Complex learning rassegna breve

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Complex learning rassegna breve
Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
RASSEGNA BREVE SUL COMPLEX LEARNING
Il Complex Learning è un paradigma eclettico, che comprende vari punti di vista (teorie della
complessità, costruttivismo, costruzionismo, andragogia, etc.). Ciò riflette la complessità del
modello stesso oltre che il suo carattere di "nuovo dominio" e quindi di un approccio per il quale si
prendono a prestito teorie già esistenti in attesa di costruirne di nuove. In altri termini può essere
considerato un modello "a maglie larghe" e in effetti ci sono diverse vision. In rete e si trovano
articoli che parlano di cose molto diverse tra loro quando si riferiscono al Complex Learning.
Vi proponiamo per questo una selezione di articoli sul Complex Learning. I contributi in essi
contenuti forniscono un quadro di riferimento e diverse visioni possibili su cosa si debba intendere
per Complex Learning. Ciascuno di essi presenta aspetti rilevanti che contribuiscono ad
approfondire e a confortare il nostro studio su questo tema. Il nostro modello di Complex Learning
è formalizzato nella pubblicazione Guspini M., Complex Learning, Roma, Learning Community,
2008, dove è contenuto il panorama bibliografico completo della letteratura di riferimento a cui
abbiamo attinto.
1. DESIGN PATTERNS FOR COMPLEX LEARNING
Santha Rohse, Terry Anderson Centre for Distance Education, Athabasca University, Canada
Journal of Learning Design, 2006 Vol. 1 No. 3 pp. 82-91
2. CREATING A COMPLEX LEARNING ENVIRONMENT FOR THE MEDIATION OF
KNOWLEDGE CONSTRUCTION IN DVERSE EDUCATIONAL SETTINGS
Salomé Human-Vogel, Cecilia Bouwer
South African Journal of Education 2005 Vol 25 (4)229-238
3. BLUE PRINTS FOR COMPLEX LEARNING: THE 4C/ID-MODEL
Joeren J.G. van Merriënboer, Richard E. Clark, Marcel B.M. de Croock
ETR&D, Vol. 50, No. 2, 2002, pp. 39-64
Per ogni articolo è di seguito riportato:
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un abstract;
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l’indirizzo web da cui prelevare l’articolo integrale in lingua inglese;
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un breve commento rispetto al nostro modo di intendere Complex Learning.
Learning Community Srl - Via Felice Grossi Gondi, 31 – 00162 Roma - P.I. 07878661003
Tel/fax +390686398080 Spazio web: www.learningcom.it e-mail: [email protected]
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
DESIGN PATTERNS FOR COMPLEX LEARNING
Santha Rohse, Terry Anderson Centre for Distance Education, Athabasca University, Canada
Journal of Learning Design, 2006 Vol. 1 No. 3 pp. 82-91
http://www.jld.qut.edu.au/publications/vol1no3/documents/design%20patterns.pdf
Abstract
Una visione complessa dell’apprendimento ammette che quest’ultimo non possa essere
considerato come il risultato diretto dell’insegnamento, secondo una logica lineare di causa-effetto.
Esso appare determinato dal contesto e dalle circostanze in cui si realizza, piuttosto che da
obiettivi pre-determinati in un programma di apprendimento.
Gli approcci che accettano la dimensione dell’imprevedibilità degli esiti dell’apprendimento
permettono di immaginare classi e percorsi formativi aperti, dinamici e innovativi. Questo articolo
“Design patterns for complex learning” esamina le caratteristiche che contraddistinguono gli
schemi operativi che consentono di attuare disegni e piani di Complex Learning.
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Ci colpisce l’attenzione rivolta alla necessità emergente di individuare risposte appropriate alle
sfide poste dalla Società della conoscenza che impone di affrontare l’apprendimento in un modo
nuovo, un apprendimento sempre più esteso all’intero arco della vita e sempre più implicato in
numerosi e diversi contesti. Secondo gli autori è necessario riconoscere all’apprendimento le
proprietà di un sistema complesso la cui conoscenza non può essere ricondotta unicamente
all’analisi dei processi cognitivi individuali.
Interessante la visione dello studente a cui si riconosce un ruolo, non di consumatore, ma di coautore del processo di apprendimento, in cui improvvisazione, innovazione e evoluzione sono
considerate variabili necessarie e strategiche e non limiti.
Accettare imprevedibilità e incertezza come parte integrante e distintiva dell’apprendimento implica
dei profondi cambiamenti nel nostro modo di intendere l’apprendere e l’insegnare: risultati predefiniti lasciano il posto a percorsi che si vanno delineando dinamicamente in modo olistico,
seguendo la logica della serendipity.
Tuttavia ciò non significa che l’apprendimento è lasciato al caso, al contrario un ruolo vitale è
riconosciuto all’interazione e alle relazioni.
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
CREATING A COMPLEX LEARNING ENVIRONMENT FOR THE MEDIATION OF KNOWLEDGE
CONSTRUCTION IN DVERSE EDUCATIONAL SETTINGS
Salomé Human-Vogel, Cecilia Bouwer
South African Journal of Education 2005 Vol 25 (4)229-238
http://www.up.ac.za/dspace/bitstream/2263/4190/1/HumanVogel_Creating(2005).pdf
Abstract
L’articolo presenta una ricerca sperimentale, ispirata alle teorie attiviste e alle teorie della
complessità e del caos, sul ruolo svolto dagli ambienti di Complex Learning nella costruzione di
esperienze di apprendimento mediato. Studiare l’apprendimento come sistema complesso facilita
la sfida posta dalla diversità dei processi di acquisizione e costruzione della conoscenza, e
consente di produrre interventi formativi in grado di tollerare e finalizzare la complessità e la nonlinearità del pensiero e dei processi di problem solving. I risultati della ricerca indicano che i
complex learning envitronments appaiono particolarmente adatti per l’acquisizione e il
potenziamento delle competenze apprenditive, metacognitive, e di pensiero critico.
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Ci riconosciamo nel valore attribuito al ruolo di mediazione nell’apprendimento svolto
dall’interazione sociale che agisce come potente modulatore del percorso evolutivo di numerosi
processi cognitivi. Il rimando al concetto della Zona Prossimale di Sviluppo di Vygotskij e di
apprendimento mediato di Feuerstein conforta la nostra analisi in tale direzione in particolare per
quello che riguarda il ruolo da noi riconosciuto al peertutoring con leadership ad assetto variabile.
Particolarmente interessante è l’indicazione, nel creare complex learning environment, di utilizzare
stimoli problematici ambigui per creare disequilibri e dissonanza cognitiva, tali da stimolare
processi di accomodamento e auto organizzazione.
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Ricerca e sperimentazione per il miglioramento continuo
BLUE PRINTS FOR COMPLEX LEARNING: THE 4C/ID-MODEL
Joeren J.G. van Merriënboer, Richard E. Clark, Marcel B.M. de Croock
ETR&D, Vol. 50, No. 2, 2002, pp. 39-64
http://www.cogtech.usc.edu/publications/clark_4cid.pdf
Abstract
L’articolo fornisce una descrizione delle 4 principali componenti del 4C/ID-MODEL basato sui
principi dell’instructional design elaborato nel 1990, per la definizione di interventi finalizzati alla
formazione di complex skills. Il contributo presenta la struttura di un piano formativo e i metodi per
realizzare esperienze di Complex Learning.
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È forse l’approccio che più si allontana dalla nostra visione di Complex Learning, perché si fonda
su uno schema fortemente strutturato, basato sulle gerarchie dell’apprendimento.
Tale schematicità fornisce tuttavia un’ipotesi interessante, possibile, di come finalizzare la
complessità a scopi educativi. In particolare l’utilizzo del concetto di Task classes consente di
immaginare un approccio basato sulle logiche della complessità in cui sia, comunque, possibile
partire da una versione semplificata del compito che richiede di utilizzare un determinato repertorio
di competenze. L’utilizzo di un approccio ricorsivo che propone un livello crescente di difficoltà,
nell’ambito di una stessa task class, ci trova accordo.
Interessante è anche l’utilizzo integrato di diversi approcci “instructivist, cognitivist, constructivist”,
coerentemente con una logica di apertura e molteplicità.
Non ultimo è il focus posto sul valore dell’esperienza e della riflessione induttiva come punto di
partenza di un processo di apprendimento: la prima componente del 4C/ID-MODEL è costituita da
learning tasks, cioè compiti di apprendimento che coinvolgono i partecipanti nell’esercizio diretto,
piuttosto che nello studio o nell’osservazione, di un determinato repertorio di competenze. La
riflessione, la concettualizzazione dell’esperienza conduce alla definizione di schemi mentali,
modelli di interpretazione di problematiche analoghe a quella proposta e strategie cognitive per la
loro soluzione.
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