torino e il calcio "don bosco" in etiopia
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torino e il calcio "don bosco" in etiopia
SPORT TORINO E IL CALCIO "DON BOSCO" IN ETIOPIA Zway [Etiopia] - Maglia della squadra di calcio "don Bosco" che partecipa al torneo della città. Una delle maglie delle squadre "don Bosco" nella versione femminile. Nel numero 119 (Nuova Serie - Giugno 2013) della rivista sotto il titolo: "Una squadra di calcio per sognare Il costo del calcio dilettantistico in Etiopia", era stata pubblicata l'informazione che l'Onlus International Help di Torino si era fatta carico di aiutare il calcio amatoriale della missione salesiana di Zway ricercando aiuti presso sponsor. Ora, dopo alcuni mesi, grazie anche all'articolo citato, i giovani etiopi avranno la possibilità di giocare, nel loro tempo libero da impegni scolastici e di lavoro, le loro partite con 4 formazioni oratoriali (2 maschili e 2 femminili) e partecipare con la squadra maggiore, composta da 22 calciatori e allenatore, al torneo dilettantistico cittadino di Zway. Queste poche righe vogliono informare il lettore su quanto di bene può accadere ancora in un mondo dove l'informazione dà spazio quasi esclusivamente a notizie negative. So con certezza che questa mia affermazione sarebbe stata sottoscritta da quell'"imperdonabile ottimista" vecchio direttore, Elia Finzi, per tanti anni amico e del quale ancora oggi piango la scomparsa. Mi va di citarlo qui in nome di quella condivisione in tante azioni che avevano come unica finalità quella di essere utili strumenti per una società migliore. Ora il materiale calcistico scenderà a breve in campo con i nuovi loghi e numeri sulle maglie, numeri che mi hanno costretto alla ricerca della loro storia riportata di seguito sotto forma di breve nota. Per concludere, un doveroso ringraziamento da parte della nostra associazione e di don Mario Robustellini, direttore, e don Isidoro Apostolo, responsabile per lo sport presso l'opera salesiana di Zway, a tutti coloro i quali hanno contribuito a realizzare questo progetto a partire, naturalmente, dagli sponsor: Rotary Club Castello di Torino e lo Studio Progetto Ambiente della stessa città. Mino Rosso del Direttivo di International Help C’ERA UNA VOLTA IL GIOCO DEL PALLONE Breve nota sui numeri delle maglie C’era una volta un gioco del pallone (si diceva così prima di calcio) dove i numeri sulla maglia rappresentavano il ruolo che il calciatore ricopriva. Nel classico modulo, che io ricordo come 2-3-5 (si chiamava piramidale), i giocatori schierati in campo avevano i numeri dall’1 al 12 (le riserve quelli più avanti) e la corrispondenza tra numero e ruolo era, allora (sto parlando della fine anni ‘40 inizio ’50), questa che riporto: 44 1 portiere / 2 terzino destro / 3 terzino sinistro / 4 mediano destro / 5 centromediano / 6 mediano sinistro / 7 ala destra / 8 mezzala destra / 9 centravanti / 10 mezzala sinistra / 11 ala sinistra / 12 portiere di riserva Ora, recentemente, nel mio volontariato ho dovuto farmi carico della ricerca della fornitura di completi da calcio (titolari e riserve), a squadre amatoriali presso missioni salesiane in Etiopia, che prevedono, naturalmente, "Il Corriere di Tunisi" Corriere Euromediterraneo - N° 124 (Nuova Serie) 20 Dicembre 2013 SPORT le maglie numerate. Credevo di non avere problemi con i numeri se fossi ricorso ai miei antichi ricordi. Non è stato così. La mia innata curiosità mi ha spinto a documentarmi. Ho così appreso che dal modulo a piramide si passò al metodo e successivamente al sistema quello a W. E qui mi sono perso. Per giustificare il mio abbandono del problema tecnico riporto una tabella sui diversi schieramenti per le differenti tattiche: Chi voglia saperne di più può entrare in WikipediA alla voce storia del calcio [ http://it.wikipedia.org/wiki/ Calcio_(sport) ]. Può darsi che la conoscenza approfondita delle regole di un avvenimento comporti una maggiore consapevolezza nel giudizio critico. Ma io non sono un giornalista sportivo. E neanche un aspirante “mister”. Nemmeno per le categorie inferiori. Sono solo un appassionato che, quando può, segue le partite, spesso in televisione, senza lasciarsi contagiare da un tifo da stadio. Per semplificarmi la vita ho fatto così riferimento alla seguente numerazione che ricalca la vecchia ma con nuove definizioni: 1 portiere / 2-3-4-5 difensori (2-3 centrali / 4-5 terzini) / 6 mediano - centrocampista centrale / 8 centrocampista centrale / 7 centrocampista fascia destra / 11 centrocampista fascia sinistra / 10 fantasista – regista – trequartista / 9 centravanti - punta - l’attaccante / 12 – leggere più avanti Avrebbe potuto semplificarmi ulteriormente la vita l’UEFA [Union of European Football Associations] che stabilì la non obbligatorietà, dal 1996, della presenza in campo dei soli numeri da 1 a 11 concedendo l’adozione dei numeri estesi da scegliersi tra l’1 e il 99. A questo punto, infatti, poiché i numeri sulle maglie non hanno più alcun significato ma sono semplici segni di riconoscimento, avrei potuto scegliere i numeri a mio piacimento. Non è andata così perché non lo avrei trovato giusto. I numeri vanno scelti dai giocatori secondo una loro personale motivazione, anche se la maglia personalizzata è diventata, o sta diventando, una questione di mercato. Una realtà che, c’è da augurarsi, non divenga esclusivo motivo di monetizzazione. Per contro c’è da dire che la possibilità di scelta da parte del giocatore di un “suo” numero, il che può mette- re in difficoltà lo spettatore nel leggere lo svolgimento della partita (questo vale per lo spettatore meno preparato), può essere vista come una forma di rispetto di una squadra verso il giocatore che l’ha lasciata. La società infatti può esercitare il diritto di non utilizzare più quel numero. In tal modo al giocatore viene concesso l’onore di rimanere l’ultimo ad aver indossato quella maglia. Un discorso a parte merita il numero 12 che una volta era riservato al secondo portiere (o portiere di riserva). Dopo la liberalizzazione numero-ruolo, molte squadre hanno ritirato il numero 12 per attribuirlo ai propri tifosi considerandoli il 12esimo uomo in campo. Una scelta non da poco e che varrebbe la pena di riprendere dando un valore pedagogico al rapporto con la tifoseria. In uno spettacolo (il gioco del calcio è forse lo sport che presenta la maggiore spettacolarità grazie alla diffusione televisiva), dove sempre più si riscontrano infiltrazioni di tifosi (o tifoserie) violenti, si può (si deve) tentare di indirizzare i soggetti a un comportamento responsabile rispettoso degli altri chiunque essi siano. Avversari compresi. Certo il discorso è molto più complesso da affrontare, ma anche un piccolo segno dichiarato può essere un importante messaggio verso una pacifica convivenza nella condivisione di un momento che dovrebbe essere gioioso. E’ chiaro che ormai oggi il calcio, come ogni altra attività sportiva, è diventato una sorta di mercato, ma proprio per questo bisognerebbe tentare di percorrere nuove vie di non violenza. E qui termina questa breve nota sui numeri sulle maglie dei calciatori. Può darsi che in quanto ho scritto ci sia una qualche imprecisione. Se ci dovesse essere di certo è involontaria. Non si può pretendere di più da chi i nomi dei giocatori li imparava dalla radio o dalle figurine. Mino Rosso "Il Corriere di Tunisi" Corriere Euromediterraneo - N° 124 (Nuova Serie) 20 Dicembre 2013 45