asiago - L`Altopiano

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asiago - L`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 277 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 20 SETTEMBRE 2008
Ex colonie, la ragione alle immobiliari
Arrivata la sentenza del Consiglio di Stato sul piano di lottizzazione bloccato dal Comune di Asiago
nell’agosto 2007 - Gios: “Correggeremo i vizi formali e riporteremo la questione in consiglio”
TURISMO
pag.2
Asiago L’aeroporto
CESUNA
si trasforma in ristorante
Era ora!
Lusiana
Torna “Pomo e
Pero” Tante iniziative per il
mese della frutta locale
pag.17
ASIAGO E
ENEGO
Dalla Regione un
no alle nuove
cave di marmo
Roana
La raccolta
differenziata
diventa
un obbligo
pag. 3
Ricordando
Darcy ad un
anno dalla
scomparsa
pag. 10
Enego Una nuova sede per
il distretto socio-sanitario
pag. 4
pag. 19
Gallio L’ufficio turistico fa il
bilancio della stagione estiva
Partiti i lavori
per il centro disabili
in via Brunialti
pag. 11
pag. 12
TURISMO
Il golf amico
dell’ambiente.
Nuovi campi
per preservare
il verde
Grafica Altopiano
pag. 17
Il rito antico della
transumanza
pag. 14 - 15
Spopolamento
della
montagna
il Rotary
studia
l’antidoto
pag. 8
8
l’Altopiano
Sabato 20 settembre 2008
www.giornalealtopiano.it
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Cena di gala al “Ristorante Aeroporto”
ATTUALITA’
Sabato 4 ottobre la serata inaugurale delle celebrazioni per i 100 anni di turismo - “Tutti gli asiaghesi
sono invitati – dice Roberto Rigoni – per riflettere insieme sulla nostra storia e sul nostro futuro”
A Jesolo pubblicità gratuita
per il nostro territorio
Molti altopianesi si saranno accorti, passeggiando per le vie
di Jesolo che, quest’anno, per la prima volta, in Piazza
Mazzini (il cuore della nota località balneare), un po’ di
Altopiano contribuiva a renderli...più vicini a casa. Grazie alla generosità del nostro concittadino dottor Antonio Puglisi, che ha gentilmente messo a disposizione una
luminosa ed elegante vetrina nel salotto di Jesolo, e con
il materiale promozionale fornito dal Consorzio Turistico
Asiago7Comuni, é stato possibile compiere una grande
pubblicità al nostro territorio. Migliaia di persone hanno
potuto ammirare il nostro splendido Altopiano magari
ipotizzando di visitarlo nel prossimo inverno... Un’azione a “costo zero” e di grande visibilità di cui va dato
merito al dottor Puglisi al quale vogliamo esprimere un
sincero grazie.
Roberto Rigoni Assessore al Turismo di Asiago
Se Vicenza una volta all’anno trasforma il corso principale della città in un grande
ristorante all’aperto, Asiago
quest’anno ha deciso di invitare i propri cittadini ad una
cena di gala presso l’aeroporto. Sotto una tensostruttura
trasparente, al lume di candela, ben 350 commensali potranno gustare piatti a base di
prodotti tipici locali. Sarà questa la serata inaugurale delle
celebrazioni legate ai 100 anni
della storia turistica di Asiago.
Una serata straordinaria in cui
i ricordi verranno associati alla
valorizzazione dei prodotti tipici del territorio grazie all’aiuto dei ristoratori e dei ragazzi
dell’Istituto Professionale per
i Servizi Alberghieri e della
Ristorazione di Asiago.
Un tributo ai sapori
dell’Altopiano ed ai ristoratori di Asiago. Un’occasione
anche per valorizzare l’imprescindibile ruolo assunto dal
nostro Istituto Professionale
Alberghiero nella crescita e
nella riqualificazione dell’offerta turistica di tutto il territorio. L’appuntamento, per il
quale è d’obbligo l’abito elegante, è per sabato 4 ottobre
alle ore 20. Durante la cena
verranno proiettati i filmati legati alla storia turistica di
Asiago girati dallo storico Istituto Luce.
Al termine, alle ore 22.30, un
grandioso
spettacolo
piromusicale, celebrerà l’avvio
delle iniziative legate alla storia del turismo di Asiago.
“E’ un momento conviviale
pensato e organizzato per gli
asiaghesi – dice l’assessore
al turismo Roberto Rigoni –
un’occasione da non perdere per riflettere insieme sul
nostro passato e per prende-
re coscienza delle nostre risorse guardando al futuro con
fiducia”. Le prenotazioni per
la cena di gala, fino ad esau-
rimento posti, si ricevono
presso l’Ufficio del Turismo
del Comune di Asiago. Il
prezzo per persona è di
25,00 euro.Informazioni
presso l’Ufficio del Turismo di Asiago telefonando
allo
0424/464081
[email protected] oppure
presso lo I.A.T. di Asiago tel.
0424/462221
[email protected]
S.L.
Nuovi orari per la Linea Autobus
da Asiago per e da Ospedale.
Per chi non dispone di mezzi propri e per recarsi all’ospedale, per qualsiasi necessità, deve usufruire dei mezzi pubblici
ci sono delle importanti novità. L’Autoservizi Girardi
Domenico e Figli s.r.l., società del Gruppo Girardi specializzata nel settore del Trasporto Pubblico Locale , ha recentemente acquisito il ramo d’Azienda della ex ditta Rossi riguardante i trasporti sull’Altopiano apportando una serie di
migliorie nei servizi. La novità più importante riguarda la prima corsa, quella delle ore 7.50 (utilissima per poter effettuare in tempo utile il prelievo sangue) è in coincidenza con l’arrivo delle principali Linee Autobus dell’Altopiano (le nostre
Enego - Foza - Gallio - Lusiana - Conco - Pennar Stoccareddo - Sasso e quella FTV proveniente da Roana).
Qui sotto uno schema chiaro degli orari di partenza e ritorno.
Sapor d’acqua natìa
La maestra “unica” e il grembiule
Ti conobbi quand’ero infante. Ma ancor oggi il tuo nome
evoca lontane nostalgie e vecchi ammaestramenti. Ti trovai appostata all’ombra del
campanile, quel campanile
che dettava il ritmo alla
mungitura delle vacche, alla
polenta delle massaie, alle
orazioni del vecchio curato,
alle partite a briscola del nonno all’osteria. Che schedava
il lento vivere della gente di
paese. Quel mattino tenevi
lunghe gonne, un piglio severamente tenero, uno sguardo
che ti mostrava bella. Anche
se per me eri vecchia. Quasi
come la mia nonna. Era stata
una notte piena di lampi, ma
all’appropinquarsi dell’alba ricordo le tacite stelle: quelle del
Pascoli poeta di cui mi parlasti anni dopo. Ma pure quelle
che avvistavo oltre le silenziose malghe. O che parevano
arcieri della guardia persiana
a custodire la punta della torre campanaria. C’incontrammo in mezzo al cortile: tu con
la tua valigia seria, pesante,
usurata dagli incontri. Io con
la mia cartella colorata e vuota, lo sguardo furbo e insonne
e quella vivacità che mi valse
la simpatia e l’ansia del tuo
sguardo. Tu mi guardavi, io ti
guardavo. Era il primo giorno
di scuola: 18 settembre 1985.
Novelli pirati, salpammo in
otto in quella classe che tu
amavi raffrontare ad una
nave. Tu, skipper navigata.
Noi, novelli Ulisse che dell’eroe omerico ignoravamo
l’esistenza, le prodezze, la
genialata delle colonne
d’Ercole. Ore e ore in tua
compagnia: col grembiulino
che tanto piace alla Gelmini
ministro, col saccottino del
Mulino Bianco per antipasto,
armati di astuccio, quaderno e
tatuaggi raffazzonati con i pastelli. Alla tua scuola imparai
a scrivere “Marco Pozza”, il
nome del natìo paese, la data
e il giorno. In stampatello, in
corsivo, sempre più elegante.
Con lettere che sembravano
disegni d’alta architettura, tant’erano giganti. Ma che mi facevano sentire l’erede del
Caravaggio pittore quando riuscivo a quadrarle, a tesserle
tutte d’un fiato. Senza
schiodare la penna per respirare. Tu sapevi di matematica, di scienze e di botanica. Di
algebra, di lettere e di musica.
D’arte, di romanzi e di teoremi. Di religione, di natura, di
silenzio. Con quel fisico che
tanto intralciava l’insegnamento delle ginniche nozioni.
Ma per me eri bellissima, la
più bella: eri la mia maestra
preferita. Anche perché non
ne avevo due. Le tabelline, le
prime addizioni-sottrazioni-
moltiplicazioni-divisioni, le poesie da imparare e la storia da
memorizzare. Le opere d’arte
da scrutare, i romanzi da leggere, i teoremi da dimostrare.
E quelle tempestose mattine in
cui, forse stanca dalle lunghe
notti d’aggiornamento, t’affacciavi scura in volto, un po’ nervosa, schiva nella tenerezza.
Ma tu eri sempre la mia maestra. Di sera con mamma e
papà, al mattino con te, nei
meriggi in compagnia del nonno contadino e della nonna catechista-massaia. Mi sentivo
sempre a casa. Un “bravissimo” sul quaderno – con quella
grafia che tante volte cercai
d’imitarti – era per me un
cimelio prezioso: lo barattavo
con un giro in bici, con un’ora
in più di corsa sul prato, con un
gelato nelle afose estati paesane. Ci siamo frequentati quattro primavere e altrettanti inverni. Poi tu hai sposato madonna
pensione, io ho tentato altri voli.
Ma ben presto scoprii che il
tuo viso m’era diventato ispiratore. Perché per me sapevi
di bellezza: quella che mi avevi mostrato, insegnato a pitturare, addestrato nel leggerla tra
le righe. Eri maestra. E come
tale m’hai presentato Pitagora,
Gianni Rodari e Renzo
Tramaglino. Oltre ad
Archimede, Cristoforo Colombo e Marco Polo. Eri donna.
Da donna m’hai addomesticato con la pazienza, l’eleganza, la dolcezza. Eri madre: al
par delle madri amavi leggere i silenzi nel mio sguardo fuggitivo.
Raccontano che tra l’argine
e il bosco ci stesse la povera
chiesa e il piccolo campanile
del Mazzolari sacerdote. Appresi più tardi che tra il torrente e il campanile abitava
una donna che m’addentrò
nell’italiano lessico ostacolata da silenzi di commozione.
Era tanta la passione che
l’animava, che ancor oggi –
allo strillare di qualche campanella - m’alzo in piedi sperando di vederla varcare la
soglia.
E sedersi in cattedra. Per insegnarmi l’eleganza del vivere.
l’Altopiano
Sabato 20 settembre 2008
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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don Marco Pozza
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Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese,
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Hanno collaborato:
Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza,
Daniel Finco, Francesca Rodeghiero, Renato Angonese
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Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano
Foto: Foto Verona - Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
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Sabato 20 settembre 2008
ASIAGO
E’ arrivata mercoledì 17 settembre la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Comune di
Asiago in merito alla sentenza del TAR riguardante il
piano di lottizzazione “Colonie” bloccato dal consiglio
comunale nel settembre del
2007. Il Consiglio di Stato ha
respinto il ricorso del Comune, dando ragione ai
lottizzanti, perché il piano era
previsto dal Prg e ha imposto l’annullamento della delibera, condannando il Comune a pagare le spese legali.
Il contenzioso attorno al piano di lottizzazione “Colonie”
nasce quando due società, la
IV Novembre srl e la Villa
Rossi srl congiuntamente con
altri privati, presentano un
l’Altopiano
Gios: “Torneremo in consiglio e correggeremo i vizi procedurali, rafforzando
la decisione presa - Da parte mia confermo la volontà di bocciare il piano”
piano di lottizzazione della
zona. Nel marzo 2007 la giunta ha adottato il piano esprimendo però “preoccupazioni
per la salvaguardia dei valori
ambientali e paesaggistici e
per l’ulteriore espansione
delle seconde case” inviando la pratica al consiglio comunale per la votazione. In
consiglio i consiglieri di maggioranza non hanno approvato la delibera mentre l’opposizione abbandonava l’aula in
aperto contrasto con la maggioranza sottolineando che la
decisione avrebbe poi comportato il ricorso alla giustizia dei lottizzanti, come poi
verificatosi. La lottizzazione
infatti era prevista dal Prg e,
sempre secondo la minoranza doveva essere stralciata
con le varianti al Prg emesse
dall’amministrazione.
Le società hanno dunque fatto ricorso al Tar che ha dato
loro ragione annullando la
delibera in quanto il piano era
conforme alle previsioni urbanistiche. Sulla sentenza del
tribunale Regionale il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato motivando la non
approvazione della delibera
con incoerenza del piano “con
la viabilità esistente, con l’andamento demografico comunale e con le esigenze ambientali del territorio”. Motivazioni, puntualizza il Consiglio di Stato, che non sono
Per quanto riguarda il progetto di cava “Coldarco”, la Commissione regionale aveva accolto le motivazioni espresse
dalla Commissione provinciale, rilevando inoltre che l’iniziativa ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e
idrogeologico e “comporta nelle previsioni morfologiche finali
forti elementi di squilibrio
idrogeologico e di inaccoglibile
disarmonia con il contesto
paesaggistico circostante”.
Circa la richiesta di autorizza-
zione per la cava di marmo
“Kaberlaba”, la stessa Commissione Regionale aveva fatto
proprie le motivazioni negative della Commissione provinciale, rilevando tra l’altro che
non risulta ambientalmente e
paesaggisticamente
accoglibile l’attivazione di un
nuovo e ulteriore polo
estrattivo dislocato in zona
sostanzialmente ancora integra e visibile dai contesti
paesaggisticamente vincolati presenti nella zona.
state allegate alla delibera,
ma solo presentate in sede di
giudizio quindi non pertinenti
alla delibera in sè e che dunque non possono essere prese in considerazione in sede di
consiglio di Stato.
“La sentenza del Consiglio di
Stato presenta degli aspetti interessanti – commenta il sindaco Andrea Gios - il Consiglio di Stato, pur rilevando l’illegittimità della decisione del
Consiglio comunale, ha attentamente esaminato i nostri
motivi, a differenza del Tar
Veneto, correggendo la motivazione del TAR Veneto rite-
nuta carente ed ha evidentemente lasciato trasparire la
possibilità per il Comune di
assumere un nuovo provvedimento che fondi le proprie ragioni sulla carenza della viabilità e venga adeguatamente
motivato in sede istruttoria”.
“Dalla lettura della sentenza –
continua Gios - appare chiaro
che il Consiglio di Stato ha ritenuto “condivisibili le deduzioni del Comune sull’insufficienza della viabilità nell’area”.
Censurando il fatto che esse
non erano presenti in sede
istruttoria della deliberazione,
esistono fondate ragioni per
tornare in consiglio e rimediare ai vizi procedurali ed alla
carenza di istruttoria in modo
da rafforzare la decisione
presa perché da parte mia
confermo la volontà di bocciare il piano di lottizzazione
“Colonie” perché non si può
continuare a costruire in
modo scellerato caricando il
territorio di carichi urbanistici insostenibili e che minano
pericolosamente gli equilibri
ambientali\paesaggistici che
sono la vera ricchezza del
nostro territorio.”
Gerardo Rigoni
La nuova sede del liceo Scientifico
s’inaugura il venticinque settembre
E’ stata dunque fissata
per giovedì 25 settembre la
data dell’inaugurazione
della nuovissima sede del
Liceo Scientifico di
Asiago, che da lunedì
scorso già ospita gli studenti delle 9 classi della
sezione di Liceo dell’Istituto Superiore di Asiago.
Una sede accogliente e
moderna, completamente
nuova anche nelle dotazioni, oltre che nella struttura, e che già i ragazzi
hanno avuto modo di apprezzare in questi primi
giorni del nuovo anno scolastico.
Al vernissage, che culminerà con l’immancabile
taglio del nastro e con la
benedizione dei locali, saranno presenti molte autorità amministrative (fra cui
i Sindaci dei comuni
altopianesi) ed i dirigenti
21
film
Grafica Altopiano
3
Stop del Comune alla lottizzazione Colonie,
il Consiglio di Stato boccia la delibera
No alle cave di Coldarco e Kaberlaba
Al momento di chiudere il
giornale apprendiamo la notizia che la Giunta veneta, su
proposta dell’assessore agli
investimenti strategici Renato
Chisso, ha negato le autorizzazioni all’apertura e coltivazione della cava di detrito denominata “Coldarco” in Comune di Enego”, e della cava
di marmo denominata
“Kaberlaba” in Comune di
Asiago, sull’altopiano dei Sette Comuni. “Nell’assumere le
decisioni – ha spiegato Chisso
– il governo regionale ha preso atto del parere contrario alle
due cave espresso dalla Commissione Tecnica per le attività estrattive. Su entrambe le
richieste di autorizzazione si
era espressa negativamente
anche la Commissione provinciale per le attività di cava e il
parere della Provincia è obbligatorio e vincolante”.
www.giornalealtopiano.it
degli Istituti scolastici
dell’Altopiano; nella scaletta degli interventi ci
sono quelli del Presidente
della Provincia, Attilio
Schneck, del Sindaco di
Asiago, Andrea Gios, degli Assessori provinciali all’Edilizia Scolastica e Patrimonio, Nereo Galvanin,
ed alla Scuola e Formazione, Morena Martini, del dirigente provinciale Sandra
Brentan, del Dirigente Scolastico dell’Istituto, Alfredo Paiola, e del Parroco di
Asiago, don Roberto
Bonomo.Annunciate anche
le presenze degli ex dirigenti scolastici dell’Istituto, proff. Sergio Bonato e
M. Giovanna Rettore, e di
ex insegnanti dell’Istituto.
Agli interventi seguiranno
la visita dei locali ed un
buffet.
Cesare Pivotto
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
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Un anno fa l’addio a Darcy
ATTUALITA’
21.30 circa di giovedì 27 settembre 2007, suona il telefono e vedo che è il giornale,
c…o penso, a quest’ora solo
cattive notizie. Rispondo, e il
mio capo servizio mi dice
La famiglia rimasta legata ad Asiago e tuttora riconoscente per quanto
la squadra e la comunità hanno fatto e per tutto l’affetto dimostrato
“Corri allo stadio! c’è un morto!”; “ma come….” dico, ma
sto già parlando ad un telefono muto: la tragedia ci rende
tutti laconici anche dopo tanti
anni di questo mestiere. Mi
Omaggio a Rigoni Stern
Si moltiplicano, non solo in Altopiano, gli omaggi a Mario Rigoni
Stern. Tra questi c’è anche lo spettacolo con musiche di Giancarlo
Schiaffini e testi di Silvia Schiavoni intitolato “A cento passi comincia il bosco”. Un lavoro che ha già girato il mondo, presentato in
Argentina a maggio e al Mittelfest di Cividale del Friuli a luglio,
sarà anche protagonista alla radio nei prossimi giorni. Lunedì 22
alle 22 .15 su Radiotre Suite andrà in onda una bella intervista agli
autori intervallata da alcuni spezzoni dell’opera.
Associazione “Le Mani”, al via
gli incontri guidati dallo psicologo
L’associazione “Le Mani” ricorda che sabato 20 settembre alle
15 presso la sede in Via dell’Artigianato a Canove, prenderanno il
via gli incontri, con cadenza settimanale, di confronto e condivisione
di esperienze guidati dallo psicologo Giampiero Moschini sul tema
“Lo star male e lo star bene”. La partecipazione è gratuita e
aperta a tutti. Si ricorda inoltre che giornalmente c’è la possibilità
di camminare insieme con il “Nordic Walking”. Orari e modalità
si possono conoscere telefonando in sede. Questi i recapiti telefonici ai quali rivolgersi per avere informazioni, cercare aiuto o per
dare la propria disponibilità ad aiutare: 0424 692300 – 3474825078.
L’indirizzo e-mail: [email protected]
Convegno sul federalismo fiscale
Si svolgerà lunedì 22 settembre nell’Aula Magna dell’Università
di Padova un convegno per fare il punto sul federalismo fiscale.
“Il motivo conduttore di questo convegno – spiega Giancarlo Galan
- sarà quello di accoppiare due principi: da una parte autonomia e
federalismo, di cui quello fiscale è capostipite; dall’altra responsabilità e buona amministrazione. Avere più federalismo e più autonomia significa per me avere maggiori responsabilità e trasparenza, che è senza dubbio uno dei meriti di questa riforma”. Galan
sottolinea che il convegno, a cui è annunciata la presenza di ministri, presidenti di Regione, studiosi e costituzionalisti, si inserisce nel
momento giusto per influenzare le prossime scelte, per mettere
argomenti all’ordine del giorno e per suggerire un’agenda a chi
dovrà trasformare la riforma in atti concreti con i decreti delegati.
L’Associazione “Max
Longhini” festeggia i
trent’anni di fondazione
Il Nucleo Associazione Arma Aeronautica “Altopiano dei
Sette Comuni” di Asiago compie trent’anni. Fondato nel 1978
per volontà del generale Giulio Cesare Graziani, medaglia
d’oro al valor militare, ed allora presidente nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica, venne intitolato alla memoria dell’asiaghese Max Longhini Tenente Pilota
pluridecorato al valor militare.
L’anniversario verrà festeggiato domenica 28 settembre.
Nell’occasione, l’associazione, presieduta da Euclide
Gianesini, Maresciallo di 1° Classe scelto, ha deciso di devolvere una borsa di studio a tre studenti meritevoli delle
scuole superiori. “E’ doveroso – spiega a tal proposito il
direttivo dell’Associazione – ricordare e onorare i Caduti e
gli Eroi, ma anche additarli alle nuove generazioni, affinchè
tutti i giovani possano ritrovare dal loro esempio l’amore per
la patria, il senso dell’onore e del dovere e sappiano trarre
dal loro sacrifico l’impegno per costruire un mondo di pace”.
I premiati, distintisi per profitto, impegno, senso del dovere e
condotta, sono: Giulio Mastella (5° Liceo Scientifico), Elisa
Valente (5° Istituto Tecnico Commerciale) e Ilaria Brusaterra
(5° Istituto Professionale). Il programma della giornata prevede: alle 10.15 l’ammassamento ai giardini intitolati a Max
Longhini; alle 10.30 l’inizio delle sfilata con i labari e i
gagliardetti fino alla loggia dei Caduti del Municipio di Asiago;
alle 10.45, l’onore ai caduti e la deposizione di una corona di
alloro; alle 11 la Santa messa in Duomo. La consegna delle
borse di studio si terrà alle 12 nella sala consigliare del Municipio di Asiago dopo il saluto delle autorità.
S.L.
precipito
all’Odegar,
un’Odegar stranamente silenzioso, maledettamente silenzioso in una serata dove l’Asiago
scendeva in campo per la prima di campionato. Corro per
capire e i dirigenti della squadra mi spiegano che è successo qualcosa a Darcy, che quel
gigante buono è deceduto sul
ghiaccio, ma non sanno spiegarmi il perché. Corro all’ospedale per capire, prima per me
stesso poi eventualmente per
dovere di cronaca, ma anche
lì trovo lo sgomento nel personale medico, anche lì non sanno dare una spiegazione ad
una morte assurda, forse perché la morte è sempre incomprensibile. E mentre esco dal
pronto soccorso incontro i
compagni di squadra di Darcy,
lo stesso sguardo sbigottito, la
stessa ricerca di un perché, di
un come. E poi vedo lei,
Kristen, la fidanzata di Darcy
appena arrivata dal Canada.
Tutti vorrebbero abbracciarla,
consolarla ma come si fa a
consolare la fidanzata di un
marcantonio di 26 anni che se
n’è appena andato senza una
plausibile spiegazione?
Ancora oggi ci si chiede come
sia possibile, al di là delle inchieste, delle autopsie, delle
perizie di parte, di tutto quello
che consegue ad una tragedia
simile. Come è possibile che
un atleta si accasci a terra spirando poco dopo. Adesso non
è più il perché che assilla, ma
il come evitare che una cosa
del genere si ripeti e il come
onorare Darcy in questo inizio
di campionato 2008 -09.
Intanto la squadra ha organizzato il Memorial Robinson per
sabato 20 settebre alle 18.30:
un incontro amichevole con i
campioni d’Italia del Bolzano
per ricordare Darcy che ha
dato molto alla squadra e alla
comunità altopianese.
I compagni di squadra di
Darcy, poi, mantengono frequenti contatti con la famiglia,
una famiglia rimasta legata ad Asiago e tuttora riconoscente per
quanto la squadra e
la comunità hanno
fatto, dimostrando il loro affetto, come sottolineato anche
dal Consolato
canadese.
“Crediamo
sia stato importante per
la famiglia
Robinson vedere come la
comunità avesse
adottato il loro figlio
– hanno detto dal
Consolato – E’ un
segno di come Darcy
si fosse inserito nella
comunità, divenendone parte”.
Gerardo Rigoni
L’indimenticato numero 5
Gira inesorabile la ruota del
tempo che ci riporta alle soglie di una nuova stagione
agonistica, quella che prenderà il via sabato 27 settembre, data dallo scorso anno
infausta per l’hockey non
solo asiaghese ma italiano
tutto: allora era di giovedì e
quella maledetta sera si spense, spezzata da un lampo, sul
ghiaccio di Asiago la giovane vita di Darcy Robinson.
Mi è capitato spesso, da allora, anche dopo che i fari ed
i clamori della cronaca si sono
spenti, di ripensare a quei
momenti, rimasti scolpiti, indelebili, nella mia mente e nel
mio cuore; mi capita di ripercorrere e “rivedere” quella
drammatica sequenza di
movenze, quell’accorrere di
persone, ma soprattutto quei
grandi occhi fissi nel vuoto e
di rivivere quell’incredulità
indicibile e quel senso di angoscia e di impotenza quando, mentre sul campo
l’Asiago pareggiava (era il
7’32" del secondo tempo di
Asiago/Renon) arrivava folgorante la notizia che per
Darcy non c’è più nulla da
fare. Rimango ancor’oggi
impietrito, al pensarci, rivivo
fisicamente quei momenti in
cui vanamente ho sperato di
trovare, guardandomi in giro,
uno sguardo che mi dicesse
che non era vero, e quelle
incredule parole “è morto”
sussurrate quasi meccanicamente tornano a farmi
scendere brividi lungo la
schiena. Quell’aria irreale
e sconosciuta respirata non
solo quella sera, ma anche
nei giorni seguenti, fino alle
esequie ed oltre, sembra
ancora presente, sospesa
nel vuoto, quasi come una
presenza. “Ciao Darcy” diventò allora la sintesi della
sommessa incredulità e disperazione, ma al tempo
stesso del cordoglio e dell’amicizia di tanta, tanta
gente; un “Ciao Darcy”
che tuttora riporta alla mente l’immagine ed il ricordo
di quel ragazzo venuto da
oltreoceano ma che ormai
sentiva questa terra un po’
sua.
Dopo un anno si ricomincia
con molti di coloro che
c’erano anche allora. Domenica la gara col Bolzano
non sarà solo un evento
sportivo ma sarà ancor più
un tributo alla memoria, fatto di tanta emozione, per
chi sarà in campo ma anche per chi sarà sulle tribune; e sabato 27 giocare
il primo disco della stagione ancora su quel ghiaccio
che un anno prima era stato teatro degli ultimi istanti
di vita di Darcy sarà ancor
più difficile.
Lui non ci sarà, fisicamente, ma l’augurio è che quel
ragazzone tutta energia che
non può più mordere il
ghiaccio con le lame dei
suoi pattini sia ancora là,
nello spogliatoio e sul ghiaccio a fianco dei compagni,
ma soprattutto che il suo
ricordo sia ancora nel cuore di tutti, e che niente possa e debba scalfire questa
immagine: quella maglia n°
5 che nessun giallorosso
vestirà più deve continuare
ad essere, per tutti, la maglia di Darcy Robinson.
Cesare Pivotto
8
Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
5
Concluse le celebrazione per i 40 anni del Golf Club Asiago
“Campi da golf per salvare il verde”
ATTUALITA’
Pagina a cura di
Cesare Pivotto
Lo stimolo del presidente Nereo Sartori rivolto agli amministratori dell’Altopiano per valorizzare
l’ambiente circostante creando un paradiso per questa disciplina e dando qualità al turismo
Nereo Stella
Si sono concluse sabato 6 settembre le celebrazioni indette
dal Golf Club di Asiago per
festeggiare i 40 anni della sua
iscrizione alla Federazione Italiana Golf.
La serata di gala, che si è tenuta presso la Club House, ha
avuto inizio alle ore 20 nella
splendida cornice della piana
del Meltar, per l’occasione
addobbata a festa con centinaia di candele che illuminavano le vie di accesso, il lago
e il Meltar Resort, ed stata allietata da musica e filmati che
ricordavano i momenti salienti
della storia del golf ad Asiago:
dagli ospiti del Festivalbar con
una giovanissima Gigliola Cinguetti, ai primi colpi sul green
di golfisti alle prime armi, dalla
costruzione del campo a 18
buche alla
recente
ristrutturazione della foresteria.
Nel corso della serata sono state premiate e nominate Socie
Onorarie tre socie: Nerina
Corà Pioppi, Anna Maria
Spaolonzi Golfieri e Adriana
Rossetto Menegatti. Le tre “signore del golf” sono state festeggiate da oltre 120 amici, fra
i quali molti golfisti, rappresentanti delle istituzioni ed autorità sportive.
Il vicepresidente della Provincia, dr. Dino Secco ha premiato
il Presidente del Golf, dr. Nereo
Sartori a nome della Provincia
per aver portato avanti con tanta caparbietà e successo la gestione di una struttura così importante per tutta l’area veneta
e vicentina in particolare; un
importante riconoscimento è
arrivato anche dal Presidente
della Federazione Italiana Golf,
Franco Chimenti, rappresentato per l’occasione dal Consigliere Nazionale Paolo Casati.
Il Golf Club di Asiago aveva
ricevuto lo scorso 4 gennaio
anche dall’Amministrazione del
Comune di Asiago un importante riconoscimento per l’attività svolta a favore del turismo sul nostro altopiano.
Nel suo lungo discorso il Presidente Sartori, dopo aver ricordato le svariate iniziate organizzate per queste celebrazioni (dalle mostre fotografiche sull’altopiano al Coro
Asiago, dalla storia della grande guerra alle escursioni sui
campi di battaglia, dalle visite
al nostro osservatorio
astrofisico a serate di grande
musica, dalla storia del nostra
Reggenza e delle sue tradizioni
alle erbe del nostro territorio,
ad una gara di golf con oltre
20’000 • di montepremi per i
professionisti), rese possibili
anche grazie all’aiuto di importanti sponsor, ha ricordato i
suoi predecessori “Avrei voluto festeggiare con tutti i presidenti che mi hanno preceduto
ma sono certo comunque che i
presidenti che ho conosciuto
personalmente e che quest’anno ci hanno lasciato sono comunque qui con noi: da Egidio
Pioppi, che per primo ha accarezzato l’idea di sviluppare il
nostro golf a 18 buche a Franco Gemmo, mio maestro, che
poi con grande caparbietà le
ha realizzate, va tutto il nostro
nostalgico ringraziamento”.
“40 anni or sono quindi il nostro golf entrava nella grande
famiglia della Federazione ma
per giungere a questo importantissimo atto si deve tornare indietro nel tempo quando l’idea
è stata partorita, quindi almeno
all’inizio degli anni ‘60, e vi assicuro che per noi asiaghesi doc
pensare al futuro con una larghezza di vedute cosi ampia ha
del miracoloso; i miei soci si
stancheranno di sentirmelo dire
ma io lo ripeto: se questa sera
siamo qui a festeggiare 40 anni
di golf il merito è anche e soprattutto di quel sognatore, e in
questo caso realizzatore di sogni, che si chiama Nereo Stella, che è stato il primo Presidente del nostro sodalizio, unico presidente non golfista, cosa
che gli da ancora maggior merito”.
“Ma cos’era il golf negli anni
sessanta – ha proseguito – e
come è cambiato in tutti questi
anni? Direi che il golf è uno
spaccato della nostra società,
che è in continua evoluzione,
negli anni sessanta il golf di
Asiago iniziò con una trentina
di soci e una quarantina di ragazzini che facevano da caddy;
ora sono più di 700 azionisti,
quasi 400 i tesserati e un paio
di caddy….. su prenotazione! 40
anni fa era molto difficile avvicinare i giovani al golf, ora
abbiamo grandi soddisfazioni
e portiamo i giovani ad amare
questo sport, che tra l’altro in-
segna la correttezza e l’amore
per la natura, (notoriamente sul
cemento e sull’asfalto non si
gioca a golf). Mettiamo a disposizione un organizzazione a
loro riservata, il “Club dei Giovani”, con una maestra professionista di alto livello. Ieri i
nostri giovani under 18 hanno
disputato le “Golfiadi” gara di
fine stagione, riservata al loro
club, che ormai conta più di
sessanta iscritti”.
“Mi ricordano i pionieri del golf
che negli anni 60/70 non si giocava neppure un paio di mesi
all’anno; ora il nostro golf è
aperto da aprile ai primi giorni di novembre, e questo non
un solo per l’aumento
esponenziale del numero degli
appassionati in Italia e all’estero che vengono qui a giocare
ma anche per una forte promozione accompagnata da
agevolazioni, ci tengo a dirlo,
da me promossa e che ho fortemente voluto assieme ad altri consiglieri, a favore dei residenti dell’altopiano. Quindi
in questi anni da sport di élite
a sport/gioco e basta, con un
alto fattore di aggregazione sociale; non uno sport per pochi,
quindi, ma luogo di incontro
tra amici ed appassionati che,
nel rispetto di regole ben precise e sulle quali non si transige,
trascorrono in questo paradiso
ore spensierate e di relax”.
Sartori ha poi posto l’accento,
rivolgendosi agli amministratori locali presenti, sulla valenza
del golf come fattore di grande
promozione turistica “Se 40
anni fa i 30 pionieri contavano poco in termini numerici,
ora possiamo dare dei dati che
hanno una grande valenza per
il turismo e il nostro territorio.
A tutto agosto hanno partecipato alle gare da noi organizzate oltre 5000 giocatori (il che
vuol dire che almeno il triplo
sono entrati in campo.. per fare
qualche buca); di questi 5000
oltre il 60% esterni, cioè soci
di altri club, e di questi almeno un 35% di stranieri, che
sono in continuo aumento. Se
solo negli anni novanta i giocatori soci del nostro Circolo
rappresentavano la grande
maggioranza dei giocatori in
campo, ora, con un campo vero
a 18 buche, molti altri golfisti
di altri club vengono da noi per
poi ritornare, perché sanno di
trovare un campo ad altissimo
livello che scoprono impegnativo ma divertente, ben mantenuto con addetti professionalmente preparati, gentili e che
ti accolgono sempre con un
sorriso, campo che ha degli
ottimi professionisti ed eccellenti attrezzature. Cosi si spiega il nostro aumento
esponenziale dei giocatori e
degli iscritti ogni anno”, ricordando anche i rapporti di amicizia e gemellaggio con vari altri club, tra cui uno dei club più
prestigiosi d’Italia, quello
dell’Olgiata di Roma. “Facciamo turismo, quindi aiutiamo
nel nostro piccolo ad offrire una
ragione in più per salire e fermarsi sul nostro altopiano. Infatti il turismo golfistico è uno
dei settori turistici moderni in
maggiore crescita ed è importante perché allunga la stagione turistica. E quando un
golfista si muove lo fa per giocare a golf, ma poi dorme nei
nostri alberghi, mangia nei
nostri ristoranti e fa shopping
nei nostri negozi. I potenziali
clienti golfisti sono ormai decine di milioni a livello mondiale. Ad essi si devono offrire
infrastrutture di qualità e alta
professionalità. Tutta l’economia di un territorio come il
nostro ne trae vantaggio e noi
siamo orgogliosi di questo. Anche se alcuni imprenditori locali, pur godendo dell’indotto da noi portato, restano
poco propensi a partecipare
alle nostre iniziative, questo
investimento fatto tutto dai
Soci del Club ha permesso in
questi 40 anni di mantenere
intatto un pezzo di territorio
che d’estate è golf e d’inverno si trasforma in Golf Arena
per lo sci, ospitando anche
gare di Coppa del Mondo”.
Dopo aver ricordato come
questa struttura significhi anche posti di lavoro per una
decina di persone per tutto
l’anno che diventano oltre una
trentina nei mesi d’estate,
Sartori ha ricordato anche
come nel 2007 il campo abbia
aderito al programma “ impegnati nel verde” ed abbia ottenuto l’attestato di merito “Il che
significa un campo mantenuto
senza veleni e un corretto uso
delle risorse idriche ed
energetiche; in Italia campi con
questo attestato sono solo una
decina; questo è non solo un
vantaggio per chi gioca ma
anche per l’ambiente”.
Ha poi ricordato come “Da un
paio d’anni abbiamo anche la
nostra foresteria, che è un
Resort a 4 stelle, anche in questo caso grazie ad un investimento su base volontaria; ora,
come sapete, abbiamo in programma un centro benessere
che potrà essere usato da tutti i
soci oltre ovviamente da turisti
e residenti in genere” ed ha concluso “Qual è quindi il nostro
programma per il futuro? Sicuramente continuare a sognare come faceva Nereo Stella più
di 40 anni fa e vedere un
Altopiano con tanta natura,
magari con altri tre o quattro
campi da golf. Valorizzare
l’ambiente circostante creando
un paradiso del golf, bilanciando e armonizzando quanto
era stato fatto con lo sviluppo
selvaggio degli anni passati.
Mi auguro che questo concetto
possa essere capito e condiviso
dalle
amministrazioni
dell’altopiano, in quanto potrebbe significare un maggior
sviluppo turistico sia in termini qualitativi che quantitativi.
Per quanto ci riguarda nell’immediato il programma è più realistico: dobbiamo continuare
a migliorare il campo storico
ampliandolo con altre nove
buche e aggiungere il centro benessere alla struttura ricettiva.
Il nostro fine deve essere quello di offrire a tutti coloro che
fanno parte della grande famiglia del golf di Asiago ed agli
amici un ambiente sempre più
sano, divertente, rilassante e
sereno perché questo è sempre
stato e sarà anche in futuro il
nostro principale obiettivo”.
8
l’Altopiano
Sabato 20 settembre 2008
www.giornalealtopiano.it
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La grande famiglia dei donatori
ASIAGO
Sabato 13 e domenica 14 ad
Asiago i Gruppi AIDO e
AVIS dell’Altopiano di
Asiago hanno festeggiato
rispettivamente i 35 anni ed
i 40 anni di fondazione con
il “Weekend del donatore”.
Il Gruppo Aido è il primo
fondato nel Veneto ed il secondo in Italia quasi a rappresentare la propensione
alla solidarietà tipica della
razza montanara, un’icona
di come dovremmo essere
tutti pronti ad aiutare il nostro prossimo.
Il sabato sera, nella sala
della Reggenza, il direttore
generale Ulss 3 Valerio
Alberti, il prof. Massimo
Pedrotti oculista del San
Bortolo di Vicenza, il giornalista Giandomenico Cortese e, come ospite d’onore, il registra ed iscritto
Ermanno Olmi hanno tenuto un incontro sul tema “La
Donazione in Italia”. Una
serata in cui è emerso che
la donazione d’organi è in
aumento, compresa quella
di tessuti e cornee, un dato
legato in particolare alla diminuzione delle opposizioni
al prelievo: da un 42% nel
2005 si è infatti arrivati a
una percentuale di opposizione del 20% nel primo
semestre 2008.
Avis e Aido, festeggiati rispettivamente i 35 e i 40 anni di attività dei gruppi
dell’Altopiano. Per l’occasione organizzato un weekend di incontri sport e convivialità
“Anche l’Altopiano si distingue per il numero di donazioni – ha ricordato Mario Rigoni, presidente
dell’Aido Altopiano che
conta circa 1000 iscritti tra
il gruppo Altopiano ed i
gruppi di Lusiana e Conco
modo per trasmettere in
maniera positiva il messaggio della donazione degli
organi – ha detto Franco
Morello – Anzi cogliamo
l’occasione per ringraziare
quanti hanno reso possibile
la gara, dall’amministrazione comunale che ha accolto
favorevolmente la proposta
e ci ha aiutato nell’organizzazione, in particolar modo
l’assessore Guido Carli, al
Gruppo di Base, la Polizia
Municipale, la Protezione
Civile e gli Alpini, senza il cui
supporto logistico non avremmo potuto realizzare questa
manifestazione, così come gli
sponsor Rigoni di Asiago,
Caseificio Pennar, L’Emporio Casalinghi, Ras Assicurazioni e le Assicurazioni
Fondiaria Sai”.
Gerardo Rigoni
Venire al mondo
e’ un po’ come aprire un credito in banca…
… la nostra vita e’ un capitale preso in prestito che un
giorno si dovra’ restituire
quello che ciascuno di noi
e’, in quanto a esistenza, lo
ha ricevuto dalla natura:
dai genitori, dagli alimenti,
dall’aria e dalla luce
il nostro corpo, come per il
capitale prelevato in banca, non ci appartiene
e un giorno lo dovremo restituire perche’ torni com’era
alle origini, a tutto cio’ che
ci ha generato.
Ma con in piu’ gli interessi:
vale a dire, una parte di
quel che nel corso del nostro vivere il nostro corpo ha
guadagnato e ci ha fatto crescere.
Cena sociale e gita
Corsa del donatore: i primi
tre classificati di ogni categoria
Under 14 femminile: 1)
Rosa Debora; 2) Cherubin
Maria; 3) Valente Maria;
Under 14 maschile: 1)
Milardi Francesco; 2) Marini Filippo; 3) Paganin
Marco. Assoluta femminile: 1) Fabris Marta; 2)
Forte Roberta; 3) Rela Serena. Assoluta maschile:
1 ) Stefano Bertoldo; 2)
Bidese Giovanni 3) Rigoni
Sergio.
– Negli anni
sono stati effettuati ben 29 donazioni che hanno donato la vita
ad altri.”
Domenica invece è stato il momento dello sport
con la 1^ Corsa
del Donatore
“Città
di
Asiago”, marcia
non competitiva
di 6 km su un
percorso di 2 chilometri nel centro di
Asiago. Purtroppo il tempo
inclemente ha fatto sì che
il numero dei partecipanti
fosse piuttosto ridotto: solo
65 atleti hanno preso il via
tra ragazzi e adulti.
“Un’esperienza che si ripeterà sicuramente perché riteniamo che è il miglior
L’Avis Altopiano organizza per il giorno 4 ottobre la 40°
festa sociale. Alle 17.30 raduno e messa presso la chiesa
parrocchiale di Roana, alle 19.30 cena al Palazzetto dello
sport con premiazione dei donatori benemeriti. Viene organizzata anche una lotteria di beneficienza e si potrà divertirsi con il ballo. Le prenotazioni si ricevono entro il 28
settembre presso i capigruppo e la Pasticceria Carli di
Asiago. Viene inoltre organizzata per il 19 ottobre una
gita a Sirmione e cascate del Varone, aperta soci e simpatizzanti. Il programma prevede la partenza alle 6.30 da
Asiago, la visita libera a Sirmione, il pranzo nei pressi di
Riva del Garda con menù trentino e nel pomeriggio la
visita a Riva e alle Cascate del Varone. Le iscrizioni si
ricevono presso i capogruppi delle varie sezioni o la sede
Avis presso l’ospedale di Asiago, entro il giorno 28 settembre.
Quindi, questo pagamento
degli interessi non e’ un
dono ma un dovere.
E’ la giusta mercede di cui
siamo debitori.
Essere donatori di organi
e’ un atto dovuto di giustizia
nei confronti della vita che
abbiamo ricevuto e di cui
abbiamo tratto beneficio
onoriamo dunque
questo patto fondamentale
della nostra esistenza.
Ermanno Olmi
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Lions Quest nelle scuole di Asiago
I cippi e i monumenti della Grande Guerra vanno …a ruba
Il programma educativo del Lions Club International presente con Paola Vigliano
Ladri di storia in Altopiano
Educare gli educatori sui
tanti pericoli a cui sono
esposti i nostri giovani,
dalle droghe all’uso eccessivo del cellulare, dalle cattive compagnie alle
illusioni fornite dalla televisione. E’ questo lo scopo principale del programma Lions Quest promosso dal Lions Club, un
programma di prevenzione primaria considerato
tra i migliori del mondo
tanto da essere presente
in oltre 50 paesi
interrottamente dal 1984
e in continua espansione.
I pericoli di oggi, dovuti
anche ai numerosi mezzi
d’informazione e ai molteplici mezzi di comunicazione, possono mettere a
rischio lo sviluppo dei giovani impedendo loro di formarsi un carattere capace
di affrontare e costruirsi
positivamente una vita. Proprio per cercare di aiutare
i giovani ed i loro educatori,
scuola, famiglia, coetanei,
il Lions Club Asiago 7 Comuni, su richiesta e con la
collaborazione dell’assessorato ai Servizi Sociali di
Asiago, ha organizzato una
tre giorni di formazione per
gli insegnanti delle scuole
altopianesi con la dottoressa Paola Vigliano, una dei
due formatori italiani del
progetto Lions Quest. Il
corso, attraverso una serie
di giochi di simulazione, ha
accompagnato i partecipanti a scoprire le conoscenze necessarie per potenziare nei ragazzi la conoscenza di sé, la gestione
dei propri sentimenti e del-
le conflittualità, il pensiero
critico e lo sviluppo delle
capacità di fare delle scelte, di progettare e di assumere degli impegni portandoli a termine. “Applicando con costanza questo
metodo si riesce a prevenire molti dei mali che affliggono la scuola oggi e quindi
anche la società di domani
– dice Paola Vigliano – Il
linguaggio è integrazione,
integrazione non solo intesa come accoglienza dei
cittadini diversi, ma del diverso, e tutti noi siamo stati
“il diverso” in qualche momento della nostra vita. Bisogna lavorare sulla comunicazione sia degli scolari,
sia dei loro educatori in
modo che tutti quelli coinvolti nel processo educativo
possano crescere ed imparare uno dall’altro”.
“Per
esempio
sull’Altopiano, pur essendo
un luogo tranquillo e privilegiato sotto l’aspetto della
sicurezza sociale, ci sono
segnali di problemi di tipo
comunicativo – relazionale
sia all’interno della scuola,
sia all’interno delle famiglie
– spiega Vigliano –
Un’incomunicabilità che
alla lunga potrebbe “tarpare le ali” a qualche soggetto promettente. Noi
vogliamo dare agli insegnanti gli strumenti perché quel giovane, e tutti i
giovani altopianesi, possano invece spiccare il
volo.”
“Per diventare buoni cittadini, i giovani devono
imparare a prendere decisioni, saper comunicare
ed evitare le facili illusioni del mondo di oggi –
dice Giancarlo Rigoni,
presidente della sezione
locale Lions - . È proprio
in questo ambito che interviene Lions Quest: un
programma di vita pratica
svolto nelle scuole e rivolto a bambini e ragazzi,
dalle materne alle medie”
Gerardo Rigoni
L’Unione sportiva Asiago
ripulisce i boschi
Un segno di civiltà da parte
degli atleti asiaghesi
Anche quest’anno si è ripetuta la giornata eco
– sportiva dell’Unione Sci Asiago, una manifestazione oramai consolidata che si svolge da
molti anni. Atleti ed allenatori della società hanno dedicato un giorno del programma di allenamenti alla pulizia dei boschi e al ripristino di
alcuni bivacchi nella zona sud di Asiago.
La giornata ecologica serve proprio per
sensibilizzare i giovani atleti al rispetto e alla
conoscenza del territorio che ospita i loro allenamenti sia estivi sia invernali. Quasi un “gra-
zie” all’ambiente che li vede correre,
sciare e sudare tra i boschi altopianesi.
In particolare quest’anno sono stati ripuliti dai rifiuti abbandonati durante la
stagione estiva la strada del Barenthal
e le zone circostanti i due bivacchi del
Torle e della Pria dell’Acqua; un segno
di educazione contrapposto all’inciviltà
di molti. I due bivacchi sono stati a loro
volta interessati ad una pulizia di fondo
e alla fine imbiancati.
G.R.
Fanno gola a molti, soprattutto agli appassionati della
Grande Guerra, sono le vestigia scolpite sulla roccia dai
soldati del primo conflitto
mondiale. Le montagne delle Prealpi vicentine sono
ricche di testimonianze che
ricordano la lunga permanenza in trincea di fanti e
alpini; a cippi e monumenti
commemorativi degli epici
combattimenti
si
antepongono i lavori compiuti
nelle retrovie dalla truppa
durante gli agognati momenti
di riposo. E sono proprio
questi ultimi a finire tra le
mani di collezionisti senza
scrupoli, che incautamente
acquistano le opere
da chi li sottrae ai
campi di battaglia.
Ultimo in ordine di
tempo è lo stemma
del Genio rubato in
località “Costa
Buda”, lungo la
strada Pria dell’Acqua – Granezza, da
oltre novant’anni ricordava il reparto
che lì stazionò lavorando alacremente
alla costruzione della viabilità, vie
ancor oggi praticate da boscaioli e villeggianti. A segnalarne la scomparsa
è il Gruppo Tutela e Ripristino del Patrimonio Storico, un comitato composto
da volontari che si occupa
ormai da tempo di salvaguardare i resti della Grande Guerra. “L’altorilievo
con impresso lo stemma
del Genio Zappatori –
dice Valter Borgo – rappresentava la chiave di
volta di un arco in pietra.
Ora che il montante è stato sottratto, l’assetto di
tutta la struttura è diventato precario e quindi nel
tempo destinato a crollo
sicuro. Non scordiamo
che sopra il manufatto
spesso transitano o par-
cheggiano numerose auto
di turisti domenicali, essendoci nelle vicinanze un
area attrezzata per il picnic”. Del fatto, così come
della sopraggiunta pericolosità dell’area, è stato informato l’ufficio Patrimonio di
Asiago, Comune su cui ricade l’area in oggetto. A tal proposito la dott.sa Bazzotto comunica che a breve saranno
intrapresi i lavori per mettere in sicurezza il luogo. Sempre dal Gruppo altopianese
arriva la segnalazione di un
altro tentativo di furto, questa volta in località
Marcesina, dove ignoti hanno lavorato alacremente per
impossessarsi di uno
stemma posto sotto al
ponticello “1° Lotto”,
fatiche per fortuna
spese vanamente per le
difficoltà presentatesi al
momento di estrarre il
blocco di pietra, o forse
perché i ladri sono stati
disturbati. Rimane comunque la disapprovazione e condanna di enti
e
associazioni
combattentistiche verso
chi si appropria di questi monumenti alla memoria al mero scopo di
poterne godere privatamente.
Daniel Finco
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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I casi della provincia di Belluno, dell’Altopiano d’Asiago, dell’Alto Friuli
ATTUALITA’
Pagina a cura di
Cesare Pivotto
Belluno. E’ iniziato nei giorni
scorsi a Belluno il service che
vede impegnati congiuntamente
i Rotary Club di Asiago
Altopiano 7 Comuni, Belluno,
Cadore-Cortina, Feltre e
Tarvisio per approfondire la
tematica dello spopolamento
delle zone montane. Si tratta di
una serie di incontri pubblici
che è iniziata lo scorso 11 settembre a Belluno e che proseguirà fino a primavera con
l’impegno al termine di questa
ampia “ricognizione” di pubblicare i testi di tutti gli interventi in agenda e di discuterli
in una tavola rotonda con le
Regioni e le istituzioni interessate.
A presentare i contenuti dell’iniziativa nel corso di una conferenza stampa tenuta nei giorni
scorsi a Belluno sono stati i presidenti dei R.C. di Belluno,
Ermanno Gaspari, di Feltre
Antonio Francesco Bortoli, di
Cadore-Cortina
Gabrio
Ghedina, di Asiago Altopiano 7
Comuni Fabio Finco e di
Travisio Mauro Vidrigh. “Il
taglio dato è pragmatico – ha
precisato il Presidente del R.C.
Altopianese Fabio Finco - si
cercherà di fornire proposte
concrete sul piano socio-culturale con l’aiuto delle tante competenze presenti all’interno dei
club; alcuni dei temi affrontati saranno: l’agricoltura, la
mobilità, le risorse energetiche
e i servizi”.
“Ai relatori – si è detto in quell’occasione - si chiede di individuare nuovi percorsi, elementi
innovativi, un’analisi di opportunità da far conoscere alle
comunità locali delle tre aree
interessate (la provincia di
Belluno, l’Altopiano dei 7 Comuni, l’Alto Friuli) al fine di
promuovere appropriate azioni nei più diversi settori sociali ed economici”; fra i relatori
coinvolti dal nostro Club ci saranno il Sindaco di Asiago, An-
Come contrastare
lo spopolamento
delle zone montane
Scenari, idee, proposte in una serie di
incontri promossi dal Rotary Club
percorsi, elementi innovativi,
un’analisi di opportunità da far
conoscere alla comunità.
I temi in agenda sono:
drea Gios, ed il Presidente della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, Giancarlo Bortoli.
Il primo appuntamento ha visto come relatore il prof. Gino
Zornitta, docente di statistica
all’Università Ca’ Foscari di
Venezia, e si è tenuto giovedì
11 alle ore 19,30 nella Sala
Muccin del Centro Giovanni
XXIII a Belluno. Tema dell’incontro, tenuto conto dell’elevato rischio di vedere abbandonate le aree marginali e difficili delle nostre montagne, è
stato “La popolazione: sua
evoluzione e distribuzione sul
territorio”; il prof. Zornitta ha
presentato lo stato di fatto, le
proiezioni demografiche, gli
scenari che si profilano in provincia di Belluno anche nel contesto della montagna veneta,
fornendo dati relativi all’evoluzione ed alla distribuzione della
popolazione, evidenziando un
calo demografico che va oltre
il tasso fisiologico, ma è per
esempio legato all’isolamento
delle zone montane ed alla scarsità di infrastrutture e concludendo con una domanda aperta: “lo spopolamento della mon-
tagna porta con sé il degrado,
lo possiamo accettare”?
Queste le motivazioni e le considerazioni sul tema
espresse dai Club promotori
dell’iniziativa
«Le aree montane stanno palesemente dimostrando uno stato di sofferenza nei confronti
delle aree a quota inferiore, oltre che, nel Veneto, nei confronti
delle confinanti Province autonome e Regioni a statuto speciale. Lo dimostra la volontà dei
cittadini che hanno votato con
massiccia partecipazione i referendum per cambiare regione e provincia (Lamon,
Sovramonte,
Cortina
d’Ampezzo, Livinallongo del
Col di Lana, Colle S. Lucia,
Sappada,
8
Comuni
dell’Altopiano d’Asiago).
L’analisi degli spostamenti dei
residenti all’interno dei comuni
montani dimostra come certe
aree di media ed alta montagna
si stanno via via sempre più
spopolando. Il fenomeno maggiore si registra sopra la quota
altimetrica di 700 metri, laddove
c’è stata una regressione del turismo estivo, un abbandono del-
l’agricoltura ed uno spostamento delle maggiori industrie verso valle (occhialerie in particolare).
Tale negativo processo non
può lasciare indifferente il
Rotary Club. Un contributo
importante di opinioni e soprattutto di idee nuove, la volontà
di creare consapevolezza, l’esigenza di ricercare soluzioni
possibili sono le linee-guida di
questo concreto “service” - 20
incontri pubblici - rivolto alle
comunità
locali.
I Rotary Club della provincia
di Belluno, di Asiago Sette Comuni, di Tarvisio si sono ritrovati uniti e convinti su una azione di raccolta di idee utili a mitigare tale tendenza, che a lungo termine può portare alla
morte sociale dei piccoli paesi
montani e ad un abbandono
certamente foriero di gravi problemi di disordine di vario tipo,
a svantaggio di tutta la società.
Basti solo pensare alla mancanza di presidio del territorio nel
campo
del
dissesto
idrogeologico, della agricoltura, delle infrastrutture stradali
minori. La ricognizione si concentrerà sui settori che in maggiore misura incidono sulla sopravvivenza in montagna: agricoltura, turismo, commercio,
artigianato, risorse energetiche,
servizi alla persona, viabilità,
trasporto pubblico. Ai relatori,
fra cui diversi soci rotariani, si
chiederà di individuare nuovi
- Il contesto demografico: il rischio di vedere abbandonate le
aree marginali e difficili delle
“nostre” montagne, proiezioni
e scenari
Il presidio dell’agricoltura
(multifunzionalità dell’agricoltura di montagna)
- La leva del turismo: il punto di
vista dei “tour operator”, la cultura dell’ospitalità, le nuove tendenze del mercato, il volàno
degli impianti sciistici
Il commercio: come tenere
aperti i piccoli negozi nei paesi
di montagna
- Le attività economiche: la
filiera agro-alimentare turismo;
l’artigianato in quota; l’industria;
pluriattività e residenzialità
- La gestione del
territorio: la pianificazione urbanistica comunale, la gestione
delle aree protette, la cura del
bosco e la manutenzione del territorio - Il sistema dei trasporti:
il trasporto pubblico locale, la
rete viaria intervalliva
- I servizi alla persona: sanità e
sociale
Norme e fisco: l’accorpamento
fondiario, i costi di vivere in
quota, quali interventi compensativi, come superare gli svantaggi normativi
- Tavola rotonda conclusiva con le Regioni Veneto e
Friuli Venezia Giulia e le istituzioni Questioni aperte:
Popolazione sempre più
vecchia e numericamente in declino.
In provincia di Belluno, sull’asse della Val Belluna è concentrato il 70% della popolazione
residente. Negli ultimi cinque
anni, vi sono dei comuni, anche a vocazione turistica, che
I corsisti di francese ringraziano
“Speriamo che l’esperienza si ripeta anche il prossimo anno”
Si è concluso il 27 agosto il corso
di lingua francese, iniziato nel
mese di luglio, promosso dall’Amministrazione Comunale di
Asiago ed organizzato con la collaborazione degli uffici dei servizi
sociali. L’ iniziativa è stata bene
accolta vista la numerosa adesione di residenti e villeggianti. “E’ la
dimostrazione che la gente apprezza e cerca la cultura – dice
Diego Rigoni, assessore ai Servi-
zi Sociali –Anche nel periodo estivo le persone cercano l’arricchimento personale basta che sia
svolto in un ambiente famigliare e
con costi contenuti.” “Un apprezzamento particolare
va all’impegno
profuso dalla
Prof.ssa Lucia
Ciscato Morelli
hanno visto una diminuzione
dei residenti superiore al 5%.
Gli stessi immigrati, in ogni caso, si sono
insediati nelle aree a quote più
basse. Anche sull’Altopiano
d’Asiago il trend demografico
registra un andamento sostanzialmente in decremento con
un marcato calo della popolazione residente (scesa da
29.000 a 21.000 abitanti).
Uno sviluppo il più possibile
autopropulsivo e integrato: In
una recente conferenza tenuta
al Rotary di Belluno e che entrerà a far parte degli atti del
ciclo di incontri pubblici su
“Come
contrastare
lo
spopolamento delle zone montane” è emersa la possibilità di
un maggiore protagonismo degli Enti locali nella produzione
idroelettrica da salti d’acqua fluente (acquedotti, ecc.). Un impianto idroelettrico di potenza
pari a 850 Kw e con una
producibilità di 3.500.000 kWh
annui - al netto degli oneri finanziari - può mettere a disposizione del soggetto gestore
pubblico un margine operativo
di 300 mila euro l’anno, con
beneficio per la popolazione
residente e un significativo contributo al protocollo di Kyoto.
Il Pat del Comune di Asiago intende evitare che l’Altopiano
svolga la funzione di area di “seconde case” di cittadini della
pianura veneta e, anziché sulla
quantità di nuove espansioni,
punta sulla progettazione della
qualità del territorio. Per contro la trasformazione del territorio dovrebbe essere legata, in
via prioritaria, all’individuazione
di attività economiche integrate
(“filiere”) in grado di generare ricchezza diffusa.Anche l’Alto Friuli
ritiene necessario uno sviluppo
integrato basato sulle nuove tecnologie e sulla valorizzazione delle risorse locali».
che ha saputo trasmettere ai noi il
suo entusiasmo per la lingua francese – è il commento unanime
dei partecipanti –Auspichiamo in
un’analoga iniziativa per la prossima stagione turistica”. G.R.
8
Sabato 20 settembre 2008
ASIAGO
Quella recente è stata una stagione ricca di soddisfazioni
per il ristoratore asiaghese
Riccardo Cunico, grazie a una
serie di riconoscimenti susseguitisi nel giro di pochi mesi.
“Agosto strepitoso a parte –
commenta - anche da noi si è
fatto sentire il calo di lavoro
lamentato a livello generale,
ma, nonostante ciò, a gratificarci è stato l’arrivo di premi
inaspettati”. Una grande passione per la cucina e un amore immenso per l’Altopiano:
sono questi due ingredienti,
semplici ma essenziali, il vero
segreto del successo di
Riccardo Cunico, gestore assieme alla moglie Dora del
Ristorante Al Maddarello di
Asiago. Un successo che non
va inteso in termini economici, bensì come gradimento e
consenso di pubblico. “Con
il mio lavoro – dice Riccardo
– non si diventa ricchi, soprattutto qui da noi, dove le stagioni dipendono da molti fattori. Ma per me la soddisfazione più grande è quella di
essere riuscito a farmi volere
www.giornalealtopiano.it
9
Innamorato del suo lavoro,
innamorato dell’Altopiano
Numerosi i premi conferiti a Riccardo Cunico per il suo impegno
nel settore della ristorazione. “La soddisfazione più grande è quella
di essere riuscito a farmi voler bene dalla gente dell’Altopiano”
bene
dalla
gente
dell’Altopiano, che mi ha
visto crescere, dopo essere partito dal niente.
Qui siamo in paradiso, io
sono
innamorato
dell’Altopiano e per questo, non appena posso,
lo esalto in qualsiasi
modo possibile”. Dopo
aver ricevuto l’attestato
di “Locale del Cuore” al
termine di una serata organizzata dagli editori
della guida “Nordest a tavola” con una cena a scopo benefico in cui in vari
convenuti avevano portato un proprio piatto, ai
primi di giugno Riccardo
ha avuto il piacere di ricevere
nel suo ristorante la visita dei
componenti de La Chaine de
Rotisseurs, la più antica Associazione gastronomica del
mondo, presente in più di 100
paesi. “Doveva essere un in-
I Neolaureati dell’Altopiano
Martina è dottoressa in lettere
Martina si è laureata. Mercoledì 17 settembre presso
l’Università di Trento, corso
di lettere e filosofia, la nostra redattrice è diventata
dottoressa in lettere.
Ha presentato una tesi dal
titolo “Paesaggi di carta:
l’Altopiano di Asiago nei racconti di Mario Rigoni Stern”
ottenendo il lodevole punteggio di 106/110, con i complimenti della commissione
per il suo lavoro. Al ritorno
da Trento festa per lei nella taverna dell’Hotel Milano con amici e parenti.
Martina Rossi, di Asiago,
l’Altopiano
ha 22 anni, è figlia di Mario
e Manuela dall’Oglio. Da due
anni è impegnata ed apprezzata collaboratrice del nostro
giornale. Dopo la fatica della
laurea, niente vacanza per lei:
da lunedì ricomincia l’Università per il corso di
specializzazione in italianistica
e critica letteraria. All’emozione e alla soddisfazione di
mamma e papà, del fratello
Gabriele e del fidanzato
Luca per questo bel traguardo raggiunto si aggiunge anche la nostra. A Martina le
congratulazioni da parte di
tutta la redazione.
contro ristretto del direttivo –
commenta Romolo Cacciatori, consigliere nazionale dell’Associazione e presidente
per il Veneto – ma la ricchezza del menù ha dilatato la presenza a quasi quaranta persone. L’incontro è stato di grande interesse: Riccardo ha presentato la sua cucina semplice e raffinata, e il servizio di
Dora è stato all’altezza della
situazione. Riccardo e la sua
equipe saranno intronizzati a
Stresa il prossimo anno nel
corso dello svolgimento dello
Chapitre Annuale d’Italia”.
“Anche se ci siamo trovati a
servire una quarantina di persone invece della decina scarsa prevista – commenta
Riccardo Cunico – tutto è andato per il meglio, e il punteggio assegnato a molti piatti è
stato quello pieno, 10 e lode.
Il gradimento è stato confermato dal fatto che molti fra i
presenti sono poi ritornati a
cena da noi, e questo mi fa
molto piacere”. La Chaine,
conosciuta soprattutto dagli
addetti ai lavori, nasce dalla
corporazione dei rosticcieri
(rotisseurs) istituita nel 1248
in Francia, che ricevette consacrazione reale nel 1610.
Dopo essersi sviluppata negli
anni, anche la corporazione
dei rosticcieri venne fermata
dalla Rivoluzione francese,
che azzerò tutto. Le grandi
guerre e le difficoltà di reperire
derrate alimentari bloccarono
lo sviluppo e la formazione di
nuove leve alimentari, ma alla
fine di questi eventi, nel 1950,
un gruppo di cuoche e
gastronomi francesi ricrearono la corporazione, costituendo ufficialmente la Chaine che
venne poi diffusa nel mondo.
In Italia è presente fin dagli
anni 50 e costituisce un riferimento di livello fra appassionati e professionisti nell’ambito della cucina tradizionale
del territorio. Non c’è
due senza tre, ed ecco
che a metà settembre
il Ristorante da
Riccardo si è aggiudicato il titolo di “miglior
piatto” nell’ambito di
una manifestazione promossa dalla guida “Ristoranti che passione!”. E non è finita qui:
il 26 ottobre a Venezia
sarà conferito a
Riccardo Cunico il
“Mercurio d’oro”, premio che riconosce e
valorizza le capacità di
uomini, donne e aziende che contribuiscono
a formare l’identità
economica del nostro Paese,
distinguendosi per correttezza
commerciale, spirito imprenditoriale e serietà professionale. Diplomatosi alla scuola alberghiera di Asiago non come
cuoco, bensì operatore di sala,
Riccardo Cunico si è formato
lavorando in numerosi locali di
prestigio. Per imparare l’inglese, necessario per poter lavorare come responsabile di sala,
è stato quasi due anni a Londra, in modo particolare in un
ristorante francese. “Per poter rispondere alle domande dei
clienti – spiega Riccardo – mi
facevo spiegare dal cuoco
come venivano preparati i piatti; inoltre cucinavo in sala i piatti alla lampada. Appassionandomi a tutto ciò, terminato il
mio periodo di lavoro in sala
decisi di passare due mesi in
cucina dove lavoravano ben
50 cuochi! Seguito dal
capocuoco imparai tante cose
che altrimenti non avrei mai re-
cepito”. Riccardo ha poi nel
tempo frequentato numerosi
corsi tenuti dai migliori cuochi italiani e da vent’anni è
anche sommelier professionista. In più occasioni ha fatto
parte della squadra di cuochi
rappresentanti la Regione
Veneto e la Nazionale Italiana,
ma la svolta che l’ha visto
passare dalla sala alla cucina
è avvenuta ad Asiago, quando
lavorava allo Sporting come
responsabile di sala. “Quando
il cuoco terminò il suo periodo di lavoro nel locale, passai
io in cucina, e poco dopo presi
il locale in gestione”. Dopo 4
anni allo Sporting, 2 al Golf
Club, 9 anni al Tre Fonti, da
tre anni Riccardo gestisce il
ristorante Maddarello. “I risultati ottenuti da un locale – precisa – derivano da tante cose
e dal lavoro di squadra. Oltre
a Dora, mia moglie, vorrei citare e ringraziare Enrico Maglio responsabile di sala e Daniela Dall’Oglio, responsabile
di cucina, oltre a tutti coloro
che collaborano o hanno collaborato con me nel tempo”.
A decretare un successo professionale è anche l’insieme di
numerosi fattori che portano
a gustare il piacere della
convivialità, compresa la cura
e la presentazione particolare
di ogni portata del menù.
“Certo, l’occhio vuole la sua
parte – conclude Riccardo,
sempre molto attento nella
preparazione anche “visiva”
dei suoi piatti – ed è bello stupire anche per questo. Ma le
sensazioni più belle le dai con
i prodotti del territorio, a restare impressi e a farsi ricordare sono i gusti della tradizione, i piatti che riportano indietro nel tempo”.
Silvana Bortoli
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Sabato 20 settembre 2008
ROANA
l’Altopiano
10
Differenziare non sarà più
una scelta, ma un obbligo
Pagina a cura di
Silvana Bortoli
Torniamo ad occuparci di rifiuti, argomento esteso e di
estrema attualità che il nostro giornale intende continuare a trattare, con l’intento di contribuire alla
sensibilizzazione ambientale.
Imparare a differenziare si
rende sempre più necessario
e ormai non è più rinviabile,
perché, seppur con tempi più
lunghi di quelli preventivati,
sta per arrivare il momento
in cui agire in modo corretto
non sarà più una scelta legata alla sensibilità individuale,
ma un obbligo. E’ in quest’ottica che nei giorni scorsi il
Comune di Roana ha fatto
pervenire a tutti i cittadini un
volantino esplicativo, che ricorda innanzitutto il giusto
comportamento per liberarsi
dai rifiuti ingombranti, troppo spesso abbandonati nei
pressi di cassonetti o campane per la raccolta differenziata, come nei mesi scorsi
abbiamo più volte testimoniato con foto pubblicate sul nostro giornale. “L’ambiente è
di tutti: impegniamoci insieme. Comune, residenti e
www.giornalealtopiano.it
co, ma quello vecchio non
serve più, è possibile chiamare il numero 800247842 di
Etra Spa, entro le ore 20 di
lunedì, per vederselo ritirare
gratuitamente e direttamente a casa il mercoledì successivo. Lo stesso procedimento si adotta anche per
sbarazzarsi di materassi,
mobili e ingombranti vari. Si
sottolinea poi come vetro,
lattine, carta e plastica debbano essere inseriti nelle
apposite campane, e come,
per ridurre al minimo la
quantità di rifiuti prodotti sia
sufficiente applicare la
“strategia delle cinque R”.
Ovvero: Riduzione all’origine dei rifiuti, scegliendo
prodotti con meno imballag-
turisti, nel tutelarlo.” – si
legge nel volantino - Il Comune di Roana si sta impegnando da tempo in questa direzione, infatti, dopo
aver
ottenuto
la
Certificazione
ISO
14001:2004, il sistema di
gestione ambientale, piani-
ficazione e controllo del
territorio, dei servizi e delle infrastrutture di competenza comunale ha raggiunto anche l’importante
obiettivo, di livello superiore, della registrazione
EMAS (Eco-Management
and Audit Scheme), sistema
ad adesione volontaria
per le imprese e le organizzazioni che desiderano impegnarsi a valutare e migliorare la propria efficienza ambientale”. Dal punto
di vista pratico, viene ricordato al cittadino che frigoriferi, lavatrici, televisori e altri elettrodomestici vecchi
vanno smaltiti in questo
modo: nel caso di nuovi acquisti, per legge, il venditore
è obbligato ad occuparsi dello smaltimento di quello vecchio, operazione il cui costo
è già compreso nel prezzo di
acquisto del nuovo prodotto.
Se invece non si è acquistato un nuovo elettrodomesti-
gi ed evitando gli sprechi;
Raccolta differenziata, impegnandosi a differenziare
i rifiuti riciclabili utilizzando
correttamente
i
cassonetti; Riuso degli oggetti ancora utili, come barattoli o bottiglie di vetro o
il lato non utilizzato delle
fotocopie per prendere appunti; Riciclo dei materiali
utili, vetro, carta, cartone,
alluminio, ferro, plastica e
compost nell’industria manifatturiera, nell’edilizia, nelle costruzioni e nell’agricoltura; Recupero di energia,
la parte dei rifiuti non
riciclabile può creare energia tramite la combustione
nei nuovi impianti di
termovalorizzazione a mini-
mo impatto ambientale.
Anche se non sarà facile,
ci dovremo tutti adattare,
accettando di cambiare
metodo, e farlo nel migliore dei modi, per contribuire
ognuno nel nostro piccolo
alla soluzione di un problema che si sta rivelando sempre più un’emergenza a livello mondiale.
Rifiuti, è il momento
di cambiare abitudini
Un bell’impegno per tutti,
quello della raccolta differenziata: amministrazioni
comunali, gestori del servizio, e cittadini, che dovranno
adeguarsi alle nuove regole
con un vero e proprio cambiamento di abitudini. Non
sarà facile, gli aspetti da valutare in un territorio come il
nostro sono veramente molti e alcune problematiche
non saranno sicuramente di
semplice soluzione. I Comuni
di Asiago, Gallio e Roana (a
cui, per la raccolta rifiuti, è
associato Rotzo) si stanno
coordinando per prevedere
un avvio parallelo del nuovo
metodo di raccolta, necessario per ovviare alla possibilità che gli utenti del comune
che attiva per primo il servizio scarichino per comodità
i loro rifiuti nei cassonetti del
“vicino”. Ad essere leggermente in anticipo rispetto agli
altri attualmente è il Comune di Roana, il cui consiglio
comunale ha deliberato ai
primi dello scorso luglio la
prosecuzione dell’affidamento alla società Etra s.p.a.
in delegazione interrorganica
della gestione del servizio
pubblico di nettezza urbana,
raccolta, trasporto e
smaltimento dei rifiuti solidi
urbani e servizi connessi, per
un periodo di dieci anni, fino
al 30 giugno 2018. Il servizio rimarrà inalterato rispetto alle vigenti condizioni tecnico economiche, fino alla
fine del 2008, e quindi, a decorrere dal 1° gennaio 2009,
verrà adottata la tariffa di
igiene ambientale e
contestualmente soppressa
la tassa per l’asporto dei rifiuti. In aggiunta al servizio,
ad Etra è stata affidata an-
che la gestione della tariffa.
“I circa 350 cassonetti attualmente dislocati sul territorio
comunale (e i 50 a Rotzo)
verranno tolti, eccezion fatta per alcune zone periferiche – spiega Gabriele Valente, responsabile dell’ufficio
tecnico del Comune di
Roana – e quindi si inizierà
una separazione differenziata già a livello domestico. Si
doterà ogni nucleo familiare
di un contenitore per l’umido, che verrà poi raccolto
con una determinata frequenza. In ogni frazione comunale saranno disposti 3 o
4 siti con per il conferimento
di vetro, carta, plastica nelle
apposite campane. Per tutto
il resto, ovvero il secco non
riciclabile, famiglie, proprietari di seconda casa e strutture ricettive alberghiere, saranno dotati di una tesserina
magnetica, tipo bancomat,
con la quale accedere a un
presso- compattatore. Ne
sono previsti 7 nel territorio
roanese, e 1 a Rotzo, si tratta di una sorta di
compattatori delle dimensioni di un posto macchina, circa 30 metri cubi, del tutto simili a quelli in uso sui camion
delle immondizie, e il cui coperchio si apre meccanica-
mente introducendo la tessera magnetica. L’amministrazione comunale individuerà i
siti dove collocarli, mentre
Etra si accollerà l’onere di
urbanizzarli. Il nuovo sistema
dovrebbe portare il livello di
differenzazione, attualmente
sul 12%, fino al 45 – 50%,
superabile poi nel tempo con
ulteriore buona volontà. Discorso a parte è quello relativo alle attività commerciali
che producono rifiuti in grandi
quantità, e per le quali sarà
necessario adottare altre soluzioni. E’ richiesto dunque un
cambiamento di abitudini, se
attualmente il secco si conferisce facilmente nel
cassonetto più vicino a casa,
con il nuovo sistema sarà necessario caricarlo in auto per
recarsi sul posto. Le difficoltà non mancheranno, soprattutto d’inverno e in particolare per le persone anziane.
Anche i rifiuti prodotti dai
turisti pendolari si presentano come un’incognita, si
teme un abbandono ancora
più consistente di sacchetti di
rifiuti tra i boschi, o in zone
periferiche. Sarà necessario
in concomitanza con l’avvio
del nuovo servizio anche aumentare la vigilanza per far
rispettare le regole.”
8
Sabato 20 settembre 2008
Riapre l’Università
Adulti/Anziani
Finita la pausa estiva, ripartono i corsi dell’università degli
adulti ad Asiago. Due intanto le iniziative in programma: i
corsi di ginnastica e i corsi di inglese. I corsi di ginnastica si
terranno nei giorni di martedì e venerdì alla palestra Ipsia
dalle ore 15.00 alle ore 16.00, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 e
dalle ore 17.00 alle ore 18.00. Le quote d’iscrizione sono
suddivise in quattro periodi che vanno dal 3 ottobre al 23
dicembre, da gennaio a febbraio 2009 e da marzo ad aprile
2009, ciascuno al costo di 69,00 euro. Infine ci sarà un corso
di ginnastica anche a maggio 2009, al costo di 34,50 euro. I
corsi saranno tenuti da insegnante con esperienza specifica
nel settore e verranno attivati solo al raggiungimento di almeno 10 iscritti e dovranno essere costituiti da non più di 16
persone.
Sono organizzati inoltre dei corsi di lingua inglese che si terranno nelle Scuole Elementari “Monte Ortigara” di Asiago.
Il corso per principianti, inizia mercoledì 1° ottobre 2008 dalle 14,00 alle 16,00 o dalle 19,00 alle 21,00, secondo la prevalenza delle richieste con la durata di 50 ore e quota d’iscrizione di 147 euro. C’è poi il corso intermedio di primo livello,
sempre al via mercoledì 1 ottobre, ed il corso intermedio di
secondo livello che inizierà lunedì 6 ottobre dalle 20,00 alle
22,00. Si aggiungono poi due corsi di conversazione, uno di
sera, al giovedì dalle 20,00 alle 22,00, ed un odi pomeriggio
dalle 14,00 alle 15,30 sempre di giovedì.
I corsi saranno tenuti da insegnante madrelingua e verranno
attivati solo al raggiungimento di 10 iscritti e dovranno essere costituiti da non più di 18 persone. Gli orari potrebbero
subire delle variazioni a seconda della prevalenza delle richieste.
Le iscrizioni per entrambe le iniziative sono aperte da sabato 13 settembre a sabato 27 settembre nei seguenti orari:
martedì, giovedì, venerdì e sabato, dalle 15.30 alle 18.30
all’Infogiovani situato nella biblioteca comunale.
G.R
l’Altopiano
Sono partiti i lavori per la realizzazione di una comunità alloggio per disabili e
di un centro di formazione assistenziale per infermieri, famiglie e volontari
Ce l’abbiamo fatta! Dopo
anni di attesa, oggi 15 settembre, apertura ufficiale del
cantiere in “Villa Brunialti”
a Cesuna per la realizzazione di una comunità alloggio
per disabili a Cesuna e di un
centro di formazione assistenziale per infermieri, famiglie e volontari che operano nel mondo dell’handicap.
La presentazione del progetto di ristrutturazione del complesso da parte dell’Arch.
Roberto Festa di Vicenza
(promosso dalla Fondazione
“Vicenza una città solidale”,
dal Consorzio delle
Coperative sociali di Padova, dalla Regione Veneto,
dalla Fondazione Cariverona,
dai Servizi sociali di Vicenza,
Bassano e dal Comune di
Roana), dopo mesi di incontri e proposte, ebbe infatti
luogo presso la Comunità
Montana, già nell’agosto del
2003. A parte i normali tempi burocratici, nel caso specifico si è verificato il cavillo non da poco, già citato sul
nostro giornale, rappresentato dalla residenza nell’ex
casa del custode della struttura (chiusa da tempo
immemorabile) della vedova
e dei figli, con la quale, l’allora Amministrazione aveva
stipulato un contratto di affitto per un importo di 1.200
euro annui. (Al momento
della messa in essere del progetto, l’Amministrazione precedente pare abbia dimenticato di dar disdetta all’inquilina, Santina Donà, la quale
ha continuato a godere dell’abitazione, impedendo di
fatto, l’avvio dei lavori.
L’Amministrazione attuale,
pur di sbloccare la situazione, pare dovrà pagare all’exinquilina, l’affitto nel nuovo
alloggio per i prossimi 5 anni
e per un costo ben superiore
al canone precedente! Ma si
sa...ubi major, minor
cessat).
Presenti al varo il 15 settembre, il Progettista, Arch. Roberto Festa, l’Impresario edile Lorandi, l’Ing. Valente,
Pierangelo Costa e il VicePresidente della Fondazione
vicentina, Vittorio Corradi.
Una serie di incontri e escursioni guidate sui luoghi della Grande Guerra
restare sconosciute o di languire nel tempo. Il primo appuntamento della serie Tracciati nel comprensorio
altopianese è in programma
sabato 20 settembre, alle
18,00 si potrà visitare gratuitamente il Forte Corbin, da
dove, alle 20,00 ci si sposterà a Tresche Conca presso
l’ex scuola elementare dalla
Collezione Rovini, qui si terrà la relazione “Lo sviluppo
delle munizioni d’Artiglieria “
tenuta da Bruno Marcuzzo.
Verrà trattata in sintesi l’evo-
11
A buon fine la saga di
“Villa Brunialti” di Cesuna
“Tracciati” sull’Altopiano
Con il patrocinio del
Comune di Roana e la
collaborazione del Museo Rovini, giunge per
la prima volta sui Sette
Comuni una serie di incontri, dibattiti ed
escursioni guidate, tutti
eventi legati al tema
della Grande Guerra.
“Tracciati/08” è il titolo
del progetto che stimola a visitare il singolo
sito, museo o collezione abbinandola a mirate conferenze, e ad una libera conclusione conviviale. Il
fine, quindi, porta a scoprire
alcune realtà conservative
del territorio con l’ausilio di
preparazione e competenza
di relatori appassionati e generosi. L’intera iniziativa è
possibile grazie al contributo
volontario (in tempo, risorse
professionali, energie personali) di numerose persone
convinte che la “rete” sia un
modello utile anche alla sopravvivenza di realtà locali
che altrimenti rischiano di
www.giornalealtopiano.it
luzione tecnica e balistica
delle munizioni d’artiglieria
dall’invenzione della polvere
da sparo fino alla prima guerra mondiale. E’ il racconto di
sforzi e ingegno profusi per
migliorare il rendimento dell’artiglieria, che vide, in particolare tra il 1850 e il 1920 il
suo massimo sviluppo tecnologico.
Secondo appuntamento sabato 4 ottobre, dalle 19,00 si
potrà visitare gratuitamente
il Museo di Canove. Alle
20,00 ci si sposterà nella vi-
cina Casetta degli Alpini,
dove il dr. Andrea Galassi,
responsabile del progetto per
il corretto recupero dei soldati caduti sul fronte italiano
nella
grande
guerra
relazionerà sul tema “Un
nome ed un fiore per ogni
caduto”. Metodi di intervento, tecnologie e recupero delle informazioni. La tecnica al
sevizio della storia.
Terzo ed ultimo appuntamento sabato 18 ottobre, dalle
19,00 si potrà visitare gratuitamente la Collezione Rovini
Alle 20,30 nella stessa sede lo
storico Siro Offelli confronterà le dotazioni degli eserciti
contrapposti nella grande
guerra. Dalle armi alle divise,
un confronto affascinante per
leggere tra le trame della tecnologia una storia fatta di differenze. Tutti gli incontri si
concluderanno in modo conviviale per chi vuole fermarsi nella vicina trattoria “Al
Cacciatore”. Informazioni:
Rovini
Giancarlo
328.5660390. Daniel Finco
Corradi, felice per lo sblocco
della situazione, ma amareggiato del tempo perduto (e
forse dei soldi...poichè l’impresa delegata, richiederà
una penale per il fermo dei
lavori), ha commentato:
“Quando, già nel 2007,
avevamo reperito i fondi
per partire, ci è stato impossibile. Adesso per recuperare, dovremo rimetterci
tutti, in primis la decina di
disabili
gravi
dell’Altopiano, che a quest’ora potrebbero già godere dell’inserimento nella
Comunità-alloggio
di
Cesuna”. Dello stesso avviso il Presidente dell’Associazione familiari di disabili
“Stella alpina onlus – Asiago
7 comuni”, Pierangelo Costa,
che ha dichiarato: “Pur appoggiandoci alle cooperative sociali “S. Matteo” e
“Casa del Pastore”, che
fungono da centri diurni,
sempre più avvertiamo il
bisogno
della
domiciliazione dei nostri
congiunti, qui, vicino a noi
e non in strutture della pianura, col disagio che ciò
comporterebbe. Abbiamo
aspettato tanto ed oggi veder partire il cantiere, infonde in tutti noi rinnovata
fiducia”. Soddisfatta finalmente, anche la nostra
ultracombattiva concittadina
Eugenia Barbierato, da sempre in pole position nel campo del sociale, pioniera e sostenitrice di questo progetto,
fin dagli inizi.
Queste righe, vogliono essere di fatto, una rassicurazione
all’anziana Santina: stia tranquilla, i lavori stanno prendendo davvero il via, senza secondi fini (come da lei temuto e dichiarato apertamente al
nostro giornale in una recente intervista) . Tutti le sono
davvero grati per il suo farsi
da parte, per il suo non voler
più intralciare il progetto. Grazie di cuore.
Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
12
L’estate a Gallio: ogni giorno qualcosa di speciale!
Si è chiusa con un evento eccezionale quest’estate 2008 a
Gallio! Il Weekend del fungo,
con oltre 1500 presenze ha
concluso una lunga stagione
ricca di appuntamenti interessanti e divertenti.
“Anche quest’anno” ha affermato Luigildo Baù, Assessore al Turismo del Comune di
Gallio, “abbiamo cercato di
offrire proposte diversificate
per assecondare le richieste di
ogni fascia d’età: dai laboratori per bambini alle giornate
a tema, dagli appuntamenti
mozzafiato al ciclo di “Incontri con l’autore. In fase di programmazione, non solo abbiamo provato ad andare incontro alle esigenze del turista
abituale, che frequenta Gallio
e l’Altopiano, cercando di accontentarlo, ma anche abbiamo proposto momenti unici,
dedicati ai giovani, che da
troppo tempo mancano dai
Sette Comuni.”
E i risultati non mancano! Oltre 4000 persone hanno affollato, nonostante il nubifragio
che si è abbattuto su Gallio
nella prima delle due serate,
la piana dello Xebo, allestita
per l’occasione a palcoscenico della manifestazione di
Motocross Freestyle. Il vice
campione mondiale Libor
Podmol e gli altri “acrobati
delle rampe” hanno emozionato i presenti con straordinarie evoluzioni aeree.
Le emozioni sono continuate
una settimana più tardi, quando, al parcheggio Ghelpack, i
quad, mezzi a quattro ruote
così diffusi ultimamente sulle
nostre strade di montagna,
sono stati utilizzati da piloti
esperti per compiere salti, capriole ed altre divertenti acrobazie.
Di grande richiamo sono stati
i due appuntamenti a tema,
che hanno caratterizzato
l’estate galliese: il Weekend del
formaggio e il Weekend del
fungo. Questi momenti si propongono come una serie articolata di iniziative, volte al divertimento, al piacere del palato, alla conoscenza di alcuni prodotti che l’Altopiano
offre. Il Weekend del formaggio, ad esempio, ha avuto
momenti di visita guidata in
malga e presso il caseificio
Pennar, ha vantato un fornito
mercatino di prodotti tipici in
Piazzetta Giardini e ha avvicinato il pubblico alla lavorazione della tosella e all’arte antica della mungitura.
Il Weekend del fungo, invece, ha accolto i numerosi visitatori nelle aule delle Scuole
elementari per mostrare oltre
200
specie
fungine
dell’Altopiano e le 250 immagini in concorso, per l’annuale competizione fotografica “I
funghi nella natura”. Inoltre,
nell’ambito dell’evento, il pubblico ha potuto assistere alle
interessanti conferenze del
prof. Galli, massimo esperto
di miceti in Italia. “Una manifestazione di questo tipo”ha
aggiunto il responsabile dell’Ufficio Turismo, Claudio
Cuoco “è un’occasione per
educare
al
rispetto
dell’ecosistema bosco, avvicinandosi ai funghi non con
un’ottica di rapina (facendo
razzia dei soliti porcini!), ma
di conoscenza responsabile
delle modalità di raccolta delle diverse specie.”
Non basta: Gallio ha voluto
che i suoi turisti avessero ogni
giorno qualcosa di diverso e
di speciale da fare!
Ad esempio, le giornate dedicate al Medioevo sono state
momenti piacevoli di dimostrazione di falconeria, di
mercatini e di rievocazione,
perché i Secoli, cosiddetti, Bui
hanno un richiamo unico sugli ospiti e sui residenti
dell’Altopiano. Osservare il lavoro di tintori, fabbri, tessitori, orafi e artigiani proietta in
una realtà lontana ed affascinante, come ammirare il volo
di una poiana, di un allocco,
di un falco o di un gufo.
Gallio è un paese molto legato
alle proprie origini e al proprio
passato, per questo l’Amministrazione Comunale ha sostenuto un’iniziativa molto originale: la realizzazione di una
mostra fotografica sulla Grande Guerra dal titolo “Gallio Ieri
& Oggi”. Nell’ambito dell’esposizione si sono potuti
osservare gli effetti disastrosi
della guerra sul paese e confrontarli alla Gallio di oggi.
Tutto questo è stato possibile
grazie
alla
ricchezza
collezionistica dell’Archivio Dal
Molin di Bassano. Correlato a
questa iniziativa, è stata la stampa di un libro con le medesime
foto e arricchito da poesie di
pace composte dai ragazzi delle Scuole elementari e medie di
Gallio.
Per gli amanti della musica, si è
avuto solo l’imbarazzo della
scelta: dai concerti presso la
Chiesa parrocchiale, agli Aperitivi rock, piacevole sottofondo
musicale al rito dello spritz nei
bar di Piazza Italia. “Non ci si è
dimenticati nemmeno del
folklore” ha aggiunto l’assessore Baù “ la domenica è stata
dedicata alle bande, che con i
loro ritmi trascinanti hanno fatto riecheggiare le vie di Gallio e
di Stoccareddo”.
Altra cornice delle serate musicali e teatrali è stata Piazzetta
Giardini; qui si sono alternati
complessi di liscio, momenti di
rievocazione medievale ed esibizioni di danza.
Un’altra iniziativa originale e
apprezzata è stata lo spazio dedicato, in questa programmazione estiva, al gioco degli scacchi. Forse non tutti sanno che
Gallio è sede del Circolo
scacchistico Altopiano 7 Comuni, che quest’anno è stato
coinvolto dal Comune per organizzare sia una simultanea di
scacchi, con la campionessa
italiana Eleonora Ambrosi, sia
un Palio, che ha coinvolto quattro comuni altopianesi, che si
sono sfidati utilizzando scacchi
giganti, dandosi battaglia sulla
terrazza comunale.
Ciclo di appuntamenti consolidato, ma di richiamo irresistibile, sono stati “Gli incontri con
l’autore”, organizzati in stretta
collaborazione con la libreria
Giunti al Punto di Asiago. “Le
presentazioni con personaggi
del calibro di Magdi Cristiano
Allam, B. Tinti, G. De Rienzo,
V. Haziel, G. Antonio Stella, G.
Ayala, M. Travaglio hanno re-
gistrato il tutto esaurito e hanno contribuito a dare a Gallio il
ruolo di Comune dell’Altopiano
attento alla cultura, alla libertà
di pensiero e alla solidarietà. Ricordiamo, infatti, che durante
gli Incontri era possibile dare il
proprio contributo per sostenere la Città della Speranza di Padova, fondazione attiva da anni
alla ricerca scientifica nell’ambito delle malattie oncologiche
in età infantile. Di particolare rilievo è stato l’incontro del 24
agosto con l’intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Marco Travaglio. Quest’appuntamento ha
riscontrato un’affluenza di pubblico oltre alle aspettative, ben
più di 500 persone hanno affollato il Cineghel e il piazzale
antistante, e l’evento ha richiamato nel nostro paese
moltissime persone, che sono
salite
appositamente
sull’Altopiano” ha tenuto a
precisare Luigildo Baù.
Conoscere e rispettare gli animali sono segni, anch’essi, di
cultura ed educazione, e
Gallio, a questa tematica, ha
dedicato un intero weekend,
articolandosi in conferenze,
una delle quali ha vantato la
presenza dell’etologo Giorgio
Celli e del Sottosegretario alla
Sanità On. Francesca Martini,
in dimostrazioni di obbedienza, di agility dog e di
interazione uomo-animale.
Una relazione che occorre instaurare sin da piccoli, ecco
perché un laboratorio specifico è stato dedicato ai bambini. I bambini che sono stati
protagonisti dei laboratori di
Favolandia, che hanno avuto,
anche quest’anno, un ottimo
riscontro di pubblico. I piccoli, giunti anche da altri paesi dell’Altopiano, si sono
estremamente divertiti con le
fiabe di Consuelo Morello, che
sono state spunto poi per la
realizzazione concreta dei personaggi delle storie ascoltate.
D’altro canto sono stati molto apprezzati anche il laboratorio sugli aquiloni, sui giochi
d’altri tempi e sul legno, inserito quest’ultimo nell’ambito
di uno degli appuntamenti con
il Mercatino dell’Artigianato e
degli Antichi Mestieri, che
spesso nelle giornate estive ha
arricchito di suoni e colori
Piazzetta Giardini.
Ai bambini, ma anche a quei
grandi ancora in grado di stupirsi, sono stati rivolti i pomeriggi e le serate dedicate alla
magia, culminati nel Gran
Galà dei maghi, alla giocoleria
e all’antica arte circense dei
fachiri.
“Tutto questo, e molto di più,
è stata l’estate a Gallio. Una
simile programmazione, frutto di anni d’esperienza, è stata possibile grazie al sostegno
dell’Amministrazione comunale, che ha creduto alla qualità delle iniziative organizzate
dall’Ufficio Turistico, mettendo a disposizione tutte le forze disponibili alla realizzazione degli eventi: dall’impegno
a livello amministrativo all’aiuto concreto offerto dagli
operai”afferma Claudio Cuoco. “Inoltre, l’Ufficio turistico è cresciuto, proponendo
iniziative sempre originali, grazie al contributo di tutte quelle persone che, nel corso degli anni, hanno investito la loro
professionalità nell’idea che
per fare turismo occorre credere nelle potenzialità del territorio senza snaturarlo, anzi
arricchendolo con il valore
aggiunto della creatività e della
fantasia. Certo non ci siamo
inventati niente di nuovo, ma
abbiamo cercato di offrire
proposte originali e mai viste
sull’Altopiano, andando a scegliere le manifestazioni migliori da imitare lontano dai confini altopianesi. Tuttavia,
auspico che in futuro anche
coloro che brillano di luce
propria, riescano a trovare
idee alternative ed uniche, senza approfittare dalla nostra
originalità, come ad esempio
è accaduto per i nostri
Mercatini di Natale, che rischiano di saltare quest’anno,
perché danneggiati da un’inutile e campanilistica concorrenza”
Francesca Rodeghiero
8
Sabato 20 settembre 2008
GALLIO
l’Altopiano
Premio della Solidarietà
si ricomincia da Gallio
Un attestato per dire grazie a chi si dedica agli altri
Torna dove è partito, dopo
aver coinvolto tutti i Comuni
dell’Altopiano. Il Premio della Solidarietà 2008 quest’anno verrà infatti consegnato
a Gallio, dove, nel 1999, si
tenne la prima edizione. All’appuntamento mancano
ancora tre mesi, ma i preparativi per il decimo anniversario impongono di cominciare già a pensarci e di antici-
Concorso fotografico
Vince “I fiori del bosco”
pare la scelta del vincitore.
Con lo stesso scopo, mettere
cioè in luce il lavoro di chi aiuta gli altri in vario modo e senza chiedere niente in cambio
affinchè possa essere
d’esempio per tutta la comunità, alimentando nel nostro
territorio la cultura della solidarietà, è chiesto a tutti di fare
le proprie segnalazioni presso le Parrocchie o presso gli
Uffici Servizi Sociali dei Comuni. L’apposita giuria, composta dai parroci, dagli asses-
sori al sociale e da un rappresentante della Banca Popolare di Vicenza, da sempre
partner della manifestazione,
dovrà poi fare la propria,
sempre difficile, scelta.
La festa del decennale che
si terrà, come di consueto,
nella prima domenica dopo
l’Immacolata, seguirà il solito cliché con una cerimonia
molto semplice alla quale saranno invitati a partecipare
tutti coloro che sono stati premiati in questi dieci anni.
www.giornalealtopiano.it
13
Un pomeriggio per i bambini
Domenica 28 settembre in Piazza Italia, laboratori,
animazione e un bellissimo spettacolo teatrale
Gallio si conferma la città dei
bambini, anche quando la stagione turistica è finita. Dopo le bellissime proposte di Favolandia e
gli spettacoli per i più piccoli che
hanno coinvolto durante l’estate
centinaia di bambini si continua
con iniziative pensate e create per
loro. Domenica 28 settembre in
piazza Italia a Gallio ci sarà dunque un momento particolare in
cui saranno protagonisti anche i
fratelli più grandi e i genitori. Si
tratta della “Festa in piazza” organizzata del Comune di Gallio
in collaborazione con
la Cooperativa Sociale “Il Faggio”. Dalle 15 alle 18 ci sarà
animazione e verranno proposti laboratori creativi, laboratorio grafico-pittorico,
psicomotricità per i
bambini da 0 a 6 anni. Alle 16 ci
sarà uno spettacolo teatrale dal
titolo “Turandot, la principessa
cinese” presentato dalla compagnia “Glossa Teatro” di Pino
Costalunga. Ci saranno torte e
bibite per tutti , compresi i genitori. Un modo diverso per trascorrere insieme e con divertimento la domenica pomeriggio.
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria organizzativa
della Cooperativa Sociale “IL
FAGGIO” di Asiago al numero
0424.460032.
Una serie di incontri sulla bellezza
Ha avuto grande successo anche quest’anno il concorso di
fotografia “I funghi e il loro habitat” organizzato dall’Ufficio
informazioni turistiche di Gallio. Oltre 260 le foto in concorso. Il
vincitore è Ugo Broglio con la foto intitolata “I Fiori del bosco,
finferli e ciclamini”. Il premio in palio per il primo classificato
era una videocamera digitale Panasonic. La premiazione dei
vincitori del concorso si è svolta domenica 31 agosto alla chiusura della mostra micologica organizzata nell’ambito del
Weekend del fungo.
Foto archivio giornale:
Edizione 2006 del premio
Nella sala convegni “Montegrappa” dell’Hotel Gaarten,
la Dr.ssa Rossana Lo Monaco, specialista in Chirurgia
plastica ed esperta in Medicina omeopatica e fitoterapia,
terrà una serie di conferenze in cui tratterà il tema della
bellezza che è uguale a salute.
Gli incontri sono organizzati con la collaborazione dell’Amministrazione galliese e della Libreria “Giunti al
punto” di Asiago. Date (dalle ore 20): venerdì 19 settembre - “Quando la bellezza è per tutti”; venerdì 10
ottobre - “L’attualità nell’omeopatia”; venerdì 7 novembre - “La floriterapia di Bach”.
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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100 giorni a Marcesina: storia di un “esilio” cercato, voluto, atteso
“Il malgaro e il
silenzio della piana”
Formaggi, mungiture, pascoli. L’uomo di città. La transumanza
Il silenzio della piana di
Marcesina - ultima propaggine
vicentina ormai prossima al
Trentino - è rotto solo da qualche canto: voce rauca di pastori. Un canto intonato allo
spuntar dell’alba. E uno allo
spuntar della luna, per vincere la solitudine. Scarponi annodati, pezzi di faggio convertiti in bastone, ululato di cani.
E poi 100 giorni intervallati da
pascoli, mungiture e silenzi. A
poggiare l’orecchio sulla terra, è un concerto di voci che
s’inabissa nel silenzio. Sono
grida lontane: di combattimenti spietati, di fucili piantati, di
cipressi che sorvegliano su
sanguinose storie d’uomo.
L’erba strappata alla terra madre, il fieno aggomitolato nelLa transumanza è la migrazione
stagionale delle greggi che prevede lo spostamento degli
armenti dalle zone collinari e montane verso i litorali pianeggianti
e viceversa. Spostamenti che
prendono il nome di alpeggio.
Nei secoli scorsi la transumanza
condizionava assai la vita del pastore che non poteva contare
sulla stalla, gli impianti di
foraggiatura, mungitura e refrigerazione del latte. Oggi, vista la
le marèle, l’odore dell’urina delle
bestie, le tracce di letame sul sentiero non son segni d’incuria o
schifezza: è la verginità di un mon-
riduzione di chi la pratica, è diventata occasione per conoscere
un’usanza che nel tempo passato
era quotidiana normalità. Quadretto familiare che ha mosso la penna
di scrittori, poeti e pittori. La celebre poesia del D’Annunzio diventi
l’omaggio a coloro che, appassionati amanti della genuina storia dei
semplici, ogni anno ci ripresentano una liturgia che riesce sempre
ad emozionare. Evocando antichi
racconti.
“Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?”
(G. D’Annunzio, I Pastori)
do che si sfama di semplicità.
Quassù, addomesticati dalla solitudine, osano i pastori. Ospiti
della notte.
I pastori migliori sconfinano
dove termina la vegetazione.
Ne insidiano i bordi. Dell’italiano lessico son privi, ma i loro
nasi sono prodigiosi: avvertono la pioggia a molte miglia
di distanza, interpretano l’odore della terra appena scaldata
dall’estate. Sanno custodire il
fascino delle nottate in alta
montagna. Fiamme di falò che
disegnano steli di grano,
armenti a ruminare sotto il
bisbiglìo delle stelle, latte che
s’ingigantisce nelle poppe
delle vacche, lana che cresce
copiosa su dorsi insecchiti
dalla calura. E poi le voci attorno al camino, con la memoria che va a ripescare nel pozzo
della memoria, giù giù fino a
riascoltare voci di bracconieri,
eco di amori lontani. Più in giù
fino a riagganciarsi con l’alveo
della propria discendenza.
Non sono pastori. Non hanno
scelto d’essere pastori. Perché
pastori si nasce, non si diventa. I
pastori sono tali perché i loro padri
erano pastori. I loro nonni erano
pastori. I loro avi erano pastori.
Solo gli armenti sono cambiati:
tutto il resto è “passione che fa
crescere
un
progetto”
(Jovanotti). Pure la Scrittura Sacra tramanda storie di pastori.
Mosè era pastore salariato. Di
Ietro, suocero acquisito. Abramo
era pastore. Davide fu pastore.
E’ un vanto essere pastori.
Parola di Marino Pagiusco e dei
suoi fratelli. Pastore pure lui: perché figlio di pastori. Dei sinonimi
non è amante, ma il naso è prodigioso: nella terra di Marcesina
trascorre pure lui 100 giorni.
Come il Napoleone condottiero
nell’isola di Sant’Elena. Tra le
mura di Malga Quinto Loto
(Enego) e Malga Buson (Rotzo)
da tante estati vede il sole tramontare, i viandanti incuriosirsi,
le vacche ruminare. Si sale a giugno, si scende a settembre: la fe-
sta di San Matteo è il loro addio
doloroso alla montagna amica. La
loro discesa è una cerimonia che
nulla teme al cospetto di tutt’altre cerimonie. La chiamano
transumanza (dal latino trans –
humus, “passare da una terra ad
un’altra”). Ma in realtà è una vecchia poesia ritmata da
campanacci tinteggiati, asini che
ragliano, scalpitare di cavalli. E
un fiume di gente che attende il
loro passaggio.
Ai bordi delle strade.
“Transumanza”: parola ricca di
poesia, di ricordi, di vecchie tradizioni. In realtà che cos’è?
In parole povere, perché del latino conosco appena l’esistenza
come lingua. La transumanza è
lo scarico delle malghe che avviene normalmente verso la fine
di settembre, prossimi alla festa
di San Matteo. Si portano le bestie in montagna ai primi di giu-
gno e le si fa rimanere lassù per
100 giorni. Dopo di che ha inizio
il viaggio di ritorno verso casa.
La transumanza, per l’appunto.
Dalla piana di Marcesina alla
pianura di Bressanvido (sede
dell’azienda agricola Pagiusco).
Dal silenzio della montagna
alle voci del paese. Dall’alto
verso il basso. Ogni anno la
transumanza diventa sempre più
la festa dei paesi. Della gente
semplice. Delle scolaresche che
per un giorno lasciano i banchi
e si siedono sulle vecchie
mulattiere.
E’ la festa delle malghe che si
svuotano e dei paesi che tornano a ripopolarsi. A giugno si sale,
a settembre si rincasa. Da 13 anni
la penultima domenica di settembre ospita il ritorno a casa di un
popolo, il popolo che d’estate
trasloca in montagna: 470 vacche
da latte, accompagnate da quasi
La curiosità - Hockey Inline & cucina
Un piatto dedicato alle Asiago Pink Vipers
Asiago Pink Vipers in salsa orintale. Arriva, infatti, da Shangai il
piatto che lo Chef altopianese Christian Frigo, attualmente in
Cina per lavoro, ha voluto dedicare a capitan Monica Pesavento
e compagne. Naturalmente la caratteristica d’obbligo doveva essere il color rosa. E Christian ha saputo “dipingere” il suo piatto,
miscelando sapientemente i “colori”: tagliolini di rapa rossa con
fave, salsiccia veneta, briciole di Asiago mezzano e spuma di
piselli freschi. Il risultato cromatico è di sicuro effetto ed il gusto,
S.A.
ci assicura Christian, lo è altrettanto.
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Sabato 20 settembre 2008
120 persone. A cavallo, in macchina o a piedi. Un viaggio complessivo di 85 km diviso in tre
tappe incuneandosi tra
Lazzaretti, Foza, Gallio, Asiago,
Turcio, Fontanelle, Gomarolo,
Crosara, Vallonara, Marostica,
Nove, Pozzoleone, Poianella e arrivare a Bressanvido, la sede dell’azienda agricola Pagiusco.
La ceramica di Marostica e
Nove, le vacche di Bressanvido.
E’ qui che ha inizio la festa di
un intero paese che si riversa
sulle strade per dare il benvenuto ai paesani che ritornano.
Con i loro armenti.
La festa qui inizia molto prima che
arriviamo noi. E prosegue per
una settimana intera dopo il nostro arrivo. E’ l’occasione per tutto il paese di festeggiare la fine
dell’estate accogliendo l’arrivo
delle bestie che lasciano la montagna. Quello che un viandante
di passaggio riesce a scorgere è
di una bellezza ineguagliabile: oltre 15.000 persone ogni anno
s’ammassano sulla strada per assistere alla sfilata delle macchine
d’epoca e dei trattori che anticipano l’avvento delle bestie. Quasi tre km di campanacci, schiamazzi e pastori affaticati. Ma non
è solo gente del posto, sono anche persone che arrivano incuriosite da una tradizione che affascina perché semplice. Qualcuno parte da Milano e ci raggiunge a Marcesina per fare tutta la
transumanza con noi, a piedi.
Gente dal veneziano, dalla laguna. Gente che arriva apposta perché affascinata dalla magia di
questa cerimonia.
l’Altopiano
Ai bordi delle strade panini, applausi, colori e striscioni: arriva
la transumanza! La gente s’apposta ore prima per un saluto,
un cenno di cortesia, una foto
ricordo. Cosa significa tutto
questo per un pastore?
Per noi è motivo di grande orgoglio. Intendiamoci bene: c’è sempre qualcuno che, stizzito (traduzione di un termine più saporito), non sa apprezzare il tutto. O
di qualche macellaio che, noncurante di dove arrivi il suo lavoro,
urla per la scompostezza delle
bestie. Ma è un 3-4% che rende
variegata l’attraversata della montagna: tutti gli altri lasciano trasparire l’immagine di un Altopiano
educato, orgoglioso delle sue tradizioni, interessato a recuperare
vecchi capitoli di storia. Nonostante il carattere apparentemente permaloso. E’ notizia delle ultime ore che quest’anno il sindaco
di Asiago ha deliberato il passaggio della transumanza per il centro pedonale di Asiago: un modo
semplice e naturale per dar lustro
alla vita delle malghe e dei malgari.
E per celebrare la X^ Festa della
Transumanza. Ma anno dopo
anno vediamo aumentare le richieste da parte di comuni e località
che vogliono essere attraversate
dalla transumanza: segno che
dove passiamo portiamo, allegria,
vivacità e colori. Assieme a qualche goto di buon vino e a qualche spigoleto di formaggio fatto
in malga!
100 giorni a Marcesina. Tra preparativi e riordino quasi sette
mesi isolati dal mondo. E visitati ogni tanto dall’uomo di città che, esausto dei clacson, insegue l’eco di antichi
campanacci. Che parlano di solitudine, silenzio e poesia.
Sette mesi che si attendono da
cinque mesi: perché questo è il
lavoro più bello che esista. Essere pastore-malgaro è qualcosa di straordinario, non si riesce a raccontare: passione, sudore, fatica, compagnia, solitudine, incontri, amicizie, pensieri, urla. Vita. E’ innamorarsi dei
propri armenti, fino a sentirli
parte di te. Chi è orgoglioso
delle rosse, chi delle frisone, chi
delle rendene: si scelgono e si
sposano come un calciatore decide di sposare la causa di una
squadra per tutta la sua vita fino
a diventarne la bandiera. Quando sale, l’uomo della città ti rac-
www.giornalealtopiano.it
conta di una ricerca: ricerca del
sapore genuino delle cose, della freschezza, del latte di malga.
Del silenzio. Vengono perché
sanno quello che trovano. E
cercano quello che sanno di trovare. Anche loro contribuiscono a rendere l’Altopiano un luogo di vita: se sparissero le
malghe (80-90 in tutto
l’Altopiano per una capacità di
7/8.000 bestie) s’impoverirebbe
tutto il resto. Le bestie aprono
le danze, la gente popola l’estate, la montagna riacquista il volto migliore.
Le vacche arrivano a giugno,
ma iniziano ad aprile i preparativi: lo sfalcio dell’erba, dei
barbaochi, dei pini piccoli. La
recinzioni da tirare, le malghe da
arieggiare, la natura da salutare. E’ una forma di rispetto per
un ambiente che diventerà
15
“casa nostra” per tutta la durata dell’estate.
Cammin facendo le vacche sostano alle “stazioni di posta”,
luoghi riservati per tradizioni e
antiche leggi agli animali della
transumanza. Al viandante assetato basti la lapide che l’attende lassù, ai bordi del Quinto
Loto. E’ pensiero dello Stern
scrittore: “Ma ci saranno ancora degli innamorati che in
una notte d’inverno si faranno
trasportare su una slitta trainata da un generoso cavallo
per la piana di Marchesina imbevuta di luce lunare? Se non
ci fossero come sarebbe triste
il mondo”.
Mancassero gli innamorati che
reggono le tradizioni! Come sarebbe triste la storia degli uomini.
don Marco Pozza
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l’Altopiano
Sabato 20 settembre 2008
San Matteo, la demonticazione
e la fiera franca: ragioni storiche
La versione dello storico Giancarlo Bortoli
La coincidenza della festa
del patrono di Asiago con
il giorno della transumanza
e con la fiera-mercato di
merci varie, che sempre si
tiene il 21 settembre, non
è sicuramente una casualità, ma si basa su ragioni
storiche ben precise. Per
capirle bene bisogna fare
riferimento alla storia della chiesa di Asiago. A tal
proposito lo storico
Giancarlo Bortoli ha compiuto lunghe e accurate ricerche con la pubblicazione delle Memorie Istoriche
dei Sette Comuni Vicentini
nel cui libro secondo viene
riportata anche la storia
delle chiese dell’Altopiano.
“Originariamente – spiega
Bortoli – la chiesa di
Asiago, secondo quanto riportato dallo storico don
Domenico Bortoli, si
ergeva dove oggi si trova
la chiesa di Santa Libera al
parco della Rimenbranza,
tanto che il colle era allora
chiamato
“Kirke
Eche” (colle della
chiesa). Il Santo
titolare non era
San Matteo e sulla
questione ci sono
due tesi: l’abate
Agostino
D a l
Pozzo dice la chiesa antica
era dedicata a Quirino e
Giolita, mentre don
Domenico Bortoli afferma
che fosse intitolata a
Ermagora e Fortunato.
La nuova chiesa, come
conferma la lapide sulla
facciata, venne costruita
nel 1303 e dedicata a San
Matteo. La scelta del nuovo santo è a mio avviso dovuta a ragioni di carattere
economico. A
quel
tempo
c’erano
in
Altopiano molti
pastori e boscaio-
li. Alla fine di settembre i pastori scendevano, come accade ora, dai monti alla fine
di settembre ed era d’obbligo una sosta nel centro di
Asiago dove c’era una fontana alimentata dal Rio
Asiago per abbeverare il
bestiame. Lì avveniva l’incontro tra i transumanti e i
commercianti di Asiago. I
pastori portavano lana e
formaggi che venivano
scambiati per volumi d’affari di parecchie migliaia di
ducati d’oro. Era la prima
versione della fiera del 21
settembre della quale si
parla già, secondo una citazione del Caldogno, nel
1598, ma è lecito pensare
che sia ancora più antica”.
E’ allora deducibile, secondo la tesi di Giancarlo
Bortoli, che per questa serie di coincidenze sia stato scelto come patrono
San Matteo evangelista,
protettore dei finanzieri,
che a sua volta era stato
un gabelliere e che la data
della demonticazione dunque sia andata a coincidere con la festa del patrono
di Asiago.
S.L.
www.giornalealtopiano.it
16
Pino mugo e ambiente
Addio ai galli forcelli?
Il continuo propagarsi delle piante infestanti in altura
compromette la sopravvivenza di specie animali ormai rare
Nel
libro
dedicato
all’Altopiano di Asiago
scritto dal Docente Universitario e storico svizzero
Baragiola agli inizi del secolo scorso, vengono ampiamente descritte le varie
attività praticate dai nostri
progenitori. Agricoltore,
pastore,
cacciatore,
legnaiolo, carbonaio: questi
i mestieri di allora. Per fare
il carbone (di legna) veniva utilizzato, come combustibile per le cataste, il pino
mugo. Il perchè è ovvio: ricco di resine ed oli essenziali, era facilmente infiammabile e portava alle alte temperature necessarie allo
scopo. Certo andare a
reperirlo non era facile: allora, come ora, la pianta
proliferava solo in altura.
Poiché questa faticosa attività, col tempo andò in disuso, il pino mugo si moltiplicò a dismisura e nemmeno lo sterminio di alberi ed
arbusti dovuto alla Grande
Guerra (utilizzati sia come
materiali da costruzione
che come legna da ardere) riuscì a limitare lo sviluppo di questo aghiforme,
che non a caso, è definito
infestante. Oggi, chi ama
le escursioni in altura, non
può non rilevare quanto di
anno in anno, esso si moltiplichi, incurante dei lunghi
inverni. Beh, vien da
chiedersi...che c’è di
male? E’ caratteristico,
connota il paesaggio. Chi
ama le escursioni, riesce
al massimo a rilevare che
dove si è passati l’estate
prima, quella successiva per via di nuovi rami e fronde - non ci si passa più: ci
si limita ad aggirare il cespuglio e via per la propria
strada, ma...che ne pensa
la pernice, che ne pensa il
forcello? “Beh dai”! dirà
qualcuno: “Questa è buona,
loro volano!” Però noi, a differenza loro, non sopravviviamo nutrendoci esclusivamente delle bacche del
sottobosco e come ben
sappiamo: meno nutrimento, meno frequenza. Più il
pino mugo si impossessa
del territorio, meno frutti e
suffruttici crescono. L’attuale numero dei galli
forcelli in zona è oggi molto esiguo: pochi esemplari
in via di estinzione. Forse
l’anno prossimo, non ce ne
sarà più nemmeno uno.
Queste le parole di un
fungaiolo-cacciatore, incontrato in zona Larici,
giorni fa: “Una sessantina
di noi, ha sottoscritto una
lettera, in cui ha dichiarato
di astenersi dal cacciare i
pochi esemplari rimasti, se
“chi di dovere” troverà
una soluzione al problema”.
E allora che vogliamo fare,
rimetterci a fare i
carbonai? Non necessariamente: basterebbe contenere il problema, tenere regolati i mughi (come fanno i
malgari, vicino agli alpeggi)
e pensare magari ad un utilizzo della materia prima,
come han fatto in Alto
Adige, dove si sono inventati l’estrazione di mugolio
ed oli essenziali per il settore cosmetico e farmaceutico e con tale attività, han
creato nuovi posti di lavoro.
Meditate gente, meditate...
Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 20 settembre 2008
LUSIANA
Pagina a cura di
Egidio Zampese
Mele, pere, castagne, miele,
carne secca, salumi, formaggi
di malga, patate di Rotzo, erbe
aromatiche, borse di paglia e
oggetti di intarsio saranno in
vetrina per tre settimane in
occasione della nona rassegna
di “Pomo pero”, accompagnata da varie iniziative culturali e
gastronomiche. Il programma
prevede l’inaugurazione all’ex cinema Comunale di
Piazzetta Divisione Acqui a
Lusiana alle 16 di sabato 4
ottobre con in passerella antiche varietà di mele, pere,
erbe aromatiche, funghi e altri prodotti della terra
altopianese. Nelle domeniche
5, 12 e 19 ottobre dalle 9 alle
12 e dalle 15 alle 18 nel cortile dell’ex cinema e sulla terrazza sovrastante andrà in
17
Torna la manifestazione “Pomo e Pero”. Il via sabato 4 ottobre con la mostra presso il cinema
scena il mercato dei prodotti e
in concomitanza si potrà visitare il museo del Palazzon.
Nella mattinata di domenica 5,
alle 10, si svolgerà al Palazzon
un convegno sul tema:”Mele
e pere antiche da valorizzare
per l’economia dei territori
montani”. Moderatore sarà
Giordano Crivello agronomo e
presidente di “Bios”; relatori
qui è partito a piedi per una
camminata di 800 chilometri. Ha già fatto 500 chilometri toccando i centri di
Mèrida
Càceres
e
Salamanca. Conta di arrivare a Santiago per la fine
di settembre. Aveva compiuto lo stesso viaggio quattro anni orsono ed è rimasto incantato dalle bellezze dei luoghi visitati, in particolare delle
cattedrali di Siviglia e
Santiago
de
Compostela.
saranno il presidente della facoltà di agraria dell’Università di Padova Raffaele Cavalli,
Luigino Schiavon di
Venetoagricoltura che parlerà
su: “Situazione attuale e prospettive future dello sviluppo
e della coltivazione di varietà
frutticole nella pedemontana
vicentina”, Piergiorgio Dal
Grande del “Cipat” di Venezia che illustrerà: “La mela rosa
nel territorio vicentino” e Antonio Cantele presidente dell’associazione “Opfel on pira”
che parlerà su: “Le varietà
frutticole più significative del
territorio di Lusiana, aspetti
agronomici e culturali”. Venerdì pomeriggio si potranno
degustare mele e pere e altri
prodotti in abbinamento con
l’accompagnamento del coro
“L’Eco delle valli”. Domeni-
ca 12 si spremeranno le mele
e si potrà degustare il succo
davanti al cinema. Sabato 18
alle 15 è prevista un’escursione alla scoperta di antiche
piante di melo e pero. Domenica 19 al cinema saranno premiati i lavori presentati dalle
scuole e i migliori allestimenti
della “Frutta in vetrina”. Nello stesso pomeriggio lungo via
Roma si esibiranno gli
sbandieratori. Nel calendario
di iniziative, durante i mesi di
ottobre e novembre, nei ristoranti e trattorie della zona, nei
menù giornalieri, verranno proposti piatti a base di mele e
pere locali. Nei bar verranno
serviti aperitivi e stuzzichini a
base di frutta locale..
Nella foto un’immagine dello
scorso anno.
Settino, Cantele batte Sartori
In una gara di settino, in preparazione dei mondiali, svoltasi a Lusiana all’agriturismo
“Turra” di Pian di Granezza
con il “metodo del barbiere”,
per giocatori singoli, ha vinto
Francesco Cantele che ha
battuto in finale Antonio
Sartori. Terzo posto per Luciano Ronzani e quarto per
Micol Broglio. Prossime gare
alla “Pesa” di Gallio il 3 ottobre e il 24 ottobre, al “Bowling
Rendola” di Asiago il 24 e 25
ottobre; dal 14 novembre
scatteranno le eliminatorie
per la finale mondiale in programma al “Bertiaga” di
Lusiana il 28 novembre. E.Z.
Nella foto, i vincitori della
gara al Pian di Granezza.
L’elicottero per salvare la
mucca
L’animale era caduto in un
dirupo presso una cava
dismessa vicino a Malga
Biancoia
Nella foto, Carlo
Frello fotografato durante il suo viaggio in
Spagna di quattro
anni fa.
Premiato a Rubbio
il miglior sedano
A Rubbio si è svolta la 21.a
mostra concorso del sedano di Rubbio di Conco. I
partecipanti sono stati 14 e
la palma del migliore è andata a Domenico Cortese.
Secondo posto per Gianni
Speranza e terzo premio per
Nicola Brindello. La valutazione è scaturita dall’ana-
www.giornalealtopiano.it
Le varietà locali di mele e pere
protagoniste per un mese a Lusiana
In viaggio verso Santiago
E’ in viaggio verso Santiago
de Compostela, in Spagna,
Carlo Frello di Lusiana che
vuole rendere omaggio alla
città iberica di cui è patrono
San Giacomo, lo stesso del
paese di Lusiana. L’ex
forestale è partito in aereo da
Bergamo il27 agosto scorso ed è giunto a Siviglia. Da
l’Altopiano
Quattro muli dell’esercito
in servizio sull’Ortigara
lisi del prodotto da parte
degli esperti della comunità montana Spettabile reggenza che hanno preso in
considerazione il peso e lo
sviluppo dell’ortaggio.
Nella foto, i primi tre classificati alla mostra-concorso
del sedano di Rubbio.
Quattro muli dell’esercito sono
stati donati alla sezione Ana di
Marostica. Gli animali, dell’età
media di 25 anni, che erano di
stanza a Grosseto, verranno
utilizzati per someggiate alpine nella zona monumentale
dell’Ortigara. Sono ospitati
nella tenuta di Demetrio Pozza e Cinzia Colpo (la cui figlia,
Miriam, è di stanza nell’Esercito) in contrada Belghe di
Conco. Il gruppo alpini
“Matteo Bonato” di Santa
Caterina di Lusiana ha in cura
gli animali che potranno entrare in servizio già il prossimo
anno.
Nella foto, i quattro muli in
contrada Belghe di Conco.
Mutilati e invalidi del lavoro,
cerimonia annuale a Velo
A Velo di Lusiana si sono ritrovati i mutilati e invalidi del
lavoro per la ricorrenza del
dodicesimo anniversario della
posa del cippo in ricordo dei
caduti sul lavoro in Italia e
all’estero, eretto davanti alla
chiesa di Santa Maria degli
Emigranti. “Essere qui oggi
– ha detto il presidente provinciale Anmil Massimo
Benetti - vuole essere una
sottolineatura all’importanza
della prevenzione degli infortuni e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ogni giorno in
Italia si verificano quattro
decessi di media e 2.500 persone sono coinvolte in infortuni anche gravi che lasciano invalidità permanenti. Un
pedaggio inaccettabile,
un’emergenza sociale da affrontare con decisione e
provvedimenti forti e urgenti
per contrastare questo continuo stillicidio. Negli ultimi
anni si è fatto un passo avanti
con le nuove normative, ma
si registrano ancora tanti incidenti che coinvolgono per
il 55 per cento giovani di età
compresa tra i 18 e i 30
anni”. La messa è stata celebrata da don Bruno Archetti missionario saveriano
in Amazzonia. Al termine del
rito, celebrato su un altare
ricavato sopra ad un carrello
di minatore, è stata deposta
una corona al cippo eretto in
ricordo delle vittime del lavoro in Italia e all’estero.
Nella foto, autorità e rappresentanti di associazioni alla
deposizione della corona al
cippo di Velo.
Salvata con l’elicottero
I forestali di Asiago e Conco
e i vigili del fuoco di Asiago,
Bassano e Vicenza sono intervenuti a malga Biancoia di
Conco per salvare una mucca precipitata in una cava
dismessa. L’animale, di nome
Oissa, di razza Rendena, gravida, di tre anni e mezzo, di
proprietà di Edoardo
Martinello di Gazzo padovano che gestisce la malga, era
caduta, dopo aver saltato la
recinzione, nel dirupo alto un
centinaio di metri della cava
dismessa del “Consorzio pietra Altopiano di Asiago” di cui
è direttore Pio Pozza di
Lusiana. Dopo un balzo di 20
metri, si è fermata su una
cengia dello strapiombo.
L’ha avvistata Edoardo
Martinello che ha che ha
chiesto l’intervento dei vigili
del fuoco e dei forestali per
salvarla. Per recuperare la
bestia è stato utilizzato un eli-
cottero della Regione Veneto
della “Saf” di Sospirolo in
provincia di Belluno. Dopo
essere stata avvolta in una
rete, la bestia è stata ancorata al velivolo con una corda e riportata nei pressi della
malga sana e salva.
Nella foto, la mucca Oissa
sulla cengia e dopo il
recupero da parte dell’elicottero della Regione Veneto.
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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“Sostituire gli stemmi? Costa Troppo”
LUSIANA
“Se sul municipio di Asiago
c’è quello stemma del Comune di Lusiana, ci sono ragioni storiche ben precise”
parola di storico. Giancarlo
Bortoli, dopo aver letto l’articolo pubblicato sul numero
precendente del nostro giornale, vuol rispondere alla signora Rosa Boscardin che ha
fatto notare come lo stemma
di Lusiana non sia mai stato
inserito. “Nel lobo – diceva
l’appassionata di storia - posto nella facciata ovest del
comune di Asiago che ricorda i Sette Comuni della Spettabile Reggenza, lo stemma
attuale di Lusiana non c’è e
bisognerebbe inserirlo”.
“C’è – dice Bortoli, che sul-
Grafica Altopiano
Iniziata il 24 settembre 2000,
quest’anno la Missione Giovani, promossa dal Seminario Maggiore Vescovile di Padova, vedrà impegnate, dal 20 al
28 settembre, le parrocchie di
Calvene, Mortisa di Lugo di
Vicenza e Covolo di Lusiana
Campane a festa per l’apertura
ufficiale sabato 20 alle 18.30 nella
Chiesa Arcipretale di Calvene
dove si terrà una solenne
concelebrazione eucaristica presieduta dal Rettore del Seminario Maggiore di Padova, Mons.
Sandro Panizzolo, durante la
quale i 13 seminaristi si presenteranno alle tre comunità della
pedemontana: 2 di loro sono di
primo anno di teologia, 2 di secondo, 5 di terzo (tra i quali anche Roberto Balzan e Sandro
Pozza, nativi di Calvene), 1 di
quarto e 3 di quinto.
Alla cerimonia prenderanno parte anche i sindaci e le amministrazioni dei comuni coinvolti.
La visita, porta per porta, ad oltre 700 famiglie, gli incontri con
la scuola dell’infanzia di Calvene
Giancarlo Bortoli risponde alle note di Rosa Boscardin sul mancato inserimento
sulla facciata ovest del Comune di Asiago dell’attuale stemma di Lusiana
l’argomento ha pubblicato
pure un libro nel 1997 – lo scudo che contiene una L azzurra
su campo d’argento questo
perché, quando venne costruito il municipio, Lusiana, dopo
diverse sollecitazioni, ha deciso di mettere quello. Ci sono
state, e ne ho le copie, lettere del 1924 tra il podestà di
Asiago che sollecitava il podestà di Lusiana a fornire lo
stemma. Da parte di Lusiana
non ci fu mai alcuna risposta
fino al 1928 quando rispondeva che erano in corso le
pratiche per il riconoscimento del nuovo stemma che
venne deliberato poi nel 1931
e riconosciuto dal re nel 1933
quando oramai l’edificio era
stato completato”. Bortoli
aggiunge anche un’altra osservazione: “Neanche gli stemmi
di Asiago, Gallio, Enego,
Lusiana e Rotzo corrispondono ai vigenti poiché allora il
comune di Asiago fece inserire gli stemmi pubblicati dal
Nalli nel 1800”.
A quanto pare sostituirli non
è propriamente una formalità. “Per restaurarli servono
parecchie migliaia di euro –
afferma Bortoli – in quanto
sono in metallo nobile e comunque prima di affrontare
un lavoro del genere bisogna
avere il consenso della
Sopraintendenza”.
Lusiana, a quanto pare, si
deve rassegnare.
S.L.
Giovani in missione
13 seminaristi per una settimana “busseranno” ad oltre
700 famiglie. Venerdì 26 atteso Mons. D’Ercole .
Coinvolta anche la parrocchia di Covolo di Lusiana
e quella primaria, con le medie
di Lugo, il contatto con i giovani
ma anche con gli anziani ed
ammalati, la preghiera del mattino con la comunità, l’eucaristia
quotidiana, l’incontro con i bambini e ragazzi del catechismo, l’incontro e la condivisione con i preti
del vicariato, la visita alla comunità per minori, “La contrada”,
di don Beppe Gobbo, saranno i
luoghi e gli ingredienti di questa
iniziativa. Inserita nel programma della Missione Giovani è anche la fraternità giovanile che
prenderà il via lunedì 22 sera nella
canonica di Valle di Sopra: un
gruppo di giovani, guidati da due
seminaristi e da don Marco Pozza (anche lui nativo di Calvene)
condivideranno, fino a domenica 28, in questo “piccolo
cenacolo” le loro esperienze di
vita e di fede alla luce. Tra le
altre iniziative speciali, il
“Chierichetissimo” che coinvolgerà i chierichetti/e delle 17 parrocchie del vicariato di Thiene
(di cui Calvene, Mortisa e Covolo
fanno parte) domenica 21 a partire dalle 14.30 fino alle 18
presso gli impianti sportivi di
Calvene; l’incontro con le coppie di sposi alle 15.30 presso
la chiesa di Mortisa domenica
21, “Con le mani… nell’amore”; l’incontro con i giovani e
giovanissimi giovedì 25 alle 21
in piazza a Mortisa; la serata
conclusiva in Chiesa a
Calvene con concerto di Luca
Francioso, chitarrista e scrittore calabrese che da anni vive
a Padova dove alterna le attività concertistica e didattica ad
una intensa produzione musi-
cale e letteraria; la messa solenne di chiusura domenica 28
alle 11 nell’Arcipretale di
Calvene, a cui seguirà un grande pranzo con tutti i giovani
delle tre comunità. Evento
clou della settimana sarà,
però, la Veglia Vicariale di preghiera di venerdì 26 settembre alle ore 20.30 presso la
Chiesa Arcipretale di Calvene,
dal titolo “Avrete forza dallo
Spirito”, versetto guida di tutta la Missione tratto dal primo
capitolo degli Atti degli Apostoli. A spiegare questa Parola un ospite davvero d’eccezione: Mons. Giovanni
d’Ercole, sacerdote di don
Orione, capoufficio della sezioni Affari Generali della Segreteria di Stato della Città del
Vaticano, teologo – giornalista,
nonché volto molto noto della
televisione italiana, in quanto
conduttore di parecchie trasmissioni televisive e della
frequentatissima rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”
su rai2 il sabato mattina.
Natività di Maria Bambina
L’otto di settembre
al mattino di buon’ora
tra l’alba e l’aurora
tu Maria nascesti in questo dì.
Tua madre fu sant’Anna
tuo padre Gioacchino,
due anziani sposi
aspettavano un bambino
e sei nata Tu.
Del nostro Rubbio bello
posto sulla collina
sei Tu la patrona e
noi tutti ti adoriamo.
Sei stella nella notte,
splendore in ogni via.
Benedici Maria
abitanti ed emigrati e
dona al mondo intero
pace e amore.
Maria Tasca
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
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ENEGO
“Paltàn in corte, latte in caliera” ,
come sempre i vecchi detti in
poche parole esprimono verità
semplici, ma sempre valide!
Quest’anno è stata una stagione
bellissima, sotto il punto di vista
climatico, la pioggia non è mancata, i pascoli sono stati ricchissimi d’erba e come naturale conseguenza le vacche hanno prodotto ottimo e abbondante latte,
che ha permesso di creare formaggio … da concorso!
Lo sanno bene Antonio e Patrizia Cenci di Stoner, che da anni
gestiscono la malga Val Scura di
sotto e di sopra, nel territorio di
Grigno, che in questa fine stagione, hanno ottenuto importanti riconoscimenti per il frutto delle
loro fatiche.Gestire una malga,
con 180 ettari di terra, 90 vacche
da latte ed un totale di oltre 200
capi, e ogni giorno lavorare il prezioso latte per produrre formaggio, non è cosa da poco. Un lavoro impegnativo, delicato, faticoso, per il quale si trae soddisfazione ogni giorno grazie al
contatto con il pubblico, con i
clienti che ritornano soddisfatti
per quel lavoro artigianale che sa
di magico e che porta alla creazione di un prodotto meraviglioso qual è il formaggio.Tuttavia
trovare qualche soddisfazione e
riconoscimento in più non è certo sbagliato, ed hanno avuto ragione Antonio Cenci e la bravissima moglie Patrizia, a ritagliarsi
un coriandolo di tempo libero, di
più è impossibile, per partecipare a due concorsi riservati ai formaggi di malga.I due eneghesi
infatti hanno, è il caso proprio di
dirlo, sbancato!Hanno guadagnato il primo premio, con il formaggio stagionato 12 mesi, a:
“Sotto il cielo di Asiago” , 8^
rassegna dei prodotti tipici della
montagna e del territorio rurale,
concorso triveneto dei formaggi
a latte crudo.Solo 15 giorni più
tardi ci hanno riprovato, questa
volta in territorio trentino, a
Cavalese, nella 9^ mostra concorso dei formaggi di malga della
provincia di Trento, alla quale
Enego: Malga Val Scura di sotto e di sopra
Si chiude con due prestigiosi premi
una stagione davvero straordinaria
avevano già partecipato nel 2004
e lo scorso anno ottenendo un
primo ed un secondo posto.
Ancora una volta il loro formaggio si è classificato al primo posto, ma in questa occasione, a
colpire favorevolmente i palati
della giuria è stato il formaggio
fresco.Insomma un riconoscimento a tutto tondo!
La soddisfazione per questi premi
è stata grande, e ascoltando Antonio che racconta il suo lavoro,
come, quando e soprattutto da chi
ha imparato quest’arte antica e
meravigliosa, si capisce perché; si
capisce che è un lavoro fatto con il
cuore, con una sensibilità che diventa un ingrediente fondamentale; ogni forma di formaggio è un
po’ creatura, non si può quindi non
essere orgogliosi, se tutto ciò viene riconosciuto e premiato da giurie qualificate.Fare il formaggio non
è un lavoro che si impara sui banchi di scuola, non ci si può inventare un lavoro così dall’oggi al domani e soprattutto non si può esercitare se non si è mossi da una grande passione.Antonio, è andato a
scuola per imparare anche teoricamente quello che in famiglia ha
sempre visto fare e che probabilmente gli è anche abbondantemente scivolato nel DNA.Già il
bisnonno faceva formaggio, il
nonno, quindi il papà Eugenio e
lo zio, che per oltre trent’anni
sono saliti d’estate a malga Pozze, ai piedi dell’Ortigara per far
pascolare vacche e all’epoca anche pecore.Il formaggio allora veniva prodotto prevalentemente
per il consumo familiare o come
preziosa merce di scambio.Poi la
famiglia Cenci si è spostata nei
pascoli più bassi, non c’erano più
le pecore e piano piano il formaggio è diventato un prodotto im-
portante, sempre più richiesto.
Lavorare il latte è stata prevalentemente prerogativa femminile, ed
infatti Antonio ha imparato molto dalla mamma Eleonora, anche
se ricorda: “…. per quanto avessi visto fare formaggio tutta la
mia vita, quando iniziai, 16 anni
fa, mettendomi da solo di fronte
al paiolo, fu tutt’altra cosa; i gesti non erano più così facili come
sembravano, né tantomeno i risultati! Anche quello che avevo
imparato a scuola diventava di
difficile applicazione”. Antonio
non sa spiegare esattamente
come avviene che un giorno finalmente il formaggio riesce, ma
si comprende che quando ci
sono davanti circa 900 litri di latte, da trasformare in formaggio,
c’è una grande responsabilità, è
a quel punto che deve emergere
la conoscenza che si è stratificata
per anni, per generazioni, è a quel
punto che deve uscire la sensibilità, non ci sono più ricette, è lì
che si devono capire a pelle, è
proprio il caso di dirlo, i gesti da
fare e soprattutto quando farli; a
quel punto il fluire della memoria
visiva della tradizione saranno
l’aiuto in più che farà la differenza. Produrre formaggio, nel periodo estivo, significa avere una
buona fonte di guadagno, ma significa anche “complicarsi la
vita”, vendere semplicemente il
latte prodotto sarebbe molto più
semplice! Fare formaggio è un lavoro delicato, difficile.I gesti sono
quelli di sempre, le reazioni chimico fisiche che portano alla magia del formaggio, sono sempre
le stesse, sono innescate dal caglio, sostanza acida che si trova
in uno degli stomaci del vitello,
l’abomaso, è sempre il caglio che
fa appunto cagliare ovvero coa-
gulare il latte riducendolo in fiocchi e siero.I fiocchi grazie al lavoro del casaro vengono ridotti
di volume e sempre mescolati nel
siero, come dice Antonio “sembra una contraddizione ma piano
piano si devono asciugare sul
bagnato, malgrado cioè stiano
immersi nel siero”.Ed in effetti la
pasta del formaggio via via prende un aspetto diverso, e anche al
tatto risulta più asciutta.Il calore
poi svolge il suo ruolo importantissimo, và controllato con attenzione perché è determinante per
la buona riuscita del prodotto
caseario e fa la differenza, anche
e soprattutto, nel caso del formaggio a latte crudo, che richiede all’artigiano maggiore abilità
e conoscenza.Ascoltando Antonio, vedendo i suoi gesti, apprezzando la passione che ci mette,
capisco fino in fondo il significato del formaggio “d’allevo”, è
proprio vero, ogni forma viene
allevata con cura; prima si deve
essere attenti per capire il latte e
trattarlo di conseguenza, poi si
deve seguire con cura la forma di
formaggio, finchè non sarà pronta, e anche in questo caso l’occhio e la sensibilità del casaro
porteranno a scegliere la forma
da consumare fresca e quella da
fare invecchiare, seguendola con
ogni attenzione per altri 12 mesi
o più.E’ insomma un allevare con
la massima cura una creatura.
Si diceva che è tutta una questione di sensibilità, sì perché a scuola ti spiegano perfettamente il
grado di acidità da raggiungere,
la temperatura a cui far arrivare il
latte, il tempo preciso per farlo, ma
in pratica, come spesso avviene, le
cose sono ben diverse, non è un
mondo scandito così precisamente e le varianti che concorrono per
fare un prodotto migliore o peggiore sono molte.
La buona riuscita del prodotto dipende dal tipo di stagione, dall’erba, dal periodo vegetativo, dalla
salute della vacca.
Non si può sbagliare, perché non
accorgersi che una vacca non è
in piena forma o che sta andan-
do in calore può significare rovinare la riuscita di centinaia di litri
di latte.Il momento della
mungitura quindi diventa importantissimo, conoscere le bestie
una ad una diventa un obbligo.
Dall’osservazione dei pascoli e
del latte, bisogna capire quando
è il momento di fare formaggio
che dovrà essere consumato
solo fresco, o che potrà arrivare
alla stagionatura. Come dicono i
malghesi: “xe bona ea testa ea
coa” riferendosi all’erba del pascolo estivo, ovvero è buona
quella di giugno, inizio luglio, fresca tenera e fiorita; è buona quella di fine agosto e settembre, in
quanto non ha più le forti essenze alimentate dal sole e dal caldo
estivi.E il latte prodotto per circa un
mese, da metà luglio a metà agosto? Se lo “conosci” sai cosa farne, un formaggio più vivo che bisogna preferibilmente consumare
fresco, o dal quale si otterrà un buon
pressato, dopo averlo impastato
nuovamente con il sale. Quando
assaggeremo il prossimo pezzo di
formaggio di malga, oltre ad apprezzare il fatto che è genuino e naturale magari soffermiamoci anche sul
sapiente lavoro di chi l’ha creato,
perché detiene la preziosa conoscenza di tanti gesti, di tante nozioni, che perpetuano la tradizione
antica e meravigliosa del fare formaggio!
Stefania Simi
A breve aprirà i battenti
il nuovo distretto di Enego
In un’epoca in cui purtroppo
nelle zone di montagna si è più
abituati a veder chiudere che veder aprire, veder finalmente rifiorire una struttura fa senz’altro
bene al cuore. E’ il caso di Enego,
che a breve trasferirà gli uffici e
gli ambulatori del distretto, nella
nuova sede di via Cappellari.
Un’altra cosa positiva è rappresentata dal fatto che questo nuovo distretto trova posto in una struttura preesistente, un intelligente
recupero che ha lasciato intatto il
contesto ambientale. Questa nuova sede, che è stata restaurata in
breve tempo, è uno dei corpi del
complesso che un tempo costituiva la Colonia Alpina Bassanese.
Una Colonia che vide la luce nei
primi anni del 900 come
antitubercolario, quindi passati gli
anni in cui la tubercolosi era purtroppo malattia diffusa e non di
rado mortale, venne tramutata in
“Colonia Preventoriale” e fu sempre gestita da religiose della Divina
Volontà, fino alla fine degli anni ’70,
quando sulla grande struttura calò
il triste sipario dell’oblio.
Dopo tanti progetti, che rimasero
sulla carta, su come riconvertire la
grande area, negli anni ’90 il tutto
confluì nel patrimonio immobiliare dell’Azienda Sanitaria di
Bassano.Un primo, concreto passo per trasformare almeno in parte il complesso, venne fatto nel
2000, quando l’ULSS n°3, Comune e Ater (Azienda Territoriale
per l’Edilizia Residenziale, erede
degli Istituti Autonomi per le
Case Popolari) di comune intesa
giunsero alla decisione di cedere
all’Ater 2 delle 9 unità edilizie
che costituivano la dismessa
Colonia Alpina. In breve l’Ater
ha portato a termine il progetto
di ristrutturazione, creando 12
nuovi e accoglienti alloggi, per
altrettante famiglie di Enego.
Oggi, a due anni dall’inaugurazione delle case Ater, un altro blocco dell’ex Colonia torna a rinnovato splendore, per accogliere appunto una struttura polifunzionale socio sanitaria; un miglioramento della struttura che significa anche un
prezioso miglioramento ed ampliamento dei servizi. Con una circolare alla cittadinanza, il Direttore Generale dell’ULSS di Bassano, Dr.
ValerioAlberti, ha informato che dal
prossimo 14 ottobre la sede
Distrettuale verrà trasferita nel nuovo edificio di via Cappellari, ex Colonia Alpina Bassanese, mentre
l’inaugurazione ufficiale si terrà sabato 25 ottobre. Nella nuova sede,
che offre inoltre un ampio parcheggio, troveranno spazio, al piano
terra:sportelli amministrativi, punto prelievi, consultorio familiare e
ambulatorio ginecologico, ambulatorio pediatrico e vaccinazioni, ambulatori per i 2 medici di medicina
generale. Al primo piano invece, ci
sarà la guardia medica, una grande
sala polivalente e una sala per le
attività socio assistenziali del Comune. L’ampio garage inoltre, probabilmente ospiterà l’ambulanza del
118, gestita dal gruppo di volontari
“Monte Lisser”. Il grande complesso dell’ex Colonia tuttavia subirà
ancora nuove trasformazioni, il Comune a riguardo ha interessanti progetti in previsione, ma per il momento non è ancora stato
ufficializzato nulla, chissà che il neo
sindaco Rodeghiero non aspetti
magari proprio il giorno dell’inaugurazione del nuovo distretto, per
comunicare qualche novità! S.S.
8
Sabato 20 settembre 2008
Giovanni, mio padre, faceva
il pasticcere. E’ stato sempre molto legato alla famiglia, al lavoro e alla sua terra. Così affezionato che in
qualche modo avrebbe voluto ricordare con la sua attività il sacrificio di migliaia
di caduti sull’Altopiano durante la prima guerra mondiale.
La torta di sua produzione,
che prima di quel conflitto
si chiamava Montanara, nel
1932 prese il nome di
Ortigara. L’abbinamento
però risultò poco felice; a
detta di molti sembrava si
profanasse con un dolce il
ricordo di un luogo teatro di
eventi così drammatici.
Per quel nuovo prodotto faticammo non poco a depositare il nome. Ma se il ricordo tragico doveva arrivare dall’attività di mio padre, era difficile che il risultato non portasse con sé
anche qualcosa di dolce.
Quella torta è ancora oggi
la specialità della pasticceria, nella quale a mio padre
sono succedute le figlie Paola e Franca.
Alla vigilia della seconda
guerra mondiale anch’io
avevo cominciato ad aiutare stabilmente in negozio.
Primo di otto figli, per dare
una mano alla famiglia ero
stato costretto ad abbandonare gli studi dopo la quinta
elementare.
Sono cresciuto in fretta. Un
po’ per la situazione familiare, un po’ per gli eventi
bellici. Tra gli impegni in
casa e quelli lavorativi, riuscivo comunque a ritagliarmi uno spazio per lo svago.
Mi piaceva camminare alla
scoperta dell’Altopiano; una
passione che con gli anni si
sarebbe evoluta ed estesa
allo sci e all’arrampicata.
Da ragazzo non potevo certo immaginare che, scivolando sulla neve o salendo
tra le rocce, da grande avrei
girato il mondo.
Spesso con la mia famiglia,
ma anche con gli amici o i
compagni di scuola, montavamo sul Trenino che da
Asiago ci avrebbe portati a
Tresché Conca. Da lì a piedi salivamo sul monte
Cengio, per quella che, più
che una semplice passeggiata, era una sorta di pellegrinaggio al luogo dove
durante il primo conflitto
mondiale, nel giugno 1916,
centinaia di soldati piuttosto
che farsi catturare dagli
Austriaci, avevano preferito gettarsi nel vuoto, in
quello che per tutti è diventato “Il salto dei Granatieri”.
Per noi ragazzi il Trenino
l’Altopiano
ASIAGO: ANTONIO CARLI
Marshall
era, nel suo
Hermann
piccolo, una
Goering).
presenza indiQuella mattispensabile.
na del giugno
Impossibile
1944, come
pensare ad un
tante altre
Altopiano sul
volte, ero scequale la Vaca
so a Vicenza
Mora non si
con il Trenino
arrampicasse
per cercare di
sbuffando con
portare
a
quotidiana recasa qualcosa
golarità.
da mangiare.
Quando i miei
Mai avrei imf r a t e l l i
maginato che
Mariano,
sarei tornato
Domenico e
più di un anno
Giancarlo si
dopo. Caddi
trasferirono a
infatti in una
studiare al Colretata.
l e g i o
Tramite un
Vescovile di
cugino, feci
Thiene, fui io,
appena
in
come fratello
tempo ad avmaggiore, ad
visare mio
andarli più
padre
ad
spesso a troAsiago, che
vare. Di ritorAsiago, 9 maggio 1950 - Nozze d’argento della famiglia Carli. Da sinistra Antonio, Maria
Grazia, Franca, Giancarlo, mamma Maria, Domenico, papà Giovanni, Sandro, Mariano e
gettò in una
no dalle gite
Paola.
valigia un po’
con gli amici,
di biancheria e, prima di incapitava decidessimo di scarti di carbone che rima- to di reciproco aiuto.
scendere dal Trenino che, nevano nella caldaia della Com’è ovvio la prima solu- forcare la bicicletta per
nonostante la cremagliera, locomotiva alla fine del zione era anche la più fati- raggiungermi, pensò bene di
dai
nonni
cosa per il rientro passare
arrancava a fatica sulla sa- viaggio.
lita, per affiancare i vagoni Acquistavamo ad un prez- sull’Altopiano con lo zaino Casagrande, panettieri, a
camminando, addirittura zo stracciato la carbonella carico sulle spalle. Il viag- prendere per me anche due
bussando agli sportelli, per che, gettata sul piazzale, gio in Trenino risparmiava chili di pane.
canzonare chi stava como- veniva raffreddata con sec- il fiatone, ma regalava un Dopo pochi giorni mi ritrodamente seduto in vettura, chiate d’acqua. Una specie po’ di batticuore per la pa- vai rinchiuso nel campo di
di
dimostrando come il nostro di mercato nero di quelle ura di venire scoperti du- concentramento
Buchenwald, uno dei pegpasso fosse, se possibile, braci, divenute ormai rante i controlli.
più veloce di quello tenuto inservibili per sospingere il Raramente c’erano ispe- giori, classificato come KZ
da
quell’enorme treno, ma ancora utili per zioni anche alla stazione di (campo di sterminio). Lavoravamo tutto il giorno a
marchingegno incande- un discreto funzionamento Asiago.
scente. Lo scherzo e il gio- delle stufe delle nostre Quando ciò accadeva, que- Kahla, una vicina miniera
sta volta d’accordo con il scavata nella montagna,
co potevano naturalmente case.
durare solo fino alla stazio- Più complesso e pericolo- macchinista di turno, la- dove i Tedeschi stavano cone di Campiello, dove la so era invece il rifornimen- sciavamo il prezioso carico struendo il Messerschmitt
bravata si doveva conclu- to di patate e farina, un sul vagone e passavamo a ME 262, il primo aereo da
dere con il nostro ritorno sul contrabbando indispensabi- ritirarlo a tarda sera nel de- caccia della storia con motore a reazione ad entrare
le per poter sfamare le no- posito del Trenino.
vagone.
C’era però sempre qualcu- stre famiglie. Per procurar- Il 9 novembre 1943 furono in servizio durante la seno che, nonostante la velo- ci le provviste dovevamo richiamate le classi 1923 e conda Guerra Mondiale.
cità ridotta, si attardava così scendere verso la pianura, 1924 in congedo provviso- Doveva essere la risposta
tanto da essere costretto a dove però i controlli dei fi- rio, nonché il 1925 della tedesca ai temibili B-17, le
cosiddette “fortezze volannanzieri erano molto più leva di terra.
far ritorno a casa a piedi.
Il 15 giugno 1944 la chia- ti”, che bombardavano anLo scoppio della seconda severi e capillari.
guerra mondiale se da un Toccava ancora al figlio mata alle armi riguardò le che la montagna nella qualato lasciò inalterata la ve- maggiore il compito di fare classi 1920, 1921 e il primo le continuavamo a lavorare
locità del Trenino, dall’altro da “corriere”. L’alternativa quadrimestre del 1926, quei ininterrottamente.
accelerò la ricerca di alcu- riguardava solo il mezzo di giovani che avevano appe- Io che sapevo a malapena
ni alimenti essenziali per trasporto. Potevo scegliere na compiuto diciotto anni, usare pala e piccone, impacombattere la fame, nonché tra la bicicletta con la qua- destinati per volontà di rai ad adoperare e convigli stratagemmi per le era più facile passare Hitler e Mussolini ai lavori vere con il fragore e la polvere dell’esplosivo, in un
inosservati e il Trenino che agricoli in Germania.
reperirli.
Solitamente per scaldarci nelle soste in stazione, so- Anch’io rientravo in quel ambiente dove le condizioandavamo nel bosco a fare prattutto in pianura, subiva contingente ma speravo di ni per i lavoratori erano oglegna. Ma durante i lunghi un controllo più accurato. poterla fare franca. Pur- gettivamente terribili.
inverni, per alimentare le Eravamo sempre in molti a troppo di lì a qualche gior- A Kahla il complesso di galstufe ormai in riserva, ci sfidare la Finanza, ma tra no, mi sarei invece reso lerie era formato da 75 tunveniva in soccorso il tutti c’era un tacito accor- conto di persona quale im- nel per una lunghezza totado. Il peso massimo con- piego attendeva effettiva- le di ben 32 km ed una suTrenino.
Al suo arrivo alla stazione sentito di merce da traspor- mente quelli della mia clas- perficie utile di 10.000 mq
di Asiago, noi ragazzi, d’ac- tare era di tre chili. Tutto il se. Sono stato l’unico dove lavoravano circa
cordo con il fuochista, ci fa- quantitativo in più veniva asiaghese a fare il minato- 15.000 persone, di cui 1/3
cevamo trovare sul piazza- nascosto nei modi più fan- re in Germania per la erano tedeschi e 2/3 di vale, per recuperare quegli tasiosi, grazie ad un rappor- R E I . M A . H . G. ( R e i c h s rie nazionalità.
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In cima alla montagna venne costruita una pista di
decollo in cemento, lunga
1.500 m per 50 m di larghezza, con una ferrovia a
cremagliera per il trasporto di un aereo completo. Il
velivolo però, non riuscendo a sfruttare la lunghezza
della pista, poteva decollare solo sfruttando l’altezza
del rilievo montuoso.
Nell’aprile 1945 fummo liberati dalle truppe alleate
comandate da George
Smith
Patton,
soprannominato il “generale d’acciaio” e rientrammo
in Italia in agosto. Tra tanti
yankees feci amicizia con
Jimmy Spatola, italo americano di origini siciliane.
Quando al Brennero le nostre strade si divisero, gli
raccontai che a Clinton nell’Indiana viveva Andrea, il
fratello di mio padre, che
gestiva un’attività di
autopullman. Mio zio tornò
in Italia nel 1948 e venne
subito a cercarmi per raccontarmi che un certo
Jimmy Spatola aveva attraversato gli Stati Uniti per
portargli i miei saluti.
L’anno successivo Sira
Muraro, la mia fidanzata
conosciuta ad Asiago appena tornato dalla Germania,
si trasferì con la famiglia a
Bolzano. Una ragazza rara,
come il nome che portava,
insolito come quelli dei suoi
fratelli Irsa, Igea e Curzio,
risultato della passione del
padre per la storia romana.
Ci sposammo solo nel 1956
e fino ad allora presi l’abitudine di andarla a trovare
in Vespa. Con qualsiasi tempo inforcavo il mio scooter,
98 di cilindrata, il primo sulla piazza di Asiago e divoravo i 120 chilometri che mi
separavano da lei. Quanta
pioggia, neve e freddo dovetti affrontare prima di
portarla all’altare.
L’amore fa davvero compiere azioni impensabili!
Anche l’amore per la
montagna mi ha portato
lontano da casa per realizzare imprese straordinarie. Tra le tante vette
affrontate, scalate in
compagnia di mio fratello
Sandro,
l’Everest,
l’Hymalaya
e
il
Kilimangiaro.
In Svezia ho partecipato
anche alla Vasaloppet, la
più lunga e antica gara di
sci di fondo al mondo.
Tanti chilometri, quasi
come quelli che, con qualsiasi tempo, percorrevo
per andare a Bolzano in
Vespa.
Stesso cuore ma motore e
benzina fatti in casa.
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
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La difficile arte di saper
ascoltare: ecco come migliorare
il nostro modo di comunicare
Quando comunichiamo, a
mio parere la maggior parte del tempo dovrebbe essere dedicata all’ascolto e
non all’espressione dei propri pensieri; d’altro canto,
abbiamo due orecchie e
una sola bocca! Di là dalle
facili battute, per riuscire a
intrattenere una relazione
adeguata, è importante accertarci di comprendere
bene il messaggio del partner comunicativo piuttosto
di concentrarci solo su noi
stessi. Sembra facile, ma
non lo è. Tutti noi possiamo dividere parenti e amici in buoni e cattivi “ascoltatori”: è facile accorgersi
se siamo capiti dall’altro.
Il vero ascolto si distingue
dall’udire. Esiste un modo
di ascoltare che può essere chiamato “finto”. Avete
presente quelle tecniche di
lettura veloce? Nell’ascoltare, si segue il filo generale del discorso senza esserne più di tanto coinvolti
cadendo spesso in facili distrazioni. Com’è facile intuire, si tratta del modo peggiore di ascoltare l’altro, ed
ha la sola funzione di rimanere in contatto con
l’interlocutore mentre pensiamo ad altro. Il secondo
tipo di ascolto potremmo
definirlo “logico”; esso
prevede di porre attenzione al solo contenuto del
messaggio, magari anche in
modo minuzioso, senza
coinvolgersi però personalmente e senza far sentire
all’altro la nostra partecipazione emotiva. È tipico
dei discorsi deputati alle
comunicazioni professionali
o allo scambio tecnico di
informazioni. Il vero modo
di ascoltare è un altro. Troverete molti libri che
titolano pressappoco: “l’arte di ascoltare”. Se non una
vera e propria arte, sicuramente l’ascolto attivo è
una capacità sociale che
racchiude in sé numerose
abilità che si affinano con
il tempo e che permettono
(questo è lo scopo finale)
di intrattenere relazioni sociali gratificanti per chi si
esprime e… per chi ascolta. Ascoltare davvero l’altro richiede coinvolgimento
personale,
capacità
empatica, attenzione, interesse. Dell’empatia abbiamo già parlato tempo addietro. Essere empatici significa mettersi nei panni
dell’altro e vivere l’emozione provata da lui come fosse nostra. Questo stato ci
permette di far sentire all’altro che vogliamo accogliere il suo vissuto per condividerlo; comunichiamo
che ci importa di lui. Saper
ascoltare è in primo luogo
mettersi in gioco in prima
persona e accettare per un
momento di abbandonare il
nostro punto di vista; è infatti necessario, per accogliere l’ottica altrui, prendere distanza dalla nostra,
sapendo che può anche essere opposta o molto diversa: una vera faticaccia!
I principali elementi che
caratterizzano l’ascolto attivo sono: 1) osservare e
raccogliere ogni minima informazione senza tralasciare particolari o elementi
che “stonano” nel discorso
(a volte sono i più importanti); 2) sospendere il giudizio e accettare ogni informazione che ci viene comunicata, senza utilizzare
la critica; 3) mettersi nei
panni dell’altro cercando di
vivere le sensazioni che sta
provando mentre parla; 4)
verificare quanto capito,
per essere certi di aver
compreso.
Molti di noi non sanno fare
questo. Sono accecati dal
proprio IO e non vedono altre possibilità di interpretare la realtà. Eppure, la realtà è per definizione negli
occhi di chi guarda. Pertanto, saper ascoltare significa accettare per un momento, umilmente, di perdere il controllo del mondo,
abbattere il muro delle certezze. Questo implica una
grande elasticità e la capacità di accettare il diverso
da noi. Spesso un ostacolo
all’ascolto attivo è che abbiamo smania di fare, di
reagire, di aiutare chi ci ha
interpellato. In realtà, chi si
confida non ha necessariamente bisogno di soluzioni immediate ma di sostegno emotivo, di una spalla con cui condividere le
proprie sofferenze, almeno in un primo momento.
Consiglio di procrastinare
l’impulso di consigliare;
direi di evitare persino di
consolare, perché accogliere empaticamente le
emozioni altrui è molto
lontano dal compatire.
Chi sa ascoltare comunica comprensione, calore,
interesse semplicemente
con la vicinanza empatica
creata; non si è l’esperto
di turno in quell’istante,
ma semplicemente un essere umano che condivide il suo intimo sentire
gratificando l’altro e comunicando stima e affetto. La vera difficoltà sta
nel riuscire ad abbandonare momentaneamente
gli schemi mentali ai quali si è abituati. Per fare un
Nadia: brava, spigliata, sciolta ed … agitata!
Stefano Rigoni,
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo
Comportamentale –
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
esempio, un buon ascoltatore di estrema destra dovrebbe riuscire a comprendere appieno le ragioni del suo interlocutore di
estrema sinistra senza incappare in metri di giudizio che lo barrichino sulle
sue posizioni abituali prima di aver davvero compreso il suo pensiero; oppure, saper ascoltare un
bimbo di quattro anni implica il riuscire a vedere il
mondo alla sua maniera,
abbandonando quei filtri
adulti che rendono solitamente così distante il mondo infantile; ancora, tra
partner saper ascoltare significa accorgersi dei gesti, dei bisogni, delle idee
dell’altro non lasciando
niente di scontato. Starete pensando che è facile
a dirsi ma non altrettanto
a farsi. Condivido il punto
d i v ista, ma cons ide ro
possibile un cambiamento
in tutti noi.
L’ a s c o l t o a t t i v o n a s c e
scientificamente per esigenze lavorative. In alcuni contesti esso è uno
strumento indispensabile;
ad esempio nelle professioni
d’aiuto.
Ciononostante, essere dei
buoni ascoltatori aggiunge
un plusvalore alla persona e rende più gratificanti
i rapporti interpersonali di
ogni giorno. Occorre un
po’ di sensibilità, d’interesse per gli altri, voglia di
conoscere e capacità di
vivere
emozioni
autentiche.Per migliorare
quest’abilità si può partire
osservando dei modelli
esperti. Ognuno di noi conosce dei buoni ascoltatori: persone che ci mettono a loro
agio, non giudicano, ci fanno
capire di aver capito e ci fanno sentire che sono dalla nostra parte perché hanno provato le nostre stesse emozioni. Impariamo da loro. Cerchiamo di smussare le nostre
ruvidità e alleniamoci nelle relazioni quotidiane a non credere di avere sempre ragione. Mi
sembra un ottimo punto di partenza. Buon ascolto a tutti!
Non si direbbe proprio che
Nadia Rigoni, componente dei
Rispaar a cui dedichiamo questa volta lo spazio della nostra
rubrica, prima di mettere piede sul palco si senta agitata
ed emozionata. Sia che balli o
che reciti, ha una verve da fare
invidia ed è talmente naturale
e spigliata che mai penseresti
che prima di entrare in scena
possa sentire le gambe tremare, o i battiti del cuore accelerare. Invece mi confessa che
ancora oggi, dopo numerose e
varie esperienze, l’agitazione
è una componente che non
manca mai. Ancor di più nell’ultimo spettacolo dei Rispaar
“Tele Digo da Bertigo” dove
per la prima volta si è trovata
a sostenere una parte da sola,
quella di Nadiella Sai (parodia
di Donatella Raffai in “Chi
l’ha visto?”). La sua “avventura” nei Rispaar inizia per
caso, in occasione del secondo spettacolo del gruppo, convinta a entrare a farne parte
dalla figlia Laura, anche lei
“new entry”. “A parte qualche piccolo momento di
intrattenimento in occasione di
alcune feste per bambini organizzate dal Coro Asiago –
spiega Nadia – non avevo mai
fatto niente del genere, anche
se ballare mi è sempre piaciuto e l’idea di recitare pure, ma
senza averci mai dato alcun
peso. Il primo anno nei Rispaar
ho fatto parte dei due balletti,
quello “Dell’amore” e
“Dell’Altar Knotto”;
lo spettacolo successivo Daniele mi ha
chiesto di provare a
fare una scenetta, ho
accettato e così sono
nate “Le ciosotte”.
Dopo aver visto e sentito Nadia recitare nei
panni della comare
chioggiotta, in coppia
con Daniele Paganin
( e n t r a m b i
sorprendentemente bravissimi!) si stenta a credere che non avesse
esperienze precedenti in
questo campo. “E il bello
è che con Daniele si
fanno pochissime prove
– continua Nadia –
spesso molte battute
vengono spontanee, lui è capace di guidarti in modo naturale, di dare l’imboccatura giusta, e questo è molto importante. Così come è importante, dopo aver letto la parte, riuscire a fare tuo il personaggio,
sentirlo e interpretarlo divertendoti. Se ti diverti, fai divertire anche gli altri”. La passione per la recitazione ha portato poi Nadia a fare parte anche dei Lacharen, il gruppo
nato dal Laboratorio teatrale
tenuto a Roana da I Theama.
“Frequentare il Laboratorio –
spiega Nadia – è stato importante per avere una base, imparare a impostare la voce, la
respirazione, i movimenti, la
gestualità. Dopo un primo corso volto a dare una formazione generica, ne è seguito una
altro finalizzato a preparare
una commedia da portare poi
in scena. Anche far teatro con
I Lacharen mi piace moltissimo, l’impegno con i due gruppi è diverso l’uno dall’altro, tanto da compensarsi a vicenda.
Con I Rispaar è bello ritrovarsi una sera la settimana, sempre, non solo nell’imminenza
degli spettacoli. Siamo molto
affiatati e questo appuntamento serve a confrontarci, a mettere insieme idee, è un vero
piacere. Sinceramente se dovessi fare una scelta, per motivi di tempo da impegnare, sarebbe molto difficile. Il teatro
richiede molto lavoro a livello
di studio, gli spettacoli dei
Rispaar necessitano di preparazione e gestione, impegno
anche a livello fisico sia prima
che dopo, è l’insieme di tutto
che è bello, appagante. E il
culmine è la soddisfazione di
vedere il teatro sempre pieno!”
Prima delle repliche di novembre dello spettacolo dei Rispaar
“Tele digo da
Bertigo”, Nadia sarà
impegnata con I
Lacharen nella commedia “L’occhio di
Ymer”, programmata per il 18 ottobre nell’ambito della Rassegna teatrale d’autunno al teatro di
Canove. Chi ha già visto lo spettacolo, già
proposto in occasione
dell’Hoga Zait e durante la programmazione estiva al
palatenda di Roana,
assicura che nel suo
personaggio ancora
una volta Nadia riesce a sorprendere!
Silvana Bortoli
Considerazione turistica di Peppino Mordegan del TG TREmendo
Ogni anno, a luglio,
sull'Altopiano arrivano sempre meno turisti, con un calo
del 30%. Succederà che un
anno o l'altro non arriverà
nessuno. Dal luglio successivo finalmente il turismo potrà segnare un importante incremento.
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
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Il vernissage dell’Emisfero Asiago
HOCKEY
Il presidente Mantovani: “Siamo qui per dare emozioni!”. “Possiamo entrare nelle prime quattro”
E’ stata ancora una volta
Piazza II° Risorgimento, cuore del centro storico cittadino, ad accogliere la presentazione ufficiale della Emisfero Ipermercati Asiago in
vista dell’imminente inizio del
campionato. Nulla di veramente nuovo (ad eccezione
del logo societario “scoperto” in chiusura) sotto il cielo
plumbeo di sabato 6 settembre, che, fortunatamente, ha
risparmiato i presenti. Una
presentazione all’insegna
della tradizione, con i giocatori che ad uno ad uno sono
saliti sul palco per ricevere
ed indossare la nuova maglia
da gioco consegnata dal
riconfermato tecnico Jimmy
Camazzola. Due gli interventi. In apertura quello di Andrea Gios, sindaco di Asiago
ed ex colonna della squadra
giallorossa. << Questa società, che vanta ben 73
anni di storia, sta portando avanti, come del resto
altre realtà sportive del
nostro territorio, un progetto che ha un’importante valenza sociale, soprattutto a livello giovanile.
Attraverso il lavoro di società come l’Asiago Hockey si trasmettono i veri
valori dello sport >>. Il
primo cittadino ha poi esortato la cittadinanza ad andare allo stadio. << Bisogna
stringersi attorno a questa
squadra! >>. In chiusura,
una volta presentati i giocatori, “vecchi” e nuovi, qualcuno tirato a lucido, qualche
altro assolutamente fuori forma, è stato il turno del presidente dell’Asiago Hockey,
l’avvocato
Piercarlo
Mantovani. << Ci fa davvero bene il vostro calore,
perché in questo momento
che stiamo attraversando
non è semplice andare
avanti. Tante le difficoltà
che si devono affrontare e
superare, non solo a livello economico, ve lo assicuro. Ecco perché sento di dover ringraziare gli sponsor,
guidati ancora una volta
dalla Emisfero Ipermercati
(ormai sono 16 gli anni di
“matrimonio”), ma anche i
tifosi, per l’affetto, la partecipazione e la presenza.
E naturalmente per aver
condiviso il nostro progetto. Un progetto, giunto ormai al terzo anno, che va
contro la tendenza generale. Vogliamo spingere in direzione del settore giovanile affinchè i nostri ragazzi
possano in futuro giocare
in Serie A ed in nazionale.
Un progetto difficile, credetemi. Anche quest’anno,
purtroppo, abbiamo fatto i
conti con i forfait di due
giocatori giovani. Ciò dovrebbe far meditare. I ragazzi vanno aiutati: dalla
società, dalle famiglie e da
chi sta loro attorno >>. Il
presidente giallorosso ha poi
concluso, sbilanciandosi (non
poco, visti i risultati del precedente biennio) sugli obiettivi stagionali: << Ora partiamo per una nuova sfida,
difficilissima, ma con lo
spirito giusto, la passione
ed il sostegno di tutti possiamo puntare ad entrare
nelle prime quattro di questo campionato. Siamo qui
per dare emozioni! >>.
Stefano angonese
Parte la stagione della serie A
con un Asiago tutto da scoprire
Come sarà l’Asiago di questa
nuova avventura? Difficile,
come sempre, fare pronostici,
ma non solo per l’Asiago;
troppo spesso l’incedere delle
partite, degli infortuni, delle alterne fortune e vicissitudini
della stagione hanno modificato anche radicalmente impressioni e pronostici della vigilia.
L’Asiago sarà ancora una volta una “carta coperta” difficile da connotare; c’è un buon
gruppo, sembrano esserci presupposti interessanti, ma ci
deve essere anche tanta voglia di lavorare duro e di migliorare, tutti per uno ed uno
per tutti, con un pizzico di buona sorte (che nel recente pas-
sato è sembrata stare ben lontana dall’Odegar e dai suoi
abitanti) ma con tanto, tantissimo impegno. La qualità sembra anche esserci, pur magari
se non eccelsa, ma sappiamo
come spesso faccia molto più
un buon gregario, fedele e
motivato, che non un campione senza cuore e senza stimoli.
Certo bisogna crederci. In
cosa? Nel massimo risultato
possibile, senza traguardi minimi o massimi: dare sempre il
cento per cento per arrivare
più in alto possibile.
Chi saranno i protagonisti?
Tutti, a mio giudizio, ciascuno
nel ruolo che gli compete per
quanto programmato; l’impor-
Mercato
Il Bolzano avrebbe voluto confermare Flavio Faggioni
ma il Fassa, proprietario del cartellino, avrebbe chiesto un
prezzo per il prestito troppo alto per i Campioni d’Italia,
ma non per il Pontebba che lo ha ingaggiato; sempre in
terra friulana approda anche l’esperto e possente difensore canadese Mario Larocque. Dal canto suo il Fassa
si è assicurato l’attaccante canadese Scott Reynolds
(prelevato dai Cincinnati Cyclones – ECHL). Sembra
assurdo ma il goalie bolzanino della Nazionale Günther
Hell non riesce a trovare una squadra; è sì stato tesserato
dai tedeschi del Monaco
“ma solo per cautelarsi
per l’infortunio del portiere titolare Jochen
Reimer”, come ha egli
stesso dichiarato, ed è
quindi, di fatto, senza un
contratto. L’ex Asiago
2007/08
Frank
DeFrenza si è accasato
in A2 con i piemontesi del
Valpellice.
C.P.
tante sarò che ciascuna componente (dalla Federazione alla
Lega, dalle società tutte ai singoli “operatori”) riesca finalmente a traguardare al di là dello
stretto “egoismo” personale per
trovare finalmente modalità ed
unione d’intenti per evitare il degrado di questo sport,
spettacolare ed avvincente, ed
anzi per farlo crescere, o meglio
ricrescere. Cesare Pivotto
6° Euroregione Ice Hockey Challenge
Si è disputato l’ormai tradizionale appuntamento settembrino con
l’ex Trofeo Valcellina, oggi Euroregione Ice Hockey Challenge;
questo il dettaglio dei due gironi:
Asiago, Girone “A” :
11-9-08 ASIAGO – PONTEBBA
3/6 [1°T: 9’55 Lutz (P) 13’03 Sparre (P) 14’19 Parco (A);
2°T: 3’40 Sparre (P) 12’10 Menei (A); 3°T: 1’39 Sparre (P) 5’26
Armani (P) 10’55 Guenette (P) 19’43
Rodeghiero (A)]
12-9-08 Pontebba/Maribor 4/4
13-9-08 MARIBOR - ASIAGO 4/9 [1°T: 5’01 Rodeghiero
(A) 9’43 Pegoraro (A)
1 2 ’ 2 6
Strazzabosco (A); 2°T: 0’30 Emersic (M) 2’59 DeMarchi (A)
3’43 Pegoraro (A) 3’49 Strazzabosco (A) 10’30 Emersic (M)
11’22 Borrelli (A) 9’12 Menei (A) 19’58 Smutny (M); 3°T: 1’39
M. Tessari (A) 18’17 Cvirn(M)]
Classifica: Pontebba 4, Asiago 3, Maribor 1
Claut, Girone “B” : 11-9-08 Valpellice/Alleghe 4/2
12-9-08 Fassa/Valpellice 5/0 13-9-08 Alleghe/Fassa 5/0
Classifica: Alleghe 3(+3), Fassa 3(0), Valpellice 3 (-3)
Nella Finale disputata a Claut domenica 14 settembre 2008
l’Alleghe ha battuto il Pontebba per 3 a 1, aggiudicandosi il torneo.
Hockey Inline donne: novità in casa Asiago Pink Vipers
Martedì sera si è svolto il primo
allenamento della nuova stagione, la terza, per le Asiago Pink
Vipers; un allenamento preceduto da una breve riunione per illustrare programmi e novità.
Già, novità. Molte. La prima è
che ad allenare le rosanero saranno in due: Riccardo Forte, il
tecnico che ha avuto il grande
merito di aver creduto fin da subito nel progetto Pink guidando
le ragazze nelle prime due stagioni, e Maurizio Schivo, che,
dopo le esperienze come allenatore nelle giovanili dei Vipers, è
atteso da questa nuova esperienza. Due tecnici e due persone
diversi, con caratteristiche diverse, ma che per questo potrebbero riuscire a compensarsi e a trovare il giusto mix in panchina.
Novità anche nell’organico: qualche giocatrice del “gruppo stori-
co” ha deciso di lasciare, ma le
uscite sono state compensate
dall’ingresso di alcuni giovani elementi che si approcciano per la
prima volta a questa realtà, portando nuovo entusiasmo nel
gruppo. Ma c’è dell’altro. Per la
prima volta, infatti, leAsiago Pink
Vipers allargano la propria rosa,
inserendo un paio di giocatrici
provenienti dall’hockey su ghiaccio. Si tratta della 23enne Silvia
Toffano, capitano e campionessa d’Italia nel 2007 con lo Spinea,
e della giovanissima Agnese
Tartaglione, classe ’94! Una
scelta importante, come racconta
Monica Pesavento, capitano delle rosanero in pista ed anche fuori, in ambito organizzativo.
<< La nostra filosofia rimane
immutata, non vogliamo snaturarci o prendere scorciatoie, ma
l’innesto di Silvia ed Agnese (a
cui potrebbe aggiungersi anche
un’ultima ragazza più avanti) è
importante non solo perché alzerà il livello tecnico della squadra, ma anche perché sarà da
stimolo per tutte noi. Avendo
l’occasione di giocare al fianco
di chi dispone di maggior esperienza e qualità di noi, possiamo
crescere ed imparare molto >>.
Una stagione all’insegna delle
novità, anche in ambito agonistico, con un campionato che potrebbe diventare più strutturato
e con un obiettivo internazionale: la nazionale azzurra per i
Mondiali 2009. << E’ vero – racconta Monica Pesavento – in
queste ultime settimane ci si sta
muovendo per dar vita ad un
campionato vero e proprio, più
impegnativo, ma certamente più
gratificante. Già parecchie società hanno dato il loro assenso
ed altre stanno valutando la possibilità di partecipare. E’ importante anche in ottica del Mondiale 2009, visto che l’Italia, per
la prima volta, sarà presente con
una nazionale donne. Anche in
ambito azzurro qualcosa si sta
muovendo e speriamo a breve
di poterne sapere di più >>.
Stefano Angonese
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
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Sci d’erba
SPORT
Sabato 6 settembre a Forni di
Sopra, dov’era i in programma l’ultima sessione delle sfide iridate sui pendii erbosi,
Edoardo Frau di Asiago ha
concluso trionfalmente la sua
“lunga marcia” verso la conquista della sua prima Coppa
del Mondo di sci d’erba. Sulla pista Cimacuta il
ventottenne “slegar-doc”, (è
cresciuto all’ombra del campanile del duomo di San
Matteo) formatosi nell’Us
Asiago Sci prima di entrare nei
ranghi del Cs Esercito, sua attuale squadra, sfodera un
“gigante” da manuale spegnendo sul nascere le residue
speranze di riaggancio in vetta sulle quali poteva contare
l’austriaco Michael Stocker
suo degno avversario con l’altro
azzurro
Riccardo
Lorenzone nella corsa al primato stagionale.
“In questo momento di indubbia gioia ci tengo particolarmente a sottolinearlo: dedico
questa mia Coppa del Mondo
Edoardo Frau vince la Coppa del Mondo
“La Coppa del mondo era nel mio mirino da almeno tre stagioni – racconta – la dedico alla mia famiglia che in
questi anni mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato a percorrere la strada che mi ha condotto sin qui”
alla mia famiglia che in questi
anni mi ha sempre sostenuto
ed incoraggiato a percorrere la
strada che mi ha condotto sin
qui” . Sono le parole di
Edoardo pronunciate subito
dopo il “gigante” vincente che
gli ha consegnato la
prestigiosa sfera di cristallo
nel mondo dello sci, anche di
quello “verde”, simbolo
inequivocabile dell’atleta migliore dell’annata agonistica
cui si riferisce.
Parole ripetute anche a bocce
ferme una volta rientrato a
Courmayeur, dove erano di
stanza gli atleti del Cs Esercito. Caso forse più unico che
raro, Edoardo si allena con
papà Giampaolo, tuttora sciatore praticante a tutto tondo,
sui pendii erbosi, mentre mamma Stefania vanta un trascorso da dirigente nel Comitato
Regionale della Fisi.
“Alla vigilia del “gigante”
carnico ero tranquillo – racconta ancora – e tale sono
partito. Avevo punti di van-
taggio sull’austriaco Michael
Stocker, ero in forma psico-fisica adeguata, non avevo nulla
da perdere. Tutto si è quindi
concluso secondo logica. La
Coppa del mondo era nel mio
mirino da almeno tre stagioni
tutte conclusesi al secondo
posto mentre prima ancora ero
giunto terzo. Varie cadute ed
altri intoppi mi avevano sempre frenato. Stavolta, invece,
nulla di tutto questo. Ho sempre lavorato col massimo impegno su tutti i fronti e, finalmente, eccomi qua”.
Il neo-detentore ringrazia tutti: dai compagni di squadra,
Stefano Sartori in particolare,
ai tecnici, agli sponsor
ripromettendosi per l’anno
prossimo di centrare il doppio
bersaglio mondiali-coppa.
Un’esagerazione dettata
dell’euforia della sua prima
sfera di cristallo? Data la determinazione sin qui dimostrata c’è senz’altro da credergli
ed i mezzi tecnici non gli difettano certo. Renato Angonese
La prestigiosa Coppa per la terza volta in Altopiano
Sull’Altopiano lo sci verde vanta trascorsi importanti da almeno vent’anni. La “coppa”l’aveva già portata
un paio di volte –’99 e 2000 - Stefano Sartori “forestale” da Albaredo di Rotzo, ora c’è quella di Edoardo
Frau giunta in casa azzurra dopo un “digiuno” risalente appunto alla seconda affermazione dello stesso
atleta della “riviera” quest’anno alle prese con infortuni, ma deciso a rientrare quanto prima come afferma
il felice tecnico azzurro Yuri Donini che oltre a sottolineare le doti tecnico-atletiche del suo numero-uno gli
riconosce anche una notevole capacità nella preparazione degli sci e nella sperimentazione dei materiali dei
“cingoli” sui quali si gareggia sino a toccare anche i novanta all’ora.
Campionati di calcio, si parte!
Tutte eliminate le nostre squadre nel “Trofeo Regione Veneto”, ma
l’obiettivo resta il campionato. Domenica 21 settembre calcio d’inizio per Asiago, Canove, Gallio e Lusiana Conco
Il “Trofeo Regione Veneto”,
consueto test d’ingresso alla
nuova stagione, ha fornito le
prime indicazioni (il campo ha
respinto le nostre formazioni,
tutte eliminate), ma, soprattutto, ha dato modo alle squadre
di rodarsi in vista dell’avvio del
campionato previsto per domenica 21 settembre, con tutte le
compagini altopianesi attese da
un debutto casalingo.
In prima categoria, il Canove riceverà (ore 15.30) il Breganze.
<< Nonostante un bilancio
che parla di due sconfitte ed
un pareggio – dice il presidente Fabio Rebeschini – siamo
soddisfatti delle prestazioni nel
“Trofeo Regione Veneto”. La
squadra si è profondamente
rinnovata ed ha bisogno di
trovare il giusto amalgama. Il
gruppo c’è e lo ha dimostrato
fin dalle prime uscite. In campionato puntiamo prima di tutto ad una salvezza tranquilla e
quindi cercheremo di inserirci
nella zona playoff, l’anno scorso mancata per un soffio. La
concorrenza, lo sappiamo, sarà
agguerrita: S. Vito Leguzzano,
Pove, Cassola S. Marco, S.
Fortunato, solo per citare quelle che indicano tra le favorite,
ma la lista può essere molto più
lunga. Abbiamo chiesto ed ottenuto di poter invertire una
gara, avendo quindi a disposizione tre incontri di fila sul terreno di casa. Cercheremo di
partire di slancio! >>.
Scendendo di categoria troviamo il neopromosso Asiago Calcio Altopiano ed il Lusiana
Conco.
Nel girone “E”, la matricola
giallorossa ospiterà (ore 15.30)
il Cosfara. << Le partite di coppa – analizza il presidente
Santino Rossi – ci hanno dato
l’opportunità di provare nuovi giocatori e soluzioni. Abbiamo pagato un po’ le assenze,
soprattutto nella sfida con
l’Orsiana, ma possiamo ritenerci comunque soddisfatti per
quanto espresso nel gironcino.
Non ho visto squadre fuori dalla nostra portata, c’è stato
equilibrio, tanto che la qualificazione si è risolta solo all’ultimo e tutte le squadre potevano ottenerla. Adesso ci attende il campionato, con l’obiettivo della permanenza nella
categoria. La squadra è giovane, bisogna procedere a fari
spenti, ma voglia e determinazione non mancano a questi
ragazzi. Questo gruppo può
fare davvero buone cose >>.
Cambio di girone, invece, per il
Lusiana Conco, inserito nel
gruppo “F” (quello a maggioranza bassanese) ed atteso domenica (ore 15.30) dal confronto
interno con il neopromosso
Vallonara.
<< Abbiamo chiesto noi lo spostamento di girone – fa sapere
Marino Xausa – perché ci sentiamo più “a casa”; conosciamo
un po’ tutte le squadre. Le prime
uscite hanno dato alcune indicazioni: negative quelle sul piano
dei risultati ed anche della concentrazione. Dovremo lavorare
sull’aspetto della tenuta mentale
e dell’approccio alla gara; al debutto, infatti, lo abbiamo completamente sbagliato. Di positivo,
però, ci sono la prestazione che
ha fruttato la vittoria contro il
Lugo Calvene e l’inserimento di
alcuni giovani del nostro vivaio,
che hanno esordito con buoni riscontri. Siamo soddisfatti. Guardando più in là, invece, perso-
nalmente ritengo la squadra di
quest’anno più forte di quella della passata stagione. Abbiamo
operato qualche ritocco all’organico, che a mio avviso ora ha forse un po’ di esperienza in meno,
ma freschezza e velocità in più.
La speranza è quella di navigare in acque tranquille fin da subito per poi provare a “fiutare”
il vento giusto >>.
La panoramica si completa con
la terza categoria, girone di
Bassano, in cui milita il Gallio,
che esordirà in casa (ore 15.30)
contro l’Union 98 Borso del
Grappa, indicata come una
delle favorite.
<< Ci attende subito un trittico di sfide interne contro avversarie quotate – racconta
Renzo Xausa – ma cercheremo di dare il massimo e di raggranellare qualche punto. Rispetto allo scorso campionato abbiamo perso qualche pedina importante, l’organico è
un po’ più ridotto, ma questa
squadra, grazie anche ai nuovi innesti, è comunque in grado di far bella figura. Non c’è
alcuna intenzione e neppure la
forza di tornare sul mercato.
Puntiamo su questo gruppo.
Sarà un anno di transizione,
senza particolari obiettivi se
non quello di divertirsi nel giocare a calcio; niente pressioni
per il risultato come la scorsa
stagione. Speriamo possa rivelarsi la formula vincente
Stefano Angonese
8
Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
“Base americana ad Asiago?
Signor Porto, ma…per favore…!”
La base americana? Si faccia ad Asiago propone il sindaco di Roana. Il campo di
aviazione, l’istituto elioterapico
per l’amministrazione militare,
centinaia di case per il personale: il rilancio per l’altopiano.
Non è d’accordo il sindaco di
Asiago che ritiene una boutade
l’offerta del collega. Oltretutto
osserva l’idea si scontra con
problemi di logistica, di viabilità e di fattori ambientali; il
rilancio turistico e commerciale
conclude passa su altri binari
quali l’agroalimentare, la
natura, i luoghi legati alla
grande guerra; e poi bisognerebbe consultare i cittadini già appesantiti dal voto
pro trentino. Ma se l’invito
non presenta le condizioni
di attuabilità vale la pena di
considerare le ragioni della
profferta. Il Comune di
Roana è in forte espansione edilizia tanto più perché
sparsa nelle sei frazioni presenta problemi di collegamento e di distribuzione dei
servizi. Anziché fermare il
consumo del territorio
come ha fatto coraggiosamente il sindaco di Asiago, quello
di Roana prosegue allegramente, ormai solitario, con la
politica delle seconde case
senza darsi pensiero delle conseguenze negative soprattutto
sull’apparato agroalimentare in
particolare per i pascoli. La chiamata dei militari americani costituisce, all’evidenza, una comoda copertura per continuare la
politica dissennata che sta distruggendo letteralmente
l’altopiano. La chiamata del per-
Sono quasi le 19, siamo finalmente arrivati ad Asiago.
Veniamo da Bologna per partecipare ad un Convegno a
cui teniamo molto e che si
svolgerà presso la casa per
ferie di Via Rendola, subito
fuori paese. Da bravo automobilista, con l’aiuto dell’ormai indispensabile Internet,
mi sono stampato tutto l’itinerario, con particolare precisione proprio per il passaggio nel Capoluogo dell’Altipiano. Malauguratamente un
cantiere di lavoro, aperto il
giorno precedente, impedisce
l’attraversamento del paese
e mette in crisi la mia
puntigliosa programmazione
e la piantina da cui non stacco mai gli occhi. Inizia l’ardua impresa alla ricerca della via alternativa: proviamo
prima a seguire alcuni cartelli gialli di deviazione, ma
sono incompleti e non ci portano a nulla, ci ritroviamo
sempre nello stesso punto,
anche le indicazioni per
Gallio, che qualche passante
ci dice di seguire, sono contraddittorie, lo stesso paese
è indicato in direzioni diverse! Decidiamo di seguire i
suggerimenti di altri cittadini
che ci prospettano la nostra
meta appena fuori della via
che attraversa il paese ma,
che dopo le 17, è segnalata
come isola pedonale. Certi
che la cosa sia precedente
all’apertura del cantiere, confortati dal passaggio di altri
veicoli, vista l’assenza di pedoni, ci addentriamo
prudentemente. Finalmente
intravvediamo, oltre una breve fila di veicoli fermi in mezzo alla strada di fronte a noi,
due vigilesse verso le quali,
sceso dalla macchina, mi avvicino, finalmente le migliori
conoscitrici del territorio mi
daranno la risposta definitiva! Raggiunta la tutrice del-
sonale militare per giustificare
intanto l’enormità del costruito e
per legittimare nuovi progetti.
Poco importa, a quel sindaco,
l’impatto complessivo per la presenza di un apparato militare sulle
fragili strutture esistenti e sui servizi alquanto carenti; interessa costruire ancora e così incamerare contributi edilizi oltre all’ici ma senza avvedersi
che intanto il gatto si mangia
la coda. Per questo se la vedranno altri; importante intanto è fare cassetta e pareggiare i bilanci anche se a spese del futuro. E dire che
quel Comune non dovrebbe passarsela male: ai già
rilevanti introiti provenienti
dall’edilizia e senza subire
la decurtazione ici, trattandosi perlopiù di seconde
case, non corrispondono
servizi rapportati al nuovo
costruito. Per tutte: non ancora attuata la raccolta differenziata (che spettacolo
sulle strade, specie la domenica). Almeno i servizi per
la casa dovrebbero essere
migliori (reti, utenze, allac-
ciamenti) anche in considerazione del fatto che trattandosi
di abitazioni solamente stagionali e che non vi è necessità di
fornire scuole, uffici e servizi
per l’intero stock abitativo, maggiore dovrebbe essere l’impegno
per la pura residenzialità. Invece. A parte dunque le insensate
strategie urbanistiche fin qui attuate si cerchi almeno di fermare l’ulteriore devastazione; per
le ragioni indicate non è più credibile la necessità di bilancio e
anche lo fosse ben altre sono le
strade da battere. Non certo
quella della fuga impossibile nel
trentino e nemmeno quella della
svendita del territorio ai militari
statunitensi: è il momento di reclamare quell’autonomia simile
a quella dei cugini vicini ma senza l’umiliazione di passare sotto
il loro governo. Poveri ma liberi,
come gli antenati dell’altopiano
hanno insegnato. Loro si sono
battuti, non sottomessi, per l’autonomia attuando anche il primo
federalismo che la storia ricordi.
Vicenza, lì 05 settembre 2008
Giovanni Bertacche
[email protected]
BENVENUTI
AD ASIAGO !
l’ordine più carina, apprendo:
sì che sono ormai vicino al
mio obiettivo (e alla cena ormai iniziata che spero mi
aspetti), ma anche che
devo attendere, come gli
altri (e quelli che si accumulano alle mie spalle), che
vengano annotate tutte le
targhe dei veicoli presenti
in modo che l’indomani
possano essere elevate le
contravvenzioni. L’indignazione generale va aumentando, scopro che anche
villeggianti e residenti non
riescono più a trovare il
modo per raggiungere le
proprie abitazioni o gli alberghi in cui sono alloggiati. Perfino il parroco di un
paese vicino si trova imprigionato nei meandri della
ridente località turistica.
Nel frattempo giunge un terzo vigile che, comprendendo le nostre difficoltà, il disappunto e la buona fede,
contatta telefonicamente il
Comandante che, ligio al dovere dà comunque l’ordine di
procedere con la raccolta dei
numeri di targa. A nulla servono le proteste e il richiamo alla “bizzarra” e forse
non corretta procedura di
non contestare le infrazioni
direttamente agli interessati.
Ciò si rivela un ulteriore danno per noi malcapitati, sono
già passati circa 40 minuti e
parte la verbalizzazione
www.giornalealtopiano.it
24
Proposte per la
stazione dei bus
Gentile redazione,
mi fa particolare sensazione il modo in cui è tenuta e la
destinazione d’uso della vecchia stazione ferroviaria. Lo
ritengo indegno per un capoluogo così rinomato e stimato
come Asiago. Questa imponente costruzione serve solo per
un ufficio turistico e un bar. La vera stazione dei bus (FTV)
è quel casotto in pietra là vicino sulla destra, sempre chiuso,
con una serie di poster sgangherati che indicano orari indecifrabili, tutto all’aperto, senza alcuna mappa dei luoghi, per
cui un estraneo deve chiedere ad altri come fare per catturare un trasporto! Ma, dico, è questo il modo di fare? Così si
tratta un centro turistico? Secondo me la vecchia stazione
va ricuperata e in pieno: dalla strada di accesso proveniente
da Canove, si fa un tratto riservato ai bus sul vecchio sedime
ferroviario. I bus si fermano e partono sotto la vecchia
pensilina, magari se ne costruisce un’ altra se necessario, e
l’ufficio turistico viene sistemato altrove e riaperta la sala di
aspetto per i passeggeri. Con orari e mappe facilmente
consultabili. La gente ha diritto di stare al coperto e non
sotto la pioggia o neve! Questa deve essere una Stazione
Autocorriere di tutto rispetto e degna di un centro come
Asiago e non solo un centro informazioni. Esattamente come
lo era la vecchia stazione ferroviaria! Sergio Callegari
contestuale (e io continuo a
pensare alla nostra cena ormai sfumata)!!! Alcune cose
a questo punto me le sono
chieste: 1) innanzitutto come
mai un paese, la cui prima
risorsa è il turismo, impegna
ben tre vigili a staccare multe alla fine di un vero labirinto e non si preoccupa,
piuttosto, di distribuirli nei
punti più critici ad indicare
la “retta via” a smarriti turisti e frastornati residenti?
2) Poi perché un’isola che
normalmente dopo ferragosto veniva smantellata, viene mantenuta attiva nonostante la chiusura obbligata dell’altra unica via di passaggio? 3) Che giustizia è
quella che punisce la decina di automobilisti che si
sono fermati ed hanno cercato di ragionare con i vigili e “grazia” invece il gran
numero di altri utenti della
strada che, visto il “casino”,
si giravano e se ne andavano (e tutti li hanno notati,
vigili compresi!)? 4) Mi
chiedo poi quale sia il valore e la bellezza di un’isola
pedonale trasformata in parcheggio, pieno di automezzi in fila in attesa della sentenza? 5) Infine l’ultima
annosa e grande domanda,
qual’è la nostra colpa? La
Polizia Municipale è ancora al servizio dei cittadini
o??? Beh, che dire, il benvenuto ci è stato dato! La
multa è di soli 36 euro!
Molto meno di quanto costerà in tempo, denaro e
pazienza un ricorso. Tacere credo però sarebbe un
po’ come accettare il male
minore, come sottostare e
nascondere l’ingiustizia, se
non addirittura come “pagare il pizzo”.
Francesco Manieri e
M. Cristina Milani
29 Agosto 2008
8
Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
“Qualcuno conosceva mia
nonna? Abitava a Lusiana”
Da Piacenza ci giunge un accorato appello del signor Angelmario Rebecchi:
“Spettabile redazione dell’Altopiano, da anni cerco di far luce sui miei antenati, in
particolare gradirei ricevere notizie su mia nonna, Covolo Amelia, nata a Salcedo il 2
maggio 1901 e morta a Bassano del Grappa nel 2001. Per molto tempo ella visse a
Lusiana, paese dei Sette Comuni. Mi raccontava che quando aveva circa 15 anni,
anche durante la guerra, si recava sui campi di battaglia a raccogliere le spoglie dei
soldati caduti da ambo gli schieramenti oppure a lavorare per l’Esercito come civile
militarizzata, ricordo che citava spesso il monte Ortigara tra i luoghi di recupero delle
ossa e resti umani abbandonati tra le trincee e gli scoppi di granate. Credo si trattasse
di un vero e proprio lavoro, in quanto da esso traevano guadagno anche altre ragazze
sue coetanee, il tutto sotto la direzione di un tenente. Al termine di questa sua attività
mi raccontava di essere andata a Valstagna per ricevere un premio.
In via subordinata gradirei saperne di più su questa attività legata alla raccolta e
inumazione di caduti della Grande Guerra”.
Gentile Lettore,
La foto è tratta
pubblichiamo voda “Parole sulle
pietre”,Ediz.
lentieri la sua riAccademia
chiesta tesa a far
Olimpica
Vicenza, ricorda
luce sulla parente
la giovane
lusianese, la speBoscardin
ranza è che promorta nel 1917
mentre lavorava
prio qualcuno di
per i militari.
Lusiana riesca a
fornire qualche indicazione su nonna Covolo.
Riguardo all’attività di recupero
salme dei caduti
possiamo anticiparle che per anni
molte famiglie
altopianesi trassero di che vivere da questo lavoro. Il tenente di
cui parlava la parente sarà stato
senz’altro uno degli ufficiali mortali. Se relativamente
responsabili di Onorcaduti, facile si rivelò il lavoro di
l’ente messo in piedi per riesumazione cimiteriale,
dare giusta sepoltura ai sol- compiuto da prigionieri di
dati morti in battaglia, op- guerra e che occupò stabilpure il comandante la squa- mente molti civili altopianesi
dra di lavoratori civili. tornati su quanto restava
L’Altopiano di Asiago a fine delle proprie abitazioni, più
conflitto si presentava complesso fu raccogliere i
come un immenso campo- caduti sepolti in tombe imsanto, con cimiteri sparsi provvisate, coperti da pochi
ovunque dedicati alle nu- centimetri di terra e sassi.
merose medaglie d’oro alla Molti cadaveri poi vennero
memoria. Nel 1927 l’allora alla luce durante gli anni di
capo dello Stato Benito recupero del materiale
Mussolini incaricò il gene- bellico, trovandosi spesso i
rale Giovanni Faracovi, no- resti mortali nelle vicinanminandolo alto commissario ze di terreni sconvolti dalle
per le Onoranze ai Caduti. aspre battaglie. Per incenIl suo compito fu di con- tivare la raccolta dei corpi
centrare migliaia di morti in il Ministero dapprima gaSacrari dedicati al culto rantì il pagamento in lire alla
della memoria. Sorsero consegna delle salme, ma
così gli Ossari del Pasubio, per risparmiare sul peso da
di Schio, Cimone, Arsiero, trasportare lungo le erte
Asiago, e numerosi altri valli i civili si limitarono a
sparsi lungo l’ex fronte al- consegnare i teschi e le
pino. Nella sola Asiago, sul- ossa più lunghe degli arti.
la collina del Laiten riposa- Spesso accadeva pure che
no migliaia di morti italiani gli scheletri venissero divie austriaci. Purtroppo dalla si e consegnati in tempi diprimaria sepoltura tra pa- versi, ciò per aumentare il
scoli e doline, avvenuta du- numero di retribuzioni, a dirante e a fine conflitto, di scapito di una giusta catamolte salme si è persa la logazione. Quando fu decipiastrina di riconoscimento, so il solo “pagamento a cratogliendo la possibilità di nio” si finì per consegnare
dare un nome a molti resti agli Ossari i soli teschi, la-
sciando disseminati
i terreni di povere
ossa senza nome né
nazionalità.
A distanza di tanti
anni il terreno restituisce ancora le
ossa bianche dei
militari, accade ancora oggi che qualche povero fante o
alpino torni a far
parlare di se, dei
suoi vent’anni spesi
per un ordine venuto dall’alto, per una
bandiera da portare
oltre il vecchio confine e, speriamo,
per un degno ideale
a cui sacrificare la
vita. Nel contempo
un nuovo metodo di
ricerca si fa largo,
rivolto a dare una nazionalità e nome ai soldati altrimenti sconosciuti. Si tratta
delle analisi scientifiche
messe in atto dal dott. Andrea
Galassi,
anatomopatologo dell’ospedale San Bortolo di
Vicenza, a lui e ad una
equipe di tecnici è affidato un finanziamento pubblico regionale. A breve
forse vedremo i frutti di
queste analisi.
Siamo inoltre a conoscenza che lungo la strada da
Asiago per Bassano, dopo
il bivio per Conco in direzione Lusiana, è visibile
un cippo che ricorda una
quattordicenne schiacciata da un masso (vedere
foto). La ragazza lavorava con altre coetanee della zona al servizio del Regio Esercito, probabilmente con questa sfortunata
Amelia Covolo avrà pure
parlato e lavorato fianco
a fianco.
Per ulteriori informazioni
sulla nonna dell’amico
piacentino restiamo comunque in attesa di un riscontro dai lettori di
Lusiana.
Cordialmente,
La Redazione
www.giornalealtopiano.it
25
Quest’anno fan novanta!
Mi trovavo nei giorni scorsi
ad Asiago. Ho parcheggiato
la macchina, come tantissime altre volte, in Viale della
Vittoria, quasi di fronte al
grande Sacrario Militare che
raccoglie le spoglie di migliaia di soldati Italiani ed Austriaci caduti nel corso della
prima guerra mondiale che
qui vide e visse aspri e
cruenti combattimenti…e
decine di migliaia furono i
caduti, dispersi e feriti ..
Lungo Viale della Vittoria ,
sul lato destro, lasciando le
spalle al Sacrario Militare,
c’e’ una serie di lapidi
bronzee, affisse su appositi
supporti, che riportano brevi
frasi, scritti tratti da lettere
inviate ai familiari lontani
ed avvenimenti di cronaca
vissuti e descritti dai militari che allora combatterono quella guerra, molti dei
quali non fecero piu’ ritorno alle loro case, e che qui
o sul altri fronti sacrificarono la loro giovane vita.
Tra queste scritte ne leggo
una a firma di Ernest
Hemingway ,grande romanziere e scrittore americano, classe 1899, giovanissimo volontario arruolatosi nell’esercito degli Stati
Uniti, che entrati in guerra nel 1917 a fianco degli
eserciti alleati contro gli imperi centrali di Germania ed
Austria-Ungheria, fu spedito sul fronte italiano, as-
segnato ad un reparto della sanita’ USA:
sezione Uno ARC
per
il
Veneto
(American
Red
Cross) che operava in zona di guerra
con le proprie ambulanze adibite al trasporto di feriti – reparto della Croce
Rossa Americana.
La linea invalicabile
del nuovo fronte tatticamente attestato
fra il Grappa ed il
Piave, nei mesi che
seguirono la ritirata,
dopo la sconfitta su- Ernest Hemingway
bita dall’esercito ita- (Oak Park, 21 luglio 1899 –
liano e passata alla Ketchum, 2 luglio 1961)
storia come la disfatta di Caporetto – verso la Hemingway fossero stati
fine di Ottobre del 1917. ugualmente conosciuti ed
La sezione Uno ARC fu di- apprezzati, non per fatti così
staccata a Bassano del grandi e gravi e per le centiGrappa -VI, opero’ sul naia di migliaia di vite sacrifronte del massiccio del ficate, ma per la loro natuGrappa e del Piave nel rale bellezza, tranquillità e
corso del 1918, dove pur- senso di pace.
Luciano Rubini
troppo il lavoro non mancò
di certo ed il suo supporto
fu sicuramente molto im- Arsiero, Asiago
portante. Riporto alla lette- e quanti altri ancora,
ra ciò che è scritto su quella piccoli paesi di confine
lapide bronzea collocata lun- nei giorni dell’anteguerra;
go il Viale della Vittoria di Monte Grappa, Monte Corno,
Asiago, con un pensiero e molti altri ancora,
utopico dentro di me: come non e’ che contavate molto
sarebbe bello se tutto ciò che nei giorni della dolce pace…
Ernest Hemingway
qui accadde oltre 90 anni fa
non fosse mai accaduto e che Parigi 1922 ca. le località ed i monti citati da LA GUERRA 14/18
Attenti a dove mettete i piedi!
Spett.le Redazione,
abito ad Asiago in contrada Rigoni di sotto e mi è capitato spesso di vedere quello
che ora vi documento con le mie foto.
Da un po’ di tempo succede che passeggiando intorno all’aeroporto si trovano sul
marciapiede escrementi di cavalli che oltretutto non vengono rimossi e perdurano
per molti giorni fino a che non si dissolvono col tempo. E’ una cosa disdicevole
pensando che una così bella passeggiata sia deturpata in questo modo. Passeggiata,
ricordo, che è fruita durante tutto l’anno da numerose persone - naturalmente anche
da signore con bimbi in carrozzella - che, davanti a questi intralci si trovano a dover
scendere dal marciapiede. Mi sembra inoltre che il marciapiede debba essere riservato ai pedoni e non ai cavalli.
Lettera firmata
8
Sabato 20 settembre 2008
Da alcuni dati, ricavati da
internet, apprendiamo che gli
zingari, di etnia Sinti e Rom,
sono originari dell’India, ed
emigrarono in Europa agli inizi del secondo millennio. I
primi insediamenti in
Andalusia risalgono al 1300,
quando il sud della Spagna
era dominato dai Mori. La
parola “zingaro” deriva dal
greco Athinganos, che significa intoccabile. Quel nome
è stato adattato alla lingua
spagnola che lo ha trasformato in gitano o zigano. Da
zigano a zingaro il passo è
breve e per questo termine
nel dizionario si legge: nomade, ramingo, girovago, persona senza terra e Patria. Un
popolo che non ha avuto un
esistenza facile, nel medioevo molti zingari furono accusati di stregoneria ed uccisi.
Nel periodo del nazismo ne
furono sterminati 500.000,
nei lager tedeschi. La loro integrazione si è rivelata comunque difficile ovunque si
sono fermati e l’Europa,
compresa la parte balcanica,
non ha mai gradito il
nomadismo di questo popolo. La gente comune non
vede di buon occhio i loro
insediamenti, anche temporanei, perché dove si fermano
aumenta
la
microcriminalità. Il fatto poi
che ricevano, un sussidio
mensile di circa 1000 euro a
famiglia, dallo Stato italiano,
non va giù a quei pensionati
che percepiscono la minima
di 500, o di che ne prende
meno di 1000 dopo avere lavorato in fabbrica per una
vita. A tutto questo vanno
aggiunti tutti privilegi riservati
ai loro figli: libri, trasporti e
mense scolastiche gratis, ed
il pagamento del gas e della
corrente elettrica, da parte
dei Comuni nei campi dove
si insediano. In piena crisi
economica la gente considera questa disparità di trattamento la vera discriminazione razziale, perpetrata nei
confronti dei cittadini italiani, e per questo chiedono al
governo di essere equiparati
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
I Rom e le
impronte digitali
ai Rom. Negli anni della rinascita gli zingari erano figure mitiche, e per certi versi
affascinanti, per la gente che
si stava scrollando di dosso
la miseria. Portavano l’allegria e il divertimento nelle
piazze con maghi, giocolieri,
saltimbanchi, musicisti e
danzatori. Fra loro cerano
grandi famiglie di artigiani del
rame che vendevano ed aggiustavano oggetti in cambio
di denaro e ospitalità. Atri si
dedicavano all’allevamento
di cavalli ed erano abili maniscalchi che offrivano i loro
servizi in quel mondo agreste
predominante. I contadini,
oltre che con i soldi, li pagavano con vivande e foraggio
per gli animali. I furti si limitavano alla frutta che pendeva dagli alberi, o a qualche
gallina, ed erano tollerati perché la povera gente sapeva
cos’era la fame. Oggi in Italia ce ne sono circa 150.000,
molti di loro ci sono nati, da
genitori che scelsero di vivere nel nostro paese alla fine
del secondo conflitto mondiale. Si calcola che siano oltre
10.000 i Rom entrati nel territorio italiano, dopo che Romania, Bulgaria e Slovenia
sono entrate a far parte dell’Europa. I dati confermano
che con il loro arrivo la criminalità è aumentata e con
essa l’insofferenza della gente che abita vicino ai loro
campi. Il fatto che si servano di minorenni per l’accat-
tonaggio, l’elemosina e i furti in case e appartamenti, li
rende invisi ovunque si fermano, ed è per questo che
molti sindaci non li accettano nel loro territorio. Il nuovo governo ha promesso di
risolvere la questione con un
censimento atto a stabilire
quante persone Rom sono
presenti in Italia, dove e
come vivono. L’esigenza di
sapere quanti bambini e minorenni ci sono, di chi sono
figli, è un problema reale, non
razziale, perché i fatti dimostrano che molti di questi ragazzini vengono acquistati
nei loro paesi per una manciata di euro da aguzzini senza scrupoli, che li trattano
come animali e gli obbligano
a rubare. Quei poveri innocenti non hanno nessuna possibilità di uscire da quella situazione e una volta diventati adulti conosceranno solo
l’arte della violenza. Non bisogna ignorare che l’indice
di scolarizzazione e pressoché inesistente in tutte le comunità dei Rom; basta chiedere i dati ai Comuni delle città più grandi per rendersene
conto e verificare nei licei e
nelle università quanti studenti Rom ci sono. Purtroppo per i loro genitori rappresentano una fonte di guadagno e mandarli a scuola significa una dannosa perdita
di tempo e di denaro. Vogliamo veramente salvarli dalla
strada ed istruirli questi ra-
Ci sei? Ce la fai?? Sei connesso???
Tanti auguri di
Buon Compleanno
a Santo Ambrosini
dagli amici della
contrada, che
ancora si chiedono...
se ci sei o ci fai!
gazzi? Allora schediamoli per
sapere chi sono, dove e come
vivono. Solo in questa maniera si potrà intervenire in
loro aiuto, quando saranno
trattati come schiavi. Il
buonismo ad oltranza è figlio
di quella demagogia ceca ed
assurda, che è lontana anni
luce dai drammatici problemi di quei bambini che la sera
tornano a casa terrorizzati
perché non sono riusciti a
raccogliere la somma imposta dal loro sfruttatore che
viaggia in Mercedes.
Nel momento in cui si acuisce la polemica fra il ministro dell’Interno Maroni ed
il centrosinistra, spalleggiato
dalle varie associazioni culturali e religiose, sulla
rilevazione obbligatoria delle
impronte digitali ai figli minorenni dei Rom, la squadra
mobile di Verona ha arrestato otto nomadi, che costringevano i figli a rubare con
minacce di violenze fisiche a
sfondo sessuale. Il giudice
delle indagini preliminari
Giorgio Piziali ha convalidato l’arresto per quattro di
loro; per gli altri quattro non
ha riscontrato un reale e concreto pericolo di fuga, di conseguenza sono ritornati in libertà. Il G.i.p ha altresì sollevato riserve sul pubblico
ministero e sugli organi di polizia che, a suo parere, hanno fatto coincidere i tempi
dell’intervento con il crescente interesse pubblico per
le vicende legate ai nomadi.
L’opposizione ha parlato di
stato di polizia e deriva democratica mentre il settimanale Famiglia Cristiana, ha
definito indecente la proposta del ministro. La Caritas,
l’Unicef e la Cgil hanno usato
gli stessi aggettivi per qualificare l’iniziativa di Maroni.
Anche l’emittente araba Al
Jazeera è intervenuta sulla
questione bacchettando l’inquilino del Viminale. Bruxelles
ha fatto sentire la sua voce
attraverso il commissario europeo agli affari sociali,
Vladimir Vidla, della repubblica Ceka, ha ammonito severamente il governo italiano a
non diversificare i Rom dagli
altri cittadini europei; agli
extracomunitari invece si possono prelevare le impronte digitali senza che nessuno si
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scandalizzi. L’Opera Nomadi
si è offerta di accompagnare
gli addetti al censimento nei
campi Rom, a patto che non
siano prese le impronte digitali ai minori di quattordici anni,
ed infine l’associazione italiana magistrati per i minorenni
e per la famiglia, definisce l’iniziativa di Maroni come
un’odiosa discriminazione razziale. Sono tutti giudizi di enti,
associazioni e persone importanti, che operano nel sociale
e pertanto da tenere nella massima considerazione. È altrettanto vero che il problema esiste ed è così grave che secondo
un sondaggio recente il 47%
degli italiani afferma di trovarsi
a disagio ad abitare nei paraggi di un accampamento dei
Rom o nello stesso condominio. Bisognerebbe capire il perché di questo disagio e sentire
le ragioni di chi ha opinioni differenti sulle leggi che regolano la convivenza fra la gente
di popoli ed etnie diverse. Per
chiudere una considerazione:
i bambini di ogni razza o colore sono Sacri per tutti e vanno
protetti. Questo è un sentimento comune in tutti gli italiani,
non solo per coloro che si
sentono depositari della democrazia, della giustizia e
della libertà.
Renzo Cappozzo
Grazie per la pronta assistenza
A Paolo, al suo papà e a tutta la bella famiglia della trattoria “Al Cacciatore” Magnaboschi di Cesuna. Desidero ringraziare pubblicamente per la generosità e prontezza con
la quale sono intervenuti tutti a seguito di un mio improvviso malore accompagnandomi con un loro mezzo al Pronto
Soccorso di Asiago. Grazie bella famiglia
e…fortunatamente a presto!
Riofreddo Giancarlo (Rovigo)
Beato tra... le nonne!
Cinque generazioni insieme, a Foza, per una foto che ha anche il valore di un augurio
speciale. Ben ottanta sono gli anni di differenza dalla protagonista più “grande”, la trisnonna Regina Margherita Lunardi, al più piccolino, Gabriel Baù di tre anni e mezzo; con
loro la bisnonna Raffaella, la nonna Barbara e la mamma Evelyn. Un augurio speciale, si
diceva, tutto riservato a Gabriel, che abita con i genitori a Stoccareddo: nato prematuro,
nei suoi primi anni di vita ha dovuto combattere per superare più di un problema, ma ora,
anche grazie all’affetto di tutti i familiari, è riuscito a mettersi nella giusta carreggiata,
pronto a emulare la sua trisavola Regina Margherita. Auguroni!
8
Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
Da sabato 20 settembre a venerdì 3 ottobre
Il Sole alla fine di settembre sorge alle 6.00 e tramonta alle 18.20
·Sabato 20 settembre. SS. Andrea Kim e Candida. Il 20 settembre è il 264° giorno dell’anno. Mancano 102 giorni alla fine
del 2008.
·Domenica 21. S. Matteo apostolo
·Lunedì 22. S. Maurizio. Ultimo quarto di Luna alle ore 6.06
·Martedì 23 . SS. Pio da Pietrelcina e Lino papa.
·Mercoledì 24. S. Pacifico e Beata Vergine Maria della Mercede
·Giovedì 25. S. Aurelia
·Venerdì 26. SS. Cosma e Damiano
·Sabato 27. SS. Vincenzo e Adolfo
·Domenica 28. S. Venceslao
·Lunedì 29. SS. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Luna
nuova alle ore 9.13
·Martedì 30. S. Girolamo
·Mercoledì 1. SS. Teresa di Gesù e Remigio
·Giovedì 2. SS. Angeli Custodi
·Venerdì 3. Gerardo e Candido
Eventi di questo periodo: il 21 settembre è il termine naturale in cui storicamente termina l’alpeggio, da questa scadenza deriva l’antico detto: “a San Matio tutto xe compìo”, ciò per
indicare che la bella stagione è finita e le mandrie devono rientrare in pianura. L’alpeggio, che si svolge tra un’altitudine minima di 600 m. s.l.m. e una massima di 2500-2700, inizia con la
monticazione, cioè la salita sull’alpe, che avviene tra la fine di
maggio e la metà di giugno e termina con la demonticazione.
L’alpeggio può avere forme economico-organizzative diverse
in base all’organizzazione amministrativa (privata, cooperativa,
pubblica di tipo comunale, provinciale o statale, ecc.) e al sistema di conduzione (affitto, conduzione da parte di privati, cooperative, ecc.). L’alpeggio può distinguersi anche in base al tipo di
bestiame ospitato: per bovini (il più comune), per ovini, caprini,
equini o per bestiame misto (compresi i suini e gli animali da
cortile). Di solito i pascoli alpini e prealpini sono sfruttati prevalentemente da bovini (85% nel primo caso e circa 95% nel
secondo) mentre quelli appenninici sono sfruttati esclusivamente dagli ovini. Per quel che riguarda le necessità animali, per
l’intera durata della monticanza occorrono 1,5-2 ettari per ogni
bovino mentre un solo ettaro riesce a nutrire dai 4 ai 6 ovini.
L’alpeggio ben fatto porta notevoli vantaggi agli animali da un
punto di vista alimentare (maggiore valore nutritivo che si riflette sia sulla salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici), da
quello dell’attività fisica (sviluppo della muscolatura, aumento
dell’attività circolatoria, respiratoria e della capacità polmonare
dovuta alla rarefazione dell’aria e al maggiore sforzo fisico) e da fattori ambientali (qualità dell’aria respirata e aumento delle radiazioni
attive con benefici influssi su cute, pelo,
attività ghiandolare e metabolismo).
Sull’Altopiano di Asiago sono attive nel
periodo estivo circa 90 malghe, sudSan Matteo
divise per territorio nei vari 8 comuni. L’attività è testimoniata su queste zone in forma scritta da un atto
di assegnazione di terre da destinare al pascolo, il documento è datato
983 dopo Cristo; questa attività quassù
vanta ben dieci secoli di storia, ma sicuramente ne ha di più!
Un Santo per volta:
San Maurizio (22 settembre). Patrono del
corpo degli Alpini ed esempio del guerriero cristiano, un martire del III secolo, la cui memoria è tenuta in
vita dalle gloriose truppe da montagna. Gli sono intitolati vari
ordini cavallereschi, tra cui quello dei Santi Maurizio e Lazzaro,
istituito nel 1434 da Amedeo di Savoia e la croce del gonfalone
con cui viene raffigurato compare sulla bandiera della Confederazione Elvetica: S. Maurizio ci ricorda che chi è superiore
per grado o imbraccia le armi per necessità deve anche essere
superiore nel sacrificio e nella responsabilità, unendo il valore
alla virtù.
Con decreto papale del 19 luglio 1941, Papa Pio XII ha dichiarato “San Maurizio martire celeste patrono presso Dio del Corpo dell’Esercito Italiano denominato Alpini”.
Dalle ore 8.45 di sabato 20 alle
ore 8.45di sabato 27 settembre
ASIAGO- Farmacia Chimica Bortoli sas del dr.
Vittorino Ballici Molini, Piazza II° Risorgimento
Dalle ore 8.45 di sabato 27 settembre
alle ore 8.45 di sabato 4 ottobre
LUSIANA- Farmacia del dr.
Mario Balduzzi, Viale Europa27
ROANA – Farmacia della dr.ssa Maria Leda
Pizzolato, Piazza S. Giustina 23
Domenica 21 settembre
GALLIO – OMV via Kemplen, 2
Domenica 28 settembre
SASSO DI ASIAGO – TOTAL, via Chiesa
TRESCHE’ CONCA – AGIP – Via Campiello, 56
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
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devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
ARIETE
Guardatevi attorno con la massima attenzione: Urano, da tempo
nel vostro segno, potrebbe manifestarsi con insolite occasioni da
cogliere al volo, si nel campo amoroso che in quello lavorativo.
Non sottovalutate un incontro che a prima vista può sembrarvi di
poco conto. Se avrete fiducia, ci sarà la concreta possibilità di
dargli un futuro.
TORO
Date libero sfogo alla fantasia e concedetevi, se non proprio tutto,
molto di più di quello che vi viene in mente. Se siete in coppia non
sono esclusi momenti di intensa passione, ma anche un certo
desiderio di evadere dalle abitudini. Se siete single, è il momento
di rendervi disponibili a nuovi stimolanti incontri da cogliere al
volo.
GEMELLI
Giove nel vostro segno ci permette di agire con autorevolezza,
rendendovi più graditi a chi vi sta a cuore. L’importante è saper
amministrare con accortezza i doni del destino, specie negli affetti
che potrebbero subire una notevole accelerazione. Tenetene conto nel progettare una vacanza speciale, che ricorderete a lungo.
CANCRO
Siete incerti sul da farsi? Vuol dire che avete intuito che qualcosa
sta cambiando, anche se ancora non sapete cosa. In amore vi
converrà accettare di buon grado le novità offerte da un destino
gentile: farete sicuramente la cosa giusta. Nel lavoro e negli acquisti impegnativi, invece, prendete tempo e riflettete bene prima di
agire.
LEONE
Siete incerti, dunque non è il caso di assumere atteggiamenti intransigenti, né in amore, ne tantomeno nelle questioni di lavoro e
denaro. Se volete seguire le indicazioni del destino, mantenetevi
distanti dalle cose e intervenite con un’iniziativa appropriata solo al
www.giornalealtopiano.it
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San Matteo (21 settembre), di professione esattore delle tasse,
fu chiamato da Cristo ad essere uno dei dodici apostoli; la tradizione cristiana fin dal 200 lo ritiene anche uno dei quattro evangelisti, a lui si dovrebbe quindi la redazione dell’omonimo Vangelo in cui lo stesso viene chiamato anche Levi o il pubblicano. Viene raffigurato anziano e barbuto, ha come emblema un
angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo.
Spesso ha accanto una spada simbolo del suo martirio. Matteo non
va confuso con l’apostolo quasi omonimo Mattia. Levi, in quanto
pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo
ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in
anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano
come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il 1°
comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l’imperatore. San
Matteo è il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute,
ragionieri, contabili ed esattori. Secondo
alcune tradizioni, Matteo sarebbe morto in Etiopia. Le sue reliquie sarebbero state portate in Campania, nella
Diocesi di Capaccio. Ritrovate sotto
i Longobardi furono portate il 6 maggio 952 a Salerno, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale.
Due proverbi due In pannema oare auz
tandem andern (trad: dentro per un orecchio fuori per l’altro). De zickela ba da geht
ofte af an prunnen, lazeta de henga. (trad: il
secchio che va spesso al pozzo vi lascia il manico).
PUNTO SPORT GALLIO
CERCA COMMESSO A
TEMPO INDETERMINATO.
GLI INTERESSATI POSSONO
RIVOLGERSI DIRETTAMENTE
AL NEGOZIO.
momento giusto. Non abbiate fretta: il tempo è dalla vostra parte.
VERGINE
La vostra aspirazione alla giustizia sarà messa a dura prova dalla
presenza di quattro pianeti in aspetto difficile: dovrete perciò
adeguarvi ai suggerimenti del destino e porre rimedio a ciò che
davvero non va. Abbiate un occhio attento verso chi ha bisogno di aiuto e prendete una iniziativa coraggiosa per evitare guai
a chi ne ha abbastanza.
BILANCIA
Saturno e Marte sono congiunti nel vostro segno: vuol dire che
dovete aumentare l’attenzione ai particolari, specie se finanziari.
Non temiate di intraprendere quell’azione coraggiosa sulla quale
meditate da tempo, ma vi conviene aggiornare la strategia sulla
base di notizie più recenti. Se avete nascosto qualcosa al partner
è il momento di aprirvi.
SCORPIONE
Continua il periodo favorevole, lo riscontrate sia negli affetti che
nelle spese di lusso. Tenendo nel giusto conto l’opposizione di
Nettuno, evitate però di farvi illusioni, attenetevi perciò alla realtà e non alle chiacchiere, per quanto rassicuranti e tentatrici.
L’amore vi farà riconsiderare un progetto per tenere conto del
parere del partner.
SAGITTARIO
I tre importanti pianeti (Sole, Venere e Mercurio) che soggiornano contemporaneamente nel vostro segno, vi favoriscono negli
affetti, nelle spese di lusso e perfino nei rapporti conflittuali di
lavoro. Riuscirete a volgere questi ultimi a vostro vantaggio e
acquisterete un alleato dimostrando di apprezzare anche chi non
vi guarda benevolmente.
CAPRICORNO
Riuscirete a sfruttare l’occasione di fare apprezzare da chi vi sta
a cuore, solo a patto di avere le idee chiare: per risolvere questioni di lavoro, occorre infatti trovare l’idea giusta. Nei sentimenti
sarete più che capaci di affrontare una situazione difficile, ricorrendo al vostro abituale estro e al vostro spirito.
ACQUARIO
Il vostro buon gusto e la vostra pazienza vi aiuteranno a risolvere più di un problema: specie se si tratta di denaro, campo nel
quale vi converrà ridimensionare un eccesso. Nel rapporto di
coppia potrete rendere più intimo il legame con un gesto generoso nei confronti del partner. Se invece siete single e avete voglia
di novità, accettate un invito insolito.
PESCI
Se vi sentite sovraeccitati non stupitevi: siete solo particolarmente sensibili alle sollecitazioni dei quattro pianeti in transito
nel vostro segno, che potrebbero spingervi ad azioni non meditate. Nelle faccende di cuore c’è il rischio che la passione vi
esalti, facendovi fare qualche sciocchezza. Prudenza anche nelle
spese, dove vi conviene frenare anche qualche entusiasmo.
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Sabato 20 settembre 2008
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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