jonathan mancini: la dottrina della mente di cristo: l`amore, la fede e

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jonathan mancini: la dottrina della mente di cristo: l`amore, la fede e
JONATHAN MANCINI:
LA DOTTRINA DELLA MENTE DI CRISTO:
L’AMORE, LA FEDE E IL TIMORE DI DIO.
“Infatti chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo
istruire? Ora noi abbiamo la mente di Cristo”
(1Corinzi.2:16).
In questi versi possiamo notare che la parola mente viene
usata per indicarne il senso spirituale e non fisico. La
parola mente qui, viene dal (gr. noun), derivato di (gr.
gnosis), “conoscenza”; mentre per indicarne il senso fisico
viene usato il sostantivo (gr. noe).
L’apostolo Paolo stava dunque insegnando ai Corinzi il
grande privilegio che possedevano, ovvero l’aver ricevuto,
mediante la grazia, la conoscenza di Cristo.
Anche i discepoli di Gesù avevano acquisito la sua mente;
nonché la reale “conoscenza” di chi Egli fosse e il motivo
per cui era stato mandato sulla terra.
“Poi Gesù giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo,
domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia il Figlio
dell’uomo? Essi risposero: Alcuni dicono Giovanni il
battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti. Ed egli
disse loro: E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro rispose:
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Gesù replicando,
disse: Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la
carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio
che è nei cieli” (Matteo16:13-17).
Pietro fu il primo a riconoscere in Gesù il Cristo che doveva
venire; mentre le altre persone, per mancanza di
conoscenza, gli avevano attribuito un identità sbagliata. Egli
aveva finalmente acquisito la mente di Cristo, e
immediatamente Dio Padre gli rivelò chi fosse davvero
Gesù, abbattendo ogni legame di ignoranza in lui.
Continuando a leggere nei versi di Matteo possiamo notare
che nel momento in cui il discepolo riconobbe in Gesù il
Cristo, quest’ultimo benedì subito Simone, pescatore di
Betsaida (ebr. casa del pescatore), dandogli un identità nel
regno esclamando:
“E anch’io ti dico: (Gesù stava dando un identità a Simone)
Tu sei Pietro, e su questa pietra (Gesù è la pietra angolare,
cfr. 1Pietro2:6; Efesini2:20), edificherò la mia chiesa, e le
porte dell’Ades non la potranno vincere” (Matteo16:18).
ACQUISIRE LA MENTE DI CRISTO TI PERMETTERA’ DI:
1)
2)
Scoprire la tua vera identità nel regno di Dio. Anche
Simone, umile pescatore di Betsaida acquisì
l’identità spirituale di Pietro, apostolo di Gesù Cristo
(1Pietro1:1; Matteo16:18), tu sei = identità
acquisita;
Di avere libero accesso al regno di Dio, tramite le
chiavi del regno dei cieli. Allo stesso modo in cui noi
entriamo ed usciamo dalla porta di un edificio,
tramite le chiavi materiali; accettando Gesù nella
nostra vita, potremo avere accesso al mondo
spirituale tramite le chiavi del regno, dal (gr.
kleidas), che secondo la versione Strong significa:
3)
“avere accesso o avere autorità in un determinato
luogo e su un determinato luogo”. (Matteo16:19a);
Riacquistare una riconnessione con Dio e di
riprendere quel dominio (ebr, radah),
(cfr.Genesi1:26-28), che dopo la trasgressione di
Adamo nel giardino dell’Eden ci fù rubato da Satana
(gr. exousai).
La chiesa del primo secolo sperimentò in modo potente la
dottrina della mente, che è la conoscenza di Cristo,
mettendola in pratica alla perfezione. Essi manifestarono
in modo visibile la missione che Gesù affidò ai suoi
discepoli: gli apostoli del fondamento.
ESEMPI PIU’ IMPOTRANTI DELLA DOTTRINA:
“Questi sono i segni che accompagneranno coloro che
avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni,
parleranno in lingue nuove, prenderanno in mano dei
serpenti, anche se berranno qualche veleno non ne
avranno alcun male, imporranno le mani agli ammalati
ed essi guariranno” (Marco16:17-18).
(Atti16:18): Paolo, nel nome di Gesù, usò autorità per
scacciare un demonio.
(Atti2:4): La folla, nel giorno di Pentecoste, cominciò a
parlare lingue nuove.
(Atti28:3-5): Paolo, godendo della protezione di Dio, non
patì alcun male dal veleno di un serpente che prese in
mano accidentalmente.
(Atti3:6): Pietro, nel nome di Gesù, guarì un infermo
all’istante.
Se vogliamo riscoprire e sperimentare la potenza
apostolica che la vera chiesa di Cristo aveva nel primo
secolo, dobbiamo imparare a desiderare e riconoscere i
frutti di questa dottrina. Questi esempi rispecchiano in
modo perfetto la missione che Gesù affidò ai suoi
discepoli prima di salire alla destra del Padre. Possiamo
dunque capire che la dottrina della mente di Cristo
procede dalla bocca di Gesù, ed è lui il solo e l’unico a
cui dobbiamo assomigliare, affinchè questa dottrina
possa portare cambiamenti nella nostra vita.
A sua volta però, la dottrina della mente (o della
conoscenza) di Cristo è tenuta in piedi, forte e stabile da
due principi biblici che fanno parte delle norme che
riguardano il regno di Dio, ovvero: l’amore e la fede.
IL PRINCIPIO DELL’AMORE:
L’amore è il requisito fondamentale per sperimentare
l’essenza di questa dottrina. Esistono diversi tipi di amore
biblico:
1)
2)
3)
4)
A.T. (ebr. aheb), ovvero l’amore inteso come
l’attrazione reciproca tra i sessi; (Cantico1:7).
N.T. (gr. agape, agapao), con i quali si intende
l’amore inteso come quello che Dio prova verso
l’uomo creato a Sua immagine e somiglianza. È
l’amore che un Padre prova verso noi che siamo figli
suoi (gr. hyioi), (cfr. Giovanni1:12); e anche l’amore
che ha provato per il Suo Figlio celeberrimo (gr.
tekna), (cfr. Giovanni3:16; Ebrei1:4-5).
N.T. (gr. phileo), con il quale si indica l’amore come
un sentimento d’affetto più intimo (Giovanni11:3).
N.T. (gr. philadelphia); ovvero il sentimento di amore
fraterno, gli uni verso gli altri. Questa è una
caratteristica fondamentale per ogni cittadino del
regno di Dio, (1Pietro1:22; Giovanni13:34).
5)
N.T. (gr. agapetos), indica l’essere amato in senso
esclusivo. Ritroviamo questo termine in
(Colossesi1:13), nella relazione tra Dio Padre e Gesù
Figlio, e anche in (1Timoteo1:2), dove Paolo come un
padre ama il “suo caro figlio Timoteo”, mettendo in
risalto un'altra importantissima dottrina della Bibbia:
la dottrina della genitorialità spirituale.
IL SIGNIFICATO PIU’ PROFONDO DELL’AMORE:
L’amore è il principio basilare affinchè la mente di Cristo si
sviluppi in noi.
L’amore è il vincolo della perfezione (Colossesi3:14).
L’amore è sinonimo di Gesù; e del suo comportamento
durante il suo ministero terreno (1Corinzi13:4-8):
L’amore, come Gesù, è la Via per eccellenza (cfr.
1Corinzi12:31b; Giovanni14:6).
Se vogliamo realizzare una mentalità Cristocentrica,
dobbiamo dare e ricevere amore, per raggiungere la
perfezione stessa. In tutta la Bibbia sono riportati tantissimi
insegnamenti ed esempi sui vari tipi di amore, che per
questione di tempo e di spazio non posso citare adesso.
L’amore ha il primato nella vita di un cittadino del regno di
Dio, esso viene prima di qualunque dottrina, di qualunque
profezia e insegnamento. Quando saremo rapiti da Gesù,
sulle nuvole, le profezie saranno abolite, gli insegnamenti
cesseranno, ma l’amore rimarrà in eterno. Esso sarà
l’unico principio senza fine. Possiamo mettere in pratica
questa dottrina soprattutto tramite l’amore. Gesù è amore,
noi siamo di Cristo. Se vogliamo acquisire la sua totale
conoscenza, dobbiamo amare incondizionatamente Dio e il
prossimo.
Il secondo requisito è IL PRINCIPIO DELLA FEDE:
“Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la
giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la costanza e la
mansuetudine.” (1Timoteo6:11)
(gr.pistis); nel N.T. possiamo trovare anche il verbo
(gr.pisteuo) 240 volte, e (gr.pistos) 67 volte.
1) La fede può essere definita come l’opera salvifica di Dio
in virtù di Cristo.
2) La fede è l’atto con cui noi riponiamo ogni fiducia negli
sforzi compiuti con l’unico scopo di ottenere la salvezza
eterna. (Atti16:30-31)
Per acquisire la mente di Cristo dobbiamo riporre
totalmente la nostra fede in Lui.
Il verbo (gr.pisteuo), indica il sostanziale rapporto tra la
fede e le opere.
(Giacomo2:14-17): la fede per essere viva, ha bisogno delle
opere che la confermino; che confermino la nostra totale
somiglianza in Cristo. Le opere di cui parla Giacomo sono
definite: “appasionate azioni d’amore che provengono da un
corretto atteggiamento verso Dio.”
Il verbo (gr. pisteuo), quando è seguito dalla preposizione
“eis”, diventa (gr. pisteueis ein), e indica la collocazione di
una determinata persona “in” (vicino) a Cristo; (es padre
spirituale che genera e colloca un figlio vicino a Cristo)
(cfr. 1Timoteo1:2).
Il verbo (gr. pisteuo) , quando è seguito dalla preposizione
“epi”, diventa (gr. pisteuepi), lett. “sopra”. La fede così
trova una base sicura. (cfr. Atti9:42; Romani4:24).
Dopo la resurrezione di Tabita, molti credettero nel (epi)
Signore. La folla aveva visto quello che la potenza di Gesù
compiva in modo soprannaturale, e quindi avevano
appoggiato la loro fede “sopra di lui”.
La fede è collegata alla guarigione (Matteo9:22).
La fede è sintomo di onnipotenza di Dio (Marco9:23).
La fede è l’atteggiamento che caratterizza la predicazione di
ogni cittadino del regno (Galati3:25).
La fede indica la potenza dello Spirito Santo che agisce in
noi e attraverso di noi, solo quando crediamo (Romani1:5;
16:26).
La fede è l’ingrediente perfetto che ci permetterà di piacere
a Dio, consolidando la nostra riconnessione con Lui
(Ebrei11:6).
La fede è senza dubbio uno dei concetti più importanti di
tutta la bibbia, dopo l’amore. Fede significa abbandonare
totalmente la fiducia nelle proprie risorse individuali, nel
proprio “io” e gettarsi con costanza nella misericordia di
Dio, afferrare le promesse di Dio in Cristo. Per acquisire la
completa mente di Cristo abbiamo bisogno di consolidare la
nostra fede accompagnandola con le opere dell’amore.
Terzo requisito per acquisire la mente di Cristo è il
principio del TIMORE DI DIO:
“Metterò il mio timore nel loro cuore, perché non si
allontanino da me.” (Gr32:40b)
Il sostantivo timore nella Bibbia è usato in diversi termini. I
più comuni tra questi sono:
A.T. (ebr. y’ira), “riverenza verso Yahweh” (Sal108:1);
A.T. (ebr. pahad), “spavento, timore, paura di Yahweh”
(Gen15:12; Gen3:10);
N.T. (gr.phobos), “paura, terrore di Yahweh” (Mt14:26;
Mc11:18b; At5:11).
Adesso che abbiamo recepito in maniera generica i diversi
tipi di timore biblico, scendiamo nel particolare dando uno
sguardo alle 4 diverse categorie del timore biblico:
1 SANTO TIMORE: Questo timore nasce dalla consapevolezza
che il cittadino del regno acquisisce del Dio vivente
(mentalità del regno).
Il Santo timore è dato da Dio perché ci rende capaci di
riconoscere la Sua autorità come sovrano del Suo regno e
di ubbidire incondizionatamente ai Suoi comandamenti.
IL TIMORE DEL SIGNORE E’:
1odiare il male (Pr8:13);
2evitare il male (Ge22:12); Abramo superò l’esame del
timore, dimostrò la sua fede in Dio e fu evitato il male,
risparmiando Isacco.
3Il Santo timore è il principio della sapienza di Dio
(Sal111:10), per cominciare ad acquisire davvero la
sapienza di Dio, dobbiamo avere un Santo timore.
Avere timore di Dio ci permetterà anche di prolungare i
nostri giorni sulla Terra (Pr10:27), deve essere una
caratteristica basilare del popolo di Dio affinchè lo stesso
Dio si compiaccia di noi (Sal147:11), ed è anche uno degli
attributi di Gesù incarnato (ebr. Yeshoua), che noi come
suoi coeredi abbiamo il dovere di essere (Is11:2-3).
Il Santo Timore di Dio, equivale alla vera buona condotta
con Dio; questo, nell’A.T. a motivo della legge mosaica
(Gr2:19); nel N.T. invece il Timore di Dio rappresenta
esattamente la figura del primo modello di cristiano
(Atti9:31; 10:2; Fl2:12). Nonostante Yahweh sia un Dio
d’amore e di perdono, il cittadino del regno è chiamato alla
totale riverenza verso di Lui, in vista del tribunale di Cristo
(2Co5:10-11). Il timore di Dio spinge il credente a ricercare
la santità (2Co7:1), e ciò si riflette nel suo atteggiamento
verso le altre membra del corpo di Cristo (Ef5:21).
2 TIMORE SERVILE:
E’ una conseguenza naturale del peccato (Ge3:10; Pr28:1)
e fa parte della punizione di Dio (De28:28). Questo timore
fu provato dal governatore Felice, quando sentì Paolo
predicare il Cristo (At24:25). Questo timore è provato
generalmente dalle persone che, dopo aver cominciato un
cammino nel regno, abbandonano la strada rigettando
Cristo; e quindi diventano soggette al giudizio (Eb10:27,
31). Anche se questo non è il miglior tipo di timore, a volte
lo Spirito Santo può usarsi proprio di questo tipo di timore
per condurre o ricondurre le persone nel regno. (At16:2731). Perché non dimentichiamo che Dio trasforma sempre
il male in bene, per la Sua gloria. Lui è EL-HASHEM, il Dio
della Shekinah o della gloria.
3 TIMORE DEGLI UOMINI O PER GLI UOMINI:
Questo tipo di timore può a sua volta suddividersi in:
A- Timore per i padroni (1P2:18)
B- Sottomissione a Dio e all’autorità superiori (Rm13:1-7)
C- Paura dell’inaffidabilità e dell’impotenza del solo uomo
(Is8:12; Pr29:25)
D- Paura che gli uomini possano essere raggirati da
Satana (2Co11:3).
A volte il concetto biblico di timore può essere usato in
un modo totalmente diverso dagli altri. (Ge31:42, 53).
Qui Yahweh è definito come il “terrore” di Isacco, cioè il
Dio di giustizia (YAHWEH TDSIDKENU), (Gr23:6),
altissimo Dio (ELELYON), (Nu24:16), il Santo d’Israele
(QEDOS YISRA’EL), (Is1:4) e Colui che è la Vittoria (NESAH
YISRA’EL), (1Sa15:29).
NOTA CONCLUSIVA:
Questa è la dottrina della mente di Cristo, ovvero quella
raccolta di principi biblici che ti permetteranno di scavare
più a fondo nelle scritture, alla scoperta di Gesù.
Spero con tutto il mio cuore che questo piccolo studio
biblico, possa essere per te che leggi la Bibbia, un modo
per cominciare ad amarla ed applicarla appassionatamente
alla tua vita; e per te invece, che studi la parola, un modo
per arricchire il tuo bagaglio dottrinale e sintattico. E anche
per te, che invece non conosci ancora Gesù, un modo
semplice ed efficace per avvicinarti a Lui.
Che Dio vi benedica grandemente.