Calcio e matematica. Ma potremmo anche dire basket e geografia

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Calcio e matematica. Ma potremmo anche dire basket e geografia
Calcio e matematica.
Ma potremmo anche dire basket e geografia.
Oppure atletica e storia dell’arte.
All’interno del mondo scolastico ( e anche nelle aule di questo Istituto), è un piccolo,
grande dibattito che si svolge da sempre tra le componenti scolastiche.
In sintesi si tratta del contrasto tra i docenti assertori della necessità di una vasta
attività sportiva degli studenti ( una riedizione del naturalismo di Rousseau) e i prof.
che invece sostengono come la partecipazione intensiva alle competizioni distolga gli
studenti da un proficuo e costante impegno nello studio ( modalità di pensiero simile
a quella del venerabile Jorge de ”Il nome della rosa”).
Oltreoceano, nei college della buona borghesia americana, il problema pare già
risolto da tempo, ma non è detto che la scuola pubblica italiana debba sempre
prendere a modello ciò che arriva dalla pedagogia a stelle e strisce.
Basta un sano equilibrio all’europea, una buona sinergia nei consigli di classe, una
serie di linee-guida didattiche che non esaltano in maniera indebita né la partita a
pallone né la logica aristotelica.
Capita così che il portiere della squadra di calcio della Dante possa avere la media
del sette in matematica, tendente all’otto.
D’altronde se Euclide e Pitagora fossero stati sugli spalti del Palasport di Cassano
Magnago, venerdì scorso, avrebbero visto la messa in pratica di cose interessanti…
“Paolino , sulla semicirconferenza della propria area di rigore, sradica la palla dai
piedi dell’avversario, alza la testa e effettua un lancio che attraversa in diagonale il
rettangolo di gioco e raggiunge Lorenzo il Magnifico, appostato nell’angolo opposto:
stop da campione e tiro violento che si insacca a fil di traversa”.
Ed è stato quattro a zero.
“Max dalle scarpe gialle si muove in dribbling stretto dentro i 90° gradi del corner,
scambia in perfetta triangolazione con Michele, riceve di nuovo la sfera e, con un
tocco gentile e preciso, infila l’angolino alla destra del portiere avversario”
Cinque a zero e Dante campione.
Più che una lezione di calcio, una lezione di geometria.