Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani

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Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani
Articolo originale • Original article
Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani
Suicide and the Internet: a search on Italian websites
C. De Rosa, V. Del Vecchio, L. Del Gaudio, G. Sampogna, M. Luciano, D. Giacco, A. Fiorillo
Dipartimento di Psichiatria, Università di Napoli SUN
Summary
Objectives
Internet has recently become an important source of information
on suicide. The few studies carried-out on the role of the Internet on suicidal behaviors have highlighted the rapid spreading
of websites promoting suicide, their accessibility and the easy
access to information on how to commit suicide. The aim of the
study is to: a) conduct a search on Italian websites that can be
easily made by anyone seeking information on suicide; b) compare the Italian results with those coming out from an analogue
study conducted on English websites.
Methods
The search has been performed using the following terms: suicide, methods for suicide, committing suicide, effective ways
of suicide, how to commit suicide, suicide without pain, fast
suicide. These terms have been included in the 5 most popular
Italian search engines: Google, Yahoo, Bing, Virgilio and Libero.
The first 10 displayed websites have been listed according to 14
categories. In order to identify accessibility, each website was
Riassunto
Obiettivi
Negli ultimi anni, i media sono diventati una delle principali
fonti di informazione sul tema del suicidio. La funzione svolta
da Internet è poco nota e solo di recente la letteratura ha approfondito in modo sistematico il suo ruolo nella promozione dei
comportamenti suicidari, evidenziando la diffusione dei siti che
promuovono il suicidio, la loro accessibilità, e la semplicità con
cui è possibile reperire sul web istruzioni su come suicidarsi con
metodi sicuri e letali. L’obiettivo dello studio è stato di replicare
i risultati di una ricerca sul web in italiano che può essere fatta
da chi cerca informazioni su come suicidarsi.
Metodi
Sono state inserite nei 5 motori di ricerca più diffusi in Italia le
parole che potrebbero essere utilizzate con maggior probabilità.
Le prime 10 pagine web visualizzate sono state, successivamen-
rated with a score from 1 (very low accessibility) to 10 (maximum level of accessibility).
Results
The vast majority of the websites provides information on how
to commit suicide and promote or encourage suicide. Only few
sites have preventive or deterrence information. The pro-suicide
websites appear first in search results and, therefore, they are
more accessible.
Conclusions
The results of this study highlight the need to have regulations
or filters for websites on suicide. Mental health professionals
should ask their patients about attitudes about Internet, particularly those who are depressed, with a high risk of suicide, and
adolescents. Physicians should help their patients to identify the
supporting sources available on the web, so that the use of the
Internet could be useful rather than dangerous.
Key words
Internet • Suicide • Media
te, inserite in 14 categorie. A ciascuna di esse è stato, inoltre, attribuito un punteggio che ne potesse identificare l’accessibilità.
Risultati
La maggior parte dei siti fornisce informazioni su come suicidarsi e promuove o incoraggia il suicidio. Una percentuale minore
si occupa di prevenzione, o scoraggia esplicitamente i comportamenti suicidari. I siti pro-suicidio sono spesso ai primi posti
nei risultati delle ricerche, quindi più facilmente accessibili.
Conclusioni
La mancanza di controllo sulla diffusione di informazioni online
rende utile una regolamentazione o l’utilizzo di software di filtro. Gli psichiatri dovrebbero raccogliere informazioni sull’utilizzo di Internet da parte dei loro pazienti, soprattutto quelli affetti da depressione, a rischio di suicidio e adolescenti.
Parole chiave
Internet • Suicidio • Media
Corrispondenza
Corrado De Rosa, Dipartimento di Psichiatria, Università di Napoli SUN, largo Madonna delle Grazie, 80138 Napoli, Italia • E-mail: [email protected]
376
Giorn Ital Psicopat 2011;17:376-382
Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani
Introduzione
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il suicidio rappresenta una delle cause di morte più frequenti
nel mondo occidentale: ogni anno, infatti, circa 1 milione di persone si toglie la vita (si muore di più per suicidio
che per incidenti stradali), e un numero di circa 10-20
volte superiore tenta di farlo 1. In passato, il suicidio era
più diffuso tra le persone anziane, ma oggi è tra le prime
cause di morte nella fascia d’età compresa tra i 15 e i
34 anni. Esso rappresenta, pertanto, un problema complesso per la pratica psichiatrica, spesso sottovalutato per
la presenza di pregiudizi culturali e sociali, nonché per
problemi di carattere legale e assicurativo.
Negli ultimi anni, i mass-media sono diventati una delle principali fonti di informazione su molti temi di interesse sanitario e sociale. Alcune recenti review 2-4 hanno
approfondito il rapporto tra media e rischio di suicidio,
evidenziando il ruolo di televisione, giornali e cinema,
soprattutto tra gli adolescenti.
È stato dimostrato 5 che i mezzi di informazione possono
influenzare la scelta del metodo utilizzato per togliersi la
vita; inoltre, quando viene data forte eco mediatica a fatti
di cronaca che riguardano persone che si sono suicidate,
soprattutto quando si tratta di personaggi pubblici, i tassi
di suicidio e tentato suicidio nella popolazione generale
aumentano 6.
Peraltro, nonostante la carenza in letteratura di studi
metodologicamente indirizzati a valutare l’outcome in
modo prospettico o retrospettivo, Internet potrebbe svolgere un ruolo importante nella promozione dei comportamenti suicidari. Solo di recente sono stati condotti studi
che hanno indagato in modo sistematico il rapporto tra
psichiatria e tecnologie 7 e, a oggi, sono disponibili dati
limitati sulla possibilità che i siti web contribuiscano ad
aumentare il rischio di suicidio, sebbene i risultati delle
prime ricerche si orientino in questa direzione. D’altra
parte, il web potrebbe diventare una risorsa importante per favorire tra gli utenti un confronto su temi spesso
difficili da affrontare di persona, come quelli relativi alla
salute mentale. Uno studio americano 8 ha, infatti, dimostrato che Internet rappresenta una delle fonti principali
per acquisire informazioni sulla propria salute e, più in
generale, sui disturbi psichiatrici.
Per quanto attiene più specificamente al ruolo di promozione e prevenzione dei comportamenti suicidari,
le evidenze scientifiche non hanno ancora chiarito se
l’utilizzo di Internet comporti dei benefici o se, piuttosto,
rappresenti un fattore di rischio per i comportamenti suicidari 9. Se è vero che il web potrebbe essere una risorsa
e una fonte preziosa di informazione sul suicidio, favorendo il contatto degli utenti con i gruppi di auto-aiuto
o con agenzie per la salute mentale, è anche vero che
la mancanza di controllo della qualità delle informazio-
ni diffuse online rende Internet una potenziale fonte di
pericolo anziché uno strumento di informazione e prevenzione. Infatti, è stata recentemente documentata l’influenza negativa su alcuni comportamenti disfunzionali,
come quelli suicidari, del web 10. Ciononostante, questo
potenziale ruolo di Internet sulla promozione di condotte
disfunzionali è stato spesso sottovalutato.
Biddle et al. 9 hanno recentemente documentato una
maggiore accessibilità a siti che promuovono esplicitamente il suicidio o che forniscono informazioni su come togliersi la vita nel modo più breve e meno doloroso
possibile piuttosto che a siti che lo scoraggiano. Inoltre,
molti siti forniscono spesso informazioni dettagliate sulla
velocità e sulla certezza della morte in relazione al metodo scelto. Infine, oggi sono sempre più frequenti forum
e chat room che diffondono informazioni su come suicidarsi, facilitano il contatto tra persone che pianificano
insieme il suicidio e incoraggiano l’utilizzo del suicidio
stesso come efficace strategia di problem solving 8. Questi siti, oltre a essere ampiamente diffusi, sono facilmente
accessibili attraverso l’utilizzo di parole chiave immediate e intuitive.
Lo studio di Biddle et al. ha documentato la facilità con
cui è possibile reperire informazioni on line su come togliersi la vita: inserendo alcune semplici parole-chiave
nei cinque motori di ricerca più utilizzati in UK, è stato
possibile appurare che un quinto dei siti visualizzati era
dedicato al suicidio, la metà lo incoraggiava, promuoveva o facilitava e che solo il 13% dei siti offriva sostegno
e informazioni sulla prevenzione dei comportamenti suicidari 9. Lo studio è stato condotto esclusivamente sui siti
Internet in lingua inglese e, a oggi, non esistono approfondimenti che riguardino una revisione critica di quelli
disponibili in lingua italiana.
L’elevata diffusione dell’utilizzo di Internet, la limitata
conoscenza delle lingue straniere in Italia rispetto agli
altri Paesi Europei, l’attuale dibattito scientifico e culturale sulle problematiche inerenti il tema del suicidio
e dell’uso disfunzionale del web, hanno rappresentato
il background di questo studio, il cui obiettivo è stato
quello di replicare i risultati di una ricerca online che
potrebbe essere fatta da chiunque cerchi informazioni in
italiano su come suicidarsi, adottando come guida la metodologia adottata da Biddle et al. 9.
Materiale e metodi
Sulla base della metodologia adottata nello studio “Suicide and the Internet” 9, sono stati esaminati i siti web che
può visitare chi voglia trovare informazioni in italiano sul
suicidio, attraverso i 5 motori di ricerca più diffusi nel
nostro paese: Google, Yahoo, Bing, Virgilio e Libero.
Le parole-chiave utilizzate e inserite nei motori di ricerca sono state: “suicidio”, “metodi per il suicidio”, “me377
C. De Rosa et al.
todi sicuri di suicidio”, “metodi efficaci per suicidarsi”,
“come suicidarsi”, “come uccidersi”, “metodi facili per
suicidarsi”, “suicidio senza sofferenza”, “suicidio senza
paura”, “suicidio veloce”. Sono stati presi in considerazione i primi 10 siti visualizzati da ciascun motore di ricerca. È stato, pertanto, analizzato un totale di 500 siti.
In accordo con lo studio di Biddle et al. 9, ciascun sito
visualizzato è stato successivamente inserito da due ricercatori indipendenti in una delle seguenti 14 categorie:
1) siti a favore del suicidio: incoraggiamento, promozione, facilitazione; 2) siti a favore del suicidio: descrizione
dei metodi senza incoraggiamento; 3) siti a favore del
suicidio: descrizione del suicidio in termini affascinanti; 4) siti di informazione: informazioni pratiche su come
suicidarsi; 5) siti di informazione: tema affrontato in modo ironico, suggerimenti di metodi reali; 6) siti di informazione: tema affrontato in modo ironico, suggerimenti
di metodi non reali; 7) siti contro il suicidio; 8) siti di
prevenzione suicidaria e sostegno; 9) siti scientifici, accademici o politici; 10) pagine non trovate o non inerenti
il tema del suicidio; 11) notizie o report di persone che
si sono suicidate o che hanno tentato il suicidio; 12) chat
room sui metodi di suicidio; 13) chat room con discus-
sioni su vari temi connessi al suicidio; 14) altro. Un terzo ricercatore indipendente ha valutato i siti per i quali
c’era disaccordo nell’attribuzione a una delle categorie
da parte dei primi due ricercatori. Nei casi in cui tutti e
tre i ricercatori abbiano attribuito un sito a una categoria
diversa, si è trovato l’accordo dopo un confronto e una
discussione critica tra i tre.
A seconda della posizione occupata nei motori di ricerca, a ogni pagina web è stato assegnato un punteggio (da
1 a 10, dove 10 corrisponde alla massima facilità d’accesso), sulla base del quale è stato calcolato un “indice
di accessibilità” per definire la maggiore o minore facilità
con cui gli utenti che volessero cercare informazioni su
come suicidarsi potessero accedere a quella determinata
pagina. Una volta stabilita l’accessibilità del sito, è stato
possibile attribuire un punteggio medio di accessibilità
a ciascuna delle 14 categorie. Infine, i dati relativi ai siti
Internet in lingua italiana sono stati confrontati con quelli
dello studio di Biddle et al. 9. La raccolta dei dati è stata
effettuata tra aprile e maggio 2010, l’analisi dei dati nel
mese di giugno 2010 utilizzando il software SPSS, versione 13.0.
Tabella I.
Frequenza e accessibilità dei siti. Frequency and accessibility of websites.
N. di pagine
web (%)
(n = 500)
Punteggio
di accessibilità
(n/2755)
N. di volte in cui
questo tipo di sito
appariva per primo
(n/50)
N. di volte in cui
questo tipo di sito
appariva tra i
primi 3 (n/150)
124 (24,8)
690 (0,25)
20 (0,4)
86 (0,57)
Incoraggiamento, promozione, facilitazione
37 (7,4)
188 (0,06)
8 (0,16)
13 (0,08)
Tipo di sito
Siti a favore del suicidio
Descrizione dei metodi senza incoraggiamento
63 (12,6)
354 (0,12)
11 (0,22)
27 (0,18)
Descrizione del suicidio in termini affascinanti
24 (4,8)
148 (0,05)
1 (0,02)
6 (0,04)
Siti di informazione
55 (11)
418 (0,15)
10 (0,2)
31 (0,20)
Informazioni pratiche su come suicidarsi
10 (2)
118 (0,04)
3 (0,06)
10 (0,06)
Tema affrontato in modo ironico, suggerimenti
di metodi reali
35 (7)
216 (0,07)
6 (0,12)
15 (0,10)
Tema affrontato in modo ironico, suggerimenti
di metodi non reali
10 (2)
84 (0,03)
1 (0,02)
6 (0,04)
Siti contro il suicidio
35 (7)
159 (0,05)
1 (0,02)
7 (0,04)
Siti di prevenzione suicidaria e sostegno
98 (19,6)
584 (0,21)
10 (0,2)
29 (0,19)
Siti scientifici, accademici o politici
41 (8,2)
247 (0,08)
2 (0,04)
11 (0,07)
Pagine non trovate o non inerenti il tema
del suicidio
53 (10,6)
258 (0,09)
4 (0,08)
8 (0,05)
Report di suicidi individuali
61 (12,2)
251 (0,09)
2 (0,04)
12 (0,08)
0 (0)
0 (0)
0 (0)
0 (0)
33 (6,6)
148 (0,05)
1 (0,02)
6 (0,04)
Chat room sui metodi di suicidio e con discussioni su vari temi connessi al suicidio
Altro
378
Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani
Risultati
Sono state visionate, complessivamente, 500 pagine web
(Tab. I) a cui corrispondono, tenendo in considerazione
le ripetizioni, 212 siti. La percentuale di accordo tra i due
ricercatori indipendenti nell’attribuzione delle pagine
web a ciascuna delle 14 categorie è stata dell’84%, pari
a 420 codifiche su 500.
Circa un quarto delle pagine web (25%) è costituito da
siti a favore del suicidio. Di queste, il 7% è di incoraggiamento, promozione o facilitazione, il 13% descrive
in modo esplicito i metodi di suicidio con discussioni
relative ai pro e i contro per ciascuno di essi, ma senza
incoraggiare esplicitamente il gesto, e il 5% affronta il tema del suicidio in termini affascinanti. Cinquantacinque
pagine web visionate (11%) forniscono informazioni sui
metodi di suicidio, alcune di queste spiegando esplicitamente “come” suicidarsi (2%), altre fornendo descrizioni
del tutto (2%) o parzialmente (7%) ironiche.
Dall’analisi qualitativa delle pagine web è emerso che
nessuna corrisponde alla tipologia “chat room”, e che le
pagine di prevenzione o sostegno e quelle che scoraggiano in modo chiaro il suicidio sono 35 (7%) e 98 (20%),
rispettivamente. Le pagine web a favore del suicidio e
quelle che forniscono informazioni su come suicidarsi
sono più spesso ai primi posti in ciascuna delle ricerche
effettuate. Il tipo di pagine visionate varia a seconda dei
motori di ricerca utilizzati. Attraverso Google e Yahoo
vengono visualizzate più facilmente pagine web a favore
del suicidio, Bing dà maggiori informazioni di sostegno o
di prevenzione; Yahoo e Bing includono il maggior numero di siti non inerenti il tema del suicidio (Tab. II).
In Tabella III vengono elencati i dieci siti che sono comparsi con maggior frequenza durante la ricerca; di questi, tre forniscono informazioni dettagliate sui metodi
suicidari senza incoraggiamento, tre offrono consigli
utili per la prevenzione e il sostegno, due affrontano il
tema in modo ironico, un sito è esplicitamente contro il
suicidio e uno invece incoraggia i comportamenti suicidari. La metà di questi siti prevede la possibilità di collegamenti ad altri siti che trattano temi affini. Wikipedia
è stato quello maggiormente visionato, con 34 accessi
complessivi.
Duecentocinquantacinque pagine web (51%) forniscono informazioni descrittive sui metodi per suicidarsi. Se
questo dato poteva essere prevedibile per quei siti in cui
il suicidio viene incoraggiato o per quelli che forniscono
descrizioni o informazioni pratiche su come togliersi la
vita, lo è di meno per quei siti web contrari al suicidio
(30%), orientati alla prevenzione (16%) e per quelli che
affrontano il tema dal punto di vista didattico o accademico (42%). Settantasei pagine web assegnate alle ultime
tre categorie descritte, infatti, riportano chiaramente almeno un metodo con cui togliersi la vita.
Tabella II.
Differenze sulle caratteristiche dei siti in relazione al motore di ricerca utilizzato. Different features of the websites as for search
engine.
Tipo di sito
Google
(N = 100)
Yahoo
(N = 100)
Bing
Virgilio
(N = 100) (N = 100)
Libero
(N = 100)
Siti a favore del suicidio
30
25
18
16
17
Incoraggiamento, promozione, facilitazione
11
6
6
2
3
Descrizione dei metodi senza incoraggiamento
11
14
8
10
10
Descrizione del suicidio in termini affascinanti
8
6
4
4
4
Siti di informazione
12
5
22
13
12
Informazioni pratiche su come suicidarsi
3
0
8
3
3
Tema affrontato in modo ironico, suggerimenti di metodi reali
4
5
9
8
7
Tema affrontato in modo ironico, suggerimenti di metodi non reali
5
0
5
2
2
Siti contro il suicidio
10
13
0
2
2
Siti di prevenzione suicidaria e sostegno
16
15
23
26
25
Siti scientifici, accademici o politici
4
10
10
14
14
Pagine non trovate o non inerenti il tema del suicidio
7
16
14
10
8
Report di suicidi individuali
17
10
6
10
14
Chat room sui metodi di suicidio e con discussioni su vari temi
connessi al suicidio
0
0
0
0
0
Altro
4
5
7
9
8
379
C. De Rosa et al.
Tabella III.
I dieci siti Internet più frequenti. The ten most available websites.
Sito
N.
di ripetizioni
Categoria
Descrizione
Informazioni
specifiche
sui metodi
di suicidio
Link
ad altri
siti
sul suicidio
20
2
Descrizione
dei
metodi senza incoraggiamento
Sì
Sì
16
8
Prevenzione suicidaria e sostegno
No
No
15
5
Tema affrontato in
modo ironico, suggerimenti di metodi reali
Sì
Sì
14
2
Descrizione
dei
metodi senza incoraggiamento
Sì
Sì
14
6
Tema affrontato in
modo ironico, suggerimenti di metodi non reali
Sì
Sì
13
1
Incoraggiamento,
promozione, facilitazione
Sì
Sì
13
7
Sito contro il suicidio
Sì
No
12
8
Prevenzione suicidaria e sostegno
No
No
11
8
Prevenzione suicidaria e sostegno
No
No
8
2
Descrizione
dei
metodi senza incoraggiamento
No
No
Wikipedia – Suicidio
http://it.wikipedia.org/wiki/Suicidio
iltuopsicologo.it
http://www.iltuopsicologo.it/suicidio.asp
Noncicolpedia
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Suicidio
Wikipedia – Metodi di suicidio
http://it.wikipedia.org/wiki/Metodi_di_suicidio
P.B.B. blog
http://pbbblog.blogspot.com/2006/06/dieci-modial-d-per-suicidarsi.html
Spazioinwind
http://spazioinwind.libero.it/killer88/suicidio.htm
Geekissimo
http://www.geekissimo.com/2008/04/14/internetagevola-il-suicidio/
Befrienders worldwide
http://www.befrienders.org/int/italian/suicidal.php
ilmiopsicologo.it
http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/suicidio.aspx
Nazioneindiana.it
http://www.nazioneindiana.com/2005/10/01/tecniche-di-suicidio/
Dalla nostra analisi non sono emersi collegamenti a chat
room o a siti che fanno riferimento a sottoculture suicidofile come, ad esempio, quella Emo.
Per quanto riguarda il confronto con lo studio di Biddle
et al., sono emerse le seguenti differenze: 1) il numero di
380
siti Internet corrispondenti alle pagine web visionate è
maggiore nei siti in lingua inglese (240/480) che in quelli
in lingua italiana (212/500); 2) la percentuale di siti “prosuicidio” rilevata è maggiore nei siti in italiano che in
quelli in inglese (25 vs. 19%), così come la percentuale
Il suicidio e Internet: una ricerca sui siti web italiani
di siti che forniscono informazioni pratiche sul suicidio
(11 vs. 5%); 3) non è stata identificata nessuna chat room
in cui viene affrontato il tema del suicidio, mentre Biddle et al. ne hanno identificate otto; 4) tra i dieci siti più
frequentemente visionati, nelle pagine web in inglese figurano con maggiore frequenza siti apertamente a favore
del suicidio; 5) in entrambe le ricerche, Google e Yahoo
sono i motori con il maggior numero di siti a favore del
suicidio; 6) la percentuale complessiva dei siti che forniscono informazioni su come togliersi la vita non varia tra
i siti italiani e quelli stranieri (51 vs. 49%).
Discussione e conclusioni
I risultati dello studio documentano come sia semplice
ottenere online dettagliate informazioni in italiano su come suicidarsi, non soltanto se si visitano i siti che esplicitamente incoraggiano o promuovono il suicidio, ma anche se si consultano siti di informazione apparentemente
neutri e accessibili a tutti, come Wikipedia. Sebbene le
pagine web con punteggi di accessibilità maggiori siano
quelle dedicate alla prevenzione del suicidio, il rapporto
tra siti a favore del suicidio e siti di prevenzione è di 1,81.
Questo significa che la probabilità di accedere a siti a favore del suicidio o che forniscono informazioni su come
suicidarsi è quasi doppia rispetto alla probabilità di accedere a siti contro il suicidio o di prevenzione e sostegno.
Nella ricerca, tra i siti in lingua italiana, non è stata rilevata alcuna chat room tra le 500 pagine web esaminate, sebbene la letteratura internazionale 11 abbia evidenziato il ruolo che possono svolgere proprio le chat
room nell’incoraggiamento di comportamenti suicidari
soprattutto nelle persone indecise, incerte o in quelle che
presentano chiari fattori di rischio (in particolare negli
adolescenti) attraverso l’idealizzazione di chi si suicida
e la facilitazione dei “suicide pacts” (cioè, l’accordo tra
due o più persone a suicidarsi insieme in un determinato
momento e in un determinato posto).
Il web potrebbe avere effetti importanti per la prevenzione del suicidio; infatti, in alcune pagine è stato possibile
reperire informazioni di aiuto e inviti alle persone con
ideazione suicidaria a parlarne con consulenti, specialisti o operatori della salute mentale, rappresentando una
risorsa e un fattore di protezione valido anche nell’approccio clinico alla prevenzione nei pazienti a rischio.
Alcuni siti, inoltre, forniscono informazioni, questionari
di screening del rischio di suicidio e incoraggiamenti nella ricerca di aiuto e di accesso ai trattamenti.
Percorsi di cura specialistici attraverso il web sono stati
utilizzati all’estero 12-14 per migliorare le strategie di coping dei pazienti con sintomi depressivi, e spesso svolgono una buona funzione di sostegno, facilitazione all’accesso alle cure e confronto di esperienze che rinforzano
la ricerca di aiuto e la possibilità di migliorare la propria
condizione clinica. In Italia, come in Inghilterra, i tassi di
suicidio tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni
sia tra i maschi che tra le donne sono in aumento, e l’età
di utilizzo di Internet è diminuita sensibilmente dal 1990
a oggi 1. Questo dato potrebbe, dunque, rappresentare
una utile premessa per l’attivazione di reti di prevenzione nazionali che utilizzino canali comunicativi moderni
e sfruttino le potenzialità positive di Internet.
I risultati di questo studio potrebbero costituire, inoltre, la
base per sviluppare progetti di sensibilizzazione sull’uso
disfunzionale di Internet con la collaborazione tra servizi
di salute mentale e istituzioni di base come la scuola.
Inoltre, la sua utilità pratica attiene anche alla messa a
punto di strategie preventive, alla valutazione di nuovi
aspetti clinici e assistenziali, e alla formazione per gli
operatori della salute mentale.
Per quanto riguarda le proposte relative alle strategie
di prevenzione su ampia scala, lo scarso controllo e la
mancanza di regolamentazioni in Italia – così come in
altri Paesi – sulla diffusione di informazioni online, fanno
sì che l’unico parametro attualmente utilizzabile per un
migliore monitoraggio delle informazioni disponibili sul
web sia l’autoregolamentazione dei provider o l’utilizzo
di software di filtro da parte degli adulti nei confronti dei
figli minorenni. In realtà, l’utilizzo di filtri di controllo
non assicura una protezione assoluta, perché il concetto
di “contenuto inappropriato” è soggettivo e perché il filtro può non bloccare tutti i contenuti non graditi. Inoltre,
i filtri disponibili hanno il limite di poter essere aggirati
con poca fatica da persone mediamente abili nell’utilizzo dei computer. Per quanto riguarda il problema della
regolamentazione dei siti, bisogna considerare il complesso rapporto tra la protezione pubblica e la libertà
di espressione, che è un argomento di forte attualità nel
dibattito sul ruolo di Internet. Il maggior sistema di controllo dei contenuti dei siti Internet in Gran Bretagna, la
Internet Watch Foundation, non include i siti sul suicidio
e potrebbe farlo solo se questi siti fossero illegali. In Australia, invece, è stato adottato un approccio più restrittivo e dal 2006 è illegale fornire informazioni pratiche sul
suicidio o incoraggiarlo; in Corea e in Giappone alcuni
provider si sono autoregolamentati con l’oscuramento
di siti specifici su questo tema. In Italia le normative sul
tema sono meno avanzate rispetto ad altri Paesi e non
esistono politiche specifiche sul monitoraggio dei siti Internet di promozione del suicidio; il sequestro dei siti, e
il loro conseguente oscuramento, compete alla polizia
postale su ordinanza della magistratura nei casi in cui
si configura un’ipotesi di reato. Una possibile strategia
di prevenzione della diffusione dei siti che promuovono
il suicidio potrebbe essere quella di facilitare nei motori
di ricerca la visibilità dei siti di prevenzione e sostegno:
il fatto che i diversi motori di ricerca forniscono informazioni in modo differente, significa che è possibile in381
C. De Rosa et al.
sistere in questa direzione in modo da offrire online un
reale sostegno di promozione alla vita e di facilitazione
all’accesso alle cure in una fase di crisi.
I risultati di questa ricerca mettono in luce un altro aspetto significativo. Gli operatori psichiatrici dovrebbero
chiedere con regolarità ai propri pazienti informazioni
relative alle abitudini di utilizzo di Internet, in particolare a quelli che soffrono di depressione, che manifestano
idee di morte o una chiara ideazione suicidaria o che
presentano in anamnesi fattori di rischio suicidario sociodemografici e clinici. Per queste persone, infatti, Internet
potrebbe ulteriormente facilitare condotte auto-lesive, e
i medici potrebbero – con un piccolo accorgimento – riconoscere la presenza di una possibile fonte di rischio
aiutando i loro assistiti a identificare le risorse di sostegno
e supporto disponibili online in modo che il loro utilizzo del web possa diventare più utile e consapevole che
disfunzionale.
Lo studio, inoltre, solleva un tema di forte attualità
nell’ambito della formazione degli operatori psichiatrici,
relativo all’aggiornamento professionale e alla necessità
per gli psichiatri moderni di acquisire sempre maggiori strumenti formativi in grado di intercettare le nuove
culture e i nuovi linguaggi attraverso cui si declina la
sofferenza psichiatrica. L’utilizzo di Internet come fonte di conoscenza e come strumento potenzialmente in
grado di promuovere comportamenti e stili disfunzionali
dovrebbe essere affrontato durante la formazione specialistica e post-specialistica in psichiatria.
Infine, come descritto, lo studio è nato dal tentativo di verificare il tipo di informazioni in lingua italiana che può
trovare sul web chi vuole togliersi la vita e di confrontare
queste informazioni con i dati esistenti in letteratura relativi ai siti Internet in lingua inglese. Per poter facilitare il
confronto con gli studi internazionali, la metodologia utilizzata si è conformata a quella dello studio “Suicide and
the Internet” di Biddle et al. 9 Sebbene la metodologia non
originale potrebbe essere considerata una limitazione dello studio, in realtà – se replicata anche in altri Paesi – potrebbe consentire la creazione di un database internazionale per un monitoraggio specialistico delle informazioni
382
diffuse online nell’ambito di politiche di prevenzione del
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