dune di Capo Comino

Transcript

dune di Capo Comino
I “deserti” dell’isola
SABBIA FINISSIMA
Il vento modella il cordone di candide
dune di sabbia che delimita la
lunga spiaggia di Porto Pino, sulla
costa sud-occidentale dell’isola.
L’oro della sabbia e il blu dell’acqua per
paesaggi straordinari come Chia, Porto
Pino, Piscinas, Pistis, Capo Comino...
DI DANIELE CASALE
Giancarlo Deidda
TRA LE DUNE
E SUL MARE
SCOLPITE DAL
MAESTRALE
Nevio Doz
A destra: le dune dorate
di Piscinas (Arbus); tra
macchia mediterranea,
sabbia e villaggi minerari
ormai abbandonati trova
rifugio la fauna selvatica.
In basso a sinistra: la
“casa del poeta”, originale
dimora costruita sotto
un grande ginepro tra le
dune di Pistis e il mare.
Nella pagina seguente:
le dune a capo Comino,
promontorio che chiude
a nord il golfo di Orosei;
è l’unico habitat costiero
di questo genere su
tutta la costa orientale.
I
l piede affonda e la gamba scompare fin quasi
al ginocchio. Il passo è lento, del resto è faticoso scalare una montagna di sabbia alta più o
meno 30 metri. Arrivi in cima e ti rendi conto che le
dune sono decine, una a fianco all’altra: una distesa
ora dorata ora di un bianco che ti abbaglia. Sullo sfondo, il mare: quello azzurro e cristallino della Sardegna. Un’isola che non smette di stupire, di svelare ancora angoli segreti, straordinari. Eppure, a Porto Pino,
Piscinas, Pistis ma anche a Chia, Is Arenas e capo Comino sembrano mancare solo i miraggi e le palme
perché possano essere confusi con qualche località
sahariana. Dune alte come palazzi e persino un de-
serto – fino a pochi decenni fa tra i più estesi del Mediterraneo – sono un altro degli scenari che la Sardegna regala al visitatore che non si accontenta di spiaggia e ombrellone o di un’escursione nel Gennargentu.
Un viaggio in poche aree circoscritte, localizzate nelle zone meridionali e occidentali dell’isola: lì dove per
intere settimane soffia impetuoso il maestrale, il vento
spinge la sabbia così forte che ogni anno le dune sono
diverse. Una corsa, quella dei minuscoli granelli, interrotta soltanto dai ginepri curvati da raffiche che non lasciano tregua. Dall’altra parte della costa, a est, a capo
Comino, che chiude a nord il golfo di Orosei, sono
presenti le uniche dune affacciate sul mar Tirreno.
La casa del poeta
Giancarlo Deidda
Antonello Lai
Chi non ne ha sentito parlare non la troverà mai. Soprattutto perché, finché non ci si accede, è difficile distinguerla dal resto della vegetazione mediterranea. Però è unica: si chiama “sa domu ‘e su poeta”, la casa
del poeta, e altro non è che un immenso ginepro coccolone trasformato in un rifugio che guarda il mare e le
dune di Pistis. Un rifugio particolare: chi lo ha creato, trent’anni fa circa, è un signore di Gùspini, che ha voluto che ogni forestiero lasciasse due, tre strofe in rima alla fine della sua visita. E le poesie improvvisate sono ancora tutte lì: foglietti arrangiati, pagine di quaderno e persino pezzi di cartone che lasciano spazio alla
fantasia, purché in rima, di chi ha avuto la fortuna di arrivare da queste parti.
È un angolo di paradiso, questa “dimora”. Un paziente lavoro del suo inventore ha trasformato una pianta in
una casa. Il “tetto” è ricoperto da piccoli cespugli essiccati di elicriso, profumatissimo arbusto tipico della
macchia mediterranea. Il tronco principale del ginepro separa naturalmente le “stanze”: non manca quella dedicata ai componimenti. Poco
fuori, un piccolo giardino di succulente. E poi la vista sulle immense
dune di Pistis e sull’azzurro mare, che si raggiunge dopo 10 minuti di
cammino. Tutt’attorno, il verde e, soprattutto, il silenzio.
Per arrivare a “sa domu ‘e su poeta” occorre seguire, da Torre dei Corsari, la provinciale per Oristano. Dopo 5 chilometri, poco prima di un
tornante, si imbocca sulla sinistra una strada bianca, riconoscibile
per la presenza di una casa. Dopo 300 metri si gira a sinistra, altri
100 metri e si parcheggia. “Sa domu” è sulla destra.
Giancarlo Deidda
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
Le dune di Chia, sulla costa meridionale dell’isola, sono una distesa di sabbia granitica, ora dorata
ora più rossastra, interrotta qua e là da enormi
esemplari di ginepri fenici. Montagne di arena in
mezzo a calette tutte da scoprire. Solo a Porto Pino e
Piscinas però queste montagne di sabbia incutono
timore e rispetto. Porto Pino, che ricade nei territori
di Teulada e Sant’Anna Arresi e così chiamato per
la lussureggiante presenza di centinaia e rari pini
d’Aleppo, è una lunghissima striscia di
spiaggia che termina con le imponenti dune.
FASCINO
Per arrivarci, occorre mettere in conto una
DI CONTRASTI
passeggiata di mezz’ora sulla battigia: ma lo
In alto: le vaste spiagge
di Chia, lungo la costa
spettacolo della meta ripaga ogni fatica. Una
meridionale dell’Isola,
muraglia di sabbia bianchissima si staglia a
nei pressi di capo
Spartivento; la sabbia
poche decine di metri da un mare trasparengranitica, di tonalità
te. Appena si cominciano a scalare, le dune
dal dorato al rossastro,
svelano tutti i loro segreti e il più sorprendente affiora proprio dalla rena: tronchi ormai fossilizzati di
ginepri spuntano qua e là, trasformando il percorso
in un sentiero lunare. Non è finita, perché dalla cima si scopre l’altro tesoro: nascosta dalla barriera
dunale vegeta una fitta pineta di pini d’Aleppo che
offre riparo dal sole. Un consiglio: è pericoloso avventurarsi nelle montagne di sabbia al di fuori della
stagione balneare, perché si tratta di territorio militare che solo d’estate viene aperto ai turisti.
Dirigendosi più a nord, seguendo la costa occidentale, tra villaggi minerari abbandonati dove gli
unici abitanti sono i cervi e distese di rosmarino e
lentisco, Piscinas (Arbus) è davvero un mondo a
parte. Nonostante la notorietà, questo posto mantiene intatta la sua wilderness. Davanti il mare, alle
spalle una sconfinata prateria di macchia mediterra-
nea su cui spicca la sagoma curiosa di monte Arcuentu, che ricorda un volto dormiente. In mezzo, su
un fronte di cinque chilometri, quelle dune color
oro, immense e sterminate, sicuro rifugio per volpi e
conigli. Contrariamente a Porto Pino, è d’obbligo visitare Piscinas lontano dai mesi caldi (luglio e agosto), quando il popolo dei camperisti sceglie altre
destinazioni e soprattutto quando queste montagne
sembrano vergini dalle impronte dei turisti.
Si risale in auto, si percorrono ancora 30 chilometri
in direzione nord, seguendo la provinciale che lambisce la Costa Verde, e si arriva a torre dei Corsari: dall’avamposto costiero spuntano altre dune, quelle di Pistis, caratteristiche perché prive di vegetazione pioniera. Il viaggio continua verso settentrione e, oltrepassato Oristano, sulla statale 292 prima di arrivare a S’Archittu (Cuglieri) a sinistra si nota una folta pineta,
crea un affascinante
contrasto con il mare.
110
111
Nevio Doz
Johanna Huber/Simephoto
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
quella di Is Arenas. Niente di strano, se non fosse che
quegli alberi risalgono agli anni Cinquanta del Novecento, quando venne messo in atto uno dei più imponenti tentativi di forestazione. Nessuna vena ecologista, ma il bisogno di frenare l’avanzata del deserto, all’epoca tra i più estesi del Mediterraneo, che rischiava
anno dopo anno di sommergere i paesi vicini,
VEGETAZIONE
come Riola e Narbolìa. Sforzo in parte riuscito e
ora, dove un tempo si vedeva solo sabbia a per- PIONIERA
Sopra: folti cespugli
dita d’occhio, tra le dune “soffocate” dal verde di ginepro e di lentisco
c’è persino un campo da golf. Una spiaggia lun- colonizzano le dune
delle spiagge di Chia.
ga sei chilometri separa la pineta dal mare.
Sullo sfondo i resti
L’ultima tappa dell’itinerario è sulla costa della torre costiera
orientale, nei pressi di capo Comino, che chiude di origine spagnola,
risalente al XVII secolo;
a nord il golfo di Orosei. Ci troviamo nei territori dalla torre si gode
tra Siniscola e Orosei, che vantano splendide un notevole panorama
perle come il litorale di Bèrchida e la laguna di che abbraccia il litorale
verso sud, fino al faro
Bidderosa. Le dune, le uniche della costa orienta- di capo Spartivento.
A sinistra: a cavallo sul
le, si stagliano sulla spiaggia di Silìta, colonizzate
bagnasciuga nei pressi
dai ginepri e da candidi gigli marini. di torre dei Corsari,
non lontano dalle
dune di sabbia di Pistis.
112