Proposta di utilizzo della telemedicina nella presa in carico del

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Proposta di utilizzo della telemedicina nella presa in carico del
CORSO ALTA FORMAZIONE E-HEALTH 2016 – DOTT. FRANCESCO BELLELLI
PROPOSTA DI UTILIZZO DELLA TELEMEDICINA IN AMBITO
TERRITORIALE NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE CRONICO
ABSTRACT
LA TELEMEDICINA
1
2
Definizione, tipologie ed utilizzatori
Esperienze
2
3
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
6
Contesto e motivazione
Obiettivi
Attività
Destinatari
Risorse
Metodologia
6
8
8
9
9
10
RISULTATI ATTESI
CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA
BIBLIOGRAFIA
10
11
13
ABSTRACT
L’invecchiamento della popolazione ha modificato il quadro epidemiologico delle patologie
(aumento della cronicità e della multimorbilità) e reso necessario un adeguamento dei modelli
assistenziali, che devono tendere ad un approccio multidisciplinare ed integrato tra i diversi setting
assistenziali, per fornire risposte coerenti e personalizzate, in un’ottica di continuità delle cure.
In ambito territoriale l’utilizzo della telemedicina, può rappresentare uno strumento innovativo
per superare le barriere organizzative ed operative.
In questo progetto si propone l’utilizzo della telemedicina, nelle sue molteplici forme, da parte di
operatori sanitari non specialisti, per il follow up delle principali patologie croniche, consentendo
l’attuazione di percorsi condivisi tra professionisti, che permettano la gestione anche delle
situazioni più complesse in setting quali le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità.
Il progetto analizza l’impatto della telemedicina ed identifica quelli che potrebbero essere gli
indicatori da utilizzare per valutarne l’efficacia in termini clinici, gestionali ed organizzativi.
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LA TELEMEDICINA
Definizione, tipologie ed utilizzatori
Nasce con lo scopo di agevolare e migliorare la qualità del lavoro di medici ed infermieri,
incrementarne l’efficienza e la produttività, migliorando di conseguenza gli esiti e la qualità di vita
del paziente.
Dal punto di vista tecnologico possiamo dire che integra e coniuga varie discipline: bioingegneria,
informatica, comunicazione e medicina.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la telemedicina come “l’erogazione di
servizi di cura ed assistenza, in situazioni in cui la distanza è un fattore critico, da parte di qualsiasi
operatore sanitario, attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche e della comunicazione per
lo scambio di informazioni utili alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione di malattie e
traumi, alla ricerca e alla valutazione e per la formazione continua del personale sanitario,
nell’interesse della salute dell’individuo e della comunità”.
In realtà la definizione di telemedicina non è mai stata univoca, ma si è evoluta nel tempo,
soprattutto a causa della sua trasversalità nel settore sanitario. In letteratura ne esistono diverse
formulazioni, tutte accomunate dall’idea di base che sia l’informazione e non il paziente a doversi
spostare.
L’Unione Europea, nel 1990, ha concordato una definizione univoca, stabilendo che essa
comprende “il controllo, il monitoraggio e la gestione dei pazienti, nonché la loro educazione e
quella del personale, attraverso l’uso di sistemi che consentano un tempestivo accesso alla
consulenza di esperti e alle informazioni del paziente, indipendentemente da dove il primo o le
seconde risiedano”.
Esistono diversi ambiti del settore medico nei quali la telemedicina viene applicata, assumendo
nomi differenti:

Teleradiologia: valutazione clinica a distanza di immagini provenienti da varie modalità
diagnostiche radiologiche; insieme alla telecardiologia, è forse il settore della telemedicina più
sviluppato, grazie all’attuale fruibilità della metodologia e alla disponibilità di apparati di buona
affidabilità; lo specialista radiologo diventa indipendente sia dal luogo di effettuazione
dell’esame, sia dal luogo di refertazione.

Telecardiologia: valutazione clinica a distanza di segnali fisiologici cardiaci provenienti da vari
apparati (elettrocardiografo, holter, defibrillatore, ecc.).
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
Telepatologia: esame a distanza di preparati microscopici; è infatti possibile osservare a
distanza immagini provenienti da un microscopio, visualizzando l’immagine su un monitor.

Teledermatologia:
valutazione
clinica
a
distanza
di
immagini
provenienti
da
videodermatoscopi.

Teleriabilitazione: possibilità di guidare a distanza il paziente in percorsi riabilitativi e/o
osservare i progressi della terapia; permette anche allo specialista di colloquiare con il
“caregiver” presente sul posto.

Telepsichiatria: possibilità di svolgere colloqui psicologici/psichiatrici mediante internet, o
reti punto a punto (point-to-point); il colloquio tra paziente e curante avviene a voce e a vista,
attraverso un monitor.

Telecontrollo: in generale la possibilità di monitoraggio a distanza di funzioni vitali; il
telecontrollo consente di monitorare il paziente anche in sedi che non siano provviste del
personale qualificato; anche il controllo periodico di peso e pressione arteriosa (ad es. per il
monitoraggio dello scompenso cardiaco cronico) può rientrare in questa categoria.

Teleconsulto: può essere utilizzato, in varie branche della medicina, per mettere in
collegamento, tramite computer, due o più colleghi a distanza.

Teleassistenza domiciliare: possibilità da parte del medico di colloquiare e osservare a distanza
il paziente, allettato o comunque non ambulabile, o confrontarsi con il caregiver presente sul
posto.

Teledidattica: possibilità di illustrare a distanza, al personale sanitario, al caregiver, o
direttamente al paziente, modalità di comportamento, procedure, terapie, ecc..
In tutte le sue varie forme, rimane comunque sempre la caratteristica fondamentale del
collegamento non fisico tra diversi livelli di cura, collegando virtualmente setting assistenziali
distanti tra loro.
Anche i potenziali utilizzatori di questa tecnologia sono svariati:

Personale medico

Personale paramedico

Personale amministrativo e tecnico dell’area sanitaria

Pazienti e familiari
Esperienze
La telemedicina nasce e si sviluppa principalmente negli USA dagli anni ‘60. L’utilizzo di questa
tecnologia negli USA è stato limitato soprattutto al teleconsulto, a causa delle vaste aree
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geografiche che spesso non consentono la disponibilità in loco delle prestazioni di specialisti delle
varie branche.
Nel 1993 negli USA è stata fondata l’American Telemedicine Association (ATA) per promuovere e
sviluppare la ricerca in campo telemedico. Le applicazioni più significative sono state: il
programma di teleconsultazione nato in Georgia e finanziato dalla compagnia assicurativa
sanitaria BlueCross, per l’estensione dei sevizi medici specialisti ad un’ampia fetta di utenza,
evitando spostamenti lunghi, scomodi e costosi ai medici e ai pazienti; l’utilizzo della telemedicina
all’interno di basi militari, su piattaforme petrolifere e in tutte quelle situazioni di isolamento
prolungato dalla società.
Per quanto riguarda la situazione europea, sono molti i Paesi in cui la telemedicina è già molto
diffusa, in taluni casi sostenuta da interventi normativi e da progetti di valenza nazionale, che
hanno definito strategie specifiche per la promozione dell’e-Health e più in particolare della
telemedicina.
In Svezia, nel 2006 è stata pubblicata la National Strategy for e-Health, un documento in
evoluzione, sviluppato attraverso una serie di report regionali. La telemedicina in Svezia è molto
diffusa e le principali aree di applicazione sono la teleassistenza, il telecontrollo e il teleconsulto
radiologico.
Anche la Norvegia ha investito sull’e-Health, investendo nella telemedicina in ragione della bassa
densità di popolazione a fronte delle grandi distanze per raggiungere i presidi sanitari presenti sul
territorio. Le forme di telemedicina più diffuse sono il teleconsulto, la telepatologia, la
teleradiologia, la telepsichiatria e servizi a supporto del trattamento delle patologie oncologiche.
In Spagna i vari Sistemi Sanitari Regionali hanno focalizzato l’attenzione sull’e-Health,
condividendo alcune linee di azione, tra cui lo sviluppo della telemedicina.
In Gran Bretagna è stato finanziato un vasto programma di telemedicina, il Whole System
Demonstrator (WSD) Programme, rivolto alle persone fragili e ai malati cronici, che rappresenta
probabilmente la più grande sperimentazione sistematica di telemedicina mai condotta. I risultati
ottenuti sono stati tali da incoraggiare il Department of Health, in collaborazione con l’industria, il
National Health System, le associazioni professionali e le organizzazioni sociali, verso lo sviluppo di
nuovi programmi, rivolti ai potenziali tre milioni di candidati che potrebbero trarre beneficio
dall’estensione dei servizi di telemedicina.
In Austria è stato implementato un progetto per analizzare i bisogni infrastrutturali e fornire le
specifiche tecniche per la realizzazione di una rete telematica nazionale, con un focus specifico
sullo scambio di informazioni cliniche.
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In Finlandia la telemedicina sta diventando parte integrante del Servizio Sanitario grazie allo
sviluppo di centri di telemedicina a livello regionale e al fatto che tutti i presidi ospedalieri
utilizzano applicazioni di telemedicina nel loro territorio di competenza.
Altri progetti in Europa sono stati avviati in Francia, Portogallo, Croazia, Irlanda, Polonia e
Slovacchia.
Pertanto, la situazione europea si sta evolvendo e i progetti sono numerosi, ma rimangono da
risolvere i problemi legati alla standardizzazione delle informazioni e ad aspetti organizzativi,
etico/legali, economici, culturali (resistenza al cambiamento) e formativi.
L’Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a sperimentare la telemedicina, a partire dagli anni ’70,
con la trasmissione a distanza di ECG e successivamente con lo sviluppo del teleconsulto e dello
scambio a distanza di informazioni, immagini diagnostiche e referti.
Sebbene l’Italia sia all’avanguardia nell’ideazione di servizi telematici innovativi per la sanità, solo
in pochi casi le sperimentazioni avviate, con il supporto finanziario della Unione Europea, del
MURST, del Ministero della Sanità, o di Enti Pubblici di ricerca, si sono tradotte in realizzazioni
concrete. Pertanto le applicazioni della telemedicina non sono ancora così diffuse nel nostro Paese
come il livello della tecnologia espressa dal mercato potrebbe far pensare.
La regione Emilia Romagna da sempre è capofila nella sperimentazione di progetti di telemedicina,
tra i quali il Progetto SPES (Support Patients through E-service Solutions) è di sicuro rilievo. Iniziato
nel 2010, in collaborazione con partner internazionali dell’Europa Centrale (Austria, Repubblica
Ceca e Slovacchia), il Progetto SPES ha sviluppato una piattaforma di telemedicina e
telecompagnia nelle città di Ferrara, Vienna, Brno e Košice, focalizzando la propria attenzione su
malattie respiratorie, demenza, handicap ed esclusione sociale.
La piattaforma era basata sull’utilizzo di pc a basso costo e di interfacce grafiche di semplice
utilizzo, in modo che il paziente avesse la possibilità di fruire di contenuti multimediali di
informazione ed intrattenimento ed avesse a disposizione un sistema di telemedicina capace di
interfacciare diversi dispositivi medici ed inviare i parametri rilevati ad un server centrale,
rendendoli così disponibili al proprio medico curante.
In linea con i vantaggi offerti dalla telemedicina, gli utenti di SPES hanno avuto la possibilità di
sperimentare una tecnologia semplice da usare, che migliorasse il loro benessere e la loro qualità
di vita e nel contempo abbassasse i costi e il tempo necessari per recarsi presso le strutture
sanitarie.
In particolare la sperimentazione di Ferrara si è rivolta a pazienti affetti da insufficienza
respiratoria cronica, sottoposti a terapie a lungo termine quali ossigenoterapia e ventilazione
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meccanica non invasiva, fornendo loro un tablet, un pulso-ossimetro e una connessone ADSL
dedicata, al fine di monitorare a distanza saturazione d’ossigeno e frequenza cardiaca.
L’architettura del progetto ha previsto l’installazione sul tablet di un software che fungesse da
interfaccia tra paziente e sistema di monitoraggio, guidando il paziente, attraverso segnalazioni
visive ed acustiche, nella rilevazione dei parametri clinici e nella risposta agli items volti alla
valutazione dei sintomi, dell’impatto su qualità di vita percepita, indipendenza funzionale e
benessere e non ultimo grado di soddisfazione dello strumento di telemedicina. Compiti del
software erano inoltre ricordare al paziente tutte le attività pianificate dallo pneumologo
nell’ambito del follow up (es. visite ambulatoriali) e sincronizzare automaticamente i dati con il
server, consentendo al curante di accedere ai parametri rilevati per ciascun paziente ai fini del
monitoraggio, o di impostare cut-off oltre i quali essere avvisato automaticamente dal sistema
attraverso la generazione di un alert.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Contesto e motivazione
L’aumento della speranza di vita della popolazione e il cambiamento epidemiologico che ne è
derivato con forte incremento della multimorbilità, combinati con l’indebolimento dell’assetto
socio-economico e delle reti familiari e la progressiva rimodulazione dell’assistenza ospedaliera,
hanno reso indifferibile un adeguamento dei modelli assistenziali esistenti.
Negli ultimi anni si è pertanto assistito ad un’accelerazione del processo di consolidamento della
rete territoriale dei Servizi di assistenza primaria, che rappresenta spesso il primo punto di
contatto con i cittadini e quindi l’ambito prioritario per l’accoglienza, l’orientamento e la gestione
dei loro bisogni sanitari.
L’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento della morbilità hanno anche
determinato un incremento dei costi dell’assistenza, come conseguenza della crescente
complessità e complicanze delle condizioni cliniche e al loro protrarsi nel tempo.
Per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario, i Paesi più all’avanguardia hanno investito su
strategie di intervento preventivo e personalizzato, attraverso programmi assistenziali mirati per i
pazienti affetti da patologie croniche, stratificando i bisogni ed identificando i pazienti a maggior
rischio di assorbimento di risorse assistenziali.
Sono stati sviluppati strumenti di specifica presa in carico, quali la medicina d’iniziativa, il
case/disease management e la presa in carico globale del paziente fragile, che permettono di
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gestire il paziente cronico pluripatologico con interventi proattivi e a basso impatto tecnologico,
evitando spesso il ricorso al Pronto Soccorso, o al ricovero.
Molto è stato fatto anche nel campo dell’empowerment del paziente, promuovendo sia in lui che
nella famiglia una maggior consapevolezza della malattia e della sua gestione e supportando il selfmanagement.
Si è investito su un approccio multidisciplinare ed integrato tra ospedale e territorio, per fornire
risposte coerenti in un’ottica di continuità delle cure.
È indubbio come l’innovazione tecnologica possa contribuire all’obiettivo della presa in carico dei
pazienti più complessi e debba inserirsi nelle nuove modalità organizzative dell’assistenza
territoriale, con l’obiettivo di potenziare, qualificare e differenziare l’offerta clinico-assistenziale,
anche al fine di supportare adeguatamente i suddetti modelli organizzativi.
Dal momento che la gestione delle patologie croniche presuppone un processo di
personalizzazione del processo di cura, l’utilizzo efficace delle tecnologie disponibili può giocare un
ruolo importante. Tra le tecnologie attualmente disponibili, quelle messe a disposizione dalla
telemedicina sono quelle che meglio si adattano ad applicazioni sanitarie distribuite sul territorio,
con necessità di integrazione delle attività, in una logica di continuità.
In ambito territoriale l’utilizzo della telemedicina, nelle sue varie forme (telecardiologia,
teleradiologia, teleconsulto, etc.), può certamente essere uno strumento utile per superare le
barriere organizzative, professionali ed operative, nella gestione delle principali patologie croniche
(scompenso cardiaco, diabete, insufficienza renale, BPCO, etc.).
La telemedicina può facilitare l’attuazione di Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali (PDTA)
condivisi e la gestione integrata di situazioni complesse in setting assistenziali più idonei, grazie al
lavoro in team dei professionisti, contribuendo a migliorare la soddisfazione del paziente e della
famiglia.
Questa forma di e-Health è quanto mai coerente con la progressiva diffusione dei nuovi modelli
organizzativi strutturati delle Cure Primarie, quali le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità,
che sicuramente rappresentano un setting che si gioverebbe dello sviluppo della telemedicina,
viste le attività, ad alto livello di integrazione, che è previsto si sviluppino al loro interno:

promozione della salute e attività di prevenzione individuale e collettiva;

percorsi assistenziali per le principali patologie croniche, con particolare attenzione alla
gestione integrata delle situazioni complesse e delle multimorbilità;

identificazione delle persone fragili (sviluppo di modelli predittivi) e loro presa in carico;

Profili Integrati di Cura (PIC) e percorsi diagnostici programmati;
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
programmi educativi e di supporto al self-management del paziente e della famiglia.
Obiettivi
Obiettivo primario del progetto è migliorare l’erogazione delle prestazioni sanitarie nelle Case
della Salute e negli Ospedali di Comunità (OsCo), attraverso l’impiego delle tecnologie della
telemedicina, contribuendo ad assicurare equità nella fruizione delle cure territoriali, supporto
nella gestione della cronicità, maggiore accessibilità all’alta specializzazione, migliore continuità
della cura e maggiore efficacia degli interventi, attraverso il confronto multidisciplinare.
Più nel dettaglio:

obiettivi qualitativi:
 supporto alla medicina di iniziativa, con identificazione precoce dell’insorgenza di
complicanze e loro gestione da remoto
 migliore integrazione tra professionisti e conseguente qualificazione delle cure erogate
 aumento delle competenze e abilità acquisite da pazienti e loro familiari, con migliore
compliance al percorso di cura
 umanizzazione del rapporto di cura, con maggiore soddisfazione da parte degli assistiti

obiettivi quantitativi:
 aumento dell’efficienza grazie al mantenimento dell’assistito in un setting assistenziale
più idoneo, con riduzione dei ricoveri inappropriati
 riduzione dei tempi di attesa per consulenze specialistiche e diminuzione delle sedi
erogative per i professionisti
 possibilità di arruolare un maggior numero di assistiti, a parità di risorse impegnate
 riduzione dei costi indiretti di assistiti e familiari (spese per spostamenti/trasporto, ore
di lavoro perse, ecc.)
Attività
Si prevedono le seguenti fasi per la realizzazione del progetto:

individuazione della popolazione di riferimento e delle patologie croniche da trattare;

se non già disponibile, predisposizione del modello organizzativo di trattamento delle
patologie croniche scelte (PDTA), sulla base delle LG di best practice e del loro adattamento al
contesto specifico in cui si svolge il progetto;

valutazione ed adeguamento dei requisiti tecnici/tecnologici delle infrastrutture esistenti;

valutazione delle competenze del personale ed organizzazione della formazione se necessaria;
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
definizione delle procedure alle quali è possibile applicare tecnologie di telemedicina;

definizione delle risorse umane necessarie;

definizione delle apparecchiature e software per gestione dati clinici in telemedicina;

acquisto e fornitura della strumentazione necessaria;

inizio progetto pilota e monitoraggio dello stato di avanzamento;

valutazione intermedia dei risultati ed eventuale aggiustamento del processo;

verifica dei risultati e valutazione finale dell’impatto del progetto:
o valutazione dello scostamento dagli obiettivi mediante gli indicatori stabiliti;
o valutazione clinica degli esiti ottenuti sulla base degli standard definiti;
o valutazione dei risultati gestionali ed organizzativi.
Destinatari
Pazienti in carico ai Medici di Medicina Generale e arruolati nei PDTA attivi nelle Case della Salute
e negli Ospedali di Comunità:

diabete

ipertensione arteriosa

scompenso cardiaco cronico

BPCO

TAO
Risorse
Le principali risorse necessarie allo sviluppo del progetto sono:

gruppo di progetto multidisciplinare che veda integrate tutte le competenze necessarie;

approvazione della Direzione Strategica aziendale, anche allo scopo di ottenere l’allineamento
di tutte le articolazioni aziendali coinvolte (Servizio Ingegneria Clinica, Servizio Informativo
Aziendale, Dipartimento di Cure Primarie, Direzioni di Presidio e Dipartimenti Ospedalieri,
Direzione Infermieristica e Tecnica, Specialisti, Medici di Medicina Generale, Personale
Infermieristico e Tecnico, Servizio Sistema Qualità, Servizio Comunicazione Aziendale);

pc già presenti presso le varie Unità Operative coinvolte, o gli studi dei Medici di Medicina
Generale;

acquisto dei pc non già disponibili, ma necessari allo sviluppo del progetto;
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
periferiche necessarie per la comunicazione a distanza (es. webcam, cuffia con microfono,
ecc.);

eventuali dispostivi “tablet”, se si prevedesse anche un’estensione del progetto al domicilio del
paziente;

strumentazione biomedica necessaria per la rilevazione e trasmissione dei dati;

software medicali per la raccolta e gestione dei dati clinici mediante le applicazioni di
telemedicina e corrispondente hardware necessario;

coinvolgimento dei professionisti impegnati nel progetto (Medici di Medicina Generale,
specialisti, infermieri, personale tecnico sanitario, ingegneri, informatici, ecc.).
Metodologia
La gestione dei pazienti cronici comporta un monitoraggio costante della patologia, finalizzato alla
sua stabilizzazione, alla prevenzione di eventi avversi e aggravamenti e ad evitare, o perlomeno
ritardare, eventuali complicazioni.
È quindi estremamente variegato ed articolato il set di esami e visite necessarie, così come sono
molteplici le risorse utilizzate, sia in termini strumentali (apparecchiature), che professionali
(medici, specialisti, infermieri), che organizzative (PDTA che spesso si intersecano tra loro, a causa
della multimorbilità di molti dei pazienti arruolati).
Coniugare modelli organizzativi di erogazione dell’assistenza sanitaria e delle cure, in funzione
degli effettivi bisogni dei pazienti, è la sfida di questo progetto e ottimizzare le risorse, utilizzando
tecnologie che consentano di condividere informazioni a distanza, diventa indispensabile per poter
rendere sostenibile il monitoraggio costante dei pazienti.
Molte prestazioni necessitano, nella modalità tradizionale, di uno specialista sul posto, mentre
nel modello proposto le competenze dello specialista, utilizzate da remoto, consentono
la
gestione del paziente da parte di altri operatori sanitari non specialisti (MMG, infermieri, tecnici
sanitari, ecc.).
Da qui la proposta di orientarsi verso approcci innovativi come quello della telemedicina,
definendo i set di controlli necessari e la loro periodicità, in funzione della cronicità principale del
paziente e del suo stadio di malattia.
RISULTATI ATTESI
Si auspica che l’adozione di questo approccio permetta una riduzione dei tempi di arruolamento,
classificazione e stadiazione dei pazienti, facilitando nel tempo la messa a punto del modello
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organizzativo di gestione delle cronicità, la presa in carico di tutti i pazienti eleggibili e la creazione
di registri di patologia completi ed affidabili.
Di seguito alcuni indicatori utili per la valutazione di impatto del progetto:

Gestionali-organizzativi (efficienza)
 N. operatori (per tipologia) coinvolti/totale operatori (approccio con telemedicina +
approccio tradizionale)
 N. ore personale infermieristico dedicato
 N. ore personale medico dedicato
 Trasferimenti con ambulanze (prima e dopo)
 Costo totale annuo di mantenimento del servizio

Efficacia e appropriatezza
 N. pazienti presi in carico/popolazione residente (o popolazione eleggibile, se dato
disponibile da registri di patologia)
 Durata degenza media per DRG riconducibili a patologie croniche considerate nel
progetto
 Tasso di ospedalizzazione per DRG riconducibili a patologie croniche considerate nel
progetto
 % di ricoveri ripetuti per DRG riconducibili a patologie croniche considerate nel
progetto
 % di aderenza ai PDTA per patologia

Qualità della vita e gradimento
 Questionari di gradimento a pazienti e caregiver
 Questionari di misurazione del benessere organizzativo/indagini di clima del personale
CRITICITÀ E PUNTI DI FORZA
Preliminarmente e propedeuticamente all’implementazione del progetto, devono essere
affrontate criticità di tipo organizzativo, tecnico e culturale. Queste criticità devono essere ridotte,
o ancora meglio risolte, per non vanificare l’impatto certamente positivo che avrebbe
l’introduzione delle applicazioni di telemedicina negli attuali modelli organizzativi ed assistenziali.
In particolare:

definire le responsabilità e i ruoli, perché aumentando il numero di interfacce, aumenta anche
il rischio di errore nel processo diagnostico, o di monitoraggio (es. la responsabilità di chi
esegue materialmente l’esame, o rileva il dato, rispetto a chi referta a distanza, o interpreta il
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dato);

disponibilità delle più recenti tecnologie e delle competenze necessarie da parte dei sanitari e
dei tecnici per il loro utilizzo, al fine di evitare erronei impieghi dei dispostivi e delle
attrezzature, o errori nella trasmissione e/o valutazione dei dati;

necessità di standardizzare le interfacce tra i sistemi esistenti, per consentire lo scambio di
informazioni e la creazione di una rete che fornisca dati attendibili, sulla base dei quali
prendere decisioni orientate alla salute e sicurezza del paziente;

necessità di governare numerosi e complessi aspetti tecnici, dovuti alle molte attrezzature
integrate e coinvolte, che devono essere adeguatamente installate, gestite e manutenute;

depersonalizzazione e deresponsabilizzazione dei sanitari per eccessiva dipendenza dalla
tecnologia, che potrebbe rilevarsi pericolosa per inaffidabilità dei dati raccolti;

diffidenza da parte dell’assistito, per “indebolimento” del rapporto medico- paziente, a causa
della maggior distanza fisica tra i due interlocutori; il paziente potrebbe percepire come deluse
le sue aspettative di attivo coinvolgimento psicologico del curante nei suoi bisogni (in
particolare quelli di relazione) e tendere verso una condizione di solitudine assistenziale.
L’impiego della telemedicina ha però anche degli innegabili punti di forza, perché consente sia di
trovare nuove risposte a problemi tradizionali della medicina, sia di promuovere una maggiore
collaborazione tra professionisti sanitari e tra questi e i pazienti, generando nuove opportunità per
il miglioramento del Servizio Sanitario.
Di seguito i principali benefici derivanti dall’impiego della telemedicina in un progetto come quello
proposto:

offerta di servizi sanitari a un maggior numero di pazienti e minore suscettibilità a variabili
organizzative, quali la rapida crescita del carico di assistiti, o la carenza di specialisti dedicati;

maggiore equità di accesso, permettendo anche in aree decentrate la disponibilità di
un’assistenza sanitaria qualificata;

maggiore qualità delle cure, grazie a nuove strategie di intervento che permettono
l’innalzamento del livello delle prestazioni sanitarie senza incidere ulteriormente sulla spesa
sanitaria;

maggiore continuità delle cure, attraverso un monitoraggio costante dell’evoluzione della
patologia cronica e una maggiore integrazione tra i diversi servizi coinvolti, contribuendo sia a
focalizzare maggiormente le attenzioni verso il paziente e i suoi bisogni di salute, sia a
decentrare il luogo di cura in favore dell’assistito;
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
maggiore efficacia ed appropriatezza, attraverso una ottimizzazione delle risorse disponibili e
la facilitazione di una comunicazione continua fra i diversi attori, volta a ridurre i rischi di
complicanze, il ricorso all’ospedalizzazione, i tempi d’attesa per eventuali indagini necessarie e
migliorare gli esiti;

crescita della professionalità e delle capacità degli operatori coinvolti, aumentandone le
competenze trasversali;

maggiore efficienza e contenimento della spesa, perché la potenziale razionalizzazione dei
processi sociosanitari derivante dall’impiego della telemedicina e dall’intensiva cooperazione
delle diverse figure professionali coinvolte, può esitare in un migliore impegno delle risorse
(es. precoce deospedalizzazione e minore ospedalizzazione dei malati cronici, minori
spostamenti di medici e pazienti, minore consumo di materiale cartaceo, ecc.).
La telemedicina rappresenta quindi una nuova frontiera della sanità, in quanto implica un insieme
di processi organizzativi e tecnologici che permettono di ridurre le barriere spaziali, temporali ed
economiche per l’accesso alle cure.
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