asiago - L`Altopiano
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QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 277 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 20 SETTEMBRE 2008 Ex colonie, la ragione alle immobiliari Arrivata la sentenza del Consiglio di Stato sul piano di lottizzazione bloccato dal Comune di Asiago nell’agosto 2007 - Gios: “Correggeremo i vizi formali e riporteremo la questione in consiglio” TURISMO pag.2 Asiago L’aeroporto CESUNA si trasforma in ristorante Era ora! Lusiana Torna “Pomo e Pero” Tante iniziative per il mese della frutta locale pag.17 ASIAGO E ENEGO Dalla Regione un no alle nuove cave di marmo Roana La raccolta differenziata diventa un obbligo pag. 3 Ricordando Darcy ad un anno dalla scomparsa pag. 10 Enego Una nuova sede per il distretto socio-sanitario pag. 4 pag. 19 Gallio L’ufficio turistico fa il bilancio della stagione estiva Partiti i lavori per il centro disabili in via Brunialti pag. 11 pag. 12 TURISMO Il golf amico dell’ambiente. Nuovi campi per preservare il verde Grafica Altopiano pag. 17 Il rito antico della transumanza pag. 14 - 15 Spopolamento della montagna il Rotary studia l’antidoto pag. 8 8 l’Altopiano Sabato 20 settembre 2008 www.giornalealtopiano.it 2 Cena di gala al “Ristorante Aeroporto” ATTUALITA’ Sabato 4 ottobre la serata inaugurale delle celebrazioni per i 100 anni di turismo - “Tutti gli asiaghesi sono invitati – dice Roberto Rigoni – per riflettere insieme sulla nostra storia e sul nostro futuro” A Jesolo pubblicità gratuita per il nostro territorio Molti altopianesi si saranno accorti, passeggiando per le vie di Jesolo che, quest’anno, per la prima volta, in Piazza Mazzini (il cuore della nota località balneare), un po’ di Altopiano contribuiva a renderli...più vicini a casa. Grazie alla generosità del nostro concittadino dottor Antonio Puglisi, che ha gentilmente messo a disposizione una luminosa ed elegante vetrina nel salotto di Jesolo, e con il materiale promozionale fornito dal Consorzio Turistico Asiago7Comuni, é stato possibile compiere una grande pubblicità al nostro territorio. Migliaia di persone hanno potuto ammirare il nostro splendido Altopiano magari ipotizzando di visitarlo nel prossimo inverno... Un’azione a “costo zero” e di grande visibilità di cui va dato merito al dottor Puglisi al quale vogliamo esprimere un sincero grazie. Roberto Rigoni Assessore al Turismo di Asiago Se Vicenza una volta all’anno trasforma il corso principale della città in un grande ristorante all’aperto, Asiago quest’anno ha deciso di invitare i propri cittadini ad una cena di gala presso l’aeroporto. Sotto una tensostruttura trasparente, al lume di candela, ben 350 commensali potranno gustare piatti a base di prodotti tipici locali. Sarà questa la serata inaugurale delle celebrazioni legate ai 100 anni della storia turistica di Asiago. Una serata straordinaria in cui i ricordi verranno associati alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio grazie all’aiuto dei ristoratori e dei ragazzi dell’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Asiago. Un tributo ai sapori dell’Altopiano ed ai ristoratori di Asiago. Un’occasione anche per valorizzare l’imprescindibile ruolo assunto dal nostro Istituto Professionale Alberghiero nella crescita e nella riqualificazione dell’offerta turistica di tutto il territorio. L’appuntamento, per il quale è d’obbligo l’abito elegante, è per sabato 4 ottobre alle ore 20. Durante la cena verranno proiettati i filmati legati alla storia turistica di Asiago girati dallo storico Istituto Luce. Al termine, alle ore 22.30, un grandioso spettacolo piromusicale, celebrerà l’avvio delle iniziative legate alla storia del turismo di Asiago. “E’ un momento conviviale pensato e organizzato per gli asiaghesi – dice l’assessore al turismo Roberto Rigoni – un’occasione da non perdere per riflettere insieme sul nostro passato e per prende- re coscienza delle nostre risorse guardando al futuro con fiducia”. Le prenotazioni per la cena di gala, fino ad esau- rimento posti, si ricevono presso l’Ufficio del Turismo del Comune di Asiago. Il prezzo per persona è di 25,00 euro.Informazioni presso l’Ufficio del Turismo di Asiago telefonando allo 0424/464081 [email protected] oppure presso lo I.A.T. di Asiago tel. 0424/462221 [email protected] S.L. Nuovi orari per la Linea Autobus da Asiago per e da Ospedale. Per chi non dispone di mezzi propri e per recarsi all’ospedale, per qualsiasi necessità, deve usufruire dei mezzi pubblici ci sono delle importanti novità. L’Autoservizi Girardi Domenico e Figli s.r.l., società del Gruppo Girardi specializzata nel settore del Trasporto Pubblico Locale , ha recentemente acquisito il ramo d’Azienda della ex ditta Rossi riguardante i trasporti sull’Altopiano apportando una serie di migliorie nei servizi. La novità più importante riguarda la prima corsa, quella delle ore 7.50 (utilissima per poter effettuare in tempo utile il prelievo sangue) è in coincidenza con l’arrivo delle principali Linee Autobus dell’Altopiano (le nostre Enego - Foza - Gallio - Lusiana - Conco - Pennar Stoccareddo - Sasso e quella FTV proveniente da Roana). Qui sotto uno schema chiaro degli orari di partenza e ritorno. Sapor d’acqua natìa La maestra “unica” e il grembiule Ti conobbi quand’ero infante. Ma ancor oggi il tuo nome evoca lontane nostalgie e vecchi ammaestramenti. Ti trovai appostata all’ombra del campanile, quel campanile che dettava il ritmo alla mungitura delle vacche, alla polenta delle massaie, alle orazioni del vecchio curato, alle partite a briscola del nonno all’osteria. Che schedava il lento vivere della gente di paese. Quel mattino tenevi lunghe gonne, un piglio severamente tenero, uno sguardo che ti mostrava bella. Anche se per me eri vecchia. Quasi come la mia nonna. Era stata una notte piena di lampi, ma all’appropinquarsi dell’alba ricordo le tacite stelle: quelle del Pascoli poeta di cui mi parlasti anni dopo. Ma pure quelle che avvistavo oltre le silenziose malghe. O che parevano arcieri della guardia persiana a custodire la punta della torre campanaria. C’incontrammo in mezzo al cortile: tu con la tua valigia seria, pesante, usurata dagli incontri. Io con la mia cartella colorata e vuota, lo sguardo furbo e insonne e quella vivacità che mi valse la simpatia e l’ansia del tuo sguardo. Tu mi guardavi, io ti guardavo. Era il primo giorno di scuola: 18 settembre 1985. Novelli pirati, salpammo in otto in quella classe che tu amavi raffrontare ad una nave. Tu, skipper navigata. Noi, novelli Ulisse che dell’eroe omerico ignoravamo l’esistenza, le prodezze, la genialata delle colonne d’Ercole. Ore e ore in tua compagnia: col grembiulino che tanto piace alla Gelmini ministro, col saccottino del Mulino Bianco per antipasto, armati di astuccio, quaderno e tatuaggi raffazzonati con i pastelli. Alla tua scuola imparai a scrivere “Marco Pozza”, il nome del natìo paese, la data e il giorno. In stampatello, in corsivo, sempre più elegante. Con lettere che sembravano disegni d’alta architettura, tant’erano giganti. Ma che mi facevano sentire l’erede del Caravaggio pittore quando riuscivo a quadrarle, a tesserle tutte d’un fiato. Senza schiodare la penna per respirare. Tu sapevi di matematica, di scienze e di botanica. Di algebra, di lettere e di musica. D’arte, di romanzi e di teoremi. Di religione, di natura, di silenzio. Con quel fisico che tanto intralciava l’insegnamento delle ginniche nozioni. Ma per me eri bellissima, la più bella: eri la mia maestra preferita. Anche perché non ne avevo due. Le tabelline, le prime addizioni-sottrazioni- moltiplicazioni-divisioni, le poesie da imparare e la storia da memorizzare. Le opere d’arte da scrutare, i romanzi da leggere, i teoremi da dimostrare. E quelle tempestose mattine in cui, forse stanca dalle lunghe notti d’aggiornamento, t’affacciavi scura in volto, un po’ nervosa, schiva nella tenerezza. Ma tu eri sempre la mia maestra. Di sera con mamma e papà, al mattino con te, nei meriggi in compagnia del nonno contadino e della nonna catechista-massaia. Mi sentivo sempre a casa. Un “bravissimo” sul quaderno – con quella grafia che tante volte cercai d’imitarti – era per me un cimelio prezioso: lo barattavo con un giro in bici, con un’ora in più di corsa sul prato, con un gelato nelle afose estati paesane. Ci siamo frequentati quattro primavere e altrettanti inverni. Poi tu hai sposato madonna pensione, io ho tentato altri voli. Ma ben presto scoprii che il tuo viso m’era diventato ispiratore. Perché per me sapevi di bellezza: quella che mi avevi mostrato, insegnato a pitturare, addestrato nel leggerla tra le righe. Eri maestra. E come tale m’hai presentato Pitagora, Gianni Rodari e Renzo Tramaglino. Oltre ad Archimede, Cristoforo Colombo e Marco Polo. Eri donna. Da donna m’hai addomesticato con la pazienza, l’eleganza, la dolcezza. Eri madre: al par delle madri amavi leggere i silenzi nel mio sguardo fuggitivo. Raccontano che tra l’argine e il bosco ci stesse la povera chiesa e il piccolo campanile del Mazzolari sacerdote. Appresi più tardi che tra il torrente e il campanile abitava una donna che m’addentrò nell’italiano lessico ostacolata da silenzi di commozione. Era tanta la passione che l’animava, che ancor oggi – allo strillare di qualche campanella - m’alzo in piedi sperando di vederla varcare la soglia. E sedersi in cattedra. Per insegnarmi l’eleganza del vivere. l’Altopiano Sabato 20 settembre 2008 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 349 - 6548872 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli don Marco Pozza www.sullastradadiemmaus.net In redazione: Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit Hanno collaborato: Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza, Daniel Finco, Francesca Rodeghiero, Renato Angonese Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Verona - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova 8 Sabato 20 settembre 2008 ASIAGO E’ arrivata mercoledì 17 settembre la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Comune di Asiago in merito alla sentenza del TAR riguardante il piano di lottizzazione “Colonie” bloccato dal consiglio comunale nel settembre del 2007. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune, dando ragione ai lottizzanti, perché il piano era previsto dal Prg e ha imposto l’annullamento della delibera, condannando il Comune a pagare le spese legali. Il contenzioso attorno al piano di lottizzazione “Colonie” nasce quando due società, la IV Novembre srl e la Villa Rossi srl congiuntamente con altri privati, presentano un l’Altopiano Gios: “Torneremo in consiglio e correggeremo i vizi procedurali, rafforzando la decisione presa - Da parte mia confermo la volontà di bocciare il piano” piano di lottizzazione della zona. Nel marzo 2007 la giunta ha adottato il piano esprimendo però “preoccupazioni per la salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici e per l’ulteriore espansione delle seconde case” inviando la pratica al consiglio comunale per la votazione. In consiglio i consiglieri di maggioranza non hanno approvato la delibera mentre l’opposizione abbandonava l’aula in aperto contrasto con la maggioranza sottolineando che la decisione avrebbe poi comportato il ricorso alla giustizia dei lottizzanti, come poi verificatosi. La lottizzazione infatti era prevista dal Prg e, sempre secondo la minoranza doveva essere stralciata con le varianti al Prg emesse dall’amministrazione. Le società hanno dunque fatto ricorso al Tar che ha dato loro ragione annullando la delibera in quanto il piano era conforme alle previsioni urbanistiche. Sulla sentenza del tribunale Regionale il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato motivando la non approvazione della delibera con incoerenza del piano “con la viabilità esistente, con l’andamento demografico comunale e con le esigenze ambientali del territorio”. Motivazioni, puntualizza il Consiglio di Stato, che non sono Per quanto riguarda il progetto di cava “Coldarco”, la Commissione regionale aveva accolto le motivazioni espresse dalla Commissione provinciale, rilevando inoltre che l’iniziativa ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico e “comporta nelle previsioni morfologiche finali forti elementi di squilibrio idrogeologico e di inaccoglibile disarmonia con il contesto paesaggistico circostante”. Circa la richiesta di autorizza- zione per la cava di marmo “Kaberlaba”, la stessa Commissione Regionale aveva fatto proprie le motivazioni negative della Commissione provinciale, rilevando tra l’altro che non risulta ambientalmente e paesaggisticamente accoglibile l’attivazione di un nuovo e ulteriore polo estrattivo dislocato in zona sostanzialmente ancora integra e visibile dai contesti paesaggisticamente vincolati presenti nella zona. state allegate alla delibera, ma solo presentate in sede di giudizio quindi non pertinenti alla delibera in sè e che dunque non possono essere prese in considerazione in sede di consiglio di Stato. “La sentenza del Consiglio di Stato presenta degli aspetti interessanti – commenta il sindaco Andrea Gios - il Consiglio di Stato, pur rilevando l’illegittimità della decisione del Consiglio comunale, ha attentamente esaminato i nostri motivi, a differenza del Tar Veneto, correggendo la motivazione del TAR Veneto rite- nuta carente ed ha evidentemente lasciato trasparire la possibilità per il Comune di assumere un nuovo provvedimento che fondi le proprie ragioni sulla carenza della viabilità e venga adeguatamente motivato in sede istruttoria”. “Dalla lettura della sentenza – continua Gios - appare chiaro che il Consiglio di Stato ha ritenuto “condivisibili le deduzioni del Comune sull’insufficienza della viabilità nell’area”. Censurando il fatto che esse non erano presenti in sede istruttoria della deliberazione, esistono fondate ragioni per tornare in consiglio e rimediare ai vizi procedurali ed alla carenza di istruttoria in modo da rafforzare la decisione presa perché da parte mia confermo la volontà di bocciare il piano di lottizzazione “Colonie” perché non si può continuare a costruire in modo scellerato caricando il territorio di carichi urbanistici insostenibili e che minano pericolosamente gli equilibri ambientali\paesaggistici che sono la vera ricchezza del nostro territorio.” Gerardo Rigoni La nuova sede del liceo Scientifico s’inaugura il venticinque settembre E’ stata dunque fissata per giovedì 25 settembre la data dell’inaugurazione della nuovissima sede del Liceo Scientifico di Asiago, che da lunedì scorso già ospita gli studenti delle 9 classi della sezione di Liceo dell’Istituto Superiore di Asiago. Una sede accogliente e moderna, completamente nuova anche nelle dotazioni, oltre che nella struttura, e che già i ragazzi hanno avuto modo di apprezzare in questi primi giorni del nuovo anno scolastico. Al vernissage, che culminerà con l’immancabile taglio del nastro e con la benedizione dei locali, saranno presenti molte autorità amministrative (fra cui i Sindaci dei comuni altopianesi) ed i dirigenti 21 film Grafica Altopiano 3 Stop del Comune alla lottizzazione Colonie, il Consiglio di Stato boccia la delibera No alle cave di Coldarco e Kaberlaba Al momento di chiudere il giornale apprendiamo la notizia che la Giunta veneta, su proposta dell’assessore agli investimenti strategici Renato Chisso, ha negato le autorizzazioni all’apertura e coltivazione della cava di detrito denominata “Coldarco” in Comune di Enego”, e della cava di marmo denominata “Kaberlaba” in Comune di Asiago, sull’altopiano dei Sette Comuni. “Nell’assumere le decisioni – ha spiegato Chisso – il governo regionale ha preso atto del parere contrario alle due cave espresso dalla Commissione Tecnica per le attività estrattive. Su entrambe le richieste di autorizzazione si era espressa negativamente anche la Commissione provinciale per le attività di cava e il parere della Provincia è obbligatorio e vincolante”. www.giornalealtopiano.it degli Istituti scolastici dell’Altopiano; nella scaletta degli interventi ci sono quelli del Presidente della Provincia, Attilio Schneck, del Sindaco di Asiago, Andrea Gios, degli Assessori provinciali all’Edilizia Scolastica e Patrimonio, Nereo Galvanin, ed alla Scuola e Formazione, Morena Martini, del dirigente provinciale Sandra Brentan, del Dirigente Scolastico dell’Istituto, Alfredo Paiola, e del Parroco di Asiago, don Roberto Bonomo.Annunciate anche le presenze degli ex dirigenti scolastici dell’Istituto, proff. Sergio Bonato e M. Giovanna Rettore, e di ex insegnanti dell’Istituto. Agli interventi seguiranno la visita dei locali ed un buffet. Cesare Pivotto 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 4 Un anno fa l’addio a Darcy ATTUALITA’ 21.30 circa di giovedì 27 settembre 2007, suona il telefono e vedo che è il giornale, c…o penso, a quest’ora solo cattive notizie. Rispondo, e il mio capo servizio mi dice La famiglia rimasta legata ad Asiago e tuttora riconoscente per quanto la squadra e la comunità hanno fatto e per tutto l’affetto dimostrato “Corri allo stadio! c’è un morto!”; “ma come….” dico, ma sto già parlando ad un telefono muto: la tragedia ci rende tutti laconici anche dopo tanti anni di questo mestiere. Mi Omaggio a Rigoni Stern Si moltiplicano, non solo in Altopiano, gli omaggi a Mario Rigoni Stern. Tra questi c’è anche lo spettacolo con musiche di Giancarlo Schiaffini e testi di Silvia Schiavoni intitolato “A cento passi comincia il bosco”. Un lavoro che ha già girato il mondo, presentato in Argentina a maggio e al Mittelfest di Cividale del Friuli a luglio, sarà anche protagonista alla radio nei prossimi giorni. Lunedì 22 alle 22 .15 su Radiotre Suite andrà in onda una bella intervista agli autori intervallata da alcuni spezzoni dell’opera. Associazione “Le Mani”, al via gli incontri guidati dallo psicologo L’associazione “Le Mani” ricorda che sabato 20 settembre alle 15 presso la sede in Via dell’Artigianato a Canove, prenderanno il via gli incontri, con cadenza settimanale, di confronto e condivisione di esperienze guidati dallo psicologo Giampiero Moschini sul tema “Lo star male e lo star bene”. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Si ricorda inoltre che giornalmente c’è la possibilità di camminare insieme con il “Nordic Walking”. Orari e modalità si possono conoscere telefonando in sede. Questi i recapiti telefonici ai quali rivolgersi per avere informazioni, cercare aiuto o per dare la propria disponibilità ad aiutare: 0424 692300 – 3474825078. L’indirizzo e-mail: [email protected] Convegno sul federalismo fiscale Si svolgerà lunedì 22 settembre nell’Aula Magna dell’Università di Padova un convegno per fare il punto sul federalismo fiscale. “Il motivo conduttore di questo convegno – spiega Giancarlo Galan - sarà quello di accoppiare due principi: da una parte autonomia e federalismo, di cui quello fiscale è capostipite; dall’altra responsabilità e buona amministrazione. Avere più federalismo e più autonomia significa per me avere maggiori responsabilità e trasparenza, che è senza dubbio uno dei meriti di questa riforma”. Galan sottolinea che il convegno, a cui è annunciata la presenza di ministri, presidenti di Regione, studiosi e costituzionalisti, si inserisce nel momento giusto per influenzare le prossime scelte, per mettere argomenti all’ordine del giorno e per suggerire un’agenda a chi dovrà trasformare la riforma in atti concreti con i decreti delegati. L’Associazione “Max Longhini” festeggia i trent’anni di fondazione Il Nucleo Associazione Arma Aeronautica “Altopiano dei Sette Comuni” di Asiago compie trent’anni. Fondato nel 1978 per volontà del generale Giulio Cesare Graziani, medaglia d’oro al valor militare, ed allora presidente nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica, venne intitolato alla memoria dell’asiaghese Max Longhini Tenente Pilota pluridecorato al valor militare. L’anniversario verrà festeggiato domenica 28 settembre. Nell’occasione, l’associazione, presieduta da Euclide Gianesini, Maresciallo di 1° Classe scelto, ha deciso di devolvere una borsa di studio a tre studenti meritevoli delle scuole superiori. “E’ doveroso – spiega a tal proposito il direttivo dell’Associazione – ricordare e onorare i Caduti e gli Eroi, ma anche additarli alle nuove generazioni, affinchè tutti i giovani possano ritrovare dal loro esempio l’amore per la patria, il senso dell’onore e del dovere e sappiano trarre dal loro sacrifico l’impegno per costruire un mondo di pace”. I premiati, distintisi per profitto, impegno, senso del dovere e condotta, sono: Giulio Mastella (5° Liceo Scientifico), Elisa Valente (5° Istituto Tecnico Commerciale) e Ilaria Brusaterra (5° Istituto Professionale). Il programma della giornata prevede: alle 10.15 l’ammassamento ai giardini intitolati a Max Longhini; alle 10.30 l’inizio delle sfilata con i labari e i gagliardetti fino alla loggia dei Caduti del Municipio di Asiago; alle 10.45, l’onore ai caduti e la deposizione di una corona di alloro; alle 11 la Santa messa in Duomo. La consegna delle borse di studio si terrà alle 12 nella sala consigliare del Municipio di Asiago dopo il saluto delle autorità. S.L. precipito all’Odegar, un’Odegar stranamente silenzioso, maledettamente silenzioso in una serata dove l’Asiago scendeva in campo per la prima di campionato. Corro per capire e i dirigenti della squadra mi spiegano che è successo qualcosa a Darcy, che quel gigante buono è deceduto sul ghiaccio, ma non sanno spiegarmi il perché. Corro all’ospedale per capire, prima per me stesso poi eventualmente per dovere di cronaca, ma anche lì trovo lo sgomento nel personale medico, anche lì non sanno dare una spiegazione ad una morte assurda, forse perché la morte è sempre incomprensibile. E mentre esco dal pronto soccorso incontro i compagni di squadra di Darcy, lo stesso sguardo sbigottito, la stessa ricerca di un perché, di un come. E poi vedo lei, Kristen, la fidanzata di Darcy appena arrivata dal Canada. Tutti vorrebbero abbracciarla, consolarla ma come si fa a consolare la fidanzata di un marcantonio di 26 anni che se n’è appena andato senza una plausibile spiegazione? Ancora oggi ci si chiede come sia possibile, al di là delle inchieste, delle autopsie, delle perizie di parte, di tutto quello che consegue ad una tragedia simile. Come è possibile che un atleta si accasci a terra spirando poco dopo. Adesso non è più il perché che assilla, ma il come evitare che una cosa del genere si ripeti e il come onorare Darcy in questo inizio di campionato 2008 -09. Intanto la squadra ha organizzato il Memorial Robinson per sabato 20 settebre alle 18.30: un incontro amichevole con i campioni d’Italia del Bolzano per ricordare Darcy che ha dato molto alla squadra e alla comunità altopianese. I compagni di squadra di Darcy, poi, mantengono frequenti contatti con la famiglia, una famiglia rimasta legata ad Asiago e tuttora riconoscente per quanto la squadra e la comunità hanno fatto, dimostrando il loro affetto, come sottolineato anche dal Consolato canadese. “Crediamo sia stato importante per la famiglia Robinson vedere come la comunità avesse adottato il loro figlio – hanno detto dal Consolato – E’ un segno di come Darcy si fosse inserito nella comunità, divenendone parte”. Gerardo Rigoni L’indimenticato numero 5 Gira inesorabile la ruota del tempo che ci riporta alle soglie di una nuova stagione agonistica, quella che prenderà il via sabato 27 settembre, data dallo scorso anno infausta per l’hockey non solo asiaghese ma italiano tutto: allora era di giovedì e quella maledetta sera si spense, spezzata da un lampo, sul ghiaccio di Asiago la giovane vita di Darcy Robinson. Mi è capitato spesso, da allora, anche dopo che i fari ed i clamori della cronaca si sono spenti, di ripensare a quei momenti, rimasti scolpiti, indelebili, nella mia mente e nel mio cuore; mi capita di ripercorrere e “rivedere” quella drammatica sequenza di movenze, quell’accorrere di persone, ma soprattutto quei grandi occhi fissi nel vuoto e di rivivere quell’incredulità indicibile e quel senso di angoscia e di impotenza quando, mentre sul campo l’Asiago pareggiava (era il 7’32" del secondo tempo di Asiago/Renon) arrivava folgorante la notizia che per Darcy non c’è più nulla da fare. Rimango ancor’oggi impietrito, al pensarci, rivivo fisicamente quei momenti in cui vanamente ho sperato di trovare, guardandomi in giro, uno sguardo che mi dicesse che non era vero, e quelle incredule parole “è morto” sussurrate quasi meccanicamente tornano a farmi scendere brividi lungo la schiena. Quell’aria irreale e sconosciuta respirata non solo quella sera, ma anche nei giorni seguenti, fino alle esequie ed oltre, sembra ancora presente, sospesa nel vuoto, quasi come una presenza. “Ciao Darcy” diventò allora la sintesi della sommessa incredulità e disperazione, ma al tempo stesso del cordoglio e dell’amicizia di tanta, tanta gente; un “Ciao Darcy” che tuttora riporta alla mente l’immagine ed il ricordo di quel ragazzo venuto da oltreoceano ma che ormai sentiva questa terra un po’ sua. Dopo un anno si ricomincia con molti di coloro che c’erano anche allora. Domenica la gara col Bolzano non sarà solo un evento sportivo ma sarà ancor più un tributo alla memoria, fatto di tanta emozione, per chi sarà in campo ma anche per chi sarà sulle tribune; e sabato 27 giocare il primo disco della stagione ancora su quel ghiaccio che un anno prima era stato teatro degli ultimi istanti di vita di Darcy sarà ancor più difficile. Lui non ci sarà, fisicamente, ma l’augurio è che quel ragazzone tutta energia che non può più mordere il ghiaccio con le lame dei suoi pattini sia ancora là, nello spogliatoio e sul ghiaccio a fianco dei compagni, ma soprattutto che il suo ricordo sia ancora nel cuore di tutti, e che niente possa e debba scalfire questa immagine: quella maglia n° 5 che nessun giallorosso vestirà più deve continuare ad essere, per tutti, la maglia di Darcy Robinson. Cesare Pivotto 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 5 Concluse le celebrazione per i 40 anni del Golf Club Asiago “Campi da golf per salvare il verde” ATTUALITA’ Pagina a cura di Cesare Pivotto Lo stimolo del presidente Nereo Sartori rivolto agli amministratori dell’Altopiano per valorizzare l’ambiente circostante creando un paradiso per questa disciplina e dando qualità al turismo Nereo Stella Si sono concluse sabato 6 settembre le celebrazioni indette dal Golf Club di Asiago per festeggiare i 40 anni della sua iscrizione alla Federazione Italiana Golf. La serata di gala, che si è tenuta presso la Club House, ha avuto inizio alle ore 20 nella splendida cornice della piana del Meltar, per l’occasione addobbata a festa con centinaia di candele che illuminavano le vie di accesso, il lago e il Meltar Resort, ed stata allietata da musica e filmati che ricordavano i momenti salienti della storia del golf ad Asiago: dagli ospiti del Festivalbar con una giovanissima Gigliola Cinguetti, ai primi colpi sul green di golfisti alle prime armi, dalla costruzione del campo a 18 buche alla recente ristrutturazione della foresteria. Nel corso della serata sono state premiate e nominate Socie Onorarie tre socie: Nerina Corà Pioppi, Anna Maria Spaolonzi Golfieri e Adriana Rossetto Menegatti. Le tre “signore del golf” sono state festeggiate da oltre 120 amici, fra i quali molti golfisti, rappresentanti delle istituzioni ed autorità sportive. Il vicepresidente della Provincia, dr. Dino Secco ha premiato il Presidente del Golf, dr. Nereo Sartori a nome della Provincia per aver portato avanti con tanta caparbietà e successo la gestione di una struttura così importante per tutta l’area veneta e vicentina in particolare; un importante riconoscimento è arrivato anche dal Presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti, rappresentato per l’occasione dal Consigliere Nazionale Paolo Casati. Il Golf Club di Asiago aveva ricevuto lo scorso 4 gennaio anche dall’Amministrazione del Comune di Asiago un importante riconoscimento per l’attività svolta a favore del turismo sul nostro altopiano. Nel suo lungo discorso il Presidente Sartori, dopo aver ricordato le svariate iniziate organizzate per queste celebrazioni (dalle mostre fotografiche sull’altopiano al Coro Asiago, dalla storia della grande guerra alle escursioni sui campi di battaglia, dalle visite al nostro osservatorio astrofisico a serate di grande musica, dalla storia del nostra Reggenza e delle sue tradizioni alle erbe del nostro territorio, ad una gara di golf con oltre 20’000 • di montepremi per i professionisti), rese possibili anche grazie all’aiuto di importanti sponsor, ha ricordato i suoi predecessori “Avrei voluto festeggiare con tutti i presidenti che mi hanno preceduto ma sono certo comunque che i presidenti che ho conosciuto personalmente e che quest’anno ci hanno lasciato sono comunque qui con noi: da Egidio Pioppi, che per primo ha accarezzato l’idea di sviluppare il nostro golf a 18 buche a Franco Gemmo, mio maestro, che poi con grande caparbietà le ha realizzate, va tutto il nostro nostalgico ringraziamento”. “40 anni or sono quindi il nostro golf entrava nella grande famiglia della Federazione ma per giungere a questo importantissimo atto si deve tornare indietro nel tempo quando l’idea è stata partorita, quindi almeno all’inizio degli anni ‘60, e vi assicuro che per noi asiaghesi doc pensare al futuro con una larghezza di vedute cosi ampia ha del miracoloso; i miei soci si stancheranno di sentirmelo dire ma io lo ripeto: se questa sera siamo qui a festeggiare 40 anni di golf il merito è anche e soprattutto di quel sognatore, e in questo caso realizzatore di sogni, che si chiama Nereo Stella, che è stato il primo Presidente del nostro sodalizio, unico presidente non golfista, cosa che gli da ancora maggior merito”. “Ma cos’era il golf negli anni sessanta – ha proseguito – e come è cambiato in tutti questi anni? Direi che il golf è uno spaccato della nostra società, che è in continua evoluzione, negli anni sessanta il golf di Asiago iniziò con una trentina di soci e una quarantina di ragazzini che facevano da caddy; ora sono più di 700 azionisti, quasi 400 i tesserati e un paio di caddy….. su prenotazione! 40 anni fa era molto difficile avvicinare i giovani al golf, ora abbiamo grandi soddisfazioni e portiamo i giovani ad amare questo sport, che tra l’altro in- segna la correttezza e l’amore per la natura, (notoriamente sul cemento e sull’asfalto non si gioca a golf). Mettiamo a disposizione un organizzazione a loro riservata, il “Club dei Giovani”, con una maestra professionista di alto livello. Ieri i nostri giovani under 18 hanno disputato le “Golfiadi” gara di fine stagione, riservata al loro club, che ormai conta più di sessanta iscritti”. “Mi ricordano i pionieri del golf che negli anni 60/70 non si giocava neppure un paio di mesi all’anno; ora il nostro golf è aperto da aprile ai primi giorni di novembre, e questo non un solo per l’aumento esponenziale del numero degli appassionati in Italia e all’estero che vengono qui a giocare ma anche per una forte promozione accompagnata da agevolazioni, ci tengo a dirlo, da me promossa e che ho fortemente voluto assieme ad altri consiglieri, a favore dei residenti dell’altopiano. Quindi in questi anni da sport di élite a sport/gioco e basta, con un alto fattore di aggregazione sociale; non uno sport per pochi, quindi, ma luogo di incontro tra amici ed appassionati che, nel rispetto di regole ben precise e sulle quali non si transige, trascorrono in questo paradiso ore spensierate e di relax”. Sartori ha poi posto l’accento, rivolgendosi agli amministratori locali presenti, sulla valenza del golf come fattore di grande promozione turistica “Se 40 anni fa i 30 pionieri contavano poco in termini numerici, ora possiamo dare dei dati che hanno una grande valenza per il turismo e il nostro territorio. A tutto agosto hanno partecipato alle gare da noi organizzate oltre 5000 giocatori (il che vuol dire che almeno il triplo sono entrati in campo.. per fare qualche buca); di questi 5000 oltre il 60% esterni, cioè soci di altri club, e di questi almeno un 35% di stranieri, che sono in continuo aumento. Se solo negli anni novanta i giocatori soci del nostro Circolo rappresentavano la grande maggioranza dei giocatori in campo, ora, con un campo vero a 18 buche, molti altri golfisti di altri club vengono da noi per poi ritornare, perché sanno di trovare un campo ad altissimo livello che scoprono impegnativo ma divertente, ben mantenuto con addetti professionalmente preparati, gentili e che ti accolgono sempre con un sorriso, campo che ha degli ottimi professionisti ed eccellenti attrezzature. Cosi si spiega il nostro aumento esponenziale dei giocatori e degli iscritti ogni anno”, ricordando anche i rapporti di amicizia e gemellaggio con vari altri club, tra cui uno dei club più prestigiosi d’Italia, quello dell’Olgiata di Roma. “Facciamo turismo, quindi aiutiamo nel nostro piccolo ad offrire una ragione in più per salire e fermarsi sul nostro altopiano. Infatti il turismo golfistico è uno dei settori turistici moderni in maggiore crescita ed è importante perché allunga la stagione turistica. E quando un golfista si muove lo fa per giocare a golf, ma poi dorme nei nostri alberghi, mangia nei nostri ristoranti e fa shopping nei nostri negozi. I potenziali clienti golfisti sono ormai decine di milioni a livello mondiale. Ad essi si devono offrire infrastrutture di qualità e alta professionalità. Tutta l’economia di un territorio come il nostro ne trae vantaggio e noi siamo orgogliosi di questo. Anche se alcuni imprenditori locali, pur godendo dell’indotto da noi portato, restano poco propensi a partecipare alle nostre iniziative, questo investimento fatto tutto dai Soci del Club ha permesso in questi 40 anni di mantenere intatto un pezzo di territorio che d’estate è golf e d’inverno si trasforma in Golf Arena per lo sci, ospitando anche gare di Coppa del Mondo”. Dopo aver ricordato come questa struttura significhi anche posti di lavoro per una decina di persone per tutto l’anno che diventano oltre una trentina nei mesi d’estate, Sartori ha ricordato anche come nel 2007 il campo abbia aderito al programma “ impegnati nel verde” ed abbia ottenuto l’attestato di merito “Il che significa un campo mantenuto senza veleni e un corretto uso delle risorse idriche ed energetiche; in Italia campi con questo attestato sono solo una decina; questo è non solo un vantaggio per chi gioca ma anche per l’ambiente”. Ha poi ricordato come “Da un paio d’anni abbiamo anche la nostra foresteria, che è un Resort a 4 stelle, anche in questo caso grazie ad un investimento su base volontaria; ora, come sapete, abbiamo in programma un centro benessere che potrà essere usato da tutti i soci oltre ovviamente da turisti e residenti in genere” ed ha concluso “Qual è quindi il nostro programma per il futuro? Sicuramente continuare a sognare come faceva Nereo Stella più di 40 anni fa e vedere un Altopiano con tanta natura, magari con altri tre o quattro campi da golf. Valorizzare l’ambiente circostante creando un paradiso del golf, bilanciando e armonizzando quanto era stato fatto con lo sviluppo selvaggio degli anni passati. Mi auguro che questo concetto possa essere capito e condiviso dalle amministrazioni dell’altopiano, in quanto potrebbe significare un maggior sviluppo turistico sia in termini qualitativi che quantitativi. Per quanto ci riguarda nell’immediato il programma è più realistico: dobbiamo continuare a migliorare il campo storico ampliandolo con altre nove buche e aggiungere il centro benessere alla struttura ricettiva. Il nostro fine deve essere quello di offrire a tutti coloro che fanno parte della grande famiglia del golf di Asiago ed agli amici un ambiente sempre più sano, divertente, rilassante e sereno perché questo è sempre stato e sarà anche in futuro il nostro principale obiettivo”. 8 l’Altopiano Sabato 20 settembre 2008 www.giornalealtopiano.it 6 La grande famiglia dei donatori ASIAGO Sabato 13 e domenica 14 ad Asiago i Gruppi AIDO e AVIS dell’Altopiano di Asiago hanno festeggiato rispettivamente i 35 anni ed i 40 anni di fondazione con il “Weekend del donatore”. Il Gruppo Aido è il primo fondato nel Veneto ed il secondo in Italia quasi a rappresentare la propensione alla solidarietà tipica della razza montanara, un’icona di come dovremmo essere tutti pronti ad aiutare il nostro prossimo. Il sabato sera, nella sala della Reggenza, il direttore generale Ulss 3 Valerio Alberti, il prof. Massimo Pedrotti oculista del San Bortolo di Vicenza, il giornalista Giandomenico Cortese e, come ospite d’onore, il registra ed iscritto Ermanno Olmi hanno tenuto un incontro sul tema “La Donazione in Italia”. Una serata in cui è emerso che la donazione d’organi è in aumento, compresa quella di tessuti e cornee, un dato legato in particolare alla diminuzione delle opposizioni al prelievo: da un 42% nel 2005 si è infatti arrivati a una percentuale di opposizione del 20% nel primo semestre 2008. Avis e Aido, festeggiati rispettivamente i 35 e i 40 anni di attività dei gruppi dell’Altopiano. Per l’occasione organizzato un weekend di incontri sport e convivialità “Anche l’Altopiano si distingue per il numero di donazioni – ha ricordato Mario Rigoni, presidente dell’Aido Altopiano che conta circa 1000 iscritti tra il gruppo Altopiano ed i gruppi di Lusiana e Conco modo per trasmettere in maniera positiva il messaggio della donazione degli organi – ha detto Franco Morello – Anzi cogliamo l’occasione per ringraziare quanti hanno reso possibile la gara, dall’amministrazione comunale che ha accolto favorevolmente la proposta e ci ha aiutato nell’organizzazione, in particolar modo l’assessore Guido Carli, al Gruppo di Base, la Polizia Municipale, la Protezione Civile e gli Alpini, senza il cui supporto logistico non avremmo potuto realizzare questa manifestazione, così come gli sponsor Rigoni di Asiago, Caseificio Pennar, L’Emporio Casalinghi, Ras Assicurazioni e le Assicurazioni Fondiaria Sai”. Gerardo Rigoni Venire al mondo e’ un po’ come aprire un credito in banca… … la nostra vita e’ un capitale preso in prestito che un giorno si dovra’ restituire quello che ciascuno di noi e’, in quanto a esistenza, lo ha ricevuto dalla natura: dai genitori, dagli alimenti, dall’aria e dalla luce il nostro corpo, come per il capitale prelevato in banca, non ci appartiene e un giorno lo dovremo restituire perche’ torni com’era alle origini, a tutto cio’ che ci ha generato. Ma con in piu’ gli interessi: vale a dire, una parte di quel che nel corso del nostro vivere il nostro corpo ha guadagnato e ci ha fatto crescere. Cena sociale e gita Corsa del donatore: i primi tre classificati di ogni categoria Under 14 femminile: 1) Rosa Debora; 2) Cherubin Maria; 3) Valente Maria; Under 14 maschile: 1) Milardi Francesco; 2) Marini Filippo; 3) Paganin Marco. Assoluta femminile: 1) Fabris Marta; 2) Forte Roberta; 3) Rela Serena. Assoluta maschile: 1 ) Stefano Bertoldo; 2) Bidese Giovanni 3) Rigoni Sergio. – Negli anni sono stati effettuati ben 29 donazioni che hanno donato la vita ad altri.” Domenica invece è stato il momento dello sport con la 1^ Corsa del Donatore “Città di Asiago”, marcia non competitiva di 6 km su un percorso di 2 chilometri nel centro di Asiago. Purtroppo il tempo inclemente ha fatto sì che il numero dei partecipanti fosse piuttosto ridotto: solo 65 atleti hanno preso il via tra ragazzi e adulti. “Un’esperienza che si ripeterà sicuramente perché riteniamo che è il miglior L’Avis Altopiano organizza per il giorno 4 ottobre la 40° festa sociale. Alle 17.30 raduno e messa presso la chiesa parrocchiale di Roana, alle 19.30 cena al Palazzetto dello sport con premiazione dei donatori benemeriti. Viene organizzata anche una lotteria di beneficienza e si potrà divertirsi con il ballo. Le prenotazioni si ricevono entro il 28 settembre presso i capigruppo e la Pasticceria Carli di Asiago. Viene inoltre organizzata per il 19 ottobre una gita a Sirmione e cascate del Varone, aperta soci e simpatizzanti. Il programma prevede la partenza alle 6.30 da Asiago, la visita libera a Sirmione, il pranzo nei pressi di Riva del Garda con menù trentino e nel pomeriggio la visita a Riva e alle Cascate del Varone. Le iscrizioni si ricevono presso i capogruppi delle varie sezioni o la sede Avis presso l’ospedale di Asiago, entro il giorno 28 settembre. Quindi, questo pagamento degli interessi non e’ un dono ma un dovere. E’ la giusta mercede di cui siamo debitori. Essere donatori di organi e’ un atto dovuto di giustizia nei confronti della vita che abbiamo ricevuto e di cui abbiamo tratto beneficio onoriamo dunque questo patto fondamentale della nostra esistenza. Ermanno Olmi 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 7 Lions Quest nelle scuole di Asiago I cippi e i monumenti della Grande Guerra vanno …a ruba Il programma educativo del Lions Club International presente con Paola Vigliano Ladri di storia in Altopiano Educare gli educatori sui tanti pericoli a cui sono esposti i nostri giovani, dalle droghe all’uso eccessivo del cellulare, dalle cattive compagnie alle illusioni fornite dalla televisione. E’ questo lo scopo principale del programma Lions Quest promosso dal Lions Club, un programma di prevenzione primaria considerato tra i migliori del mondo tanto da essere presente in oltre 50 paesi interrottamente dal 1984 e in continua espansione. I pericoli di oggi, dovuti anche ai numerosi mezzi d’informazione e ai molteplici mezzi di comunicazione, possono mettere a rischio lo sviluppo dei giovani impedendo loro di formarsi un carattere capace di affrontare e costruirsi positivamente una vita. Proprio per cercare di aiutare i giovani ed i loro educatori, scuola, famiglia, coetanei, il Lions Club Asiago 7 Comuni, su richiesta e con la collaborazione dell’assessorato ai Servizi Sociali di Asiago, ha organizzato una tre giorni di formazione per gli insegnanti delle scuole altopianesi con la dottoressa Paola Vigliano, una dei due formatori italiani del progetto Lions Quest. Il corso, attraverso una serie di giochi di simulazione, ha accompagnato i partecipanti a scoprire le conoscenze necessarie per potenziare nei ragazzi la conoscenza di sé, la gestione dei propri sentimenti e del- le conflittualità, il pensiero critico e lo sviluppo delle capacità di fare delle scelte, di progettare e di assumere degli impegni portandoli a termine. “Applicando con costanza questo metodo si riesce a prevenire molti dei mali che affliggono la scuola oggi e quindi anche la società di domani – dice Paola Vigliano – Il linguaggio è integrazione, integrazione non solo intesa come accoglienza dei cittadini diversi, ma del diverso, e tutti noi siamo stati “il diverso” in qualche momento della nostra vita. Bisogna lavorare sulla comunicazione sia degli scolari, sia dei loro educatori in modo che tutti quelli coinvolti nel processo educativo possano crescere ed imparare uno dall’altro”. “Per esempio sull’Altopiano, pur essendo un luogo tranquillo e privilegiato sotto l’aspetto della sicurezza sociale, ci sono segnali di problemi di tipo comunicativo – relazionale sia all’interno della scuola, sia all’interno delle famiglie – spiega Vigliano – Un’incomunicabilità che alla lunga potrebbe “tarpare le ali” a qualche soggetto promettente. Noi vogliamo dare agli insegnanti gli strumenti perché quel giovane, e tutti i giovani altopianesi, possano invece spiccare il volo.” “Per diventare buoni cittadini, i giovani devono imparare a prendere decisioni, saper comunicare ed evitare le facili illusioni del mondo di oggi – dice Giancarlo Rigoni, presidente della sezione locale Lions - . È proprio in questo ambito che interviene Lions Quest: un programma di vita pratica svolto nelle scuole e rivolto a bambini e ragazzi, dalle materne alle medie” Gerardo Rigoni L’Unione sportiva Asiago ripulisce i boschi Un segno di civiltà da parte degli atleti asiaghesi Anche quest’anno si è ripetuta la giornata eco – sportiva dell’Unione Sci Asiago, una manifestazione oramai consolidata che si svolge da molti anni. Atleti ed allenatori della società hanno dedicato un giorno del programma di allenamenti alla pulizia dei boschi e al ripristino di alcuni bivacchi nella zona sud di Asiago. La giornata ecologica serve proprio per sensibilizzare i giovani atleti al rispetto e alla conoscenza del territorio che ospita i loro allenamenti sia estivi sia invernali. Quasi un “gra- zie” all’ambiente che li vede correre, sciare e sudare tra i boschi altopianesi. In particolare quest’anno sono stati ripuliti dai rifiuti abbandonati durante la stagione estiva la strada del Barenthal e le zone circostanti i due bivacchi del Torle e della Pria dell’Acqua; un segno di educazione contrapposto all’inciviltà di molti. I due bivacchi sono stati a loro volta interessati ad una pulizia di fondo e alla fine imbiancati. G.R. Fanno gola a molti, soprattutto agli appassionati della Grande Guerra, sono le vestigia scolpite sulla roccia dai soldati del primo conflitto mondiale. Le montagne delle Prealpi vicentine sono ricche di testimonianze che ricordano la lunga permanenza in trincea di fanti e alpini; a cippi e monumenti commemorativi degli epici combattimenti si antepongono i lavori compiuti nelle retrovie dalla truppa durante gli agognati momenti di riposo. E sono proprio questi ultimi a finire tra le mani di collezionisti senza scrupoli, che incautamente acquistano le opere da chi li sottrae ai campi di battaglia. Ultimo in ordine di tempo è lo stemma del Genio rubato in località “Costa Buda”, lungo la strada Pria dell’Acqua – Granezza, da oltre novant’anni ricordava il reparto che lì stazionò lavorando alacremente alla costruzione della viabilità, vie ancor oggi praticate da boscaioli e villeggianti. A segnalarne la scomparsa è il Gruppo Tutela e Ripristino del Patrimonio Storico, un comitato composto da volontari che si occupa ormai da tempo di salvaguardare i resti della Grande Guerra. “L’altorilievo con impresso lo stemma del Genio Zappatori – dice Valter Borgo – rappresentava la chiave di volta di un arco in pietra. Ora che il montante è stato sottratto, l’assetto di tutta la struttura è diventato precario e quindi nel tempo destinato a crollo sicuro. Non scordiamo che sopra il manufatto spesso transitano o par- cheggiano numerose auto di turisti domenicali, essendoci nelle vicinanze un area attrezzata per il picnic”. Del fatto, così come della sopraggiunta pericolosità dell’area, è stato informato l’ufficio Patrimonio di Asiago, Comune su cui ricade l’area in oggetto. A tal proposito la dott.sa Bazzotto comunica che a breve saranno intrapresi i lavori per mettere in sicurezza il luogo. Sempre dal Gruppo altopianese arriva la segnalazione di un altro tentativo di furto, questa volta in località Marcesina, dove ignoti hanno lavorato alacremente per impossessarsi di uno stemma posto sotto al ponticello “1° Lotto”, fatiche per fortuna spese vanamente per le difficoltà presentatesi al momento di estrarre il blocco di pietra, o forse perché i ladri sono stati disturbati. Rimane comunque la disapprovazione e condanna di enti e associazioni combattentistiche verso chi si appropria di questi monumenti alla memoria al mero scopo di poterne godere privatamente. Daniel Finco 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 I casi della provincia di Belluno, dell’Altopiano d’Asiago, dell’Alto Friuli ATTUALITA’ Pagina a cura di Cesare Pivotto Belluno. E’ iniziato nei giorni scorsi a Belluno il service che vede impegnati congiuntamente i Rotary Club di Asiago Altopiano 7 Comuni, Belluno, Cadore-Cortina, Feltre e Tarvisio per approfondire la tematica dello spopolamento delle zone montane. Si tratta di una serie di incontri pubblici che è iniziata lo scorso 11 settembre a Belluno e che proseguirà fino a primavera con l’impegno al termine di questa ampia “ricognizione” di pubblicare i testi di tutti gli interventi in agenda e di discuterli in una tavola rotonda con le Regioni e le istituzioni interessate. A presentare i contenuti dell’iniziativa nel corso di una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi a Belluno sono stati i presidenti dei R.C. di Belluno, Ermanno Gaspari, di Feltre Antonio Francesco Bortoli, di Cadore-Cortina Gabrio Ghedina, di Asiago Altopiano 7 Comuni Fabio Finco e di Travisio Mauro Vidrigh. “Il taglio dato è pragmatico – ha precisato il Presidente del R.C. Altopianese Fabio Finco - si cercherà di fornire proposte concrete sul piano socio-culturale con l’aiuto delle tante competenze presenti all’interno dei club; alcuni dei temi affrontati saranno: l’agricoltura, la mobilità, le risorse energetiche e i servizi”. “Ai relatori – si è detto in quell’occasione - si chiede di individuare nuovi percorsi, elementi innovativi, un’analisi di opportunità da far conoscere alle comunità locali delle tre aree interessate (la provincia di Belluno, l’Altopiano dei 7 Comuni, l’Alto Friuli) al fine di promuovere appropriate azioni nei più diversi settori sociali ed economici”; fra i relatori coinvolti dal nostro Club ci saranno il Sindaco di Asiago, An- Come contrastare lo spopolamento delle zone montane Scenari, idee, proposte in una serie di incontri promossi dal Rotary Club percorsi, elementi innovativi, un’analisi di opportunità da far conoscere alla comunità. I temi in agenda sono: drea Gios, ed il Presidente della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, Giancarlo Bortoli. Il primo appuntamento ha visto come relatore il prof. Gino Zornitta, docente di statistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e si è tenuto giovedì 11 alle ore 19,30 nella Sala Muccin del Centro Giovanni XXIII a Belluno. Tema dell’incontro, tenuto conto dell’elevato rischio di vedere abbandonate le aree marginali e difficili delle nostre montagne, è stato “La popolazione: sua evoluzione e distribuzione sul territorio”; il prof. Zornitta ha presentato lo stato di fatto, le proiezioni demografiche, gli scenari che si profilano in provincia di Belluno anche nel contesto della montagna veneta, fornendo dati relativi all’evoluzione ed alla distribuzione della popolazione, evidenziando un calo demografico che va oltre il tasso fisiologico, ma è per esempio legato all’isolamento delle zone montane ed alla scarsità di infrastrutture e concludendo con una domanda aperta: “lo spopolamento della mon- tagna porta con sé il degrado, lo possiamo accettare”? Queste le motivazioni e le considerazioni sul tema espresse dai Club promotori dell’iniziativa «Le aree montane stanno palesemente dimostrando uno stato di sofferenza nei confronti delle aree a quota inferiore, oltre che, nel Veneto, nei confronti delle confinanti Province autonome e Regioni a statuto speciale. Lo dimostra la volontà dei cittadini che hanno votato con massiccia partecipazione i referendum per cambiare regione e provincia (Lamon, Sovramonte, Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana, Colle S. Lucia, Sappada, 8 Comuni dell’Altopiano d’Asiago). L’analisi degli spostamenti dei residenti all’interno dei comuni montani dimostra come certe aree di media ed alta montagna si stanno via via sempre più spopolando. Il fenomeno maggiore si registra sopra la quota altimetrica di 700 metri, laddove c’è stata una regressione del turismo estivo, un abbandono del- l’agricoltura ed uno spostamento delle maggiori industrie verso valle (occhialerie in particolare). Tale negativo processo non può lasciare indifferente il Rotary Club. Un contributo importante di opinioni e soprattutto di idee nuove, la volontà di creare consapevolezza, l’esigenza di ricercare soluzioni possibili sono le linee-guida di questo concreto “service” - 20 incontri pubblici - rivolto alle comunità locali. I Rotary Club della provincia di Belluno, di Asiago Sette Comuni, di Tarvisio si sono ritrovati uniti e convinti su una azione di raccolta di idee utili a mitigare tale tendenza, che a lungo termine può portare alla morte sociale dei piccoli paesi montani e ad un abbandono certamente foriero di gravi problemi di disordine di vario tipo, a svantaggio di tutta la società. Basti solo pensare alla mancanza di presidio del territorio nel campo del dissesto idrogeologico, della agricoltura, delle infrastrutture stradali minori. La ricognizione si concentrerà sui settori che in maggiore misura incidono sulla sopravvivenza in montagna: agricoltura, turismo, commercio, artigianato, risorse energetiche, servizi alla persona, viabilità, trasporto pubblico. Ai relatori, fra cui diversi soci rotariani, si chiederà di individuare nuovi - Il contesto demografico: il rischio di vedere abbandonate le aree marginali e difficili delle “nostre” montagne, proiezioni e scenari Il presidio dell’agricoltura (multifunzionalità dell’agricoltura di montagna) - La leva del turismo: il punto di vista dei “tour operator”, la cultura dell’ospitalità, le nuove tendenze del mercato, il volàno degli impianti sciistici Il commercio: come tenere aperti i piccoli negozi nei paesi di montagna - Le attività economiche: la filiera agro-alimentare turismo; l’artigianato in quota; l’industria; pluriattività e residenzialità - La gestione del territorio: la pianificazione urbanistica comunale, la gestione delle aree protette, la cura del bosco e la manutenzione del territorio - Il sistema dei trasporti: il trasporto pubblico locale, la rete viaria intervalliva - I servizi alla persona: sanità e sociale Norme e fisco: l’accorpamento fondiario, i costi di vivere in quota, quali interventi compensativi, come superare gli svantaggi normativi - Tavola rotonda conclusiva con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e le istituzioni Questioni aperte: Popolazione sempre più vecchia e numericamente in declino. In provincia di Belluno, sull’asse della Val Belluna è concentrato il 70% della popolazione residente. Negli ultimi cinque anni, vi sono dei comuni, anche a vocazione turistica, che I corsisti di francese ringraziano “Speriamo che l’esperienza si ripeta anche il prossimo anno” Si è concluso il 27 agosto il corso di lingua francese, iniziato nel mese di luglio, promosso dall’Amministrazione Comunale di Asiago ed organizzato con la collaborazione degli uffici dei servizi sociali. L’ iniziativa è stata bene accolta vista la numerosa adesione di residenti e villeggianti. “E’ la dimostrazione che la gente apprezza e cerca la cultura – dice Diego Rigoni, assessore ai Servi- zi Sociali –Anche nel periodo estivo le persone cercano l’arricchimento personale basta che sia svolto in un ambiente famigliare e con costi contenuti.” “Un apprezzamento particolare va all’impegno profuso dalla Prof.ssa Lucia Ciscato Morelli hanno visto una diminuzione dei residenti superiore al 5%. Gli stessi immigrati, in ogni caso, si sono insediati nelle aree a quote più basse. Anche sull’Altopiano d’Asiago il trend demografico registra un andamento sostanzialmente in decremento con un marcato calo della popolazione residente (scesa da 29.000 a 21.000 abitanti). Uno sviluppo il più possibile autopropulsivo e integrato: In una recente conferenza tenuta al Rotary di Belluno e che entrerà a far parte degli atti del ciclo di incontri pubblici su “Come contrastare lo spopolamento delle zone montane” è emersa la possibilità di un maggiore protagonismo degli Enti locali nella produzione idroelettrica da salti d’acqua fluente (acquedotti, ecc.). Un impianto idroelettrico di potenza pari a 850 Kw e con una producibilità di 3.500.000 kWh annui - al netto degli oneri finanziari - può mettere a disposizione del soggetto gestore pubblico un margine operativo di 300 mila euro l’anno, con beneficio per la popolazione residente e un significativo contributo al protocollo di Kyoto. Il Pat del Comune di Asiago intende evitare che l’Altopiano svolga la funzione di area di “seconde case” di cittadini della pianura veneta e, anziché sulla quantità di nuove espansioni, punta sulla progettazione della qualità del territorio. Per contro la trasformazione del territorio dovrebbe essere legata, in via prioritaria, all’individuazione di attività economiche integrate (“filiere”) in grado di generare ricchezza diffusa.Anche l’Alto Friuli ritiene necessario uno sviluppo integrato basato sulle nuove tecnologie e sulla valorizzazione delle risorse locali». che ha saputo trasmettere ai noi il suo entusiasmo per la lingua francese – è il commento unanime dei partecipanti –Auspichiamo in un’analoga iniziativa per la prossima stagione turistica”. G.R. 8 Sabato 20 settembre 2008 ASIAGO Quella recente è stata una stagione ricca di soddisfazioni per il ristoratore asiaghese Riccardo Cunico, grazie a una serie di riconoscimenti susseguitisi nel giro di pochi mesi. “Agosto strepitoso a parte – commenta - anche da noi si è fatto sentire il calo di lavoro lamentato a livello generale, ma, nonostante ciò, a gratificarci è stato l’arrivo di premi inaspettati”. Una grande passione per la cucina e un amore immenso per l’Altopiano: sono questi due ingredienti, semplici ma essenziali, il vero segreto del successo di Riccardo Cunico, gestore assieme alla moglie Dora del Ristorante Al Maddarello di Asiago. Un successo che non va inteso in termini economici, bensì come gradimento e consenso di pubblico. “Con il mio lavoro – dice Riccardo – non si diventa ricchi, soprattutto qui da noi, dove le stagioni dipendono da molti fattori. Ma per me la soddisfazione più grande è quella di essere riuscito a farmi volere www.giornalealtopiano.it 9 Innamorato del suo lavoro, innamorato dell’Altopiano Numerosi i premi conferiti a Riccardo Cunico per il suo impegno nel settore della ristorazione. “La soddisfazione più grande è quella di essere riuscito a farmi voler bene dalla gente dell’Altopiano” bene dalla gente dell’Altopiano, che mi ha visto crescere, dopo essere partito dal niente. Qui siamo in paradiso, io sono innamorato dell’Altopiano e per questo, non appena posso, lo esalto in qualsiasi modo possibile”. Dopo aver ricevuto l’attestato di “Locale del Cuore” al termine di una serata organizzata dagli editori della guida “Nordest a tavola” con una cena a scopo benefico in cui in vari convenuti avevano portato un proprio piatto, ai primi di giugno Riccardo ha avuto il piacere di ricevere nel suo ristorante la visita dei componenti de La Chaine de Rotisseurs, la più antica Associazione gastronomica del mondo, presente in più di 100 paesi. “Doveva essere un in- I Neolaureati dell’Altopiano Martina è dottoressa in lettere Martina si è laureata. Mercoledì 17 settembre presso l’Università di Trento, corso di lettere e filosofia, la nostra redattrice è diventata dottoressa in lettere. Ha presentato una tesi dal titolo “Paesaggi di carta: l’Altopiano di Asiago nei racconti di Mario Rigoni Stern” ottenendo il lodevole punteggio di 106/110, con i complimenti della commissione per il suo lavoro. Al ritorno da Trento festa per lei nella taverna dell’Hotel Milano con amici e parenti. Martina Rossi, di Asiago, l’Altopiano ha 22 anni, è figlia di Mario e Manuela dall’Oglio. Da due anni è impegnata ed apprezzata collaboratrice del nostro giornale. Dopo la fatica della laurea, niente vacanza per lei: da lunedì ricomincia l’Università per il corso di specializzazione in italianistica e critica letteraria. All’emozione e alla soddisfazione di mamma e papà, del fratello Gabriele e del fidanzato Luca per questo bel traguardo raggiunto si aggiunge anche la nostra. A Martina le congratulazioni da parte di tutta la redazione. contro ristretto del direttivo – commenta Romolo Cacciatori, consigliere nazionale dell’Associazione e presidente per il Veneto – ma la ricchezza del menù ha dilatato la presenza a quasi quaranta persone. L’incontro è stato di grande interesse: Riccardo ha presentato la sua cucina semplice e raffinata, e il servizio di Dora è stato all’altezza della situazione. Riccardo e la sua equipe saranno intronizzati a Stresa il prossimo anno nel corso dello svolgimento dello Chapitre Annuale d’Italia”. “Anche se ci siamo trovati a servire una quarantina di persone invece della decina scarsa prevista – commenta Riccardo Cunico – tutto è andato per il meglio, e il punteggio assegnato a molti piatti è stato quello pieno, 10 e lode. Il gradimento è stato confermato dal fatto che molti fra i presenti sono poi ritornati a cena da noi, e questo mi fa molto piacere”. La Chaine, conosciuta soprattutto dagli addetti ai lavori, nasce dalla corporazione dei rosticcieri (rotisseurs) istituita nel 1248 in Francia, che ricevette consacrazione reale nel 1610. Dopo essersi sviluppata negli anni, anche la corporazione dei rosticcieri venne fermata dalla Rivoluzione francese, che azzerò tutto. Le grandi guerre e le difficoltà di reperire derrate alimentari bloccarono lo sviluppo e la formazione di nuove leve alimentari, ma alla fine di questi eventi, nel 1950, un gruppo di cuoche e gastronomi francesi ricrearono la corporazione, costituendo ufficialmente la Chaine che venne poi diffusa nel mondo. In Italia è presente fin dagli anni 50 e costituisce un riferimento di livello fra appassionati e professionisti nell’ambito della cucina tradizionale del territorio. Non c’è due senza tre, ed ecco che a metà settembre il Ristorante da Riccardo si è aggiudicato il titolo di “miglior piatto” nell’ambito di una manifestazione promossa dalla guida “Ristoranti che passione!”. E non è finita qui: il 26 ottobre a Venezia sarà conferito a Riccardo Cunico il “Mercurio d’oro”, premio che riconosce e valorizza le capacità di uomini, donne e aziende che contribuiscono a formare l’identità economica del nostro Paese, distinguendosi per correttezza commerciale, spirito imprenditoriale e serietà professionale. Diplomatosi alla scuola alberghiera di Asiago non come cuoco, bensì operatore di sala, Riccardo Cunico si è formato lavorando in numerosi locali di prestigio. Per imparare l’inglese, necessario per poter lavorare come responsabile di sala, è stato quasi due anni a Londra, in modo particolare in un ristorante francese. “Per poter rispondere alle domande dei clienti – spiega Riccardo – mi facevo spiegare dal cuoco come venivano preparati i piatti; inoltre cucinavo in sala i piatti alla lampada. Appassionandomi a tutto ciò, terminato il mio periodo di lavoro in sala decisi di passare due mesi in cucina dove lavoravano ben 50 cuochi! Seguito dal capocuoco imparai tante cose che altrimenti non avrei mai re- cepito”. Riccardo ha poi nel tempo frequentato numerosi corsi tenuti dai migliori cuochi italiani e da vent’anni è anche sommelier professionista. In più occasioni ha fatto parte della squadra di cuochi rappresentanti la Regione Veneto e la Nazionale Italiana, ma la svolta che l’ha visto passare dalla sala alla cucina è avvenuta ad Asiago, quando lavorava allo Sporting come responsabile di sala. “Quando il cuoco terminò il suo periodo di lavoro nel locale, passai io in cucina, e poco dopo presi il locale in gestione”. Dopo 4 anni allo Sporting, 2 al Golf Club, 9 anni al Tre Fonti, da tre anni Riccardo gestisce il ristorante Maddarello. “I risultati ottenuti da un locale – precisa – derivano da tante cose e dal lavoro di squadra. Oltre a Dora, mia moglie, vorrei citare e ringraziare Enrico Maglio responsabile di sala e Daniela Dall’Oglio, responsabile di cucina, oltre a tutti coloro che collaborano o hanno collaborato con me nel tempo”. A decretare un successo professionale è anche l’insieme di numerosi fattori che portano a gustare il piacere della convivialità, compresa la cura e la presentazione particolare di ogni portata del menù. “Certo, l’occhio vuole la sua parte – conclude Riccardo, sempre molto attento nella preparazione anche “visiva” dei suoi piatti – ed è bello stupire anche per questo. Ma le sensazioni più belle le dai con i prodotti del territorio, a restare impressi e a farsi ricordare sono i gusti della tradizione, i piatti che riportano indietro nel tempo”. Silvana Bortoli 8 Sabato 20 settembre 2008 ROANA l’Altopiano 10 Differenziare non sarà più una scelta, ma un obbligo Pagina a cura di Silvana Bortoli Torniamo ad occuparci di rifiuti, argomento esteso e di estrema attualità che il nostro giornale intende continuare a trattare, con l’intento di contribuire alla sensibilizzazione ambientale. Imparare a differenziare si rende sempre più necessario e ormai non è più rinviabile, perché, seppur con tempi più lunghi di quelli preventivati, sta per arrivare il momento in cui agire in modo corretto non sarà più una scelta legata alla sensibilità individuale, ma un obbligo. E’ in quest’ottica che nei giorni scorsi il Comune di Roana ha fatto pervenire a tutti i cittadini un volantino esplicativo, che ricorda innanzitutto il giusto comportamento per liberarsi dai rifiuti ingombranti, troppo spesso abbandonati nei pressi di cassonetti o campane per la raccolta differenziata, come nei mesi scorsi abbiamo più volte testimoniato con foto pubblicate sul nostro giornale. “L’ambiente è di tutti: impegniamoci insieme. Comune, residenti e www.giornalealtopiano.it co, ma quello vecchio non serve più, è possibile chiamare il numero 800247842 di Etra Spa, entro le ore 20 di lunedì, per vederselo ritirare gratuitamente e direttamente a casa il mercoledì successivo. Lo stesso procedimento si adotta anche per sbarazzarsi di materassi, mobili e ingombranti vari. Si sottolinea poi come vetro, lattine, carta e plastica debbano essere inseriti nelle apposite campane, e come, per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti sia sufficiente applicare la “strategia delle cinque R”. Ovvero: Riduzione all’origine dei rifiuti, scegliendo prodotti con meno imballag- turisti, nel tutelarlo.” – si legge nel volantino - Il Comune di Roana si sta impegnando da tempo in questa direzione, infatti, dopo aver ottenuto la Certificazione ISO 14001:2004, il sistema di gestione ambientale, piani- ficazione e controllo del territorio, dei servizi e delle infrastrutture di competenza comunale ha raggiunto anche l’importante obiettivo, di livello superiore, della registrazione EMAS (Eco-Management and Audit Scheme), sistema ad adesione volontaria per le imprese e le organizzazioni che desiderano impegnarsi a valutare e migliorare la propria efficienza ambientale”. Dal punto di vista pratico, viene ricordato al cittadino che frigoriferi, lavatrici, televisori e altri elettrodomestici vecchi vanno smaltiti in questo modo: nel caso di nuovi acquisti, per legge, il venditore è obbligato ad occuparsi dello smaltimento di quello vecchio, operazione il cui costo è già compreso nel prezzo di acquisto del nuovo prodotto. Se invece non si è acquistato un nuovo elettrodomesti- gi ed evitando gli sprechi; Raccolta differenziata, impegnandosi a differenziare i rifiuti riciclabili utilizzando correttamente i cassonetti; Riuso degli oggetti ancora utili, come barattoli o bottiglie di vetro o il lato non utilizzato delle fotocopie per prendere appunti; Riciclo dei materiali utili, vetro, carta, cartone, alluminio, ferro, plastica e compost nell’industria manifatturiera, nell’edilizia, nelle costruzioni e nell’agricoltura; Recupero di energia, la parte dei rifiuti non riciclabile può creare energia tramite la combustione nei nuovi impianti di termovalorizzazione a mini- mo impatto ambientale. Anche se non sarà facile, ci dovremo tutti adattare, accettando di cambiare metodo, e farlo nel migliore dei modi, per contribuire ognuno nel nostro piccolo alla soluzione di un problema che si sta rivelando sempre più un’emergenza a livello mondiale. Rifiuti, è il momento di cambiare abitudini Un bell’impegno per tutti, quello della raccolta differenziata: amministrazioni comunali, gestori del servizio, e cittadini, che dovranno adeguarsi alle nuove regole con un vero e proprio cambiamento di abitudini. Non sarà facile, gli aspetti da valutare in un territorio come il nostro sono veramente molti e alcune problematiche non saranno sicuramente di semplice soluzione. I Comuni di Asiago, Gallio e Roana (a cui, per la raccolta rifiuti, è associato Rotzo) si stanno coordinando per prevedere un avvio parallelo del nuovo metodo di raccolta, necessario per ovviare alla possibilità che gli utenti del comune che attiva per primo il servizio scarichino per comodità i loro rifiuti nei cassonetti del “vicino”. Ad essere leggermente in anticipo rispetto agli altri attualmente è il Comune di Roana, il cui consiglio comunale ha deliberato ai primi dello scorso luglio la prosecuzione dell’affidamento alla società Etra s.p.a. in delegazione interrorganica della gestione del servizio pubblico di nettezza urbana, raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e servizi connessi, per un periodo di dieci anni, fino al 30 giugno 2018. Il servizio rimarrà inalterato rispetto alle vigenti condizioni tecnico economiche, fino alla fine del 2008, e quindi, a decorrere dal 1° gennaio 2009, verrà adottata la tariffa di igiene ambientale e contestualmente soppressa la tassa per l’asporto dei rifiuti. In aggiunta al servizio, ad Etra è stata affidata an- che la gestione della tariffa. “I circa 350 cassonetti attualmente dislocati sul territorio comunale (e i 50 a Rotzo) verranno tolti, eccezion fatta per alcune zone periferiche – spiega Gabriele Valente, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Roana – e quindi si inizierà una separazione differenziata già a livello domestico. Si doterà ogni nucleo familiare di un contenitore per l’umido, che verrà poi raccolto con una determinata frequenza. In ogni frazione comunale saranno disposti 3 o 4 siti con per il conferimento di vetro, carta, plastica nelle apposite campane. Per tutto il resto, ovvero il secco non riciclabile, famiglie, proprietari di seconda casa e strutture ricettive alberghiere, saranno dotati di una tesserina magnetica, tipo bancomat, con la quale accedere a un presso- compattatore. Ne sono previsti 7 nel territorio roanese, e 1 a Rotzo, si tratta di una sorta di compattatori delle dimensioni di un posto macchina, circa 30 metri cubi, del tutto simili a quelli in uso sui camion delle immondizie, e il cui coperchio si apre meccanica- mente introducendo la tessera magnetica. L’amministrazione comunale individuerà i siti dove collocarli, mentre Etra si accollerà l’onere di urbanizzarli. Il nuovo sistema dovrebbe portare il livello di differenzazione, attualmente sul 12%, fino al 45 – 50%, superabile poi nel tempo con ulteriore buona volontà. Discorso a parte è quello relativo alle attività commerciali che producono rifiuti in grandi quantità, e per le quali sarà necessario adottare altre soluzioni. E’ richiesto dunque un cambiamento di abitudini, se attualmente il secco si conferisce facilmente nel cassonetto più vicino a casa, con il nuovo sistema sarà necessario caricarlo in auto per recarsi sul posto. Le difficoltà non mancheranno, soprattutto d’inverno e in particolare per le persone anziane. Anche i rifiuti prodotti dai turisti pendolari si presentano come un’incognita, si teme un abbandono ancora più consistente di sacchetti di rifiuti tra i boschi, o in zone periferiche. Sarà necessario in concomitanza con l’avvio del nuovo servizio anche aumentare la vigilanza per far rispettare le regole.” 8 Sabato 20 settembre 2008 Riapre l’Università Adulti/Anziani Finita la pausa estiva, ripartono i corsi dell’università degli adulti ad Asiago. Due intanto le iniziative in programma: i corsi di ginnastica e i corsi di inglese. I corsi di ginnastica si terranno nei giorni di martedì e venerdì alla palestra Ipsia dalle ore 15.00 alle ore 16.00, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 e dalle ore 17.00 alle ore 18.00. Le quote d’iscrizione sono suddivise in quattro periodi che vanno dal 3 ottobre al 23 dicembre, da gennaio a febbraio 2009 e da marzo ad aprile 2009, ciascuno al costo di 69,00 euro. Infine ci sarà un corso di ginnastica anche a maggio 2009, al costo di 34,50 euro. I corsi saranno tenuti da insegnante con esperienza specifica nel settore e verranno attivati solo al raggiungimento di almeno 10 iscritti e dovranno essere costituiti da non più di 16 persone. Sono organizzati inoltre dei corsi di lingua inglese che si terranno nelle Scuole Elementari “Monte Ortigara” di Asiago. Il corso per principianti, inizia mercoledì 1° ottobre 2008 dalle 14,00 alle 16,00 o dalle 19,00 alle 21,00, secondo la prevalenza delle richieste con la durata di 50 ore e quota d’iscrizione di 147 euro. C’è poi il corso intermedio di primo livello, sempre al via mercoledì 1 ottobre, ed il corso intermedio di secondo livello che inizierà lunedì 6 ottobre dalle 20,00 alle 22,00. Si aggiungono poi due corsi di conversazione, uno di sera, al giovedì dalle 20,00 alle 22,00, ed un odi pomeriggio dalle 14,00 alle 15,30 sempre di giovedì. I corsi saranno tenuti da insegnante madrelingua e verranno attivati solo al raggiungimento di 10 iscritti e dovranno essere costituiti da non più di 18 persone. Gli orari potrebbero subire delle variazioni a seconda della prevalenza delle richieste. Le iscrizioni per entrambe le iniziative sono aperte da sabato 13 settembre a sabato 27 settembre nei seguenti orari: martedì, giovedì, venerdì e sabato, dalle 15.30 alle 18.30 all’Infogiovani situato nella biblioteca comunale. G.R l’Altopiano Sono partiti i lavori per la realizzazione di una comunità alloggio per disabili e di un centro di formazione assistenziale per infermieri, famiglie e volontari Ce l’abbiamo fatta! Dopo anni di attesa, oggi 15 settembre, apertura ufficiale del cantiere in “Villa Brunialti” a Cesuna per la realizzazione di una comunità alloggio per disabili a Cesuna e di un centro di formazione assistenziale per infermieri, famiglie e volontari che operano nel mondo dell’handicap. La presentazione del progetto di ristrutturazione del complesso da parte dell’Arch. Roberto Festa di Vicenza (promosso dalla Fondazione “Vicenza una città solidale”, dal Consorzio delle Coperative sociali di Padova, dalla Regione Veneto, dalla Fondazione Cariverona, dai Servizi sociali di Vicenza, Bassano e dal Comune di Roana), dopo mesi di incontri e proposte, ebbe infatti luogo presso la Comunità Montana, già nell’agosto del 2003. A parte i normali tempi burocratici, nel caso specifico si è verificato il cavillo non da poco, già citato sul nostro giornale, rappresentato dalla residenza nell’ex casa del custode della struttura (chiusa da tempo immemorabile) della vedova e dei figli, con la quale, l’allora Amministrazione aveva stipulato un contratto di affitto per un importo di 1.200 euro annui. (Al momento della messa in essere del progetto, l’Amministrazione precedente pare abbia dimenticato di dar disdetta all’inquilina, Santina Donà, la quale ha continuato a godere dell’abitazione, impedendo di fatto, l’avvio dei lavori. L’Amministrazione attuale, pur di sbloccare la situazione, pare dovrà pagare all’exinquilina, l’affitto nel nuovo alloggio per i prossimi 5 anni e per un costo ben superiore al canone precedente! Ma si sa...ubi major, minor cessat). Presenti al varo il 15 settembre, il Progettista, Arch. Roberto Festa, l’Impresario edile Lorandi, l’Ing. Valente, Pierangelo Costa e il VicePresidente della Fondazione vicentina, Vittorio Corradi. Una serie di incontri e escursioni guidate sui luoghi della Grande Guerra restare sconosciute o di languire nel tempo. Il primo appuntamento della serie Tracciati nel comprensorio altopianese è in programma sabato 20 settembre, alle 18,00 si potrà visitare gratuitamente il Forte Corbin, da dove, alle 20,00 ci si sposterà a Tresche Conca presso l’ex scuola elementare dalla Collezione Rovini, qui si terrà la relazione “Lo sviluppo delle munizioni d’Artiglieria “ tenuta da Bruno Marcuzzo. Verrà trattata in sintesi l’evo- 11 A buon fine la saga di “Villa Brunialti” di Cesuna “Tracciati” sull’Altopiano Con il patrocinio del Comune di Roana e la collaborazione del Museo Rovini, giunge per la prima volta sui Sette Comuni una serie di incontri, dibattiti ed escursioni guidate, tutti eventi legati al tema della Grande Guerra. “Tracciati/08” è il titolo del progetto che stimola a visitare il singolo sito, museo o collezione abbinandola a mirate conferenze, e ad una libera conclusione conviviale. Il fine, quindi, porta a scoprire alcune realtà conservative del territorio con l’ausilio di preparazione e competenza di relatori appassionati e generosi. L’intera iniziativa è possibile grazie al contributo volontario (in tempo, risorse professionali, energie personali) di numerose persone convinte che la “rete” sia un modello utile anche alla sopravvivenza di realtà locali che altrimenti rischiano di www.giornalealtopiano.it luzione tecnica e balistica delle munizioni d’artiglieria dall’invenzione della polvere da sparo fino alla prima guerra mondiale. E’ il racconto di sforzi e ingegno profusi per migliorare il rendimento dell’artiglieria, che vide, in particolare tra il 1850 e il 1920 il suo massimo sviluppo tecnologico. Secondo appuntamento sabato 4 ottobre, dalle 19,00 si potrà visitare gratuitamente il Museo di Canove. Alle 20,00 ci si sposterà nella vi- cina Casetta degli Alpini, dove il dr. Andrea Galassi, responsabile del progetto per il corretto recupero dei soldati caduti sul fronte italiano nella grande guerra relazionerà sul tema “Un nome ed un fiore per ogni caduto”. Metodi di intervento, tecnologie e recupero delle informazioni. La tecnica al sevizio della storia. Terzo ed ultimo appuntamento sabato 18 ottobre, dalle 19,00 si potrà visitare gratuitamente la Collezione Rovini Alle 20,30 nella stessa sede lo storico Siro Offelli confronterà le dotazioni degli eserciti contrapposti nella grande guerra. Dalle armi alle divise, un confronto affascinante per leggere tra le trame della tecnologia una storia fatta di differenze. Tutti gli incontri si concluderanno in modo conviviale per chi vuole fermarsi nella vicina trattoria “Al Cacciatore”. Informazioni: Rovini Giancarlo 328.5660390. Daniel Finco Corradi, felice per lo sblocco della situazione, ma amareggiato del tempo perduto (e forse dei soldi...poichè l’impresa delegata, richiederà una penale per il fermo dei lavori), ha commentato: “Quando, già nel 2007, avevamo reperito i fondi per partire, ci è stato impossibile. Adesso per recuperare, dovremo rimetterci tutti, in primis la decina di disabili gravi dell’Altopiano, che a quest’ora potrebbero già godere dell’inserimento nella Comunità-alloggio di Cesuna”. Dello stesso avviso il Presidente dell’Associazione familiari di disabili “Stella alpina onlus – Asiago 7 comuni”, Pierangelo Costa, che ha dichiarato: “Pur appoggiandoci alle cooperative sociali “S. Matteo” e “Casa del Pastore”, che fungono da centri diurni, sempre più avvertiamo il bisogno della domiciliazione dei nostri congiunti, qui, vicino a noi e non in strutture della pianura, col disagio che ciò comporterebbe. Abbiamo aspettato tanto ed oggi veder partire il cantiere, infonde in tutti noi rinnovata fiducia”. Soddisfatta finalmente, anche la nostra ultracombattiva concittadina Eugenia Barbierato, da sempre in pole position nel campo del sociale, pioniera e sostenitrice di questo progetto, fin dagli inizi. Queste righe, vogliono essere di fatto, una rassicurazione all’anziana Santina: stia tranquilla, i lavori stanno prendendo davvero il via, senza secondi fini (come da lei temuto e dichiarato apertamente al nostro giornale in una recente intervista) . Tutti le sono davvero grati per il suo farsi da parte, per il suo non voler più intralciare il progetto. Grazie di cuore. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 12 L’estate a Gallio: ogni giorno qualcosa di speciale! Si è chiusa con un evento eccezionale quest’estate 2008 a Gallio! Il Weekend del fungo, con oltre 1500 presenze ha concluso una lunga stagione ricca di appuntamenti interessanti e divertenti. “Anche quest’anno” ha affermato Luigildo Baù, Assessore al Turismo del Comune di Gallio, “abbiamo cercato di offrire proposte diversificate per assecondare le richieste di ogni fascia d’età: dai laboratori per bambini alle giornate a tema, dagli appuntamenti mozzafiato al ciclo di “Incontri con l’autore. In fase di programmazione, non solo abbiamo provato ad andare incontro alle esigenze del turista abituale, che frequenta Gallio e l’Altopiano, cercando di accontentarlo, ma anche abbiamo proposto momenti unici, dedicati ai giovani, che da troppo tempo mancano dai Sette Comuni.” E i risultati non mancano! Oltre 4000 persone hanno affollato, nonostante il nubifragio che si è abbattuto su Gallio nella prima delle due serate, la piana dello Xebo, allestita per l’occasione a palcoscenico della manifestazione di Motocross Freestyle. Il vice campione mondiale Libor Podmol e gli altri “acrobati delle rampe” hanno emozionato i presenti con straordinarie evoluzioni aeree. Le emozioni sono continuate una settimana più tardi, quando, al parcheggio Ghelpack, i quad, mezzi a quattro ruote così diffusi ultimamente sulle nostre strade di montagna, sono stati utilizzati da piloti esperti per compiere salti, capriole ed altre divertenti acrobazie. Di grande richiamo sono stati i due appuntamenti a tema, che hanno caratterizzato l’estate galliese: il Weekend del formaggio e il Weekend del fungo. Questi momenti si propongono come una serie articolata di iniziative, volte al divertimento, al piacere del palato, alla conoscenza di alcuni prodotti che l’Altopiano offre. Il Weekend del formaggio, ad esempio, ha avuto momenti di visita guidata in malga e presso il caseificio Pennar, ha vantato un fornito mercatino di prodotti tipici in Piazzetta Giardini e ha avvicinato il pubblico alla lavorazione della tosella e all’arte antica della mungitura. Il Weekend del fungo, invece, ha accolto i numerosi visitatori nelle aule delle Scuole elementari per mostrare oltre 200 specie fungine dell’Altopiano e le 250 immagini in concorso, per l’annuale competizione fotografica “I funghi nella natura”. Inoltre, nell’ambito dell’evento, il pubblico ha potuto assistere alle interessanti conferenze del prof. Galli, massimo esperto di miceti in Italia. “Una manifestazione di questo tipo”ha aggiunto il responsabile dell’Ufficio Turismo, Claudio Cuoco “è un’occasione per educare al rispetto dell’ecosistema bosco, avvicinandosi ai funghi non con un’ottica di rapina (facendo razzia dei soliti porcini!), ma di conoscenza responsabile delle modalità di raccolta delle diverse specie.” Non basta: Gallio ha voluto che i suoi turisti avessero ogni giorno qualcosa di diverso e di speciale da fare! Ad esempio, le giornate dedicate al Medioevo sono state momenti piacevoli di dimostrazione di falconeria, di mercatini e di rievocazione, perché i Secoli, cosiddetti, Bui hanno un richiamo unico sugli ospiti e sui residenti dell’Altopiano. Osservare il lavoro di tintori, fabbri, tessitori, orafi e artigiani proietta in una realtà lontana ed affascinante, come ammirare il volo di una poiana, di un allocco, di un falco o di un gufo. Gallio è un paese molto legato alle proprie origini e al proprio passato, per questo l’Amministrazione Comunale ha sostenuto un’iniziativa molto originale: la realizzazione di una mostra fotografica sulla Grande Guerra dal titolo “Gallio Ieri & Oggi”. Nell’ambito dell’esposizione si sono potuti osservare gli effetti disastrosi della guerra sul paese e confrontarli alla Gallio di oggi. Tutto questo è stato possibile grazie alla ricchezza collezionistica dell’Archivio Dal Molin di Bassano. Correlato a questa iniziativa, è stata la stampa di un libro con le medesime foto e arricchito da poesie di pace composte dai ragazzi delle Scuole elementari e medie di Gallio. Per gli amanti della musica, si è avuto solo l’imbarazzo della scelta: dai concerti presso la Chiesa parrocchiale, agli Aperitivi rock, piacevole sottofondo musicale al rito dello spritz nei bar di Piazza Italia. “Non ci si è dimenticati nemmeno del folklore” ha aggiunto l’assessore Baù “ la domenica è stata dedicata alle bande, che con i loro ritmi trascinanti hanno fatto riecheggiare le vie di Gallio e di Stoccareddo”. Altra cornice delle serate musicali e teatrali è stata Piazzetta Giardini; qui si sono alternati complessi di liscio, momenti di rievocazione medievale ed esibizioni di danza. Un’altra iniziativa originale e apprezzata è stata lo spazio dedicato, in questa programmazione estiva, al gioco degli scacchi. Forse non tutti sanno che Gallio è sede del Circolo scacchistico Altopiano 7 Comuni, che quest’anno è stato coinvolto dal Comune per organizzare sia una simultanea di scacchi, con la campionessa italiana Eleonora Ambrosi, sia un Palio, che ha coinvolto quattro comuni altopianesi, che si sono sfidati utilizzando scacchi giganti, dandosi battaglia sulla terrazza comunale. Ciclo di appuntamenti consolidato, ma di richiamo irresistibile, sono stati “Gli incontri con l’autore”, organizzati in stretta collaborazione con la libreria Giunti al Punto di Asiago. “Le presentazioni con personaggi del calibro di Magdi Cristiano Allam, B. Tinti, G. De Rienzo, V. Haziel, G. Antonio Stella, G. Ayala, M. Travaglio hanno re- gistrato il tutto esaurito e hanno contribuito a dare a Gallio il ruolo di Comune dell’Altopiano attento alla cultura, alla libertà di pensiero e alla solidarietà. Ricordiamo, infatti, che durante gli Incontri era possibile dare il proprio contributo per sostenere la Città della Speranza di Padova, fondazione attiva da anni alla ricerca scientifica nell’ambito delle malattie oncologiche in età infantile. Di particolare rilievo è stato l’incontro del 24 agosto con l’intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Marco Travaglio. Quest’appuntamento ha riscontrato un’affluenza di pubblico oltre alle aspettative, ben più di 500 persone hanno affollato il Cineghel e il piazzale antistante, e l’evento ha richiamato nel nostro paese moltissime persone, che sono salite appositamente sull’Altopiano” ha tenuto a precisare Luigildo Baù. Conoscere e rispettare gli animali sono segni, anch’essi, di cultura ed educazione, e Gallio, a questa tematica, ha dedicato un intero weekend, articolandosi in conferenze, una delle quali ha vantato la presenza dell’etologo Giorgio Celli e del Sottosegretario alla Sanità On. Francesca Martini, in dimostrazioni di obbedienza, di agility dog e di interazione uomo-animale. Una relazione che occorre instaurare sin da piccoli, ecco perché un laboratorio specifico è stato dedicato ai bambini. I bambini che sono stati protagonisti dei laboratori di Favolandia, che hanno avuto, anche quest’anno, un ottimo riscontro di pubblico. I piccoli, giunti anche da altri paesi dell’Altopiano, si sono estremamente divertiti con le fiabe di Consuelo Morello, che sono state spunto poi per la realizzazione concreta dei personaggi delle storie ascoltate. D’altro canto sono stati molto apprezzati anche il laboratorio sugli aquiloni, sui giochi d’altri tempi e sul legno, inserito quest’ultimo nell’ambito di uno degli appuntamenti con il Mercatino dell’Artigianato e degli Antichi Mestieri, che spesso nelle giornate estive ha arricchito di suoni e colori Piazzetta Giardini. Ai bambini, ma anche a quei grandi ancora in grado di stupirsi, sono stati rivolti i pomeriggi e le serate dedicate alla magia, culminati nel Gran Galà dei maghi, alla giocoleria e all’antica arte circense dei fachiri. “Tutto questo, e molto di più, è stata l’estate a Gallio. Una simile programmazione, frutto di anni d’esperienza, è stata possibile grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale, che ha creduto alla qualità delle iniziative organizzate dall’Ufficio Turistico, mettendo a disposizione tutte le forze disponibili alla realizzazione degli eventi: dall’impegno a livello amministrativo all’aiuto concreto offerto dagli operai”afferma Claudio Cuoco. “Inoltre, l’Ufficio turistico è cresciuto, proponendo iniziative sempre originali, grazie al contributo di tutte quelle persone che, nel corso degli anni, hanno investito la loro professionalità nell’idea che per fare turismo occorre credere nelle potenzialità del territorio senza snaturarlo, anzi arricchendolo con il valore aggiunto della creatività e della fantasia. Certo non ci siamo inventati niente di nuovo, ma abbiamo cercato di offrire proposte originali e mai viste sull’Altopiano, andando a scegliere le manifestazioni migliori da imitare lontano dai confini altopianesi. Tuttavia, auspico che in futuro anche coloro che brillano di luce propria, riescano a trovare idee alternative ed uniche, senza approfittare dalla nostra originalità, come ad esempio è accaduto per i nostri Mercatini di Natale, che rischiano di saltare quest’anno, perché danneggiati da un’inutile e campanilistica concorrenza” Francesca Rodeghiero 8 Sabato 20 settembre 2008 GALLIO l’Altopiano Premio della Solidarietà si ricomincia da Gallio Un attestato per dire grazie a chi si dedica agli altri Torna dove è partito, dopo aver coinvolto tutti i Comuni dell’Altopiano. Il Premio della Solidarietà 2008 quest’anno verrà infatti consegnato a Gallio, dove, nel 1999, si tenne la prima edizione. All’appuntamento mancano ancora tre mesi, ma i preparativi per il decimo anniversario impongono di cominciare già a pensarci e di antici- Concorso fotografico Vince “I fiori del bosco” pare la scelta del vincitore. Con lo stesso scopo, mettere cioè in luce il lavoro di chi aiuta gli altri in vario modo e senza chiedere niente in cambio affinchè possa essere d’esempio per tutta la comunità, alimentando nel nostro territorio la cultura della solidarietà, è chiesto a tutti di fare le proprie segnalazioni presso le Parrocchie o presso gli Uffici Servizi Sociali dei Comuni. L’apposita giuria, composta dai parroci, dagli asses- sori al sociale e da un rappresentante della Banca Popolare di Vicenza, da sempre partner della manifestazione, dovrà poi fare la propria, sempre difficile, scelta. La festa del decennale che si terrà, come di consueto, nella prima domenica dopo l’Immacolata, seguirà il solito cliché con una cerimonia molto semplice alla quale saranno invitati a partecipare tutti coloro che sono stati premiati in questi dieci anni. www.giornalealtopiano.it 13 Un pomeriggio per i bambini Domenica 28 settembre in Piazza Italia, laboratori, animazione e un bellissimo spettacolo teatrale Gallio si conferma la città dei bambini, anche quando la stagione turistica è finita. Dopo le bellissime proposte di Favolandia e gli spettacoli per i più piccoli che hanno coinvolto durante l’estate centinaia di bambini si continua con iniziative pensate e create per loro. Domenica 28 settembre in piazza Italia a Gallio ci sarà dunque un momento particolare in cui saranno protagonisti anche i fratelli più grandi e i genitori. Si tratta della “Festa in piazza” organizzata del Comune di Gallio in collaborazione con la Cooperativa Sociale “Il Faggio”. Dalle 15 alle 18 ci sarà animazione e verranno proposti laboratori creativi, laboratorio grafico-pittorico, psicomotricità per i bambini da 0 a 6 anni. Alle 16 ci sarà uno spettacolo teatrale dal titolo “Turandot, la principessa cinese” presentato dalla compagnia “Glossa Teatro” di Pino Costalunga. Ci saranno torte e bibite per tutti , compresi i genitori. Un modo diverso per trascorrere insieme e con divertimento la domenica pomeriggio. Per ulteriori informazioni contattare la segreteria organizzativa della Cooperativa Sociale “IL FAGGIO” di Asiago al numero 0424.460032. Una serie di incontri sulla bellezza Ha avuto grande successo anche quest’anno il concorso di fotografia “I funghi e il loro habitat” organizzato dall’Ufficio informazioni turistiche di Gallio. Oltre 260 le foto in concorso. Il vincitore è Ugo Broglio con la foto intitolata “I Fiori del bosco, finferli e ciclamini”. Il premio in palio per il primo classificato era una videocamera digitale Panasonic. La premiazione dei vincitori del concorso si è svolta domenica 31 agosto alla chiusura della mostra micologica organizzata nell’ambito del Weekend del fungo. Foto archivio giornale: Edizione 2006 del premio Nella sala convegni “Montegrappa” dell’Hotel Gaarten, la Dr.ssa Rossana Lo Monaco, specialista in Chirurgia plastica ed esperta in Medicina omeopatica e fitoterapia, terrà una serie di conferenze in cui tratterà il tema della bellezza che è uguale a salute. Gli incontri sono organizzati con la collaborazione dell’Amministrazione galliese e della Libreria “Giunti al punto” di Asiago. Date (dalle ore 20): venerdì 19 settembre - “Quando la bellezza è per tutti”; venerdì 10 ottobre - “L’attualità nell’omeopatia”; venerdì 7 novembre - “La floriterapia di Bach”. 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 14 100 giorni a Marcesina: storia di un “esilio” cercato, voluto, atteso “Il malgaro e il silenzio della piana” Formaggi, mungiture, pascoli. L’uomo di città. La transumanza Il silenzio della piana di Marcesina - ultima propaggine vicentina ormai prossima al Trentino - è rotto solo da qualche canto: voce rauca di pastori. Un canto intonato allo spuntar dell’alba. E uno allo spuntar della luna, per vincere la solitudine. Scarponi annodati, pezzi di faggio convertiti in bastone, ululato di cani. E poi 100 giorni intervallati da pascoli, mungiture e silenzi. A poggiare l’orecchio sulla terra, è un concerto di voci che s’inabissa nel silenzio. Sono grida lontane: di combattimenti spietati, di fucili piantati, di cipressi che sorvegliano su sanguinose storie d’uomo. L’erba strappata alla terra madre, il fieno aggomitolato nelLa transumanza è la migrazione stagionale delle greggi che prevede lo spostamento degli armenti dalle zone collinari e montane verso i litorali pianeggianti e viceversa. Spostamenti che prendono il nome di alpeggio. Nei secoli scorsi la transumanza condizionava assai la vita del pastore che non poteva contare sulla stalla, gli impianti di foraggiatura, mungitura e refrigerazione del latte. Oggi, vista la le marèle, l’odore dell’urina delle bestie, le tracce di letame sul sentiero non son segni d’incuria o schifezza: è la verginità di un mon- riduzione di chi la pratica, è diventata occasione per conoscere un’usanza che nel tempo passato era quotidiana normalità. Quadretto familiare che ha mosso la penna di scrittori, poeti e pittori. La celebre poesia del D’Annunzio diventi l’omaggio a coloro che, appassionati amanti della genuina storia dei semplici, ogni anno ci ripresentano una liturgia che riesce sempre ad emozionare. Evocando antichi racconti. “Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natía rimanga ne’ cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento è l’aria. il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquío, calpestío, dolci romori. Ah perché non son io cò miei pastori?” (G. D’Annunzio, I Pastori) do che si sfama di semplicità. Quassù, addomesticati dalla solitudine, osano i pastori. Ospiti della notte. I pastori migliori sconfinano dove termina la vegetazione. Ne insidiano i bordi. Dell’italiano lessico son privi, ma i loro nasi sono prodigiosi: avvertono la pioggia a molte miglia di distanza, interpretano l’odore della terra appena scaldata dall’estate. Sanno custodire il fascino delle nottate in alta montagna. Fiamme di falò che disegnano steli di grano, armenti a ruminare sotto il bisbiglìo delle stelle, latte che s’ingigantisce nelle poppe delle vacche, lana che cresce copiosa su dorsi insecchiti dalla calura. E poi le voci attorno al camino, con la memoria che va a ripescare nel pozzo della memoria, giù giù fino a riascoltare voci di bracconieri, eco di amori lontani. Più in giù fino a riagganciarsi con l’alveo della propria discendenza. Non sono pastori. Non hanno scelto d’essere pastori. Perché pastori si nasce, non si diventa. I pastori sono tali perché i loro padri erano pastori. I loro nonni erano pastori. I loro avi erano pastori. Solo gli armenti sono cambiati: tutto il resto è “passione che fa crescere un progetto” (Jovanotti). Pure la Scrittura Sacra tramanda storie di pastori. Mosè era pastore salariato. Di Ietro, suocero acquisito. Abramo era pastore. Davide fu pastore. E’ un vanto essere pastori. Parola di Marino Pagiusco e dei suoi fratelli. Pastore pure lui: perché figlio di pastori. Dei sinonimi non è amante, ma il naso è prodigioso: nella terra di Marcesina trascorre pure lui 100 giorni. Come il Napoleone condottiero nell’isola di Sant’Elena. Tra le mura di Malga Quinto Loto (Enego) e Malga Buson (Rotzo) da tante estati vede il sole tramontare, i viandanti incuriosirsi, le vacche ruminare. Si sale a giugno, si scende a settembre: la fe- sta di San Matteo è il loro addio doloroso alla montagna amica. La loro discesa è una cerimonia che nulla teme al cospetto di tutt’altre cerimonie. La chiamano transumanza (dal latino trans – humus, “passare da una terra ad un’altra”). Ma in realtà è una vecchia poesia ritmata da campanacci tinteggiati, asini che ragliano, scalpitare di cavalli. E un fiume di gente che attende il loro passaggio. Ai bordi delle strade. “Transumanza”: parola ricca di poesia, di ricordi, di vecchie tradizioni. In realtà che cos’è? In parole povere, perché del latino conosco appena l’esistenza come lingua. La transumanza è lo scarico delle malghe che avviene normalmente verso la fine di settembre, prossimi alla festa di San Matteo. Si portano le bestie in montagna ai primi di giu- gno e le si fa rimanere lassù per 100 giorni. Dopo di che ha inizio il viaggio di ritorno verso casa. La transumanza, per l’appunto. Dalla piana di Marcesina alla pianura di Bressanvido (sede dell’azienda agricola Pagiusco). Dal silenzio della montagna alle voci del paese. Dall’alto verso il basso. Ogni anno la transumanza diventa sempre più la festa dei paesi. Della gente semplice. Delle scolaresche che per un giorno lasciano i banchi e si siedono sulle vecchie mulattiere. E’ la festa delle malghe che si svuotano e dei paesi che tornano a ripopolarsi. A giugno si sale, a settembre si rincasa. Da 13 anni la penultima domenica di settembre ospita il ritorno a casa di un popolo, il popolo che d’estate trasloca in montagna: 470 vacche da latte, accompagnate da quasi La curiosità - Hockey Inline & cucina Un piatto dedicato alle Asiago Pink Vipers Asiago Pink Vipers in salsa orintale. Arriva, infatti, da Shangai il piatto che lo Chef altopianese Christian Frigo, attualmente in Cina per lavoro, ha voluto dedicare a capitan Monica Pesavento e compagne. Naturalmente la caratteristica d’obbligo doveva essere il color rosa. E Christian ha saputo “dipingere” il suo piatto, miscelando sapientemente i “colori”: tagliolini di rapa rossa con fave, salsiccia veneta, briciole di Asiago mezzano e spuma di piselli freschi. Il risultato cromatico è di sicuro effetto ed il gusto, S.A. ci assicura Christian, lo è altrettanto. 8 Sabato 20 settembre 2008 120 persone. A cavallo, in macchina o a piedi. Un viaggio complessivo di 85 km diviso in tre tappe incuneandosi tra Lazzaretti, Foza, Gallio, Asiago, Turcio, Fontanelle, Gomarolo, Crosara, Vallonara, Marostica, Nove, Pozzoleone, Poianella e arrivare a Bressanvido, la sede dell’azienda agricola Pagiusco. La ceramica di Marostica e Nove, le vacche di Bressanvido. E’ qui che ha inizio la festa di un intero paese che si riversa sulle strade per dare il benvenuto ai paesani che ritornano. Con i loro armenti. La festa qui inizia molto prima che arriviamo noi. E prosegue per una settimana intera dopo il nostro arrivo. E’ l’occasione per tutto il paese di festeggiare la fine dell’estate accogliendo l’arrivo delle bestie che lasciano la montagna. Quello che un viandante di passaggio riesce a scorgere è di una bellezza ineguagliabile: oltre 15.000 persone ogni anno s’ammassano sulla strada per assistere alla sfilata delle macchine d’epoca e dei trattori che anticipano l’avvento delle bestie. Quasi tre km di campanacci, schiamazzi e pastori affaticati. Ma non è solo gente del posto, sono anche persone che arrivano incuriosite da una tradizione che affascina perché semplice. Qualcuno parte da Milano e ci raggiunge a Marcesina per fare tutta la transumanza con noi, a piedi. Gente dal veneziano, dalla laguna. Gente che arriva apposta perché affascinata dalla magia di questa cerimonia. l’Altopiano Ai bordi delle strade panini, applausi, colori e striscioni: arriva la transumanza! La gente s’apposta ore prima per un saluto, un cenno di cortesia, una foto ricordo. Cosa significa tutto questo per un pastore? Per noi è motivo di grande orgoglio. Intendiamoci bene: c’è sempre qualcuno che, stizzito (traduzione di un termine più saporito), non sa apprezzare il tutto. O di qualche macellaio che, noncurante di dove arrivi il suo lavoro, urla per la scompostezza delle bestie. Ma è un 3-4% che rende variegata l’attraversata della montagna: tutti gli altri lasciano trasparire l’immagine di un Altopiano educato, orgoglioso delle sue tradizioni, interessato a recuperare vecchi capitoli di storia. Nonostante il carattere apparentemente permaloso. E’ notizia delle ultime ore che quest’anno il sindaco di Asiago ha deliberato il passaggio della transumanza per il centro pedonale di Asiago: un modo semplice e naturale per dar lustro alla vita delle malghe e dei malgari. E per celebrare la X^ Festa della Transumanza. Ma anno dopo anno vediamo aumentare le richieste da parte di comuni e località che vogliono essere attraversate dalla transumanza: segno che dove passiamo portiamo, allegria, vivacità e colori. Assieme a qualche goto di buon vino e a qualche spigoleto di formaggio fatto in malga! 100 giorni a Marcesina. Tra preparativi e riordino quasi sette mesi isolati dal mondo. E visitati ogni tanto dall’uomo di città che, esausto dei clacson, insegue l’eco di antichi campanacci. Che parlano di solitudine, silenzio e poesia. Sette mesi che si attendono da cinque mesi: perché questo è il lavoro più bello che esista. Essere pastore-malgaro è qualcosa di straordinario, non si riesce a raccontare: passione, sudore, fatica, compagnia, solitudine, incontri, amicizie, pensieri, urla. Vita. E’ innamorarsi dei propri armenti, fino a sentirli parte di te. Chi è orgoglioso delle rosse, chi delle frisone, chi delle rendene: si scelgono e si sposano come un calciatore decide di sposare la causa di una squadra per tutta la sua vita fino a diventarne la bandiera. Quando sale, l’uomo della città ti rac- www.giornalealtopiano.it conta di una ricerca: ricerca del sapore genuino delle cose, della freschezza, del latte di malga. Del silenzio. Vengono perché sanno quello che trovano. E cercano quello che sanno di trovare. Anche loro contribuiscono a rendere l’Altopiano un luogo di vita: se sparissero le malghe (80-90 in tutto l’Altopiano per una capacità di 7/8.000 bestie) s’impoverirebbe tutto il resto. Le bestie aprono le danze, la gente popola l’estate, la montagna riacquista il volto migliore. Le vacche arrivano a giugno, ma iniziano ad aprile i preparativi: lo sfalcio dell’erba, dei barbaochi, dei pini piccoli. La recinzioni da tirare, le malghe da arieggiare, la natura da salutare. E’ una forma di rispetto per un ambiente che diventerà 15 “casa nostra” per tutta la durata dell’estate. Cammin facendo le vacche sostano alle “stazioni di posta”, luoghi riservati per tradizioni e antiche leggi agli animali della transumanza. Al viandante assetato basti la lapide che l’attende lassù, ai bordi del Quinto Loto. E’ pensiero dello Stern scrittore: “Ma ci saranno ancora degli innamorati che in una notte d’inverno si faranno trasportare su una slitta trainata da un generoso cavallo per la piana di Marchesina imbevuta di luce lunare? Se non ci fossero come sarebbe triste il mondo”. Mancassero gli innamorati che reggono le tradizioni! Come sarebbe triste la storia degli uomini. don Marco Pozza 8 l’Altopiano Sabato 20 settembre 2008 San Matteo, la demonticazione e la fiera franca: ragioni storiche La versione dello storico Giancarlo Bortoli La coincidenza della festa del patrono di Asiago con il giorno della transumanza e con la fiera-mercato di merci varie, che sempre si tiene il 21 settembre, non è sicuramente una casualità, ma si basa su ragioni storiche ben precise. Per capirle bene bisogna fare riferimento alla storia della chiesa di Asiago. A tal proposito lo storico Giancarlo Bortoli ha compiuto lunghe e accurate ricerche con la pubblicazione delle Memorie Istoriche dei Sette Comuni Vicentini nel cui libro secondo viene riportata anche la storia delle chiese dell’Altopiano. “Originariamente – spiega Bortoli – la chiesa di Asiago, secondo quanto riportato dallo storico don Domenico Bortoli, si ergeva dove oggi si trova la chiesa di Santa Libera al parco della Rimenbranza, tanto che il colle era allora chiamato “Kirke Eche” (colle della chiesa). Il Santo titolare non era San Matteo e sulla questione ci sono due tesi: l’abate Agostino D a l Pozzo dice la chiesa antica era dedicata a Quirino e Giolita, mentre don Domenico Bortoli afferma che fosse intitolata a Ermagora e Fortunato. La nuova chiesa, come conferma la lapide sulla facciata, venne costruita nel 1303 e dedicata a San Matteo. La scelta del nuovo santo è a mio avviso dovuta a ragioni di carattere economico. A quel tempo c’erano in Altopiano molti pastori e boscaio- li. Alla fine di settembre i pastori scendevano, come accade ora, dai monti alla fine di settembre ed era d’obbligo una sosta nel centro di Asiago dove c’era una fontana alimentata dal Rio Asiago per abbeverare il bestiame. Lì avveniva l’incontro tra i transumanti e i commercianti di Asiago. I pastori portavano lana e formaggi che venivano scambiati per volumi d’affari di parecchie migliaia di ducati d’oro. Era la prima versione della fiera del 21 settembre della quale si parla già, secondo una citazione del Caldogno, nel 1598, ma è lecito pensare che sia ancora più antica”. E’ allora deducibile, secondo la tesi di Giancarlo Bortoli, che per questa serie di coincidenze sia stato scelto come patrono San Matteo evangelista, protettore dei finanzieri, che a sua volta era stato un gabelliere e che la data della demonticazione dunque sia andata a coincidere con la festa del patrono di Asiago. S.L. www.giornalealtopiano.it 16 Pino mugo e ambiente Addio ai galli forcelli? Il continuo propagarsi delle piante infestanti in altura compromette la sopravvivenza di specie animali ormai rare Nel libro dedicato all’Altopiano di Asiago scritto dal Docente Universitario e storico svizzero Baragiola agli inizi del secolo scorso, vengono ampiamente descritte le varie attività praticate dai nostri progenitori. Agricoltore, pastore, cacciatore, legnaiolo, carbonaio: questi i mestieri di allora. Per fare il carbone (di legna) veniva utilizzato, come combustibile per le cataste, il pino mugo. Il perchè è ovvio: ricco di resine ed oli essenziali, era facilmente infiammabile e portava alle alte temperature necessarie allo scopo. Certo andare a reperirlo non era facile: allora, come ora, la pianta proliferava solo in altura. Poiché questa faticosa attività, col tempo andò in disuso, il pino mugo si moltiplicò a dismisura e nemmeno lo sterminio di alberi ed arbusti dovuto alla Grande Guerra (utilizzati sia come materiali da costruzione che come legna da ardere) riuscì a limitare lo sviluppo di questo aghiforme, che non a caso, è definito infestante. Oggi, chi ama le escursioni in altura, non può non rilevare quanto di anno in anno, esso si moltiplichi, incurante dei lunghi inverni. Beh, vien da chiedersi...che c’è di male? E’ caratteristico, connota il paesaggio. Chi ama le escursioni, riesce al massimo a rilevare che dove si è passati l’estate prima, quella successiva per via di nuovi rami e fronde - non ci si passa più: ci si limita ad aggirare il cespuglio e via per la propria strada, ma...che ne pensa la pernice, che ne pensa il forcello? “Beh dai”! dirà qualcuno: “Questa è buona, loro volano!” Però noi, a differenza loro, non sopravviviamo nutrendoci esclusivamente delle bacche del sottobosco e come ben sappiamo: meno nutrimento, meno frequenza. Più il pino mugo si impossessa del territorio, meno frutti e suffruttici crescono. L’attuale numero dei galli forcelli in zona è oggi molto esiguo: pochi esemplari in via di estinzione. Forse l’anno prossimo, non ce ne sarà più nemmeno uno. Queste le parole di un fungaiolo-cacciatore, incontrato in zona Larici, giorni fa: “Una sessantina di noi, ha sottoscritto una lettera, in cui ha dichiarato di astenersi dal cacciare i pochi esemplari rimasti, se “chi di dovere” troverà una soluzione al problema”. E allora che vogliamo fare, rimetterci a fare i carbonai? Non necessariamente: basterebbe contenere il problema, tenere regolati i mughi (come fanno i malgari, vicino agli alpeggi) e pensare magari ad un utilizzo della materia prima, come han fatto in Alto Adige, dove si sono inventati l’estrazione di mugolio ed oli essenziali per il settore cosmetico e farmaceutico e con tale attività, han creato nuovi posti di lavoro. Meditate gente, meditate... Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 20 settembre 2008 LUSIANA Pagina a cura di Egidio Zampese Mele, pere, castagne, miele, carne secca, salumi, formaggi di malga, patate di Rotzo, erbe aromatiche, borse di paglia e oggetti di intarsio saranno in vetrina per tre settimane in occasione della nona rassegna di “Pomo pero”, accompagnata da varie iniziative culturali e gastronomiche. Il programma prevede l’inaugurazione all’ex cinema Comunale di Piazzetta Divisione Acqui a Lusiana alle 16 di sabato 4 ottobre con in passerella antiche varietà di mele, pere, erbe aromatiche, funghi e altri prodotti della terra altopianese. Nelle domeniche 5, 12 e 19 ottobre dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 nel cortile dell’ex cinema e sulla terrazza sovrastante andrà in 17 Torna la manifestazione “Pomo e Pero”. Il via sabato 4 ottobre con la mostra presso il cinema scena il mercato dei prodotti e in concomitanza si potrà visitare il museo del Palazzon. Nella mattinata di domenica 5, alle 10, si svolgerà al Palazzon un convegno sul tema:”Mele e pere antiche da valorizzare per l’economia dei territori montani”. Moderatore sarà Giordano Crivello agronomo e presidente di “Bios”; relatori qui è partito a piedi per una camminata di 800 chilometri. Ha già fatto 500 chilometri toccando i centri di Mèrida Càceres e Salamanca. Conta di arrivare a Santiago per la fine di settembre. Aveva compiuto lo stesso viaggio quattro anni orsono ed è rimasto incantato dalle bellezze dei luoghi visitati, in particolare delle cattedrali di Siviglia e Santiago de Compostela. saranno il presidente della facoltà di agraria dell’Università di Padova Raffaele Cavalli, Luigino Schiavon di Venetoagricoltura che parlerà su: “Situazione attuale e prospettive future dello sviluppo e della coltivazione di varietà frutticole nella pedemontana vicentina”, Piergiorgio Dal Grande del “Cipat” di Venezia che illustrerà: “La mela rosa nel territorio vicentino” e Antonio Cantele presidente dell’associazione “Opfel on pira” che parlerà su: “Le varietà frutticole più significative del territorio di Lusiana, aspetti agronomici e culturali”. Venerdì pomeriggio si potranno degustare mele e pere e altri prodotti in abbinamento con l’accompagnamento del coro “L’Eco delle valli”. Domeni- ca 12 si spremeranno le mele e si potrà degustare il succo davanti al cinema. Sabato 18 alle 15 è prevista un’escursione alla scoperta di antiche piante di melo e pero. Domenica 19 al cinema saranno premiati i lavori presentati dalle scuole e i migliori allestimenti della “Frutta in vetrina”. Nello stesso pomeriggio lungo via Roma si esibiranno gli sbandieratori. Nel calendario di iniziative, durante i mesi di ottobre e novembre, nei ristoranti e trattorie della zona, nei menù giornalieri, verranno proposti piatti a base di mele e pere locali. Nei bar verranno serviti aperitivi e stuzzichini a base di frutta locale.. Nella foto un’immagine dello scorso anno. Settino, Cantele batte Sartori In una gara di settino, in preparazione dei mondiali, svoltasi a Lusiana all’agriturismo “Turra” di Pian di Granezza con il “metodo del barbiere”, per giocatori singoli, ha vinto Francesco Cantele che ha battuto in finale Antonio Sartori. Terzo posto per Luciano Ronzani e quarto per Micol Broglio. Prossime gare alla “Pesa” di Gallio il 3 ottobre e il 24 ottobre, al “Bowling Rendola” di Asiago il 24 e 25 ottobre; dal 14 novembre scatteranno le eliminatorie per la finale mondiale in programma al “Bertiaga” di Lusiana il 28 novembre. E.Z. Nella foto, i vincitori della gara al Pian di Granezza. L’elicottero per salvare la mucca L’animale era caduto in un dirupo presso una cava dismessa vicino a Malga Biancoia Nella foto, Carlo Frello fotografato durante il suo viaggio in Spagna di quattro anni fa. Premiato a Rubbio il miglior sedano A Rubbio si è svolta la 21.a mostra concorso del sedano di Rubbio di Conco. I partecipanti sono stati 14 e la palma del migliore è andata a Domenico Cortese. Secondo posto per Gianni Speranza e terzo premio per Nicola Brindello. La valutazione è scaturita dall’ana- www.giornalealtopiano.it Le varietà locali di mele e pere protagoniste per un mese a Lusiana In viaggio verso Santiago E’ in viaggio verso Santiago de Compostela, in Spagna, Carlo Frello di Lusiana che vuole rendere omaggio alla città iberica di cui è patrono San Giacomo, lo stesso del paese di Lusiana. L’ex forestale è partito in aereo da Bergamo il27 agosto scorso ed è giunto a Siviglia. Da l’Altopiano Quattro muli dell’esercito in servizio sull’Ortigara lisi del prodotto da parte degli esperti della comunità montana Spettabile reggenza che hanno preso in considerazione il peso e lo sviluppo dell’ortaggio. Nella foto, i primi tre classificati alla mostra-concorso del sedano di Rubbio. Quattro muli dell’esercito sono stati donati alla sezione Ana di Marostica. Gli animali, dell’età media di 25 anni, che erano di stanza a Grosseto, verranno utilizzati per someggiate alpine nella zona monumentale dell’Ortigara. Sono ospitati nella tenuta di Demetrio Pozza e Cinzia Colpo (la cui figlia, Miriam, è di stanza nell’Esercito) in contrada Belghe di Conco. Il gruppo alpini “Matteo Bonato” di Santa Caterina di Lusiana ha in cura gli animali che potranno entrare in servizio già il prossimo anno. Nella foto, i quattro muli in contrada Belghe di Conco. Mutilati e invalidi del lavoro, cerimonia annuale a Velo A Velo di Lusiana si sono ritrovati i mutilati e invalidi del lavoro per la ricorrenza del dodicesimo anniversario della posa del cippo in ricordo dei caduti sul lavoro in Italia e all’estero, eretto davanti alla chiesa di Santa Maria degli Emigranti. “Essere qui oggi – ha detto il presidente provinciale Anmil Massimo Benetti - vuole essere una sottolineatura all’importanza della prevenzione degli infortuni e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ogni giorno in Italia si verificano quattro decessi di media e 2.500 persone sono coinvolte in infortuni anche gravi che lasciano invalidità permanenti. Un pedaggio inaccettabile, un’emergenza sociale da affrontare con decisione e provvedimenti forti e urgenti per contrastare questo continuo stillicidio. Negli ultimi anni si è fatto un passo avanti con le nuove normative, ma si registrano ancora tanti incidenti che coinvolgono per il 55 per cento giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni”. La messa è stata celebrata da don Bruno Archetti missionario saveriano in Amazzonia. Al termine del rito, celebrato su un altare ricavato sopra ad un carrello di minatore, è stata deposta una corona al cippo eretto in ricordo delle vittime del lavoro in Italia e all’estero. Nella foto, autorità e rappresentanti di associazioni alla deposizione della corona al cippo di Velo. Salvata con l’elicottero I forestali di Asiago e Conco e i vigili del fuoco di Asiago, Bassano e Vicenza sono intervenuti a malga Biancoia di Conco per salvare una mucca precipitata in una cava dismessa. L’animale, di nome Oissa, di razza Rendena, gravida, di tre anni e mezzo, di proprietà di Edoardo Martinello di Gazzo padovano che gestisce la malga, era caduta, dopo aver saltato la recinzione, nel dirupo alto un centinaio di metri della cava dismessa del “Consorzio pietra Altopiano di Asiago” di cui è direttore Pio Pozza di Lusiana. Dopo un balzo di 20 metri, si è fermata su una cengia dello strapiombo. L’ha avvistata Edoardo Martinello che ha che ha chiesto l’intervento dei vigili del fuoco e dei forestali per salvarla. Per recuperare la bestia è stato utilizzato un eli- cottero della Regione Veneto della “Saf” di Sospirolo in provincia di Belluno. Dopo essere stata avvolta in una rete, la bestia è stata ancorata al velivolo con una corda e riportata nei pressi della malga sana e salva. Nella foto, la mucca Oissa sulla cengia e dopo il recupero da parte dell’elicottero della Regione Veneto. 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 “Sostituire gli stemmi? Costa Troppo” LUSIANA “Se sul municipio di Asiago c’è quello stemma del Comune di Lusiana, ci sono ragioni storiche ben precise” parola di storico. Giancarlo Bortoli, dopo aver letto l’articolo pubblicato sul numero precendente del nostro giornale, vuol rispondere alla signora Rosa Boscardin che ha fatto notare come lo stemma di Lusiana non sia mai stato inserito. “Nel lobo – diceva l’appassionata di storia - posto nella facciata ovest del comune di Asiago che ricorda i Sette Comuni della Spettabile Reggenza, lo stemma attuale di Lusiana non c’è e bisognerebbe inserirlo”. “C’è – dice Bortoli, che sul- Grafica Altopiano Iniziata il 24 settembre 2000, quest’anno la Missione Giovani, promossa dal Seminario Maggiore Vescovile di Padova, vedrà impegnate, dal 20 al 28 settembre, le parrocchie di Calvene, Mortisa di Lugo di Vicenza e Covolo di Lusiana Campane a festa per l’apertura ufficiale sabato 20 alle 18.30 nella Chiesa Arcipretale di Calvene dove si terrà una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Rettore del Seminario Maggiore di Padova, Mons. Sandro Panizzolo, durante la quale i 13 seminaristi si presenteranno alle tre comunità della pedemontana: 2 di loro sono di primo anno di teologia, 2 di secondo, 5 di terzo (tra i quali anche Roberto Balzan e Sandro Pozza, nativi di Calvene), 1 di quarto e 3 di quinto. Alla cerimonia prenderanno parte anche i sindaci e le amministrazioni dei comuni coinvolti. La visita, porta per porta, ad oltre 700 famiglie, gli incontri con la scuola dell’infanzia di Calvene Giancarlo Bortoli risponde alle note di Rosa Boscardin sul mancato inserimento sulla facciata ovest del Comune di Asiago dell’attuale stemma di Lusiana l’argomento ha pubblicato pure un libro nel 1997 – lo scudo che contiene una L azzurra su campo d’argento questo perché, quando venne costruito il municipio, Lusiana, dopo diverse sollecitazioni, ha deciso di mettere quello. Ci sono state, e ne ho le copie, lettere del 1924 tra il podestà di Asiago che sollecitava il podestà di Lusiana a fornire lo stemma. Da parte di Lusiana non ci fu mai alcuna risposta fino al 1928 quando rispondeva che erano in corso le pratiche per il riconoscimento del nuovo stemma che venne deliberato poi nel 1931 e riconosciuto dal re nel 1933 quando oramai l’edificio era stato completato”. Bortoli aggiunge anche un’altra osservazione: “Neanche gli stemmi di Asiago, Gallio, Enego, Lusiana e Rotzo corrispondono ai vigenti poiché allora il comune di Asiago fece inserire gli stemmi pubblicati dal Nalli nel 1800”. A quanto pare sostituirli non è propriamente una formalità. “Per restaurarli servono parecchie migliaia di euro – afferma Bortoli – in quanto sono in metallo nobile e comunque prima di affrontare un lavoro del genere bisogna avere il consenso della Sopraintendenza”. Lusiana, a quanto pare, si deve rassegnare. S.L. Giovani in missione 13 seminaristi per una settimana “busseranno” ad oltre 700 famiglie. Venerdì 26 atteso Mons. D’Ercole . Coinvolta anche la parrocchia di Covolo di Lusiana e quella primaria, con le medie di Lugo, il contatto con i giovani ma anche con gli anziani ed ammalati, la preghiera del mattino con la comunità, l’eucaristia quotidiana, l’incontro con i bambini e ragazzi del catechismo, l’incontro e la condivisione con i preti del vicariato, la visita alla comunità per minori, “La contrada”, di don Beppe Gobbo, saranno i luoghi e gli ingredienti di questa iniziativa. Inserita nel programma della Missione Giovani è anche la fraternità giovanile che prenderà il via lunedì 22 sera nella canonica di Valle di Sopra: un gruppo di giovani, guidati da due seminaristi e da don Marco Pozza (anche lui nativo di Calvene) condivideranno, fino a domenica 28, in questo “piccolo cenacolo” le loro esperienze di vita e di fede alla luce. Tra le altre iniziative speciali, il “Chierichetissimo” che coinvolgerà i chierichetti/e delle 17 parrocchie del vicariato di Thiene (di cui Calvene, Mortisa e Covolo fanno parte) domenica 21 a partire dalle 14.30 fino alle 18 presso gli impianti sportivi di Calvene; l’incontro con le coppie di sposi alle 15.30 presso la chiesa di Mortisa domenica 21, “Con le mani… nell’amore”; l’incontro con i giovani e giovanissimi giovedì 25 alle 21 in piazza a Mortisa; la serata conclusiva in Chiesa a Calvene con concerto di Luca Francioso, chitarrista e scrittore calabrese che da anni vive a Padova dove alterna le attività concertistica e didattica ad una intensa produzione musi- cale e letteraria; la messa solenne di chiusura domenica 28 alle 11 nell’Arcipretale di Calvene, a cui seguirà un grande pranzo con tutti i giovani delle tre comunità. Evento clou della settimana sarà, però, la Veglia Vicariale di preghiera di venerdì 26 settembre alle ore 20.30 presso la Chiesa Arcipretale di Calvene, dal titolo “Avrete forza dallo Spirito”, versetto guida di tutta la Missione tratto dal primo capitolo degli Atti degli Apostoli. A spiegare questa Parola un ospite davvero d’eccezione: Mons. Giovanni d’Ercole, sacerdote di don Orione, capoufficio della sezioni Affari Generali della Segreteria di Stato della Città del Vaticano, teologo – giornalista, nonché volto molto noto della televisione italiana, in quanto conduttore di parecchie trasmissioni televisive e della frequentatissima rubrica religiosa “Sulla via di Damasco” su rai2 il sabato mattina. Natività di Maria Bambina L’otto di settembre al mattino di buon’ora tra l’alba e l’aurora tu Maria nascesti in questo dì. Tua madre fu sant’Anna tuo padre Gioacchino, due anziani sposi aspettavano un bambino e sei nata Tu. Del nostro Rubbio bello posto sulla collina sei Tu la patrona e noi tutti ti adoriamo. Sei stella nella notte, splendore in ogni via. Benedici Maria abitanti ed emigrati e dona al mondo intero pace e amore. Maria Tasca 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 19 ENEGO “Paltàn in corte, latte in caliera” , come sempre i vecchi detti in poche parole esprimono verità semplici, ma sempre valide! Quest’anno è stata una stagione bellissima, sotto il punto di vista climatico, la pioggia non è mancata, i pascoli sono stati ricchissimi d’erba e come naturale conseguenza le vacche hanno prodotto ottimo e abbondante latte, che ha permesso di creare formaggio … da concorso! Lo sanno bene Antonio e Patrizia Cenci di Stoner, che da anni gestiscono la malga Val Scura di sotto e di sopra, nel territorio di Grigno, che in questa fine stagione, hanno ottenuto importanti riconoscimenti per il frutto delle loro fatiche.Gestire una malga, con 180 ettari di terra, 90 vacche da latte ed un totale di oltre 200 capi, e ogni giorno lavorare il prezioso latte per produrre formaggio, non è cosa da poco. Un lavoro impegnativo, delicato, faticoso, per il quale si trae soddisfazione ogni giorno grazie al contatto con il pubblico, con i clienti che ritornano soddisfatti per quel lavoro artigianale che sa di magico e che porta alla creazione di un prodotto meraviglioso qual è il formaggio.Tuttavia trovare qualche soddisfazione e riconoscimento in più non è certo sbagliato, ed hanno avuto ragione Antonio Cenci e la bravissima moglie Patrizia, a ritagliarsi un coriandolo di tempo libero, di più è impossibile, per partecipare a due concorsi riservati ai formaggi di malga.I due eneghesi infatti hanno, è il caso proprio di dirlo, sbancato!Hanno guadagnato il primo premio, con il formaggio stagionato 12 mesi, a: “Sotto il cielo di Asiago” , 8^ rassegna dei prodotti tipici della montagna e del territorio rurale, concorso triveneto dei formaggi a latte crudo.Solo 15 giorni più tardi ci hanno riprovato, questa volta in territorio trentino, a Cavalese, nella 9^ mostra concorso dei formaggi di malga della provincia di Trento, alla quale Enego: Malga Val Scura di sotto e di sopra Si chiude con due prestigiosi premi una stagione davvero straordinaria avevano già partecipato nel 2004 e lo scorso anno ottenendo un primo ed un secondo posto. Ancora una volta il loro formaggio si è classificato al primo posto, ma in questa occasione, a colpire favorevolmente i palati della giuria è stato il formaggio fresco.Insomma un riconoscimento a tutto tondo! La soddisfazione per questi premi è stata grande, e ascoltando Antonio che racconta il suo lavoro, come, quando e soprattutto da chi ha imparato quest’arte antica e meravigliosa, si capisce perché; si capisce che è un lavoro fatto con il cuore, con una sensibilità che diventa un ingrediente fondamentale; ogni forma di formaggio è un po’ creatura, non si può quindi non essere orgogliosi, se tutto ciò viene riconosciuto e premiato da giurie qualificate.Fare il formaggio non è un lavoro che si impara sui banchi di scuola, non ci si può inventare un lavoro così dall’oggi al domani e soprattutto non si può esercitare se non si è mossi da una grande passione.Antonio, è andato a scuola per imparare anche teoricamente quello che in famiglia ha sempre visto fare e che probabilmente gli è anche abbondantemente scivolato nel DNA.Già il bisnonno faceva formaggio, il nonno, quindi il papà Eugenio e lo zio, che per oltre trent’anni sono saliti d’estate a malga Pozze, ai piedi dell’Ortigara per far pascolare vacche e all’epoca anche pecore.Il formaggio allora veniva prodotto prevalentemente per il consumo familiare o come preziosa merce di scambio.Poi la famiglia Cenci si è spostata nei pascoli più bassi, non c’erano più le pecore e piano piano il formaggio è diventato un prodotto im- portante, sempre più richiesto. Lavorare il latte è stata prevalentemente prerogativa femminile, ed infatti Antonio ha imparato molto dalla mamma Eleonora, anche se ricorda: “…. per quanto avessi visto fare formaggio tutta la mia vita, quando iniziai, 16 anni fa, mettendomi da solo di fronte al paiolo, fu tutt’altra cosa; i gesti non erano più così facili come sembravano, né tantomeno i risultati! Anche quello che avevo imparato a scuola diventava di difficile applicazione”. Antonio non sa spiegare esattamente come avviene che un giorno finalmente il formaggio riesce, ma si comprende che quando ci sono davanti circa 900 litri di latte, da trasformare in formaggio, c’è una grande responsabilità, è a quel punto che deve emergere la conoscenza che si è stratificata per anni, per generazioni, è a quel punto che deve uscire la sensibilità, non ci sono più ricette, è lì che si devono capire a pelle, è proprio il caso di dirlo, i gesti da fare e soprattutto quando farli; a quel punto il fluire della memoria visiva della tradizione saranno l’aiuto in più che farà la differenza. Produrre formaggio, nel periodo estivo, significa avere una buona fonte di guadagno, ma significa anche “complicarsi la vita”, vendere semplicemente il latte prodotto sarebbe molto più semplice! Fare formaggio è un lavoro delicato, difficile.I gesti sono quelli di sempre, le reazioni chimico fisiche che portano alla magia del formaggio, sono sempre le stesse, sono innescate dal caglio, sostanza acida che si trova in uno degli stomaci del vitello, l’abomaso, è sempre il caglio che fa appunto cagliare ovvero coa- gulare il latte riducendolo in fiocchi e siero.I fiocchi grazie al lavoro del casaro vengono ridotti di volume e sempre mescolati nel siero, come dice Antonio “sembra una contraddizione ma piano piano si devono asciugare sul bagnato, malgrado cioè stiano immersi nel siero”.Ed in effetti la pasta del formaggio via via prende un aspetto diverso, e anche al tatto risulta più asciutta.Il calore poi svolge il suo ruolo importantissimo, và controllato con attenzione perché è determinante per la buona riuscita del prodotto caseario e fa la differenza, anche e soprattutto, nel caso del formaggio a latte crudo, che richiede all’artigiano maggiore abilità e conoscenza.Ascoltando Antonio, vedendo i suoi gesti, apprezzando la passione che ci mette, capisco fino in fondo il significato del formaggio “d’allevo”, è proprio vero, ogni forma viene allevata con cura; prima si deve essere attenti per capire il latte e trattarlo di conseguenza, poi si deve seguire con cura la forma di formaggio, finchè non sarà pronta, e anche in questo caso l’occhio e la sensibilità del casaro porteranno a scegliere la forma da consumare fresca e quella da fare invecchiare, seguendola con ogni attenzione per altri 12 mesi o più.E’ insomma un allevare con la massima cura una creatura. Si diceva che è tutta una questione di sensibilità, sì perché a scuola ti spiegano perfettamente il grado di acidità da raggiungere, la temperatura a cui far arrivare il latte, il tempo preciso per farlo, ma in pratica, come spesso avviene, le cose sono ben diverse, non è un mondo scandito così precisamente e le varianti che concorrono per fare un prodotto migliore o peggiore sono molte. La buona riuscita del prodotto dipende dal tipo di stagione, dall’erba, dal periodo vegetativo, dalla salute della vacca. Non si può sbagliare, perché non accorgersi che una vacca non è in piena forma o che sta andan- do in calore può significare rovinare la riuscita di centinaia di litri di latte.Il momento della mungitura quindi diventa importantissimo, conoscere le bestie una ad una diventa un obbligo. Dall’osservazione dei pascoli e del latte, bisogna capire quando è il momento di fare formaggio che dovrà essere consumato solo fresco, o che potrà arrivare alla stagionatura. Come dicono i malghesi: “xe bona ea testa ea coa” riferendosi all’erba del pascolo estivo, ovvero è buona quella di giugno, inizio luglio, fresca tenera e fiorita; è buona quella di fine agosto e settembre, in quanto non ha più le forti essenze alimentate dal sole e dal caldo estivi.E il latte prodotto per circa un mese, da metà luglio a metà agosto? Se lo “conosci” sai cosa farne, un formaggio più vivo che bisogna preferibilmente consumare fresco, o dal quale si otterrà un buon pressato, dopo averlo impastato nuovamente con il sale. Quando assaggeremo il prossimo pezzo di formaggio di malga, oltre ad apprezzare il fatto che è genuino e naturale magari soffermiamoci anche sul sapiente lavoro di chi l’ha creato, perché detiene la preziosa conoscenza di tanti gesti, di tante nozioni, che perpetuano la tradizione antica e meravigliosa del fare formaggio! Stefania Simi A breve aprirà i battenti il nuovo distretto di Enego In un’epoca in cui purtroppo nelle zone di montagna si è più abituati a veder chiudere che veder aprire, veder finalmente rifiorire una struttura fa senz’altro bene al cuore. E’ il caso di Enego, che a breve trasferirà gli uffici e gli ambulatori del distretto, nella nuova sede di via Cappellari. Un’altra cosa positiva è rappresentata dal fatto che questo nuovo distretto trova posto in una struttura preesistente, un intelligente recupero che ha lasciato intatto il contesto ambientale. Questa nuova sede, che è stata restaurata in breve tempo, è uno dei corpi del complesso che un tempo costituiva la Colonia Alpina Bassanese. Una Colonia che vide la luce nei primi anni del 900 come antitubercolario, quindi passati gli anni in cui la tubercolosi era purtroppo malattia diffusa e non di rado mortale, venne tramutata in “Colonia Preventoriale” e fu sempre gestita da religiose della Divina Volontà, fino alla fine degli anni ’70, quando sulla grande struttura calò il triste sipario dell’oblio. Dopo tanti progetti, che rimasero sulla carta, su come riconvertire la grande area, negli anni ’90 il tutto confluì nel patrimonio immobiliare dell’Azienda Sanitaria di Bassano.Un primo, concreto passo per trasformare almeno in parte il complesso, venne fatto nel 2000, quando l’ULSS n°3, Comune e Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale, erede degli Istituti Autonomi per le Case Popolari) di comune intesa giunsero alla decisione di cedere all’Ater 2 delle 9 unità edilizie che costituivano la dismessa Colonia Alpina. In breve l’Ater ha portato a termine il progetto di ristrutturazione, creando 12 nuovi e accoglienti alloggi, per altrettante famiglie di Enego. Oggi, a due anni dall’inaugurazione delle case Ater, un altro blocco dell’ex Colonia torna a rinnovato splendore, per accogliere appunto una struttura polifunzionale socio sanitaria; un miglioramento della struttura che significa anche un prezioso miglioramento ed ampliamento dei servizi. Con una circolare alla cittadinanza, il Direttore Generale dell’ULSS di Bassano, Dr. ValerioAlberti, ha informato che dal prossimo 14 ottobre la sede Distrettuale verrà trasferita nel nuovo edificio di via Cappellari, ex Colonia Alpina Bassanese, mentre l’inaugurazione ufficiale si terrà sabato 25 ottobre. Nella nuova sede, che offre inoltre un ampio parcheggio, troveranno spazio, al piano terra:sportelli amministrativi, punto prelievi, consultorio familiare e ambulatorio ginecologico, ambulatorio pediatrico e vaccinazioni, ambulatori per i 2 medici di medicina generale. Al primo piano invece, ci sarà la guardia medica, una grande sala polivalente e una sala per le attività socio assistenziali del Comune. L’ampio garage inoltre, probabilmente ospiterà l’ambulanza del 118, gestita dal gruppo di volontari “Monte Lisser”. Il grande complesso dell’ex Colonia tuttavia subirà ancora nuove trasformazioni, il Comune a riguardo ha interessanti progetti in previsione, ma per il momento non è ancora stato ufficializzato nulla, chissà che il neo sindaco Rodeghiero non aspetti magari proprio il giorno dell’inaugurazione del nuovo distretto, per comunicare qualche novità! S.S. 8 Sabato 20 settembre 2008 Giovanni, mio padre, faceva il pasticcere. E’ stato sempre molto legato alla famiglia, al lavoro e alla sua terra. Così affezionato che in qualche modo avrebbe voluto ricordare con la sua attività il sacrificio di migliaia di caduti sull’Altopiano durante la prima guerra mondiale. La torta di sua produzione, che prima di quel conflitto si chiamava Montanara, nel 1932 prese il nome di Ortigara. L’abbinamento però risultò poco felice; a detta di molti sembrava si profanasse con un dolce il ricordo di un luogo teatro di eventi così drammatici. Per quel nuovo prodotto faticammo non poco a depositare il nome. Ma se il ricordo tragico doveva arrivare dall’attività di mio padre, era difficile che il risultato non portasse con sé anche qualcosa di dolce. Quella torta è ancora oggi la specialità della pasticceria, nella quale a mio padre sono succedute le figlie Paola e Franca. Alla vigilia della seconda guerra mondiale anch’io avevo cominciato ad aiutare stabilmente in negozio. Primo di otto figli, per dare una mano alla famiglia ero stato costretto ad abbandonare gli studi dopo la quinta elementare. Sono cresciuto in fretta. Un po’ per la situazione familiare, un po’ per gli eventi bellici. Tra gli impegni in casa e quelli lavorativi, riuscivo comunque a ritagliarmi uno spazio per lo svago. Mi piaceva camminare alla scoperta dell’Altopiano; una passione che con gli anni si sarebbe evoluta ed estesa allo sci e all’arrampicata. Da ragazzo non potevo certo immaginare che, scivolando sulla neve o salendo tra le rocce, da grande avrei girato il mondo. Spesso con la mia famiglia, ma anche con gli amici o i compagni di scuola, montavamo sul Trenino che da Asiago ci avrebbe portati a Tresché Conca. Da lì a piedi salivamo sul monte Cengio, per quella che, più che una semplice passeggiata, era una sorta di pellegrinaggio al luogo dove durante il primo conflitto mondiale, nel giugno 1916, centinaia di soldati piuttosto che farsi catturare dagli Austriaci, avevano preferito gettarsi nel vuoto, in quello che per tutti è diventato “Il salto dei Granatieri”. Per noi ragazzi il Trenino l’Altopiano ASIAGO: ANTONIO CARLI Marshall era, nel suo Hermann piccolo, una Goering). presenza indiQuella mattispensabile. na del giugno Impossibile 1944, come pensare ad un tante altre Altopiano sul volte, ero scequale la Vaca so a Vicenza Mora non si con il Trenino arrampicasse per cercare di sbuffando con portare a quotidiana recasa qualcosa golarità. da mangiare. Quando i miei Mai avrei imf r a t e l l i maginato che Mariano, sarei tornato Domenico e più di un anno Giancarlo si dopo. Caddi trasferirono a infatti in una studiare al Colretata. l e g i o Tramite un Vescovile di cugino, feci Thiene, fui io, appena in come fratello tempo ad avmaggiore, ad visare mio andarli più padre ad spesso a troAsiago, che vare. Di ritorAsiago, 9 maggio 1950 - Nozze d’argento della famiglia Carli. Da sinistra Antonio, Maria Grazia, Franca, Giancarlo, mamma Maria, Domenico, papà Giovanni, Sandro, Mariano e gettò in una no dalle gite Paola. valigia un po’ con gli amici, di biancheria e, prima di incapitava decidessimo di scarti di carbone che rima- to di reciproco aiuto. scendere dal Trenino che, nevano nella caldaia della Com’è ovvio la prima solu- forcare la bicicletta per nonostante la cremagliera, locomotiva alla fine del zione era anche la più fati- raggiungermi, pensò bene di dai nonni cosa per il rientro passare arrancava a fatica sulla sa- viaggio. lita, per affiancare i vagoni Acquistavamo ad un prez- sull’Altopiano con lo zaino Casagrande, panettieri, a camminando, addirittura zo stracciato la carbonella carico sulle spalle. Il viag- prendere per me anche due bussando agli sportelli, per che, gettata sul piazzale, gio in Trenino risparmiava chili di pane. canzonare chi stava como- veniva raffreddata con sec- il fiatone, ma regalava un Dopo pochi giorni mi ritrodamente seduto in vettura, chiate d’acqua. Una specie po’ di batticuore per la pa- vai rinchiuso nel campo di di dimostrando come il nostro di mercato nero di quelle ura di venire scoperti du- concentramento Buchenwald, uno dei pegpasso fosse, se possibile, braci, divenute ormai rante i controlli. più veloce di quello tenuto inservibili per sospingere il Raramente c’erano ispe- giori, classificato come KZ da quell’enorme treno, ma ancora utili per zioni anche alla stazione di (campo di sterminio). Lavoravamo tutto il giorno a marchingegno incande- un discreto funzionamento Asiago. scente. Lo scherzo e il gio- delle stufe delle nostre Quando ciò accadeva, que- Kahla, una vicina miniera sta volta d’accordo con il scavata nella montagna, co potevano naturalmente case. durare solo fino alla stazio- Più complesso e pericolo- macchinista di turno, la- dove i Tedeschi stavano cone di Campiello, dove la so era invece il rifornimen- sciavamo il prezioso carico struendo il Messerschmitt bravata si doveva conclu- to di patate e farina, un sul vagone e passavamo a ME 262, il primo aereo da dere con il nostro ritorno sul contrabbando indispensabi- ritirarlo a tarda sera nel de- caccia della storia con motore a reazione ad entrare le per poter sfamare le no- posito del Trenino. vagone. C’era però sempre qualcu- stre famiglie. Per procurar- Il 9 novembre 1943 furono in servizio durante la seno che, nonostante la velo- ci le provviste dovevamo richiamate le classi 1923 e conda Guerra Mondiale. cità ridotta, si attardava così scendere verso la pianura, 1924 in congedo provviso- Doveva essere la risposta tanto da essere costretto a dove però i controlli dei fi- rio, nonché il 1925 della tedesca ai temibili B-17, le cosiddette “fortezze volannanzieri erano molto più leva di terra. far ritorno a casa a piedi. Il 15 giugno 1944 la chia- ti”, che bombardavano anLo scoppio della seconda severi e capillari. guerra mondiale se da un Toccava ancora al figlio mata alle armi riguardò le che la montagna nella qualato lasciò inalterata la ve- maggiore il compito di fare classi 1920, 1921 e il primo le continuavamo a lavorare locità del Trenino, dall’altro da “corriere”. L’alternativa quadrimestre del 1926, quei ininterrottamente. accelerò la ricerca di alcu- riguardava solo il mezzo di giovani che avevano appe- Io che sapevo a malapena ni alimenti essenziali per trasporto. Potevo scegliere na compiuto diciotto anni, usare pala e piccone, impacombattere la fame, nonché tra la bicicletta con la qua- destinati per volontà di rai ad adoperare e convigli stratagemmi per le era più facile passare Hitler e Mussolini ai lavori vere con il fragore e la polvere dell’esplosivo, in un inosservati e il Trenino che agricoli in Germania. reperirli. Solitamente per scaldarci nelle soste in stazione, so- Anch’io rientravo in quel ambiente dove le condizioandavamo nel bosco a fare prattutto in pianura, subiva contingente ma speravo di ni per i lavoratori erano oglegna. Ma durante i lunghi un controllo più accurato. poterla fare franca. Pur- gettivamente terribili. inverni, per alimentare le Eravamo sempre in molti a troppo di lì a qualche gior- A Kahla il complesso di galstufe ormai in riserva, ci sfidare la Finanza, ma tra no, mi sarei invece reso lerie era formato da 75 tunveniva in soccorso il tutti c’era un tacito accor- conto di persona quale im- nel per una lunghezza totado. Il peso massimo con- piego attendeva effettiva- le di ben 32 km ed una suTrenino. Al suo arrivo alla stazione sentito di merce da traspor- mente quelli della mia clas- perficie utile di 10.000 mq di Asiago, noi ragazzi, d’ac- tare era di tre chili. Tutto il se. Sono stato l’unico dove lavoravano circa cordo con il fuochista, ci fa- quantitativo in più veniva asiaghese a fare il minato- 15.000 persone, di cui 1/3 cevamo trovare sul piazza- nascosto nei modi più fan- re in Germania per la erano tedeschi e 2/3 di vale, per recuperare quegli tasiosi, grazie ad un rappor- R E I . M A . H . G. ( R e i c h s rie nazionalità. www.giornalealtopiano.it 20 In cima alla montagna venne costruita una pista di decollo in cemento, lunga 1.500 m per 50 m di larghezza, con una ferrovia a cremagliera per il trasporto di un aereo completo. Il velivolo però, non riuscendo a sfruttare la lunghezza della pista, poteva decollare solo sfruttando l’altezza del rilievo montuoso. Nell’aprile 1945 fummo liberati dalle truppe alleate comandate da George Smith Patton, soprannominato il “generale d’acciaio” e rientrammo in Italia in agosto. Tra tanti yankees feci amicizia con Jimmy Spatola, italo americano di origini siciliane. Quando al Brennero le nostre strade si divisero, gli raccontai che a Clinton nell’Indiana viveva Andrea, il fratello di mio padre, che gestiva un’attività di autopullman. Mio zio tornò in Italia nel 1948 e venne subito a cercarmi per raccontarmi che un certo Jimmy Spatola aveva attraversato gli Stati Uniti per portargli i miei saluti. L’anno successivo Sira Muraro, la mia fidanzata conosciuta ad Asiago appena tornato dalla Germania, si trasferì con la famiglia a Bolzano. Una ragazza rara, come il nome che portava, insolito come quelli dei suoi fratelli Irsa, Igea e Curzio, risultato della passione del padre per la storia romana. Ci sposammo solo nel 1956 e fino ad allora presi l’abitudine di andarla a trovare in Vespa. Con qualsiasi tempo inforcavo il mio scooter, 98 di cilindrata, il primo sulla piazza di Asiago e divoravo i 120 chilometri che mi separavano da lei. Quanta pioggia, neve e freddo dovetti affrontare prima di portarla all’altare. L’amore fa davvero compiere azioni impensabili! Anche l’amore per la montagna mi ha portato lontano da casa per realizzare imprese straordinarie. Tra le tante vette affrontate, scalate in compagnia di mio fratello Sandro, l’Everest, l’Hymalaya e il Kilimangiaro. In Svezia ho partecipato anche alla Vasaloppet, la più lunga e antica gara di sci di fondo al mondo. Tanti chilometri, quasi come quelli che, con qualsiasi tempo, percorrevo per andare a Bolzano in Vespa. Stesso cuore ma motore e benzina fatti in casa. 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 La difficile arte di saper ascoltare: ecco come migliorare il nostro modo di comunicare Quando comunichiamo, a mio parere la maggior parte del tempo dovrebbe essere dedicata all’ascolto e non all’espressione dei propri pensieri; d’altro canto, abbiamo due orecchie e una sola bocca! Di là dalle facili battute, per riuscire a intrattenere una relazione adeguata, è importante accertarci di comprendere bene il messaggio del partner comunicativo piuttosto di concentrarci solo su noi stessi. Sembra facile, ma non lo è. Tutti noi possiamo dividere parenti e amici in buoni e cattivi “ascoltatori”: è facile accorgersi se siamo capiti dall’altro. Il vero ascolto si distingue dall’udire. Esiste un modo di ascoltare che può essere chiamato “finto”. Avete presente quelle tecniche di lettura veloce? Nell’ascoltare, si segue il filo generale del discorso senza esserne più di tanto coinvolti cadendo spesso in facili distrazioni. Com’è facile intuire, si tratta del modo peggiore di ascoltare l’altro, ed ha la sola funzione di rimanere in contatto con l’interlocutore mentre pensiamo ad altro. Il secondo tipo di ascolto potremmo definirlo “logico”; esso prevede di porre attenzione al solo contenuto del messaggio, magari anche in modo minuzioso, senza coinvolgersi però personalmente e senza far sentire all’altro la nostra partecipazione emotiva. È tipico dei discorsi deputati alle comunicazioni professionali o allo scambio tecnico di informazioni. Il vero modo di ascoltare è un altro. Troverete molti libri che titolano pressappoco: “l’arte di ascoltare”. Se non una vera e propria arte, sicuramente l’ascolto attivo è una capacità sociale che racchiude in sé numerose abilità che si affinano con il tempo e che permettono (questo è lo scopo finale) di intrattenere relazioni sociali gratificanti per chi si esprime e… per chi ascolta. Ascoltare davvero l’altro richiede coinvolgimento personale, capacità empatica, attenzione, interesse. Dell’empatia abbiamo già parlato tempo addietro. Essere empatici significa mettersi nei panni dell’altro e vivere l’emozione provata da lui come fosse nostra. Questo stato ci permette di far sentire all’altro che vogliamo accogliere il suo vissuto per condividerlo; comunichiamo che ci importa di lui. Saper ascoltare è in primo luogo mettersi in gioco in prima persona e accettare per un momento di abbandonare il nostro punto di vista; è infatti necessario, per accogliere l’ottica altrui, prendere distanza dalla nostra, sapendo che può anche essere opposta o molto diversa: una vera faticaccia! I principali elementi che caratterizzano l’ascolto attivo sono: 1) osservare e raccogliere ogni minima informazione senza tralasciare particolari o elementi che “stonano” nel discorso (a volte sono i più importanti); 2) sospendere il giudizio e accettare ogni informazione che ci viene comunicata, senza utilizzare la critica; 3) mettersi nei panni dell’altro cercando di vivere le sensazioni che sta provando mentre parla; 4) verificare quanto capito, per essere certi di aver compreso. Molti di noi non sanno fare questo. Sono accecati dal proprio IO e non vedono altre possibilità di interpretare la realtà. Eppure, la realtà è per definizione negli occhi di chi guarda. Pertanto, saper ascoltare significa accettare per un momento, umilmente, di perdere il controllo del mondo, abbattere il muro delle certezze. Questo implica una grande elasticità e la capacità di accettare il diverso da noi. Spesso un ostacolo all’ascolto attivo è che abbiamo smania di fare, di reagire, di aiutare chi ci ha interpellato. In realtà, chi si confida non ha necessariamente bisogno di soluzioni immediate ma di sostegno emotivo, di una spalla con cui condividere le proprie sofferenze, almeno in un primo momento. Consiglio di procrastinare l’impulso di consigliare; direi di evitare persino di consolare, perché accogliere empaticamente le emozioni altrui è molto lontano dal compatire. Chi sa ascoltare comunica comprensione, calore, interesse semplicemente con la vicinanza empatica creata; non si è l’esperto di turno in quell’istante, ma semplicemente un essere umano che condivide il suo intimo sentire gratificando l’altro e comunicando stima e affetto. La vera difficoltà sta nel riuscire ad abbandonare momentaneamente gli schemi mentali ai quali si è abituati. Per fare un Nadia: brava, spigliata, sciolta ed … agitata! Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale – Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] esempio, un buon ascoltatore di estrema destra dovrebbe riuscire a comprendere appieno le ragioni del suo interlocutore di estrema sinistra senza incappare in metri di giudizio che lo barrichino sulle sue posizioni abituali prima di aver davvero compreso il suo pensiero; oppure, saper ascoltare un bimbo di quattro anni implica il riuscire a vedere il mondo alla sua maniera, abbandonando quei filtri adulti che rendono solitamente così distante il mondo infantile; ancora, tra partner saper ascoltare significa accorgersi dei gesti, dei bisogni, delle idee dell’altro non lasciando niente di scontato. Starete pensando che è facile a dirsi ma non altrettanto a farsi. Condivido il punto d i v ista, ma cons ide ro possibile un cambiamento in tutti noi. L’ a s c o l t o a t t i v o n a s c e scientificamente per esigenze lavorative. In alcuni contesti esso è uno strumento indispensabile; ad esempio nelle professioni d’aiuto. Ciononostante, essere dei buoni ascoltatori aggiunge un plusvalore alla persona e rende più gratificanti i rapporti interpersonali di ogni giorno. Occorre un po’ di sensibilità, d’interesse per gli altri, voglia di conoscere e capacità di vivere emozioni autentiche.Per migliorare quest’abilità si può partire osservando dei modelli esperti. Ognuno di noi conosce dei buoni ascoltatori: persone che ci mettono a loro agio, non giudicano, ci fanno capire di aver capito e ci fanno sentire che sono dalla nostra parte perché hanno provato le nostre stesse emozioni. Impariamo da loro. Cerchiamo di smussare le nostre ruvidità e alleniamoci nelle relazioni quotidiane a non credere di avere sempre ragione. Mi sembra un ottimo punto di partenza. Buon ascolto a tutti! Non si direbbe proprio che Nadia Rigoni, componente dei Rispaar a cui dedichiamo questa volta lo spazio della nostra rubrica, prima di mettere piede sul palco si senta agitata ed emozionata. Sia che balli o che reciti, ha una verve da fare invidia ed è talmente naturale e spigliata che mai penseresti che prima di entrare in scena possa sentire le gambe tremare, o i battiti del cuore accelerare. Invece mi confessa che ancora oggi, dopo numerose e varie esperienze, l’agitazione è una componente che non manca mai. Ancor di più nell’ultimo spettacolo dei Rispaar “Tele Digo da Bertigo” dove per la prima volta si è trovata a sostenere una parte da sola, quella di Nadiella Sai (parodia di Donatella Raffai in “Chi l’ha visto?”). La sua “avventura” nei Rispaar inizia per caso, in occasione del secondo spettacolo del gruppo, convinta a entrare a farne parte dalla figlia Laura, anche lei “new entry”. “A parte qualche piccolo momento di intrattenimento in occasione di alcune feste per bambini organizzate dal Coro Asiago – spiega Nadia – non avevo mai fatto niente del genere, anche se ballare mi è sempre piaciuto e l’idea di recitare pure, ma senza averci mai dato alcun peso. Il primo anno nei Rispaar ho fatto parte dei due balletti, quello “Dell’amore” e “Dell’Altar Knotto”; lo spettacolo successivo Daniele mi ha chiesto di provare a fare una scenetta, ho accettato e così sono nate “Le ciosotte”. Dopo aver visto e sentito Nadia recitare nei panni della comare chioggiotta, in coppia con Daniele Paganin ( e n t r a m b i sorprendentemente bravissimi!) si stenta a credere che non avesse esperienze precedenti in questo campo. “E il bello è che con Daniele si fanno pochissime prove – continua Nadia – spesso molte battute vengono spontanee, lui è capace di guidarti in modo naturale, di dare l’imboccatura giusta, e questo è molto importante. Così come è importante, dopo aver letto la parte, riuscire a fare tuo il personaggio, sentirlo e interpretarlo divertendoti. Se ti diverti, fai divertire anche gli altri”. La passione per la recitazione ha portato poi Nadia a fare parte anche dei Lacharen, il gruppo nato dal Laboratorio teatrale tenuto a Roana da I Theama. “Frequentare il Laboratorio – spiega Nadia – è stato importante per avere una base, imparare a impostare la voce, la respirazione, i movimenti, la gestualità. Dopo un primo corso volto a dare una formazione generica, ne è seguito una altro finalizzato a preparare una commedia da portare poi in scena. Anche far teatro con I Lacharen mi piace moltissimo, l’impegno con i due gruppi è diverso l’uno dall’altro, tanto da compensarsi a vicenda. Con I Rispaar è bello ritrovarsi una sera la settimana, sempre, non solo nell’imminenza degli spettacoli. Siamo molto affiatati e questo appuntamento serve a confrontarci, a mettere insieme idee, è un vero piacere. Sinceramente se dovessi fare una scelta, per motivi di tempo da impegnare, sarebbe molto difficile. Il teatro richiede molto lavoro a livello di studio, gli spettacoli dei Rispaar necessitano di preparazione e gestione, impegno anche a livello fisico sia prima che dopo, è l’insieme di tutto che è bello, appagante. E il culmine è la soddisfazione di vedere il teatro sempre pieno!” Prima delle repliche di novembre dello spettacolo dei Rispaar “Tele digo da Bertigo”, Nadia sarà impegnata con I Lacharen nella commedia “L’occhio di Ymer”, programmata per il 18 ottobre nell’ambito della Rassegna teatrale d’autunno al teatro di Canove. Chi ha già visto lo spettacolo, già proposto in occasione dell’Hoga Zait e durante la programmazione estiva al palatenda di Roana, assicura che nel suo personaggio ancora una volta Nadia riesce a sorprendere! Silvana Bortoli Considerazione turistica di Peppino Mordegan del TG TREmendo Ogni anno, a luglio, sull'Altopiano arrivano sempre meno turisti, con un calo del 30%. Succederà che un anno o l'altro non arriverà nessuno. Dal luglio successivo finalmente il turismo potrà segnare un importante incremento. 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 22 Il vernissage dell’Emisfero Asiago HOCKEY Il presidente Mantovani: “Siamo qui per dare emozioni!”. “Possiamo entrare nelle prime quattro” E’ stata ancora una volta Piazza II° Risorgimento, cuore del centro storico cittadino, ad accogliere la presentazione ufficiale della Emisfero Ipermercati Asiago in vista dell’imminente inizio del campionato. Nulla di veramente nuovo (ad eccezione del logo societario “scoperto” in chiusura) sotto il cielo plumbeo di sabato 6 settembre, che, fortunatamente, ha risparmiato i presenti. Una presentazione all’insegna della tradizione, con i giocatori che ad uno ad uno sono saliti sul palco per ricevere ed indossare la nuova maglia da gioco consegnata dal riconfermato tecnico Jimmy Camazzola. Due gli interventi. In apertura quello di Andrea Gios, sindaco di Asiago ed ex colonna della squadra giallorossa. << Questa società, che vanta ben 73 anni di storia, sta portando avanti, come del resto altre realtà sportive del nostro territorio, un progetto che ha un’importante valenza sociale, soprattutto a livello giovanile. Attraverso il lavoro di società come l’Asiago Hockey si trasmettono i veri valori dello sport >>. Il primo cittadino ha poi esortato la cittadinanza ad andare allo stadio. << Bisogna stringersi attorno a questa squadra! >>. In chiusura, una volta presentati i giocatori, “vecchi” e nuovi, qualcuno tirato a lucido, qualche altro assolutamente fuori forma, è stato il turno del presidente dell’Asiago Hockey, l’avvocato Piercarlo Mantovani. << Ci fa davvero bene il vostro calore, perché in questo momento che stiamo attraversando non è semplice andare avanti. Tante le difficoltà che si devono affrontare e superare, non solo a livello economico, ve lo assicuro. Ecco perché sento di dover ringraziare gli sponsor, guidati ancora una volta dalla Emisfero Ipermercati (ormai sono 16 gli anni di “matrimonio”), ma anche i tifosi, per l’affetto, la partecipazione e la presenza. E naturalmente per aver condiviso il nostro progetto. Un progetto, giunto ormai al terzo anno, che va contro la tendenza generale. Vogliamo spingere in direzione del settore giovanile affinchè i nostri ragazzi possano in futuro giocare in Serie A ed in nazionale. Un progetto difficile, credetemi. Anche quest’anno, purtroppo, abbiamo fatto i conti con i forfait di due giocatori giovani. Ciò dovrebbe far meditare. I ragazzi vanno aiutati: dalla società, dalle famiglie e da chi sta loro attorno >>. Il presidente giallorosso ha poi concluso, sbilanciandosi (non poco, visti i risultati del precedente biennio) sugli obiettivi stagionali: << Ora partiamo per una nuova sfida, difficilissima, ma con lo spirito giusto, la passione ed il sostegno di tutti possiamo puntare ad entrare nelle prime quattro di questo campionato. Siamo qui per dare emozioni! >>. Stefano angonese Parte la stagione della serie A con un Asiago tutto da scoprire Come sarà l’Asiago di questa nuova avventura? Difficile, come sempre, fare pronostici, ma non solo per l’Asiago; troppo spesso l’incedere delle partite, degli infortuni, delle alterne fortune e vicissitudini della stagione hanno modificato anche radicalmente impressioni e pronostici della vigilia. L’Asiago sarà ancora una volta una “carta coperta” difficile da connotare; c’è un buon gruppo, sembrano esserci presupposti interessanti, ma ci deve essere anche tanta voglia di lavorare duro e di migliorare, tutti per uno ed uno per tutti, con un pizzico di buona sorte (che nel recente pas- sato è sembrata stare ben lontana dall’Odegar e dai suoi abitanti) ma con tanto, tantissimo impegno. La qualità sembra anche esserci, pur magari se non eccelsa, ma sappiamo come spesso faccia molto più un buon gregario, fedele e motivato, che non un campione senza cuore e senza stimoli. Certo bisogna crederci. In cosa? Nel massimo risultato possibile, senza traguardi minimi o massimi: dare sempre il cento per cento per arrivare più in alto possibile. Chi saranno i protagonisti? Tutti, a mio giudizio, ciascuno nel ruolo che gli compete per quanto programmato; l’impor- Mercato Il Bolzano avrebbe voluto confermare Flavio Faggioni ma il Fassa, proprietario del cartellino, avrebbe chiesto un prezzo per il prestito troppo alto per i Campioni d’Italia, ma non per il Pontebba che lo ha ingaggiato; sempre in terra friulana approda anche l’esperto e possente difensore canadese Mario Larocque. Dal canto suo il Fassa si è assicurato l’attaccante canadese Scott Reynolds (prelevato dai Cincinnati Cyclones – ECHL). Sembra assurdo ma il goalie bolzanino della Nazionale Günther Hell non riesce a trovare una squadra; è sì stato tesserato dai tedeschi del Monaco “ma solo per cautelarsi per l’infortunio del portiere titolare Jochen Reimer”, come ha egli stesso dichiarato, ed è quindi, di fatto, senza un contratto. L’ex Asiago 2007/08 Frank DeFrenza si è accasato in A2 con i piemontesi del Valpellice. C.P. tante sarò che ciascuna componente (dalla Federazione alla Lega, dalle società tutte ai singoli “operatori”) riesca finalmente a traguardare al di là dello stretto “egoismo” personale per trovare finalmente modalità ed unione d’intenti per evitare il degrado di questo sport, spettacolare ed avvincente, ed anzi per farlo crescere, o meglio ricrescere. Cesare Pivotto 6° Euroregione Ice Hockey Challenge Si è disputato l’ormai tradizionale appuntamento settembrino con l’ex Trofeo Valcellina, oggi Euroregione Ice Hockey Challenge; questo il dettaglio dei due gironi: Asiago, Girone “A” : 11-9-08 ASIAGO – PONTEBBA 3/6 [1°T: 9’55 Lutz (P) 13’03 Sparre (P) 14’19 Parco (A); 2°T: 3’40 Sparre (P) 12’10 Menei (A); 3°T: 1’39 Sparre (P) 5’26 Armani (P) 10’55 Guenette (P) 19’43 Rodeghiero (A)] 12-9-08 Pontebba/Maribor 4/4 13-9-08 MARIBOR - ASIAGO 4/9 [1°T: 5’01 Rodeghiero (A) 9’43 Pegoraro (A) 1 2 ’ 2 6 Strazzabosco (A); 2°T: 0’30 Emersic (M) 2’59 DeMarchi (A) 3’43 Pegoraro (A) 3’49 Strazzabosco (A) 10’30 Emersic (M) 11’22 Borrelli (A) 9’12 Menei (A) 19’58 Smutny (M); 3°T: 1’39 M. Tessari (A) 18’17 Cvirn(M)] Classifica: Pontebba 4, Asiago 3, Maribor 1 Claut, Girone “B” : 11-9-08 Valpellice/Alleghe 4/2 12-9-08 Fassa/Valpellice 5/0 13-9-08 Alleghe/Fassa 5/0 Classifica: Alleghe 3(+3), Fassa 3(0), Valpellice 3 (-3) Nella Finale disputata a Claut domenica 14 settembre 2008 l’Alleghe ha battuto il Pontebba per 3 a 1, aggiudicandosi il torneo. Hockey Inline donne: novità in casa Asiago Pink Vipers Martedì sera si è svolto il primo allenamento della nuova stagione, la terza, per le Asiago Pink Vipers; un allenamento preceduto da una breve riunione per illustrare programmi e novità. Già, novità. Molte. La prima è che ad allenare le rosanero saranno in due: Riccardo Forte, il tecnico che ha avuto il grande merito di aver creduto fin da subito nel progetto Pink guidando le ragazze nelle prime due stagioni, e Maurizio Schivo, che, dopo le esperienze come allenatore nelle giovanili dei Vipers, è atteso da questa nuova esperienza. Due tecnici e due persone diversi, con caratteristiche diverse, ma che per questo potrebbero riuscire a compensarsi e a trovare il giusto mix in panchina. Novità anche nell’organico: qualche giocatrice del “gruppo stori- co” ha deciso di lasciare, ma le uscite sono state compensate dall’ingresso di alcuni giovani elementi che si approcciano per la prima volta a questa realtà, portando nuovo entusiasmo nel gruppo. Ma c’è dell’altro. Per la prima volta, infatti, leAsiago Pink Vipers allargano la propria rosa, inserendo un paio di giocatrici provenienti dall’hockey su ghiaccio. Si tratta della 23enne Silvia Toffano, capitano e campionessa d’Italia nel 2007 con lo Spinea, e della giovanissima Agnese Tartaglione, classe ’94! Una scelta importante, come racconta Monica Pesavento, capitano delle rosanero in pista ed anche fuori, in ambito organizzativo. << La nostra filosofia rimane immutata, non vogliamo snaturarci o prendere scorciatoie, ma l’innesto di Silvia ed Agnese (a cui potrebbe aggiungersi anche un’ultima ragazza più avanti) è importante non solo perché alzerà il livello tecnico della squadra, ma anche perché sarà da stimolo per tutte noi. Avendo l’occasione di giocare al fianco di chi dispone di maggior esperienza e qualità di noi, possiamo crescere ed imparare molto >>. Una stagione all’insegna delle novità, anche in ambito agonistico, con un campionato che potrebbe diventare più strutturato e con un obiettivo internazionale: la nazionale azzurra per i Mondiali 2009. << E’ vero – racconta Monica Pesavento – in queste ultime settimane ci si sta muovendo per dar vita ad un campionato vero e proprio, più impegnativo, ma certamente più gratificante. Già parecchie società hanno dato il loro assenso ed altre stanno valutando la possibilità di partecipare. E’ importante anche in ottica del Mondiale 2009, visto che l’Italia, per la prima volta, sarà presente con una nazionale donne. Anche in ambito azzurro qualcosa si sta muovendo e speriamo a breve di poterne sapere di più >>. Stefano Angonese 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 23 Sci d’erba SPORT Sabato 6 settembre a Forni di Sopra, dov’era i in programma l’ultima sessione delle sfide iridate sui pendii erbosi, Edoardo Frau di Asiago ha concluso trionfalmente la sua “lunga marcia” verso la conquista della sua prima Coppa del Mondo di sci d’erba. Sulla pista Cimacuta il ventottenne “slegar-doc”, (è cresciuto all’ombra del campanile del duomo di San Matteo) formatosi nell’Us Asiago Sci prima di entrare nei ranghi del Cs Esercito, sua attuale squadra, sfodera un “gigante” da manuale spegnendo sul nascere le residue speranze di riaggancio in vetta sulle quali poteva contare l’austriaco Michael Stocker suo degno avversario con l’altro azzurro Riccardo Lorenzone nella corsa al primato stagionale. “In questo momento di indubbia gioia ci tengo particolarmente a sottolinearlo: dedico questa mia Coppa del Mondo Edoardo Frau vince la Coppa del Mondo “La Coppa del mondo era nel mio mirino da almeno tre stagioni – racconta – la dedico alla mia famiglia che in questi anni mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato a percorrere la strada che mi ha condotto sin qui” alla mia famiglia che in questi anni mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato a percorrere la strada che mi ha condotto sin qui” . Sono le parole di Edoardo pronunciate subito dopo il “gigante” vincente che gli ha consegnato la prestigiosa sfera di cristallo nel mondo dello sci, anche di quello “verde”, simbolo inequivocabile dell’atleta migliore dell’annata agonistica cui si riferisce. Parole ripetute anche a bocce ferme una volta rientrato a Courmayeur, dove erano di stanza gli atleti del Cs Esercito. Caso forse più unico che raro, Edoardo si allena con papà Giampaolo, tuttora sciatore praticante a tutto tondo, sui pendii erbosi, mentre mamma Stefania vanta un trascorso da dirigente nel Comitato Regionale della Fisi. “Alla vigilia del “gigante” carnico ero tranquillo – racconta ancora – e tale sono partito. Avevo punti di van- taggio sull’austriaco Michael Stocker, ero in forma psico-fisica adeguata, non avevo nulla da perdere. Tutto si è quindi concluso secondo logica. La Coppa del mondo era nel mio mirino da almeno tre stagioni tutte conclusesi al secondo posto mentre prima ancora ero giunto terzo. Varie cadute ed altri intoppi mi avevano sempre frenato. Stavolta, invece, nulla di tutto questo. Ho sempre lavorato col massimo impegno su tutti i fronti e, finalmente, eccomi qua”. Il neo-detentore ringrazia tutti: dai compagni di squadra, Stefano Sartori in particolare, ai tecnici, agli sponsor ripromettendosi per l’anno prossimo di centrare il doppio bersaglio mondiali-coppa. Un’esagerazione dettata dell’euforia della sua prima sfera di cristallo? Data la determinazione sin qui dimostrata c’è senz’altro da credergli ed i mezzi tecnici non gli difettano certo. Renato Angonese La prestigiosa Coppa per la terza volta in Altopiano Sull’Altopiano lo sci verde vanta trascorsi importanti da almeno vent’anni. La “coppa”l’aveva già portata un paio di volte –’99 e 2000 - Stefano Sartori “forestale” da Albaredo di Rotzo, ora c’è quella di Edoardo Frau giunta in casa azzurra dopo un “digiuno” risalente appunto alla seconda affermazione dello stesso atleta della “riviera” quest’anno alle prese con infortuni, ma deciso a rientrare quanto prima come afferma il felice tecnico azzurro Yuri Donini che oltre a sottolineare le doti tecnico-atletiche del suo numero-uno gli riconosce anche una notevole capacità nella preparazione degli sci e nella sperimentazione dei materiali dei “cingoli” sui quali si gareggia sino a toccare anche i novanta all’ora. Campionati di calcio, si parte! Tutte eliminate le nostre squadre nel “Trofeo Regione Veneto”, ma l’obiettivo resta il campionato. Domenica 21 settembre calcio d’inizio per Asiago, Canove, Gallio e Lusiana Conco Il “Trofeo Regione Veneto”, consueto test d’ingresso alla nuova stagione, ha fornito le prime indicazioni (il campo ha respinto le nostre formazioni, tutte eliminate), ma, soprattutto, ha dato modo alle squadre di rodarsi in vista dell’avvio del campionato previsto per domenica 21 settembre, con tutte le compagini altopianesi attese da un debutto casalingo. In prima categoria, il Canove riceverà (ore 15.30) il Breganze. << Nonostante un bilancio che parla di due sconfitte ed un pareggio – dice il presidente Fabio Rebeschini – siamo soddisfatti delle prestazioni nel “Trofeo Regione Veneto”. La squadra si è profondamente rinnovata ed ha bisogno di trovare il giusto amalgama. Il gruppo c’è e lo ha dimostrato fin dalle prime uscite. In campionato puntiamo prima di tutto ad una salvezza tranquilla e quindi cercheremo di inserirci nella zona playoff, l’anno scorso mancata per un soffio. La concorrenza, lo sappiamo, sarà agguerrita: S. Vito Leguzzano, Pove, Cassola S. Marco, S. Fortunato, solo per citare quelle che indicano tra le favorite, ma la lista può essere molto più lunga. Abbiamo chiesto ed ottenuto di poter invertire una gara, avendo quindi a disposizione tre incontri di fila sul terreno di casa. Cercheremo di partire di slancio! >>. Scendendo di categoria troviamo il neopromosso Asiago Calcio Altopiano ed il Lusiana Conco. Nel girone “E”, la matricola giallorossa ospiterà (ore 15.30) il Cosfara. << Le partite di coppa – analizza il presidente Santino Rossi – ci hanno dato l’opportunità di provare nuovi giocatori e soluzioni. Abbiamo pagato un po’ le assenze, soprattutto nella sfida con l’Orsiana, ma possiamo ritenerci comunque soddisfatti per quanto espresso nel gironcino. Non ho visto squadre fuori dalla nostra portata, c’è stato equilibrio, tanto che la qualificazione si è risolta solo all’ultimo e tutte le squadre potevano ottenerla. Adesso ci attende il campionato, con l’obiettivo della permanenza nella categoria. La squadra è giovane, bisogna procedere a fari spenti, ma voglia e determinazione non mancano a questi ragazzi. Questo gruppo può fare davvero buone cose >>. Cambio di girone, invece, per il Lusiana Conco, inserito nel gruppo “F” (quello a maggioranza bassanese) ed atteso domenica (ore 15.30) dal confronto interno con il neopromosso Vallonara. << Abbiamo chiesto noi lo spostamento di girone – fa sapere Marino Xausa – perché ci sentiamo più “a casa”; conosciamo un po’ tutte le squadre. Le prime uscite hanno dato alcune indicazioni: negative quelle sul piano dei risultati ed anche della concentrazione. Dovremo lavorare sull’aspetto della tenuta mentale e dell’approccio alla gara; al debutto, infatti, lo abbiamo completamente sbagliato. Di positivo, però, ci sono la prestazione che ha fruttato la vittoria contro il Lugo Calvene e l’inserimento di alcuni giovani del nostro vivaio, che hanno esordito con buoni riscontri. Siamo soddisfatti. Guardando più in là, invece, perso- nalmente ritengo la squadra di quest’anno più forte di quella della passata stagione. Abbiamo operato qualche ritocco all’organico, che a mio avviso ora ha forse un po’ di esperienza in meno, ma freschezza e velocità in più. La speranza è quella di navigare in acque tranquille fin da subito per poi provare a “fiutare” il vento giusto >>. La panoramica si completa con la terza categoria, girone di Bassano, in cui milita il Gallio, che esordirà in casa (ore 15.30) contro l’Union 98 Borso del Grappa, indicata come una delle favorite. << Ci attende subito un trittico di sfide interne contro avversarie quotate – racconta Renzo Xausa – ma cercheremo di dare il massimo e di raggranellare qualche punto. Rispetto allo scorso campionato abbiamo perso qualche pedina importante, l’organico è un po’ più ridotto, ma questa squadra, grazie anche ai nuovi innesti, è comunque in grado di far bella figura. Non c’è alcuna intenzione e neppure la forza di tornare sul mercato. Puntiamo su questo gruppo. Sarà un anno di transizione, senza particolari obiettivi se non quello di divertirsi nel giocare a calcio; niente pressioni per il risultato come la scorsa stagione. Speriamo possa rivelarsi la formula vincente Stefano Angonese 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano “Base americana ad Asiago? Signor Porto, ma…per favore…!” La base americana? Si faccia ad Asiago propone il sindaco di Roana. Il campo di aviazione, l’istituto elioterapico per l’amministrazione militare, centinaia di case per il personale: il rilancio per l’altopiano. Non è d’accordo il sindaco di Asiago che ritiene una boutade l’offerta del collega. Oltretutto osserva l’idea si scontra con problemi di logistica, di viabilità e di fattori ambientali; il rilancio turistico e commerciale conclude passa su altri binari quali l’agroalimentare, la natura, i luoghi legati alla grande guerra; e poi bisognerebbe consultare i cittadini già appesantiti dal voto pro trentino. Ma se l’invito non presenta le condizioni di attuabilità vale la pena di considerare le ragioni della profferta. Il Comune di Roana è in forte espansione edilizia tanto più perché sparsa nelle sei frazioni presenta problemi di collegamento e di distribuzione dei servizi. Anziché fermare il consumo del territorio come ha fatto coraggiosamente il sindaco di Asiago, quello di Roana prosegue allegramente, ormai solitario, con la politica delle seconde case senza darsi pensiero delle conseguenze negative soprattutto sull’apparato agroalimentare in particolare per i pascoli. La chiamata dei militari americani costituisce, all’evidenza, una comoda copertura per continuare la politica dissennata che sta distruggendo letteralmente l’altopiano. La chiamata del per- Sono quasi le 19, siamo finalmente arrivati ad Asiago. Veniamo da Bologna per partecipare ad un Convegno a cui teniamo molto e che si svolgerà presso la casa per ferie di Via Rendola, subito fuori paese. Da bravo automobilista, con l’aiuto dell’ormai indispensabile Internet, mi sono stampato tutto l’itinerario, con particolare precisione proprio per il passaggio nel Capoluogo dell’Altipiano. Malauguratamente un cantiere di lavoro, aperto il giorno precedente, impedisce l’attraversamento del paese e mette in crisi la mia puntigliosa programmazione e la piantina da cui non stacco mai gli occhi. Inizia l’ardua impresa alla ricerca della via alternativa: proviamo prima a seguire alcuni cartelli gialli di deviazione, ma sono incompleti e non ci portano a nulla, ci ritroviamo sempre nello stesso punto, anche le indicazioni per Gallio, che qualche passante ci dice di seguire, sono contraddittorie, lo stesso paese è indicato in direzioni diverse! Decidiamo di seguire i suggerimenti di altri cittadini che ci prospettano la nostra meta appena fuori della via che attraversa il paese ma, che dopo le 17, è segnalata come isola pedonale. Certi che la cosa sia precedente all’apertura del cantiere, confortati dal passaggio di altri veicoli, vista l’assenza di pedoni, ci addentriamo prudentemente. Finalmente intravvediamo, oltre una breve fila di veicoli fermi in mezzo alla strada di fronte a noi, due vigilesse verso le quali, sceso dalla macchina, mi avvicino, finalmente le migliori conoscitrici del territorio mi daranno la risposta definitiva! Raggiunta la tutrice del- sonale militare per giustificare intanto l’enormità del costruito e per legittimare nuovi progetti. Poco importa, a quel sindaco, l’impatto complessivo per la presenza di un apparato militare sulle fragili strutture esistenti e sui servizi alquanto carenti; interessa costruire ancora e così incamerare contributi edilizi oltre all’ici ma senza avvedersi che intanto il gatto si mangia la coda. Per questo se la vedranno altri; importante intanto è fare cassetta e pareggiare i bilanci anche se a spese del futuro. E dire che quel Comune non dovrebbe passarsela male: ai già rilevanti introiti provenienti dall’edilizia e senza subire la decurtazione ici, trattandosi perlopiù di seconde case, non corrispondono servizi rapportati al nuovo costruito. Per tutte: non ancora attuata la raccolta differenziata (che spettacolo sulle strade, specie la domenica). Almeno i servizi per la casa dovrebbero essere migliori (reti, utenze, allac- ciamenti) anche in considerazione del fatto che trattandosi di abitazioni solamente stagionali e che non vi è necessità di fornire scuole, uffici e servizi per l’intero stock abitativo, maggiore dovrebbe essere l’impegno per la pura residenzialità. Invece. A parte dunque le insensate strategie urbanistiche fin qui attuate si cerchi almeno di fermare l’ulteriore devastazione; per le ragioni indicate non è più credibile la necessità di bilancio e anche lo fosse ben altre sono le strade da battere. Non certo quella della fuga impossibile nel trentino e nemmeno quella della svendita del territorio ai militari statunitensi: è il momento di reclamare quell’autonomia simile a quella dei cugini vicini ma senza l’umiliazione di passare sotto il loro governo. Poveri ma liberi, come gli antenati dell’altopiano hanno insegnato. Loro si sono battuti, non sottomessi, per l’autonomia attuando anche il primo federalismo che la storia ricordi. Vicenza, lì 05 settembre 2008 Giovanni Bertacche [email protected] BENVENUTI AD ASIAGO ! l’ordine più carina, apprendo: sì che sono ormai vicino al mio obiettivo (e alla cena ormai iniziata che spero mi aspetti), ma anche che devo attendere, come gli altri (e quelli che si accumulano alle mie spalle), che vengano annotate tutte le targhe dei veicoli presenti in modo che l’indomani possano essere elevate le contravvenzioni. L’indignazione generale va aumentando, scopro che anche villeggianti e residenti non riescono più a trovare il modo per raggiungere le proprie abitazioni o gli alberghi in cui sono alloggiati. Perfino il parroco di un paese vicino si trova imprigionato nei meandri della ridente località turistica. Nel frattempo giunge un terzo vigile che, comprendendo le nostre difficoltà, il disappunto e la buona fede, contatta telefonicamente il Comandante che, ligio al dovere dà comunque l’ordine di procedere con la raccolta dei numeri di targa. A nulla servono le proteste e il richiamo alla “bizzarra” e forse non corretta procedura di non contestare le infrazioni direttamente agli interessati. Ciò si rivela un ulteriore danno per noi malcapitati, sono già passati circa 40 minuti e parte la verbalizzazione www.giornalealtopiano.it 24 Proposte per la stazione dei bus Gentile redazione, mi fa particolare sensazione il modo in cui è tenuta e la destinazione d’uso della vecchia stazione ferroviaria. Lo ritengo indegno per un capoluogo così rinomato e stimato come Asiago. Questa imponente costruzione serve solo per un ufficio turistico e un bar. La vera stazione dei bus (FTV) è quel casotto in pietra là vicino sulla destra, sempre chiuso, con una serie di poster sgangherati che indicano orari indecifrabili, tutto all’aperto, senza alcuna mappa dei luoghi, per cui un estraneo deve chiedere ad altri come fare per catturare un trasporto! Ma, dico, è questo il modo di fare? Così si tratta un centro turistico? Secondo me la vecchia stazione va ricuperata e in pieno: dalla strada di accesso proveniente da Canove, si fa un tratto riservato ai bus sul vecchio sedime ferroviario. I bus si fermano e partono sotto la vecchia pensilina, magari se ne costruisce un’ altra se necessario, e l’ufficio turistico viene sistemato altrove e riaperta la sala di aspetto per i passeggeri. Con orari e mappe facilmente consultabili. La gente ha diritto di stare al coperto e non sotto la pioggia o neve! Questa deve essere una Stazione Autocorriere di tutto rispetto e degna di un centro come Asiago e non solo un centro informazioni. Esattamente come lo era la vecchia stazione ferroviaria! Sergio Callegari contestuale (e io continuo a pensare alla nostra cena ormai sfumata)!!! Alcune cose a questo punto me le sono chieste: 1) innanzitutto come mai un paese, la cui prima risorsa è il turismo, impegna ben tre vigili a staccare multe alla fine di un vero labirinto e non si preoccupa, piuttosto, di distribuirli nei punti più critici ad indicare la “retta via” a smarriti turisti e frastornati residenti? 2) Poi perché un’isola che normalmente dopo ferragosto veniva smantellata, viene mantenuta attiva nonostante la chiusura obbligata dell’altra unica via di passaggio? 3) Che giustizia è quella che punisce la decina di automobilisti che si sono fermati ed hanno cercato di ragionare con i vigili e “grazia” invece il gran numero di altri utenti della strada che, visto il “casino”, si giravano e se ne andavano (e tutti li hanno notati, vigili compresi!)? 4) Mi chiedo poi quale sia il valore e la bellezza di un’isola pedonale trasformata in parcheggio, pieno di automezzi in fila in attesa della sentenza? 5) Infine l’ultima annosa e grande domanda, qual’è la nostra colpa? La Polizia Municipale è ancora al servizio dei cittadini o??? Beh, che dire, il benvenuto ci è stato dato! La multa è di soli 36 euro! Molto meno di quanto costerà in tempo, denaro e pazienza un ricorso. Tacere credo però sarebbe un po’ come accettare il male minore, come sottostare e nascondere l’ingiustizia, se non addirittura come “pagare il pizzo”. Francesco Manieri e M. Cristina Milani 29 Agosto 2008 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano “Qualcuno conosceva mia nonna? Abitava a Lusiana” Da Piacenza ci giunge un accorato appello del signor Angelmario Rebecchi: “Spettabile redazione dell’Altopiano, da anni cerco di far luce sui miei antenati, in particolare gradirei ricevere notizie su mia nonna, Covolo Amelia, nata a Salcedo il 2 maggio 1901 e morta a Bassano del Grappa nel 2001. Per molto tempo ella visse a Lusiana, paese dei Sette Comuni. Mi raccontava che quando aveva circa 15 anni, anche durante la guerra, si recava sui campi di battaglia a raccogliere le spoglie dei soldati caduti da ambo gli schieramenti oppure a lavorare per l’Esercito come civile militarizzata, ricordo che citava spesso il monte Ortigara tra i luoghi di recupero delle ossa e resti umani abbandonati tra le trincee e gli scoppi di granate. Credo si trattasse di un vero e proprio lavoro, in quanto da esso traevano guadagno anche altre ragazze sue coetanee, il tutto sotto la direzione di un tenente. Al termine di questa sua attività mi raccontava di essere andata a Valstagna per ricevere un premio. In via subordinata gradirei saperne di più su questa attività legata alla raccolta e inumazione di caduti della Grande Guerra”. Gentile Lettore, La foto è tratta pubblichiamo voda “Parole sulle pietre”,Ediz. lentieri la sua riAccademia chiesta tesa a far Olimpica Vicenza, ricorda luce sulla parente la giovane lusianese, la speBoscardin ranza è che promorta nel 1917 mentre lavorava prio qualcuno di per i militari. Lusiana riesca a fornire qualche indicazione su nonna Covolo. Riguardo all’attività di recupero salme dei caduti possiamo anticiparle che per anni molte famiglie altopianesi trassero di che vivere da questo lavoro. Il tenente di cui parlava la parente sarà stato senz’altro uno degli ufficiali mortali. Se relativamente responsabili di Onorcaduti, facile si rivelò il lavoro di l’ente messo in piedi per riesumazione cimiteriale, dare giusta sepoltura ai sol- compiuto da prigionieri di dati morti in battaglia, op- guerra e che occupò stabilpure il comandante la squa- mente molti civili altopianesi dra di lavoratori civili. tornati su quanto restava L’Altopiano di Asiago a fine delle proprie abitazioni, più conflitto si presentava complesso fu raccogliere i come un immenso campo- caduti sepolti in tombe imsanto, con cimiteri sparsi provvisate, coperti da pochi ovunque dedicati alle nu- centimetri di terra e sassi. merose medaglie d’oro alla Molti cadaveri poi vennero memoria. Nel 1927 l’allora alla luce durante gli anni di capo dello Stato Benito recupero del materiale Mussolini incaricò il gene- bellico, trovandosi spesso i rale Giovanni Faracovi, no- resti mortali nelle vicinanminandolo alto commissario ze di terreni sconvolti dalle per le Onoranze ai Caduti. aspre battaglie. Per incenIl suo compito fu di con- tivare la raccolta dei corpi centrare migliaia di morti in il Ministero dapprima gaSacrari dedicati al culto rantì il pagamento in lire alla della memoria. Sorsero consegna delle salme, ma così gli Ossari del Pasubio, per risparmiare sul peso da di Schio, Cimone, Arsiero, trasportare lungo le erte Asiago, e numerosi altri valli i civili si limitarono a sparsi lungo l’ex fronte al- consegnare i teschi e le pino. Nella sola Asiago, sul- ossa più lunghe degli arti. la collina del Laiten riposa- Spesso accadeva pure che no migliaia di morti italiani gli scheletri venissero divie austriaci. Purtroppo dalla si e consegnati in tempi diprimaria sepoltura tra pa- versi, ciò per aumentare il scoli e doline, avvenuta du- numero di retribuzioni, a dirante e a fine conflitto, di scapito di una giusta catamolte salme si è persa la logazione. Quando fu decipiastrina di riconoscimento, so il solo “pagamento a cratogliendo la possibilità di nio” si finì per consegnare dare un nome a molti resti agli Ossari i soli teschi, la- sciando disseminati i terreni di povere ossa senza nome né nazionalità. A distanza di tanti anni il terreno restituisce ancora le ossa bianche dei militari, accade ancora oggi che qualche povero fante o alpino torni a far parlare di se, dei suoi vent’anni spesi per un ordine venuto dall’alto, per una bandiera da portare oltre il vecchio confine e, speriamo, per un degno ideale a cui sacrificare la vita. Nel contempo un nuovo metodo di ricerca si fa largo, rivolto a dare una nazionalità e nome ai soldati altrimenti sconosciuti. Si tratta delle analisi scientifiche messe in atto dal dott. Andrea Galassi, anatomopatologo dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, a lui e ad una equipe di tecnici è affidato un finanziamento pubblico regionale. A breve forse vedremo i frutti di queste analisi. Siamo inoltre a conoscenza che lungo la strada da Asiago per Bassano, dopo il bivio per Conco in direzione Lusiana, è visibile un cippo che ricorda una quattordicenne schiacciata da un masso (vedere foto). La ragazza lavorava con altre coetanee della zona al servizio del Regio Esercito, probabilmente con questa sfortunata Amelia Covolo avrà pure parlato e lavorato fianco a fianco. Per ulteriori informazioni sulla nonna dell’amico piacentino restiamo comunque in attesa di un riscontro dai lettori di Lusiana. Cordialmente, La Redazione www.giornalealtopiano.it 25 Quest’anno fan novanta! Mi trovavo nei giorni scorsi ad Asiago. Ho parcheggiato la macchina, come tantissime altre volte, in Viale della Vittoria, quasi di fronte al grande Sacrario Militare che raccoglie le spoglie di migliaia di soldati Italiani ed Austriaci caduti nel corso della prima guerra mondiale che qui vide e visse aspri e cruenti combattimenti…e decine di migliaia furono i caduti, dispersi e feriti .. Lungo Viale della Vittoria , sul lato destro, lasciando le spalle al Sacrario Militare, c’e’ una serie di lapidi bronzee, affisse su appositi supporti, che riportano brevi frasi, scritti tratti da lettere inviate ai familiari lontani ed avvenimenti di cronaca vissuti e descritti dai militari che allora combatterono quella guerra, molti dei quali non fecero piu’ ritorno alle loro case, e che qui o sul altri fronti sacrificarono la loro giovane vita. Tra queste scritte ne leggo una a firma di Ernest Hemingway ,grande romanziere e scrittore americano, classe 1899, giovanissimo volontario arruolatosi nell’esercito degli Stati Uniti, che entrati in guerra nel 1917 a fianco degli eserciti alleati contro gli imperi centrali di Germania ed Austria-Ungheria, fu spedito sul fronte italiano, as- segnato ad un reparto della sanita’ USA: sezione Uno ARC per il Veneto (American Red Cross) che operava in zona di guerra con le proprie ambulanze adibite al trasporto di feriti – reparto della Croce Rossa Americana. La linea invalicabile del nuovo fronte tatticamente attestato fra il Grappa ed il Piave, nei mesi che seguirono la ritirata, dopo la sconfitta su- Ernest Hemingway bita dall’esercito ita- (Oak Park, 21 luglio 1899 – liano e passata alla Ketchum, 2 luglio 1961) storia come la disfatta di Caporetto – verso la Hemingway fossero stati fine di Ottobre del 1917. ugualmente conosciuti ed La sezione Uno ARC fu di- apprezzati, non per fatti così staccata a Bassano del grandi e gravi e per le centiGrappa -VI, opero’ sul naia di migliaia di vite sacrifronte del massiccio del ficate, ma per la loro natuGrappa e del Piave nel rale bellezza, tranquillità e corso del 1918, dove pur- senso di pace. Luciano Rubini troppo il lavoro non mancò di certo ed il suo supporto fu sicuramente molto im- Arsiero, Asiago portante. Riporto alla lette- e quanti altri ancora, ra ciò che è scritto su quella piccoli paesi di confine lapide bronzea collocata lun- nei giorni dell’anteguerra; go il Viale della Vittoria di Monte Grappa, Monte Corno, Asiago, con un pensiero e molti altri ancora, utopico dentro di me: come non e’ che contavate molto sarebbe bello se tutto ciò che nei giorni della dolce pace… Ernest Hemingway qui accadde oltre 90 anni fa non fosse mai accaduto e che Parigi 1922 ca. le località ed i monti citati da LA GUERRA 14/18 Attenti a dove mettete i piedi! Spett.le Redazione, abito ad Asiago in contrada Rigoni di sotto e mi è capitato spesso di vedere quello che ora vi documento con le mie foto. Da un po’ di tempo succede che passeggiando intorno all’aeroporto si trovano sul marciapiede escrementi di cavalli che oltretutto non vengono rimossi e perdurano per molti giorni fino a che non si dissolvono col tempo. E’ una cosa disdicevole pensando che una così bella passeggiata sia deturpata in questo modo. Passeggiata, ricordo, che è fruita durante tutto l’anno da numerose persone - naturalmente anche da signore con bimbi in carrozzella - che, davanti a questi intralci si trovano a dover scendere dal marciapiede. Mi sembra inoltre che il marciapiede debba essere riservato ai pedoni e non ai cavalli. Lettera firmata 8 Sabato 20 settembre 2008 Da alcuni dati, ricavati da internet, apprendiamo che gli zingari, di etnia Sinti e Rom, sono originari dell’India, ed emigrarono in Europa agli inizi del secondo millennio. I primi insediamenti in Andalusia risalgono al 1300, quando il sud della Spagna era dominato dai Mori. La parola “zingaro” deriva dal greco Athinganos, che significa intoccabile. Quel nome è stato adattato alla lingua spagnola che lo ha trasformato in gitano o zigano. Da zigano a zingaro il passo è breve e per questo termine nel dizionario si legge: nomade, ramingo, girovago, persona senza terra e Patria. Un popolo che non ha avuto un esistenza facile, nel medioevo molti zingari furono accusati di stregoneria ed uccisi. Nel periodo del nazismo ne furono sterminati 500.000, nei lager tedeschi. La loro integrazione si è rivelata comunque difficile ovunque si sono fermati e l’Europa, compresa la parte balcanica, non ha mai gradito il nomadismo di questo popolo. La gente comune non vede di buon occhio i loro insediamenti, anche temporanei, perché dove si fermano aumenta la microcriminalità. Il fatto poi che ricevano, un sussidio mensile di circa 1000 euro a famiglia, dallo Stato italiano, non va giù a quei pensionati che percepiscono la minima di 500, o di che ne prende meno di 1000 dopo avere lavorato in fabbrica per una vita. A tutto questo vanno aggiunti tutti privilegi riservati ai loro figli: libri, trasporti e mense scolastiche gratis, ed il pagamento del gas e della corrente elettrica, da parte dei Comuni nei campi dove si insediano. In piena crisi economica la gente considera questa disparità di trattamento la vera discriminazione razziale, perpetrata nei confronti dei cittadini italiani, e per questo chiedono al governo di essere equiparati l’Altopiano www.giornalealtopiano.it I Rom e le impronte digitali ai Rom. Negli anni della rinascita gli zingari erano figure mitiche, e per certi versi affascinanti, per la gente che si stava scrollando di dosso la miseria. Portavano l’allegria e il divertimento nelle piazze con maghi, giocolieri, saltimbanchi, musicisti e danzatori. Fra loro cerano grandi famiglie di artigiani del rame che vendevano ed aggiustavano oggetti in cambio di denaro e ospitalità. Atri si dedicavano all’allevamento di cavalli ed erano abili maniscalchi che offrivano i loro servizi in quel mondo agreste predominante. I contadini, oltre che con i soldi, li pagavano con vivande e foraggio per gli animali. I furti si limitavano alla frutta che pendeva dagli alberi, o a qualche gallina, ed erano tollerati perché la povera gente sapeva cos’era la fame. Oggi in Italia ce ne sono circa 150.000, molti di loro ci sono nati, da genitori che scelsero di vivere nel nostro paese alla fine del secondo conflitto mondiale. Si calcola che siano oltre 10.000 i Rom entrati nel territorio italiano, dopo che Romania, Bulgaria e Slovenia sono entrate a far parte dell’Europa. I dati confermano che con il loro arrivo la criminalità è aumentata e con essa l’insofferenza della gente che abita vicino ai loro campi. Il fatto che si servano di minorenni per l’accat- tonaggio, l’elemosina e i furti in case e appartamenti, li rende invisi ovunque si fermano, ed è per questo che molti sindaci non li accettano nel loro territorio. Il nuovo governo ha promesso di risolvere la questione con un censimento atto a stabilire quante persone Rom sono presenti in Italia, dove e come vivono. L’esigenza di sapere quanti bambini e minorenni ci sono, di chi sono figli, è un problema reale, non razziale, perché i fatti dimostrano che molti di questi ragazzini vengono acquistati nei loro paesi per una manciata di euro da aguzzini senza scrupoli, che li trattano come animali e gli obbligano a rubare. Quei poveri innocenti non hanno nessuna possibilità di uscire da quella situazione e una volta diventati adulti conosceranno solo l’arte della violenza. Non bisogna ignorare che l’indice di scolarizzazione e pressoché inesistente in tutte le comunità dei Rom; basta chiedere i dati ai Comuni delle città più grandi per rendersene conto e verificare nei licei e nelle università quanti studenti Rom ci sono. Purtroppo per i loro genitori rappresentano una fonte di guadagno e mandarli a scuola significa una dannosa perdita di tempo e di denaro. Vogliamo veramente salvarli dalla strada ed istruirli questi ra- Ci sei? Ce la fai?? Sei connesso??? Tanti auguri di Buon Compleanno a Santo Ambrosini dagli amici della contrada, che ancora si chiedono... se ci sei o ci fai! gazzi? Allora schediamoli per sapere chi sono, dove e come vivono. Solo in questa maniera si potrà intervenire in loro aiuto, quando saranno trattati come schiavi. Il buonismo ad oltranza è figlio di quella demagogia ceca ed assurda, che è lontana anni luce dai drammatici problemi di quei bambini che la sera tornano a casa terrorizzati perché non sono riusciti a raccogliere la somma imposta dal loro sfruttatore che viaggia in Mercedes. Nel momento in cui si acuisce la polemica fra il ministro dell’Interno Maroni ed il centrosinistra, spalleggiato dalle varie associazioni culturali e religiose, sulla rilevazione obbligatoria delle impronte digitali ai figli minorenni dei Rom, la squadra mobile di Verona ha arrestato otto nomadi, che costringevano i figli a rubare con minacce di violenze fisiche a sfondo sessuale. Il giudice delle indagini preliminari Giorgio Piziali ha convalidato l’arresto per quattro di loro; per gli altri quattro non ha riscontrato un reale e concreto pericolo di fuga, di conseguenza sono ritornati in libertà. Il G.i.p ha altresì sollevato riserve sul pubblico ministero e sugli organi di polizia che, a suo parere, hanno fatto coincidere i tempi dell’intervento con il crescente interesse pubblico per le vicende legate ai nomadi. L’opposizione ha parlato di stato di polizia e deriva democratica mentre il settimanale Famiglia Cristiana, ha definito indecente la proposta del ministro. La Caritas, l’Unicef e la Cgil hanno usato gli stessi aggettivi per qualificare l’iniziativa di Maroni. Anche l’emittente araba Al Jazeera è intervenuta sulla questione bacchettando l’inquilino del Viminale. Bruxelles ha fatto sentire la sua voce attraverso il commissario europeo agli affari sociali, Vladimir Vidla, della repubblica Ceka, ha ammonito severamente il governo italiano a non diversificare i Rom dagli altri cittadini europei; agli extracomunitari invece si possono prelevare le impronte digitali senza che nessuno si 26 scandalizzi. L’Opera Nomadi si è offerta di accompagnare gli addetti al censimento nei campi Rom, a patto che non siano prese le impronte digitali ai minori di quattordici anni, ed infine l’associazione italiana magistrati per i minorenni e per la famiglia, definisce l’iniziativa di Maroni come un’odiosa discriminazione razziale. Sono tutti giudizi di enti, associazioni e persone importanti, che operano nel sociale e pertanto da tenere nella massima considerazione. È altrettanto vero che il problema esiste ed è così grave che secondo un sondaggio recente il 47% degli italiani afferma di trovarsi a disagio ad abitare nei paraggi di un accampamento dei Rom o nello stesso condominio. Bisognerebbe capire il perché di questo disagio e sentire le ragioni di chi ha opinioni differenti sulle leggi che regolano la convivenza fra la gente di popoli ed etnie diverse. Per chiudere una considerazione: i bambini di ogni razza o colore sono Sacri per tutti e vanno protetti. Questo è un sentimento comune in tutti gli italiani, non solo per coloro che si sentono depositari della democrazia, della giustizia e della libertà. Renzo Cappozzo Grazie per la pronta assistenza A Paolo, al suo papà e a tutta la bella famiglia della trattoria “Al Cacciatore” Magnaboschi di Cesuna. Desidero ringraziare pubblicamente per la generosità e prontezza con la quale sono intervenuti tutti a seguito di un mio improvviso malore accompagnandomi con un loro mezzo al Pronto Soccorso di Asiago. Grazie bella famiglia e…fortunatamente a presto! Riofreddo Giancarlo (Rovigo) Beato tra... le nonne! Cinque generazioni insieme, a Foza, per una foto che ha anche il valore di un augurio speciale. Ben ottanta sono gli anni di differenza dalla protagonista più “grande”, la trisnonna Regina Margherita Lunardi, al più piccolino, Gabriel Baù di tre anni e mezzo; con loro la bisnonna Raffaella, la nonna Barbara e la mamma Evelyn. Un augurio speciale, si diceva, tutto riservato a Gabriel, che abita con i genitori a Stoccareddo: nato prematuro, nei suoi primi anni di vita ha dovuto combattere per superare più di un problema, ma ora, anche grazie all’affetto di tutti i familiari, è riuscito a mettersi nella giusta carreggiata, pronto a emulare la sua trisavola Regina Margherita. Auguroni! 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano Da sabato 20 settembre a venerdì 3 ottobre Il Sole alla fine di settembre sorge alle 6.00 e tramonta alle 18.20 ·Sabato 20 settembre. SS. Andrea Kim e Candida. Il 20 settembre è il 264° giorno dell’anno. Mancano 102 giorni alla fine del 2008. ·Domenica 21. S. Matteo apostolo ·Lunedì 22. S. Maurizio. Ultimo quarto di Luna alle ore 6.06 ·Martedì 23 . SS. Pio da Pietrelcina e Lino papa. ·Mercoledì 24. S. Pacifico e Beata Vergine Maria della Mercede ·Giovedì 25. S. Aurelia ·Venerdì 26. SS. Cosma e Damiano ·Sabato 27. SS. Vincenzo e Adolfo ·Domenica 28. S. Venceslao ·Lunedì 29. SS. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Luna nuova alle ore 9.13 ·Martedì 30. S. Girolamo ·Mercoledì 1. SS. Teresa di Gesù e Remigio ·Giovedì 2. SS. Angeli Custodi ·Venerdì 3. Gerardo e Candido Eventi di questo periodo: il 21 settembre è il termine naturale in cui storicamente termina l’alpeggio, da questa scadenza deriva l’antico detto: “a San Matio tutto xe compìo”, ciò per indicare che la bella stagione è finita e le mandrie devono rientrare in pianura. L’alpeggio, che si svolge tra un’altitudine minima di 600 m. s.l.m. e una massima di 2500-2700, inizia con la monticazione, cioè la salita sull’alpe, che avviene tra la fine di maggio e la metà di giugno e termina con la demonticazione. L’alpeggio può avere forme economico-organizzative diverse in base all’organizzazione amministrativa (privata, cooperativa, pubblica di tipo comunale, provinciale o statale, ecc.) e al sistema di conduzione (affitto, conduzione da parte di privati, cooperative, ecc.). L’alpeggio può distinguersi anche in base al tipo di bestiame ospitato: per bovini (il più comune), per ovini, caprini, equini o per bestiame misto (compresi i suini e gli animali da cortile). Di solito i pascoli alpini e prealpini sono sfruttati prevalentemente da bovini (85% nel primo caso e circa 95% nel secondo) mentre quelli appenninici sono sfruttati esclusivamente dagli ovini. Per quel che riguarda le necessità animali, per l’intera durata della monticanza occorrono 1,5-2 ettari per ogni bovino mentre un solo ettaro riesce a nutrire dai 4 ai 6 ovini. L’alpeggio ben fatto porta notevoli vantaggi agli animali da un punto di vista alimentare (maggiore valore nutritivo che si riflette sia sulla salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici), da quello dell’attività fisica (sviluppo della muscolatura, aumento dell’attività circolatoria, respiratoria e della capacità polmonare dovuta alla rarefazione dell’aria e al maggiore sforzo fisico) e da fattori ambientali (qualità dell’aria respirata e aumento delle radiazioni attive con benefici influssi su cute, pelo, attività ghiandolare e metabolismo). Sull’Altopiano di Asiago sono attive nel periodo estivo circa 90 malghe, sudSan Matteo divise per territorio nei vari 8 comuni. L’attività è testimoniata su queste zone in forma scritta da un atto di assegnazione di terre da destinare al pascolo, il documento è datato 983 dopo Cristo; questa attività quassù vanta ben dieci secoli di storia, ma sicuramente ne ha di più! Un Santo per volta: San Maurizio (22 settembre). Patrono del corpo degli Alpini ed esempio del guerriero cristiano, un martire del III secolo, la cui memoria è tenuta in vita dalle gloriose truppe da montagna. Gli sono intitolati vari ordini cavallereschi, tra cui quello dei Santi Maurizio e Lazzaro, istituito nel 1434 da Amedeo di Savoia e la croce del gonfalone con cui viene raffigurato compare sulla bandiera della Confederazione Elvetica: S. Maurizio ci ricorda che chi è superiore per grado o imbraccia le armi per necessità deve anche essere superiore nel sacrificio e nella responsabilità, unendo il valore alla virtù. Con decreto papale del 19 luglio 1941, Papa Pio XII ha dichiarato “San Maurizio martire celeste patrono presso Dio del Corpo dell’Esercito Italiano denominato Alpini”. Dalle ore 8.45 di sabato 20 alle ore 8.45di sabato 27 settembre ASIAGO- Farmacia Chimica Bortoli sas del dr. Vittorino Ballici Molini, Piazza II° Risorgimento Dalle ore 8.45 di sabato 27 settembre alle ore 8.45 di sabato 4 ottobre LUSIANA- Farmacia del dr. Mario Balduzzi, Viale Europa27 ROANA – Farmacia della dr.ssa Maria Leda Pizzolato, Piazza S. Giustina 23 Domenica 21 settembre GALLIO – OMV via Kemplen, 2 Domenica 28 settembre SASSO DI ASIAGO – TOTAL, via Chiesa TRESCHE’ CONCA – AGIP – Via Campiello, 56 Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. ARIETE Guardatevi attorno con la massima attenzione: Urano, da tempo nel vostro segno, potrebbe manifestarsi con insolite occasioni da cogliere al volo, si nel campo amoroso che in quello lavorativo. Non sottovalutate un incontro che a prima vista può sembrarvi di poco conto. Se avrete fiducia, ci sarà la concreta possibilità di dargli un futuro. TORO Date libero sfogo alla fantasia e concedetevi, se non proprio tutto, molto di più di quello che vi viene in mente. Se siete in coppia non sono esclusi momenti di intensa passione, ma anche un certo desiderio di evadere dalle abitudini. Se siete single, è il momento di rendervi disponibili a nuovi stimolanti incontri da cogliere al volo. GEMELLI Giove nel vostro segno ci permette di agire con autorevolezza, rendendovi più graditi a chi vi sta a cuore. L’importante è saper amministrare con accortezza i doni del destino, specie negli affetti che potrebbero subire una notevole accelerazione. Tenetene conto nel progettare una vacanza speciale, che ricorderete a lungo. CANCRO Siete incerti sul da farsi? Vuol dire che avete intuito che qualcosa sta cambiando, anche se ancora non sapete cosa. In amore vi converrà accettare di buon grado le novità offerte da un destino gentile: farete sicuramente la cosa giusta. Nel lavoro e negli acquisti impegnativi, invece, prendete tempo e riflettete bene prima di agire. LEONE Siete incerti, dunque non è il caso di assumere atteggiamenti intransigenti, né in amore, ne tantomeno nelle questioni di lavoro e denaro. Se volete seguire le indicazioni del destino, mantenetevi distanti dalle cose e intervenite con un’iniziativa appropriata solo al www.giornalealtopiano.it 27 San Matteo (21 settembre), di professione esattore delle tasse, fu chiamato da Cristo ad essere uno dei dodici apostoli; la tradizione cristiana fin dal 200 lo ritiene anche uno dei quattro evangelisti, a lui si dovrebbe quindi la redazione dell’omonimo Vangelo in cui lo stesso viene chiamato anche Levi o il pubblicano. Viene raffigurato anziano e barbuto, ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo. Spesso ha accanto una spada simbolo del suo martirio. Matteo non va confuso con l’apostolo quasi omonimo Mattia. Levi, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il 1° comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l’imperatore. San Matteo è il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, contabili ed esattori. Secondo alcune tradizioni, Matteo sarebbe morto in Etiopia. Le sue reliquie sarebbero state portate in Campania, nella Diocesi di Capaccio. Ritrovate sotto i Longobardi furono portate il 6 maggio 952 a Salerno, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale. Due proverbi due In pannema oare auz tandem andern (trad: dentro per un orecchio fuori per l’altro). De zickela ba da geht ofte af an prunnen, lazeta de henga. (trad: il secchio che va spesso al pozzo vi lascia il manico). PUNTO SPORT GALLIO CERCA COMMESSO A TEMPO INDETERMINATO. GLI INTERESSATI POSSONO RIVOLGERSI DIRETTAMENTE AL NEGOZIO. momento giusto. Non abbiate fretta: il tempo è dalla vostra parte. VERGINE La vostra aspirazione alla giustizia sarà messa a dura prova dalla presenza di quattro pianeti in aspetto difficile: dovrete perciò adeguarvi ai suggerimenti del destino e porre rimedio a ciò che davvero non va. Abbiate un occhio attento verso chi ha bisogno di aiuto e prendete una iniziativa coraggiosa per evitare guai a chi ne ha abbastanza. BILANCIA Saturno e Marte sono congiunti nel vostro segno: vuol dire che dovete aumentare l’attenzione ai particolari, specie se finanziari. Non temiate di intraprendere quell’azione coraggiosa sulla quale meditate da tempo, ma vi conviene aggiornare la strategia sulla base di notizie più recenti. Se avete nascosto qualcosa al partner è il momento di aprirvi. SCORPIONE Continua il periodo favorevole, lo riscontrate sia negli affetti che nelle spese di lusso. Tenendo nel giusto conto l’opposizione di Nettuno, evitate però di farvi illusioni, attenetevi perciò alla realtà e non alle chiacchiere, per quanto rassicuranti e tentatrici. L’amore vi farà riconsiderare un progetto per tenere conto del parere del partner. SAGITTARIO I tre importanti pianeti (Sole, Venere e Mercurio) che soggiornano contemporaneamente nel vostro segno, vi favoriscono negli affetti, nelle spese di lusso e perfino nei rapporti conflittuali di lavoro. Riuscirete a volgere questi ultimi a vostro vantaggio e acquisterete un alleato dimostrando di apprezzare anche chi non vi guarda benevolmente. CAPRICORNO Riuscirete a sfruttare l’occasione di fare apprezzare da chi vi sta a cuore, solo a patto di avere le idee chiare: per risolvere questioni di lavoro, occorre infatti trovare l’idea giusta. Nei sentimenti sarete più che capaci di affrontare una situazione difficile, ricorrendo al vostro abituale estro e al vostro spirito. ACQUARIO Il vostro buon gusto e la vostra pazienza vi aiuteranno a risolvere più di un problema: specie se si tratta di denaro, campo nel quale vi converrà ridimensionare un eccesso. Nel rapporto di coppia potrete rendere più intimo il legame con un gesto generoso nei confronti del partner. Se invece siete single e avete voglia di novità, accettate un invito insolito. PESCI Se vi sentite sovraeccitati non stupitevi: siete solo particolarmente sensibili alle sollecitazioni dei quattro pianeti in transito nel vostro segno, che potrebbero spingervi ad azioni non meditate. Nelle faccende di cuore c’è il rischio che la passione vi esalti, facendovi fare qualche sciocchezza. Prudenza anche nelle spese, dove vi conviene frenare anche qualche entusiasmo. 8 Sabato 20 settembre 2008 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28