relazione finale.giudizi.l-fil-let.04.lettere

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relazione finale.giudizi.l-fil-let.04.lettere
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA
Divisione Personale Docente – Ufficio Concorsi
D.R. n. 2246-2008 - OGGETTO: Approvazione atti procedura di valutazione
comparativa n. 1 posto di Ricercatore Universitario –
SSD L-FIL-LET/04 – Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA Prot. n. 47852
Titolo VII/I
IL RETTORE
VISTO il T.U. delle leggi sull’Istruzione Superiore, approvato con R.D. 31.08.1933, n.
1592;
VISTA la legge n. 168/89;
VISTA la Legge 03.07.1998, n. 210;
VISTA la legge 13.10.1999, n. 370;
VISTO il D.P.R. 23.03.2000, n. 117;
VISTA la legge 16.1.2006, n.18;
VISTO il D.L.vo 6.4.2006, 164;
VISTO il D.L. 4.7.2006, n. 223;
VISTO il D.R. n. 2156-2007 del 16.10.2007 il cui avviso è stato pubblicato sulla G.U. –
IV^ Serie speciale n. 85 del 26.10.2007 con cui sono state indette le procedure di
valutazione comparativa per la copertura di n. 3 posti di ricercatore universitario;
VISTO il D.R. n. 1473-2008 del 15.7.2008 pubblicato nella G.U. – IV^ serie speciale n. 59
del 29.7.2008, con il quale è stata costituita, tra le altre, la Commissione giudicatrice della
procedura di valutazione comparativa per la copertura di n. 1 posto di ricercatore
universitario di ruolo per il Settore Scientifico Disciplinare L-FIL-LET/04 – LINGUA E
LETTERATURA LATINA - presso la Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA;
ACCERTATA la regolarità formale degli atti costituiti dai verbali delle singole riunioni, dei
quali costituiscono parte integrante i giudizi individuali e collegiali espressi su ciascun
candidato, nonché dalla relazione riassuntiva dei lavori svolti;
DECRETA
Sono approvati gli atti della Commissione giudicatrice della procedura di valutazione
comparativa per la copertura di n. 1 posto di Ricercatore Universitario di ruolo Settore
Scientifico-Disciplinare L-FIL-LET/04 – LINGUA E LETTERATURA LATINA - presso la
Facoltà di LETTERE E FILOSOFIA di questo Ateneo.
E’ dichiarata vincitrice la candidata: Dott. BONADEO ALESSIA.
Pavia, 10.11.2008
IL RETTORE
Angiolino STELLA
F.to RAMPA
GR/SP/PM
1
PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA PER LA COPERTURA DI N. 1
POSTO DI RICERCATORE UNIVERSITARIO PER IL SETTORE SCIENTIFICO
DISCIPLINARE L-FIL-LET/04, FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA, UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI PAVIA, INDETTA CON D.R. N. 2156-2007 DEL 16.10.2007 IL CUI
AVVISO E' STATO PUBBLICATO SULLA G.U. N. 85 DEL 26.10.2007.
RELAZIONE FINALE
Il giorno 25.10.2008 alle ore 9 si riunisce presso il Dipartimento di Scienze
dell’Antichità, pal. S. Tommaso, piazza del Lino, 2, dell’Università di Pavia, la
Commissione giudicatrice della suddetta valutazione comparativa, nelle persone di:
Prof. Loriano Zurli
Prof. Giuseppina Allegri
Dott. Grazia Maria Masselli
per redigere la seguente relazione finale.
La Commissione ha tenuto complessivamente n. 7 riunioni iniziando i lavori il giorno
2.9.2008 e concludendoli il giorno 24.10.2008.
Nella prima riunione del 2.9.2008 la Commissione ha immediatamente provveduto alla
nomina del Presidente nella persona del Prof. Loriano Zurli e del Segretario nella persona
della Dott. Grazia Maria Masselli.
La Commissione, ha rilevato che tra i suoi componenti non sussisteva nessuna causa
di astensione prevista dall’ art. 51 del Codice di Procedura Civile.
Ognuno dei componenti ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità
entro il 4° grado incluso con gli altri commissari (art. 5 comma 2 D.Lgs 7/5/1948, n. 1172).
La Commissione ha quindi preso visione del Bando e ha stabilito i criteri di massima
per procedere alla valutazione comparativa.
La Commissione, nel valutare il curriculum, i titoli e le pubblicazioni scientifiche dei
candidati, ha preso in considerazione i seguenti criteri:
a) originalità ed innovatività della produzione scientifica e rigore metodologico;
b) apporto individuale del candidato analiticamente determinato nei lavori in collaborazione
(per enucleare l’apporto individuale del candidato, la Commissione ha tenuto conto dei
seguenti criteri specificati nel primo verbale e nella valutazione dei lavori in collaborazione
effettuata nella seconda seduta: ordine dei nomi: guida, estensore, coordinatore; coerenza
con il resto dell’attività scientifica; notorietà di cui gode il candidato nel mondo
accademico);
c) congruenza dell' attività del candidato con le discipline ricomprese nel settore scientifico
disciplinare per il quale è bandita la procedura ovvero con tematiche interdisciplinari che le
comprendano;
d) rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione
all’interno della comunità scientifica;
e) continuità temporale della produzione scientifica anche in relazione alla evoluzione delle
conoscenze nello specifico settore disciplinare.
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f) rinomanza nel settore scientifico-disciplinare stabilita anche sulla base di inviti ufficiali a
presentare relazioni sia su riviste che a congressi internazionali;
g) rilevanza dei premi e dei riconoscimenti conseguiti in relazione all’attività scientifica.
A tal fine ha fatto ricorso, ove possibile, a parametri riconosciuti in ambito scientifico
internazionale.
Hanno costituito in ogni caso titoli da valutare specificatamente nella valutazione
comparativa:
a) l’attività didattica svolta anche all'estero;
b) i servizi prestati negli Atenei e negli Enti di ricerca italiani e stranieri;
c) l’attività di ricerca, comunque svolta, presso soggetti pubblici e privati italiani e stranieri;
d) i titoli di dottore di ricerca, la fruizione di borse di studio finalizzate ad attività di ricerca;
e) il servizio prestato nei periodi di distacco presso i soggetti di cui all'art.3 comma 2, del
decreto legislativo 27/07/1999 n.297;
f) l’organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca;
g) il coordinamento di iniziative in campo didattico e scientifico svolte in ambito nazionale
ed internazionale.
In base ai seguenti criteri: insegnamenti tenuti per titolarità rispetto alla didattica
integrativa, congruenza con le discipline ricomprese nel settore per il quale e' bandita la
procedura, soggiorno all'estero presso qualificate istituzioni, attività di ricerca svolta
all'estero e suffragata da pubblicazioni.
Sono stati valutati come titoli preferenziali il dottorato di ricerca e le attività svolte in qualità
di assegnista e contrattista ai sensi dell’art. 51, comma 6, della legge 27 Dicembre 1997,
n. 449, di borsista post-dottorato ai sensi della legge 30 Novembre 1989, n. 398, nonché di
contrattista ai sensi della legge 230/2005 – comma 14.
Dopo la valutazione dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche, i candidati hanno
sostenuto una prima prova scritta consistente nella trattazione di aspetti generali del
settore scientifico disciplinare L-FIL-LET/04 – Lingua e letteratura latina.
La Commissione per valutare tale prova ha tenuto conto dell’aderenza dell’elaborato alla
traccia; della completezza descrittiva, in quanto un’eventuale incompletezza o
approssimazione avrebbe potuto essere causa di negativa valutazione dell’elaborato. Ha
inoltre considerato essenziali il rigore di esposizione, la capacità di sintesi e la chiarezza di
esposizione.
I candidati hanno sostenuto una seconda prova scritta avente ad oggetto uno (o più)
specifici aspetti dello stesso settore scientifico disciplinare.
La Commissione per valutare tale prova ha tenuto conto degli stessi criteri previsti per la
prima prova.
I candidati hanno sostenuto una prova orale pubblica vertente sulla discussione di
aspetti generali e specifici del settore disciplinare, tramite estrazione a sorte di quesiti
individuati per ogni candidato prima dell’inizio della prova orale, sulla discussione delle
prove scritte e degli eventuali titoli.
La Commissione ha tenuto conto per la valutazione della chiarezza di esposizione, dei
gradi di conoscenza della materia oggetto d’esame, del grado di padronanza delle
tematiche di ricerca oggetto degli eventuali titoli scientifici.
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Ai sensi del bando i candidati potevano presentare un numero massimo di 10
pubblicazioni
Dopo aver individuato i criteri di massima, la Commissione ha preso visione dell’elenco
dei candidati compresi nell’elenco fornito dall’Amministrazione (All. 1 Verb. 1)
Ognuno dei componenti ha dichiarato di non avere relazioni di parentela ed affinità
entro il 4° grado incluso con i candidati (Art. 5, comma 2, D.L.G.S. 07/05/1948, n. 1172) e
che non sussistevano le cause di astensione di cui all’art. 51 del Codice di Procedura
Civile.
E' stato quindi fissato il calendario delle prove come segue:
Prima prova scritta:
Seconda prova scritta
Prova orale:
giorno: giovedì 23 ottobre
giorno: giovedì 23 ottobre
giorno: venerdì 24 ottobre
ora 9
ora 14
ora 15
Nella seduta del 23.9.2008 alle ore 9 la Commissione, ha accertato che i criteri
generali fissati nella precedente riunione sono stati resi pubblici per almeno sette giorni
presso l'Albo Rettorale e l'Albo della Facoltà che ha richiesto il posto.
La Commissione, presa visione dell’elenco dei candidati al concorso trasmesso
dall’Amministrazione, delle pubblicazioni effettivamente inviate, delle esclusioni operate
dagli uffici e delle rinunce pervenute, ha deciso che i candidati da valutare ai fini del
concorso erano n. 8, e precisamente:
1.Marilena Abbatepaolo
2. Federico Biddau
3. Alessia Bonadeo
4. Pierpaolo Campana
5. Daniela Galli
6. Yorick Gomez Gane
7. Alessandra Pellin
8. Maria Lucia Sancassano
Per la valutazione delle pubblicazioni e dei titoli di ciascun candidato la Commissione
ha tenuto conto dei criteri indicati nella seduta preliminare del 2.9.2008.
Al termine della disamina ciascun componente ha provveduto, caso per caso, alla
valutazione della documentazione presentata dai candidati e ha formulato il proprio
giudizio.
Verificato che i singoli membri avevano concluso le fasi attinenti alla formulazione dei
giudizi individuali (all. B verb. 2), la Commissione ha preso atto di questi ultimi e li ha uniti
al verbale n. 2 come parte integrante dello stesso.
Si è quindi passati alla fase successiva riguardante l’esame e la valutazione collegiale
dei titoli e delle pubblicazioni presentati da ciascun candidato (all. C verb.2)
Nella seduta del 23.10.2008 alle ore 8,30 la Commissione, presente al completo, ha
predisposto per la prima prova scritta tre temi ed è stato sorteggiato il tema n. 2 di cui al
verbale n. 3.
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Sono risultati presenti i seguenti candidati:
BONADEO Alessia
GALLI Daniela
GOMEZ GANE Yorick
PELLIN Alessandra
Sono risultati assenti i seguenti candidati: ABBATEPAOLO Marilena, BIDDAU Federico,
CAMPANA Pierpaolo, SANCASSANO Maria Lucia Teresa.
Nella seduta del 23.10.2008 alle ore 13,30 la Commissione, presente al completo, ha
predisposto per la seconda prova scritta tre temi ed è stato sorteggiato il tema n. 1 di cui al
verbale n. 4.
Sono risultati assenti i seguenti candidati: GALLI Daniela.
Nella seduta del 23.10.2008 alle ore 18 la Commissione ha provveduto alla riunione
degli elaborati.
All’operazione hanno assistito i candidati BONADEO Alessia, PELLIN Alessandra e
GOMEZ GANE Yorick, che hanno partecipato alle prove scritte.
Nella seduta del 24.10.2008 alle ore 9 la Commissione si è riunita per procedere alla
valutazione degli elaborati scritti.
Esaminati gli elaborati, ogni commissario ha formulato per ognuno di essi un giudizio
individuale (all. n. 1, verb. 6) ed in seguito la Commissione ha espresso sugli stessi un
giudizio collegiale (all. n. 2, verb. 6).
Al termine delle operazioni relative alla formulazione dei giudizi individuali e collegiali,
vengono aperte le buste contenenti i nomi dei candidati, i quali sono abbinati agli elaborati
ed ai relativi giudizi individuali e collegiali:
- busta contrassegnata con la lettera A: candidato GOMEZ GANE Yorick
- busta contrassegnata con la lettera B: candidato BONADEO Alessia
- busta contrassegnata con la lettera C: candidato PELLIN Alessandra.
I testi di entrambe le prove sono stati allegati al verbale n. 6 e ne costituiscono parte
integrante.
Nella seduta del 24.10.2008 alle ore 14,30 la Commissione si è riunita per
l’espletamento della prova orale pubblica.
Al termine della prova di ogni candidato ciascun commissario ha espresso il proprio
giudizio che sono stati allegati al verbale n. 7
Al termine delle prove di tutti i candidati la Commissione ha espresso quelli collegiali
che sono stati allegati al verbale n. 7.
Infine, la Commissione ha provveduto alla valutazione comparativa dei candidati,
esprimendo i seguenti giudizi complessivi, dati dalla comparazione dei giudizi individuali e
collegiali espressi sui candidati in tutte le fasi della procedura di valutazione:
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CANDIDATO BONADEO Alessia
Giudizio: La produzione scientifica della dott.ssa Alessia Bonadeo appare frutto di
eccellente institutio che le permette di spaziare dagli aspetti tecnico-scientifici della cultura
antica, sia greca che latina, a quelli più squisitamente letterari della cultura classica, nel
suo complesso, e della loro fortuna nelle letterature moderne. Questa materia è
approfondita ed indagata con acribia e raffinatezza nell’ambito dei due filoni tematici
dell’eco e dell’arcobaleno, vagliati secondo parametri scientificamente validi ed
esteticamente accattivanti. In entrambe le monografie e nei saggi prodotti, la candidata
dimostra di possedere ed utilizzare proficuamente affinati strumenti d’indagine, dando
prova di padronanza di conoscenze metriche, linguistiche, stilistico-retoriche,
narratologiche, che le consentono di approdare a proposte esegetiche convincenti ed
originali. Rilevanti i suoi titoli accademici e le attività didattiche a livello universitario, che la
Commissione ha valutato in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del
2.9.2008. In ragione dell’eccellente qualità della sua produzione scientifica, come anche
dell’attività didattica svolta, la candidata risulta essere pienamente matura per la ricerca
universitaria. Eccellente la trattazione dell’argomento proposto nella prima prova scritta: la
costruzione retorica dell’homo mixtus è scomposta nei suoi elementi strutturali e
analizzata in relazione alle linee programmatiche del genere storiografico che se ne
appropria. E soddisfacente è l’esegesi del testo oraziano nella seconda prova scritta, non
meno del commento letterario sui topoi diatribici collegati al propempticon. In sede orale,
la candidata discute con notevole competenza letteraria il primo dei quesiti sorteggiati
(l’epigramma latino: il genere e i principali autori) e dimostra di possedere solidi requisiti
nel rispondere alla domanda inerente la critica testuale e i suoi principi (archetipo:
definizione). La discussione degli elaborati conferma pienamente le qualità già messe in
luce.
CANDIDATO GOMEZ GANE Yorick
Giudizio: Gli studi scientifici del dott. Yorick Gomez Gane sono in parte ispirati alla
curiositas di conoscere e far apprezzare cose e fatti inediti relativi a personalità illustri,
come quelle di Ettore Paratore e di Giorgio Pasquali, tra notizie bibliografiche ed incursioni
nella corrispondenza privata; altri invece attengono alla sopravvivenza odierna del latino e
concernono la silloge di documenti pontifici inerenti il latino, con testi da papa Giovanni
XXIII a Papa Giovanni Paolo II: studi – questi ultimi – indubbiamente interessanti ed
encomiabili, ma non del tutto pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/04, per
il quale concorre. Meritano invece attenzione – per le proposte interpretative, la capacità di
analisi critica e una discreta competenza nel campo della storia della lingua latina – il
lavoro su un procedimento imitativo in Virgilio (in relazione all’inno omerico ad Apollo); la
sua scelta testuale in Virgilio ecl. 3, 26; la proposta di conservazione di luogo di
epigrammata Bobiensia, così come trasmesso; ed anche la sua analisi etimologica,
onomastica e storico-linguistica del tilacino e dell’ittionimo lupus. Il candidato, i cui titoli la
Commissione ha valutato in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del
2.9.2008, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia greca e latina presso l’Università
di Roma “La Sapienza”. Nella prima prova, dimostra buona conoscenza della storiografia
latina in genere, ma non affronta sistematicamente il tema proposto del ritratto
paradossale e non ne coglie gli sviluppi nell’ambito del genere letterario specifico. Quanto
alla seconda prova scritta, l’interpretazione del testo proposto è complessivamente buona,
anche se qua e là affiora qualche incomprensione; il commento, invece, si fa apprezzare
per alcune buone annotazioni di carattere filologico. In sede orale, ha discusso gli
argomenti sorteggiati (le satire di Persio; recensio: tradizione diretta e tradizione indiretta)
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mettendo in luce una buona preparazione di base, particolarmente sul versante della
critica del testo.
CANDIDATO PELLIN Alessandra
Giudizio: Gli interessi scientifici della dott.ssa Alessandra Pellin vertono sull’epillio
ellenistico greco ed in particolare sui miti di Diomede e di Telefo desumibili dai frammenti
adespoti dell’Epyllium Telephi e dell’Epyllium Diomedis. A pubblicazione in Atti di
Convegno, concernente l’Epyllium Diomedis, ella affianca pubblicazione on line di una
voce in Wikipedia 2006 sul modello materno di Calliroe nella mitologia greca. Ne emerge
una propensione all’analisi intertestuale, che spazia dalla letteratura greca arcaica e
classica fino a quella ellenistica, ed una buona attitudine al commento perpetuo dei testi
frammentari esaminati, con sporadiche incursioni nelle discipline del settore L-FIL-LET/04,
per il quale concorre. La Commissione ha valutato positivamente i titoli prodotti dalla
candidata in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del 2.9.2008. Nella
prima prova scritta, dedica ampio sviluppo alla trattazione del genere storiografico latino, e
invece uno spazio ridotto all’esame del ritratto paradossale secondo che proponeva la
traccia. Nella seconda prova scritta, incorre in alcune sviste interpretative dell’ode
oraziana; più precise, al contrario, certe annotazioni nel commento. In sede orale, la
candidata ha dimostrato però una buona preparazione letteraria, in ambito sia greco che
latino, ed ha discusso a dovere il quesito sorteggiato di critica testuale.
Al termine, la Commissione, dopo ponderata valutazione comparativa, sulla base
dei giudizi complessivi relativi a ciascun candidato, all’unanimità indica il CANDIDATO
Alessia BONADEO VINCITORE della procedura di valutazione comparativa per la
copertura di n. 1 posto di Ricercatore universitario per il settore scientifico disciplinare LFIL-LET/04, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Pavia, indetta con D.R.
n. 2156-2007 del 16.10.2007 Il cui avviso è stato pubblicato sulla G.U. n. 85 del
26.10.2007.
La Commissione con la presente relazione finale dichiara conclusi i lavori e raccoglie
tutti gli atti concorsuali in un plico che viene chiuso e sigillato con l’apposizione delle firme
di tutti i commissari sui lembi di chiusura.
Il plico, contenente duplice copia dei verbali delle singole riunioni, dei quali
costituiscono parte integrante i giudizi individuali e collegiali espressi su ciascun candidato
e duplice copia della relazione finale dei lavori svolti, nonché un CD contenente tutti gli atti
sopraindicati, viene consegnato dal Presidente al Responsabile del procedimento, il quale
provvederà a disporre la pubblicazione degli stessi per via telematica presso il sito
dell’Università.
La seduta è tolta alle ore 12.
Il presente verbale viene redatto, letto e sottoscritto seduta stante.
Pavia, 25.10.2008
LA COMMISSIONE
Prof. Loriano Zurli
Prof. Giuseppina Allegri
Dott. Grazia Maria Masselli
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GIUDIZI INDIVIDUALI SUI TITOLI E PUBBLICAZIONI
Prof. Loriano Zurli
ALESSANDRA PELLIN
La dott. ssa Alessandra Pellin appare vivacemente inserita nelle attività culturali del
proprio Ateneo (Venezia), come si può evincere dalla partecipazione a convegni ivi
organizzati e dalla sua gestione di progetti di ricerca in qualità di tecnico amministrativo.
Frequenta i corsi di dottorato in italianistica e filologia classico-medievale. Dichiara di
conoscere numerose lingue moderne. I suoi interessi scientifici vertono essenzialmente
sull’epillio ellenistico greco ed in particolare sui frammenti adespoti dell’Epyllium Telephi e
dell’Epyllium Diomedis. A pubblicazione in Atti di Convegno, concernente l’Epyllium
Diomedis, ella affianca pubblicazione on line di una voce in Wikipedia 2006 sul modello
materno di Calliroe nella mitologia greca. Ne emerge una propensione all’analisi
intertestuale, che spazia dalla letteratura greca arcaica e classica fino a quella ellenistica
(in particolare ps. Teocrito, Callimaco e Nicandro), ed una attitudine al commentario
perpetuo dei testi frammentari esaminati, per i quali vengono considerate anche questioni
di cronologia mitografica, di identificazione di personaggi mitici, di versioni mitologiche
erudite e poco note (ad es. la prole di Diomede), di lingua e di stile, non meno che di
genere. La sua produzione scientifica ha, chiaramente, scarsa attinenza con le
conoscenze richieste dal bando di concorso.
ALESSIA BONADEO
La produzione scientifica della dott.ssa Alessia Bonadeo (due volumi, la curatela di
un volume miscellaneo e vari articoli e recensioni) è frutto di eccellente institutio e spazia
dagli aspetti culturali tecnico-scientifici (come la fisica e la geometria) agli aspetti più
squisitamente letterari della cultura classica e della sua fortuna nelle letterature moderne,
in particolare in Dante. Tutta la materia è approfondita ed indagata con acribia e
raffinatezza nell’ambito dei due filoni tematici dell’eco e dell’arcobaleno, vagliati secondo
parametri scientificamente validi ed esteticamente accattivanti. Nella accurata monografia
concernente l’eco, che ha ottenuto lusinghiere recensioni (non meno dell’altra), risulta
assai sagace ed originale la lettura dell’episodio di Eco e Narciso nelle Metamorfosi
ovidiane. Dall’esperienza maturata in questa doviziosa monografia, ed in particolare dallo
studio dall’allitterazione ecoica virgiliana ivi approfondito, scaturiscono un interessante
intervento nell’ambito di importante convegno internazionale, ove viene esaminata l’eco
come imago vocis ed icona intertestuale, con ampia e persuasiva gamma di citabili (da
Plauto a Pentadio); ed un dotto articolo sulle trasposizioni letterarie del planctus. La
tematica dell’iride è parimenti affrontata sia in monografia specifica che in (alcuni) articoli
collegati. In questa monografia, ricca e complessa, si affianca al fenomeno naturale il
personaggio mitologico di Iride nella tradizione letteraria greco-latina: mediante raffinate
motivazioni linguistiche la candidata giunge infatti a saldarvi arcobaleno naturale e Iridepersonaggio ed entrambi i soggetti vi sono poi esaminati con l’apporto di diversificate
competenze metodologiche. Degno di nota è il valore negativo assegnato a tale fenomeno
nell’antichità classica, al contrario del suo valore topico nel pensiero occidentale moderno,
discendente da matrice giudaico-cristiana. Nel contributo su Iride, l’arcobaleno e il
serpente, la medesima tematica viene letta in chiave antropologica con riferimento ad
alcune storie di iniziazione (Tiresia, Edipo, Telefo); dal momento che la dea Iride presiede
al ‘passaggio’, la sua presenza in passi di Virgilio, Teocrito e Seneca risulta del tutto
pertinente sulla base dell’originale esegesi della candidata, la quale recupera, d’altro lato,
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il background antropologico di Verg. Aen. 5, 84-89, ove l’arcobaleno è appunto assimilato
ad un serpente. Tra i contributi più recenti si segnala l’informato lavoro sui classici nella
paideia di P. Papinio secondo Stat. Silv. 5, 3. Insomma, la Bonadeo in entrambe le
monografie e nei saggi dimostra di possedere ed utilizzare proficuamente affinati strumenti
d’indagine, come le categorie di genere, di intertestualità, di Quellenforschung, dando
peraltro prova di piena padronanza di conoscenze metriche (specie per quanto attiene al
verso ecoico), linguistiche (particolarmente significativo in proposito l’articolo sul lessema
punctum), stilistico-retoriche (specie per la figura della reflexio), narratologiche. Sicché la
candidata, forte dei propri mezzi interpretativi, approda frequentemente a proposte
esegetiche personali ed originali. Puntuale infine anche l’attività di recensione per
prestigiose riviste internazionali, nella quale la candidata dà prova di saper cogliere e
valutare non solo gli aspetti salienti del lavoro recensito ma anche le chiavi interpretative e
metodologiche adottate dai singoli autori. Tra i titoli accademici e le attività didattiche a
livello universitario, la candidata annovera il titolo di dottore di ricerca, la fruizione di una
borsa di perfezionamento, il titolo di cultore di lingua e letteratura latina, la collaborazione
ad un progetto di tutorato in letteratura latina, la titolarità di un contratto didattico
integrativo di lettorato di latino e l’affidamento per contratto dell’insegnamento di lettorato
di latino. In ragione dell’eccellente qualità della sua produzione scientifica e dell’attività
didattica la Bonadeo risulta quindi essere pienamente matura per la ricerca universitaria.
DANIELA GALLI
La dott. ssa Daniela Galli ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso
l’Università di Pisa. Il suo principale oggetto di indagine è costituito dagli Argonautica di
Valerio Flacco, cui dedica alcuni articoli ed un commento al I libro. Nel commento è
particolarmente degno d’attenzione l’accurato esame delle fonti e della scoliastica della
spedizione argonautica ed il rapporto intertestuale di questo I libro del poema di Valerio
Flacco con il I libro dell’Eneide virgiliana, specie per quanto attiene alla struttura narrativa,
come anche con la tragedia senecana e con altri auctores, in rapporto ai quali emerge la
peculiarità della tecnica allusiva di Valerio, qui indagata con buona capacità analitica. Per
gli aspetti caratterizzanti, cui s’è fatto cenno, il commento si distingue dagli altri due recenti
di Spaltenstein 2002 e Kleywegt 2005 e merita, anzi, di affiancarli. Il tema della struttura
del I libro degli Argonautica di Valerio Flacco è anticipato in un articolo in “Maia” 2005,
dove si conduce un serrato confronto fra gli episodi di questo libro e quelli paralleli del I
libro dell’Eneide, evidenziando affinità che – come sottolinea spesso l’autrice – finora non
sono state tutte adeguatamente rilevate. Ammesso infatti – c’è da dire – che certi rapporti
intertestuali individuati dalla studiosa non siano del tutto convincenti (ed è forse per questo
che presso gli studiosi dell’autore flavio non se ne trova traccia), altri, al contrario,
conducono a proposte esegetiche nuove e pienamente condivisibili. Condivisibile è, ad
es., nell’articolo dedicato al tema della figura di Pelia in Valerio Flacco, letta attraverso
modelli di intertestualità, l’interpretazione del termine metus tramite opportuni rinvii alle
tragedie di Seneca (interpretazione peraltro già espressa in “Aevum(ant)” 2002 nel
contesto dell’esegesi del contrasto Pelia-Giasone, mediato dal filtro del Thyestes di
Seneca); e nuova e fine è, d’altro canto, l’interpretazione del sintagma tortum non a Iove
fulmen nel contesto della citazione (degli episodi) di Nauplio ed Oileo in stretta
successione (ma anche a questa esegesi la Galli approda per il tramite del rapporto
intertestuale di Valerio con la tragedia senecana). Il tema delle fonti di Valerio Flacco viene
anticipato in “Giornale Italiano di Filologia” 2005, dove figura una puntuale rassegna di
fonti mitografiche da lui utilizzate per ogni aspetto o scheggia del mito argonautico
discostantesi dal Vorbild (Apollonio Rodio, naturalmente). In conclusione, seppure la
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produzione della candidata ruoti sostanzialmente attorno al primo libro del poema epico
flavio – per cui è auspicabile che voglia appuntarsi in futuro su più estesi ambiti di ricerca –
, la sua buona attitudine allo studio letterario con approccio intertestuale è fuori
discussione.
FEDERICO BIDDAU
Il dott. Federico Biddau, formatosi presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ha
pubblicato una nota (di buona fattura) su Properzio 3,2,1-2, ove propone una analisi
inedita ed accattivante della struttura dell’elegia ed una interpretazione del distico iniziale
che ne conferma la collocazione nei testimoni manoscritti più autorevoli. Acuta peraltro
l’interpretazione della semantica di alcuni lessemi. Un interesse scientifico di maggior
impegno riguarda il grammatico Quinto Terenzio Scauro, del cui De orthographia il
candidato cura l’edizione critica con traduzione e commento (non ancora apparsa
all’epoca del bando), preceduta da studi su questione antiquaria e sui frammenti di Lucilio
tramandati dal grammaticus, ove dimostra competenza in ambito letterario e
grammaticale, e buona institutio critico-testuale.
MARIA LUCIA SANCASSANO
Gli interessi scientifici della dott.ssa Maria Lucia Sancassano si muovono
nell’ambito dell’antichità classica (particolarmente, per non dire quasi esclusivamente,
greca) e cristiana e si concentrano prevalentemente intorno alla tematica del serpente,
che viene trattata in alcuni articoli e in un volume, dedicato al motivo del serpente nella
poesia greca dall’Iliade all’Orestea di Eschilo. Questo tema è investigato a partire da una
puntuale analisi lessicale (già anticipata e sviluppata in “Athenaeum” 1996), che approda a
seducenti deduzioni circa la sua funzione letteraria e il suo sfaccettato valore simbolico in
Grecia, incentrate su un catalogo ragionato di passi poetici. Il libro prende avvio dai passi
iliadici concernenti il serpente, che compare all’interno di similitudini sapientemente
vagliate. Ne emerge subito una connessione fra il serpente e la morte, valore simbolico
diffuso fra numerosi popoli ed anche in Grecia, cui si aggiungono le valenze della vendetta
e dell’autoctonia (in Omero), della paura e della violenza (in Esiodo), della vita, della
continuità della stirpe e della slealtà (nei lirici). Dalla constatazione che te/raj è termine
tecnico del lessico oracolare ed epiteto dell’animale muovono interessanti riflessioni sul
collegamento del serpente all’ambito prodigiale sia in Omero che nella lirica, sebbene
venga forse sottovalutata l’esegesi scoliastica del prodigio dell’Aulide, in favore di altri
archetipi religiosi e della (peraltro convincente) relazione fra i volatili e la progenie di
Priamo. Da notare la capacità della candidata di spaziare in numerosi settori: la favolistica
assira, la mitologia sumero-accadica, urrita-ittita, babilonese ed egizia. Non vengono
fornite spiegazioni personali di aspetti filologicamente controversi dei testi presi in esame:
per quanto attiene, ad es., a Esiod. Theog. 319 h(ì de/, la Sancassano si limita a riferire le
due posizioni della critica, senza accorgersi che thìn me/n del v. 316 fa propendere
nettamente per un riferimento all’Idra di Lerna. Quanto all’agg. poiki/loj che spesso si
accompagna al serpente, si fornisce di volta in volta l’ampia gamma semantica. Sono
convincenti l’esegesi dei serpenti come reificazione dell’ira di Era, che dalla I Nemea di
Pindaro giunge sino a Virgilio (episodi di Amata e Laocoonte), e l’identificazione fra
Neottolemo e il serpente in Pind. Ol. VIII, ripresa da Virgilio, non meno che la relazione
10
stabilita fra Teognide ed Esopo (82). Fine l’interpretazione di canqoderkh/j, attributo del
serpente in Bacchilide, non meno che il collegamento del suo IX epinicio con il prodigio
dell’Aulide iliadico e con Stazio; ma meno condivisibile è il collegamento dei monili
serpentiformi di Agesicora in Alcmane con quelli dello Ione euripideo. A fronte dei
numerosi spunti buoni – ora sottolineati – si fatica a cogliere nella monografia un disegno
organico di fondo; il che dipende, in parte, dalla varietà dei valori del serpente nei vari
passi esaminati. In articolo la candidata si occupa anche della storia ermeneutica del
medesimo motivo in età moderna, dimostrando di muoversi con disinvoltura nell’ambito
della produzione in materia dei secoli XVII-XX. In conclusione, la produzione della
candidata, che conta anche un’edizione italiana di opera neotestamentaria in tedesco e
numerose recensioni, si mostra incline ad una ricerca di taglio antropologico-letterario più
attinente al settore scientifico-disciplinare della lingua e letteratura greca che non a quello
della lingua e letteratura latina. La medesima ha conseguito il dottorato tedesco (Dr. Phil.)
di Filologia classica e dimostra piena padronanza del tedesco, avendo curato la traduzione
italiana di opere specialistiche anche d’interesse classico in lingua tedesca.
MARILENA ABBATEPAOLO
La produzione della dott.ssa Marilena Abbatepaolo annovera alcuni articoli in riviste
italiane, una nota, una piana cronaca di convegno, recensioni varie ed una rassegna di
fonti e studi, concernenti l’età tardoantica ed in particolare i dittici eburnei. Da notare,
nell’articolo dedicato al dittico di Stilicone nel Duomo di Monza, un’ampia descrizione
dell’iconografia ed una pertinente contestualizzazione storica del prodotto artistico,
quantunque i citabili letterari, in particolare Claudiano, sembrino fornire elementi di
conforto all’esegesi alternativa proposta da altri (le citazioni da Claudiano confortano
l’allusione a Stilicone/Marte e, di conseguenza, a Serena/Venere), che non a quella
dell’autrice (a suo giudizio la figura femminile rappresentata nel dittico sarebbe
Serena/Speranza). Utile, in ogni caso, l’indagine su Speranza nella Laus Serenae, cui si fa
solo cenno (per altra questione). La rassegna generale di fonti e studi sui Diptycha
eburnea dei secc. IV-VI risulta accurata ed informata: di maggior pregio ed utilità le sezioni
bibliografiche che non, forse, i testimonia sulle occorrenze dei termini greci e latini
designanti il dittico. Interessante la nota ad un passo delle epistole di Ruricio di Limoges,
donde emerge, però, un metodo di critica testuale da affinare ulteriormente, specie per
quanto attiene la ricostruzione del presunto errore. Pare infatti necessaria una più
puntuale spiegazione della formulazione della lezione manoscritta marinis, che dà luogo
(certo non casualmente) alla figura retorica dell’antitesi a terrenis. E c’è da dire inoltre che,
fra le testimonianze addotte a sostegno dell’emendamento mannis (già proposto da altri),
non figurano attestazioni del termine manna al plurale. Condivisibile, comunque,
l’interpretazione complessiva del passo (anche se rimane ancora sub iudice il significato di
legumina marina). La cronaca di Convegno riassume con chiarezza i vari interventi. La
produzione ancora ‘in itinere’ della candidata non consente di delineare un profilo
scientifico della studiosa, che dimostra tuttavia una discreta attitudine alla ricerca.
PIERPAOLO CAMPANA
Il dott. Pierpaolo Campana ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filologia
latina presso l’Università di Parma e goduto di borsa di studio presso il Dipartimento di
Filologia classica dell’Università di Pisa. Nella sua produzione scientifica si segnala
l’edizione critica con introduzione, traduzione e commento della decima satira di
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Giovenale, arricchita da un’aggiornata bibliografia. Il fecondo approccio letterario messo in
atto dal candidato consiste nella rivisitazione – rispetto alla critica tradizionale – delle
forme di indignatio di cui si fa portatore Giovenale, ma rilevanti sono anche le tracce (ivi
documentate) di una dipendenza del poeta satirico dalla riflessione filosofica di Seneca;
buone e interessanti le notazioni intorno alla tecnica compositiva. Buone anche l’analisi di
Petron. 95,1-5, di cui sono affrontati i problemi di critica testuale; le considerazioni circa il
testo e il ‘Vorbild’ di Petron. 131, 8, 6-8 e due note, sempre di critica testuale, relative ad
altrettanti luoghi di Stazio Silvae, l. V. Il candidato vi manifesta una chiara attitudine alla
ricerca filologica, che si auspica possa estendersi in séguito a più vasti ambiti d’indagine.
YORICK GOMEZ GANE
Gli studi scientifici del dott. Yorick Gomez Gane, che ha conseguito il dottorato di
ricerca presso L’Università di Roma “La Sapienza”, sono in parte ispirati alla curiositas di
conoscere e far apprezzare cose e fatti inediti relativi a personalità illustri, come quelle di
Ettore Paratore e di Giorgio Pasquali. Altri invece attengono alla sopravvivenza odierna
del latino e concernono la silloge di documenti pontifici inerenti il latino, con testi da papa
Giovanni XXIII a Papa Giovanni Paolo II: studi – questi ultimi – indubbiamente interessanti
ed encomiabili, ma forse non del tutto pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-FILLET/04, per il quale concorre, come anche al profilo dello studioso tratteggiato nel relativo
bando di concorso. Meritano invece attenzione – per le proposte interpretative, la capacità
di analisi critica e una discreta competenza nel campo della storia della lingua latina – il
lavoro su un procedimento imitativo in Virgilio (in relazione all’inno omerico ad Apollo); la
sua scelta testuale in Virgilio ecl. 3, 26; la proposta di conservazione di luogo di
epigrammata Bobiensia, così come trasmesso; ed anche la sua analisi etimologica,
onomastica e storico-linguistica del tilacino e dell’ittionimo lupus.
Prof.ssa Giuseppina Allegri
MARILENA ABBATEPAOLO
La candidata presenta articoli pubblicati in riviste italiane: Il "Dittico di Stilicone" nel
Duomo di Monza, InvLuc 27, 2005, 11-23, ampia analisi artistico-stilistica del dittico, che
porta ad una datazione agli inizi del V sec.; Il dittico eburneo «del Poeta e della Musa»
conservato nel Duomo di Monza, AFLB 45, 2002, 199-225, un’analisi storico-artistica e
un’interpretazione del dittico “del Poeta e della Musa”, che porta all’identificazione del
personaggio maschile con il poeta Claudiano e del personaggio femminile con la Musa, e
a fissare la datazione agli inizi del V sec. d.C.; La trasformazione dei modelli culturali in età
tardoantica (4.-5. secolo), cronaca riassuntiva del Convegno di studi (Milano, 28-29
ottobre 2004); Nota a Ruricio di Limoges, epist. 2,44 (2004), nota di critica testuale ed
esegetica. Sua è inoltre una Rassegna generale di fonti e studi sui «diptycha eburnea»
della tarda antichità, BStudLat 34,1, 2004, 169-209, che costituisce una bibliografia
ragionata degli studi sui dittici eburnei del IV-V sec. La candidata presenta inoltre varie
recensioni, pubblicate tutte sulla stessa rivista “Invigilata lucernis”. I lavori, accurati e ricchi
di informazione, sono essenzialmente incentrati sulla produzione letteraria, storiografica e
artistica di età tardoantica, in particolare sui dittici eburnei, di cui si propone ampia
descrizione, esegesi iconografica ed esame del loro rapporto con la storia e la letteratura.
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FEDERICO BIDDAU
Il candidato presenta: una nota su Properzio 3,2,1-2 («Redeamus in orbem». Nota a
Properzio 3, 2, 1-2, MD 55, 2005, 185-191), in cui propone una nuova analisi della
struttura dell’elegia e una acuta interpretazione del distico iniziale, da cui verrebbe
conforto alla collocazione attestata dai codici più autorevoli; un lavoro sui frammenti di
Lucilio tramandati da Quinto Terenzio Scauro (I frammenti di Lucilio in Terenzio Scauro,
RFIC 135,2, 2006, 150-158), il grammatico che costituisce altro centro di interesse del
candidato, il quale dà prova, in questo lavoro, di competenze di carattere letterario e
grammaticale. Frutto delle ricerche relative a Terenzio Scauro è anche l’articolo I templi di
Forte Fortuna: un nuovo contributo all’identificazione da Terenzio Scauro, RFIC 134,4,
2005, 443-451. Non si può prendere in considerazione, ai fini della procedura di
valutazione, l’edizione critica, con traduzione e commento, del De ortographia dello stesso
Terenzio Scauro, in quanto è stata pubblicata successivamente alla data di scadenza del
bando. Dalla produzione scientifica esaminata, sebbene esigua, si desume una buona
attitudine alla ricerca filologica.
ALESSIA BONADEO
La candidata presenta due monografie: Mito e natura allo specchio. L’eco nel pensiero
greco e latino, Pisa, Edizioni ETS, 2003, pp. 164 (volume per il quale è stato conferito il
premio letterario “Cesare Angelini, Opera prima”, edizione 2004); Iride: un arco tra mito e
natura, Firenze, Le Monnier, 2004. Presenta inoltre numerosi articoli che si distribuiscono
continuativamente nell’arco temporale che va dal 2000 ad oggi: Irides et arcus. La
formazione dell’arcobaleno nel de Mundo di Apuleio, «RIL» 134, 2000, pp. 429-444; Iride,
l’arcobaleno, il serpente. Rivisitando alcune storie di iniziazione, in Corpi e storia. Donne e
uomini dal mondo antico all’età contemporanea, a cura di N.M Filippini, T. Plebani, A.
Scattigno, Roma, Viella, 2002, pp. 271-282; Il pianto di Eco. Riflessioni sulla presenza
dell’eco in alcune trasposizioni letterarie del planctus, «QUCC» 71, 2002, pp. 133-145; Tra
ripetizione fonica e memoria poetica: l’eco da imago vocis a icona intertestuale, in La
citation dans l’Antiquité, a cura di C. Darbo-Peschanski, Grenoble, Jérôme Million, 2004,
pp. 245-256; Imagines mitiche dall’antichità a Dante, «Maia» 57, 2005, pp. 599-613. Sua è
inoltre una recensione in “Latomus” 66, 2007, pp. 280-283, insieme a una curatela con
Elisa Romano (Dialogando con il passato. Permanenze e innovazioni nella cultura latina di
età flavia, Firenze, Le Monnier, 2007), curatela in cui tuttavia non è definibile l’apporto
individuale della candidata. La rilevante produzione della Bonadeo è dunque incentrata
principalmente sui filoni tematici dell’eco e dell’arcobaleno, che vengono indagati con
raffinatezza e rigore metodologico sia nell’ambito strettamente scientifico sia nella
letteratura del mondo antico. Altri temi di ricerca sono costituiti dalla definizione dell’ente
geometrico minimo (Il punto geometrico in latino: facciamo il punto, in Il latino dei filosofi a
Roma antica, a cura di F. Gasti [= Atti della V Giornata ghisleriana di Filologia classica],
Pavia, Ibis, 2006, pp. 139-170) e dalla poesia latina di età flavia (I classici nella paideia di
P. Papinio (Stat. silv. 5,3), in Dialogando con il passato. Permanenze e innovazioni nella
cultura latina di età flavia, a cura di A. Bonadeo, E. Romano, Firenze, Le Monnier, 2007,
pp. 160-176). La varietà e la complessità dei testi esaminati, da quelli tecnico-scientifici a
quelli più squisitamente letterari, spesso assai tormentati, mettono in evidenza la
eccellente institutio della candidata e la padronanza di competenze metriche, linguistiche,
stilistico-retoriche, narratologiche che le consentono di pervenire a risultati originali e
innovativi. Tra i titoli valutabili ai fini della procedura di valutazione comparativa si
segnalano inoltre rilevanti titoli accademici e la sua attività didattica a livello universitario.
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PIERPAOLO CAMPANA
Il candidato presenta un’edizione critica con traduzione e commento della decima satira
di Giovenale (D. Iunii Iuuenalis Satura X, Firenze Le Monnier, 2004): il libro, che nasce
dalla tesi di dottorato, presenta una introduzione in cui vengono rivisitate la definizione di
‘Giovenale democriteo’e le diverse forme di indignatio; viene messa in evidenza la
dipendenza di Giovenale dalla riflessione filosofica di Seneca, con l’individuazione di
precisi riferimenti al de ira e al de tr. an.; si propongono interessanti osservazioni sulla
tecnica compositiva del poeta satirico. Nell’ampio e puntuale commento, il candidato dà
prova di ottima institutio e manifesta una chiara attitudine alla ricerca filologica. Suoi sono
inoltre alcuni contributi in cui sono affrontati, con originalità e innovatività, problemi di
critica testuale: Petron. 95, 1-5: un locandiere ubriaco?, Philologus 151, 2007, 190-191;
Two notes on Silvae, Book 5, MH 63, 2006, 208-210; Petronio, Satyr. 131, 8, vv. 6-8:
qualche considerazione, Hermes 135, 2007, 113-118.
DANIELA GALLI
La candidata presenta titoli che privilegiano gli Argonautica di Valerio Flacco, in
particolare il primo libro, al quale sono dedicati alcuni articoli e un commento, in cui sono
accuratamente esaminati gli aspetti relativi alla scoliastica, alle fonti e alla struttura, ai
rapporti con il I libro dell’Eneide di Virgilio e con le tragedie di Seneca [Influssi del
Thyestes di Seneca nel libro I degli Argonautica di Valerio Flacco, Aevum(ant) n. s. 2,
2002, 231-242; In margine a Valerii Flacci Argon. 1,370-3, Philologus 148,1, 2004, 183187; Per la struttura degli Argonautica di Valerio Flacco (I): I 1-573, Maia 57,1, 2005, 4149; Modelli di intertestualità. La figura di Pelia in Valerio Flacco (Val. Fl. 1, 22-36),
Philologus 149,2, 2005, 366-371; Le fonti di Valerio Flacco nel libro I degli Argonautica,
GIF 57, 2005, 131-155; In margine a Valerii Flacci Argon. 1,526-7, RhM 149, 2006, 115119; Valerio Flacco (Argon. I) e gli scolii ad Apollonio Rodio: proposte, Hermes 135,1,
2007, 98-104; Valerii Flacci Argonautica I, Commento, Berlin - New York 2007].
L’approccio intertestuale all’indagine letteraria porta la candidata a proporre spunti
esegetici nuovi e convincenti. Si rileva la piena congruenza dell’attività scientifica con le
discipline ricomprese nel settore scientifico-disciplinare per il quale è bandita la procedura,
ma si auspica che l’indagine letteraria si estenda ad un ambito più vasto.
YORICK GOMEZ GANE
Il candidato, che ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia greca e latina presso
l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, presenta: un articolo che tocca problemi di
critica testuale (Virgilio ecl. 3, 26 e CLE 250: uincta o iuncta?, in “Sylloge Barcinonenis” 5,
2005, 81-91); un lavoro sulla presenza dell’inno omerico ad Apollo in Virgilio (An ratio inter
Vergilii Ecl. 6, 66 et Hymnum Hom. ad Ap. 3-4 intercedat, Latinitas 51,2, 2003, 144-147);
la rivisitazione di un luogo di epigrammata Bobiensia, 30 (“Lumina flamma” in
Epigrammate Bobiensi 30, 1, Latinitas 55, 2007, 341-344), per cui propone la
conservazione del testo tràdito; un’analisi etimologica e storico-linguistica dell’ittionimo
lupus (L’ittionimo latino lupus: osservazioni etimologiche e storico-linguistiche, RFIC,
134,3, 2006, 300-321) e del tilacino (I troppi nomi del tilacino, Studi di Lessicografia
Italiana, 22, 2005, 241-260). In questi lavori il candidato perviene a proposte interpretative
degne di attenzione, dimostrando capacità di analisi critica e discreta competenza nella
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storia della lingua latina. Altri contributi, dedicati al carteggio privato tra G. Pasquali e A.
Nosei (“Atene e Roma” 2002, pp. 37-44), al profilo bio-bibliografico di Ettore Paratore
(Hectorem Paratorem commemoramus, Latinitas 48,4, 2000, 300-302) o al tema della
sopravvivenza odierna del latino (La Chiesa e il latino oggi. Con la raccolta dei documenti
pontifici specifici sul latino da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, Firenze 2002; Il latino
contemporaneo: uso o abuso?, in La Civiltà Dal Testo. III Convegno di studio sulla
didattica della lingua latina. La latinità nella cultura del novecento, 23-24 Febbraio 2005,
Roma 2005, 101-116), documentano l’erudizione del candidato e risultano indubbiamente
interessanti, pur non essendo del tutto congruenti con le discipline ricomprese nel SSD LFIL-LET/04.
ALESSANDRA PELLIN
La candidata presenta una pubblicazione in Atti di Convegno nazionale, concernente
l’Epyllium Diomedis (fr. ep. adesp. 2 Powell =P.Berol. 10566), la pubblicazione on line
della voce in Wikipedia 2006 su Il modello materno di Calliroe nella mitologia greca. La
candidata predilige l’analisi intertestuale che conduce nell’ambito della letteratura greca,
dall’età arcaica fino a quella ellenistica, interessandosi soprattutto all’epillio ellenistico e ai
miti di Diomede e Telefo. Buono è il commento condotto sui testi frammentari esaminati.
L’attività della candidata, tuttavia, tocca solo marginalmente le discipline del SSD per il
quale concorre.
MARIA LUCIA SANCASSANO
La candidata presenta una monografia, incentrata sul motivo del serpente, che risale
al 1997 [Il serpente e le sue immagini. Il motivo del serpente nella poesia greca dall'Iliade
all'Orestea (Collana: Biblioteca di Athenaeum)]; articoli che insistono sulla stessa
tematica [Il lessico greco del serpente. Considerazioni etimologiche, Athenaeum 84,1,
1996, 49-70; . Beobachtungen zum Schlangenmotiv in der
ältesten griechischen Dichtung, WJA 21, 1996-97, 79-92; Il serpe d’oro di Agesicora:
intorno a due versi di Alcmane, in Discentibus obvius: omaggio degli allievi a Domenico
Magnino, con premessa di G. Mazzoli, Como 1997, 121-126; Il mistero del serpente:
retrospettiva di studi e interpretazioni moderne, Athenaeum 85,2, 1997, 355-390]. Sue
sono inoltre numerose recensioni, oltre che un’edizione e traduzioni di importanti opere
specialistiche in lingua tedesca, che attestano la sua piena padronanza del tedesco. La
candidata manifesta propensione ad una ricerca di taglio antropologico-letterario, offrendo
numerosi spunti buoni. Tale produzione è senz’altro apprezzabile, ma risulta non
congruente con le discipline ricomprese nel SSD L-FIL-LET/04.
Prof.ssa Grazia Maria Masselli
ABBATEPAOLO MARILENA
Gli interessi scientifici della dott.ssa Marilena Abbatepaolo si concentrano intorno all’età
tardoantica, in particolare sullo studio dei dittici eburnei, come attesta in primis il suo Il
dittico eburneo «del Poeta e della Musa» conservato nel Duomo di Monza, AFLB 45,
2002, 199-225, laddove la Abbatepaolo si cimenta in un’analisi storico-artistica e in
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un’interpretazione del dittico “del Poeta e della Musa”, dando le ragioni per cui sembra
sostenibile l’identificazione del personaggio maschile con il poeta Claudiano e del
personaggio femminile con la Musa, e fissando la datazione agli inizi del V sec. d.C.,
allorquando Claudiano fu onorato come il massimo poeta pagano, con la cui poesia
ritornavano le antiche glorie e virtù di Roma, in un impero che volgeva al tramonto.
Ancora, con una Rassegna generale di fonti e studi sui «diptycha eburnea» della tarda
antichità, BStudLat 34,1, 2004, 169-209, la candidata ha offerto una bibliografia ragionata,
sistematica e, per quanto possibile, completa degli studi sui dittici eburnei del IV-V sec.
d.C. (dall’elenco dei Diptycha eburnea e dei musei nei quali sono conservati alle fonti
linguistiche, letterarie, epigrafiche, agli studi di carattere generale e storico-artistico, alla
bibliografia specifica su singoli dittici scelti tra i più importanti), presentando, per i più
significativi, brevi sintesi ragionate. Un’analisi storiografico-letteraria e una indagine
artistico-stilistica riguardano poi il dittico eburneo di età tardoantica, conservato presso il
Duomo di Monza (cfr. Il Dittico di Stilicone nel Duomo di Monza, InvLuc 27, 2005, 11-23) e
raffigurante Stilicone nella valva a destra, sua moglie Serena e il loro figlio Eucherio in
quella a sinistra: la candidata attribuisce il dittico alla celebrazione del generale Stilicone
(piuttosto che a quella di suo figlio Eucherio), all’interno delle esigenze di propaganda
politica, per cui, insieme alla rappresentazione fortemente allegorica della moglie, Stilicone
si presenta come il difensore dell’impero, il guerriero per eccellenza, l’immagine vivente
del dio Marte, nonché il sostenitore della concordia imperii. La candidata poi, in una Nota a
Ruricio di Limoges, epist. 2,44, InvLuc 26, 2004, 7-13, si cimenta nell’esegesi della breve
epistola 2,44 del vescovo Ruricio I ad un Ambrogio vescovo, epistola che si incentra sul
motivo del dono e sull’opposizione tra i concetti di ‘terreno’ e di ‘celeste’, opposizione che
si estende poi ad affermare le superiorità dei bona inviati da Ambrogio rispetto a quelli di
Ruricio, ciò che - a parere della candidata - non indica un reale scambio di doni tra i due
vescovi, ma semplicemente uno scambio di dottrina. Sua è inoltre la Cronaca del
Convegno di studi su La trasformazione dei modelli culturali in età tardo antica (IV-V
secolo): Convegno di Studi, Milano, 28-29 ottobre 2004, InvLuc 26, 2004, 327-335, che ha
affrontato problematiche relative all’età tardoantica, attraverso lo sviluppo di tematiche sia
letterarie sia storico-artistiche, miranti alla comprensione di questo periodo storico, inteso
come epoca di trasformazione e di incroci, durante la quale i modelli classici vengono
ripresi e modificati per essere meglio adattati alla nuova realtà storica, politica e culturale.
La candidata ha inoltre presentato varie recensioni, pubblicate tutte sulla stessa rivista
“Invigilata lucernis”. Si tratta, in complesso, di una produzione che, oltre a essere
monotematica, solo a tratti supera i confini dell’aggiornamento dello status quaestionis.
BONADEO ALESSIA
Gli interessi della dott.ssa Alessia Bonadeo si sono concentrati sui rapporti tra scienza
e mito nell’universo culturale greco e latino, in particolare sui fenomeni dell’eco e
dell’arcobaleno, campi in cui la candidata esibisce grande versatilità e sicura institutio,
considerato che sa coniugare competenze diverse con una notevole apertura su questioni
letterarie e culturali, folkloriche e tecnico-scientifiche, segnalandosi per ampiezza di
documentazione, per accuratezza e sicurezza di analisi delle fonti (varie e non semplici),
per scrupolo e matematica precisione, per scientificità e padronanza in una materia
complessa ma da lei presentata in modo organico e fruibile, e ancora per originalità di
considerazioni e proposte brillanti e innovative, supportate da una bibliografia ricchissima,
ragionata e selezionata. In tal senso, pregevole, interessante e ricchissimo di spunti risulta
essere il suo Mito e natura allo specchio. L’eco nel pensiero greco e latino, Pisa 2003,
laddove la Bonadeo, a partire dalle teorie antiche sul suono e la sua trasmissione, teorie
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che filtrano nella trattatistica tecnico-scientifica, in ambito aristotelico, naturalistico e
filosofico, tecnico-architettonico e figurativo, ma anche poetico-letterario e folklorico,
sviscera il fenomeno dell’eco in tutti i suoi aspetti, non ultimo l’essere soggetto caro ai
poeti, che dispiegano un ricco repertorio di mezzi espressivi e giochi fonici, figure e
procedimenti stilistici fondati sulla ripetizione e sulla responsorialità, per cui l’eco si fa
altresì veicolo di memoria poetica e ripresa intertestuale (a questo proposito pregevole è il
suo contributo Tra ripetizione fonica e memoria poetica: l’eco, da imago vocis a icona
intertestuale, in La citation dans l’Antiquité, Actes du colloque du PARSA, Lyon, ENS LSH,
6-8 novembre 2002, Grenoble 2004, 245-256, un percorso che dalla imago vocis porta
all’eco come icona intertestuale, attraverso i diversi livelli di processi iterativi che veicolano
effetti di risonanza, dalla semplice allitterazione al refrain, alla citazione, alle riprese
intertestuali, tra aemulatio e parodia). Tale fenomeno trova una sua ipostasi mitologica
nella figura della ninfa Eco, su cui la candidata indaga all’interno della tradizione letteraria
e iconografica, recuperando l’intento eziologico di un mito che si presta a chiavi di lettura
intertestuale, simbolica, antropologica, psicanalitica. La candidata si muove tra i testimoni
greci e latini della vicenda di Eco in relazione a Pan ovvero collegata al giovane Narciso,
stando alla versione di cui Ovidio si fa principale testimone con le sue Metamorfosi, su cui
la Bonadeo vede agire l’influsso di meccanismi riconducibili a una matrice epigrammatica
e comica. Per giunta, dato il carattere polivalente dell’eco, che si riveste di tratti semantici
ora positivi ora negativi, la candidata mette in luce come la presenza della ninfa e dell’eco
all’interno delle scene di planctus possa costituire una sorta di omologo mitico-letterario di
figure e schemi rituali legati alle strategie messe in atto per disciplinare il dolore, al fine di
superare lo strazio e convertire il pianto caotico in lamento ritualizzato (e in questo
significativo risulta il saggio Il pianto di Eco. Riflessioni sulla presenza dell’eco in alcune
trasposizioni letterarie del planctus, QUCC n. s. 71,2 2002, 133-145, laddove la candidata
individua un gruppo eterogeneo di testi greci e latini, in cui la responsione acustica o la
sua personificazione mitologica sembrano avere un ruolo importante in contesti di
planctus). Ma la candidata procede anche a un excursus iconografico su Eco, teso a
enucleare gli stratagemmi che il codice figurativo mette in atto per tradurre visivamente
informazioni acustiche. La rara e raffinata capacità di analisi critica della Bonadeo e il suo
pieno possesso della materia si esplicitano ancora nel ricco e dotto volume Iride: un arco
tra mito e natura, Firenze 2004, laddove la complessità degli argomenti trattati (dal campo
della geometria a quello della botanica, a quello della percezione dei colori, a quello della
mineralogia, a quello della anatomia) e il rigore del metodo filologico della candidata non
frenano il suo entusiasmo teso alla costruzione di un ponte fra mito-letteratura e teorie
scientifico-superstiziose. La capacità di muoversi agevolmente e con perizia in settori
diversi porta la Bonadeo a un lavoro straordinariamente polisemico, che offre una
ricostruzione coerente ed esaustiva della figura di Iride. Questa volta infatti l’attenzione è
rivolta a un fenomeno legato alla percezione visiva, l’arcobaleno, il cui nome scientifico è
comune a quello della messaggera degli dèi, Iride. Tramite l’apporto di diverse
competenze metodologiche, dall’analisi etimologica (paretimologie di produzione
scoliastica e grammaticale comprese), letteraria e filosofica all’antropologia culturale, alla
storia del pensiero scientifico antico, che la Bonadeo riesce a dominare e analizzare con
grande chiarezza, esponendo tutto in modo convincente e affabulante, la candidata con
alto rigore scientifico e ampio respiro culturale ripercorre le principali tappe di un percorso
culturale che, seguendo il filo dell’omonimia, vede un susseguirsi di momenti di
avvicinamento e di divergenza tra Iride e l’iride (tra cui non sussiste un rapporto di
simultaneità e di identificazione come tra Eco e l’eco), tra superstizioni popolari e voci
razionalistiche che sanciscono una tendenza a proiettare la dimensione naturale nella
sfera del mito, per cui Iride e iride finiscono per convergere secondo la logica dell’aition.
Così, se nell’Iliade la messaggera divina Iride (assente nell’Odissea) non intrattiene alcun
17
rapporto con il fenomeno dell’arcobaleno, diversamente, nell’Eneide, Virgilio intesse una
palese trama di implicazioni tra la figura di Iride e il suo corrispettivo naturalistico, che
lascia adito a un’interpretazione in chiave eziologica. In particolare, in Imagines mitiche
dall’antichità a Dante, Maia n. s., ann. 57, fasc. 3, 2005, 599-613, la candidata noterà
come la scelta dantesca (Dante, Par., 12,10ss.) di appaiare Iride ed Eco tradisce una
visione della figura di Iride cristallizzata nella fase dialettica in cui si ristabilisce una
relazione di corrispondenza biunivoca tra mito e natura e Iride diventa un’iride come Eco è
un’eco. Da segnalare è inoltre la riflessione - all’interno dell’orizzonte culturale greco e
latino - intorno all’indeterminatezza e all’improducibilità dell’iride, che si carica di
implicazioni antropologiche e simboliche negative (quale motore del ciclo idrico terrestre,
l’arcobaleno è portatore di pioggia e tempesta, e dunque presagio infausto), imperniate
per lo più su una nozione di passaggio e associate ad altre immagini dalle forti implicazioni
simboliche - con testimonianze che provengono dal folklore europeo ed extraeuropeo -,
che attestano il legame tra l’arcobaleno, il serpente e il tabù dell’incesto, quasi che il
policromatismo dell’arcobaleno si configuri come l’ipostasi visiva dello stato di confusione
creato dall’incesto [in particolare, nel suo saggio Iride, l’arcobaleno e il serpente.
Rivisitando alcune storie di iniziazione, in N. M. Filippini - T. Plebani - A. Scattigno (curr.),
Corpi e storia. Donne e uomini dal mondo antico all’età contemporanea, Roma 2002, 271282, la candidata individua una fitta trama simbolica che collega l’idea di passaggio a
presenze come quella di Iride, dea del passagio per eccellenza, l’arcobaleno o il serpente,
nodi di una rete di rapporti che sembrano inglobare anche manifestazioni anomale della
sessualità, come l’incesto]. Un’accurata e intelligente analisi è poi presente nella proposta
esegetica di Apul., Mund., 16,323 (cfr. Irides et Arcus. La formazione dell’arcobaleno nel
De Mundo di Apuleio, Rendiconti dell’Istituto Lombardo. Classe di Lettere, Scienze Morali
e Storiche 134, 2000, 429-444), che, a proposito della la genesi dell’iride e della sua
semicircolarità e sulla scorta della congruenza con il pseudoaristotelico (395a33ss.), rivela una riflessione meditata di Apuleio interprete e traduttore.
Pari competenza e capacità ermeneutica, supportata da una salda institutio filologica, la
candidata esibisce poi nel suo lavoro Il punto geometrico in latino: facciamo il punto, in F.
Gasti (cur.), Il latino dei filosofi a Roma antica, Atti della V Giornata ghisleriana di Filologia
classica (Pavia, 12-13 aprile 2005), Pavia 2006, 139-170. Questa volta, ad attirare la sua
attenzione è la tensione dialettica tra differenti tradizioni linguistiche a proposito della
designazione dell’ente geometrico minimo: nel percorso della relazione associativa
punto/puntura sembrerebbe emergere la centralità del latino, mediatore tra l’uso linguistico
greco (laddove i geometri greci ellenistici preferiscono il vocabolo ) e quello
romanzo, nonché catalizzatore del progressivo prevalere della nozione del pungere su
quella del segnare; vincente infatti risulterà - rispetto a signum o nota - la scelta del
lessema punctum, che si richiama al campo associativo del pungere (immagine legata alla
pratica grafica della puntura dello stilo sulla tavoletta o della bacchetta sull’abaco) e trova
riscontro nelle cognizioni da tutti condivise, da ancorare saldamente al lessico latino di uso
corrente. Da ultimo, nel suo lavoro I classici nella paideia di P. Papinio (Stat. silv. 5,3), in
A. Bonadeo - E. Romano (cur.), Dialogando con il passato. Permanenze e innovazioni
nella cultura latina di età flavia, Firenze 2007, 160-176, lavoro pubblicato dunque in un
volume di cui la suddetta è curatrice, la candidata rintraccia l’essenza metodologica - più
che dottrinale - dell’insegnamento di Papinio, all’interno di un processo agonistico di
mimesi e progressivo superamento dei modelli: nella fattispecie, all’interno di una strategia
di ellenizzazione della figura paterna, si profila il carattere squisitamente latino di Stazio,
per cui il suo percorso di allievo che raggiunge il maestro per farsi a sua volta maestro
sembrerebbe sottendere la consapevole fiducia nelle potenzialità della poesia latina, ormai
affrancata dai modelli greci e capace di generare a sua volta altri modelli. Si segnala,
inoltre, la recensione a E. Csapo, Theories of Mythology, Oxford-Malden 2005, Latomus
18
66, 2007, 280-283, una onnicomprensiva rassegna delle principali scuole di
interpretazione mitologica succedutesi nel tempo, recensione sistematica e ragionata,
accurata, ben presentata e argomentata, tale da mettere in luce le competenze della
stessa candidata sul mito. In conclusione, la Bonadeo può vantare una produzione
complessa e variamente articolata, condotta sempre con rigore scientifico e con notevoli
apporti di originalità, anche in discipline che statisticamente risultano al margine delle linee
più tradizionali di ricerca.
BIDDAU FEDERICO
Il dott. Federico Biddau ha pubblicato una nota su Properzio, 3,2,1-2 («Redeamus in
orbem». Nota a Properzio 3, 2, 1-2, MD 55, 2005, 185-191), in cui presenta un’analisi della
struttura dell’elegia properziana in funzione del suo significato ed evidenzia il rapporto di
interdipendenza tra il distico iniziale e il resto del componimento, consolidando la
collocazione che gli assegnano i testimoni. Il suo interesse scientifico si sposta poi sul
grammatico Terenzio Scauro: suo è, oltre a uno studio su un luogo del De orthographia
del suddetto grammatico che gli ha permesso di proporre un’interessante ‘soluzione’ a
un’annosa questione antiquaria (I templi di Forte Fortuna: un nuovo contributo
all’identificazione da Terenzio Scauro, RFIC 134,4, 2005, 443-451), un lavoro sui
frammenti di Lucilio tramandatici dallo stesso grammaticus (I frammenti di Lucilio in
Terenzio Scauro, RFIC 135,2, 2006, 150-158), laddove il candidato dà prova di
competenze di carattere letterario e grammaticale e dimostra di sapersi muovere
nell’ambito della critica testuale cui dà il suo valido contributo, con convincenti proposte di
esegesi del testo. Questa attività di ricerca seria e ben condotta è sfociata poi nell’edizione
critica, completa di traduzione e commento, del De orthographia di Terenzio Scauro (Q.
Terentii Scauri De orthographia, introd., testo critico, trad. e comm. a cura di F. Biddau,
Hildesheim [etc.], Weidmann 2008), edizione tuttavia pubblicata successivamente alla
scadenza del bando del concorso in epigrafe. Il candidato è certamente dotato di una
valida institutio, che egli sa mettere a frutto in lavori di notevole impegno come quello che
di solito caratterizza l’allestimento di una edizione critica. Rispetto a questa produzione,
per il momento obiettivamente ridotta, c’è da attendersi altri lavori che confermino i pregi
della sua personalità di studioso.
CAMPANA PIERPAOLO
Nella sua edizione critica alla decina satira di Giovenale (D. Iunii Iuvenalis Satura X, a
cura di P. Campana, Le Monnier, Firenze 2004), il candidato propone essenzialmente,
oltre alla traduzione, un commento filologico, concentrandosi, nella introduzione, sulle
ragioni dell’improprietà della definizione “Giovenale democriteo”, se è vero che in questa
satira Giovenale, pur esibendo un nuovo atteggiamento rispetto alla produzione
precedente, rimane pur sempre indignato, nella consapevolezza della diffusione e
dell’immedicabilità del vizio, dell’irrazionale instabilità di ogni condizione umana e della
propria orgogliosa diversità: al poeta, che mantiene intatta la sua nettezza nel proprio
contrapporsi al resto della società, rimarrebbe solo la possibilità di un colloquio isolato con
chi è disposto ad ascoltare il suo messaggio, rinunciando all’ira, come condizione
essenziale perché il saggio viva serenamente. Il candidato rintraccia dunque forme di
continuità e differenze rispetto alla precedente produzione di Giovenale e individua la
funzione programmatica della sua satira, oltre a riflessioni di matrice senecana (Seneca,
de ira, insieme al de tranquillitate animi). Egli analizza la satira sul piano contenutistico
19
(circa le conseguenze negative derivanti in modo imprevisto dalla realizzazione di
preghiere irrazionali e sbagliate) e strutturale, rintracciando fonti di tradizione antichissima,
verosimilmente recuperate da precedenti quali Valerio Massimo e Persio, insieme a
tematiche attinte a un repertorio di matrice stoica, materiale filosofico filtrato dalla diatriba
e dalla tradizione declamatoria e caratterizzato dal tipico sincretismo di età imperiale. Il
Campana ci fa entrare nel laboratorio dello scrittore, che, indipendentemente dalla propria
adesione a una precisa scuola di pensiero, cerca una coerenza di tipo poeticamente
strutturante. Si rintracciano inoltre, nell’analisi strutturale della satira, tra forme di aderenza
alla tradizione e innovazione, alcune coincidenze tematiche e consonanze lessicali con
Iuv., 14,256-331: si tratterebbe di materiale in origine pensato per la satira decima e poi
collocato, verosimilmente dall’autore stesso, alla fine della quattordicesima, ciò che
aiuterebbe a spiegare spinosi problemi strutturali di entrambe le satire, ‘risolvibili’
pensando alla presenza di un testo ‘aperto’, ancora esposto a ripensamenti e a interventi.
L’attitudine del candidato alla ricerca filologica è messa alla prova dal passo petroniano
95,1-5 (Petron. 95, 1-5: un locandiere ubriaco?, Philologus 151, 2007, 190-191), laddove il
Campana, proponendo una sua ricostruzione del testo, si occupa di un problema testuale
relativo all’episodio dello scontro verbale tra l’oste ed Eumolpo, scontro che lascia
emergere alcuni elementi tali da deporre contro la possibilità che il testo petroniano
legittimi l’ipotesi di un deversitor ubriaco. Ancora considerazioni di ordine testuale su
alcuni luoghi di Stazio, Silvae, 5, e su Petronio, 131,8,6-8, sono presenti nei suoi Two
notes on Silvae, Book 5, MH 63, 2006, 208-210, e Petronio, Satyr. 131, 8, vv. 6-8: qualche
considerazione, Hermes 135, 2007, 113-118. La produzione scientifica del candidato,
sempre sorretta da una solida institutio, appare però ancora esigua e bisognosa di
affermarsi in altre piste di ricerca che confermino i buoni risultati fin qui conseguiti.
GALLI DANIELA
Gli interessi scientifici della dott.ssa Daniela Galli, che ha conseguito un dottorato di
ricerca in Filologia Latina presso l’Università di Pisa, si concentrano intorno agli
Argonautica di Valerio Flacco, o meglio sul primo libro degli Argonautica, di cui la
candidata, in alcuni articoli [Influssi del Thyestes di Seneca nel libro I degli Argonautica di
Valerio Flacco, Aevum(ant) n. s. 2, 2002, 231-242; In margine a Valerii Flacci Argon.
1,370-3, Philologus 148,1, 2004, 183-187; Per la struttura degli Argonautica di Valerio
Flacco (I): I 1-573, Maia 57,1, 2005, 41-49; Modelli di intertestualità. La figura di Pelia in
Valerio Flacco (Val. Fl. 1, 22-36), Philologus 149,2, 2005, 366-371; Le fonti di Valerio
Flacco nel libro I degli Argonautica, GIF 57, 2005, 131-155; In margine a Valerii Flacci
Argon. 1,526-7, RhM 149, 2006, 115-119; Valerio Flacco (Argon. I) e gli scolii ad Apollonio
Rodio: proposte, Hermes 135,1, 2007, 98-104] e successivamente in un accurato e
approfondito commento (Valerii Flacci Argonautica I, Commento, Berlin - New York 2007),
indaga le fonti, la scoliastica, il rapporto con il primo libro dell’Eneide di Virgilio, l’influsso
della tragedia senecana nella rielaborazione-attualizzazione del mito argonautico operata
da Valerio, l’aspetto stilistico e la tecnica combinatoria e allusiva propria della lingua
poetica di età imperiale (tra richiami a Virgilio e reminiscenze senecane, lucanee e
ovidiane). Nella fattispecie, la candidata sostiene che Valerio Flacco non si rifaccia solo ad
Apollonio Rodio, ma giustapponga varie fonti, traendo da ciascuna gli spunti più adatti a
sviluppare le tematiche del suo poema (in particolare, preponderante sembra l’apporto del
mitografo Dionisio Scitobrachione); i suoi modelli sarebbero l’Eneide di Virgilio (la
dipendenza è ravvisabile a più livelli, dalla struttura narrativa del I libro, che segue la
traccia del I libro dell’Eneide, alla caratterizzazione dei personaggi, alla scelta di un
argomento mitologico) e la tragedia senecana (in particolare, il Thyestes per il conflitto
20
Atreo-Tieste a proposito del regnum). La produzione della candidata, per quanto
pregevole, risulta per lo più monotematica e imperniata quasi esclusivamente su questioni
di carattere letterario. È auspicabile che in futuro la sua produzione si diversifichi e dia
altre prove di sicura institutio.
GOMEZ GANE YORICK
Dal profilo bio-bibliografico di Ettore Paratore (Hectorem Paratorem commemoramus,
Latinitas 48,4, 2000, 300-302) all’edizione con note di commento e chiarimento di tre
missive dell’epistolario del Pasquali con suo cognato, il professore di latino e greco
Angiolo Nosci, laddove ai temi della corrispondenza strettamente privata si intrecciano
argomenti di carattere scientifico e politico, ma anche informazioni su problemi di scuola e
università (Giorgio Pasquali-Angiolo Nosci: un carteggio privato ma non solo, A & R 47,1,
2002, 37-44), agli studi attinenti ai problemi di attualizzazione del latino come strumento di
comunicazione (La Chiesa e il latino oggi. Con la raccolta dei documenti pontifici specifici
sul latino da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, Firenze 2002; Il latino contemporaneo:
uso o abuso?, in La Civiltà Dal Testo. III Convegno di studio sulla didattica della lingua
latina. La latinità nella cultura del novecento, 23-24 Febbraio 2005, Roma 2005, 101-116),
il lavoro del candidato risulta sicuramente pregevole, ma non del tutto pertinente al settore
scientifico-disciplinare in epigrafe. Più pertinente invece è il lavoro An ratio inter Vergilii
Ecl. 6, 66 et Hymnum Hom. ad Ap. 3-4 intercedat, Latinitas 51,2, 2003, 144-147, che
insiste sulla presenza dell’inno omerico in Virgilio, quale frutto di un consapevole
procedimento imitativo. Le competenze del candidato nell’analisi critico-testuale emergono
in Virgilio ecl. 3, 26 e CLE 250: uincta o iuncta?, in “Sylloge Barcinonenis” 5, 2005, 81-91,
relativamente a una scelta testuale in Virgilio, ecl., 3,26, e in “Lumina flamma” in
Epigrammate Bobiensi 30, 1, Latinitas 55, 2007, 341-344, laddove egli si propone di
difendere la lectio tradita “lumina flamma” rispetto alla congettura “lumina flammae” di
epigrammata bobiensia, 30. Suo è anche L’ittionimo latino lupus: osservazioni
etimologiche e storico-linguistiche, RFIC, 134,3, 2006, 300-321, un’analisi etimologica e
storico-linguistica del termine lupus, nome latino di uso popolare (come dimostra la ricca
serie di esiti romanzi) per indicare la “spigola”, sulla base di associazioni metaforiche di
natura fisico-anatomica e comportamentale tra il pesce e l’animale terrestre, associazioni
che - stando al candidato - non si limitano, come si ritiene già a partire dagli etimologisti
antichi, alla violenza / voracità o al colore argenteo, ma rinviano alla caratteristica che più
deve aver colpito l’immaginazione dei pescatori di fronte a tale pesce tratto fuori
dall’acqua, ovvero il fatto che questo, dalla bocca grande e protrudibile, nonché con
opercoli dotati di spine, spalancasse in modo impressionante le fauci, quelle fauci avvertite
come la parte del corpo più rappresentativa del lupo, tanto da indurre ad associare il
pesce all’animale di terra. Ancora un’analisi di taglio onomastico, etimologico e storicolinguistico è presente nel suo I troppi nomi del tilacino, Studi di Lessicografia Italiana, 22,
2005, 241-260. La produzione scientifica del candidato, che ha coinseguito il titolo di
dottore di ricerca in Filologia greca e latina presso l’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”, si limita a poche indagini, che pur dimostrano una certa competenza nel campo
della Storia della lingua latina e della tradizione manoscritta. Ci si aspetta ancora dei saggi
a più vasta portata, che meglio orientino nel giudizio sulla sua personalità di studioso.
PELLIN ALESSANDRA
21
L’epillio ellenistico greco ha costituito l’oggetto privilegiato degli studi della dott.ssa
Alessandra Pellin, che si è concentrata in particolare sul mito di Diomede e sui frammenti
adespoti dell’Epyllium Telephi e dell’Epyllium Diomedis (Un epos ellenistico su papiro:
l’Epyllium Diomedis (fr. ep. adesp. 2 Powel = P.Berol. 10566), in Studi in ricordo di
Fulviomario Broilo (Atti del Convegno Venezia 14-15 Ottobre 2005), Padova 2007, 471486); sua è inoltre una voce in Wikipedia 2006 su Il modello materno di Calliroe nella
mitologia greca. La letteratura greca, dunque, è quella prediletta dalla candidata, che
mostra capacità di analisi critica e di commento a livello linguistico, contenutistico, stilistico
e letterario, in un campo tuttavia non strettamente pertinente al settore scientifico
disciplinare L-FIL-LET/04 in epigrafe al presente concorso.
SANCASSANO MARIA LUCIA
Il motivo del serpente, caricato di un fortissimo e polivalente spessore simbolico
nell’immaginario degli antichi, è quello che ha interessato e appassionato la candidata ma
che purtuttavia non risulta pertinente al settore scientifico-disciplinare in epigrafe. Alla
dimensione etimologica del lessico greco del serpente sono dedicate le pagine
dell’apprezzabile Il lessico greco del serpente. Considerazioni etimologiche, Athenaeum
84,1, 1996, 49-70; le osservazioni sul motivo del serpente nei testi del mondo greco
presenti in . Beobachtungen zum Schlangenmotiv in der
ältesten griechischen Dichtung, WJA 21, 1996-97, 79-92; le riflessioni sul monile
menzionalo da Alcmane in PMG 1, 66-67, probabilmente un amuleto apotropaico e
benaugurante per la maternità (Il serpe d’oro di Agesicora: intorno a due versi di Alcmane,
in Discentibus obvius: omaggio degli allievi a Domenico Magnino, con premessa di G.
Mazzoli, Como 1997, 121-126); il suo Il serpente e le sue immagini. Il motivo del serpente
nella poesia greca dall’Iliade all’Orestea, Como 1997, una sorta di rassegna ragionata
delle fonti di ambito greco relative alla presenza e al motivo del serpente, animale che
rivela un certo interesse sul piano retorico-artistico e su quello simbolico-religioso; uno
spaccato dei diversi contributi e differenti approcci esegetici (filologico-letterario, storicoreligioso, psicologico, simbolico, etnologico, interdisciplinare) applicati, dal Settecento
all’epoca moderna, al motivo del serpente nel mondo antico (Il mistero del serpente:
retrospettiva di studi e interpretazioni moderne, Athenaeum 85,2, 1997, 355-390). Si tratta,
dunque, di lavori tutti in generale apprezzabili (da segnalare, inoltre, anche la sua edizione
e le sue traduzioni italiane di testi in tedesco di interesse classico, oltre alle sue numerose
recensioni), ma non pertinenti al settore scientifico-disciplinare in epigrafe, se non per
sporadiche incursioni nel mondo latino.
GIUDIZI COLLEGIALI SUI TITOLI E PUBBLICAZIONI
ALESSANDRA PELLIN
Gli interessi scientifici della dott.ssa Alessandra Pellin vertono sull’epillio
ellenistico greco ed in particolare sui miti di Diomede e di Telefo desumibili dai frammenti
adespoti dell’Epyllium Telephi e dell’Epyllium Diomedis. A pubblicazione in Atti di
Convegno, concernente l’Epyllium Diomedis, ella affianca pubblicazione on line di una
voce in Wikipedia 2006 sul modello materno di Calliroe nella mitologia greca. Ne emerge
una propensione all’analisi intertestuale, che spazia dalla letteratura greca arcaica e
classica fino a quella ellenistica, ed una buona attitudine al commento perpetuo dei testi
frammentari esaminati, con sporadiche incursioni nelle discipline del settore L-FIL-LET/04,
22
per il quale concorre. La Commissione ha valutato positivamente i titoli prodotti dalla
candidata in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del 2.9.2008.
ALESSIA BONADEO
La produzione scientifica della dott.ssa Alessia Bonadeo appare frutto di eccellente
institutio che le permette di spaziare dagli aspetti tecnico-scientifici della cultura antica, sia
greca che latina, a quelli più squisitamente letterari della cultura classica, nel suo
complesso, e della loro fortuna nelle letterature moderne. Questa materia è approfondita
ed indagata con acribia e raffinatezza nell’ambito dei due filoni tematici dell’eco e
dell’arcobaleno, vagliati secondo parametri scientificamente validi ed esteticamente
accattivanti. In entrambe le monografie e nei saggi prodotti, la candidata dimostra di
possedere ed utilizzare proficuamente affinati strumenti d’indagine, dando prova di
padronanza di conoscenze metriche, linguistiche, stilistico-retoriche, narratologiche, che le
consentono di approdare a proposte esegetiche convincenti ed originali. Rilevanti i suoi
titoli accademici e le attività didattiche a livello universitario, che la Commissione ha
valutato in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del 2.9.2008. In ragione
dell’eccellente qualità della sua produzione scientifica, come anche dell’attività didattica
svolta, la candidata risulta essere pienamente matura per la ricerca universitaria.
DANIELA GALLI
Il principale oggetto di indagine della dott.ssa Daniela Galli è costituito dagli
Argonautica di Valerio Flacco, cui ha dedicato alcuni articoli ed un accurato commento al I
libro, ove risultano di particolare interesse lo studio delle fonti e della struttura del libro.
L’esame dei rapporti intertestuali individuati dalla candidata, specie col I libro dell’Eneide
virgiliana e con le tragedie di Seneca, nonché con la scoliastica del genere argonautico, è
convincente e conduce talvolta a proposte esegetiche nuove e condivisibili. Quantunque la
sua produzione sia sostanzialmente limitata al primo libro dell’epos argonautico, se ne
evince una buona attitudine all’indagine letteraria, con approccio intertestuale, che si
auspica venga estesa in futuro ad ambito più vasto. La candidata, i cui titoli la
Commissione ha valutato positivamente ritenendoli conformi ai criteri stabiliti nella seduta
preliminare del 2.9.2008, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia latina presso
l’Università di Pisa.
FEDERICO BIDDAU
Il dott. Federico Biddau, i cui titoli la Commissione ha apprezzato in ragione dei
criteri stabiliti nella seduta preliminare del 2.9.2008, ha pubblicato una nota su Properzio 3,
2 ,1-2, nella quale propone una inedita analisi della struttura di tutta l’elegia ed una
intelligente interpretazione del distico iniziale che ne confermerebbe la collocazione
assegnatagli dai testimoni manoscritti più autorevoli. Acuta anche l’interpretazione della
semantica di alcuni lessemi forse non compresi appieno dalla critica militante. Gli interessi
scientifici del candidato concernono anche il grammatico Quinto Terenzio Scauro, a
cominciare da un lavoro sui frammenti di Lucilio tramandatici dallo stesso grammaticus,
laddove il candidato dà prova di competenze di carattere letterario e grammaticale,
dimostrando anche di possedere buona conoscenza degli assiomi della critica testuale.
Inoltre, un luogo del De orthographia dello stesso Terenzio Scauro gli fornisce
23
testimonianza, forse decisiva, per la soluzione di annosa questione antiquaria. Da questa
pur esigua produzione scientifica si evince una buona attitudine alla ricerca filologica, che
si auspica possa essere coltivata anche in futuro.
MARIA LUCIA SANCASSANO
Gli studi e i multiformi interessi scientifici della dott.ssa Maria Lucia Sancassano, la
quale vi si dimostra incline ad una ricerca di taglio antropologico-letterario, si muovono
principalmente nell’ambito dell’antichità classica greca e si concentrano intorno alla
tematica del serpente, che viene trattata in alcuni articoli e in un volume, dedicato al
motivo del serpente nella poesia greca dall’Iliade all’Orestea di Eschilo. Notevole la
capacità della candidata di spaziare, pur nell’ambito di tale produzione monotematica, in
numerosi settori: dalla favolistica assira alla mitologia babilonese ed egizia. A fronte di
numerosi spunti buoni si fatica semmai a cogliere, nella monografia prodotta, una
organicità di fondo; il che dipende, certo, anche dalla varietà dei valori simbolici del
serpente nei diversi luoghi presi in esame. La variegata produzione della candidata, che
conta anche un’edizione italiana di opera neotestamentaria in tedesco e numerose
recensioni, appare apprezzabile ma più attinente, per la gran parte, al settore scientificodisciplinare della lingua e letteratura greca che non a quello L-FIL-LET/04 lingua e
letteratura latina, per il quale concorre. La candidata, i cui titoli la Commissione ha valutato
molto positivamente in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del 2.9.2008,
ha conseguito il dottorato tedesco (Dr. Phil.) per la Filologia classica e dimostra piena
padronanza del tedesco, avendo curato la traduzione italiana di opere specialistiche anche
d’interesse classico in lingua tedesca.
MARILENA ABBATEPAOLO
La produzione della dott.ssa Marilena Abbatepaolo, i cui titoli la Commissione ha
valutato positivamente in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del
2.9.2008, annovera alcuni articoli in riviste italiane, una nota di critica testuale ed esegesi
relativa a un luogo delle epistole di Ruricio di Limoges, una rassegna di fonti e studi
condotta con accuratezza e dovizia d’informazione, varie recensioni ed una cronaca di
convegno (pianamente riassuntiva). I suoi lavori concernono principalmente la produzione
letteraria, storiografica ed artistica dell’età tardoantica e si concentrano sui dittici eburnei,
con ampia descrizione, esegesi iconografica e studio del loro rapporto con la storia e la
letteratura coeve, corredato da una ricca bibliografia. La produzione della candidata, ben
avviata quantunque ancora limitata ai temi cui s’è fatto cenno, lascia intravedere una
discreta attitudine all’attività di ricerca (specie a carattere compilativo), che merita di
essere coltivata.
PIERPAOLO CAMPANA
Nella produzione scientifica del dott. Pierpaolo Campana si segnala l’edizione
critica con introduzione, traduzione e puntuale commento della decima satira di Giovenale,
arricchita da un’aggiornata bibliografia. Il pregio forse maggiore dell’approccio letterario
messo in atto dal candidato consiste nella rivisitazione di alcune posizioni da tempo
consolidate circa le svariate forme di indignatio di cui si fa portatore Giovenale; ma
importanti sono anche le tracce – rilevate dal candidato – di una dipendenza di Giovenale
24
dalla riflessione filosofica di Seneca. Non meno interessanti sono le osservazioni sulla
tecnica compositiva del poeta satirico, còlto in una serie di ripensamenti sulla sua stessa
produzione. Altre prove scientifiche sono offerte dall’analisi del passo petroniano 95,1-5, di
cui il Campana affronta, con argomenti nuovi e interessanti, i problemi di critica testuale;
da considerazioni circa il testo e il ‘Vorbild’ di Petron. 131, 8, 6-8 e da due note, sempre di
critica testuale, relative ad altrettanti luoghi di Stazio Silvae, l. V. Il candidato, i cui titoli la
Commissione ha giudicato rispondenti ai criteri stabiliti nella seduta preliminare del
2.9.2008, manifesta una chiara attitudine alla ricerca filologica, che si auspica possa
estendersi a ulteriori ambiti d’indagine.
YORICK GOMEZ GANE
Gli studi scientifici del dott. Yorick Gomez Gane sono in parte ispirati alla curiositas
di conoscere e far apprezzare cose e fatti inediti relativi a personalità illustri, come quelle
di Ettore Paratore e di Giorgio Pasquali, tra notizie bibliografiche ed incursioni nella
corrispondenza privata; altri invece attengono alla sopravvivenza odierna del latino e
concernono la silloge di documenti pontifici inerenti il latino, con testi da papa Giovanni
XXIII a Papa Giovanni Paolo II: studi – questi ultimi – indubbiamente interessanti ed
encomiabili, ma non del tutto pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/04, per
il quale concorre. Meritano invece attenzione – per le proposte interpretative, la capacità di
analisi critica e una discreta competenza nel campo della storia della lingua latina – il
lavoro su un procedimento imitativo in Virgilio (in relazione all’inno omerico ad Apollo); la
sua scelta testuale in Virgilio ecl. 3, 26; la proposta di conservazione di luogo di
epigrammata Bobiensia, così come trasmesso; ed anche la sua analisi etimologica,
onomastica e storico-linguistica del tilacino e dell’ittionimo lupus. Il candidato, i cui titoli la
Commissione ha valutato in conformità dei criteri stabiliti nella seduta preliminare del
2.9.2008, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia greca e latina presso l’Università
di Roma “La Sapienza”.
Allegato n. 1 verbale 6
Giudizi individuali sulle prove scritte
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
Il candidato discute di aspetti storiografici molto generali senza affrontare pienamente
l’argomento proposto dalla traccia.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Ampio cappello sulla storiografia romana in genere, ma il candidato non affronta se non
incidentalmente il tema proposto della paradossalità del ritratto con esempi dagli autori.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Dott. Grazia Maria Masselli
Il candidato non produce un elaborato che possa dirsi soddisfacente: la trattazione è
alquanto generica e non coglie la centralità dell’argomento.
25
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
Prova complessivamente eccellente: sviluppa con ricchezza di citazioni la traccia
proposta, soffermandosi sulle più celebri figure paradossali della storiografia latina,
Catilina e Petronio in particolare, dei quali coglie la diversa valenza paradossale.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Dott. Grazia Maria Masselli
Il candidato affronta in modo informato l’argomento proposto, con serietà e precisione,
rigore scientifico e anche espositivo. La trattazione è ampia e pertinente e
l’esemplificazione rivela una piena e matura padronanza del tema della paradossalità del
personaggio affidato alla storiografia.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Ampia ed esauriente panoramica dell’argomento proposto: la tipologia dell’homo mixtus
costruita dalla storiografia latina è analizzata nelle sue componenti strutturali, in relazione
al personaggio (sia esso Catilina, Petronio o altri) e alle linee programmatiche del genere
storiografico che se ne appropria.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Grazia Maria Masselli
Certa precarietà d’informazione in argomento rende la trattazione del candidato poco
aderente alla traccia proposta.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
Il candidato premette una lunga trattazione sul genere storiografico latino e, allorché
svolge il tema specifico proposto dalla traccia, lo fa con eccessiva brevità, anche se non
mancano buoni spunti interpretativi.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 1 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Il candidato tratteggia con dovizia di particolari lo sviluppo della storiografia latina, ma
mostra una qualche difficoltà nel cogliere la struttura e il senso del ritratto paradossale in
questo genere letterario.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Complessivamente buona l’interpretazione del testo proposto pur con qualche incertezza;
apprezzabile il commento anche per le chiose di carattere filologico-testuale.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
26
Il candidato si cimenta in una traduzione complessivamente buona e che tuttavia, in
qualche caso, non è del tutto esente da pecche; commento apprezzabile, specie laddove il
candidato dà prova di competenze filologiche.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Dott. Grazia Maria Masselli
Nonostante qualche svista, la traduzione risulta complessivamente buona. Nel suo
commento il candidato dà prova di discrete capacità esegetiche.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
Traduzione impeccabile e che riesce a rendere al meglio il messaggio che Orazio ha
affidato alla sua ode. Amplissimo il commento: esso mette a fuoco contenuto, struttura e
stilemi, nel mentre che illustra i topoi diatribici e mitologici del carme.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Dott. Grazia Maria Masselli
La traduzione, precisa, puntuale ed elegante, rivela la competenza del candidato che
riesce a penetrare e a rendere pienamente il messaggio dell’autore, rispettando il testo
d’origine e la lingua d’arrivo. L’ampio commento dimostra ottima conoscenza del profilo
letterario dell’ode e dei suoi precedenti.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Il candidato traduce e, nel contempo, interpreta bene il testo oraziano, mostrando buona
conoscenza delle figure retoriche impiegate in quest’ode. E il commento, di taglio
prevalentemente letterario, indaga in modo soddisfacente i motivi diatribici e mitologici
connessi al genere del propempticon.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Giuseppina Allegri
Il candidato incappa in diversi errori d’interpretazione, e nel suo commento, non privo di
annotazioni apprezzabili, fa difetto una visione complessiva del significato di quest’ode
oraziana.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Dott. Grazia Maria Masselli
La traduzione rivela fraintendimenti del testo oraziano che ne impediscono una corretta
interpretazione anche in ambito di commentario.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 2 GIUDIZIO PERSONALE:
Prof. Loriano Zurli
Numerose sviste ed errori interpretativi che non permettono al candidato di cogliere il
significato complessivo dell’ode in sede di commento.
27
Allegato n. 2 verbale 6
Giudizi collegiali sulle prove scritte
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 1 GIUDIZIO COLLEGIALE
Nonostante l’ampia trattazione iniziale sulla storiografia latina in genere, il candidato non
affronta sistematicamente il tema proposto del ritratto paradossale e non ne coglie gli
sviluppi nell’ambito del genere letterario specifico.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 1 GIUDIZIO COLLEGIALE
Prova eccellente: il candidato affronta in modo informato l’argomento proposto, con
precisione, rigore scientifico e anche espositivo. Sviluppa con ricchezza di testimonia la
traccia proposta, dimostrando piena e matura padronanza del tema della paradossalità del
personaggio affidato alla storiografia latina.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 1 GIUDIZIO COLLEGIALE
Il candidato dedica ampio sviluppo alla trattazione del genere storiografico latino, e dedica
uno spazio ridotto all’esame del ritratto paradossale secondo che proponeva la traccia.
Busta grande contrassegnata con A:
Prova n. 2 GIUDIZIO COLLEGIALE
L’interpretazione del testo proposto è complessivamente buona, anche se qua e là
affiorano incertezze e qualche incomprensione; il commento si fa apprezzare per alcune
buone annotazioni di carattere filologico.
Busta grande contrassegnata con B:
Prova n. 2 GIUDIZIO COLLEGIALE
Traduzione impeccabile, puntuale ed elegante, che rispetta il testo d’origine e la lingua
d’arrivo. Molto ampio il commento: esso dimostra ottima conoscenza dei precedenti
letterari dell’ode e ne mette a fuoco struttura e stilemi, come anche i topoi diatribici e
mitologici.
Busta grande contrassegnata con C:
Prova n. 2 GIUDIZIO COLLEGIALE
Il candidato incorre in alcuni errori d’interpretazione dell’ode oraziana; più precise certe
annotazioni nel commento, altre invece esulano o risultano alquanto impertinenti.
Allegato 1 verbale 7
Giudizi personali prova orale
28
CANDIDATA: BONADEO Alessia
La candidata espone con ammirevole chiarezza gli argomenti sorteggiati, dimostrando
capacità di sintesi e rigore metodologico. Nella discussione degli scritti dà ulteriore prova di
competenza letteraria e filologica.
Prof. Giuseppina Allegri
Un colloquio gestito in modo esemplare. La candidata discute con acribia gli argomenti
sorteggiati, mostrando di muoversi con sicurezza e chiarezza di idee in ambito sia letterario
che critico testuale. La discussione degli scritti ha costituito occasione di ulteriore
approfondimento delle stesse tematiche.
Dott. Grazia Maria Masselli
La candidata discute con notevole competenza letteraria il primo dei quesiti sorteggiati
(l’epigramma latino: il genere e i principali autori) e dimostra di possedere solidi requisiti
nel rispondere alla domanda inerente la critica testuale e i suoi principi (archetipo:
definizione). La discussione degli elaborati conferma pienamente le qualità già messe in
luce.
Prof. Loriano Zurli
CANDIDATO: GOMEZ GANE Yorick
Nella prova orale il candidato rivela complessivamente una buona conoscenza degli argomenti
sorteggiati, soprattutto nell’ambito della critica testuale. E mostra rigore e chiarezza espositiva.
Prof. Giuseppina Allegri
Il livello della prova orale si è mantenuto in linea con quanto il candidato ha potuto dimostrare
negli scritti: pur con lievi incertezze, mostra discreta padronanza della materia sia in ambito
filologico-linguistico che in ambito letterario.
Dott. Grazia Maria Masselli
Discutendo i quesiti sorteggiati, il candidato dimostra di possedere una discreta conoscenza
letteraria ed una più approfondita conoscenza dei fondamenti della critica del testo, di cui ha
dato prova anche nella seconda elaborazione scritta.
Prof. Loriano Zurli
CANDIDATO: PELLIN Alessandra
29
La candidata si mostra complessivamente ben informata sugli argomenti sorteggiati di
letteratura e critica del testo, pur con qualche incertezza.
Prof. Giuseppina Allegri
La candidata dimostra una buona preparazione letteraria, in ambito sia greco che latino
tardoantico, e discute con precisione il quesito sorteggiato di critica testuale.
Prof. Loriano Zurli
La candidata ha illustrato con qualche incertezza e in modo non del tutto convincente gli
argomenti proposti. Più apprezzabile la sua esposizione dell’argomento di carattere critico
testuale.
Dott. Grazia Maria Masselli
Allegato 2 verbale 7
Giudizi collegiali prova orale
CANDIDATA: BONADEO Alessia
La candidata dimostra di possedere vaste conoscenze letterarie e solida institutio per
quanto corncerne la critica testuale e i suoi principi. La discussione degli elaborati
conferma pienamente le qualità già messe in luce.
CANDIDATO: GOMEZ GANE Yorick
Il candidato ha discusso gli argomenti sorteggiati (le satire di Persio; recensio: tradizione
diretta e tradizione indiretta) mettendo in luce una buona preparazione di base,
particolarmente sul versante della critica del testo. Convincente anche la discussione sugli
scritti, che gli ha permesso di approfondire l’esame del testo graziano proposto.
CANDIDATO: PELLIN Alessandra
La candidata ha dimostrato una buona preparazione letteraria, in ambito sia greco che
latino, ed ha discusso a dovere il quesito sorteggiato di critica testuale.
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