Inquinamento del Sebino
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Inquinamento del Sebino
38 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 19 APRILE 2013 Il fatto del giorno L’allarme per il lago Neo vicepresidente all’Ambiente Lara Magoni dal Pirellone «Cose intollerabili nel 2013» «È intollerabile che nel 2013 il lago d’Iseo, perla della nostra provincia, sia conciato così». Lara Magoni, neo vicepresidente della Commissione Ambiente in Regione, affida a Facebook l’indignazione. «È un disastro. Sono cose che fanno male, vedere i nostri gioielli in queste condizioni è impensabile, per noi, per i nostri figli, per il sistema economico, per il turismo. Con che biglietto da visita il lago d’Iseo si presenta ai tanti italiani e stranieri che lo visiteranno quest’estate? Già da subito m’impegnerò per capire cos’è successo e, insieme all’assessore Claudia Terzi lavoreremo per cercare di portare avanti politiche di tutela. Quel che è certo è che non si possono addossare tutte le colpe al patto di stabilità: c’è da due anni, sono gli investimenti nel sistema della depurazione che sono in ritardo». Colpevole ritardo. a Il «fiume» rosso inquieta il Sebino E non è un’alga L’Arpa scarta l’ipotesi che si tratti di una fioritura tipica Scarichi civili o industriali? «Non possiamo escluderlo» A Lago d’Iseo CLAUDIA MANGILI Sorpresa, non è un’alga. Almeno non di quelle che si osservano abitualmente nel lago d’Iseo. La patina che da sabato ha striato il Sebino dalla foce dell’Oglio tra Pisogne e Costa Volpino è scesa pian piano verso il basso lago e il colore marrone e rosso acceso dei primi giorni è andato virando al giallo-ruggine. Ma contrariamente a quello che quasi tutti in un primo momento pensavano, esperti compresi e compresa la gente del lago, i primi esiti dei campionamenti condotti dall’Arpa escludono che si tratti di un’alga delle specie più abituali. Allora, cos’è? «Per il momento – spiega Giulio Sesana, direttore della sede di Brescia, competente sul Sebino, dell’Agenzia regionale per l’ambiente – possiamo solo dire cosa non è: non è una delle alghe principalmente presenti sul lago d’Iseo. Stiamo proseguendo gli accertamenti per capire se di tratta di qualche altra specie. Anche dal punto di vista dell’analisi chimica, i primi campioni rilevano concentrazioni nella norma di parametri come ammoniaca, tensioattivi, metalli e altro. Sono leggermente mossi e vicino ai limiti superiori il Ph e la conducibilità. Al momento non possiamo escludere che si tratti di sostanze legate a scarichi civili o di origine industriale. Andiamo avanti con le analisi e un quadro più preciso l’avremo nei prossimi giorni». C’è una certezza, anche se l’ufficialità è attesa per oggi: dai laboratori di Trescore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl trapela che i parametri microbiologici dell’acqua sono nella norma. Nei campioni prelevati lunedì non compaiono concentrazioni allarmanti di enterococchi intestinali ed escherichia coli (provenienti dalle fognature), dunque dal punto di vista della normativa per il capitolo balneabilità saremmo al sicuro. E me- «Per ora possiamo solo dire cosa non è. Ma andiamo avanti con le indagini» no male, perché ieri s’è visto già qualche ragazzino che al lido dei poveri di Sarnico ha deciso di cominciare la stagione dei tuffi. Tirando le somme sulla «cosa» che per ora «non è», c’è poco da tirare perché il quadro è ancora incerto. Da una parte la gente del lago che non si scompone e dice che il balzo veloce di temperature e luce della settimana scorsa fa fiorire le alghe e morta lì. A confortare la tesi popolare, gli studi sull’andamento annuale della biomassa algale, i quali rilevano che il mese di aprile è quello con la maggior fioritura di tutto l’anno, complici i primi cal- di e le prime luci più intense dopo l’inverno. Dall’altra parte, però, ci sono i conti che non tornano nelle provette dell’Arpa e Legambiente, che lunedì ha dato l’allarme, con le fotografie sconcertanti dell’acqua rosso fluo un po’ su tutta la lunghezza del Sebino. Dario Balotta, presidente del circolo di Legambiente Basso Sebino, aveva immediatamente tuonato che quella scia marrone e rossastra dentro il lago tra Pisogne, Lovere, Castro e Costa Volpino era un fiume di liquami, oli e scarichi industriali illeciti sfuggiti a un sistema di depurazione «groviera». La verità è che al momento non ci sono certezze e per una risposta più precisa c’è da aspettare che Arpa e Asl chiudano la campagna di analisi. Intanto, se per caso a qualcuno vien lo sfizio di cliccare «alga rossa» in Google, c’è poco, poco da star tranquilli. Spunta subito una certa Plankthotrix rubescens, che ha più volte colorato i laghi di Vico o di Bolsena: «Detta anche comunemente alga rossa per le sue fioriture dal tipico colore rossastro – si legge – si sviluppa soprattutto nei laghi, nei bacini artificiali e nei fiumi a lento scorrimento». Ed è tossica. Tra le specie di alghe prese in considerazione finora dall’Arpa, non c’è perché nel Sebino non s’è mai vista. Ma rossa, è rossa. Non c’è che aspettare, magari con le dita incrociate. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il pilota di elicotteri A «Già viste, ma mai su un’area così ampia» A «Effettivamente, ieri (mercoledì, ndr) le striature rosse dall’alto facevano una certa impressione». Dall’alto, perché lui, Antonio Gervasoni di Sarnico, il Sebino lo percorre dal cielo. Titolare della scuola di volo «Elite Aviation» che ha sede a Bresso, spesso si trova a sorvolare con l’elicottero lo specchio d’acqua di casa. «Il mio non è assolutamente un punto di vista da esperto – spiega –, però in tanti anni che vedo il lago dall’alto di chiazze ne ho Il pilota Antonio Gervasoni viste spesso, anche scie rossastre come quelle di quest’inizio di settimana. Devo dire che però così estese non mi è mai capitato. Non su una superficie così ampia. Talvolta, anzi frequentemente, ci sono scie marroni in alto, dove l’Oglio si immette nel Sebino, soprattutto in occasione di piogge forti e persistenti. Ma quelle poi si disperdono nel giro di poco, s’inabissano nel fondo o si mescolano e non si vedono più. Le striature di questi giorni, invece, sono un filo più inquietanti proprio perché erano di un rosso molto forte, brillante e, ripeto, insolitamente estese. Già oggi (ieri, ndr) però, il colore era virato verso il ruggine. Forse alghe che sfioriscono». a L’«estate» dura poco Temporali e neve richiamano i cappotti a «L’alta pressione ci sta regalando sole e temperature quasi estive, che ci hanno fatto dimenticare il maltempo di marzo e dei primi di aprile, ma – attenzione – il tempo è destinato a cambiare drasticamente in meno di 48 ore». L’avvertimento è del meteorologo di 3bmeteo.com EdoarefJfznfTvwFhVKSGbI91gWT+P6kTRisSwiLezWklfCg= do Ferrara, che spiega: «Passeremo di nuovo dalle magliette a maniche corte a giacche e cappotti in una sorta di vera e propria montagna russa del meteo; un estremismo climatico che può capitare in una stagione di mezzo come la primavera». È infatti in arrivo una perturbazione dal Nord Europa, carica di aria fredda, il cui ingresso verrà annunciato già oggi dai primi colpi di tuono sulle regioni settentrionali. «Rovesci e temporali interesseranno dapprima le Alpi per poi estendersi anche su Valpadana e Liguria entro fine giornata – prosegue il meteorologo –; temporali che potranno risultare localmente violenti a carattere di nubifragio». Acquazzoni e temporali interesseranno nel fine settimana tutta Italia, «per la formazione di un vortice ciclonico tra mar Ligure e Tirreno» prosegue Ferrara, che sottolinea: «I fenomeni potranno risultare intensi al Centrosud, con locali grandinate e raffiche di vento, sebbene non mancheranno anche alcune schiarite. Tanta pioggia pure Un cigno a Sarnico con le sue uova: dovrà fare i conti di nuovo col maltempo al Nord, specie sabato, meno diffusa invece domenica, con ritorno della neve sulle Alpi persino sotto i 1.500 metri, in particolare tra Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, con anche un metro di neve fresca al di sopra dei 2.000 metri». Le temperature scenderanno quindi anche di 10-15 gradi al Nord, fino a 5-10 gradi al Centrosud. Aprile è quindi sempre più pazzerello? L’aprile del 2011 viene ricordato per le massime da record assoluto registrate al Nord, con 32 gradi a Milano, Verona, 31 a Ferrara, Torino, punte di 34 tra Piemonte e Lombardia. Come non dimenticare, d’altra parte, le nevicate tardive del 7-8 aprile 2003 fin sulle spiagge dalla Romagna alla Puglia? ■ 39 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 19 APRILE 2013 65,3 Il lago d’Iseo, quarto bacino idrico naturale d’Italia per estensione, ha una superficie di 65,3 chilometri quadrati e una profondità massima di 251 metri. Il maggiore dei suoi immissari (ed emissari) è il fiume Oglio, che è anche il primo responsabile dell’inquinamento del Sebino a Depurazione dell’Oglio Avanti, col freno tirato A Lago d’Iseo 1 2 3 1) Lo sfioratore di Pisogne. 2) La mucillagine nell’Alto lago. 3) La scia rossa tra Tavernola e Montisola. A sinistra, la striscia marrone e rossastra che ha colorato il Sebino Montisola A Il sindaco a Legambiente «No ad allarmi superficiali» A Arriva la bella stagione, e il lago sta male. Ora, tutti sperano che la «macchia» non sia pericolosa per la salute, ma le foto che circolano in questi giorni sono la peggior pubblicità per il Sebino. Domenica scorsa a Montisola, la perla del lago, «c’erano così tanti visitatori come se fossero due domeniche insieme – racconta il sindaco Pier Giuseppe Ziliani –. La stagione è di fatto appena iniziata. Ora però è difficile fare previsioni. L’unica cosa che voglio dire è che non si efJfznfTvwFhVKSGbI91gWT+P6kTRisSB4Mpo8Mtzmc= può fare terrorismo ecologico». Ziliani ce l’ha con Dario Balotta, il presidente di Legambiente Basso Sebino che denunciando la chiazza che ha tinto di rosso e marrone tutto il lago, ha messo sul chi va là anche gli amministratori, ricordando che «il lago è una risorsa che può creare ricchezza». «Ma così – ribatte il sindaco di Montisola – si crea l’effetto contrario: anzitutto doveva informare le autorità competenti e poi aspettare i risultati delle analisi svolte da Arpa e Asl, gli unici enti che ci possono dire cosa sta succedendo». La guerra tra Balotta e Ziliani riguarda poi anche l’acqua che bevono gli abitanti di Montisola. Secondo il presidente di Legambiente Basso Sebino, la fioritura algale di questi giorni rischia di creare grossi problemi agli impianti di depurazione che pescano l’acqua dal lago e dopo averla trattata la distribuiscono alle abitazioni. «Gli abitanti di Montisola – replica però ancora Ziliani – hanno storicamente sfruttato l’acqua del lago per dissetarsi. I nostri impianti funzionano e i miei concittadini non hanno nulla da temere, neppure i turisti. Se Balotta ha dei dubbi, chieda all’Asl le verifiche». G. AR. GIUSEPPE ARRIGHETTI Per essere pronto il nuovo depuratore di Esine è pronto, ma prima che dall’Oglio scendano meno acque sporche (anzi, proprio nere: le fogne) passerà almeno un anno. Perché l’impianto realizzato da Valle Camonica Servizi è stato completato, in linea con i tempi previsti, alla fine del 2012, ed è stato posato anche il collettore di fondovalle fino a Capo di Ponte. Ora però tocca ai Comuni di gronda posare la rete idrica secondaria, che porti le acque reflue dai centri abitati al collettore principale e attraverso questo fino al depuratore di Esine. Ma tra lungaggini burocratiche, tentennamenti amministrativi e vincoli economici non sarà affatto facile: per almeno un altro anno il Sebino continuerà a ricevere dalla Valle Camonica azoto, fosforo e potassio, che sono i principali responsabili dell’inquinamento batterico. I tecnici nei prossimi giorni diranno di preciso cos’è la «cosa» comparsa sulla superficie del lago, intanto Dario Balotta di Legambiente Basso Sebino, il primo ad aver denunciato la situazione di questi giorni, continua a ricordare le milionarie sanzioni europee che presto si abbatteranno sui Comuni bresciani e bergamaschi che ancora non depurano come dovrebbero. Il pensiero va subito alla Valle Camonica che fino a qualche tempo fa ha utilizzato l’Oglio come un collettore a cielo aperto. Per invertire la tendenza, decisivo sarà proprio il pieno utilizzo del nuovo depuratore di Esine. «La nostra parte l’abbiamo fatta – spiega Giorgio Bertoia, direttore generale di Valle Camonica Servizi – nel giro di un anno abbiamo completato il nuovo depuratore di Esine, in grado di depurare le acque reflue di 20 mila abitanti, I campionamenti dell’Arpa sul lago d’Iseo sono andati avanti anche ieri che si aggiungeranno agli altri 20 mila già collegati all’altro depuratore di Esine. Ad oggi, su una popolazione di circa 94mila residenti in valle, 54mila sono collegati a un impianto di depurazione, pari al 57,4%; con i 20 mila che si attaccheranno al nuovo impianto di Esine, la percentuale salirà al 75%». I Comuni che ora devono fare la loro parte sono una dozzina, e fra questi c’è Capo di Ponte. Il sindaco Francesco Manella chiarisce però su quale campo minato gli amministratori sono costretti a muoversi: «L’Europa mi pare un po’ schizofrenica: da un lato minaccia le sanzioni per la mancata depurazione, dall’altra, attraverso i vincoli del patto di stabilità, ci impedisce di fare gli investimenti necessari. Noi e altri Comuni abbiamo già i progetti pronti e i soldi in cassa: appena potremo spenderli, partiremo con i lavori». Lo sfioratore di Pisogne da cui, secondo Legambiente, è fuoriuscito il liquame che ha provocato il più «grande inquinamento degli ultimi anni» è invece in funzione da poco tempo e, ai tecnici di Aob2, la società che lo gestisce, non risulta nessun guasto rilevato dal telecontrollo. «È impossibile – spiega convinto il sindaco di Pisogne, Oscar Panigada – che tutto sia partito da lì, perché vorrebbe dire liquami usciti in maniera continua due o tre giorni di fila. E invece nessuno si è accorto di nulla». ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA ANNIVERSARIO PIERLUIGI PORTA 19 aprile 2012 – 19 aprile 2013 Vivi, indimenticabile, nel cuore di chi ti ha amato il tuo dolce sorriso ci accompagna ogni giorno. CARLA, SIMONE E MARCO Una Santa Messa sarà celebrata il 22 aprile alle ore 18.00 nel Santuario della Madonna della Gamba in Desenzano di Albino (BG) Cicola, 19 Aprile 2013