La cultura fisica come strategia anti-aging
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La cultura fisica come strategia anti-aging
UNIVERSITA LA SAPIENZA DI ROMA Facoltà di Farmacia e Medicina Corso di formazione in benessere e stili di vita TITOLO DI TESI La cultura fisica come strategia anti-aging CORSISTA Aurelio Ricciardi Anno accademico 2012 LA CULTURA FISICA COME STRATEGIA ANTI-AGING Fin dall’antichità l’uomo ricerca la longevità . ritroviamo numerosi scrittiin tutto il mondo da popoli diversi tra loro per cultura, area geografica e tempo storico, che tramandano i miti dell’immortalità, come se l’uomo già dal principio dei tempi ricercasse metodi per ostacolare il processo cui tutti dobbiamo far fronte già dal primo giorno della nostra vita,cioè l’invecchiamento e quindi la strada verso la morte corporale. La medicina anti-aging racchiude questo desiderio ancestrale dell’uomo che insito nel suo essere da sempre, ma lo fa attraverso dati scientifici ben definiti che hanno dato ottimi risultati nel benessere dell’uomo a 360°. La medicina anti-aging si basa su dei punti ben definiti che sono: ¾ Alimentazione ¾ Esercizio fisico ¾ Integrazione alimentare ¾ Gestione dello stress ¾ Bilanciamento dell’assetto ormonale Questi elementi fondamentali della medicina anti-aging sono anche i dettami della cultura fisica. Per cultura fisica o culturismo intendiamo quella disciplina che nacque verso il XIX secolo in Europa grazie al suo padre fondatore Eugen Sandow dove gli atleti incominciarono ad allenarsi con i pesi per raggiungere un risultato che portasse in equilibrio, l’aumento, la simmetria, le proporzioni e la definizione della massa muscolare.Il fenomeno della cultura fisica si espanse a macchia d’olio, trova il suo apice di splendore negli anni 70 dove culturisti come Frank zane Arnold Swarznegher e Serge Nubrethanno dato un’ottima pubblicità a questo sport facendolo diventare una delle discipline piùin voga in quel periodo dove l’immagine di fisici statuari e simmetrici faceva nascere nell’immaginario collettivo la figura dell’uomo virile e muscoloso ma conservando l’eleganza di un corpo ben definito e proporzionato. Successivamente , dagli anni 80 fino ai giorni nostri, la cultura fisica ebbe dei cambiamenti sostanziali dove i canoni salutistici vennero messi in secondo piano a causa della ricerca di superare i propri limiti umani nell’ aumento delle masse muscolari. Basti pensare che Ronnie Coleman otto volte MR Olympia dall’ 98 al 05 si presentava in gara con un peso di 135 kg per un altezza di 178 cm quando Frank zane MR Olympia 77 al 79 simbolo della cultura fisica degli anni 70 per proporzioni e definizione muscolare pesava in gara 85 kg per un altezza di 175 cm. I BENEFICI DELLA CULTURA FISICA Il concetto di cultura fisica promosso dalla medicina anti-aging non è quello dei culturisti iperalimentati per raggiungere livelli di masse muscolari non fisiologici, ma è quello dove la sinergia di varie discipline sportive tra cui allenamento con i pesi abbinato a quello cardio e quello delle discipline funzionali che interagendo tra di loro seguendo sempre i dettami esposti precedentemente fondamento della medicina anti-aging danno un benessere all'uomo di 360°dando i seguenti benefici: • Migliora e aumenta la funzione cardiovascolare e respiratoria. • Aumenta il consumo d’ossigeno a causa dell’adattamento centrale e periferico. • Minor periodo di ventilazione per raggiungere un’attività sub massimale. • Minor consumo d’ossigeno miocardico per ottenere uno sforzo sub massimale. • Diminuzione dei valori di frequenza cardiaca e pressione arteriosa in corrispondenza di sforzo sub massimale • Aumento della densità dei capillari nell’apparato muscolo scheletrico • Riduzione dei fattori rischio coronarici • Ridotti valori di pressione sistolica/diastolica a riposo • Maggiori livelli nel siero della lipoproteina HDL e ridotti livelli di trigliceridi • Minor presenza di grassi nell’organismo in particolar modo nella parte intra-addominale • Minor richiesta d’insulina e migliore tolleranza al glucosio • Diminuzione di ansietà e depressione • Maggior capacita di svolgere il lavoro e attività ricreative • Maggior senso del benessere • Maggior ipertrofia del muscolo scheletrico • Maggior carico di rottura delle ossa, legamenti e tendini • Maggior flessibilità ed elasticità osteoarticolare IL PERCHE’ SI INVECCHIA L’invecchiamento non è altro che un meccanismo naturale legato al passare del tempo, ma nello stesso modo è un complesso processo biologico che si istaura dopo la maturità, che comporta un aumento delle malattie croniche ed una ridotta funzionalità degli organi. Dal punto di vista strutturale questi cambiamenti si evidenziano con un’atrofia dei tessuti degli organi che conferisce a questi una ridotta funzionalità. I marker biologici dell’invecchiamento più importanti sono: • La resistenza all’insulina e quindi una ridotta tolleranza al glucosio • L’aumento della pressione sistolica • La diminuzione della massa muscolare che peggiorando nel tempo porta al fenomeno della sarcopenia • L’aumento della massa grassa • Diminuzione della forza e della resistenza aerobica • Una diminuzione delle capacità di termoregolazione • Una diminuzione delle difese immunitarie Nel mondo medico l’invecchiamento è considerato sia un fenomeno naturale che un processo patologico , infatti i fattori naturali fisiologici coesistono con i fattori patologici portando cosi a definire l’invecchiamento una sinergia di tali fattori. Il mondo scientifico spiega le cause dell’invecchiamento con l’ausilio di varie teorie tra cui le più accreditate sono: • TEORIA GENETICA Secondo questa teoria all’interno della cellula ci sono dei geni che regolano i fattori che determinano l’invecchiamento, tale teoria trova fondamento dal fatto che dal punto di vista evolutivo la vita umana è programmata da tali geni nel permettergli un’esistenza limitata che regoli la sua riproduzione e il rimpiazzo da nuovi individui per non andare in contro il sovrappopolamento. • TORIA DEI RADICALI LIBERI Questa teoria fu proposta da Denham herman nel 1954 ma la sua validità fu riconosciuta solo nel 1995 che gli valse il premio Nobel. Essa si basa sull’ipotesi che l' invecchiamento deriva da un eccesso di radicali liberi prodotti da complessi processi di ossidazione. I radicali liberi sono molecole che hanno perso un elettrone e vagano cercando di riacquistarlo strappandolo a un'altra molecola. Quando queste molecole che sono sottratte dell’elettrone sono le cellule dell’organismo, esso è danneggiato. In questo modo possono essere danneggiate tutte le molecole del nostro corpo compreso i grassi nelle membrane cellulari, le proteine, il DNA e cosi viene accelerato l’invecchiamento.Il problema è che la maggior parte dei radicali liberi è prodotta dai normali processi di estrazione dell’energia dagli alimenti e quindi non è possibile eliminarne la produzione. Inoltre i radicali liberi sono necessari per il buon funzionamento del sistema immunitario poiché sono le armi utilizzate da quest’ultimo per uccidere i microrganismi indesiderati. L’organismo produce a sua volta una serie di sostanze chimiche chiamate antiossidanti in grado di contrastare i radicali liberi; le principali sono: la melatonina, le perossido dismutasi, le catalasi e la glutatione perossidasi, inoltre con il cibo possiamo introdurre altri antiossidanti quali la vitamina C, la vitamina E , il betacarotene, l’acido lipoico ,il resveratrolo e tanti altri ancora. Come sempre è l’eccesso o la carenza che predispone allo squilibrio e all’invecchiamento, mentre una controllata alimentazione e un’adeguata integrazione lo rallentano. • TEORIA DEI LEGAMI CROCIATI Le cellule sono costituite soprattutto da grassi e proteine. Molte proteine e in particolare il collagene, che è la proteina più rappresentata nell’organismo, hanno la struttura chimica costituita da numerose molecole unite tra loro da legami crociati. Questa teoria sostiene che con l’avanzare dell’età nei complessi proteici aumenta il numero dei legami crociati e ciò ne altera il normale funzionamento. Queste alterazioni nel collagene della pelle sono molto evidenti dove l’elasticità del tessuto epidermico sono compromesse, anchenel DNA un aumento dei legami crociati crea dei danni irreversibili che si ripercuotono sul normale funzionamento fisiologico dell’organismo. • TEORIA DEGLI AGE O PROTEINE GLICOSILATE Questa teoria è strettamente correlata alla precedente. Ogni volta che la glicemia è alta per un periodoprolungato, si ha un accumulo di AGE che derivano dalla reazione delle proteine con molecole di glucosio. Il glucosio, soprattutto quando il PH del sangue si abbassa, è estremamente reattivo e si lega agli aminoacidi delle proteine per formare un AGE che è una proteina alterata. Questo processo in chimica è chiamato “ reazione di Maillard”. La reazione di Maillard fu scoperta nel 1912 nell’ambito della tecnologia alimentare e avviene appunto quando un alimento proteico viene a contatto con una gelatina ricca di carboidrati. Il risultato sono gli AGE, che polimerizzano fino a formare una crosta dorata. Questo processo avviene anchesulle pareti delle arterie e dei capillari nell’organismoquando circola troppo glucosio nel sangue, infatti, i diabetici sono più soggetti all’aterosclerosi, agli infarti, alla cataratta all’impotenza e all’insufficienza renale. • TEORIA NEUROENDOCRINA Già nel XIX secolo si ebbe la prova che una terapia ormonale potesse invertire il processo d’invecchiamento.Charles Edouard Brown Sequard, membro dell’Académie Francaise, riportò che le iniezioni di testicoli di animali arrestavano l’invecchiamento e ripristinavano la potenza sessuale. Oggi giorno sappiamo che egli aveva ragione: un corretto equilibrio ormonale rallenta l’invecchiamento mentre uno squilibrio lo accelera. Da qui nasce la ricerca scientifica rivolta alla terapia sostitutiva che tiene in considerazione il testosterone, il DHEA-S, gli estrogeni, la melatonina, il GH, IGF, gli ormoni tiroidei. In realtà non si tratta soltanto di deficit di ormoni,ma in alcuni casi, come per il cortisolo e l’insulina, di eccesso. Secondo la teoria neuroendocrina l’invecchiamento deriverebbe dall’involuzione soprattutto dell’ipotalamo che è la centrale di controllo di tutti gli ormoni nel sangue mediante un complesso sistema di controllo e feedback, come termostato. Probabilmente è a livello della comunicazione tra ipotalamo e ipofisi in quanto per esempio nel caso del GH, l’ipofisi se stimolata direttamente anche in soggetti anziani è in grado di produrre adeguate quantità di ormone. ATTIVITA FISICA NELLA TERZA ETA L’invecchiamento può essere considerato un processo fisiologico, ma è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti: la fisiologia cardiovascolare, la fisiologia dell’apparato locomotore, il sovrappeso e l’osteoporosi. La persona della terza età ha una riduzione della riserva cardiaca e quindi della capacità di produrre lavoro. Tale riduzione può essere contenuta entro i livelli fisiologici, normali dell’invecchiamento, o assumere un’intensità maggiore nel caso di vere e proprie patologie: l’angina pectoris, l’ischemia, l’ipertensione, l’infarto e le aritmie. Numerose ricercheattestano l’importanza dell’attività fisica nel decorso della vita umana, dall’iniziale momento evolutivo attraverso il gioco, al mantenimento dell’efficienza psicofisicafino alla prevenzione del momento degenerativo che inevitabilmenteaccompagna il passare del tempo. È importante con l’avanzare dell’età praticare un’adeguata attività fisica che sia ben strutturata in cui le attività prevalenti sono l’allungamento muscolare, attività posturale e la tonificazione generale. L’attività fisica per la terza età deve puntare a un corretto impegno cardiovascolare e deve essere svolta tenendo in considerazione il problema dell’artrosi senile e del dolore che ne consegue. L’attività deve aiutare ad alleviare il dolore articolare ed essere orientata verso il recupero della mobilità con appropriate tecniche di stretching e di rilassamento. L’osteoporosiè un altro aspetto molto importante da considerare. La perdita di Sali di calcio è normale con l’avanzare dell’età specialmente nelle donne, dove tale patologia s’intensifica con la comparsa della menopausa. Un’attività fisica regolare e constante ha sicuramente un effetto benefico sull’osso, perché lo aiuta a trattenere al suo interno i sali mineraliforza e solidità. Anche l’aspetto alimentare e integrativo è da considerare con molta attenzione rispetto all’età precedente. Una sala alimentazione permette di raggiungere livelli di efficienza fisica e benessere generale e ancor di più alla presenza di patologie. L’integrazione giustamente individualizzata da un medico specializzato è indispensabile con l’avanzare dell’età, soprattutto con la tipologia dei cibi oggi in commercio. Il fitness cosi interpretato garantirà il mantenimento dell’integrità strutturale psichica. Da un punto di vista pratico le attività devono considerare quattro elementi: • Coordinazione dinamico generale ed equilibrio • Forza • Equilibrio miotensivo e posturale • Resistenza cardio-polmonare CORDINAZIONE DINAMICO GENERALE ED EQUILIBRIO Appare chiaro come la maggior parte dei traumi nella terza età sia dovuta alla mancanza di reattività nel recupero dell’equilibrio e nell’efficienza coordinativa. La prevenzione si attua attraverso il progressivo miglioramento delle capacità coordinative, dell’equilibrio statico e dinamico. Per l’equilibrio statico sono particolarmente indicate le attività che giocano su spostamenti lenti del baricentro in posizioni diverse da quelle usuali, che fissano l’atteggiamento corporeo in posizioni in cui il difficile mantenimento dell’equilibrio comporta contrazioni isometriche e la ricerca di maggiore estensibilità muscolare. FORZA Per la forza è importante considerare che l’anziano perde progressivamente la massa muscolare, gli stessi muscoli diventano più corti, retratti,troppo tesi, al punto da ridurre la mobilità allearticolazioni. La perdita di massa magra, la maggior rigidità delle strutture connettivali, la riduzione dell’idratazione delle cartilagini, decalcificazione delle ossa, richiede un programma sulla forzavalutando i fattori di rischio dei vari esercizi. Gli esercizi utilizzati devono tener conto di alcuni punti fondamentali che sono: • Il carico assiale sulla colonna vertebrale, che presenta riduzione degli spazi intersomatici. • Traiettorie di lavoro che possono causare attriti articolari. • Iperflessioni del ginocchio sotto carico • Pressione eccessiva sull’acetabolo • Atteggiamenti di flesso torsione e successiva estensione della colonna vertebrale • Gli allenamenti devono essere brevi poco intensi con recuperi adeguati. EQUILIBRIO MIOTENSIVO E POSTURALE Per l’equilibrio miotensivo e muscolare le tecniche di rieducazione posturale globale e la ginnastica propriocettiva associata al controllo della respirazione offrono un incisivo miglioramento della percezione del proprio corpo nello spazio e migliorano gli automatismi nell’assetto posturale. RESTISTENZA CARDIO-POLMONARE L’efficienza del muscolo cardiaco, del sistema polmonare e del trasporto vascolare è l’obiettivo principale degli allenamenti cardiofitness. Prima di elaborare un programma di allenamento efficace e idoneo è indispensabile collaborarecon un medico per: • Controllare la frequenza cardiaca a riposo. • La pressione arteriosa • Per saggiare la risposta cardiaca all’esercizio con eventuali test submassimali. • Per giungere alla diagnosi di palese o latente affezione cardiaca. • Per valutare l’eventuale somministrazione di farmaci che alterano la frequenza cardiaca. • Per determinare la capacità di lavoro fisico in kilogrammetri per minuto o la capacità funzionale in MET. • Per determinare frequenza, intensità, durata e tipo di allenamento. • Per un continuo e corretto monitoraggio attraverso un cardio frequenzimetro che assicurerà un avviso immediato in caso di alterazione della frequenza cardiaca durante l’esercizio. Una volta fatta una corretta indagine medico sportiva possiamo far svolgere l’attività cardio su qualsiasi attrezzo, anche se per la terza età la migliore attività è la camminata perché meglio stimola quei riflessi deambulatori la cui conservazione riveste tanta importanza nella prevenzione d’infortuni nell’anziano. Esempi pratici di applicazioni: • Bassa intensità e breve durata nei periodi d’adattamento o di scarico (FC 100-115,15-20 min.) • Media - bassa intensità e lunga durata per l’allungamento di resistenza aerobica (FC 110-135, 30-35 min). Questo tipo di allenamento oltre a consumare il grasso in eccesso ha un effetto benefico sulla pervietà vascolare attraverso la diminuzione del colesterolo LDL, che tende a ostruire le arterie, e l’aumento del colesterolo HDL che rende l’endotelio più scorrevole. • Intensità media e durata medio-bassa (FC 120-145,20-25min.) per garantire il tono e la contrattilità cardiaca. • Intensità media e lunga durata, oppure interval training, con picchi d’intensità medioalta, per i soggetti più allenati. Le regole più importanti per impostare un allenamento per una persona di terza età. • Riuscire a proporre attività semplici e motivanti • Proporre attività che considerino età biologica e non cronologica • Proporre attività considerando le variazioni funzionali e le problematiche dell’età • Evitare di proporre attività aventi aspetti emulativi e troppo competitivi • Evitare di proporre attività con alto impegno cardiovascolare • Evitare di proporre attività ad alto rischio traumatico Altra attività efficace piacevole e importante per la terza età è l’attività in acqua perché risponde al meglio alle loro esigenze motorie. L’acqua permette di eseguire esercitazioni graduate secondo le necessità e stress fisici, sfruttando le componenti fisiche proprie dell’elemento acquatico: la spinta idrostatica, il galleggiamento indotto e la pressione. La resistenza idrostatica può dar luogo a contrazioni muscolari prodotte in modo quasi del tutto isocinetico, quindi sforzi muscolari graduali e costanti per quasi tutta la lunghezza del movimento effettuato, a garanzia di un più completo rafforzamento dell’apparato muscolare. Le attività natatorie rientrano quindi in un contesto salutistico utile sia al benessere psicofisico sia all’aggregazione sociale. In questo periodo della vita qualsiasiattività motoria può essere estremamente benefica non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico. Il fatto di mantenere un livello generale di salute più alto e contrastare gli acciacchi contribuisce ad alzare il tono dell’umore e a mantenersi attivi. PRINCIPI GENERALE DELL’ ATTIVITA FISICA DEI SOGGETTI OLTRE I 60 ANNI DI ETA OBBIETTIVI FISICO-SALUTARI PRIMARI • Mantenimento delle funzionalità generali • Mantenimento dell’integrità muscolo scheletrica • Miglioramento dello stato psicologico • Prevenzione e trattamento della malattia coronaria e del diabete di tipo II PROGRAMMA DI ATTIVITA FISICA • Prevalentemente esercizi di mobilità generale e di flessibilità, alcuni esercizi di tolleranza al carico • Intensità moderata • Tener conto delle capacità individuali, fino a 60 minuti al giorno in più sessioni • Poca attività ma ogni giorno • Favorire attività fisica di modica intensità (tipo camminata). COSA DICONO GLI STUDI PREVENZIONE CON ATTIVITA BREVE E INTENSA Brevi periodi attività intensa = prevenzione malattie cardiache. Studio pubblicato “AMERICAN JOURNAL OF PHYSIOLOGY” PROTOCOLLO • GRUPPO A 30” sprint bike con 90” recupero x 20-25’ 2 volte settimana • GRUPPO B 40-60’ di media intensità STEADY STATE 5 volte settimana x 6 settimane RISULTATI: glicemia, insulina, acidi grassi non esterificati (NEFA) , curve ridotte del 12, 37, 26% Prof. James Timmons team ricercatori di Heriot-Watt University di Edimburgo Scozia e pubblicato su BMC ENDOCRINE DISORDERS • HIT 16 volontari (19/23 anni BMI 23,7) • 15’ HIT 6 Sessioni 2 settimane 4-6 sprint bike di 30” con recupero RISULTATI: Migliorata funzione aerobica , glicemia e azione insulina, metabolismo. TJONNA (NORVEGIA) studi su sindrome metabolica 2 PROTOCOLLI: • A 16’ = 4 PERIODI DI 4’ al 90% fc max con intervalli 3’ a intensità 70% • B ATTIVITA’ COSTANTE 40’ 70% fc max 3 volte settimana x 16 settimane RISULTATI: maggiori protocollo A; Riduzione enzimi lipogenici FATP-1, FAS Riduzione HDL Riduzione peso TRAPP (Università del New South Wales Sydney AUSTRALIA) 2 PROTOCOLLI: • A 8’’ sprint 12’’ recupero x max 20’ • B Pedalata costante per 40’ al 60% fc RISULTATI: Maggiore benefici con protocollo A TREMBLAY 1997 (cellule staminali) (Montreal CANADA ) 2 PROTOCOLLI: • 15 settimane alta intensità con • 20 settimane di aerobica 30-45’ RISULTATI: MAGGIORI ALTA INTENSITA’ ¾ MAGGIOR AUMENTO ENZIMI VIA OSSIDATIVA ¾ MAGGIOR PERDITA DI PESO (9 VOLTE SUPERIORE) BRYNER ,1997 - UNIVERSITA’ MORGANTOWN WEST VIRGINIA 2 PROTOCOLLI: • A intensità costante 70% • B intensità che oscilla tra 80-90% (soglia lattato) DURATA 16 SETTIMANE RISULTATI : Maggiori su protocollo B BRIAN - UNIVERSITA’ VIRGINIA PROTOCOLLI: 1 ALTA INTENSITA’ 2 BASSA INTENSITA’ DURATA 16 SETTIMANE RISULTATI Riduzione grasso addominale maggiore alta intensità Dott. WISLOFF (Norvegia) PROTOCOLLO: SIMILE A TJONNA RISULTATI: SEMPRE A FAVORE ALTA INTENSITA’ Significativa l’analisi della produzione di proteine che promuovono l’attività mitocondriale muscolare (capacità dei muscoli di bruciare calorie derivante dai grassi) Dimostrazione della capacita’ alta intensita’ di promuovere la lipolisi STEVEN BLAIR 2009 (Br J Sports Med January 2009) university of south carolina COLUMBIA • L’attività ad ALTA INTENSITA’ riduce notevolmente il rischio di andare incontro a patologie cardiovascolari mortali rispetto ai soggetti che utilizzano un allenamento a bassa intensità I soggetti con BMI (30-35 OBESI) allenato ad alta intensità hanno un rischio più basso su patologie cardiovascolari mortali rispetto a soggetti BMI (18,5-25 NORMALI) Quale esercizio per migliorare la tolleranza al glucosio? Pochi studi hanno indagato le effettive differenze tra esercizio aerobico e quello di forza, tra questi quello di: Eriksson (1998 Horm Metabol res; 30:37-41) che ha comparato esercizio aerobico e circuito con pesi. Dallo studio di Erikson si evince che: • L’esercizio aerobico migliora il VO2max e HDL ma non provoca modifiche in sensibilità all’insulina e secrezione della stessa • L’esercizio in circuito migliora la sensibilità all’insulina (glucose disposal) del 23% (p<0.05) grazie ad un aumento del metabolismo non ossidativo del glucosio. • Da questa ricerca condotta su 20 soggetti sembra che l’allenamento in circuito contribuisca in maniera più efficace al miglioramento della tolleranza al glucosio. Studi sul diabete • Lo studio ha coinvolto un gruppo di diabetici di tipo 2 che non si allenano, un gruppo che praticava aerobica moderata per 45’ per 3 volte alla settimana, un gruppo che praticava 45’ di allenamento con i pesi per 3 volte alla settimana ed un gruppo che praticava 45’ di ciascuno (aerobica e pesi) per 3 volte alla settimana. • L’emoglobina glicosilata, che è una misura della media della glicemia, è calata in tutti i gruppi che si allenavano, ma di più in quelli che facevano entrambi i tipi di esercizio. • Il risultato è stato sovrapponibile a quello ottenibile con gli ipoglicemizzanti orali. ALIMENTAZIONE NELLA TERZA ETA Dopo i sessant’anni, il corpo comincia a risentire del passare del tempo e più facilmente si manifestano i disturbi legati proprio a questa età. Si tratta di un processo fisiologico più o meno intenso e determinato anche dallo stile di vita degli anni precedenti, che porta ad una progressiva involuzione delle funzioni organiche. Si assiste da un lato ad una riduzione delle difese immunitarie che porta ad un aumento della produzione di radicali liberi, dall’altro ad un assorbimento meno efficiente dei nutrienti. Non va poi dimenticato che l’anziano, specie se solo, ha spesso una dieta monotona, cura meno gli acquisti e le proprie necessità, almeno quelle alimentari. A volte è proprio la solitudine ad instaurare abitudini alimentari poco corrette (frequente consumo di insaccati, lunga conservazione degli alimenti, consumo di alcolici, abuso di dolci ) che possono predisporre il soggetto a carenze nutrizionali. Nella terza età tendono a ridursi i quantitativi di vitamine C e del gruppo B, che dovrebbero essere integrati curando maggiormente l’alimentazione quotidiana ed utilizzando, eventualmente, integratori. Adeguati livelli di vitamina A contribuiscono a preservare l’integrità della retina. In termini generici può essere basso anche l’apporto di vitamina D in quanto l’anziano tende ad uscire sempre meno di casa ed a limitare l’esposizione alla luce solare. Parlando di sali minerali è di grande attualità il fabbisogno di calcio. L’assorbimento e l’utilizzo di questo minerale sono ridotti nell’uomo e nella donna anziani per numerosi fattori. Nelle donne, dopo la menopausa, si verifica una graduale perdita di ormoni estrogeni che nella donna fertile favoriscono la deposizione del calcio nelle ossa, pertanto, la richiesta giornaliera di detto minerale è di circa un grammo. Bisogna in pratica tenere presente che nell’adulto oltre i sessant’anni, gli alimenti hanno il mero scopo di “tenere in vita” l’organismo, fornendo a quest’ultimo i nutrienti necessari per lo svolgimento delle normali funzioni organiche che richiedono energia, ovvero: respirazione, battito cardiaco, circolazione sanguigna, termogenesi, attività cerebrale ecc. Il tutto ovviamente, va sommato al dispendio energetico che ogni singolo individuo necessita, in funzione dell’attività che quotidianamente svolge. In linea di massima l'anziano necessita di una quantità di energetici abbastanza ridotta in quanto lo stile di vita che generalmente conduce, unitamente all'attività fisica inevitabilmente diminuita, richiede un dispendio energetico abbastanza ridotto, che nel caso si valuta intorno alle 2.000 Kcal., proprio come gli adolescenti tra i 4-9 anni. Pertanto, dovrà opportunamente scemare la quantità introitata sia di proteine, sia di glucidi, sia di lipidi. CONCLUSIONE L’attività fisica è strettamente correlata ad un buon stile di vita come per altro lo è l’alimentazione. La sinergia di un ottima attività fisica personalizzata con un adeguata alimentazione che soddisfi pienamente le esigenze dell’individuo al mantenimento ed al miglioramento delle condizioni fisiologiche creano uno stato di benessere che se viene coadiuvato dalla capacita dell’soggetto di essere padrone della gestione dello stress che oggi giorno implica situazioni disagevoli mutando il proprio stile di vita in modo altamente negativo, quest’ ultimo avrà ricevuto l’elisir di lunga vita pur vivendo in un mondo dove il cibo , le imposizioni della società frenetica e tutto ciò che ne deriva sono veleno per il fisico e la mente , perché egli saprà scegliere non in funzione della società odierna ma in base al reale benessere che gli spetta di diritto. BIBLIOGRAFIA Prof. James Timmons team ricercatori di Heriot-Watt University di Edimburgo Scozia e pubblicato su BMC ENDOCRINE DISORDERS BRYNER ,1997 - UNIVERSITA’ MORGANTOWN WEST VIRGINIA STEVEN BLAIR 2009 (Br J Sports Med January 2009) university of south carolina COLUMBIA Eriksson (1998 Horm Metabol res; 30:37-41) Spattini M., “ANTI-AGING “ ,accademia del fitness giugno 2004