Intervento Procuratore Generale 2015
Transcript
Intervento Procuratore Generale 2015
Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Perugia Intervento del Dott. Giovanni Galati Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Perugia ********** Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2015 Perugia, 24 gennaio 2015 Signor Presidente, Ho ascoltato con attenzione la sua relazione e rinnovo, anche quest’anno, il mio apprezzamento. Mi unisco al saluto da Lei indirizzato a tutte le autorità politiche, alle autorità civili, militari e religiose. Saluto, inoltre, i rappresentanti delle Università di Perugia ed i rappresentanti della stampa. Rivolgo ancora il mio saluto a tutti i Magistrati del Distretto, i quali, sempre in numero insufficiente, continuano a svolgere il loro lavoro con meritoria motivazione professionale e spirito di sacrificio. Il mio pensiero si rivolge poi al personale amministrativo, che, in costante riduzione, permette con il proprio impegno di far funzionare la sempre più malandata macchina della giustizia italiana. Sono grato, inoltre, a tutte le Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, al Corpo Forestale dello Stato ed alla Polizia Provinciale, per la fattiva collaborazione. Rivolgo il mio saluto all’amico Avvocato Carlo Orlando, che lascia la Presidenza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Perugia per ricoprire il prestigioso incarico di componente, per l’Umbria, del Consiglio Nazionale Forense, dove sicuramente si farà distinguere per la sua indubbia signorilità e per la sua profonda preparazione, costituendo, quest’ultima, una dote indispensabile per l’alto compito rimesso all’organo apicale degli avvocati italiani. Ne sono ben consapevole, in quanto per quattro anni ho rappresentato la Procura Generale della Corte di Cassazione 2 nell’espletamento dell’attività giurisdizionale del Consiglio Nazionale Forense. In questi anni della mia presenza a Perugia, l’Avvocato Orlando e l’Avvocatura Perugina, tramite l’Ordine, hanno offerto sostegno continuo agli uffici giudiziari sia in termini di aiuto finanziario per l’acquisto di attrezzature e sia in termini di risorse umane(ultimamente sono state distaccate due unità lavorative al Tribunale penale di Perugia). E’ stato, inoltre, razionalizzato il sistema delle difese di ufficio e, soprattutto, di recente sono stati sottoscritti protocolli con la Magistratura per la gestione delle udienze penali dibattimentali e del riesame. Questo reale e fattivo contributo sicuramente ha portato beneficio al funzionamento della giustizia perugina. Parimenti devo ringraziare i Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati di Terni e di Spoleto, i quali hanno collaborato e continuano a collaborare nella nuova organizzazione degli uffici giudiziari locali, resasi necessaria dopo la riforma della geografia giudiziaria, che, come tutte le riforme della Giustizia sbandierate in questi anni, aveva l’obiettivo dichiarato di rendere la macchina più veloce, mentre si è verificato l’opposto, producendo ulteriori rallentamenti dei procedimenti, con procedure più faticose per l’improvviso aumento del carico di lavoro su organici già, in precedenza, insufficienti. ********** 3 Sulle ferie e sulle mancate riforme di legge Si dimentica e si è italicamente dimenticato che dalla fine degli anni sessanta a tutt’oggi la Magistratura italiana, con l’ausilio delle Forze dell’Ordine, ha operato in maniera determinante, anche con il sacrificio della vita da parte di alcuni, per il rispetto della legge e per il mantenimento della democrazia in Italia. Voglio ricordare i processi contro il terrorismo rosso e nero degli anni 70/80 e la sua sconfitta. Voglio ricordare la scoperta dei responsabili dei numerosi sequestri di persona dello stesso periodo con la conseguente eliminazione di questo fenomeno criminale. Voglio ricordare il primo maxi-processo alla mafia che durò dal 10 febbraio 1986 al 30 gennaio 1992, frutto del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e che si concluse con pesanti condanne(diciannove ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione) quasi tutte confermate in Cassazione(secondo una precisa ricerca si è trattato del più grande ed importante processo penale mai celebrato al mondo). Voglio ricordare Tangentopoli, che ha azzerato tutta la classe dirigente dell’epoca e voglio ricordare di seguito quelle che possono chiamarsi le appendici, facendo riferimento ai processi contro un ex pluri-Presidente del Consiglio, prescritto per mafia; un altro ex Presidente del Consiglio, condannato con sentenza definitiva ed affidato ai servizi sociali; tre ex Ministri e vari Sottosegretari, coinvolti in vicende giudiziarie con condanne definitive ed alcuni colpiti da misure cautelari: tutti soggetti che, 4 evidentemente, non mi sembra si siano distinti nel rispetto dell’art. 54 della Costituzione, che impone ai cittadini, che ricoprono cariche pubbliche, il dovere di adempierle con disciplina ed onore. Non sono da dimenticare poi gli amministratori corrotti, scoperti in quasi tutte le regioni italiane, e per finire voglio ricordare i procedimenti relativi alla ricostruzione dell’Aquila, relativi al Monte dei Paschi di Siena, al MOSE, all’EXPO, alla CARIGE e per ultimo l’intreccio politico mafia e corruzione nella gestione del Comune di Roma. La Magistratura ha sempre operato per bonificare(come più volte ricordato dal Presidente Napolitano) la rilevante parte marcia della società, per cui ripeto con orgoglio: se lo Stato democratico ha tenuto e continua a tenere lo deve alla Magistratura ed alle Forze dell’Ordine. Su questo però c’è poca attenzione, quasi fastidio, in quanto il potere politico è ben cosciente di essersi distinto, in questi anni, esclusivamente per la sua assenza, con la conseguente supplenza del potere giudiziario, che ha tenuto sempre fede al suo impegno, anche se continuamente oggetto di critiche ed attacchi ingiustificati. Due, comunque, sono gli odierni argomenti che hanno preoccupato e preoccupano il Legislatore: le ferie e la responsabilità civile dei Magistrati, senza prestare la doverosa attenzione alle vere riforme legislative che inciderebbero positivamente sul funzionamento della Giustizia. Si richiede maggior senso di responsabilità da parte del Legislatore, che eviti di farci assistere al perpetuarsi del rinvio di riforme assolutamente necessarie, nel penoso gareggiare in Parlamento con esternazioni quotidiane, con 5 annunci senza sviluppo e con vuoti esercizi retorici senza approdare ad alcuna conclusione. Riducendo le ferie di quindici giorni, si è voluto rappresentare i Magistrati come nulla facenti e lo si è fatto intervenendo anche con battute spiritose di contenuto offensivo. Quando si assumono tali atteggiamenti insolenti si dimentica che la Giustizia è un’istituzione, una garanzia, un bene comune, in cui ogni cittadino deve avere fiducia. Deridere ed offendere i Magistrati, seguendo un solco già tracciato, per delegittimare la Magistratura ed il potere giudiziario, porta esclusivamente alla perdita del valore delle regole. Il rapporto CEPEJ(Commisione Europèen pour l’Efficacitè de la Justice, organo del Consiglio d’Europa) ha indicato che i Magistrati italiani sono i più produttivi di tutti. Orbene noi produciamo il doppio dei colleghi francesi ed il quadruplo dei tedeschi. I fascicoli arretrati, tuttavia, si accumulano a milioni sia al penale che al civile. Questa è la conseguenza, non perché si lavora poco, ma perché si trattano troppi processi. ********** Soffermandomi esclusivamente sul settore penale, le leggi in vigore puniscono moltissime condotte che dovrebbero essere sanzionate in sede amministrativa. Si rende necessaria una depenalizzazione massiccia, che costruisca un diritto penale minimo e, ripeto, punisca con sanzioni amministrative la gran parte delle violazioni. 6 In base ad un’approfondita ricerca, le figure di reato, con una seria depenalizzazione, si ridurrebbero di oltre la metà. Bisognerebbe ispirarsi alla “Carta de Logu” di Eleonora D’Arborea, risalente al XIV secolo ed in vigore fino al 1826. In essa si precisava testualmente “vogliamo ed ordiniamo che al fine di limitare le spese ai sudditi ed ai litiganti, circa vertenze e liti che non superano i cento soldi, sia vietato appellarsi a Noi o ad altri funzionari regi” ed ove si proponesse comunque l’appello, si evidenziava testualmente che “l’appello inoltrato non deve essere accettato e la sentenza pronunciata deve considerarsi definitiva”. Per le bagatelle bastava ed avanzava. ********** Nel nostro sistema, inoltre, bisogna cambiare le norme che rendono conveniente il giudizio e, quindi, in primo luogo quelle sulla prescrizione. In Italia sono centoventimila i processi che ogni anno si estinguono per il decorso del tempo. La prescrizione è stata correttamente definita da Gianluigi Pellegrino: “una spugna prè-à-porter per lavare via le responsabilità più ingombranti e con esse l’obbligo di rendiconto verso la Giustizia ed il Paese”. Il sistema italiano sulla prescrizione è unico in Europa, tant’è che più volte se n’è chiesta dall’OCSE e dal Consiglio d’Europa la modifica, perché, se la Giustizia non riesce a concludere il suo lavoro in un tempo accettabile, il processo muore. 7 La prescrizione è la spinta primaria che rende conveniente delinquere e, per tale ragione, dovrebbe smettere di decorrere dopo il rinvio a giudizio. Ciò, a mio sommesso avviso, costituirebbe l’unico mezzo efficace a contrastare, nel processo, l’utilizzo di tutti gli espedienti dilatori e pretestuosi, oggi abbondantemente offerti dal codice di procedura penale. Di riformare la prescrizione si parla da molto tempo e si rinnova il richiamo in occasione di fatti clamorosi, come il caso ETERNIT, tuttavia, il progetto di legge governativo, che contiene macchinosi sistemi per rimettere in moto la prescrizione, rischia di non essere un soluzione adeguata che non risolverebbe i problemi, ma spingerebbe verso nuove tecniche dilatorie. La vicenda prescrizione è il segno di uno scollamento più grande. Tutta la Giustizia penale ha bisogno di una nuova strategia e deve essere pensata nel suo insieme. Occorre modificare il sistema giudiziario penale ed il suo pessimo funzionamento, tenendo conto in primo luogo delle varie fasi in cui si aggomitola. Abbiamo tre gradi di giudizio: Tribunale, Corte di Appello e Corte di Cassazione, che diventano cinque se si tiene conto dell’udienza preliminare e del Tribunale della Libertà. Aumentano ancora, potendosi ricorrere più volte di seguito davanti al Tribunale della Libertà. Infine, davanti alla Cassazione si può ricorrere su tutto(dall’abbaiare dei cani alla temporizzazione dei semafori) ed ottenere il rinvio alla Corte di Appello e perfino al Tribunale. 8 Una riforma seria dovrebbe, pertanto, soffermarsi anche sulla necessità di una riduzione del processo, che è molto lungo, rappresentandosi soprattutto l’indispensabilità di interventi incisivi sulle impugnazioni e, soprattutto, sul giudizio di legittimità. ********** Sulla responsabilità civile dei Magistrati Per la riforma della legge 177 del 1988, sulla responsabilità civile dei Magistrati, intesa come responsabilità diretta, si continua ad affermare falsamente che sia stata richiesta dall’Europa, ma non esiste nessun obbligo in tal senso verso l’Unione Europea. Il Consiglio d’Europa, con la raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sui Giudici n. 12 del 2010, adottata dal Comitato dei Ministri il 17.11.2010, ha tassativamente escluso l’ammissibilità di qualsiasi forma di responsabilità civile diretta dei Magistrati, puntualizzando che è soltanto lo Stato, che ha risarcito il danno, legittimato a richiedere che sia accertata la responsabilità civile del Giudice. Si vuole poi riformare l’art. 2 della legge introducendo la responsabilità per “travisamento del fatto o delle prove” non rendendosi conto, forse, che ciò significa violare l’indipendenza del giudizio. Infine l’abolizione della procedura di ammissibilità della domanda(il cd “filtro”) con la possibilità della citazione diretta del giudice in giudizio diventerà un modo per bloccare il processo. 9 E difatti il Magistrato citato in giudizio avrà l’obbligo di astenersi, con il conseguente trasferimento del processo ad un altro Magistrato, che a sua volta potrà essere citato anch’egli per danni e cosi via con i tempi che si allungheranno a dismisura. Si tratta di conseguenze nefaste, che, purtroppo, autorizzano a pensare che senza soluzione di continuità prosegue l’attuazione del programma di delegittimazione della Magistratura. ********** Sull’attività della Procura Generale Il compito primario della Procura Generale è quello di svolgere attività di vigilanza, ma questo trova tutt'ora un limite nella mancanza di un intervento legislativo, o quanto meno di una indicazione precisa da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, sul contenuto dell'articolo 6 del Decreto Legislativo 106/2006. Orbene, la norma indicata richiama il potere di vigilanza del Procuratore Generale presso la Corte di Appello al fine di verificare il corretto e uniforme esercizio dell'azione penale ed il rispetto delle norme sul giusto processo. Proprio per questo già con la risoluzione (urgente) del 5 luglio 2006 (e sono passati ben 9 anni!) il Consiglio Superiore della Magistratura sottolineava come fosse necessario procedere ad una attenta analisi dei provvedimenti organizzativi dei Procuratori, per valutare la congruità e la razionalità degli assetti organizzativi degli uffici, (sopratutto) per regolare gli effetti derivanti 10 dall'introduzione della disciplina prevista dall’art. 6 del D.L.vo 106/2006. Tuttavia sul contenuto relativo ai poteri del Procuratore Generale il Consiglio Superiore della Magistratura non dava alcun indirizzo, e tutt’ora persistono le difficoltà nella sua applicazione pratica. Ciò rende indispensabile un nuovo intervento sul punto da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, per assicurare effettivamente l'esercizio del potere che tale norma attribuisce ai Procuratori Generali. Questo Procuratore Generale, per realizzare quanto disposto dal dettato legislativo, ha richiesto ai Procuratori della Repubblica (che hanno aderito principalmente per lo spirito di collaborazione che contraddistingue i titolari degli uffici del Distretto di Perugia), di “normalizzare”, nel pieno rispetto dell’art. 127 disp. att. c.p.p., il flusso di informative sull'inizio e sullo svolgimento dei procedimenti penali in fase di indagine preliminare, nonché quelli il cui termine sia scaduto e sulle (eventuali) disfunzioni organizzative degli uffici. Il risultato di tale iniziativa appare allo stato apprezzabile anche se per una maggiore incisività (specie nell'ottica di una riorganizzazione orientata alle Best Practices degli uffici giudiziari) occorrerebbe affiancare alla buona volontà e alla collaborazione la costanza nel tempo. ********** Sulle Best practices degli uffici giudiziari Proprio per innovare e sviluppare, in modo apprezzabile, il “servizio giustizia” nelle sue risorse e potenzialità, la 11 Procura Generale ha aderito e fattivamente partecipato al progetto- finanziato dal Fondo Sociale Europeo 20072013- riguardante la “Riorganizzazione dei processi lavorativi e di ottimizzazione delle risorse degli uffici giudiziari della Regione Umbria” ossia le cd. Best Practices. L’attuazione delle Best Practices permetterà l'aumento qualitativo dei servizi della giustizia civile e penale, contemperato con la riduzione dei costi di funzionamento dell'organizzazione giudiziaria, e la capacità di informare e comunicare ai cittadini i risultati e l'uso delle risorse messe a disposizione ( nell'ottica di una responsabilità sociale degli uffici giudiziari costituzionalmente orientata alla efficienza amministrativa). ********** Sul processo telematico La consapevolezza che occorre cercare soluzioni che coinvolgano le diverse professionalità impegnate in ambito giudiziario, ha portato all’introduzione del Processo Telematico sia in ambito civile che in ambito penale considerandolo come uno dei possibili rimedi attuali del processo, specialmente se lo sviluppo informatico sarà accompagnato dal cambiamento culturale degli operatori del diritto. Con il processo telematico, che ha inizialmente comportato un certo “sconcerto” tra gli addetti (sia giudici che operatori di cancelleria e anche tra gli avvocati non pronti a questo passaggio “epocale”), si è avuta e si avrà una maggiore 12 efficienza del “sistema giustizia”, formato da una pluralità di attori necessari (cancellieri, avvocati e giudici). Orbene, il processo telematico non può e non deve certamente essere inteso come palliativo delle croniche malattie di cui è affetta la giustizia italiana, ma può essere visto come modus operandi per un cambiamento efficientistico sull’esempio di paesi europei come l’Inghilterra o la Francia dove il suo uso sistematico aiuta la “macchina statale” ad ottimizzare i tempi. Invero, la curiosità ( ma dovremmo chiamarla necessità) di un confronto con i sistemi giudiziari di altri paesi europei, è stata (da sempre) oggetto del Centro Internazionale Magistrati “Luigi Severini”, una perla della nostra città, che nella sua pluriennale storia ha messo a confronto realtà diverse, culture e metodi operativi diversi, con uno sguardo attento e (positivamente) critico al nostro sistema giudiziario. Proprio nello spirito costruttivo che ha sempre contraddistinto il Centro Luigi Severini, si terrà nel mese di aprile un incontro internazionale di studi, aperto a tutti gli operatori del diritto, avente come tema “L’afficientamento del servizio giustizia”, tema non scelto casualmente perché la giustizia deve (efficientemente) essere al servizio di tutti coloro che le si rivolgono. ********** 13 Sull’attività giudiziaria del Distretto Ritengo doveroso rivolgere (anche quest'anno) un profondo ringraziamento ai Magistrati e a tutto il personale del mio Ufficio per l'impegno (appassionato e costruttivo) e la grande professionalità profusi, nonché per la fattiva collaborazione che ogni giorno dimostrano. Altresì, non posso non manifestare considerazione e apprezzamento per i Procuratori e i Magistrati delle Procure del Distretto, che hanno dato prova di rispettoso servizio e osservanza della legge nello svolgimento del loro lavoro. E, da ultimo, non posso esimermi dal ringraziare il personale amministrativo, dirigenti, funzionari e impiegati che pur nelle difficoltà note ai più ( e mi riferisco alla cronica mancanza di personale amministrativo di cancelleria che da diciassette anni attende un concorso) adempie il proprio dovere, in un sistema che rischia la paralisi, per rendere funzionante la macchina della giustizia a Perugia e in tutto il Distretto della Corte d'Appello. ********** Sulla Procura della Repubblica di Perugia Un particolare elogio per le modalità di gestione del carico di lavoro e gli ottimi risultati raggiunti (ottimizzando le risorse sia umane che materiali a disposizione) va fatto alla Procura della Repubblica di Perugia, sotto la direzione della dr. Antonella Duchini, Procuratore della Repubblica Aggiunto. 14 Tale ufficio, avvalendosi di criteri organizzativi già ampiamente rodati, ha ulteriormente ridotto la pendenza dei procedimenti. Orbene, dai dati statistici allegati alla relazione del Procuratore, risulta una ulteriore riduzione del 9% delle pendenze Aggiunto, percentuale, che se letta complessivamente con quella dei procedimenti “lavorati,” ma non formalmente finiti, (ovvero per i quali sia stato emesso avviso di conclusione delle indagini preliminari o sia stata richiesta al Tribunale la data di prima udienza di trattazione con rito monocratico), fa emergere una situazione “effettiva” praticamente vicina allo zero. Per quanto riguarda, invece, il pregevole lavoro svolto dalla DDA locale non solo si è registrata una riduzione delle pendenze pari al 13% , ma emerge, da una complessiva valutazione dei procedimenti di sua competenza, il conseguimento di ottimi risultati nel perseguire le organizzazioni di tipo mafioso (in particolare la 'ndragheta e la camorra), bloccandone immediatamente l’operatività ed il conseguente sviluppo. E difatti con l'operazione “Quarto Passo” si è bloccato un pericoloso gruppo ‘ndranghetistico, che si accingeva ad infiltrarsi nella buona economia di questa regione. Invero, con un lavoro investigativo ben fatto e con la collaborazione delle vittime che hanno denunciato quanto loro accaduto, riponendo fiducia nella giustizia e negli uomini che la servono, è stato smantellata un’associazione per delinquere di stampo mafioso, composta da calabresi, affiliati alla cosca Farao Marincola di Cirò, dediti all’estorsione, alla truffa, all’usura ed alla prostituzione. 15 Concludendo è evidente che gli encomiabili risultati illustrati sono stati raggiunti solo con l'ottima organizzazione dell'Ufficio, condivisa dai Magistrati e dal personale, che, anche per il futuro, invitiamo a continuare sulla strada tracciata. ********** Sulla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni Gli elogi espressi precedentemente, vanno estesi anche al lavoro svolto dalla Procura Minorile, che seppur investita anch'essa dalle difficoltà dovute alla mancanza di personale, ha definito, grazie alle ottime capacità organizzative del Procuratore, dr. Giovanni Rossi, ed al valido apporto fornito dal Sostituto Procuratore, dr. Flaminio Monteleone , tutti i procedimenti pendenti iniziali e il 65% di quelli sopravvenuti. ********** Sulla Procura della Repubblica di Terni Ritengo ottimo il lavoro svolto dal Procuratore della Repubblica di Terni, dr. Cesare Martellino, per aver ridotto, in maniera rilevante, a seguito di una completa riorganizzazione dell’Ufficio, l'arretrato formatosi sotto la precedente gestione che, fra l’altro, si era disinteressata sia del settore delle esecuzioni penali che di quello inerente la liquidazione delle spese della giustizia. 16 Tale situazione aveva determinato la richiesta da parte della Procura Generale di una ispezione mirata, che ha accertato in particolare l'abbandono dei suindicati settori. Una task- force operativa costituita dal Procuratore ha permesso il celere smaltimento di gran parte dell'arretrato. Quanto alla criminalità, in particolare quella organizzata, contrariamente alle gratuite, e per questo infondate, affermazioni fatte da un Magistrato in occasione di un incontro, tenutosi in un liceo cittadino, appare doveroso ricordare come, nel territorio ternano, la Prefettura e le Forze dell'Ordine, in costante e proficuo rapporto con la Procura, non sono state mai assenti, ma hanno sempre operato incisivamente al primo apparire di possibili infiltrazioni. Infatti, l'attenzione è sempre stata alta, avviando anche accertamenti preventivi prima del prefigurarsi di ipotesi di reato. A questo punto è quanto mai necessario ricordare le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, in occasione del suo ultimo messaggio al Consiglio Superiore della Magistratura ha invitato i Magistrati a non tenere comportamenti “impropriamente protagonistici” ma di improntare i loro comportamenti a discrezione, misura ed equilibrio. ********** Sulla Procura dela Repubblica di Spoleto Nel rivolgere il mio saluto, le mie congratulazioni e gli auguri al nuovo Procuratore della Repubblica di Spoleto, dr. Alessandro Cannevale, che non si è ancora insediato, 17 desidero manifestare il mio apprezzamento nei confronti dei colleghi della Procura ed in particolare dell’attuale Procuratore f.f., dr. Gennaro Iannarone per l'impegno con il quale, da quando si è insediato, è riuscito a risolvere gran parte dei numerosi problemi, sebbene sfornito inizialmente del contributo di Magistrati ed, ancora attualmente, di personale amministrativo. ********** Sul Decreto Legge n° 90/2014 Per concludere, vorrei richiamare la vostra attenzione sul Decreto Legge n° 90/2014, con il quale si è deciso il pensionamento anticipato dei Magistrati, che hanno ottenuto la proroga del servizio fino a settantacinque anni. L’attuazione del Decreto comporterà che lasceranno l’ufficio la maggior parte dei Presidenti di Corte di Appello e dei Procuratori Generali, circa quaranta Presidenti di Sezione della Corte di Cassazione ed altri trecento Magistrati che hanno superato il settantesimo anno di età. Non credo che il Consiglio Superiore della Magistratura in meno di un anno potrà coprire i posti, quando per il posto di Procuratore della Repubblica di Perugia si è superato l’anno dalla vacanza. Il dr.. Luigi De Ficchy, al quale vanno le mie congratulazioni ed i miei auguri, è stato difatti nominato dal plenum mercoledì scorso. Un graduale esodo avrebbe permesso di evitare i danni che sicuramente si produrranno. Vi è da aggiungere che all’organico mancano altri 1300 Magistrati. 18 Sarebbe stato meglio che venissero banditi i concorsi( che durano in media tre anni e con il tirocinio si raggiungono i cinque anni prima dell’attribuzione delle funzioni) piuttosto che pensare all’età pensionabile, che non appare certo di immediata necessità e rende incomprensibile l’urgenza del decreto legge. Ma forse è consentito, a questo punto, pensare che si voglia proseguire nell’attuazione del programma dell’ultimo ventennio, votato a rendere difficile, se non quasi impossibile, il corretto funzionamento della giustizia. Noi Magistrati, tuttavia, proseguiremo per la nostra strada, convinti del valore del detto aristotelico, secondo cui “la giustizia è la virtù più efficace, e né la stella della sera, né quella del mattino sono così meravigliose, e citando il proverbio diciamo: nella giustizia ogni virtù si raccoglie in una sola. Ed è una virtù perfetta al più alto grado perché chi la possiede è in grado di usare la virtù anche verso gli altri e non soltanto verso se stesso”. Vi ringrazio per l’attenzione. 19