1 I SERVIZI DI ROAMING NAZIONALE NELLO

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1 I SERVIZI DI ROAMING NAZIONALE NELLO
I SERVIZI DI ROAMING NAZIONALE
NELLO SVILUPPO DELLA TELEFONIA MOBILE
Roberto Roson*
Riassunto
Il meccanismo del roaming permette ad un gestore di servizi di telefonia mobile di offrire
ai propri clienti la copertura del servizio in aree in cui non sono presenti proprie
infrastrutture. Alla luce della tendenza, da parte dei nuovi operatori nel settore GSM, di
fare sempre maggiore affidamento sui servizi di roaming, in alternativa allo sviluppo di
una rete propria, questo lavoro esplora le tematiche del mercato secondario del roaming
attraverso un modello di interazione strategica.
National Roaming Services in the Mobile Telephony Development
Abstract
The roaming mechanism allows a mobile communications operator to supply the service
in areas where her own network infrastructure is absent. On the basis of the current trend,
by new operators in the GSM segment, to rely more and more on roaming services, as an
alternative to proprietary network development, this paper explores the roaming
secondary market issues, by means of a strategic interaction model.
1
1. Introduzione
Chiunque possieda un telefono cellulare conosce probabilmente il significato del termine
roaming, che sta ad indicare un particolare meccanismo di accesso tra reti diverse di
telefonia mobile. In pratica, attraverso il roaming possiamo accedere alla rete di un
operatore differente da quello con il quale abbiamo firmato un contratto per servizi di
telefonia mobile.
Questo meccanismo permette, tra l'altro, di effettuare e ricevere chiamate all'estero,
accedendo ad una rete cellulare gestita da un operatore straniero convenzionato. In questo
caso si parla di "roaming internazionale". Accordi di roaming internazionale vengono
generalmente realizzati su base bilaterale, secondo schemi molto simili a quelli che
regolano le interconnessioni internazionali tra reti di telefonia fissa.
Un secondo tipo di roaming è quello "nazionale", cioè tra operatori che agiscono sullo
stesso territorio. Il meccanismo del roaming nazionale è essenzialmente lo stesso di
quello utilizzato tra operatori di nazionalità differente, ma in questo caso è sempre
presente (almeno potenzialmente) la possibilità di realizzare ed utilizzare una rete
propria, anzichè ricorrere al roaming. Il roaming quindi non è "necessario", ma viene
utilizzato come alternativa all'impiego di proprie infrastrutture.
La regolamentazione dei servizi di roaming nazionale è cambiata molto nel corso del
tempo, e le esperienze realizzate nei diversi paesi sono assai differenti. In Italia, il
roaming nazionale è stato utilizzato principalmente come misura asimmetrica per
l'assistenza all'entrata di nuovi operatori. Ad esempio, Omnitel ha beneficiato di due anni
di roaming obbligatorio a prezzi prestabiliti (dal Ministero delle Comunicazioni) nei
confronti dell'incumbent TIM. Una precondizione per l'accesso al roaming era quella di
aver realizzato almeno il 40% di copertura del territorio con rete propria. I due anni di
roaming (per i quali non era contemplata alcuna proroga), erano concepiti come tempo
tecnicamente necessario a completare una seconda rete di telefonia cellulare in Italia.
Con l'entrata del terzo operatore, Wind, lo schema del roaming nazionale è stato
profondamente modificato. Innanzitutto, le tariffe di accesso sono state lasciate alla libera
contrattazione delle parti, salvo l'intervento della neo-costituita Autorità Garante delle
Comunicazioni in caso di disaccordo i. Il periodo di roaming previsto (18 mesi) poteva poi
2
essere esteso volontariamente (il che si è effettivamente verificato, anche a seguito di
ritardi del piano di sviluppo della rete Wind).
Il quarto gestore italiano di telefonia mobile, Blu, gode attualmente di un regime ancor
più liberale e sfrutta servizi di roaming nei confronti di tutti e tre i gestori preesistenti.
Inoltre lo sviluppo di un mercato secondario di roaming ha portato ad un significativo
calo delle tariffe di accesso.
In virtù della possibilità di offrire servizi di telefonia sfruttando reti già esistenti, ci si può
chiedere se un operatore possa decidere di sostituire permanentemente (in parte o
completamente) la propria rete con l'acquisto di servizi di roaming da altri operatori.
Peraltro, questa situazione si riscontra assai comunemente nella telefonia fissa
tradizionale, dove esistono operatori che agiscono solo in qualità di rivenditori di servizi
di accesso, senza disporre di alcuna infrastruttura di proprietà (ad esempio, la società
scandinava Tele2). La presenza di c.d. "operatori virtuali" è invece assai rara nella
telefonia mobile. Una eccezione interessante è data dalla Norvegia, dove sono presenti
due operatori nazionali a copertura completa ed una grande quantità di operatori regionali
di piccole dimensioni, che agiscono esclusivamente attraverso roaming nei confronti di
uno dei due operatori nazionali.
Al contrario, altre realtà sono caratterizzate da una totale assenza di roaming nazionale.
Ad esempio, in Finlandia l'operatore entrante Telia ha invocato l'intervento dell'Authority
locale per ottenere roaming dai due gestori incumbents Sonera e Radioljnia. L'istanza è
stata rigettata con l'argomentazione che le raccomandazioni del GSM Memorandum of
Understanding (l'associazione internazionale che regola gli standard di interconnessione
tra reti GSM) non si applicano tra operatori che agiscono sullo stesso territorio.
In effetti, l'adozione del roaming in ambito domestico dà luogo ad alcuni problemi.
Innanzitutto le bande di frequenza assegnate ai diversi operatori costituiscono una risorsa
scarsa (la cui esistenza spiega le restrizioni all’ entrata nel mercato). Un operatore che
rinunci a sviluppare una rete propria, per appoggiarsi a reti preesistenti, rinuncia in
pratica ad utilizzare una risorsa che gli è stata assegnataii.
Un'altra problematica è legata al cosiddetto "hand-over", ovvero al meccanismo che
permette il trasferimento di controllo di una comunicazione tra due celle adiacenti,
quando il soggetto che effettua o riceve una chiamata si muove nello spazio. Se le celle
3
che "prendono in carico" l'apparecchiatura ricetrasmittente appartengono a due operatori
diversi, è probabile che la comunicazione "cada", cioè che venga interrotta. Quindi,
maggiori sono le possibilità di passaggio tra reti di gestori diversi, maggiori saranno i casi
di caduta di linea.
Quando un telefono cellulare si collega ad una certa rete, il nome del gestore della rete
stessa compare nel display. Con il roaming, il semplice fatto che il nome di un
concorrente compaia sul telefono di un proprio cliente costituisce senza dubbio una
perdita di immagine per un’impresa. Inoltre, il cliente che dovesse riscontare problemi
nella qualità dei servizi ottenuti non potrebbe rivolgersi direttamente al gestore con il
quale ha in essere un rapporto contrattuale.
I servizi di roaming nazionale, pertanto, non sono perfettamente equivalenti ai servizi
erogati attraverso infrastrutture proprie. Sono, secondo la terminologia economica, degli
imperfetti sostituti. Tuttavia l'utilizzo del roaming permetterebbe di evitare la
duplicazione dei costi fissi di infrastruttura (in presenza di eccesso di capacità), e
l'adozione del roaming andrebbe valutata in base al "trade-off" tra qualità del servizio e
risparmi di costo.
Da questo punto di vista, è curioso notare come le politiche adottate, ma anche gli studi
teorici, abbiano seguito strade divergenti nei due casi della telefonia fissa e della telefonia
mobile. Nella telefonia tradizionale, un tema ricorrente è quello della regolamentazione
dell'accesso alle infrastrutture per le imprese entranti, finalizzato ad evitare costose
duplicazioni di rete (ad es., Armstrong, Doyle e Vickers (1996), Armstrong (1998),
Laffont e Tirole (2000)). Il campo di applicazione tipico è quello del cosiddetto
"unbundling" dell'ultimo miglio, cioè delle connessioni terminali verso l'utenza
residenziale e di affari.
Nella telefonia mobile, invece, l'obiettivo di evitare duplicazioni di costi fissi non è stato
sinora tra le priorità dell' azione di regolamentazione. Una spiegazione banale può essere
quella della relativa minor importanza dei costi fissi. L' evidenza empirica di questa
argomentazione è tuttavia scarsa: se alcuni studi avevano escluso la presenza di economie
di scala in questo settore (McKenzie e Small (1997)), studi più recenti e basati su serie di
dati più consistenti hanno rilevato l'esistenza di economie di scala non trascurabili
(Foreman e Beauvais (1999)).
4
Vi è poi il problema delle esternalità negative, vere o presunte, associate ai campi
elettromagnetici generati dalle antenne dei ripetitori. A causa delle preoccupazioni sorte
attorno a questo tema, le imprese che intendono sviluppare una propria rete incontrano
sempre maggiori difficoltà nell'individuare siti in cui installare nuovi ripetitori, e spesso
sono costrette a pagare somme elevate come diritti di servitù. In Italia, questo ha portato
ad un rallentamento dei piani di sviluppo delle reti dei nuovi concorrenti GSM. D'altra
parte, potendo questi ultimi godere della alternativa del roaming nazionale a prezzi
decrescenti, stanno di fatto trasformando il roaming nazionale da fenomeno transitorio a
soluzione quasi permanente.
Tutto questo è stato possibile perchè, sinora, il traffico si è mantenuto largamente al di
sotto della capacità offerta, ed i fenomeni di congestione sono stati rari e confinati ad
alcune zone urbaneiii. E' possibile che l'avvento dei telefoni cellulari di terza generazione
(UMTS), caratterizzati da flussi di dati assai più consistenti, generi una pressione
maggiore sulle infrastrutture. Il roaming nazionale in questo caso potrebbe fornire una
soluzione per far fronte a problemi temporanei di congestione (Foros, Hansen e Sand
(2001))iv.
In sintesi, il meccanismo del roaming effettuato all'interno di un territorio nazionale offre
un'alternativa tecnicamente semplice all'impiego di una infrastruttura proprietaria.
L'applicabilità del roaming in un mercato liberalizzato, come pure la sua desiderabilità
sociale, è però un problema squisitamente economico. L'estensione di un mercato
secondario di accesso alle reti dipende dalla convenienza alla cooperazione da parte delle
imprese, e dai prezzi che vengono a determinarsi.
Questo lavoro intende esplorare questi temi, principalmente attraverso un modello che
inquadra le problematiche del roaming in un contesto di interazione strategica. Dal
momento che è particolarmente difficile conservare un livello accettabile di trattabilità
analitica in questo ambito, il modello adotta alcune assunzioni particolari che
semplificano molto i passaggi analitici, senza intaccare il significato più generale dei
risultati. Potenziali estensioni del modello vengono discusse successivamente.
La struttura del lavoro è pertanto la seguente: nella sezione successiva verrà introdotto ed
illustrato il modello, mentre nella terza sessione verranno discusse le possibili varianti.
5
Come di consueto, una sezione conclusiva sintetizzerà i principali risultati qualitativi
dell’analisi.
2. Un modello semplice
Le principali questioni legate al roaming nazionale possono essere analizzate con un
semplice modello di gioco sequenziale. Si consideri inizialmente un mercato di telefonia
mobile in cui sono presenti due operatori: un incumbent ed un entrante.
L’ex-monopolista possiede una rete a copertura geografica completa, avente eccesso di
capacità di trasmissione, e per la quale sono stati sostenuti in passato costi di
investimento non recuperabili.
L’operatore entrante decide innanzitutto come realizzare la propria rete, cioè quanta
infrastruttura costruire ed eventualmente se ricorrere ai servizi di roaming offerti
dall’incumbent. Si assume che il roaming sia effettuato laddove l’infrastruttura
proprietaria è assente.
I clienti di entrambi i gestori pagano un canone ed effettuano un numero fisso di
chiamate, ma possiedono differenti disponibilità a pagare e possono non sottoscrivere
alcun contratto (rinunciando in questo caso al servizio). L’eterogeneità dei consumatori si
traduce in una domanda di tipo lineare che, per ciascun operatore (i,j) assume la forma:
(1)
pi = ai − aiqi − aiq j
Il parametro ai rappresenta un indice della qualità del servizio, che in questo caso viene
ricondotta all’estensione geografica della rete. Pertanto questo parametro assume valori
nell’intervallo [0,1], dove 1 sta ad indicare copertura completa (questo è dunque il valore
del parametro per l’impresa incumbent). In corrispondenza dell’estensione della rete
aumenta il valore di ai, cioè si espande la domanda perché il valore dei servizi dipende
dal grado di copertura della rete.
Il significato della (1) può essere compreso forse più facilmente dividendo ambo i
membri dell’equazione per ai. In questo caso si può notare che le imprese concorrenti si
confrontano con funzioni di domanda uguali, se queste vengono definite in termini di
prezzo “edonico” pi/ai. Quest’ultimo rappresenta un prezzo ipotetico, definito in termini
di livelli di qualità dei serviziv.
6
Si noti inoltre che la realizzazione della rete dell’entrante espande la domanda
complessiva del mercato. Ciò, in effetti, corrisponde all’esperienza storica, visto che
l’entrata di nuovi concorrenti si è generalmente associata ad un’espansione del mercato.
Una possibile spiegazione di questo fenomeno fa riferimento all’aumentato grado di
differenziazione dei prodotti, in un mercato con consumatori eterogenei.
La realizzazione della rete di proprietà dell’entrante (w) dà luogo a costi quadratici del
tipo:
(2)
C(w) =
c 2
w
2
Si assume che il prezzo dei servizi di roaming sia proporzionale all’ammontare dei servizi
stessi, per cui la parte di copertura realizzata indirettamente attraverso roaming dà luogo,
per l’entrante, ad una semplice struttura lineare di costivi:
(3)
C(a − w) = f (a − w)
A causa delle diverse ragioni discusse nella sezione introduttiva, il roaming domestico
viene valutato come un imperfetto sostituto dei servizi effettuati attraverso infrastruttura
proprietaria. Questa particolarità viene qui modellata in maniera molto semplice: si
ipotizza che una unità di copertura geografica realizzata attraverso roaming corrisponda,
dal punto di vista dei consumatori, ad
1 unità di copertura proprietaria. Quindi,
è
un indice della qualità relativa dei servizi di roaming.
Il caso di mercato liberalizzato viene modellato come gioco sequenziale. Innanzitutto,
l’incumbent fissa i prezzi dei servizi di roaming. Eventualmente il prezzo può essere
fissato ad un livello talmente elevato che i servizi non vengono concessi all’entrante. In
seconda battuta, l’entrante decide quanto spazio geografico coprire con la propria rete, e
come coprirlo (se con infrastruttura propria o attraverso roaming). Infine, i duopolisti si
confrontano nel mercato, secondo una competizione alla Cournot.
La soluzione del gioco si ottiene come di consueto analizzando gli equilibri dei sottogiochi, in ordine inverso. Consideriamo quindi i diversi stadi del processo.
Terzo Stadio
In questa fase l’estensione territoriale della rete del nuovo operatore (a) è nota. Le due
imprese competono sulle quantità generando un equilibrio duopolistico alla Cournot:
7
max Π i = qi (1− qi − qe )
(4)
qi
max Π e = qe (a − aqi − aqe )
qe
Le quantità di equilibrio, che corrispondono al numero di sottoscrittori per l’incumbent i
e per l’entrante e, non dipendono in questo caso da a. Di conseguenza anche i profitti
ottenuti dall’incumbent nel mercato dei servizi ai consumatori non dipendono dal grado
di estensione della rete del concorrente:
(5’)
qi =
1
3
qe =
1
3
(5”)
pi =
1
3
pe =
a
3
L’invarianza delle quantità di equilibrio discende dalle particolari proprietà della
funzione di domanda adottata in questo modellovii. In ogni caso, si noti che la posizione
delle due imprese non è simmetrica, in quanto prezzi e profitti dell’entrante rimangono,
comunque, dipendenti dal livello di copertura della rete.
Secondo Stadio
L’entrante stabilisce l’estensione della propria rete (a), considerando i ricavi nel mercato
primario ed i costi di copertura territoriale:
(6)
max Ψe = Πe (a) − C(a)
a
I ricavi marginali, in termini di a, sono in questo caso costanti:
(7)
dΠ e 1
=
da
9
L’entrante ha due modi di espandere la propria rete: direttamente attraverso la
realizzazione di infrastrutture di proprietà (2) o indirettamente attraverso il roaming (3).
Dato che quest’ultimo è prezzato linearmente, i profitti marginali associati alla seconda
alternativa sono anch’essi costanti. Quindi, se il prezzo del roaming non è eccessivo, i
profitti marginali restano strettamente positivi, e l’entrante deciderà di sviluppare la
propria rete al massimo livello di copertura.
Tuttavia, dato che il roaming fornisce un servizio di qualità relativamente inferiore, il
valore effettivo del parametro a sarà dato da:
(8)
a = w + (1− w)
8
Dunque, solo se =1 (massima qualità del roaming) il mercato dell’entrante avrebbe la
stessa dimensione di quello dell’ex-monopolista.
Dovendo stabilire quanta parte della copertura viene realizzata attraverso la costruzione
di infrastruttura proprietaria, l’entrante effettua un confronto tra i profitti marginali delle
due alternative a disposizione, in maniera tale che l’investimento in infrastruttura propria
resta stabilito da una condizione di indifferenza del tipo:
(9)
dΠ e
− cw =
da
dΠ e
−f
da
purché:
(10)
f≤
9
w ≤1
Risolvendo la (9) si ottiene il livello ottimale di copertura realizzata attraverso proprie
infrastrutture:
(11)
 1+ 9 f − 

w = min1,


9c
Si osservi come questo dipenda positivamente dal prezzo del roaming e negativamente
dai costi di costruzione e dalla qualità del roaming stesso.
Primo Stadio
L’ex-monopolista deve fissare un prezzo f per i servizi di roaming. Si può
immediatamente notare che non è nell’interesse dell’incumbent ostacolare l’entrante,
negandogli l’accesso al roaming: il mercato primario non dipende dal mercato
dell’entrante, e la fornitura di servizi di roaming è un modo attraverso il quale
l’incumbent partecipa indirettamente alla creazione di nuova domanda.
Infatti, massimizzando i profitti complessivi dell’incumbent,
(12)
max Ψi = Πi + f (1− w( f , ,c))
f
si ottiene:
(13)

f = min ,
9
+ 9c − 1

18 
che è crescente nei costi di costruzione e nella qualità del roaming.
Sostituendo la (13) nella (11) si ottiene:
9
(14)
 1 1− 

w = min1, +
 2 18c 
Quindi l’entrante copre almeno metà del territorio con mezzi propri. L’incumbent opera
invece da monopolista nel mercato secondario, sfruttando un potere di mercato che
dipende positivamente sia dalla qualità del roaming, sia dai costi di costruzione di nuove
infrastrutture.
Variante: Roaming Competitivo
Si consideri una modifica banale dello schema sin qui illustrato. Al posto di un singolo
incumbent, si immagini l’esistenza di due imprese già presenti nel mercato, aventi le
stesse caratteristiche. Le due imprese agiscono in maniera non-cooperativa fissando
indipendentemente il prezzo dei servizi di roaming.
In questo caso si otterrebbe una “guerra dei prezzi”, ed un equilibrio alla Bertrand: f=0.
L’assunzione implicita in questo caso è che i servizi di roaming siano qualitativamente
equivalenti agli occhi dell’impresa entrante. Ciò appare realistico se si fa riferimento ai
diversi fattori che determinano la qualità del roaming, discussi nella sezione introduttiva,
che sono tutti al di fuori del controllo dell’impresa offerenteviii.
Se si inserisce la condizione f=0 nell’equazione (10) si ottiene:
(15)
 1− 

w = min1,
 9c 
Ovviamente, se
=1, l’entrante si baserebbe esclusivamente sul roaming e non
costruirebbe alcuna infrastruttura, dato che non vi sarebbero differenze qualitative tra
roaming e servizi proprietari, mentre la costruzione di una rete propria comporterebbe
costi di costruzione.
Ottimo Sociale
L’esistenza di competizione perfetta nel mercato secondario non implica che la scelta di
estensione della rete dell’entrante sia socialmente ottimale. Per osservare questo punto, si
immagini la presenza di un pianificatore benevolente, che sceglie w massimizzando la
somma non pesata del surplus dei consumatori e dei produttori.
10
Se le imprese competono come nel primo stadio del gioco, il surplus lordo associato alla
curva di domanda (1) risulta essere:
(16)
GS(a) =
q max = 2 / 3
∫ p (a,q ,q = 1/3) dq
e
e
i
e
=
0
2a 2 1 2a
=
3 32 9
cioè, esattamente il doppio del ricavo dell’entrante.
Il surplus complessivo può dunque essere espresso come:
(17)
cw 2 1
TS(a,w) = GS (w + (a − w)) −
= (4a − 9cw 2 + 4w(1− ))
2
18
Si noti come questa funzione sia crescente in a, vale a dire è socialmente desiderabile
avere la massima copertura (a=1). Inoltre, massimizzando la (17) rispetto a w si ottiene:
(18)
 2(1 − )

w = min1,

9c 
Confrontando la (18) con la (15), si può notare che l’estensione della rete proprietaria
scelta dall’impresa entrante è sempre inferiore o uguale a quella che verrebbe scelta da un
pianificatore.
Il motivo è semplice. La rete proprietaria rimpiazza i servizi di roaming, che vengono
considerati di qualità inferiore. Quindi, un investimento in infrastruttura corrisponde ad
un investimento in qualità finalizzato ad espandere la domanda. Tuttavia, se i prezzi sono
lineari, i benefici dell’investimento non vengono totalmente internalizzati nei profitti
(nella fattispecie, solo metà dei benefici). L’esternalità positiva conduce di conseguenza
ad un livello di investimento troppo basso.
La soluzione del gioco permette di esprimere il livello di copertura effettuato con mezzi
propri dall’impresa entrante come funzione dei costi di costruzione e della qualità relativa
dei servizi di roaming. Confrontando le espressioni (14), (15) e (18) si può formulare la
seguente conclusione:
Proposizione: L’estensione socialmente ottimale della rete di proprietà dell’entrante è
sempre maggiore o uguale di quella autonomamente scelta dall’impresa, quando questa
11
può ottenere un prezzo dei servizi di roaming allineato ai costi marginali. Inoltre, il
grado di copertura realizzato quando il roaming è offerto da un monopolista è maggiore
rispetto al caso di roaming competitivo. I risultati in competizione e socialmente ottimi
coincidono quando la qualità relativa del roaming è massima. I risultati in competizione
e in monopolio coincidono se la copertura effettuata dall’entrante con infrastrutture
proprie è completa.
Fissando un valore arbitrario per il parametro c, la figura 1 visualizza la relazione tra
grado di copertura (0 w 1) e qualità (0
1) nei tre casi considerati (una singola
impresa incumbent (1 Inc.), due imprese in competizione (2 Inc.), ottimo sociale (Ott.
Soc.)).
INSERIRE FIG.1 IN QUESTO PUNTO
Sono due i meccanismi che conducono a questi risultati. Il primo è l’effetto di esternalità
positiva, a cui si è già accennato. Questo effetto è tanto maggiore quanto più è
significativo il gap di qualità tra roaming e servizi effettuati direttamente, con
infrastrutture proprie. Questo spiega perché i livelli di investimento associati ai casi
competitivo e socialmente ottimo divergono al diminuire della qualità, a partire da un
punto comune.
Il secondo effetto è lo sfruttamento del potere di mercato del singolo incumbent che,
facendo aumentare il prezzo dei servizi di roaming, induce l’entrante ad espandere la
propria rete. L’effettivo potere di mercato dell’incumbent dipende dall’ampiezza del
mercato secondario. Se la qualità del roaming è bassa, l’entrante opterà per una maggiore
estensione della propria rete, rinunciando ai servizi di roaming. Questo spiega perché le
soluzioni dei casi con uno o più incumbents divergono all’aumentare della qualità
relativa, a partire da un punto comune, in corrispondenza del quale l’entrante copre
l’intero territorio con proprie infrastruttureix.
2. Discussione ed estensioni
12
Nel modello sin qui presentato non vi sono costi di produzione dei servizi di roaming.
Nella realtà, alcuni costi potrebbero essere sostenuti dall’incumbent.
Costi di tipo convenzionale potrebbero essere associati all’utilizzo o all’adattamento della
propria rete di stazioni radio. Costi di tipo indiretto potrebbero emergere come
conseguenza del deterioramento del mercato primario, se una parte dei clienti fosse persa
o attratta dal concorrente. Anche se il significato e l’origine di questi costi può essere
diversa, le conseguenze economiche, in termini di equilibrio di mercato, sono similix.
La presenza di costi di produzione renderebbe il modello più complicato, ma non
altererebbe in maniera significativa i risultati. I costi entrerebbero in gioco nel primo
stadio del gioco, influenzando i prezzi dei servizi di roaming, nel modo consueto: se il
mercato secondario fosse pienamente competitivo, i costi verrebbero trasferiti sul prezzo,
mentre se il mercato fosse monopolistico si osserverebbe un parziale assorbimento dei
costi stessi nel margine di profitto.
Ad esempio, se vi fossero costi g proporzionali al livello offerto dei servizi roaming, la
(12) verrebbe modificata in:
(12’)
max Ψi = Πi + ( f − g)(1 − w( f , ,c))
f
Da cui si otterrebbe:
(13’)

+ 9c −1
f = min ,
+
9
18
g
2
E’ facile anche immaginare come questo modello potrebbe essere riformulato in chiave
dinamica. Essenzialmente, il problema di stabilire il livello di investimenti in nuova
infrastruttura andrebbe concepito come un problema affrontato dall’entrante all’inizio di
ogni periodo, in una sequenza temporale nella quale lo sviluppo della rete si realizza in
maniera cumulativa. In altre parole, l’impresa entrante dovrebbe stabilire in ciascun
periodo quanta nuova infrastruttura costruire, nella parte di territorio ancora non
direttamente coperta:
(6’)
max
a1 ,a 2 ,a 3 ,L
Ψe = (Π e (a1 ) − C(a1 )) + (Π e (a1 + a2 ) − C(a2 )) +
dove ≤1 rappresenta il fattore di sconto.
13
2
(Π e (a1 + a2 + a3 ) − C(a3 )) + L
Se fosse mantenuta l’ipotesi particolare di costi quadratici di costruzione, l’impresa
entrante finirebbe per espandere progressivamente la propria rete, sino alla copertura
completa. Questo perché i costi marginali di costruzione sono trascurabili per livelli
modesti di investimento (in quanto c’(0)=0).
In ogni caso, i risultati ottenuti manterrebbero la loro validità se interpretati in termini di
velocità di realizzazione della rete. Ad esempio, se il mercato dei servizi di roaming fosse
monopolistico, l’impresa entrante completerebbe la propria rete in un tempo più breve,
rispetto al caso competitivo. Per notare questo punto, si osservi che la struttura di mercato
influisce sul prezzo f e quindi sui parametri C(.) della (16’): un roaming più costoso si
tradurrebbe in un minor investimento in infrastruttura propria, in ciascun periodo. Dato
che, in ogni caso, l’impresa entrante finisce col realizzare una copertura completa del
territorio con proprie infrastrutture, l’ottenimento di questo risultato richiederà un numero
maggiore di periodi, quando il roaming è offerto in maniera monopolistica.
3. Conclusioni
La prima fase di sviluppo della telefonia mobile, in Italia come in altri paesi europei, è
stata caratterizzata da un’azione regolamentatoria tesa a creare le condizioni per una
“competizione tra reti”, anziché una “competizione nelle reti”. Di conseguenza, è stata
incoraggiata la creazione di reti parallelamente concorrenti, anche a scapito di possibili
duplicazioni di costi.
Con il progressivo ampliamento del mercato, l’entrata di nuovi operatori e le crescenti
difficoltà nell’installazione di stazioni radio hanno progressivamente portato il regolatore
ad allentare i vincoli alla cooperazione tra imprese di telefonia mobile. Il meccanismo del
roaming nazionale è venuto così a trasformarsi da misura asimmetrica temporanea a
servizio liberamente contrattato, in un mercato intermedio secondario.
Questo lavoro ha approfondito alcune tematiche legate al funzionamento di questo nuovo
mercato. E’ stato osservato che, nella misura in cui l’entrata di concorrenti porta ad
un’espansione della domanda (ad esempio attraverso un aumentato grado di
differenziazione dei servizi), non è nell’interesse delle imprese incumbents precludere
l’accesso alle proprie infrastrutture, in presenza di eccesso di capacità.
14
Inoltre, è stato sottolineato il particolare ruolo giocato dalla qualità relativa dei servizi in
roaming, rispetto ai servizi offerti con infrastrutture proprietarie. Nell’introduzione sono
stati discussi i diversi fattori, generalmente non controllabili dalle imprese, che portano a
ritenere che il roaming sia una alternativa qualitativamente inferiore ai servizi offerti per
via diretta.
Il modello, sviluppato nelle pagine precedenti, ha permesso di evidenziare come il livello
di qualità determini l’equilibrio e la desiderabilità sociale delle diverse strutture di
mercato. Se il roaming offrisse servizi sostanzialmente equivalenti a quelli diretti, sarebbe
auspicabile un massiccio utilizzo di questo strumento per evitare duplicazioni di costi
fissi, in maniera simile a quanto avviene nella telefonia fissa. Ciò potrebbe essere
realizzato promuovendo un’effettiva concorrenza nel mercato secondario oppure, se si
prescinde da problematiche di informazione asimmetrica, imponendo tariffe di accesso
allineate ai costi.
Se il roaming fosse invece un servizio di livello sensibilmente inferiore, si verrebbe a
creare un “trade-off” tra risparmi nei costi di infrastruttura e minor qualità (che si traduce
in una contrazione della domanda). In questo caso potrebbe non essere sufficiente una
politica di “marginal cost pricing”, perché l’impresa entrante potrebbe non avere incentivi
sufficienti, dal punto di vista sociale, ad investire in infrastrutture proprie. In questo caso
il regolatore potrebbe tollerare un certo potere monopolistico nel mercato secondario che,
attraverso tariffe di accesso più elevate, limiterebbe il ricorso al roaming da parte
dell’impresa entrante.
15
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Griliches, Z., ed., (1971), Price Indexes and Quality Change: Studies in New Methods of
Measurement, Harvard University Press, Cambridge, Mass..
Laffont, J.J., e Tirole, J., (2000), Competition in Telecommunications, MIT Press,
Cambridge Mass.
McKenzie, D.J., Small, J.P., (1997), “Econometric Cost Structure Estimates for Cellular
Telephony in the United States”, in “Journal of Regulatory Economics”, vol. 12,
pp. 147-157.
16
Figura 1 – Copertura della rete di proprietà dell’entrante in funzione della qualità dei
servizi di roaming.
17
*
Dipartimento di Scienze Economiche, Università Ca’Foscari di Venezia. E-mail:
[email protected].
Varie persone hanno contribuito al presente lavoro con informazioni e commenti, tra cui:
Linda Cani (Wind), Paolo Di Domenico (Omnitel), Carlo Cambini, Heli Koski, Eli
Noam, Jan Sand, ed un referee anonimo. La responsabilità degli errori e delle valutazioni
espresse rimane comunque in capo allo scrivente.
i
Inoltre le tariffe dovevano essere “orientate ai costi”.
ii
In parte questo problema potrebbe essere risolto suddividendo il territorio in zone e
procedendo all'assegnazione delle frequenze zona per zona.
iii
In ogni caso, è possibile fare fronte a problemi di capacità aumentando la densità
delle celle.
iv
Generalmente, il roaming viene applicato selezionando la rete il cui accesso è
consentito e la cui intensità del segnale è massima. Tuttavia, le modalità di selezione
delle reti sono essenzialmente un problema di programmazione del software contenuto
nelle schede SIM. Il modo in cui le reti vengono scelte è quindi un problema di
regolamentazione, più che di natura tecnica.
v
Si immagina dunque che un aumento (diminuzione) di prezzo possa essere compensata
da un aumento (diminuzione) della qualità. Ciò presuppone che la qualità venga misurata
in termini di equivalenti monetari di variazioni dell’utilità del consumatore (Griliches
(1971)).
vi
Per semplicità, l’entrante paga, per la copertura del territorio, una sorta di costo fisso,
che non dipende dal numero di chiamate effettuate dai propri clienti in aree con assenza
di copertura diretta.
vii
Un aumento di a genera, infatti, una contemporanea espansione della domanda ed
una diminuzione dell’elasticità della domanda stessa. I due effetti combinati mantengono
costante la quantità di equilibrio, isolando perciò il mercato primario dell’incumbent
dagli effetti di estensione della rete dell’entrante.
viii
Peraltro non si possono escludere schemi più sofisticati nei quali la qualità diventa,
almeno in parte, una variabile strategica. Ad esempio, in caso di congestione, un’impresa
potrebbe dare priorità alle chiamate che coinvolgono propri clienti. L’uso strategico della
qualità di trasmissione è stata oggetto di interessanti studi in alcuni mercati a rete (ad es.,
Crémer, Rey e Tirole (1999)), ma – a conoscenza dello scrivente – non sono disponibili
studi che riguardino specificatamente la telefonia mobile.
ix
Il punto comune può anche non esistere se i costi di costruzione sono elevati. In
generale, all’aumentare del parametro c il punto di intersezione delle due curve in figura
1 si sposta verso sinistra.
x
Ad esempio, si immagini che il parametro ai nell’equazione (1) sia reso inversamente
proporzionale al volume dei servizi di roaming. In questo caso, è possibile riarrangiare i
termini nella funzione di profitto dell’incumbent, in maniera da esplicitare una
componente di costo direttamente collegata ai livelli di offerta dei servizi roaming.
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