Omelia nella Solennità di Maria Santissima Madre

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Omelia nella Solennità di Maria Santissima Madre
Omelia nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio
Cattedrale di Aosta, 1° gennaio 2013
[Riferimento Scritture: Nn 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21]
1. Ho interrogato la Parola di Dio per questa assemblea e per questa nostra diocesi all’inizio
dell’anno civile, anno che siamo chiamati a vivere come Anno della Fede.
Che cosa ci dice la Scrittura riletta oggi attraverso la figura di Maria, Madre di Dio, Donna di
fede?
Ci dice che la fede ha bisogno di silenzio, di interiorità: Maria, da parte sua, custodiva tutte queste
cose, meditandole nel suo cuore. È il silenzio orante che crea lo spazio perché possa essere posto sulla
nostra vita il nome di Dio, la sua benedizione. Ogni vero credente - come Maria – diventa una
piattaforma spirituale sulla quale scende la benedizione di Dio per l’umanità, sulla quale si riflette
la luce radiosa del volto benevolo che Dio rivolge all’umanità. La santità della nostra vita non è
solo questione personale: è luogo della comunione dei santi nella Chiesa e luogo di salvezza per
l’umanità intera.
La benedizione di Dio è Gesù. È Lui che ci fa passare dalla maledizione alla benedizione.
Ogniqualvolta Gesù cresce in noi l’umanità viene benedetta, viene ricondotta dentro una storia
resa buona dall’amore di Dio che è irrevocabilmente fedele e vuole custodire tutti i suoi figli.
2. La Parola di oggi dice che la fede deve diventare missione: Dio manda il suo Figlio nel
mondo … i pastori vanno senza indugio a Betlemme e, dopo aver visto Gesù, tornano sui loro
passi come apostoli della prima ora, glorificando e lodando Dio per tutto quello che hanno visto e
udito…
Sono tre i movimenti di una fede che si fa missionaria. Riprendo alcune riflessioni rivolte da
Papa Benedetto nel Messaggio ai giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà uno
dei principali appuntamenti di questo 2013.
Il primo movimento della fede missionaria è diventare discepoli, andare a Gesù. Benedetto XVI
si domanda: che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare
sempre di nuovo l’invito a seguirlo … Un discepolo, in effetti, è una persona che si pone all’ascolto della
Parola di Gesù (cfr Lc 10,39) … essa vi renderà amici del Signore Gesù e capaci di far entrare altri giovani in
questa amicizia con Lui (n. 2).
Il secondo movimento è raggiungere tutti i popoli, andare noi verso gli altri nel nome di Gesù:
Cari amici, volgete gli occhi e guardate intorno a voi: tanti giovani hanno perduto il senso della loro
esistenza. Andate! Cristo ha bisogno anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore, siate strumenti di
questo amore immenso, perché giunga a tutti, specialmente ai «lontani». Alcuni sono lontani
geograficamente, altri invece sono lontani perché la loro cultura non lascia spazio a Dio (n.4). Quante
persone attorno a noi, spesso senza cattiva volontà, sono lontane dalla fede perché la loro cultura non
lascia spazio a Dio! Spesso i confini della missione sono molto vicini a noi, la nostra stessa casa, i
compagni di scuola, di lavoro …
Il terzo movimento è fare discepoli: non dimenticate mai che il primo atto di amore che potete fare
verso il prossimo è quello di condividere la sorgente della nostra speranza: chi non dà Dio, dà troppo poco! …
dobbiamo condurre le persone … a incontrare Cristo vivente, in particolare nella sua Parola e nei Sacramenti
… non temete di proporre ai vostri coetanei l’incontro con Cristo. Invocate lo Spirito Santo: Egli vi guiderà
ad entrare sempre più nella conoscenza e nell’amore di Cristo e vi renderà creativi nel trasmettere il Vangelo (n. 5).
3. Infine la Parola ci dice che la fede è impegno dentro alla storia, quella storia in cui il Figlio
di Dio, nato da donna, non ha disdegnato di entrare. Il nuovo anno chiede a tutti impegno serio e
responsabile nella vita sociale della nostra città, della nostra valle e del nostro paese. Ciò significa
innanzitutto onestà e compimento dei nostri doveri di cittadini, ma anche solidarietà e
condivisione - proporzionate alle nostre possibilità - per aiutare chi è in difficoltà a motivo dell’età,
della salute, della povertà. Su questo dobbiamo diventare un po’ più sensibili e generosi. In questo
anno poi vivremo anche gli appuntamenti importanti delle urne. Come cristiani sappiamo che si
tratta di fare un vero discernimento informandoci, confrontandoci e alla fine giudicando secondo
coscienza. Dobbiamo prestare attenzione al particolare momento storico che stiamo vivendo e
soprattutto avere sempre davanti agli occhi alcuni punti luminosi di riferimento che diventano
criteri di scelta: bene comune, onestà, libertà, vita, famiglia, giustizia, solidarietà. Nella scelta,
qualunque essa sia alla fine, non possiamo seguire logiche di parte o di interesse personale, ma
solo la logica del bene comune come ci viene presentato dal Vangelo e dalla Dottrina sociale della
Chiesa. Perché non prendere in mano e studiare in questo periodo il Compendio della Dottrina sociale
della Chiesa? Guardiamo in faccia le persone che si presentano davanti a noi. Chiediamo loro piena
trasparenza: non accontentiamoci delle parole, guardiamo alla loro vita, anche privata. Se hanno
già avuto impegni pubblici, verifichiamo come hanno agito: hanno promosso il bene comune o se
stessi? hanno creato una cultura di libertà, di partecipazione, o un sistema di potere clientelare?
Dobbiamo esigere da chi ci chiede il voto non favori per noi stessi o per la nostra famiglia, ma
esigere trasparenza e progetti chiari e concreti sui problemi delle persone e delle famiglie, dei
giovani in cerca di futuro … non promesse, ma progetti concreti sul lavoro, sulla salute, sui
trasporti, sulle politiche a difesa e promozione della famiglia che va riconosciuta nella sua
singolarità umana e sociale e quindi aiutata e non penalizzata; impegni chiari e non fumosi a
difesa della vita in tutte le forme e in tutte le stagioni che vuol dire difesa della vita nascente e della
vita al suo tramonto, ma anche diritto al lavoro, libertà di educazione, dignità e qualità della vita,
diritto alla salute per tutti.
Ecco, cari fratelli e sorelle, tre parole che possono comporre un piccolo vademecum per questo
2013 che inizia: interiorità come luogo in cui la benedizione di Dio scende su questa umanità, fede
che diventa missione, impegno responsabile in questa nostra storia.
Ci ottenga la Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, di vivere quanto la Parola di
Dio oggi ci consegna!