobbo di Notre Dame” del 1925, il più celebre film muto dell’epoca, a “Biancaneve e il cacciatore”, il film fantasy più acclamato del 2012, passando attraverso “Gli uccelli” del grande maestro del brivido Alfred Hitchcock, “Lo Squalo” ed “E.T.” di Steven Spielberg, “Scarface”, “I blues brothers” e “Il gladiatore”.