sta ti uniti d`america - Aiuto alla Chiesa che Soffre

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sta ti uniti d`america - Aiuto alla Chiesa che Soffre
APPARTENENZA RELIGIOSA
Cristiani 78,3%
Cattolici 24,2% - Ortodossi 1% - Protestanti 53,1%
Non affiliati 16,4%
Buddisti 1,2%
Ebrei 1,8%
Musulmani 0,9%
Altre religioni 1,4%
AREA
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
9.831.500 km2 313.085.000
262.023
4.324
----*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
STATI UNITI D’AMERICA
STATI UNITI D’AMERICA
Nel 2013, l’Istituto per la Libertà, in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca
sulla famiglia ha pubblicato un Rapporto che documenta 1.200 casi di ostilità alla
religione, il doppio rispetto all’anno precedente: «Gli attacchi alla libertà religiosa
nello spazio pubblico – si legge – sono la forma più ampiamente riconosciuta e in
più rapida espansione, di ostilità alla religione negli Stati Uniti di oggi»1.
Tra i casi citati, è significativo quello di Audrey Jarvis, studentessa alla Università statale di Sonoma, alla quale è stato intimato di nascondere il crocifisso che
indossava, mentre si trovava in una sala di orientamento per studenti di un organismo ausiliare dell’Ateneo, la Associated Students Productions (ASP)2. Nel
Rapporto si riferisce che il supervisore aveva affermato che, alla luce delle disposizioni del rettorato che vietano i simboli religiosi, il crocifisso della Jarvis
«avrebbe potuto offendere gli altri, far sentire alle matricole che la loro presenza non era gradita o che l’ASP non era un’organizzazione alla quale iscriversi»3.
Dopo un primo richiamo, ce ne sarebbe stato un secondo, per convincere la
Jarvis ad agire come le veniva chiesto. Con l’assistenza dei legali dell’Istituto
della Libertà, la studentessa ha depositato una richiesta di scuse formali che le
sono state presentate dall’Università nel luglio del 2013.
Molti dei casi riportati sono attinenti alle espressioni di natura religiosa contenute
in promesse e giuramenti, nonché all’esposizione di simboli religiosi negli spazi
pubblici o in ambienti associati ad autorità dello Stato, per la rimozione dei quali
gruppi atei e laico-umanisti, combattono senza tregua.
Esempio di rilievo, è stato il tentativo di rimuovere un monumento di granito di sei
tonnellate che riporta i Dieci Comandamenti dal Palazzo di giustizia della Contea di
Dixie a Cross City, Florida. Il tentativo è fallito, ma solo dopo una battaglia legale
http://www.religiousfreedomcoalition.org/2013/10/11/liberty-institutefrc-release-religioushostility-report/
2 http://www.libertyinstitute.org/pages/issues/in-the-school/audrey-jarvis
3 Ibid.
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durata sei anni. Nell’agosto 2011, un giudice federale aveva stabilito che il monumento era incostituzionale, poiché violava la separazione tra Chiesa e Stato.
Un anno dopo, a seguito di incongruenze nella sentenza, la Corte d’appello federale di Atlanta, ha rinviato il caso. Il 13 febbraio 2013, un Giudice distrettuale
ha accolto l’istanza dell’Unione americana dei Diritti civili di dichiarare il nonluogo-a-procedere, poiché l’anonimo querelante non si sarebbe più trasferito
nella Contea di Dixie e non sarebbe, quindi, più risultato nella legittima posizione di fare ricorso in tribunale. Qualora un residente della Contea di Dixie, decidesse di riaprire il caso, la valutazione giuridico-legislativa dovrebbe essere ripresa. Tale ipotesi risulta piuttosto improbabile, in quanto almeno 1.500 persone si erano riunite a Cross City – gli abitanti sono 1.700 – per chiedere che il
monumento venisse salvaguardato. Il Presidente della Commissione della Contea di Dixie, Jason Holifield, ha definito l’esito del caso «una benedizione» e un
segno che «Dio è dalla nostra parte».
La Legge sull’accessibilità alla salute (Affordable Care Act)
Gli esempi più significativi della lotta in corso per il rispetto del diritto alla libertà
religiosa, sono le numerose cause legali che, dal 2012, vedono protagonisti imprenditori e istituzioni affiliate a religioni che vogliono «essere esonerate, per motivi religiosi, dall’osservanza dei vincoli imposti dal Ministero della Salute e dei
Servizi umani, entrati in vigore – ai sensi della Legge sull’accessibilità della salute dell’Amministrazione Obama, la Affordable Care Act – il primo agosto 2012 (un
anno dopo, nel caso di organizzazioni cattoliche).
Tali vincoli del Ministero, obbligano le imprese che forniscono un’assicurazione
sanitaria ai propri dipendenti di includervi farmaci abortivi, contraccettivi e la sterilizzazione, anche se essi sono contrari alle religioni alle quali i datori di lavoro
aderiscono. La Legge contempla soltanto limitate eccezioni; le Chiese devono fare una domanda di esenzione, mentre gli organismi religiosi, come università e
ospedali cattolici, devono obbligatoriamente procedere4. Tra i querelanti che si
sono rivolti al tribunale, ci sono la Rete televisiva cattolica EWTN, l’Università Ave
Maria, in Florida, e le Piccole Sorelle dei Poveri.
A queste ultime, nel gennaio 2014, la Corte Suprema ha concesso una proroga
permettendo loro di non ottemperare alla legge, fin quando è in corso il dibattimento davanti la Corte d’Appello5. Secondo il Fondo Becket per la Libertà religiosa – che rappresenta sia EWTN che le Piccole Sorelle dei Poveri – il primo caso
è stato differito per un anno, perché i tribunali avevano garantito che una nuova
sentenza avrebbe superato qualsiasi obiezione che la rete televisiva avrebbe potuto fare nei confronti dei mandati6; questo, tuttavia, non è avvenuto e, nell’ottobre
http://www.catholicleague.org/hhs-mandate-targets-catholics/
http://www.ncregister.com/daily-news/little-sisters-put-up-big-fight-against-hhs-mandate/
6 http://www.al.com/living/index.ssf/2013/10/alabama_joins_ewtn_in_new_laws.html
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2013, lo Stato dell’Alabama si è unito all’EWTN come co-querelante in una nuova causa contro i vincoli7.
L’opposizione ai vincoli ha coinvolto anche due aziende private, la Hobby Lobby –
una catena di negozi di prodotti artigianali di proprietà di una famiglia battista del
Sud8 – e il Conestoga Wood Specialties Corp. nella Pennsylvania, i cui proprietari
sono mennoniti. Lori Windham, uno degli avvocati del Fondo Becket che rappresenta la Hobby Lobby, ha dichiarato che «questo caso deciderà se una famiglia
deve rinunciare alla sua libertà religiosa quando apre un’impresa familiare»9. David Gans, direttore per i diritti civili del Centro di responsabilità costituzionale, si è
chiesto: «La questione della personalità giuridica di un’impresa è al centro del caso [...] Le imprese hanno oppure no questi diritti fondamentali di dignità umana e
di coscienza che non hanno mai cercato di affermare in passato?»10.
Una risposta è arrivata il 30 giugno 2014 dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che
ha deciso circa questi due casi – Hobby Lobby e Conestoga Wood si erano rivolti al tribunale per essere esentati dai mandati, citando obiezioni religiose alle disposizioni abortive della legge – in favore delle imprese e contro il Governo, incoraggiando contestualmente i cittadini a difendere la libertà religiosa.
Tutte le azioni legali contro la Legge hanno in comune il fatto che la Costituzione
degli Stati Uniti garantisce la libertà religiosa e che un Governo non ha il diritto di
costringere organizzazioni e cittadini a violare le proprie convinzioni religiose.
Per questo, tutti gli altri casi in sospeso – tra cui molti intentati da organizzazioni
cattoliche – si concluderanno, verosimilmente, in favore dei querelanti.
Opposizione al matrimonio omosessuale
In Colorado, un’azione legale è stata intentata contro un pasticciere che – a causa delle proprie convinzioni cristiane – si era rifiutato di preparare la torta per un
ricevimento di nozze tra persone dello stesso sesso11. Per la National Public Radio (NPR) questo caso «è l’ultimo episodio in un dibattito che si è ritrovato ipermediatizzato, a seguito della legalizzazione del matrimonio gay in oltre 16 Stati»12.
Nel 2012, Charlie Craig e David Mullins avevano chiesto a Jack Phillips, proprietario della pasticceria Masterpiece Cakeshop nella città di Lakewood, di preparare una torta per la loro festa di nozze. Sebbene in Colorado le unioni civili siano
www.becketfund.org/ewtn/
www.usnews.com/news/articles/2014/03/24/hobby-lobby-case-goes-before-the-supremecourt
9 http://www.cbsnews.com/news/supreme-court-hobby-lobby-case-revisits-divisive-politicalissues
10 Ibid.
11 www.charismanews.com/us/42021-judge-rules-christian-baker-who-refused-cake-discriminated- against-gay-couple
12 www.npr.org/2013/12/10/250098572/no-cake-for-you-saying-i-dont-to-same-sex-marriage
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legali, il matrimonio omosessuale non lo è. La coppia che ha presentato la denuncia, si era sposata nel Massachusetts – dove, invece, il matrimonio gay è legale –
ma hanno voluto festeggiare le nozze in Colorado. Phillips ha rifiutato, motivando
il suo no con il fatto che partecipare a un evento associato a un matrimonio omosessuale, violava le sue convinzioni religiose.
La coppia si è rivolta all’Unione americana dei Diritti civili che ha presentato un
esposto presso la Commissione dei diritti civili in Colorado e il giudice amministrativo, Robert Spencer, ha confermato le conclusioni a cui era arrivata la Commissione in una sentenza pronunciata nel dicembre 201313, diffidando Phillips
dall’avere comportamenti discriminatori14 ai danni di coppie dello stesso sesso,
pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie. Il giudice Spencer ha riconosciuto che
«Phillips è convinto che l’uso del suo talento per partecipare a un matrimonio gay
creando una torta nuziale, avrebbe contrariato Dio e violato gli insegnamenti della Bibbia»15, ma ciò nonostante ha sostenuto che l’atteggiamento di Phillips «non
tiene conto del costo sociale e del dolore causato alle persone cui viene negato
un servizio semplicemente per quello che sono»16.
Secondo una nota di stampa datata 2013, «Jack Phillips è attualmente nell’obbligo di cuocere torte di nozze per coppie dello stesso sesso, qualora gli venisse
chiesto a causa di una decisione giudiziaria. In base a una legge del Colorado in
vigore dal 2012, potrebbe essere incarcerato, fino a un massimo di 12 mesi, per
suoi eventuali rifiuti17». Nicole Martin, avvocatessa per l’Alleanza per la Difesa
della libertà che rappresenta Spencer pro-bono, ha affermato che il Gruppo intende rappresentarlo in un ricorso davanti alla Corte d’appello.
Nell’agosto 2013, la Corte Suprema del Nuovo Messico ha confermato la sentenza della Corte d’appello contro lo studio fotografico Elane Photography18. Il caso
Elane Photography vs. Vanessa Willock era cominciato nel 2006, quando la proprietaria dello studio, Elaine Huguenin, a causa delle proprie convinzioni religiose, si era rifiutata di fotografare una «cerimonia di impegno» tra due donne. Vanessa Willock, la donna che ne aveva richiesto i servizi, aveva sporto denuncia
presso la Commissione dei Diritti umani del Nuovo Messico che, nel 2008, aveva
condannato Elaine Huguenin e suo marito Jonathan, co-proprietario dello studio,
a risarcire alla Willock $ 6.637,94 di spese legali.
La citata Alleanza per la Difesa della libertà, i cui legali rappresentano Elane
Photography, riferiscono che «in un’opinione concordante che accompagna il
Ibid.
Ibid.
15 www.breitbart.com/Big-Government/2013/12/12/Christian-Baker-Willing-to-Go-to-Jail-forDeclining-Gay-Wedding-Cake
16 Ibid.
17 Ibid.
18 www.nmcompcomm.us/nmcases/nmsc/slips/SC33,687.pdf
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parere [della Corte Suprema del Nuovo Messico], uno dei giudici ha scritto che
gli Huguenins “ora sono costretti per legge a compromettere le forti convinzioni
religiose che ispirano la loro vita”, aggiungendo che questo “è il prezzo della
cittadinanza”»19. Il caso è approdato alla Corte Suprema degli Stati Uniti che sta
valutando se esaminarlo20.
19 20 www.adfmedia.org/news/prdetail/5537
Ibid.
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