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INCHIESTA GIT© - LA PREMESSA.
ESCLUSIVA GRADOSPIA.it
di Raffaele Lisco.
INCHIESTA GIT S.p.A.© - LA PREMESSA.
C
ome anticipato in precedenza ai lettori di GradoSpia.it, inizia oggi 2 settembre 2014 la pubblicazione
dell' Inchiesta sulla gestione della Grado Impianti Turistici, lavoro d'indagine iniziato a partire dall'estate 2013.
Avevo deciso di pubblicare attraverso la produzione di una serie di "instant movie", purtroppo ho dovuto accettare il
fatto di non essere all'altezza, tanto è vero che in due giorni di lavoro sono riuscito a preparare solo 20 secondi
di sigla che vi lascio in omaggio.
Inutile dire che l'infinita schiera di "amici" pronti a contribuire alla bisogna - con le loro competenze tecniche - si
è "misteriosamente
liquefatta" adducendo motivi personali,
lavorativi,
ludici e/o gastrointestinali,
tutte giustificazioni legittime
che
però a
poche
ore
dall'uscita
del
prodotto,
hanno
solo confermato l'inesistente affidabilità di certi "rivoluzionari" da colletta. L'errore è stato solamente mio e,anche
se ero sicuro di non potermi fidare, ho voluto provarci lo stesso.
Per fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) nella scrittura trovo soluzione certa, di conseguenza, sono in grado
di proporvene i contenuti - il vero valore - ritornando all'utilizzo delle forme espressive di cui mantengo
conoscenza proprietaria.
In questa prima puntata della serie di capitoli che compongono i risultati del mio lavoro di ricerca (materiale
protetto dal DIRITTO D'AUTORE e che di conseguenza potrete leggere in ESCLUSIVA solo seguendo questo
spazio), vi illustrerò con dovizia di particolari, il comportamento assunto dagli ultimi due presidenti della Società
per azioni - avv.Mauro Bigot/avv.Marino De Grassi - in merito alle fondamentali strategie adottate durante la
gestione che li ha visti responsabili.
Il periodo preso in esame inizia a partire dal 2007 (penultimo anno sotto la conduzione Bigot - ndr) fino ad arrivare ai
giorni nostri, attraversando i TRE mandati ricoperti da Marino De Grassi, presidente ancora in carica alla data
odierna.
Vi racconterò quanto è importante sapere su un'altra fondamentale figura di completamento, il dott. Sergio
Schiavi, a partire dal suo "strano" ingresso in Git fino ai giorni nostri, "Direttore" operativo mai totalmente
digerito nè dai vertici, nè dalle maestranze e, perfino, neppure dalle altre figure accessorie quali i concessionari.
Avrete modo di venire a conoscenza, in maniera ufficiale, della maniera con la quale - durante il periodo preso in
esame - fosse stato adottato un metodo (a mio avviso) illecito e clientelare per soddisfare le assunzioni del
personale necessario alla gestione della Società Partecipata da Regione FVG/Comune di Grado/Camera di
Commercio di Gorizia/Consorzio ITUR.
La documentazione in mio possesso, atti, verbali, dichiarazioni, testimonianze dirette audio/video,
planimetrie, posta elettronica e quant'altro, riprodurrà fedelmente lo scenario attraverso il quale è stato abbastanza
semplice attribuire ogni singola "pezza d'appoggio" alla relativa manifestazione di "presunte" irregolarità, dalle
quali ho potuto facilmente togliere il vincolo della "presunzione" non appena trovato conferma attraverso
i documenti scritti, firmati e vidimati.
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Esattamente come per l'Ospizio Marino - inchiesta prodotta in origine da GradoSpia - anche la Grado Impianti
Turistici (secondo me) difficilmente riuscirà a sollevarsi dopo l'abbraccio mortale intrapreso con
la cocciuta realizzazione del Ristorante Antiche Terme, manufatto voluto "senza se e senza ma" da De Grassi,
sul quale ho trovato una serie di ingiustificate decisioni in merito alle quali si passa dalla
"semplice" malagestione al
vero
e
proprio abuso
edilizio,
con distorsioni attuate
da
parte
dei professionisti nominati in qualità di responsabili del Progetto, il coinvolgimento come complice da parte
dell'Ufficio Tecnico del Comune di Grado, gli interventi "risolutivi" intrapresi da personaggi
completamente estranei (privi di nomina specifica - ndr), quindi anch'essi "abusivi" per titoli, competenze e
affidamenti.
L'Inchiesta proseguirà con il racconto dedicato al clima aleggiante all'interno della Spiaggia a pagamento,
alcune testimonianze rilasciate da clienti "storici" su come l'impianto da loro frequentato per decenni, sotto la
gestione De Grassi/Schiavi sia progressivamente scaduto di gradimento, fino a raggiungere il livello più basso in
tema di servizi, pulizia, accoglienza e cura.
Ultima ma non meno importante, la scoperta di un uso della proprietà pubblica direi "allegro", attraverso il quale
la gloriosa ex Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno diventa facile depandance per scopi personali di
rappresentanza e/o omaggio per attempate "signore". Naturalmente a totale carico dei contribuenti.
Le "carte" non mentono e sarà difficile trasformare in tentata calunnia le azioni certificate dagli attori coinvolti in
prima persona, a meno che non dichiarino di non essere stati in grado di intendere e volere al momento
della sottoscrizione delle stesse.
Non leggerete una sola parola o una singola cifra, nè una datazione che non sia accompagnata dal suo allegato
scritto. Non intendo svilire un lavoro di questa portata con affermazioni contestabili o facilmente aggirabili, ben
consapevole del "rumore" che provocherà la mia divulgazione su quanto scoperto.
Concludo questa indispensabile premessa - ultimo scritto prima di entrare nel vivo dell'inchiesta - concedendomi
il lusso di levarmi alcuni "sassolini" dalle scarpe.
Personalmente, non sono mai stato interessato al modo scelto dai gradesi di appartenere volontariamente (e
naturalmente) alla predisposizione nei confronti della sudditanza planetaria, vivo la mia vita (in
bilico) moderatamente soddisfatto per quanto la mia famiglia e i miei interessi me lo concedano, cercando di
mantenere il cervello in forma anche a discapito del fisico.
Facile comprendere, quindi, l'assoluta distanza che mi separa da secondi fini a proprio vantaggio,
pratica "compensativa" che chiunque di voi recriminerebbe per aver scelto di interpretare il ruolo
del "moralista" fin dal lontano 2011.
Le conseguenze di una scellerata volontà di continuare a mantenere la condizione di Uomo Libero, coerente
con le proprie affermazioni, incapace di truffare i deboli, credibile e affidabile, è il combustibile che mi
basta per ritenermi più che saldato nei confronti della Collettività a cui - volente o nolente - appartengo.
Rischio del mio quotidianamente, andando a infilare la testa nella bocca del leone, tuttavia, al carattere non si
comanda, quindi nato "Signore", proseguo "malato" e morirò "sognatore", cercando fino alla fine di potermi
permettere il non dover dipendere da ignobili figuri con i quali non voglio avere nulla da spartire nè oggi nè mai.
Il mio premio sarà quello di essere certo (senza bisogno che lo dicano gli altri) di aver messo a disposizione
dei giovanissimi tutto quello che ho accumulato come esperienza negli anni, valore - a mio modesto parere - non
paragonabile con quattro spiccioli "arrubati" dai "furbetti" per ostentare al bar un'immagine "alta" di sè che, nella
realtà, non esisterebbe nemmeno se si coprissero d'oro.
La triste realtà, i fatti concreti e dimostrabili, dice che NESSUNO a Grado ha mai ceduto i diritti d'uso sulla
propria tranquillità alla Comunità, nemmeno a pagamento, preferendo un sano galleggiare nella melma,
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atteggiandosi a critici "duri e puri" davanti alla favorevole platea di ubriaconi da osteria ma, in realtà, pronti
a dissociarsi da chiunque ci metta la faccia. E il culo.
Di "chiacchieroni" ne abbiamo un'isola piena, maggioranza conveniente e caciarona buona unicamente per dare
l'opportunità ai governi di lamentare la mancanza di stile dei detrattori, "furbi" defilati nel momento
dell'azione (quando non addirittura protagonisti di inciuci), utili per gettare fumo negli occhi a una cittadinanza
già segnata da una pericolosa mancanza reattiva, di fronte schiena (...) nel momento doloroso della deflorazione.
Domani, dunque, inizio a fare sul serio, pubblicando per voi la VERA storia di Mauro Bigot, Marino De Grassi e
Sergio Schiavi, analizzata nel contesto GIT. Una buona parte di notizie che aiuteranno a comprendere
meglio i caratteri e le azioni dei nominati, a tutti quelli che hanno mantenuto - fino a oggi - una conoscenza
"distorta" di queste persone.
Ricordo a TUTTI i "colleghi" delle altre testate più nobili di GradoSpia.it che la totalità del materiale
pubblicato appartiene al sottoscritto firmatario dell'inchiesta, UNICO delegato alla concessione di
utilizzo a favore di terzi, previa richiesta.
...to be continued...
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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INCHIESTA GIT© - BIGOT/SCHIAVI.
di Raffaele Lisco.
La storia del penultimo presidente della Grado Impianti Turistici e del "direttore" aggiunto.
P
er arrivare a una comprensione corretta dei fatti accaduti all'interno della GIT S.p.A di Grado è indispensabile
conoscere la storia politica dei tre principali attori responsabili del vertice aziendale della società oggetto
dell'Inchiesta. Oggi esaminiamo i primi due.
Mauro Bigot, Sergio Schiavi e Marino De Grassi sono stati - nel bene e nel male - il trio protagonista del
progressivo depauperamento economico e strutturale accusato dal complesso balneare presente lungo il litorale
gradese. Entriamo nel dettaglio delle prime due figure specifiche:
Mauro Bigot, una laurea in Giurisprudenza, classe 1947,
imprenditore, ex assessore provinciale a Udine (1995-2000),
editore,
il 14
febbraio
2007 viene
nominato presidente della GIT
S.p.A. in
quota centrosinistra (Governatore Riccardo Illy - ndr), con l'incarico di
subentrare
al
predecessore Spazzapan,
presidente dimissionario a causa di motivi personali
sopraggiunti, notevolmente provato dall'impegno di recuperare
uno sbilancio di circa 500 mila euro che minacciava l'integrità
economica della società.
Da subito Bigot si dimostra un decisionista convinto, autore di
provvedimenti meritevoli quali
il taglio
drastico di
oltre 400 tessere VIP regalate agli amici degli amici,
ottenendo un risparmio immediato quantificabile in 40 mila euro, oltre ad altre prese di posizione mirate
alla riduzione dei costi inutili derivanti da agevolazioni e concessioni similari.
Contemporaneamente, tuttavia, si rende protagonista di scelte impopolari quali l'eliminazione dello "sconto" sulle
tariffe applicato ai residenti, o la mancata concessione delle prenotazioni nella zona centrale della spiaggia (fino a
quel momento prelazionabili dagli albergatori - ndr), azione che procura la sollevazione degli utenti abituati da
anni a prenotare sempre al medesimo numero l'ombrellone.
Nel delicato passaggio tra le amministrazioni Marin (Roberto) e Olivotto (nuovo sindaco di Grado), si ritrova a dover
gestire la patata bollente riguardante la possibilità di perdita degli incassi derivati dal pagamento del ticket
d'ingresso, atteso il fatto della richiesta (nazionale) di totale liberalizzazione degli arenili, penalità scongiurata
grazie all'intervento politico dello stesso Marin (nominato nel frattempo consigliere regionale - ndr) a favore del
mantenimento del regime di spiaggia "chiusa" almeno fino al 2014 e, oggi, prorogato.
Tralasciando per brevità quant'altro Bigot fece durante il suo mandato (slot machine, rinuncia al Parco delle Rose ecc.),
salto direttamente al punto oggetto della magagna inerente l'assunzione del dott. Sergio Schiavi, avvenuta il 1°
giugno 2007, esattamente dopo tre mesi dall'accettazione dell'incarico in qualità di presidente della GIT S.p.A., da
parte di Bigot.
Il neo presidente sa perfettamente di essere stato catapultato alla conduzione di una tipologia aziendale di
cui non ha la più pallida conoscenza, di conseguenza necessita di aiuto professionale per portare avanti
la gestione di una azienda oltretutto in grave difficoltà generale.
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Ma a chi rivolgersi senza far capire ai propri nemici di soffrire della mancanza di competenza nel merito? Qui si
accende la lampadina che gli rammenta di aver conosciuto - attraverso un nipote - un giovane di belle speranze che
presta la sua opera come impiegato stagionale presso l'azienda omologa di Lignano, quindi - se non altro - in grado
di risolvergli il problema in tempi brevissimi.
Convoca il dott. in Scienze Politiche, Sergio Schiavi al quale
offre
il
passaggio
di impiego da Lignano a Grado,
aumentandone il livello contrattuale e promettendogli
una brillante carriera sotto la sua ala protettrice, chiedendo
in
cambio dedizione
totale e fedeltà
assoluta che
otterrà facilmente, come vedremo in seguito.
Grazie al contributo incassato dalla regione che rimpingua
le asfittiche casse della GIT S.p.A. con 420 mila
euro accreditati in data 18 dicembre 2007, più
l'inaspettato rimborso seguente
ottenuto
dalle assicurazioni per
densità
di
precipitazioni piovose (chissà se De Grassi avrà pagato il
premio per il 2014?...) e dalle agevolazioni causa calamità
naturale (tornado del 8 agosto 2008 - ndr) l'avvocato può
serenamente iniziare (e poi continuare) a lavorare alla
necessaria riorganizzazione aziendale, accanendosi sulle maestranze. Nel 2009, sentendosi il fiato sul collo da
parte del governo di centro destra (Governatore Renzo Tondo - ndr) e ormai privo delle coperture
politiche "amiche", Bigot decide di blindare il suo fedele scudiero Schiavi e, mantenendo le promesse fatte al
momento della sua chiamata, si attiva a suo favore.
In una seduta "tra amici" di fine dicembre 2008, il presidente caldeggia la modifica del contratto dello Schiavi il
quale nello spazio di 24 ore passa dalla condizione di impiegato stagionale di 1° livello a quella di dirigente a
tempo indeterminato, con il sostanzioso aumento di stipendio modificato dai precedenti 21 mila
euro/anno ai 51 mila, esclusi rimborsi spese e di chilometraggio, conseguenza che porta a un totale di
costo del dipendente per la GIT S.p.A. oltre la considerevole cifra di 80 mila euro attuali.
Non basta. La "blindatura" corazzata viene raddoppiata con l'inserimento della clausola (tutt'ora vigente - ndr)
che riconosce al dott. Schiavi una somma pari a 36 mensilità in caso di rimozione senza giusta causa.
Praticamente una "tangente" di oltre 150 mila euro da versare a titolo risarcitorio più liquidazione e quant'altro.
Non male per pochi mesi (effettivi) di lavoro all'anno, sopratutto allorchè si tenga presente che il "Direttore" (figura
non prevista all'interno dello Statuto della GIT S.p.A. - ndr) guadagna quasi come il presidente e
l'amministratore delegato assieme o, se vogliamo, quanto tre/quattro dipendenti "normali". Alla faccia
della crisi e della spending review. Tuttavia, i professionisti di valore meritano la giusta retribuzione a fronte
dei risultati positivi ottenuti per l'aziende dove prestano la loro opera, quindi anche l'amico Sergio rientra in
questo postulato, a meno che, al contrario, il percepito non sia riconducibile a scarsi risultati operativi, quindi unicamente - a "marchette" politiche.
Nulla di personale contro l'amico Sergio ma come afferma il dott. Tirelli, "...un conto è l'uomo, un altro è il
personaggio pubblico..." Non sono assolutamente d'accordo ma mi adeguo al pensiero debole "diffuso".
A mio avviso oltre quanto illustrato in precedenza, il contratto proposto al dott. Schiavi contiene altre clausole che
possono essere valutate come invalidanti. Ad esempio la mancata registrazione della rinuncia agli emolumenti
pregressi, richiesta inoltrata (all'epoca) dal consigliere GIT Rigotto e mai evasa, oppure l'assenza - nell'occasione del Collegio Sindacale.
Un
fatto fondamentale compare
nell'adozione
ruolo eliminato da Marin e Bertossi nel 2005 (Comune
e
(ingiustificata)
della
figura
Regione) allorchè accogliendo
del Direttore,
le dimissioni del
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sig. Jugovaz, applicavano la decisione dei soci di non gravare sulle spese dell'azienda con stipendi fuori luogo,
atteso il fatto che certificava l'esistenza del presidente con funzioni di A.D. Al contrario, il presidente Mauro
Bigot disattendeva quanto deciso (e verbalizzato - ndr) dall'assemblea in tema di riduzione dei costi e concedeva
allo Schiavi condizioni di favore, addirittura oltre le richieste dello stesso.
Infine
(ma
ci
sarebbe
ancora
molto
da
scrivere), Bigot,
nel
momento
in
cui
concede
la "buonuscita" all'abusivo "Direttore", secondo me, non rispetta la norma dello Statuto aziendale che,
sostanzialmente, impedisce al presidente di eccedere dal limite massimo di 150 mila euro di spesa a egli
consentito (tre anni -36 mesi- x 51.000 euro/anno=153.000 euro - ndr). Ritengo che, a fronte di quanto prodotto,
il CDA avrebbe avuto facile vittoria se avesse voluto impugnare il contratto firmato tra Schiavi e la GIT S.p.A.
In questa occasione, quindi, Bigot sembra ledere palesemente i diritti dell'azienda per agevolare quelli del neo
dirigente "amico", prefigurando la possibilità di ricaduta nel conflitto di interessi e di indagine per danno
erariale.
Concedere a un collaboratore dei privilegi della portata illustrata, a fronte di un minimo margine operativo (spesa
autonoma massima del Direttore: 2.500 euro - ndr), nel medesimo momento in cui l'azienda è orientata verso
una migliore proporzione tra Efficienza e Costi, non attribuisce al presidente avv.Mauro Bigot medaglie di
merito. All'opposto instaura una serie di dubbi e riflessioni sulle motivazioni che hanno prodotto questa decisione, in
chiunque si prenda il disturbo di approfondire la questione.
Nel preciso istante nel quale il presidente "scaduto", Mauro Bigot, metteva un piede fuori dalla palazzina della GIT
S.p.A., già volteggiavano sempre più bassi gli avvoltoi pronti a spolparsi la carogna del Direttore, pregustando il
tanto atteso momento dell'avvio alla competizione denominata "dai un calcio nei denti a Schiavi", gara alla quale
si erano iscritti TUTTI, primo della lista il neo presidente avv. Marino De Grassi sulla quale figura vi
scriverò domani, poichè meritevole di un capitolo dell'inchiesta tutto suo.
...to be continued...
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INCHIESTA GIT© - MARINO DE GRASSI.
di Raffaele Lisco.
E' il turno dell'attuale presidente della Grado Impianti Turistici S.p.A. Tutto quello che c'è da sapere
sull'avv. Marino De Grassi.
S
e si dovesse raccontare della storia completa dell'avv. Marino De Grassi non basterebbero dieci capitoli per
scriverne della vita, parole e opere, di conseguenza mi limiterò a tracciarne i punti salienti - a mio modesto avviso sopratutto contestualizzati nel merito della conduzione della GIT S.p.A. In ogni caso, due righe di curriculum vitae si
rendono indispensabili per inquadrare la tipologia di appartenenza dalla quale proviene il politico e l'uomo.
Marino De Grassi, oggi sessantottenne, nasce a Grado. Compiute le scuole
dell'obbligo si iscrive al Liceo Classico di Gorizia e, in seguito, ottiene la Laurea in
Giurisprudenza. Editore e giornalista, collabora con importanti riviste e giornali.
Prima da Repubblicano con quattro mandati nel consiglio comunale di Grado
e poi da Berlusconiano, attraversa la politica locale occupando posizioni
quali Capogruppo per il PDL in Provincia di Gorizia, assessore
provinciale alla cultura dal 1980 all'88, responsabile regionale alla
cultura
per
Forza
Italia.
Esperto
in Storia
Patria,
curatore
di Mostre dedicate alla Julia Felix e nostalgico cultore dei bei tempi austroungarici.
Grande esperto del pascolo politico, si barcamena alla bene meglio fino al 2009,
allorchè decide che è giunto il momento di diventare presidente della GIT S.p.A.,
anche
per
prepararsi
il
terreno
in
vista
del
prossimo Polo
Termale. La concorrenza è forte e si manifesta attraverso la figura dell'onnipresente Roberto Marin che, dall'alto
del suo posto di Consigliere Regionale di maggioranza, spinge per la nomina di Giorgio Clama a presidente
e Alberto Guazzetti consigliere. Questa situazione di stallo sulle nomine permette a Mauro Bigot di allungare il
suo mandato di ulteriori nove mesi, con le implicazioni di cui vi ho raccontato nel capitolo precedente.
De Grassi, però, pur contando sull'appoggio del neo sindaco Silvana Olivotto e di buona parte del
suo partito (Forza Italia - ndr), non riesce a "sfondare" contro Marin (Clama) e Alleanza Nazionale, rimanendo
al palo per i suddetti nove mesi. Solo grazie al drastico intervento del Governatore Renzo Tondo, Marin viene
ricondotto sulla "retta via" e costretto a lasciare la via libera alla nomina di De Grassi.
Ad accompagnare il neo presidente il CDA composto da Gallizia e Gordini (Comune di
ndr), Beretta e Guazzetti (Regione
FVG).
In
seguito
la
figura
di Guazzetti - a
causa
presunto contenzioso con la regione - viene sostituita con quella di Ruggero Marocco.
Grado di
un
Tutti pronti per partire alla riorganizzazione della GIT S.p.A. dato che De Grassi (da subito) non nasconde il
proprio disgusto nei confronti della gestione Bigot, quindi si attiva a 360° per stravolgerne l'impianto dalle
fondamenta. Primo atto in ordine di apparizione è quello di dare ordine ai consiglieri di trovare
un'escamotage indolore per cancellare dall'organico il dott. Sergio Schiavi, Direttore marchiato come "uomo
di Bigot" e quindi inutile per la causa, anzi, pericoloso. In seguito, il Direttore si voterà anima e corpo al nuovo
padrone. (Franza o Spagna...).
Marino De Grassi si distingue subito per l'abilità con cui si destreggia tra Comune di Grado e CDA, organizzando
grandiose feste per gli ospiti della spiaggia, sotto l'egida di "Cortesia & Pulizia" (sic!), la creazione del "Turismo del
vino" (?), la Banda Civica di Gorizia e di Grado, per sfociare alla grande con la volontà di realizzare
una "cittadella dello sport" - in pieno arenile - fornita di arena da 2.000 posti a sedere. Si capisce da subito
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quanto al presidente sia più gradito puntare sulle strutture che sulla sabbia e la cosa si renderà palese quando vi
racconterò del Ristorante Antiche Terme.
Da quel momento in poi, la GIT S.p.A. non è più stata la stessa. Non è mio compito dare giudizi nel merito ma
certamente posso affermare - visti i risultati postumi - che la spiaggia a pagamento ha progressivamente subito
continue azioni di "gigantismo" personale, frutto di cocciute strategie che alla fine hanno dimostrato tutti i
loro limiti. Tuttavia il primo anno di gestione De Grassi si chiude con un attivo pari a 145.986 euro, primo
e ultimo periodo confermato in positivo.
Mi fermo qui - per ragioni di spazio - con la descrizione "tecnica" dell'insediamento e primi provvedimenti del presidente
in carica avv. Marino De Grassi. Ci sarà modo d'ora in poi di esaminare il suo operato nei dettagli, mano a mano
che affronteremo i singoli accadimenti occorsi dal 2010 a oggi.
Spostando il punto focale in direzione del tema caratteriale dell'uomo, quello che balza agli occhi è l'assoluta e totale
dimostrazione tirannica assunta dal presidente nei confronti di chiunque non si fosse piegato ai suoi voleri,
congiunta al disprezzo delle norme e regolamenti che "dovrebbero" disciplinare il rispettoso vivere civile, tanto
più in presenza di una Società "mista" a fortissima capitalizzazione pubblica.
L'avv. Marino De Grassi è uso rispondere alle critiche sul suo operato a colpi di denunce, considerando
l'interlocutore come un deficiente al quale non è nemmeno tenuto a dare risposta, talmente intriso dal senso
di Divinità da porsi tra coloro esenti da obblighi e/o doveri verso il prossimo. Infatti non passeranno più di 24
ore dalla
stesura
di
questo
articolo
prima
che
i Carabinieri
di
Grado mi
chiamino
per
notificarmi l'avvenuta querela esposta dal De Grassi contro le mie dichiarazioni. Praticamente l'ennesima
riproposizione del passato che lo ha già visto soccombente, malgrado la sua ricerca di soddisfazione più vicina
alla vendetta che alla giustizia.
Naturalmente, fedele al suo credo, egli è invece liberissimo di insultare pesantemente chicchessia, magari davanti a
una platea di 150
dipendenti obbligati
al mutismo, vomitando con
il
massimo candore affermazioni irripetibili sulla moralità dei suoi predecessori e/o del sottoscritto, strani esseri
(per lui) dediti a ogni forma di vizio immaginabile da mente umana.
Non esiste un solo dipendente, concessionario, collaboratore all'interno della GIT S.p.A. che non percepisca il
presidente De Grassi come un opportunista, traditore e vendicativo personaggio dal quale guardarsi
attentamente, a meno che non si appartenga all'insana categoria dei masochisti. E' notizia di pochi giorni fa
della Lista di Epurazione che il presidente "simpatia" ha inteso redigere nei confronti dei dipendenti della GIT
S.p.A. rei di aver parlato col sottoscritto, atteggiamento che segnala in quale sprofondo orrido sia precipitata
la mente del comandante, "ciapao de le strighe" che gli appaiono davanti agli occhi, facendogli
vedere nemici dappertutto. Sopratutto dove non ce ne sono.
Curioso comportamento manifestato da chi non ha mai tentennato di fronte alla possibilità di mandare a
morte chiunque servisse come merce di scambio per salvarsi le palle
la pelle, fossero consiglieri
d'amministrazione, dipendenti, "quote rosa" o colleghi politici.
Fortunatamente il "cetriolone" gira e,
diventarne "custodia".
nemmeno
il
più scafato dei
Gli "esperti" che ho contattato mi hanno informato che agitarsi è peggio.
...to be continued...
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soggetti
può
evitare
il
fatto
di
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INCHIESTA GIT© - Il Ristorante ANTICHE TERME/1
di Raffaele Lisco.
Eccoci giunti alla prima delle tre parti relative al capitolo riguardante il Ristorante ANTICHE TERME.
Doverosamente, inizio col racconto del perchè si decide di realizzare la struttura. Con oggi comincia la vera Inchiesta.
P
ur con il massimo del gradimento dimostrato quotidianamente dai lettori per la mia inchiesta, fino ad ora mi
sono limitato a farvi conoscere meglio i tre personaggi principali della ricerca in oggetto.
De Grassi, Schiavi e Bigot - nel bene e nel male - da circa 8 anni ormai (a fasi alterne) gestiscono in
maniera scellerata una società al 99% pubblica. Ricordo agli "addetti ai lavori" (che dicono di essere già a
conoscenza dei fatti esposti, il che sarebbe gravissimo) che tra i lettori di GradoSpia sono presenti anche semplici
cittadini e persone non di Grado, per i quali la conoscenza della storia della GIT S.p.A. non è così scontata, per cui
vanno gradualmente introdotti alla materia.
Del resto non ho nessuna fretta di anticipare i tempi di divulgazione frutto del
mio lavoro di ricerca, casomai questa condizione dovrebbero invece averla
i soci che ricordo essere il Comune di Grado, la Regione FVG, il Consorzio
Itur e la Camera di Commercio (oltre a Collegio Sindacale e all'Organo di
Vigilanza della GIT S.p.A. - ndr), coinvolti in solido nell'OBBLIGO di
fare chiarezza all'interno di in una gestione della cosa pubblica quantomeno "ad
personam”.
Detto questo, come promesso, oggi introdurrò - attraverso la prima parte uno
dei temi
scottanti della
gestione De
Grassi e
cioè
la cocciuta, onnipotente ed illogica decisione
di
edificare
il mastodontico locale Antiche Terme sulla principale spiaggia di Grado e per giunta nel pieno di un reparto
balneare pregiato come posizione e clientela affezionata.
Conti alla mano l’idea nasce fallimentare all'origine, in quanto in quella zona vi era già presente il bar-ristorante dei
gestori Macuc e De Ciantis che, sotto forma di concessione, pagava alla GIT S.p.A. un canone annuo di circa 35
mila euro, oltre al negozio tabacchi del signor Tortato, in seguito spostato forzatamente. Se detraiamo poi
l’incasso che davano circa 30-40 ombrelloni con gli annessi lettini (25 euro/giorno per 30 unità per 90
giorni - ndr) anche non considerando l'indotto derivante dal numero di clienti eliminati dalla fetta di arenile, si
arriva facilmente ad una cifra totale che raggiunge le svariate decine di migliaia di euro, importo
da sommare ai 35 mila di mancato incasso proveniente dall'affitto del locale pre-esistente.
Fatturato facile, comodo e pulito ottenuto senza
gravemente l'azienda per gli anni a venire.
impegnare un
euro
della
società e indebitare
A questo punto però interviene la megalomania del “presidente Magno” avv. Marino De Grassi che, posseduto
dalla fregola di restare nella Storia al pari di un vecchio faraone egizio, intende lasciare un tangibile segno del suo
passaggio ai posteri, scimmiottando la Stele di Marin (fronte Basilica - ndr), attraverso la costruzione della
"sua" piramide personale. Bisogna riconoscergli che, effettivamente c'è riuscito, portando a termine l'edificazione di una
bella tomba privata (politica), anche se non credo fossero quelle le sue intenzioni.
“Ramsete” De Grassi ai primordi della sua idea intendeva addirittura piazzare un “Caffè Viennese”, aperto tutto
l’anno (?), ubicato all’interno della struttura delle vecchie terme, con un costo stimato dall’amico e architetto Del
Zotto intorno al milione e 600 mila euro. Se fossi stato io al Governo avrei preferito comprargli una
caffetteria a Vienna e mandarlo al confino. Guadagnandoci.
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Esposto quindi il suo mastodontico progetto al CDA, subisce fin da subito le rimostranze dei consiglieri e, per
una volta, anche del docile e strapagato direttore (?) Schiavi. Il testardo e inamovibile De Grassi a quel punto,
sentendosi avversato da quelle capre arretrate del Consiglio, pretende di misurarsi con i vertici
regionali (assessore Seganti e suo staff tecnico oltre a Roberto Marin - ndr) per esporre il gravoso investimento e
ottenerne l'appoggio incondizionato, ricevendone, al contrario, risposta negativa.
Memorabile lo scontro aspro avvenuto durante un convegno pubblico effettuato presso l'Auditorium (Casa Balilla ndr) tra l'Assessore Regionale dell'epoca (Federica Seganti - ndr) e il presidente della GIT S.p.A. Marino De
Grassi, occasione durante la quale l'avvocato ha rischiato di venire deposto da qualsiasi carica politica presente
e futura.
Deluso e scornato ma come sempre ben deciso a soddisfare i suoi capricci, a quel punto l’avvocato decide di virare su
un
più contenuto bar-ristorante
sulla
spiaggia dal costo di "miseri" 500
mila
euro (sic!).
Immediatamente affida, quindi, all’architetto Del Zotto la seconda progettazione, senza nemmeno degnarsi di
ascoltare altri esperti e il direttore, tutti compatti nel cercare di ricondurlo alla ragione suggerendo un semplice
manufatto - tipo quello già esistente al primo ingresso (bar Esplanade) - inutilmente. Naturalmente il
presidente "egiziano" parte all'attacco senza nemmeno preoccuparsi di indire una gara d’appalto fra
più professionisti del settore, come da regolamento della GIT S.p.A., adottando felicemente il "Metodo
Razzi": "...fatti una ristorante di cazzi tuoi...".
D’altronde De Grassi aveva già incautamente incaricato Del Zotto della prima progettazione pur se
a conoscenza del fatto di non potere contabilizzare la parcella dell'architetto per non incorrere in danno
erariale, così come era accaduto a Martinis ed al suo CDA per la progettazione della ristrutturazione del
complesso Isola d’Oro affidata a quel tempo all’architetto Bredeon, (sentenza della Corte dei Conti del giugno
2009 che li condannava a risarcire la somma di 22.500 euro alla GIT S.p.A.).
Accumulando una lunga serie di violazioni, il presidente De Grassi ottiene - a colpi di fiducia - dai
suoi esausti collaboratori l'approvazione dello stanziamento di 350 mila euro per la costruzione dell’opera anche
se, poi, naturalmente con la solita protervia, presenta i documenti al Comune solo nel febbraio del
2012 ricevendone risposta positiva appena il 30 aprile 2012 (Comune di Grado - Area Tecnica prot.n°11411/UEP), attraverso il permesso a costruire firmato dell’architetto del Comune De Luisa, a quel
tempo dirigente dell'Area Tecnica.
La missiva spedita dall'Ufficio Tecnico di Grado concede il nulla osta per "...L'esecuzione di lavori di
installazione su AREA DI CONCESSIONE DEMANIALE MARITTIMA di un TAVOLATO ATTREZZATO
CON TAVOLI E SEDIE e di DUE CHIOSCHI per la somministrazione di cibi e bevande presso l'ARENILE
PRINCIPALE,
ambito
ANTISTANTE
IL
COMPLESSO
DELLE
"VECCHIE
TERME
MARINE"..." Vedremo presto che molto poco di quanto concesso trova corrispondenza nella realtà.
Oltre alla sopracitata allucinante ideazione del ristorante, superata la fase di deliberazione attraverso l'utilizzo di
tutto il dubbio repertorio coercitivo di cui il presidente è maestro, ora per la povera GIT S.p.A. cominciano
le magagne di tipo operativo che si manifestano immediatamente attraverso un bando di affidamento dei
lavori strutturali che viene emanato già il 10 aprile 2012 data in cui i permessi necessari non erano nemmeno
pervenuti.
Potere di preveggenza del De Grassi o collusione con gli uffici comunali?
Questo l'antefatto. Domani si prosegue con il racconto sulle differenze tecniche esistenti tra il "dichiarato" e
il "realizzato".
...to be continued...
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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INCHIESTA GIT© - Il Ristorante ANTICHE TERME/2
di Raffaele Lisco.
Dopo l'altissimo numero di accessi effettuati ieri (5 settembre c.a. - ndr) su GradoSpia.it a seguito dell’inizio
dell’inchiesta inerente la costruzione del ristorante Antiche Terme, nella seconda parte di oggi entrerò più nel
particolare,
ponendo
all’attenzione
degli organi
competenti parecchie
"presunte" irregolarità o,
quantomeno, stranezze che ho riscontrato ai tempi dell’apertura dei lavori edili sulla spiaggia, iniziati il 7 maggio
del 2012.
L
a
monumentale ”dependance” per buffet, banchetti, mensa
gratuita, concerti
privati
(Maieron,
Capuozzo
etc), pallose
rappresentazioni
storiche (urla
in
mezzo
alla
tormenta
nella
serata
sul Futurismo), favori agli amici degli amici (feste sponsorizzate) e omaggi per le "assistenti", voluta a tutti i costi
dal presidente “Conducator” Marino De Grassi, fin dalla fase di inizio lavori presenta, nei confronti dei testimoni
in loco, forti motivi di perplessità.
A quel tempo quasi tutti a Grado risultarono scandalizzati di fronte alla visione di un cantiere recintato sulla
spiaggia - durante la stagione estiva - e parecchie persone protestarono sui social networks e quotidiani. In
aggiunta varie foto furono scattate a riguardo.
Anche il sottoscritto - per conto di Gradospia.it - era tra i presenti sul posto, impegnato nel seguire la vicenda
e ascoltare i commenti della gente e degli addetti ai lavori. Solo in seguito sono riuscito a entrare
in possesso delle planimetrie, piantine, specifiche tecniche e la relativa documentazione ufficiale (e non) che
potessero comprovare i miei dubbi fondati, attraverso il materiale faticosamente raccolto, inerente
alcune presunte irregolarità nella costruzione dell’opera.
Nel terzo e conclusivo capitolo - per ora - sul ristorante Antiche Terme analizzerò le azioni dei professionisti
incaricati (e pagati) dalla GIT S.p.A. in qualità di Responsabili dei procedimenti tecnici e strutturali del
progetto, protagonisti ricorrenti all'interno dell'indagine in oggetto, sul quale impegno professionale diretto avrò
molto da specificarvi.
Indispensabile, tuttavia, mettervi subito al corrente del gravissimo e inspiegabile fatto che - a mio avviso - può
essere interpretato come la certificata ammissione sull'illegimità dei ruoli gravate sul ristorante Antiche Terme.
Tutto ha inizio nel momento in cui ottengo un documento ufficiale,
al quale tutti possono accedere in quanto di libera consultazione,
depositato in Camera di Commercio a Gorizia e cioè il verbale di
assemblea del 4 marzo 2013 (accessibile però parecchio tempo
dopo) della GIT S.p.A., momento in cui il “Rais” De Grassi - su
richiesta di chiarimenti da parte dei soci - scarica la “patata
bollente” sui
terzi,
(come
è
solito
fare al
pari
del
suo gemello, Edoardo Maricchio) in questo caso, specificatamente
sul "prescelto" consigliere di amministrazione Gordini, a quel
tempo segretario
del
PD
gradese.
Incredibilmente
ma seraficamente Gordini, nell'occasione afferma: ”...I motivi
del ritardo di apertura del cantiere sono da attribuire
alla burocrazia, colpevole di aver messo il CDA - tra maggio e
giugno (2012 - ndr) - in condizioni di emergenza. Senza
un PERSONALE IMPEGNO come DIREZIONE LAVORI (?) dichiara candidamente il consigliere - i ritardi per l’apertura sarebbero stati superiori...”.
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Personalmente non ho nulla da eccepire contro le competenze generali dell'ex consigliere, tuttavia,
l’incredibile ammissione in
sede pubblica di Gordini rientra
nella
categoria
appartenente
alle
suicide autodenunce. Esattamente nel preciso istante in cui dichiara (a verbale - ndr) alla proprietà - di
aver abusivamente sostituito i responsabili tecnici indicati alle Autorità, confessione che avrebbe dovuto portare
all’immediata richiesta - da parte dei soci stessi - di spiegazioni o di una ispezione (in Italia il direttore dei
lavori - soggetto che risponde penalmente e civilmente di fronte alla Legge - deve essere un tecnico abilitato, per
esempio,
un architetto o ingegnere
edile
- ndr),
invece, salvo
prova
del
contrario,
viene
lasciato al sottoscritto (sic!) il compito di dover informare il pubblico su come andrebbe applicata la
normativa in questa povera Italia. Soprattutto a Grado. Non se ne abbia a male il sig. Gordini ma la notizia è
di grande importanza - in sede di inchiesta - e mi stupisco come un buon manager di livello, come
lui, abbia potuto scivolare in un trappolone facilmente intuibile. Si consoli pensando che compariranno nei prossimi capitoli - molti altri nomi di "intrappolati" a seguito della gestione De Grassi.
Vediamo
chi
erano
i responsabili - comunicati alle
Autorità
per
la costruzione dell’opera: committente avv. Marino
De
Grassi, responsabile
dei
lavori dott. Sergio
Schiavi (aridaje), direzione
dei
lavori e opere
strutturali ing. Cristin, direttore
opere
architettoniche arch. Dario Del Zotto. Il nome di Gordini, quindi, non è compreso in questa lista, di conseguenza
la domanda da porsi è fin troppo scontata: a quale titolo, autorizzato da chi e con quali scopi egli svolge
un compito non ufficializzato e, soprattutto PERCHE'? Appurato che, se la gara dovesse compiersi su chi è il
più cocciuto tra De Grassi e il sottoscritto, mi autonominerei campione per distacco, quindi, trovate
le risposte, ne conoscerete i motivi nella prossima puntata.
In quel periodo gironzolando attorno al cantiere si notava una grande confusione, anche perché
sulla tabella esposta al suo esterno troneggiava la datazione di fine lavori nell’ordine delle tre settimane circa,
pertanto, oltre a creare disagio ai poveri bagnanti attigui (paganti - ndr), meritevoli di poter usufruire di
una spiaggia e non di un cantiere, gli operai ed i tecnici dovevano lavorare molto più del tempo normale previsto
dai contratti
di
lavoro sindacali,
condizioni sfavorevoli per
i lavoratori, per
i clienti e per
le maestranze della GIT S.p.A.
Per chi? Facile risposta: per sottostare ai voleri dell’atterrito presidente De Grassi che temeva per la
sua “poltrona” e relativi accrediti futuri, atteso il malaugurato caso in cui il ristorante non fosse stato
inaugurato entro i tempi previsti e dichiarati. Detto questo, dallo studio delle mappe in mio possesso (affidato a
un professionista abilitato pagato personalmente - ndr) sorgono forti dubbi sull'applicazione dell'osservanza che
impone l'obbligo di l'indire
una gara per
l’assegnazione
dei
lavori
idraulici
ed
elettrici (come
da regolamento GIT S.p.A. approvato nel settembre 2011 e consultabile nel sito web dell'azienda - ndr)
In difetto di tutto ciò, decine e decine di migliaia di euro sono andate a chicchessia, disattendendo le più
elementari norme di Legge.
Un'altra domanda che mi sono posto è come si spieghi che in un’opera che viene definita come realizzazione di “...un
tavolato e due chioschi...”, fosse servito edificare una sovradimensionata struttura composta da 88 pali
interrati e 75 piastroni di cemento armato di oltre 4 tonnellate ciascuna. Del resto, mentre il responsabile
dei lavori (il "solito"direttore della GIT S.p.A. dott.Sergio Schiavi - ndr) andava a guadagnarsi un'altra
gradita "provvigione", visibilmente annoiato, apparendo ogni tanto sulla sua fiammante e costosa bicicletta
con freno a contropedale, io partecipavo - come testimone - alle urla e baruffe tra operai e tecnici, fin da subito
in grave difficoltà e ritardo sul cronoprogramma.
A me risulta con certezza che ci fosse una sovrapposizione nei disegni, precisamente nell'occasione in cui l’impianto
elettrico sarebbe dovuto passare dov'era già ubicato l’impianto idraulico pre-esistente (conferma della
grave difformità dai disegni presentati dalla Società para-pubblica e approvati - senza indugio - dall’ufficio tecnico
del Comune). Credo sia lapalissiano aspettarsi che, prossimamente, gli organi competenti si rendano parte attiva
di un controllo ispettivo, visto che anche mio nipote di cinque anni sa che acqua ed elettricità - mescolati assieme
- non sono la miglior garanzia di sicurezza.
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Le infinite discussioni tra tecnici sull’ampiezza e portata dei supporti che avrebbero dovuto reggere i quattro
angoli delle enormi piastre di cemento appoggiate sui pali, i getti di cemento fatti e non previsti dai
disegni per le pavimentazioni dei chioschi, condizione che - se divulgata - avrebbe immediatamente
giustificato la chiusura del cantiere da parte della Sopraintendenza, in quanto la concessione è legata
alla completa rimovibilità della costruzione e ripristino totale dell'area alla condizione originaria,
aggiungono altri elementi poco chiari alla regolarità della costruzione.
Non bastasse tutto questo, i gravi problemi di tenuta della struttura "ballerina" che si è subito inclinata, non
appena i piastroni sono stati poggiati sui pali, ha costretto a numerosi interventi di "rattoppo", influendo giocoforza - sui costi in continua lievitazione. Una mattina, per esempio, vidi con i miei occhi due operai - che
parlavano slavo e mezzo italiano - intenti con una macchina fresatrice a lisciare le grandi piastre di cemento
color terracotta (costate il 30% in più del normale - ndr). Per due giorni li ho seguiti in questo improbo lavoro.
Al terzo giorno, ritornato ai margini del cantiere, invece di un bel pavimento color marroncino mi
ritrovo una fiammante e costosissima pedana in legno appoggiata sopra i lastroni di cemento color terracotta
(e non color cemento).
Tutto il lavoro di fresatura dei piastroni che, probabilmente, avrebbero dovuto formare il famoso tavolato su
cui edificare i due chioschi è scaduto - in sole 48 ore - a materiale utile per gli archeologi quando troveranno
i resti della GIT S.p.A.? Non sarà che il sopravvenuto cedimento strutturale andava mascherato con una costosa
pedana in legno?
Risparmierò (provvisoriamente) ai lettori di GradoSpia le ulteriori incongruenze - visibili o meno - che si potrebbero
riscontrare dall'esame tecnico della struttura, lasciando questa incombenza a chi di dovere. Sempre se ci sarà la
volontà, da parte degli Organi di Vigilanza, di determinare eventuali illeciti, oppure di lasciar perdere ignorando in blocco
la mia inchiesta informativa.
Certamente, da ieri, NESSUNO potrà più nascondersi dietro un provvidenziale "...NON SAPEVO...".
...to be continued...
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INCHIESTA GIT© - Il Ristorante ANTICHE TERME/3
di Raffaele Lisco.
Concludo il trittico dedicato alla storia del Ristorante Antiche Terme ubicato all'interno della GIT S.p.A. di Grado,
con le riflessioni più evidenti che mi auguro, siano sopraggiunte anche a voi dopo essere stati messi a conoscenza dei
"segreti" emersi da questa inchiesta.
D
etto, nella puntata precedente, sulle gravi difficoltà di gestione subentrate con la costruzione del
ristorante Antiche Terme nei pochi giorni concessi alla ditta incaricata per la realizzazione dell’opera, si rende
indispensabile ritornare alla grave affermazione del consigliere di amministrazione Riccardo Gordini, verbalizzata dal
"fortunato" (e opportunista) "direttore" dott. Sergio Schiavi, nel corso dell’assemblea dei soci del 4 marzo 2013.
Ci eravamo lasciati con la domanda sul perchè Gordini si fosse sbilanciato in una simile dichiarazione autolesionista.
Dilettantismo manageriale? Tendenza al masochismo? Costrizione da ricatto morale? Niente di tutto questo. Molto
più semplicemente perché la sua affermazione è reale e provata sulla sua pelle (assieme a quella dell’altro
consigliere, Ruggero Marocco).
Per la maggior parte del tempo di apertura del cantiere infatti l’ing. Cristin (direttore dei lavori ufficiale - ndr)
risultava in ferie e, quindi, assente dal cantiere per cui, dimostrata la chiara incompetenza tecnica in possesso del
"nominato per riconoscenza" responsabile dei lavori dott. Sergio Schiavi (laureato in Scienze Politiche), ai due
consiglieri Gordini e Marocco (terzo e quarto Direttore dei Lavori, a loro insaputa - ndr) fu imposto di prendere delle
scelte operative non di loro competenza e contro legge (obbligati dal presidente De Grassi). Collaboratori delegati, di
conseguenza, a fornire istruzioni agli stralunati e sconcertati operai e tecnici dell’azienda appaltatrice, lasciati allo sbando
nella direzione di cantiere.
A mio avviso, altre difformità si potrebbero nascondere nell'erezione del muretto di cemento dell'altezza di 1,70 metri,
che dai disegni di progetto avrebbe dovuto ancorare la struttura nella parte più distante dal mare verso il vialetto, opera
muraria per la quale non mi sentirei di rischiare un centesimo sulla sua realizzazione, mentre la diga a mare, - ovvero la
protezione posta sotto il bordo della pedana per impedire a una eventuale mareggiata di erodere il sottofondo sarebbe dovuta essere (secondo i famosi disegni approvati dall'Ufficio Tecnico di Grado) di 1,5 metri di profondità e che,
invece, a occhio e croce sarà di massimo 75 cm., cioè esattamente la metà del dichiarato.
Tra nervosismi, litigi, contrattempi e amenità varie è ovvio quindi che il prezzo del manufatto sia poi uscito dal controllo
delle delibere approvate in CDA. La cosa più grave, poi, è che nel documento emanato dal comune di Grado per la
realizzazione dell’opera si evidenzia chiaramente che: ”...i disegni di progetto devono essere perfettamente
eseguiti in scala e le quote devono CORRISPONDERE A VERITA'. In caso contrario - scrive sempre l’ufficio
tecnico - il presente permesso di costruire è DA RITENERSI NULLO E DI NESSUN EFFETTO...”.
Incrociando i dati di cui vi ho informato e la specifica regolamentare sopradetta, si potrebbe ravvisare l'insorgere di un
palese abuso edilizio? In un’Italia nella quale se, da privato cittadino, sbagli (per dolo o negligenza) ad aprire una
veranda, aggiungere un gabinetto o ristrutturare un cornicione a casa tua, rischi di commetere un reato penale,
estinguibile - fortunatamente - con l'oblazione di salatissime multe, di tutte queste difformità attuate su demanio
statale causate dalla negligenza dei dirigenti di una S.p.A. al 99% pubblica, a quali misure sanzionatorie dovremmo
affidarci per ottenere giustizia?
Altro fatto che all’epoca mi ha lasciato alquanto perplesso è se fosse stata eseguita una analisi idro-geologica (prevista
per legge - ndr) del fondale sotto la piattaforma, ricerca indispensabile per la verifica del tipo di composizione dei
materiali solidi sui quali appoggiare meglio i pali interrati. Questo sospetto mi è sovvenuto allorchè sono stato informato
da fonti più che attendibili, che gli stessi pali sono stati tutti interrati con la lunghezza di 15 metri (quindi
presumibilmente nella sabbia), mentre avrebbero dovuto - a mio avviso - essere ridotti, nelle varie parti, in lunghezze
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differenti, adempiendo correttamente al loro utilizzo in funzione della composizione del sottosuolo, come poggiare su
fondo duro, per l'appunto.
Resta appurato,comunque, che se il costo delle opere strutturali previsto inizialmente era stato dichiarato in 141.711
euro, come si è arrivati - in corso d'opera - a raggiungere un totale di spesa pari a quasi quattro volte il
budget stanziato inizialmente? Logica vuole che se prevedi che i piastroni di cemento dovranno fungere da base e unica
piattaforma, li comprerai più belli, costosi e colorati (circa il 30% in più rispetto allo standard - ndr) adottando materiali
"speciali" quali - ad esempio - la “terracotta”.
Se però i suddetti "piastroni" poi non li lasci asciugare il tempo necessario per consolidarsi - come prevedono le
procedure conosciute anche da un semplice geometra - perché sei pressato dalla fretta di chiudere il cantiere, è chiaro che
una volta posizionati poi cederanno crepandosi, come puntualmente è avvenuto. A quel punto non ti resterà altra scelta
che ordinare - in tutta fretta - una pedana in legno, obbligandoti a spendere un’altra montagna di soldi. Dei contribuenti.
Danari che sono al 99% pubblici, provenienti da sanguinose tasse e gabelle e non "mecenaticamente" cacciati dalle
tasche dell’avv. Marino De Grassi, soggetto notoriamente più incline a "prendere" che a "dare".
In attesa di smentita mi sento di affermare che la volontà "unilaterale" del presidentissimo Marino De Grassi di
regalarci un baraccone di cui non sentivamo affatto il bisogno, non è stata altro che il solito ripetitivo scandalo
gentilmente offerto da coloro che, investiti del potere decisionale, si lasciano assuefare dalla più logora "erezione da
potere".
Da lunedì alzerò il tiro - asciugando i "petardi bagnati" - raccontandovi di quanto sia facile adottare - senza pericolo di
reazioni - il "metodo Razzi", a Grado (provincia di Marte - ndr), cioè di come ci si possa sostituire ai Regolamenti,
trasformando una serie di doveri (retribuiti - ndr) in esclusive zone di proprietà privata all'interno delle quali
proclamarsi Imperatore con diritto di vita e di morte sui propri sudditi.
Non ne sono sicurissimo ma giurerei di "conoscere" almeno un altro personaggio di siffatte caratteristiche.
Ci vediamo lunedì. Non perdetevi GradoSpia.it. Vi assicuro che ne varrà la pena.
...to be continued...
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INCHIESTA GIT© - LAVORARE IN GIT/1
di Raffaele Lisco.
Continua l'esposizione di quanto scoperto dall'indagine sulla gestione della GIT S.p.A., durante la gestione presieduta
dall' avv. Marino De Grassi, in quota centro-destra. Da oggi iniziano i capitoli inerenti alle
condizioni obbligatorie da adottare, per poter lavorare nell'Azienda.
T
erminato, per il momento, l’approfondimento sull’”affaire” Antiche Terme, avevo progettato di prolungare
l’inchiesta per tutto il mese, rendendolo il “settembre nero” del condottiero avv. Marino De grassi e del dott. Sergio
Schiavi ma, come sovente succede, l’ispirazione mi ha convinto a prendere una strada diversa "per il bene
del paese", anticipandovi il piatto forte del menù sulle malefatte realizzate dal duo composto dal braccio e dalla
mente della GIT S.p.A., De Grassi/Schiavi.
Accantonerò, provvisoriamente, l’enorme mole di materiale in mio possesso inerente al ristorante
incriminato, preferendo esporvi le imprevedibili risultanze di una giornata qualunque d'inizio stagione 2014, presso il
comprensorio della GIT S.p.A.
Come spiegato nelle puntate precedenti dell’inchiesta, l’avv. Marino De Grassi aveva fortemente voluto (pestando i
piedi come un bambino capriccioso), la realizzazione del costosissimo mausoleo enogastronomico - che poi ha gestito ed
utilizzato
come
fosse
di
sua
proprietà
anche
se, mai
e
poi
mai
mi sarei
aspettato
nascondesse comportamenti stupefacenti nella maniera che vado a esporre.
La mattina di sabato 3 maggio decido di andare a comperare sigarette e giornale dall’amico Paolo Tortato (...ora,
poveraccio, rischierà di essere espulso dal presidente-dittatore De Grassi, reo di aver parlato con il sottoscritto, come
già accaduto ad altri dipendenti della GIT S.p.A.) affittuario - in concessione - del negozio ubicato proprio a lato
del Ristorante Antiche Terme.
Noto che il chiosco bar risulta aperto ed in piena attività, presidiato da un giovane cameriere che si aggira per i tavoli
tra i clienti, coadiuvato da un attempato ma professionale barman che da dietro il bancone prepara le bevande.
Il chiosco della cucina risulta, invece, chiuso, come già avevo avuto modo di osservare nei giorni precedenti
(gironzolavo in quella zona in vista dell’apertura della stagione ufficiale del 1 maggio 2014). Inaspettatamente il
chiosco/cucina viene aperto da un signore che ci sembra essere il cuoco del locale, dipendente già in forza nelle stagioni
precedenti.
Fin qui niente di anormale ma, a un certo punto, sopraggiungono in bicicletta e con tutta fretta, un manipolo di addette
alle pulizie della GIT, accompagnate da un capo spiaggia. Immediatamente, un paio di signore si mettono all’opera
alacremente per pulire di tutto punto la saletta mostre della palazzina attigua al ristorante e, in seguito, iniziano
a riassettare anche la cucina.
Percepiamo una sensazione di curiosità e avvicinandoci, sentiamo qualche sussurro proferito - a mezza bocca dalle efficienti lavoratrici che bisbigliano sull'apertura del ristorante per la realizzazione di una festa importante in
programma nella serata.
Convinto di non aver scoperto nulla di interessante abbandono la spiaggia, ripromettendomi - eventualmente - di
ritornare sul posto nel pomeriggio inoltrato, con l'intenzione di capire di quale happening si trattasse.
Verso
le 18 mi
ripresento e,
in
pieno delirio
investigativo, mi
accomodo
cercando
di
passare inosservato (sono Spia...) mimetizzato a turno tra i bancali esterni del negozio di Paolo Tortato, oppure in
17
fondo al tavolato del ristorante Antiche Terme, dove vi sono dei divani in vimini e, nascosto da occhiali da sole,
cappellino ben calcato in testa e quotidiano con i buchi per gli occhi, osservo gli eventi.
Quasi subito, scorgo il sopraggiungere del presidente De Grassi accompagnato dalla sua assistente di sempre, la
professoressa Marina Bressan con cui si è formata - negli anni - la coppia "culturale" delle ultime estati gradesi.
Insieme
hanno regalato graditi
momenti
di spettacolo nei
locali
della GIT, proponendo
al
pubblico
rappresentazioni austro-asburgiche, siparietti storici e cene di gala ricche di ogni ben di Dio. Una bella coppietta,
ben affiatata e complementare l'uno con l'altra.
La saletta - ristrutturata - delle vecchie terme, nel frattempo, vista la temperatura non proprio estiva, era stata preparata
alla perfezione per uno dei munifici banchetti ai quali ci ha abituato il De Grassi in questi anni e, alla spicciolata,
erano arrivati (all'incirca) una trentina di selezionati invitati. Mi era sembrato di capire che si sarebbe trattato
della celebrazione del compleanno della prof.ssa Bressan che, gentilmente, faceva gli onori di casa e accoglieva gli
ospiti.
Giustamente non invitato, ero tornato a gironzolare attorno al semi-aperto chiosco cucina (saracinesche mezze alzate ndr) scorgendo all’interno, il medesimo cuoco visto al mattino e un altro aiutante.
In qualità di emarginato, osservavo partire il rinfresco a base di bottiglie di bollicine, stuzzichini e portate varie.
Davanti a tanta opulenza mi venne l’acquolina in bocca ma, purtroppo, a causa della ferrea dieta alcoolica e alimentare,
potevo solo sbavare, consolandomi nel fumare l’ennesima sigaretta - anch'essa proibita (sic!) - sedativa. La serata
si concludeva con il taglio della torta da parte della festeggiata, con il sempre gagliardo e sbarazzino presidente De
Grassi a
suo
agio nella
parte del mattatore, abilissimo
nell'intrattenere gli "ospiti" con
il
suo
apprezzatissimo vocione baritonale.
Detto questo penserete che sono diventato più matto (e "rosicone") del solito. Invece, come sempre, vi sbagliate.
Già durante il rinfresco offerto dalla GIT S.p.A. in occasione dell'inaugurazione della stagione estiva 2014,
avvenimento in programma annualmente il 1° maggio, avevo annusato puzza di bruciato (mi aggiravo tra la folla - con
taccuino annesso - fasciato nei miei pantaloni rosso fuoco) notando strani movimenti - in entrata ed uscita - dal chiosco
cucina delle Antiche Terme che a quel tempo avrebbe dovuto essere chiuso.
Torniamo alla "festa di compleanno". La saletta attigua al locale Antiche Terme dovrebbe essere in realtà una "sala
mostre", quindi non possiede (probabilmente) l’agibilità necessaria per la somministrazione di alimenti e bevande,
ne consegue che la stessa sia stata utilizzata "abusivamente" nell’occasione (e chissà in quante altre) dal presidente De
Grassi, per celebrare il compleanno della sua amica. Ricordo che se un simile comportamento fosse messo in atto da un
esercente "privato", il sorpreso imprenditore andrebbe incontro all’immediata chiusura del
locale,
con salata ammenda accessoria.
Secondo: i camerieri e barman hanno stazionato nel locale e in servizio fin dalla mattinata, di conseguenza se ne deduce
che debbano aver effettuato un monte di ore straordinarie cospicuo per adempiere agli ordini del presidente De Grassi,
bisognoso di aprire il ristorante con celerità, fregandosene del fatto che in quel momento fosse ancora chiuso al
pubblico, pur di "regalare" il bene pubblico in oggetto alla prof.ssa Bressan, trasformandolo in un pied à terre privato.
Incredulo e disgustato dall'essere capace di formulare pensieri così vergognosi, ho cercato di
trovare smentita liberatoria e, invece nei giorni seguenti, dopo vari sopralluoghi ho avuto conferma che alle Antiche
Terme, nel periodo descritto, si effettuava solo il servizio di bar.
Del cuoco individuato non vi era più presenza fino a circa metà maggio, con il chiosco cucina rigorosamente chiuso.
I due sospetti più gravi però ve li ho riservati per ultimi e cioè: il cuoco utilizzato per cucinare il rinfresco della
prof.ssa Bressan dal presidente De Grassi era regolarmente in servizio e assunto a quell’epoca dalla GIT S.p.A.?
Dovevo trovare assolutamente risposta a questa domanda, di conseguenza, volli andare a fondo.
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A fine servizio avevo notato i due cuochi sistemarsi le divise ed entrare nella saletta a raccogliere i complimenti della
festeggiata e del presidente padrone di casa, per poi dirigersi negli spogliatoi attigui, ergo il presidente era a
conoscenza della loro presenza e sarà difficile che nell'occasione scarichi le responsabilità su altri, per
esempio il direttore del personale dott. Sergio Schiavi che comunque era comparso un paio di volte
a controllare che tutto procedesse per il meglio nella preparazione della cena.
Quella sera poi, il presidente ha saldato (come prevede la legge, ed il normale decoro) il conto del rinfresco così
gravoso in termini economici per la struttura della GIT S.p.A.? Se non lo avesse fatto immediatamente, come prevede la
legge stessa, avrebbe dovuto farsi rilasciare dai baristi/camerieri un documento non fiscale per non incorrere in
pesanti sanzioni da parte della Guardia di Finanza, per esempio. Personalmente, dato che mi sono sobbarcato
circa quattro ore di appostamento e “chiuso” il locale con i dipendenti, questo non è apparso evidente ma, giusto per
non sembrare il solito "talebano", concederò - provvisoriamente - il beneficio del dubbio e l’onere per "qualcuno"
di controllare. Incombenza spettante ai Soci, Collegio Sindacale, Organo di Vigilanza, Corte dei Conti,
Magistratura etc.
Molti consiglieri regionali di tutta Italia sono stati inquisiti in questi anni (giustamente, se colpevoli - ndr) per
ingiustificato e controverso utilizzo del denaro (a volte piccole somme) e della cosa pubblica. Come si comporteranno,
a riguardo del presidente De Grassi, gli organi competenti? Andranno a verificare la correttezza delle sue
azioni intraprese durante la sua gestione aziendale? Dimostreranno il buon operato del dirigente, anche
a salvaguardia della sua immagine oggi compromessa (anche) dalla mia Inchiesta?
Da oggi inizierà un duro lavoro negli uffici direzione, ragioneria e personale della GIT S.p.A., faticoso sforzo che
investirà il "direttore" Schiavi e le vessate addette (chissà quante ne avranno viste) uniti in solido per cercare
di mascherare le "presunte" - a mio avviso - gravissime irregolarità di quel sabato 3 maggio presso il
ristorante Antiche Terme, luogo di proprietà esclusiva dell’avv. Marino de Grassi e in sub ordine della GIT S.p.A.
Non pensate che sia finita, dal web mi hanno mandato un video (vedi sopra) - girato durante l'inaugurazione GIT del 1°
maggio 2014 - che, presumo, diventerà presto virale, girato da qualcuno evidentemente molto scontento dell’operato
che
lo "scoperto" presidente Marino
De
Grassi ha imposto alle maestranze. Uomini
e
donne tenute
alla catena sotto minaccia,
attraverso
il braccio
armato del suo "personale" direttore, Sergio
Schiavi.
La produzione che vi mostro, non mi vede in alcun modo protagonista, pertanto declino ogni
responsabilità, anche se appare evidente che gli autori sono simpatizzanti di GradoSpia, avendo utilizzato del
nostro materiale fotografico. Difficile attribuire un volto al regista che diffonde il filmato attraverso servers anonimi.
"Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano" (Gino & Michele, Matteo Molinari)
...to be continued...
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INCHIESTA GIT© - LAVORARE IN GIT/2
di Raffaele Lisco.
“Siediti lungo la riva del fiume e aspetta: prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo
nemico” (CONFUCIO).
G
iunti ormai all’ottava puntata dell'inchiesta sulle malefatte del trio Bigot (comprimario ma non
troppo), Schiavi, De Grassi e altri che incontreremo prossimamente, vi devo commentare - doverosamente - l’articolo
di ieri (7 settembre) dentro al quale era inserito un video di autore anonimo (visibile sul link Video Inchiesta
GIT ) filmato che ha registrato un grandissimo numero di accessi. Per i navigatori curiosi che hanno voluto gustarsi i sei
minuti di montaggio diffusi da uno sconosciuto incavolato, il retrogusto deve essere stato sicuramente agro-dolce e ve ne
spiego il perché. Dolce, per le scene e lo stile del montaggio (tipo “Iene o Lucignolo” - ndr) accessoriato dai divertenti
inserti ma, allo stesso tempo, agro, perché i contenuti e le accuse sono devastanti in tema di decoro e legalità, al pari di
quelle che ho registrato di persona nella giornata del 3 maggio, in occasione della "festa" al ristorante Antiche Terme.
Nel video, spiccano le pompose e roboanti dichiarazioni del presidente De Grassi, il quale ribadisce, a più riprese, alla
folla di convenuti accomodati ai piedi "suo" pulpito, (agglomerato di spettatori ben separati dalle medesime autorità che
a tutt'oggi risultano assenti), di avere governato “senza sprechi”, impegnato in una gestione simile a quella di “un buon
padre di famiglia”. Non conosco a sufficienza il suo focolare domestico, tuttavia posso senza dubbio certificare che di
sprechi non ne ha compiuti, in quanto le sue azioni (pubbliche?) hanno sempre avuto la caratteristica invidiabile del “pro
domo sua”.
Da sempre ossessionato dal desiderio di controllare un ristorante d'èlite (costruito con i soldi dei contribuenti - ndr)
lussuosa location ove mettere in scena le sue rappresentazioni storiche (Futurismo, Sissi, elogio dell’Eros, Asburgo ecc.)
coadiuvato dalla fedele “assistente" - frau Bressan - ed intrattenere con lauti banchetti, gli ospiti scrocconi - a suo
giudizio V.I.P. - il presidente De Grassi è caduto nel pacchiano errore di calpestare - per eccesso di onnipotenza - ogni
regolamento e legge vigente sul territorio italiano, comportamento illegittimo per un normale cittadino, quindi, a
maggior ragione ingiustificabile se adottato da un amministratore di beni e denari pubblici.
Nel corso del rinfresco del 1° maggio, il presidente in carica è solito da sempre “concedere” il panem - sotto forma di un
po’ di affettati e bibite - ai futuri clienti della GIT S.p.A., bocconi al popolo serviti dai bagnini, mentre ai suoi invitati
di prestigio riserva un banchetto ben recintato e protetto, sotto il tendone adiacente la palazzina uffici, al quale noi
abbiamo preso parte a distanza, sorseggiando dell’acqua minerale portata da casa.
Gli ospiti di "rispetto" del presidente De Grassi trangugiano fritture, verdure pastellate, tartine e ogni altro ben di
Dio, delicatessen offerte con l'accompagno di vini pregiati del Collio e spumanti d.o.c., naturalmente serviti
da professionisti a livello di cuochi e barman.
La stagione estiva - ancora distante, a maggio - si permette il lusso di non collaborare col presidente De
Grassi impedendo bastardamente l'uso (e abuso) del personale "di livello", professionisti non ancora
regolarizzati sul Libro Matricola per ovvi motivi, di conseguenza, l'incauto presidente vorrebbe fare bella figura ma
non si può permettere l'assunzione prematura di inutili (e costosi) dipendenti stagionali che già dal 2
maggio diventerebbero superflui, attesa la contrazione turistica esistente.
Oltretutto, come farebbe altrimenti a mantenere il suo stipendio, quello obbligatoriamente aggiunto
dell'indispensabile
neo A.D. Mauro Bigot (quest'anno
ndr)
e,
soprattutto,
le
retribuzioni fuori
controllo del "direttore" Sergio Schiavi? L'unico mezzo disponibile resta quello della richiesta "libera" ai futuri
assunti in GIT, offrendo loro la scelta "autonoma" di venire a prestare servizio gratis - per il bene della causa aziendale
- condizione per la quale i "nominati" possono scegliere se rispondere SI o SI. Oppure negarsi e cercare un altro posto di
lavoro per l'estate.
20
L’uso coercitivo e strumentale delle assunzioni, nell’Era De Grassiana, è assurto - ultimamente - a vertici inaccettabili,
essendo stato tra l’altro approvato (settembre 2011 - ndr) un chiaro regolamento dalla GIT S.p.A.
Di questo argomento scriverò nelle prossime puntate, dove scopriremo il sistema del “bando ad
personam”, diabolico sotterfugio congegnato dal duo De Grassi (committente) e Schiavi (esecutore dell’opera).
Naturalmente, come fatto fino a questo punto, produrrò alcune testimonianze dirette dei partecipanti a un bando che,
pur presentando ottime qualifiche sono stati ignorati dagli esaminatori (De Grassi/Schiavi tanto per non
essere monotoni) e, in seguito, addirittura sorpassati da emeriti sconosciuti/e (se si eccettua il "padrinaggio" politico),
soggetti che i bandi nemmeno sapevano cosa fossero. Il posto di lavoro l'hanno avuto detti "miracolati" (ca va sans
dire), grazie al potere delle amicizie senza le quali è impossibile (attualmente) entrare alla GIT S.p.A..
Andando comunque a leggere la normativa in vigore che definisce le sanzioni inflitte al responsabile di un utilizzo
in “nero” del personale, la legge prevede "...l’immediata chiusura dell’esercizio pubblico dove il lavoratore
prestava servizio, quindi un ammenda di 1950 euro per la riapertura, più una sanzione di 4000
euro per ogni persona trovata fuori regola..." (500 euro invece per difformità nell’orario di lavoro dei part
time), con "...la segnalazione alla banca dati dei datori di lavoro irregolari..." (per monitorare eventuali
recidive future).
In questo periodo poi il potere ispettivo è stato allargato dal solo Ispettorato del Lavoro anche alle Forze
dell’Ordine (Guardia di Finanza - ndr) organismi autorizzati ai controlli in ogni azienda. Recentemente, sono assurti
alla cronaca parecchi casi di datori di lavoro colpiti dalle inflessibili sanzioni di legge.
Prima del termine della mia Inchiesta è prevedibile che, in direzione ed ufficio personale alla GIT S.p.A,. si verificherà
un intenso traffico di dipendenti ai quali, secondo la predisposizione, sarà usato il "bastone" terroristico, oppure
- al contrario - la "carota" paracula, garanzia per graditi avanzamenti di carriera e stipendio, prossimi venturi.
Nel frattempo continuo a domandarmi se le autorità competenti saranno altrettanto inflessibili contro
l’indifendibile presidente De Grassi (sempre se risulteranno fondate le mie accuse contenute in questa Inchiesta ndr) che è, oltretutto, avvocato (sic!) quindi, in teoria, di leggi e regolamenti dovrebbe intendersene almeno un po’.
Siccome ne ho conosciuti tanti in possesso di un titolo accademico valido quanto una "busta di fave", ritengo che
per entrambi gli ultimi due presidenti di pari Laurea, i Codici di procedura possano servire unicamente
come fermaporta.
Chissà cosa pensano di tutto questo presunto “marcio” i neo eletti consiglieri di amministrazione Della
Valle, Bredeon e Lovato e
se
avranno la
voglia e
la
convenienza
di “reggere
il
moccolo” al “trio
fantasia” (Bigot/Schiavi/De Grassi) apparendo a loro volta, come utili idioti. Senza nemmeno averne goduto i
frutti.
E i consiglieri del Comune di Grado, indistintamente raggruppati tra maggioranza e opposizione? Soci
fantasma di una partecipata in cui figurano (attualmente) tre azionisti "reali", ben diversi dai quattro
"ufficiali", amministratori unici autorizzati all'ingrasso personale, senza limiti? Perchè non cambiare
alla GIT il suffisso S.p.A. in S.p.s.a.R.? (Società Privata senza alcuna Responsabilità - ndr).
Mi aspetto (senza alcuna polemica) che il dott. Enzo Tirelli vada oltre le tiepide richieste a De Grassi di relazione
esplicativa sul suo operato ai consiglieri comunali, sopratutto ora che gli ho servito su un piatto
d'argento tonnellate di informazioni che gli permetterebbero - finalmente - di inchiodarlo. Se non coglierà
questa golosa occasione, non avrà più alcuna scusa per non aver agito. Dal Partito Democratico non mi aspetto nulla,
dato
che
la Capogruppo/Segretario locale Angela
Giorgione è
visibilmente immobilizzata dall’amicizia
con Schiavi, oltre alla
conosciuta sponsorizzazione
primaria per
l'ingresso
di Bigot e
relative commistioni col Sistema protagonista in GIT. Da Maricchio (PierEdi) ancora meno, dato che se cade uno
anche l'altro si sbriciola. Forse i consiglieri di Liber@ potrebbero sollevare il problema, anche se, il (NON) averli visti
all'opera negli ultimi mesi, mi porta a credere che rimarrò deluso dal loro operato, purtroppo ancora lontano nonostante la buona volontà - dall'assomigliare a un rivoluzionario tentativo di cambiamento. Spero di sbagliarmi e mi
auguro che Raugna, Facchinetti e Tognon ci sorprendano in positivo.
21
Ricordo che:
1.
2.
il comune di Grado è socio al 10,62% della GIT S.p.A. - di cui nel 2025 erediterà l’intero comprensorio - (La GIT
S.p.A. cesserà di esistere da atto costitutivo - ndr).
che due consiglieri di amministrazione sono stati nominati dal sindaco Maricchio al pari del presidente De
Grassi e che, come socio, il Comune ha l’obbligo di legge di perseguire eventuali irregolarità si fossero
verificate all’interno della partecipata.
La storia ci supporta a tal proposito, allorchè il sindaco di Grado Roberto Marin (centro-destra) e l’assessore al
turismo Bertossi (centro-sinistra), al pari quindi di Maricchio e Bolzonello, cacciarono il presidente Ostroman e
il direttore Jugovaz (anno 2005 - ndr) mettendo alla guida della GIT S.p.A. un dirigente regionale “super
partes” nella persona di Spazzapan.
Vedremo. A Grado le inchieste "serie" spaventano. Rilevo uno strano silenzio pubblico su tutta la vicenda. Per esempio,
che fine ha fatto il consigliere regionale Alessio Gratton? Abita ancora a Grado? Si rende conto di essere il numero
due a
livello
regionale
nel turismo dopo
l’assessore Bolzonello?
A
primavera SEL Grado aveva "fiammeggiato" contro il sistema clientelare attuato dalla "cricca" in carica, con indignati comunicati
stampa accusatori - firmati dal segretario locale Matteo Polo - in seguito "edulcorati". Forse a causa di una presunta
nomina a responsabile, concessa dal "democratico" presidente all'ultimo affiliato Vendoliano ancora da piazzare,
logicamente, nel "poltronificio" chiamato ristorante Antiche Terme.?
Il cappello dell'articolo che avete appena letto è iniziato - non a caso - con una citazione di Confucio. Domani vi
svelerò i motivi che mi hanno indotto ad attendere la fine della stagione estiva 2014 per divulgare le notizie in
mio possesso da mesi.
“Un giorno cori el lievro, un giorno cori el can”- (PROVERBIO BISIACO)
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INCHIESTA GIT© - LAVORARE IN GIT/3
di Raffaele Lisco.
Il
“sistema An.Bo.”
e
i
“concorsi ad
metodo collaudato per assumere il personale.
G
personam”
(made
in De
Grassi- Schiavi),
ià a giugno eravamo entrati in possesso di una mole enorme di materiale inerente le malefatte dei dirigenti
della GIT, tuttavia, a quel tempo sulla società pendeva la “Spada di Damocle” inerente il presunto
inquinamento da mercurio, elemento nocivo riscontrato nella sabbia sulla spiaggia. Come sempre, eravamo stati
i primi a conoscere la notizia - ancora nel 2013 - tuttavia, dopo un'attenta riflessione, intuendo quali gravi danni la
pubblicazione avrebbe prodotto su tutto l’indotto economico gradese, avevamo deciso di attendere le conferme delle
analisi prima di pubblicare il nostro ennesimo scoop. Nell'occasione sono riuscito a litigare con
l'amico Raugna (Liber@ - ndr) fatto che avrei evitato volentieri.
Con la grazia di un elefante che entra in cristalleria, invece, il corrispondente de Il Piccolo, An.Bo. (al secolo Antonio
Boemo - ndr) aveva subito divulgato sul quotidiano locale (in prima pagina, senza tanti complimenti) i puri e
semplici sospetti della Procura della Repubblica di Gorizia, senza attendere le doverose conferme, creando quindi
il disastro a livello mediatico che pagheremo anche per le prossime stagioni, soprattutto a causa
della “ripresa” dell'inesatta notizia - mal gestita - sui quotidiani austriaci e tedeschi.
A quel punto decidemmo, come minore dei mali, di tenere per noi le pessime notizie riguardanti la ”cricca” che governa
la GIT S.p.A., al fine di non appesantire ulteriormente il pessimo clima mediatico di Grado, concedendo alla coppia De
Grassi/Schiavi (alla quale poi si è aggiunto il rientrante Bigot), di passare all’incasso di altre 4/5 mensilità
di stipendio - immeritate - godendosi un’altra estate di malefatte.
Il "sistema An.Bo." prevede che, oltre alla facile pubblicazione delle notizie parrocchiali, oppure le imperdibili
informazioni sulla sagra della sardella, egli favorisca alla sua redazione il passaggio delle “veline” suggerite dagli
amici Edi Maricchio e Marino De Grassi, stando ben attento a non provocare ai due "potenti" soggetti (per lui)
il minimo fastidio. Queste sono considerazioni espresse dalla quasi totalità dei gradesi, le mie opinioni personali non
contano.
An.Bo. ha trascorso una vita lavorativa nella gloriosa APT , ha scritto un paio di libri naif assieme al vecchio
compare De Grassi e, in seguito, è perfino riuscito a "piazzare" una delle figlie in GIT (con un buon posto di lavoro ndr), naturalmente senza concorso. Perché correre il rischio di inimicarsi i vertici del paese dove vive, solo per
dimostrare - a chi ancora crede che esista un'etica professionale - di eseguire decorosamente il suo lavoro
di giornalista (pensionato)? Ad An.Bo. interessa - molto più intelligentemente - vivere tranquillo (come capita alla
maggior parte dei gradesi). Purtroppo, si dimentica troppo spesso di essere uno dei pochi accreditati a divulgare
notizie ufficiali di vitale importanza per i suoi concittadini, atteggiamento che presume la conseguenza
del non poter essere sempre accomodanti. "Bucare" un'esclusiva come l'uscita della mia Inchiesta (che avrebbe
dovuto scrivere lui - ndr) è un fatto positivo, per Il Piccolo? E’ forse invidioso di GradoSpia? La Redazione del
quotidiano (a pagamento - ndr) ritiene di aver assolto ai suoi obblighi nei confronti di chi acquista il giornale?
Detto questo, passo a spiegarvi il concetto di “bando o concorso ad personam”, escamotage inventato da Marino
De Grassi a partire da ottobre del 2011, allorchè fu costretto dai soci della GIT ad adottare un regolamento per le
assunzioni e un altro per gli acquisti (entrambi scaricabili dal sito della GIT - ndr).
Per continuare nella sua azione clientelare e nepotistica il furbone doveva ora passare attraverso bandi e concorsi ma,
nella più classica pratica ItaGliana, “fatta la legge, trovato l'inganno”, in questo caso con l'adozione del contributo
tecnico del fedele ed asservito direttore Schiavi. Vediamo il sistema cosa prevede:
23
1.
2.
3.
4.
5.
De Grassi individua una persona ( di solito di genere femminile) a lui gradita da assumere.
Si inventa una mansione o incarico nell’organigramma della GIT.
Analizza i requisiti e punti di forza della persona stessa prima di emettere il bando.
Incarica
il direttore di
stilare
una tabella a punteggio
favorevole corrispondente
alle
qualità
del “suo” candidato e di pubblicare solo sul sito della GIT S.p.A. (che leggono in pochi) per il minimo tempo
indispensabile il bando stesso (15 giorni da regolamento).
Effettua i colloqui delle poche persone informate che si presentano, tramite una commissione interna
ed, eventualmente, alla fine chiede al direttore di manipolare i punteggi e graduatorie per raggiungere
lo scopo prefissato.
Appare ovvio che tutta la vicenda, così gestita, risulti una pagliacciata. Andrò a dimostrarlo con alcuni esempi
pratici, questa volta dovendo, giocoforza, citare alcune persone coinvolte.
Un concorso “ad personam” fu quello del dott. Andrea Beretta che nel maggio del 2012 si dimise dalla carica
di consigliere di amministrazione del CDA in essere (nomina ottenuta grazie alla sua militanza nella Lega Nord ndr) per partecipare e vincere il posto di “responsabile amministrativo servizi bar”. A quel punto a Grado si fece
un po’di baccano ma, la secca e puntuale smentita fornita proprio sul nostro sito dal dott. Beretta, risolse la
questione legittimando la procedura (i regolamenti non parlano di conflitto di interesse e in parecchie aziende vi sono
membri del CDA assunti, anche, come dipendenti). Aggiungiamo noi che, comunque, l’incauto dott. Beretta non fece
proprio la scelta del secolo, rinunciando ad un comodo posto da consigliere, con buone prospettive future, atteso il
fatto che, all'epoca, l'assessore regionale al turismo e il presidente della commissione omonima, figure
politiche che - normalmente - controllano la GIT S.p.A., erano i suoi amici leghisti Federica Seganti e Federico
Razzini. Col senno di poi pensiamo che il dott. Beretta si sia pentito amaramente di quella scelta (probabilmente
suggeritagli dal De Grassi che, in questo modo, eliminava un giovane concorrente futuro). La "Spia" che tutti pensano
sia stata la mia fornitrice documentale, quest'estate l'ho notato “spinare birre” presso il chiosco del bar della piscina
termale. Dovrò porgergli i miei complimenti per la vorticosa carriera.
Certo che se continuerà a essere così facile "depistare" le menti deboli convinte di "avere capito tutto", in futuro potrò
indagare mentre dormo, visto che nessuno ha ancora compreso che le mie informazioni (quelle serie) provengono
all'80% dall'esterno dell'isola. Il restante 20% (interno) è gossip di basso livello, come gli squallidi figuri
protagonisti.
Parallelamente al bando di “responsabile amministrativo servizi bar”, a quel tempo la GIT ne pubblicò un altro con
la fantasiosa dicitura di “addetto ricezione servizi bar” e qui il sistema De Grassi comincia a palesarsi in tutta
la sua meschina genialità. Dovete sapere che, se siete “nemici” di (in rigoroso ordine di "gradimento"):Raffaele
Lisco, Roberto Marin, Enzo Tirelli e Alessandro Felluga, tutti ripetutamente e pesantemente insultati in
pubblico - in più occasioni - dal sig. De Grassi (vi risparmio i commenti su Maricchio, Bernardis, oltre
a Baucero, Martinis ecc.), sarete sicuramente i ben accetti dal presidente che un posticino di lavoro in GIT ve lo
troverà di sicuro.
Sta di fatto che a quel tempo molti ebbero da ridire a proposito dell’assunzione del dott. Beretta ma, nessuno si prese la
briga di controllare che il secondo posto di “barista” era andato alla signora Antonella Corbatto che di caffè, birre o
bibite aveva solo sentito parlare, o al massimo se le era bevute come cliente, mentre, invece, nel corso della sua carriera è
sempre stata una efficientissima responsabile nell’ambito sanitario (ex clinica Santa Eufemia, ex Terme della
GIT , attualmente responsabile terme dell’Hotel Astoria - ndr).
Cosa c’entriamo noi quattro (Marin, Lisco, Tirelli e Felluga) penserete. Effettivamente, c'entra il
solo Marin poichè la signora Corbatto era a quel tempo preda di un’”avversione” per l'ex-sindaco di Grado, (dopo
essersi trovata disoccupata a seguito del fallimento della Clinica Santa Eufemia), e quindi super gradita al
presidente De Grassi. Incredibile ma vero.
Sta di fatto che dopo 4 tragici mesi trascorsi presso il ristorante Antiche Terme la signora se ne è tornata saggiamente al
suo lavoro inerente la sanità e, ora, i caffè se li beve - nuovamente - invece di servirli. Questo finale non cancella il
24
fatto grave che documenta la vittoria di un bando di concorso emesso da una partecipata pubblica, selezione
alla quale presero parte altre cinque oneste persone (sic!) in possesso di requisiti migliori.
Procedendo più conciso, un'altra assunzione “curiosa” imposta dal presidente De Grassi riguarda la sua ex
segretaria, Annalisa Di Zorz, collaboratrice che aveva dovuto licenziare dalla sua casa editrice “Edizioni della
Laguna” - vista la crisi dell’editoria - per riassumerla poi alla GIT come "esperta" di sistemi informatici
applicativi AutoCad e Photoshop (?) Oppure
la presa
in
carico contrattuale dell’amica
di De
Grassi e “consigliera comunale” in quota Forza Italia, Suzana Khulier Pusateri la quale - per un’estate - ha
lavorato
come animatrice in GIT (chissà
con
quali
qualifiche),
fino
a
giungere
nel 2013 con
l’incredibile, pacchiana, assurda e inconcepibile assunzione di una signora laureata in economia e commercio, (la
dott.ssa Silvia Leban - ndr) pagata per gestire l’area sportiva, l’animazione ed il wellness della GIT, a discapito del
preparato ex atleta "graisano" Omero Degrassi, dipendente storico della spiaggia con "solo" 25 e più
anni d'esperienza (oltre a un contratto valutato da De Grassi carta straccia). Inutile studiare, aggiornarsi e
frequentare corsi dedicati se, poi, i posti destinati nello specifico, un incollato presidente li "regala" ad
una mingherlina laureata in economia e commercio, probabilmente bravissima in economia, molto meno
nel gestire gruppi
di
clienti,
desiderosi
di migliorare
il
proprio
fisico.
Di
questo concorso,
delle rimostranze contro la signora Leban da parte di un gruppo di utenti frequentatori dell’area sportiva e
della “non assunzione” di Darione Lauto, truffato partecipante al bando per un posto di barman (2014 - ndr)
presso la GIT S.p.A., vi racconterò nella puntata di domani. Sarà molto istruttivo, non mancate.
“Xe più giorni che luganighe...” - (PROVERBIO TRIESTINO)
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INCHIESTA GIT© - LAVORARE IN GIT/4
di Raffaele Lisco.
Quarta e conclusiva parte del capitolo "LAVORARE IN GIT". L'inchiesta continua con altri capitoli non meno
importanti.
“Sii forte che nessuno ti sconfigga, nobile che nessuno ti umili, te stesso che nessuno ti dimentichi”
(Paolo Cohelo)
R
iprendo l'analisi di quanto solamente accennato nella puntata di ieri, sul sistema "presidenziale" relativo
al metodo adottato per le assunzioni in GIT. Nel capitolo odierno vi racconto i dettagli inerenti al bando “ad
personam” cucito attorno alla dott.ssa Silvia Leban, scelta grazie al possesso del titolo accademico in Economia e
Commercio, qualità che - presso la partecipata pubblica gradese - pare requisito “obbligatorio” al fine di poter dirigere
il wellness, l’animazione e l’area sportiva, tutte chiarissime attività "contabili" slegate da competenze operative. Ai
laureati ISEF e/o in Scienze motorie non resta che redigere bilanci, oppure occuparsi di fiscalità.
Silvia Leban
La
signora fuori
posto,
grazie
a un
robusto curriculum
professionale ricco
di collaborazioni quali
la
partecipazione
(come supporter) alla campagna per le elezioni del presidente di centrodestra Renzo
Tondo (fallita),
coinvolgimento ugualmente replicato a
favore della campagna elettiva comunale a Monfalcone di Anna Maria
Cisint del centro-destra (fallita), non poteva certo vedersi negare
l'assunzione diretta dentro "mamma GIT", attesa la presidenza - guarda
caso - di centro-destra.
Dopo aver allevato cani Chihuahua in Messico e Toscana, la dott.ssa Leban si sentiva pronta per misurarsi in
una materia sconosciuta, fondamentale partner dei "nuovi cani" da coccolare, quindi, impossibile trovare di meglio
dello sport e del wellness, attraccando alla sponda-rifugio, ovviamente, presso la GIT del “vulcanico” presidente De
Grassi, fedele soldatino di partito sempre pronto a organizzare un "tramino" risolutivo.
Detto, fatto. La "machina de guèra" del duo De Grassi/Schiavi si mette immediatamente all’opera e, con il sistema
che vi ho spiegato - dettagliatamente - nella scorsa puntata, indice un bando al quale partecipa la sola signora Leban.
Bisogna riconoscerle che ha avuto il merito, almeno, di non perdere contro se stessa.
Aggiudicatasi il posto a discapito dei professionisti gradesi Omero Degrassi e Michela Corbatto, l'animalista
economa si concentra nell'epurazione di tutto lo staff precedente, quindi, finalmente, ottenuta la voluta pulizia, può
dimostrare tutta la sua competenza ginnica scorrazzando su e giù per il vialetto retro spiaggia, alternativamente sulla
macchinetta elettrica del presidente Fred "Marino" Flinston o in bicicletta, convinta che occuparsi
di wellness corrispondesse a questo.
Sta di fatto che, quando non si posseggono le competenze necessarie, risulta poi difficile ottenere risultati positivi. Lo
dimostra la lamentela (una delle tantissime - ndr) che GradoSpia ha raccolto da un gruppo di affezionati clienti
della spiaggia, dei quali mi limito a fornire solo iniziali, età e luogo di residenza: A.M. 50 anni di Monfalcone, P.G.
52 anni di Ronchi dei Legionari, D.F. 47 anni di Gorizia e C.G. 44 anni di Monfalcone, hanno esternato
al sottoscritto tutta la loro delusione per il degrado totale nel quale è stata lasciata l’area sportiva in questa stagione,
dopo le tre gestioni estive (molto apprezzate dai clienti - ndr) passate con il responsabile Omero Degrassi.
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Uno dei quattro, un corpulento signore di mezza età rivela:
”Ad un certo punto, stufi di trovare le reti per la pallavolo e il beach tennis rotte, la sabbia piena di conchiglie, mai un
torneo o un evento al quale partecipare e tutta l’area sempre sporca, ci siamo recati da un addetto della GIT S.p.A. che,
gentilmente, ci ha suggerito di parlare con la responsabile dell’area, dott.ssa Silvia Leban. Rintracciata la signora
presso l’ingresso principale della spiaggia (dalla parte opposta all’area sportiva - ndr.) - occupata nel badare a un
gruppo di bambini - le abbiamo chiesto delucidazioni, ottenendo la disarmante risposta che - dalla direzione - non
aveva ricevuto ufficialmente l’incarico (?!?) quindi, di rivolgersi al sig. Leonardo Tognon (ufficialmente, risulterebbe
che Leo Tognon segua i settori marketing, relazioni esterne e presentazione spettacoli - ndr). Stufi per lo scaricabarile
generale siamo quindi ritornati presso i nostri ombrelloni. A inizio stagione, sul quotidiano Il Piccolo, era stata
pubblicata un’intervista del presidente Marino De Grassi che reclamizzava la gestione diretta dell’area sportiva a noi
cara, magnificando l’ampliamento dell’offerta e delle attività.
In realtà è stata una vera e propria delusione, visto che nella spiaggia “vecchia”, priva di costi d'accesso, (Costa
Azzurra - ndr) i concessionari "privati" forniscono servizi di gran lunga migliori”.
La testimonianza
diretta fornitami
dai clienti che
(fuori
onda)
hanno
manifestato
il
probabile
futuro abbandono della spiaggia a pagamento di Grado (utenti persi - ndr), ha confermato le voci di chi mi aveva
segnalato - da tempo - il fatto che, nelle zone della piscina termale, palestra, centro estetico e centro
saune (quindi wellness)
affermava
di non
aver
mai
visto la
sig.ra (dottoressa) Leban,
mentre, al
contrario, parecchie mamme mi avevano sottoscritto l'esperta valenza motoria, dimostrata nella pratica del “ballo
del qua qua” e nel “coccodrillo come sta”, apprezzatissimi happening per bambini, (pur in mancanza
del must sulle "...tagliatelle di Nonna Pina...) intrattenimenti che le animatrici della GIT eseguivano presso il parco
giochi dell’ingresso principale. Devo confessare tutta la mia ignoranza nel non essere al corrente che
per ballare queste
musiche
occorresse una laurea
in
economia
e
commercio.
In
fondo, sembra
incredibile ma nemmeno io sono perfetto.
Sugli indignati "distinguo", pubblicati nell'occasione dai "ragazzi" di Sinistra, Ecologia e Trattabilità ho già
scritto, quindi non mi ripeterò.
Occupiamoci ora del noto referente gradese del Movimento Cinque Stelle, Dario Lauto, fortunato mortale che ha
provato l’ebbrezza di partecipare al concorso GIT - indetto nel maggio 2014 - selezione effettuata per
l'assunzione come barman o cameriere.
Ecco la sua testimonianza rilasciata in ESCLUSIVA a GradoSpia.it:
“Momentaneamente privo di occupazione ed in possesso di buoni requisiti professionali (oltre che con moglie e tre figli
a carico - ndr) - rivela Lauto, ex proprietario di un bar - avevo deciso di partecipare al bando. Il giorno del colloquio ero
agitato ma fiducioso e passeggiavo nervosamente fuori dalla sala consiliare della GIT, attorniato dagli altri candidati.
Stazionando vicino alla porta a un certo punto appare il dott. Andrea Beretta che mi invita ad entrare e, solo per
caso, sento la voce inconfondibile del presidente De Grassi, il quale, uscendo dalla sala tramite la seconda porta che
conduce direttamente nel suo ufficio, diceva:”Dario Lauto me lo risparmiate vero? Cuccatevelo voi”. A quel
punto, dopo quell’esternazione sgradevole nei miei confronti ero deciso ad andarmene ma, poi, ho pensato alla buona
opportunità professionale che si presentava e ai molti posti messi in palio. Così, tappandomi il naso, sono entrato lo
stesso nella sala dove oltre al Beretta vi erano il direttore Sergio Schiavi e il concittadino Gianfranco Boemo. Il
direttore mi ha posto qualche domanda generica. Boemo mi ha chiesto di spiegare nozioni più tecniche inerenti la
professione, dimostrando grande serietà e imparzialità, mentre Beretta verbalizzava. In seguito non sono stato
nemmeno informato sul risultato del colloquio nè mai più contattato, nonostante le mie richieste.”
27
Dario Lauto
Secondo voi,amici lettori di GradoSpia, come sarà finita? Dario Lauto sarà stato poi assunto dalla GIT S.p.A., viste
e considerate le sue buone credenziali, purtroppo inquinate dalla sgradita militanza politica? Posso darvi un aiutino:
il presidente De Grassi - che appare nei verbali della GIT come commissione esaminatrice, pur assente - avrà
espresso parere favorevole o contrario? La risposta è ovviamente NO e poco avrebbero potuto modificare gli altri tre
esaminatori "cartonati" presenti ai colloqui in qualità di foglia di fico del presidente. Non si illuda colui che creda che il
posto sia stato assegnato a persona più qualificata del sig. Dario Lauto, poichè NESSUNO dei partecipanti in gara
ha ottenuto il lavoro oggetto della selezione.
Può capitare, evidentemente De Grassi e l'inutile trio (specialmente uno - ndr) non sono riusciti a trovare
il candidato/a che cercavano, quindi, a monte. Meglio così, piuttosto del solito raccomandato/a.
Fresconi voi e io che ci abbiamo creduto.
Non mi piace essere preso in giro in generale, figuratevi da coloro giudico nettamente inferiori al mio livello, di
conseguenza ho insistito nel voler seguire il fatto, sopratutto per spegnere quel fastidioso ronzio nelle orecchie che,
solitamente, mi attacca quando so che mi stanno adoperando come "femminiello". Sono riuscito a stento a indossare
un paio di salvifiche mutande di ghisa quando ho scoperto che a fine luglio veniva inserita nell'organico della GIT una
nuova figura professionale a termine, presso il bar Acquamarina (chiosco fronte Terme - ndr), guarda
caso, corrispondente a quella richiesta attraverso il bando sopracitato.
Presentandosi ai colleghi già operativi presso il bar gestito direttamente dalla GIT, la signorina Sharon Dilena di
Mossa (GO), si qualificava come neo-assunta barista, chiamata direttamente dal "direttore" Sergio Schiavi (sic!) a
ricoprire l'incarico per il quale il nostro amico Dario Lauto ( più tutti gli altri - ndr) non era stato giudicato all'altezza.
La ragazza (classe '93 - ndr) affermava di non avere avuto alcuna esperienza in qualità di barista, dimostrando
praticamente di non sapere nemmeno cosa fosse l' "...un per due...", oppure andando in crisi nella preparazione di
un caffè. Testata personalmente, posso affermare - senza pericolo di querela per diffamazione - la sua
dimostrabile necessità di formazione, nel ruolo.
Col ronzio sempre più accentuato, non mi rimaneva che cercare di scoprire per quale magico incrocio
celeste la "fortunata" ragazza fosse riuscita a sopravanzare pelosi omenatti nati all'interno di una cella frigo e
cresciuti dietro un bancone che li aveva visti troppo piccoli all'inizio e troppo grandi alla fine. Il delitto c'era,
dovevo "solo" smascherare l'assassino.
Sharon Dilena
Grazie alle scuole "alte" e a una vita precedente spesa ad anticipare le mosse
delle guardie, mi ci è voluto molto poco per scoprire che
la ggggiovane Sharon era stata "stranamente" una delle componenti della
lista prodotta dal Partito Democratico (Candidata n°6 - zero preferenze ndr)
in supporto alla candidatura a sindaco
di
Grado di Angela
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Giorgione (2011). Bingo! La triangolazione dei satelliti portava dritta al motivo per il quale il posto aveva trovato la
sua protagonista selezionata. Non sta certo a me dare consigli all'amico Dario, tuttavia mi trovassi al suo
posto, derubato del lavoro e umiliato dalla mancanza di rispetto, reagirei molto male (confermando
l'appartenenza
alla nobiltà di
cui trasudo
vistosamente), attraverso
l'uso
di
un nodoso
bastone, democraticamente "appoggiato" sulle rispettive schiene di De Grassi/Schiavi/Bigot/Giorgione.
Qui si conclude il lungo capitolo (4 parti - ndr) sul “lavorare in GIT nell’era De Grassi/Schiavi”, non per
mancanza di ulteriori argomenti ma solo perchè ormai continuare a raccontarvi di altri mille mila dimostrazioni
di "malagestione" (sui quali sono pronto a riferire in sede Istituzionale ) sarebbe inutile e ripetitivo. Se
quanto pubblicato non vi ha ancora aperto gli occhi sul sistema Corleonistico in uso alla GIT S.p.A. vi meritate in
quanto sudditi quanto avete permesso di praticare - senza alcun controllo - a un gruppo di banditi.
Da domani si volta pagina. Gli ultimi due temi scottanti riguarderanno la gestione della piscina coperta, delle saune,
palestra e centro estetico. Chiuderò in bellezza con l'analisi dei bilanci della gestione De Grassi (2011/12/13),
materiale analizzato da un advisor esterno (a mie spese). Documenti che vi daranno ampia dimostrazione di come sia
facile "addomesticare" la matematica.
…to be continued...
©RIPRODUZIONE RISERVATA
29
INCHIESTA GIT© - Piscina & Palestra.
di Raffaele Lisco.
In questa puntata mi occupo delle strutture interne GIT S.p.A. relative alla piscina termale coperta, la sauna e
la palestra annessa.
P
roseguendo nell'esposizione dell'infinita inchiesta sulla mala gestione - ormai certificata da robuste prove -
espressa durante i rinnovati mandati concessi a Marino De Grassi/Sergio Schiavi/Mauro Bigot, ricordo che il
giorno 10
del
mese (anche)
nella
partecipata
pubblica
si
festeggia “San
Paganini”,
ovvero dipendenti e amministratori percepiscono l’agognato stipendio.
Questo per far notare ai Soci (Turismo Fvg, Comune di Grado, Camera di Commercio e Itur - ndr) che mercoledì 10
settembre
il
trio
composto
dai "diversamente
managers" ha incassato (nuovamente)
i rispettivi 2700+4000+2350 euro di stipendio netto, ai quali vanno aggiunti i contributi ed rimborsi
chilometrici (per i due provenienti da Udine (?) e uno da Monfalcone), somme che concorrono a maturare un costo
globale annuo di circa 200 mila euro. Reale capitale disponibile con il quale si potrebbe assumere un manager vero
(tipo Sommariva o Ejarque, tanto per citare quelli già "testati", comunque scegliendo tra una rosa
di certificati professionisti competenti
nel
merito
del settore turistico/gestionale), al
posto
dei
soliti “pericolosi dilettanti allo sbaraglio” imposti da una politica assistenziale.
Per concludere con il discorso inerente il personale, posso dirvi che lo strapagato "direttore" Schiavi (titolo abusivo al
pari della millantata "vice presidenza" di Ruggero Marocco - ndr), durante l'infausta stagione estiva 2012 fu però
addirittura superato nello stipendio dalla super -mega-cuoca gourmet che Marino De Grassi volle assumere capricciosamente - al ristorante Antiche Terme.
La professionista voluta a tutti i costi (espressione di una abilità culinaria sulla quale non sono in grado di
commentare), si rivelò - molto presto - un fallimentare investimento umano che terminò ad agosto dello stesso anno
con la cacciata dell’eccentrica “chef executive” dall'organico della GIT S.p.A. La signora percepiva 4000
euro/mese circa, più l'uso gratuito di un appartamento (trovato dalla GIT tramite agenzia - ndr), mentre il
suo assistente personale percepiva 1700 euro/mese. Inoltre, per distinguersi dai subalterni straccioni di Grado,
entrambi si permettevano di considerarsi esenti dalla "proletaria" timbratura del cartellino. Avvisati dall’ufficio del
personale sulla grave irregolarità De Grassi e Schiavi si esibirono nel classico mantra in uso tra i palloni gonfiati,
rispondendo di non disturbare la chef con simili “stupidaggini” (i regolamenti, come vi ho raccontato in tutti i
capitoli dell'Inchiesta, per loro sono solo un fastidioso optional).
L'ennesima dimostrazione della mancanza di rispetto verso gli altri 180 dipendenti della GIT S.p.A., stolti esseri
ridotti a scapicollarsi per “timbrare” il cartellino due volte al giorno. Basterebbe questo episodio per mandare il "trio
fantasia" a obliterare il
loro foglio
presenze in
una
struttura
della frequentatissima catena Millesbarre per “danno
erariale”,
tuttavia, attesi
i
tempi
di
reazione
dei Soci (soprattutto il Comune di Grado) verso i quali si dovrebbero relazionare - periodicamente - sui risultati
ottenuti attraverso il loro operato, mi sembrano "sospettosamente" lenti. Lo stesso dicasi per gli Organi di
Vigilanza e Controllo.
Passando ad altro tema esaminiamo assieme alcune risultanze sulla orribile gestione della coppia De
Grassi/Schiavi (binomio divenuto terzetto con il ritorno di Mauro Bigot a partire da maggio/giugno 2014 - ndr),
riguardo al comprensorio inerente la piscina coperta - sauna - palestra e centro estetico.
Negli ultimi anni in quell’edificio è accaduto di tutto e di più e i consiglieri Gallizia, Beretta, Bearzi e Grego (assi di
coppe quando briscola è bastoni - ndr) più volte - a turno - avevano caldeggiato la nomina di una figura
direttiva (già interna all’azienda) che se ne prendesse carico. Per De Grassi però, pensare di ridurre il potere al
30
suo "braccio armato" Schiavi risultava una “bestemmia”, di conseguenza, vediamo in breve cosa è accaduto in sequenza
in quell’edificio a causa dell'inerzia direttiva applicata.








Crollo dell’intonaco del soffitto della piscina (chiusura del comprensorio)
Incendio del centro estetico ( chiuso e totalmente ricostruito)
Rottura dell’impianto di aspirazione dell’aria della piscina ( qui siamo alle comiche ….)
Rottura della pompa di aspirazione dell’acqua a mare (sostituzione con generatore per molti mesi)
Promiscuità totale all’interno di saune e messaggi (con varie segnalazioni dei clienti)
Gestione non contrattualizzata (una costante) della palestra per sette mesi
Concorso “fantasma” (altra costante) per l’assunzione di un’estetista (ha partecipato una sola persona)
Causa di lavoro intentata dalla ex estetista del centro estetico (finalmente...)
Capirete bene che per sviluppare tutti questi punti bisognerebbe scrivere un’inchiesta lunga un anno. Vi fornirò, quindi,
solo qualche "assaggio" in merito ai fatti sopracitati.
Riguardo all’incendio del centro estetico, non si poteva che rimanere basiti allorchè è apparso evidente che nessuno,
ma proprio nessuno, ha avuto nulla da ridire, nonostante il fatto fosse stato di una gravità estrema e, soprattutto,
avesse trascinato in “profondo
rosso” i
già disastrati
bilanci della GIT
S.p.A. A
me risulta
che
le procedure adottate per lo spegnimento dell’incendio, non filarono proprio lisce (secondo norma di legge - ndr) basterebbe semplicemente appurare se la responsabile avesse partecipato al corso anti incendio - tuttavia,
sicuramente, ci sarà stata un’indagine nel merito e, quindi, non vado oltre.
Sulla rottura dell’impianto di aspirazione dell’aria della piscina, alcuni attempati
ma
assidui nuotatori/frequentatori, mi hanno riferito di un sistema alla “Garibaldina” che prevedeva la
semplice apertura di un finestrone vicino al soffitto, così da ottenere il riciclo dell’aria tramite il bar annesso,
creando, con questa soluzione "artigianale", una condensa relativa che ha reso i locali più simili a una sauna che ad
un esercizio pubblico. Fu regolare la procedura, oppure bisognava chiudere la piscina e attendere l’arrivo
della nuova pompa di aspirazione?
Sulla promiscuità delle saune le signore addette alle pulizie potrebbero utilizzare il Boccaccio e il
suo “Decamerone”, posto che il direttore non ha ancora deciso (dopo otto duri anni di studio del problema) se
sia obbligatorio o meno indossare il costume, all’interno del comprensorio. Decisamente, svestire (in questo caso) i
panni della Spia (Capo) mi è costato l'obbligo della visione di "piti morti" e "seni varicosi", esponendomi al rischi
di metastasi allo stomaco, tanto per dare compagnia al mio fegato.
Sui concorsi e riguardo al personale siete stati sufficientemente edotti, attraverso la lettura delle precedenti
puntate. Soffermiamoci, quindi, sulla gestione della piccola palestra coperta, una volta in concessione
al "fisicato" Gianmario Grego (in seguito membro CDA, poi defenestrato in malo modo - ndr).
Da anni le mie Spie presenti nel Municipio di Grado (Maricchio è un dilettante - ndr) mi espongono al pericolo
di raffreddori a furia di “spifferi” e brusii riguardo ai permessi necessari per tenere in esercizio una palestra,
attività pluri controllata, necessaria del relativo “direttore tecnico” (a norma di legge - ndr) eppure, a me risulta che
alla GIT non abbiano mai ottemperato a tale disposizione obbligatoria, attraverso l'assunzione di un professore
di educazione fisica (o equipollente) a cui affidarne la responsabilità.
Molto più utile "arruolare" una graziosa signora laureata in economia e commercio che allevava Chihuahua e ora bada
ai bambini nel parco giochi situato all’ingresso principale della spiaggia. Già con questa scoperta il fatto sarebbe di per se
stesso grave ma, ovviamente De Grassi e Schiavi - in questo caso anche Bigot (fatto rientrare dal partito), chiamato
per aggiungere nuove genialate e portare fresca linfa ai logori "anziani" ancora presenti - riescono a stupire (in
negativo) quando vengo a sapere che, da gennaio a luglio,
la palestra è stata gestita dai due
responsabili (omissis) e (omissis) “in nero” o, se volessimo adottare un minimo di compassione, senza contratto.
Con l’enorme mole di lavoro (sic) che si ritrova da espletare, dallo sfruttato "direttore" Schiavi non si può
pretendere la luna, dovremo pur concedergli il tempo per rifiatare un po’, prima di stilare un
faticosissimo contratto? Personalmente credo che sette mesi siano stati anche troppo pochi per chiudere una
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pratica. Non dimentichiamo che, per quelle due
lavorativo dell'amico Sergio è anche troppo...
lire che
percepisce
dalla GIT
S.p.A.,
il rendimento
Cercando di essere più serio e professionale (impresa difficilissima in presenza di capre - ndr) vi ricordo che, se
un gestore privato esercitasse l'attività attraverso l'utilizzo di lavoratori non regolarizzati, o senza permessi,
scoppierebbe il finimondo. Qui no, è diverso, intanto siamo a Grado - provincia di Corleone - precisamente nel
Rione “De Grassi”, quartiere dove tutto è permesso e lecito, riserva di caccia per i componenti
della crème politica e "prenditoria" locale.
Giunto alla 10° puntata dell'inchiesta dalla quale sono uscite tante e tali schifezze da meravigliare perfino
un'ingenua "verginella" come
il sottoscritto, rivelazioni
alle
quali
potrei
aggiungerne
molte
altre,
vengo quotidianamente fermato per strada dalla gente comune che mi invita ad andare fino in fondo. A parte che
dovrei pensare anche alla mia inesistente salute, a queste "brave persone" rispondo che il mio compito credo di
averlo assolto. Ora
la palla passa
ad
altri,
precisamente
a
coloro
che
hanno
le qualifiche e/o responsabilità per intervenire o meno. Il mio lavoro di indagine e divulgazione - poggiato
su solide prove documentali, alla faccia di chi cerca di "coprirsi" le vergogne marchiandomi come "rancoroso
invidioso" - naturalmente è a disposizione di qualsiasi Istituzione ne faccia richiesta, dagli Ispettori
sociali alla Magistratura, sempre se avranno l'interesse (e il tempo) di voler conoscere TUTTO sulla GIT S.p.A.
“Chi la fa l’aspetti”. (proverbio popolare italiano), ovvero chi danneggia gli altri deve aspettarsi risposte dello stesso
tipo.
… to be continued …
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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INCHIESTA GIT© - I Bilanci e i Revisori.
di Raffaele Lisco.
Penultimo capitolo dell'Inchiesta sulla GIT S.p.A. che terminerà domenica 14 settembre con la pubblicazione
dell'Editoriale a commento finale. Analizziamo velocemente i bilanci recenti e la figura del dott.Giulio Severo
Tavella.
I
n questa penultima puntata della mia inchiesta sulla gestione della GIT S.p.A. frequenza di articoli giornaliera,
sul “GitLeaks” del trio De Grassi/Schiavi/Bigot, esaminerò (brevemente) gli ultimissimi bilanci societari. In più vi
presenterò la figura del del quarto “socio occulto” dell'improvvido terzetto, ovvero il dott. Giulio Severo Tavella.
Premetto che lo spazio su cui pubblico si chiama GradoSpia e non Il Sole 24 Ore e, parallelamente, di nome
faccio Raffaele Lisco e non Andrei Shleifer (Department of Economics, Harvard University, Cambridge,
Massachusetts, USA - ndr), cioè colui che è stato giudicato il number one tra gli economisti mondiali. Pur "masticando" a
sufficienza la materia, dal "basso" del mio titolo di Promotore Finanziario abilitato, non vi farò pesare le competenze
acquisite (frutto di faticosi studi - ndr), oltre al fatto, da non sottovalutare, che vede i lettori del blog non tutti esperti del
settore.
Per questi motivi cercherò di essere meno tecnico possibile, utilizzando termini comprensibili e privi di specificità proprie degli addetti ai lavori - cercando di permettere al maggior numero di voi una semplice
comprensione dei dati emersi dall'analisi dei bilanci.
Giulio Severo Tavella
Chi è , quindi, il dott. Giulio Severo Tavella? Ebbene il giovane commercialista goriziano dal già complicato e austero
nome "imperiale" è il presidente del Collegio Sindacale della GIT S.p.A., ovvero l’organo che ha la doppia funzione
di controllo e stesura del bilancio.
Richiesto, sponsorizzato e ottenuto a gran voce - nel 2010 - dal “padrino” Marino De Grassi (Forza
Italia), Tavella era, all'epoca, un astro nascente del partito di punta del centro-destra, all'interno del quale sta
intraprendendo una sfavillante carriera che lo ha portato a diventare vice coordinatore regionale.
Recentemente rieletto alla presidenza del collegio sindacale della GIT (sopratutto grazie alla “nomination” effettuata
dall’altro mentore, Edi Maricchio), il dott. Tavella occupa un posto di rilievo all'interno dell'azienda per azioni.
33
Perché mi spingo ad affermare che il dott. Tavella si configuri come il presunto socio occulto del terzetto De
Grassi/Schiavi/Bigot? Rispondo con le stesse motivazioni contenute nella sentenza che ha condannato Silvio
Berlusconi nel processo Mediaset: ”Egli non poteva non sapere”.
Di tutte le azioni poco chiare, sia gestionali che contabili, sulle quali vi ho narrato in queste due settimane passate
a informarvi sullo stato della GIT S.p.A., il buon Tavella aveva l’obbligo ed il dovere da statuto di:
1)
Fermare le sopraddette negligenze.
2) Ammonire gli amministratori colpevoli.
3) Avvisare i Soci convocando un assemblea (Turismo FVG, Comune di Grado, Camera di Commercio, Consorzio
Itur).
In assenza di prove documentali contrarie, l'illustre dott. Tavella - ottimo amico del presidente De Grassi al
quale deve la nomina - obbedendo alle logiche di partito, ha preferito chiudere gli occhi e tapparsi le
orecchie, oltre
ad
avventurarsi
in "creative" ricostruzioni
di bilanci (oggetto
del
merito), relazioni
contestabili che, se confermate, prima o poi, potrebbero affondare - definitivamente - l'agonizzante GIT S.p.A.
Al ben speso costo di una lauta cena di pesce, offerta a un mio amico revisore dei conti di mestiere (serio, “super
partes”, oltre che di fuori regione - ndr) ho ricevuto i cambio un corso full immersion informativo sull'analisi
contabile delle poste contenute negli ultimi bilanci presentati dalla GIT. La relazione dell'amico professionista
sulla vita finanziaria della società ha confermato i fortissimi dubbi che hanno sempre circondato
la regolarità dei documenti riassuntivi, risultanze infauste, inconfutabile segno dell'imminente default sociale (a meno
che non intervenga la "solita" ricapitalizzazione di mamma Regione - ndr).
Per non appesantirvi ulteriormente vi riassumo brevemente alcuni punti evidenziati nel bilancio presentato nel 2013 ,
inerenti all’anno 2012, atteso che l’ultimo bilancio relativo all'esercizio 2013 non è ancora disponibile (sic) in Camera
di Commercio a Gorizia. (assemblee del 5 e 26 maggio '14 : obbligo di depositare il bilancio entro 30 giorni ndr):
-in una partecipata al 99% pubblica, la revisione dei conti andrebbe affidata ad una società privata esterna (dopo
regolare gara di appalto) decisione inevitabile a garanzia della trasparenza.
-il compenso del Collegio Sindacale è di 47.380 euro annui, una cifra esorbitante se paragonata al giro di
affari della GIT (7 milioni di euro circa). Società esterne indipendenti renderebbero lo stesso servizio con un costo
medio pari a 30 mila euro.
-lo “scoperto” della GIT nei confronti delle banche è aumentato in modo preoccupante: da 46 mila euro a 346
mila euro.
-“working capital” negativo ,ovvero debiti che a breve devono essere liquidati: circa 850 mila euro. Questa
voce è particolarmente preoccupante - secondo il mio consulente - e denota un forte squilibrio finanziario a breve
termine.
-il CDA - nel 2012 - ha messo a rischio la sopravvivenza dell’azienda con investimenti fuori misura (Antiche
Terme ecc.)
e
i Sindaci (Tavella) non
hanno
ravvisato
nulla,
segnale
di
una
preoccupante disattenzione e/o negligenza nel controllo.
-alcune poste come i crediti verso AASL (169.851 euro) e Comune, non sono garanzia di esigibilità.
-il patrimonio netto potrebbe essere solo la metà di quello contabilizzato, sottraendo altri 400 mila euro, circa e,
quindi, aumentando sensibilmente il “buco”, dato al momento non evidenziato nel bilancio.
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-nel bilancio sono inseriti parecchi costi non attinenti al “core business”aziendale (spiaggia e terme).
-sono state contabilizzate imposte anticipate per circa 300 mila euro, dato che non può essere reale, in
quanto anche il prossimo bilancio (2013) sarà negativo, come già ammesso dai vertici gestionali (il terzo
consecutivo - ndr)
Riassumendo, il mio consulente, pur specificando che avrebbe bisogno di controllare tutte le pezze di
appoggio dell’ufficio ragioneria e l’ultimo bilancio, per valutare e monitorare se la tendenza al peggioramento
dei conti persiste, afferma che vi è un quasi certo squilibrio finanziario che si aggirerebbe attorno ai 600 mila
euro, cifra che potrebbe raggiungere il milione di euro, se a seguito di un accurato inventario i beni aziendali posti a
bilancio risultassero inferiori più del previsto.
A questo punto devo aprire una parentesi per segnalarvi un fatto spiacevole, a conferma di come sia diffusa - a tutti i
livelli - la sindrome da insabbiamento presente tra gli attori recitanti sul palco della GIT S.p.A.
Circa un mese addietro (primi di agosto - ndr) pressato dalle richieste di copia del bilancio GIT 2013, a più riprese
inoltrate dal mio amico advisor per riuscire a redarre una corretta analisi sui conti aziendali, chiesi
personalmente al presidente Ascom Grado, Luis Fumolo, se in qualità di rappresentante del socio CCIA di Gorizia,
fosse stato così gentile da fornirmene copia (a pagamento - ndr). Preciso ai lettori che il documento richiesto è di
natura pubblica, quindi visionabile da chiunque.
Millantando una grande disponibilità collaborativa Fumolo mi assicurò un suo immediato intervento, in sede, per
aggiornarmi sui tempi di attesa entro i quali avrebbe potuto soddisfare la richiesta. Passati pochi giorni senza
ottenere nulla, tornai presso l'attività del presidente Fumolo (delegato in GIT - ndr), il quale,
visibilmente stizzito dalla mia insistenza, mi comunicò che, per quanto di sua competenza, la richiesta l'aveva inoltrata
ma per motivi personali del presidente Madriz, avrei dovuto attendere ancora qualche giorno. In quel preciso istante
compresi che l'ultima persona al mondo che avrebbe ricevuto il documento richiesto attraverso la CCIA di
Gorizia sarebbe stato il sottoscritto. E così fu.
Detto ciò è noto che in questo periodo la GIT, fortunatamente, sta incassando le prenotazioni per le attrezzature da
spiaggia della prossima stagione estiva e, quindi, riesce a coprire le spese correnti. La domanda da porsi,
tuttavia, è: arrivati ai mesi di febbraio-marzo 2015 a quale livello sarà il conto in banca? Ci saranno i soldi
per pagare stipendi, contributi e fornitori? Non sarebbe urgente e obbligatorio che, almeno, uno dei
soci chiedesse a gran voce una revisione contabile esterna (per esempio a “De Loitte e Touche”,
o ”KPMG" oppure a “Mazars” ecc.) non influenzabile politicamente? Alla "proprietà" non interessa conoscere
i VERI dati sulla situazione patrimoniale attuale, unica possibilità per stabilire il valore odierno delle
loro azioni?
Il triste ma realistico progetto Serrachiani/Bolzonello, prevede forse il disimpegno dalla “difficile” Grado,
preferendo lasciare al “decapitatore di teste” espresso dal partito, avv. Mauro Bigot, il compito di tagliare i costi
dei dipendenti stagionali, ridurre la spiaggia ad uno “spezzatino” da affidare ai privati e mascherare eventuali
grandi squilibri finanziari senza farne menzione, sopportando - nel contempo - fino a marzo lo scomodo De
Grassi che poi (finalmente) se ne dovrebbe tornare a passeggiare per il Corso di Gorizia (in dolce compagnia),
organizzando
convegni
per
il “Centenario
della
grande
guerra”,
felicemente farcito da buonuscita e liquidazione ampiamente meritata per l'ottimo lavoro svolto nella
gestione della GIT S.p.A.?
Tanto per curiosità, del dott. Sergio Schiavi cosa ne facciamo? Spediamo a casa il direttore "abusivo" (dopo 8 anni ndr) e con i danari risparmiati salviamo una quindicina di posti di lavoro, oppure lo manteniamo in
servizio magari aumentandogli la retribuzione, i rimborsi e i benefits di cui, legittimamente (?) ha goduto fino a
oggi? Un'idea sarebbe dimetterlo - riconoscendogli le 36 mensilità previste dalla penale gentilmente approvata dal
gruppo di banditi dell'epoca - per poi riassumerlo con un nuovo contratto, blindato da una nuova limitazione
di 360 mesi di buonuscita, stipendio allineato a quello di Marchionne e Ius Primae Noctis sulle dipendenti neo
assunte.
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Non so voi (anzi lo so benissimo) ma, per quanto mi riguarda, sono disgustato da tutto quello che
ho scoperto e raccontato senza concedere alcuna disponibilità alla sudditanza maleodorante nè timore per la mia
incolumità. Domani concluderò questa prima tranche d'inchiesta con l'Editoriale riassuntivo, completo
di commenti e aneddoti vissuti durante quest'anno di indagine. Non temete, l'inchiesta durerà ancora a lungo data la mole di materiale non ancora divulgata - tuttavia credo sia giusto sospenderne per un periodo la
pubblicazione quotidiana e osservare quali provvedimenti saranno adottati da chi di dovere.
“Dulcis in fundo”, visto che sono stato invitato dalla GIT, domenica 14 mi recherò sotto il palco del Parco delle Rose,
in occasione della manifestazione ”Grado in festa” e ascolterò i fastidiosi, roboanti e pomposi discorsi abbaiati
al popolo, dal celeberrimo gruppo dei “senza vergogna”. Sono proprio curioso di sentire cosa si inventeranno per
lavarsi la nera coscienza. Alla scontata magnadora (offerta da voi contribuenti - ndr) non parteciperò, come sempre.
“E gli uomini che verranno dopo conosceranno la verità di ciò che dico, perché avranno visto che, infallibilmente, si
realizzeranno vari avvenimenti predetti da me” (Nostradamus 1555).
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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ESCLUSIVO - Intervista a Simone Visintin (Villas Costruzioni).
di Raffaele Lisco.
Riportiamo la nostra intervista integrale - concessa in ESCLUSIVA a GradoSpia.it - dal sig. Simone Visentin,
amministratore della Villas Costruzioni s.r.l., ditta appaltante che realizzò la strutture del ristorante Antiche
Terme, in GIT.
A
nche oggi, il "Gufo" - appellativo gentilmente apparso all'interno della "brodaglia" Boemiana - schizza
una dose abbondante
del
suo veleno pubblicando
la
dichiarazione ESCLUSIVA che
il responsabile della Società costruttrice del mausoleo Degrassiano.
ci
ha
rilasciato
Simone Visentin
L'intervista - approvata e sottoscritta dal sig. Visintin - dimostra chi produce unicamente menzogne "a
vanvera" e chi informa correttamente il pubblico attraverso la conferma REALE di ciò che scrive, argomenti
corredati da solide prove, ben diversi da esternazioni da "pulpito" senza contraddittorio. Leggete quanto afferma,
nel merito, una fonte più che attendibile. Il nostro commento lo troverete a fine articolo.
GRADOSPIA: Sig. Simone Visentin, lei è il titolare della Villas Costruzioni srl, società che ad aprile del 2012 si
aggiudicò l’appalto indetto dalla GIT S.p.A. per l’esecuzione delle opere strutturali del ristorante Antiche
Terme posto sulla spiaggia di Grado. Ringraziandola per la sua cortesia dimostrata nell’accettare di incontrarci, ci può
dire cosa ricorda a proposito di quel bando di gara?
Simone Visentin: “Ricordo che la nostra offerta risultò la più vantaggiosa per la GIT S.p.A., tuttavia, fin
da subito si intuiva che il problema principale dell’appalto era insito non tanto nei lavori da eseguire, quanto
nei tempi strettissimi - mi sembra di ricordare 22 giorni - che venivano concessi. Se consideriamo che
a maggio spesso piove e che si doveva lavorare su una spiaggia già affollata di bagnanti si può capire la
situazione di difficoltà oggettiva".
GS: La nostra ricerca parte da una affermazione fatta in assemblea dei soci della GIT S.p.A. (datata 4 marzo
2013 - ndr) da parte del consigliere di amministrazione Riccardo Gordini che rivelò: ”...i motivi
del ritardo di apertura del cantiere sono da attribuire alla burocrazia che ha messo il CDA, tra maggio
e giugno, in condizioni di emergenza. Senza un personale impegno come DIREZIONE DEI LAVORI afferma Gordini - i ritardi per l’apertura sarebbero stati superiori...”. Lei cosa può dire al riguardo?
S.V.: ”In effetti a livello di direzione dei lavori ci fu molta confusione ed approssimazione (cause indipendenti
dalla ditta esecutrice dei lavori - n.d.r.) e il signor Gordini si sostituì all’ing. Cristin e all’architetto Del
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Zotto (delegati del Committente Marino De Grassi - ndr) i quali vennero in cantiere credo per due sole
volte, con l’intento di risolvere la situazione. Mi sembra di ricordare che Cristin a quel tempo fosse in ferie, Noi
della Villas Costruzioni ci trovavamo senza una guida istituzionale e un interlocutore, di conseguenza il
consigliere Gordini ci fu di grande aiuto, dato che la volontà principale, come può ben comprendere, era quella
di terminare l’opera nei tempi previsti”.
GS: Secondo lei ci sono state delle difformità tra l’esecuzione dell’opera e i disegni presentati dai progettisti Del
Zotto e Cristin?”
S.V.: ”Come le ho detto la fretta di concludere il lavoro, vista la stagione estiva entrante, era il problema
principale e quindi decisero di proseguire spediti senza bloccare i lavori. Mi ricordo di varie difformità nei
sottoservizi idraulici ed elettrici trovate sul campo e differenti dagli elaborati grafici, infatti una
delle varianti ai lavori che mi fu proposta riguardava proprio questo ambito. Mi sembra di rammentare che dove
avrebbe dovuto esserci la rete idrica invece passava la rete delle docce della spiaggia. Poi nei disegni si parlava di
una trave di cemento armato non movibile che doveva essere posizionata vicino al vialetto ma, poi, non si
rese necessaria perché arrivammo fino a quel punto con i piastroni di cemento armato, quindi anche
i supporti di soli 15 cm. previsti per sorreggere i quattro angoli degli enormi piastroni di cemento furono
ampliati a 40 cm., se non erro, e i pali interrati fino ai 15 metri nella sabbia, visto che non trovammo rifiuto
solido nel sottosuolo durante la trivellazione.”
GS: ”Il responsabile del cantiere era il dott. Sergio Schiavi, direttore della GIT S.p.A. Quale contributo diede
alla realizzazione dell’opera? Era presente?”
S.V.: ”Lo Schiavi si vedeva saltuariamente e con lui discutevo principalmente dei tempi dei lavori e
degli acconti in denaro che mi dovevano essere erogati. Dal punto di vista operativo ricordo che mi diede solo l’ok
per eseguire il taglio a 75 cm. della protezione a mare sotto il tavolato, anziché dei 1,50 mt. previsti dai
disegni lavoro che avrebbe dovuto essere eseguito con l’ausilio di pompe di aspirazione, vista la presenza
di acqua sotterranea e, quindi, sarebbe costato circa 10 volte di più del previsto. Schiavi autorizzò questa
modifica in quanto per parecchi giorni in cantiere non vi era nessuno a dirigere ed eravamo
completamente bloccati.”
GS: ”Cosa ci può dire a riguardo degli impianti elettrici ed idraulici del cantiere? A chi vennero affidati i lavori?”
S.V.: ”Quello fu uno dei risvolti più strani della vicenda, in quanto giunti circa al 18° giorno di lavori chiesi
a Gordini di chiamare gli impiantisti perché dovevo convenire le opere che sarebbero servite loro. A quel punto
vidi Gordini come trasognato e intesi che si erano scordati di affidare i lavori di impiantistica a qualche ditta
specializzata. Gordini mi chiese se potevo occuparmene di persona ed in 24 ore pretese un
preventivo. Mi appaltò, subito, circa 40 mila euro di opere che, ovviamente, dovetti sub appaltare a mia
volta, compiendo miracoli per trovare gente libera e competente in pochi giorni, disponibile a lasciare i cantieri
nei quali era già impegnata. Credo che questo fu uno dei miei principali meriti nell’esecuzione di
quella costruzione. Nonostante questo, ahimè, non me ne fu riconosciuto il merito”.
GS: Ci spieghi meglio, quali problemi sorsero in seguito?
S.V.: ” Non essendoci un R.U.P. (responsabile unico del procedimento - ndr) gli acconti sullo stato di
avanzamento dei lavori non erano previsti e, dopo i primi due pagamenti dovetti passare le pene
dell’Inferno per ricevere il saldo dalla GIT (somma liquidata dopo oltre un anno - ndr) Ancora oggi non mi
capacito del perché, visto che per la GIT S.p.A. feci di tutto e di più sia a livello di velocità che di soluzione alle
loro carenze di progetto (mancata assegnazione dell’impiantistica - ndr). Inoltre, la Villas Costruzioni ha dovuto
assumersi responsabilità inerenti la direzione del cantiere - non di sua competenza - (assenza di Cristin e Del Zotto
- ndr). Quando mi chiesero le varianti di progetto, poi, non stabilirono l’importo e alla fine mi fecero un mucchio
di storie per pagare gli extra che loro stessi mi avevano commissionato”.
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GS: Per concludere, signor Visentin lei si ricorda di aver fatto piallare i piastroni di cemento armato di
colore rossiccio che, in seguito, invece furono ricoperti in corso d’opera con una pedana di legno? Ci conferma di
aver eseguito dei getti di cemento che fungessero da basamento e pedana per i due chioschi e che - in caso
di sopralluogo tecnico - risulterebbero attualmente inamovibili?
S.V.: ”Si posso
confermarlo. Prima
dovemmo piallare gli enormi
lastroni
di
cemento
armato per livellarli alla perfezione dopo l’assestamento dell’interramento dei pali ma, poi, il lavoro si rese
inutile perché arrivò un’altra ditta che installò il tavolato in legno e di questo non saprei fornirvi
spiegazione perché fu ordinato dal consigliere Gordini. Per quanto riguarda i due “massetti” di cemento
armato posso dire che li ha eseguiti un’altra ditta - sempre incaricata da Gordini - e che sarebbero potuti
essere stati fatti in legno, materiale che sarebbe stato amovibile e più salutare per il calpestio futuro dei barman.
Nel caso fosse ordinata la rimozione di quei due massetti di cemento armato ci vorrà sicuramente
il motopick”.
Intervista ESCLUSIVA a cura di Raffaele Lisco - agosto 2014.
Copyright by GradoSpia.it © - Tutti i diritti riservati.
*******
Per favorire
di articolo:
1.
2.
3.
4.
5.
la scorrevolezza
dell’intervista, abbiamo
preferito
pubblicare le
nostre considerazioni a piè
Il costruttore delle
opere
strutturali Visentin conferma
la gravissima
affermazione di Gordini (obbligato dal presidente De Grassi) durante l’assemblea dei Soci GIT
S.p.A. del 4 marzo 2013, per la quale fu in predominanza del Gordini stesso, la direzione del
cantiere di Antiche Terme (senza possederne i requisiti di legge)
Che fu clamorosamente dimenticato dal committente (De Grassi) l’affidamento dei lavori
idraulici ed elettrici (oltre 40 mila euro - ndr) come prevede il regolamento della GIT S.p.A.
Che la pedana prevista inizialmente era composta dai lastroni di cemento che furono acquistati di color
terracotta (maggior costo del 30% - ndr) manufatti che in seguito furono ricoperti con una
costosa pedana in legno, anche in questo caso senza ricorrere alle regolari procedure di evidenza
pubblica.
Che vi sono varie difformità tra i disegni di progetto e l’opera stessa (massetti di cemento armato non
previsti come
pedane
dei
chioschi
trave
di cemento
armato non
eseguita, minore
profondità della protezione sotto la pedana verso il mare ecc.)
Che il direttore Sergio Schiavi (senza averne le competenze) approvò una di queste importanti difformità.
Ci auguriamo che gli organi preposti intervengano celermente per calendarizzare un sopralluogo tecnico presso
il ristorante Antiche Terme della GIT S.p.A., attese le dichiarazioni dell'esecutore dei lavori - affermazioni
che GradoSpia ha raccolto e pubblicato - congiunte al materiale documentale accessorio che siamo in grado
di produrre su richiesta degli Enti di Controllo autorizzati.
Gufi ma preparati, caro presidente Marino De Grassi.
Domani usciremo con un'altra notizia in ANTEPRIMA ESCLUSIVA di enorme importanza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIT SpA : La Procura indaga.
dalla Redazione.
L'inchiesta di GradoSpa sulla GIT S.p.A. giunge sulle scrivanie dei funzionari preposti alla verifica e
controllo. Passiamo, doverosamente, il testimone agli esponenti delle Istituzioni, in attesa di essere convocati in qualità
di persone informate sui fatti.
F
onti attendibili ci hanno informato del fatto che - a pochi giorni dalla conclusione della prima tranche della nostra
Inchiesta sulla gestione delle ultime presidenze espresse nella GIT S.p.A., ruoli riconducibili alle figure di Mauro
Bigot e Marino De Grassi - si stanno attivando le Istituzioni preposte alla verifica sulla veridicità delle nostre
affermazioni.
Abbiamo saputo - con certezza - che è stato aperto un fascicolo, nel merito, da parte della Guardia di Finanza, la
quale sta indagando anche su altri protocolli poco chiari, atti segnalati da terze persone evidentemente preoccupate
dalle conseguenze personali che potrebbero derivare dall'accertamento di eventuali illeciti nella conduzione
amministrativa della Società per azioni a maggioranza pubblica.
Parallelamente, è stata spedita da persone di cui manteniamo l'anonimato, una memoria all'Ufficio del Responsabile
della trasparenza e della corruzione dell'amministrazione regionale, modulo conforme contenente
la denuncia dei presunti illeciti e irregolarità, predisposto dalla Regione FVG.
Il terzo Istituto Pubblico al quale sono state inviate le segnalazioni di cui sopra, corrisponde alla Corte dei Conti alla
quale sono state denunciate le - eventuali - violazioni di Legge, in merito al corretto uso delle poste economiche
disponibili, decisioni di cui il board della GIT S.p.A. dovrà giustificare la regolarità e l'opportunità.
Ultimo ma - a nostro avviso - più importante Ufficio al quale è stata depositata (pochi giorni fa) copia integrale della
nostra Inchiesta è la Procura della Repubblica di Gorizia, alla quale è stato chiesto di aprire un fascicolo sulle
nostre notizie pubblicate, indagini per le quali confermiamo la totale disponibilità nei confronti dei Magistrati
inquirenti (o loro delegati ufficiali).
Di più, al momento, non possiamo rivelarvi, - per ovvi motivi di rispetto nei confronti del lavoro delle Istituzioni di
controllo - seguiremo comunque (come sempre) l'evolversi della spiacevole faccenda durante tutta la sua fase,
rimanendo un doveroso passo indietro come ci compete, anche se troverete le ANTEPRIME ESCLUSIVE degli
sviluppi solo su GradoSpia.it, fatti salvi i Diritti d'autore sull'Inchiesta in oggetto.
In coda all'importantissima notizia sopradescritta, vorremmo replicare ad alcune fastidiose considerazioni che
abbiamo letto e/o sentito, recentemente.
Ai pochi soggetti che vanno insinuando che l'inchiesta - derivata dall'impegno del nostro Editore Raffaele Lisco interamente firmata in ogni sua parte e protetta da Copyright, altro non sia che la futile vendetta messa in campo
tra un "livoroso" cittadino e il presidente della GIT S.p.A., ci sentiamo di affermare con forza che
questa puerile valutazione non trova corrispondenza nella realtà, attesa l'esposizione dei fatti a riprova delle accuse.
Tuttavia, se esserci permessi di agire concretamente, scendendo in campo con lo scopo di cercare di riportare nei
binari di una onesta e corretta gestione un'azienda fondamentale per l'economia gradese, (dopo averne scoperte di
tutti i colori) - unici attivisti presenti in una collettività di "allineati" - non fosse stata un'azione percepita in
modo gradito, ci scusiamo con i gradesi per il "disturbo" procurato.
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Nessuno ci ha obbligato nè costretto con le armi, quindi, se escludiamo il debito dovuto nei confronti della
nostra coscienza di Uomini e Donne Liberi,
quello
che
ci
ha spronato
all'azione (senza
anelare
a ricompense nè "contributi" - ndr) lo rifaremmo altre mille volte. Non per Voi ma per Noi.
Il tempo - come sempre - rivelerà chi ha avuto torto e chi ragione. Per quanto ci riguarda siamo pronti ad assumere
le nostre responsabilità, nel caso emergessero.
Sarebbe augurabile che anche altri adottassero lo stesso metodo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Politica nella GIT - Il Centro-sinistra.
di Raffaele Lisco.
Sospesa volontariamente la pubblicazione degli aggiornamenti della Cronaca Giudiziaria riferiti alla GIT S.p.A.,
iniziamo il percorso che ci aiuta a comprendere il ruolo che politica locale riveste nella Società in oggetto.
L
'ultimissima notizia giunta in Redazione pochi minuti fa, riguarda la conferma della registrazione a protocollo
della segnalazione inoltrata alla Corte dei Conti. Per questo (e altri) motivo, ho deciso di sospendere momentaneamente - la divulgazione di altri fondamentali fatti sulle presunte malefatte scoperte durante la mia Indagine,
lavoro che sta assumendo contorni proporzionalmente molto ampi presso tutta la regione.
Ritengo sia corretto lasciare agli Ispettori il tempo necessario per poter svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi,
evitando di inquinare le indagini con azioni non concordate assieme alle Forze dell'Ordine. GradoSpia ha segnalato
pubblicamente il problema, fornito le "piste" giuste e messo in condizioni gli inquirenti di andare a colpo sicuro, tuttavia,
non può (e non vuole) sicuramente sostituirsi a coloro sono deputati all'azione, per Legge.
Per soddisfare il numerosissimo pubblico di GradoSpia.it che, ormai, si aspetta morbosamente uno scoop al giorno,
inizio a raccontarvi i retroscena politici - di cui ho conoscenza - che hanno caratterizzato i governi gradesi degli ultimi
anni, con particolare riferimento alla galassia della GIT S.p.A.
Bisogna partire dal caposaldo che vede l'isola di Grado dominio politico del centro-destra, il quale, esclusi brevi periodi di
"sosta" a favore delle sinistre (chiamiamole così...), ha espresso per la quasi totalità della sua Storia Politica esponenti
"moderati". La prova di quanto affermo si è palesata anche nell'iniziale conduzione della Azienda di Soggiorno (a guida
DC - ndr), poi continuata in forma societaria allorchè nel 2001 assunse la denominazione di GIT S.p.A., feudo
incontrastato dell'Era Berlusconiana e copie conformi.
Da Claudio Martinis (primo presidente GIT - ndr), fino a Marino De Grassi (attuale in carica), l'unica variazione
sul tema è avvenuta quando il presidente Illy (Cittadini per il Presidente - ndr). vinse le elezioni regionali del 2003,
interrompendo l'egemonia ForzaItaliota con la nomina di Mauro Bigot alla presidenza della GIT S.p.A. alcuni anni
dopo.
Interrotta dal presidente Renzo Tondo, con la riconquista del FVG, la "brillante carriera" di Bigot e, quindi, del
governo balneare gradese, il rientro di Marino De Grassi - vecchia volpe esperta nell'uso dello "sgambetto" generale
(purchè a proprio vantaggio) - si rende indispensabile per ripristinare la normalità politica isolana, cioè il "possesso" del
territorio da parte dei berluschini.
Mauro Bigot
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Oggi, grazie alla sconsiderata campagna elettorale espressa dalla coalizione delle destre regionali, strategia politica che illusoriamente - ha contato sul fatto di poter bissare il risultato vincente della tornata precedente, correndo
singolarmente senza valutare la dispersione dei voti - il centro-sinistra (PD in testa - ndr) si è visto consegnare, su un
piatto d'argento, il governo della regione, permettendo a una ragazzina furba e opportunista di accaparrarsi tutto il
cucuzzaro senza grande sforzo.
Premesso tutto questo, la discrasia che Grado si è trovata a subire si è palesata immediatamente, atteso il fatto del dover
sopportare un governo cittadino "destrista" (Forza Italia - ndr), sia Comunale che nella GIT, avamposti assediati da una
Provincia "sinistrorsa", una Regione pure e un Parlamento idem con patate.
Non ci voleva il sapere del prof. Sartori (politologo - ndr) per comprendere quali sarebbero state le difficoltà
di Maricchio (sindaco) e De Grassi (GIT), infatti se a livello esterno lo spoil system iniziato dalla Serracchiani si è
concretizzato, per esempio, nell'azzeramento del CDA di Insiel, oppure attraverso l'accerchiamento del
presidente Dressi sullo scalo aeroportuale di Ronchi, a Grado si è reso evidente attraverso l'abbandono delle Istituzioni
verso l'isola.
Così è stato pure per la GIT S.p.A. con il famigerato "Patto di Gradisca”, ordito dal duo Maricchio/De Grassi ed
accettato dalla Serracchiani (il vice presidente Sergio Bolzonello era invece contrario e voleva che De Grassi assieme al suo CDA di centro destra - affondasse da solo nei debiti, dimostrando palesemente le sue incapacità
gestionali).
Debora (senz'acca - ndr), invece, pressata dall’amico Bigot, preferì aderire alla proposta del duo Maricchio/De
Grassi, strategia che prevedeva la consegna delle teste dei quattro consiglieri (Grego/Marocco per il
comune, Bearzi/Mikhailova, in quota Lega Nord, per la regione) in cambio della riconferma dello sleale De
Grassi alla presidenza. Lo spietato presidente/avvocato, ben conoscendo lo statuto dell'azienda, sapeva che rassegnando
le dimissioni (finte e tattiche) sarebbe decaduto l’intero CDA, con buona pace del suo amico di infanzia e
collegio Ruggero
Marocco,
della
sua
nuova "assistente" preferita,
dott.ssa Mikhailova e
degli
inesperti giovincelli Grego e Bearzi, provvida carne da macello per le sue smanie di arrivismo e protagonismo.
Detto, fatto. Consumato il tradimento nei confronti dei vecchi alleati, De Grassi si era trovato nuovamente in sella ma,
come un prigioniero, ostaggio di un nuovo CDA questa volta sbilanciato a sinistra, gruppo composto dal vecchio
mestierante ed amico di università Bigot, dalla signora Della Valle e dagli albergatori gradesi Bredeon e Lovato.
Teniamo presente che il VERO obbiettivo di tutti i candidati non è la GIT ma la possibilità di parcheggiare il proprio
deretano (a scopo retributivo) dietro una scrivania delle prossime costituende Nuove Terme di Grado.
Riccardo Gordini
Le altre figure minori - anche se ufficialmente rappresentative del centro-sinistra gradese - possono essere facilmente
riconoscibili nelle persone della signora Angela Giorgione, Riccardo Gordini, Giorgio Marin e,
logicamente, Mauro Bigot. Su Gordini non resta altro che registrarne il volontario suicidio politico nel momento in
cui "scivola" nell'illecito formale, atto compiuto nell'attribuirsi un titolo professionale "tarocco" senza nemmeno
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valutarne le conseguenze. Il consigliere comunale di opposizione Marin, l cui obbiettivo sarebbe quello di interpretare il
ruolo di candidato sindaco di Grado nelle amministrative del 2016 (quota PD - ndr), perde quote di consenso a causa
dell'inerzia dimostrata dal suo manifesto disinteresse per la vicenda GIT, soffocato nell'abbraccio mortale della sua
collega Capogruppo Giorgione.
Per quanto riguarda Mauro Bigot - a mio avviso - è stato troppo precipitoso nel voler entrare in azienda, accettando
qualunque posizione, fino a soccombere nei confronti del compare De Grassi, più abile e scafato nel bloccargli la strada
verso la presidenza, dimostrando che il "nuovo" AD non è (politicamente) un cavallo vincente, nonostante la forza
degli sponsors che lo sostengono.
Ultima ma non meno importante la figura di Angela Giorgione, graziosa signora che da sempre cerca di emulare le
"donne del PD", disposta a cavalcare tutte le segreterie del momento, da Veltroni a Renzi - passando per Bersani pur di conquistare il suo "posto al sole". Inutilmente.
Angela Giorgione
La Giorgione, inoltre, si trova in una situazione alquanto imbarazzante essendo dipendente di Turismo FVG (maggior
socio della GIT S.p.A. - ndr), segretario del PD a Grado, amica fedele del neo-amministratore delegato Bigot e del
direttore (titolo abusivo) Sergio Schiavi e, contemporaneamente, consigliere comunale di opposizione, ruolo che
l'obbligherebbe a indire un "consiglio straordinario" per ottenere le risposte sulle presunte illegalità intraprese dai vertici
della GIT.
Praticamente un enorme conflitto di interessi pari a un gruppo Laocoontico di intrecci con "la qualunque". Diavolo &
Acquasanta, Guardia & Ladra, Dolce & Gabbana (?).
Ci sarebbe ancora moltissimo da esaminare, come ad esempio il ruolo di SEL Grado (precisamente attraverso la figura
del consigliere regionale Alessio Gratton), oppure le commistioni tra centro-destra e centro-sinistra - le cosiddette
"larghe intese" - pratiche adottate dai governanti passati, presenti e futuri che tradotte in parole semplici significano la
volontà di aumentare il peso personale non solo in senso politico ma, anche, pratico.
Concludo con la speranza che il brutto pantano dal quale mi auguro che i responsabili dell PD regionale e comunale
vorranno uscire con ritrovata onestà, rinunciando a coprire all’infinito le malefatte di un presidente inadeguato (quale
fosse) e/o di un amministratore delegato incaricato dai privati di distruggere la GIT, completando l'opera iniziata e
lasciata a metà nel 2010 da Bigot (atto di cessione alla Montemare di Adriano Bernardis del tratto di spiaggia
verso Pineta - Parco delle Rose "regalato al Comune - ndr), tanto per ricordare due esempi concreti.
Inutile ritornare su inciuci e inciucini accaduti in tempi recenti tra le parti (e già segnalati su GradoSpia), mezzucci da
bulli di paese messi in atto per agevolare "amici" e "amiche", preferendo abbandonare il fine aziendale in favore del
mezzo personale. I fatti parlano da soli.
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La Politica nella GIT - Il Centro-destra.
di Raffaele Lisco.
Mentre in GIT si sta consumando il CDA convocato per oggi 19 settembre (ore 10.30 - ndr), sui quali esiti vi riferirò in
seguito (grazie alle cimici installate nelle mutande del presidente), - si dimetterà qualcuno? - continuiamo l'esposizione
sul ruolo della politica locale nei confronti dell'azienda in oggetto. E' la volta del centro-destra.
N
ell'articolo precedente, attraverso il quale ho affrontato il tema della presenza politica espressa dal centro-
sinistra, vi ho anticipato i motivi per i quali la forza predominante delle destre è stata - quasi sempre - vincente durante le
competizioni politiche gradesi (per nomina o preferenza - ndr), producendo le note amministrazioni governative nei
principali centri di potere presenti a Grado.
La domanda da porsi è - a mio avviso - la seguente: per quale motivo (statistico) i residenti dell'isola sono portati a
scegliere compagini - tendenzialmente - facenti parte di coalizioni riconducibili al centro-destra? Se dovessi esprimere
un'opinione personale, giustificherei la volontà di sottostare a governatori appartenenti a questa parte politica col fatto
che, per motivi facilmente comprensibili, i gradesi non amano la sinistra.
Naturalmente sarebbe troppo comodo per me cavarmela con una comoda affermazione di questo tipo senza definirne i
motivi, quindi provo a spiegare come sono giunto a questa conclusione. Se è vero (come dovrebbe essere, anche se non ci
credono più nemmeno i VERI amanti del Capitale - C.Marx) che i "Comunisti" dovrebbero essere i difensori dei diritti del
Popolo, i fautori del vivere Collettivo e della condivisione del Bene Pubblico (?), è altrettanto credibile che questo tipo di
ideologie risultino sconosciute alla maggioranza dei gradesi.
Sull'isola del "caveme 'n ocio" predicare valori positivi quali la condivisione, sostegno e soccorso dei più deboli equivale a
esibirsi in bestemmie da camionista bulgaro all'interno della Basilica, quindi, meglio evitare. In più su un territorio dove
non sono presenti fabbriche, agglomerati industriali nè aziende di grosse dimensioni, risulta alquanto difficoltoso
seminare il pensiero socialista di Gramsci.
Al contrario, l'individualismo portato ai massimi livelli, nel Regno dei Mille
Orticelli - Granducato espressione dei signorotti locali - trova terreno fertile la
propaganda liberista della società dei consumi, facile droga da spacciare a una
Comunità segnata da secoli di ignoranza e miseria, all'interno della quale l'illusione
della garanzia di portare benessere e sviluppo (se voti per noi, compare) diventa un
gioco da ragazzi per chi si traveste da benefattore "unto dal Signore". Logico che seguendo il ragionamento - risulti SEMPRE vincente il gruppo (o singolo) che
prometta vergini per tutti, rispetto a coloro privi di questa possibilità.L'ultima
tornata elettorale amministrativa del 2011, quella che ha portato a promuovere
sindaco di Grado un ex pescivendolo in compagnia di una squadra che ho
battezzato (in tempi non sospetti) Katastrofa Team (non a caso) e scelto non una
ma ben tre volte, un presidente della principale azienda locale (GIT S.p.A. - ndr)
dalle dubbie capacità gestionali (oltre che dalle ben nascoste virtù espressione di
onestà e rispetto verso gli amministrati). Ad entrambi sono state affidate attraverso un salario - le vite di oltre 300 famiglie, condizione capestro per la quale,
oggi, la maggior parte di loro, non è in grado di determinare il proprio futuro.
Oggettivamente, la sinistra si sta attrezzando per colmare questo divario e rendersi appetibile attraverso l'abuso degli
stessi strumenti Razziani (o Renziani), tuttavia l'esperienza conta, quindi, prima di emulare il Metodo B. passerà ancora
del tempo. Sono pronto a scommettere un milione di euro contro un bottone che anche nel maggio 2016 (prossima
elezione a sindaco di Grado - ndr) un adepto di Silvio (o collegato) conquisterà il Municipio, nel segno della continuità
delle cose che tanto piace al gregge. Anche se fosse targato "Civico" o, peggio "Renziano", il risultato sarà lo stesso.
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Ormai si è superato da un pezzo la decenza, riuscendo a trasformare la dimostrazione provata delle proprie incapacità
generali in "normalità" fisiologica, pannolone salvifico per contenere la cacca che - altrimenti - traboccherebbe oltre. Il
fatto spiacevole che - personalmente - mi disturba è che, poi, ci tocca seguirli con il sacchetto apposito per raccogliere i
loro escrementi. Come per il nostro cane.
Sarebbe già una miglioria sociale se raccogliessero da soli la merda che producono, invece di ottenerne pure una
contropartita in danaro. Nostro.
Parimenti, all'interno della GIT S.p.A. (forse) cambieranno alcune facce ormai
indifendibili, per dimostrare al popolo bue che dall'alto si "vede e provvede",
regalandoci "nuovi vecchi" che avranno altri anni a disposizione per finire di
raspare quel poco che ci è rimasto. Tutti trangugeranno nuove bottiglie di
bollicine (servite in nero) e nuovi accrediti saranno bonificati sui conti dei
miracolati nominati.
Ci sono "miglioni" di euro da spazzolare in cambio di una piscinetta completa di
scivolo per piccini, "grande struttura" già decisa in quel di Torino, strategia
"ludica" che non prevede quella "curativa", insensato progetto che seppellisce
definitivamente la specificità per la quale gli Austriaci (un secolo fa) scelsero
Grado come luogo termale.
Ma, a "noi" del centro-destra questo importa poco, in fondo, business is business.
Gli "euri" possono essere rossi o neri. Basta che siano.
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La Politica nella GIT - Lega Nord
di Raffaele Lisco.
Ultimo articolo del trittico sulle compagini politiche presenti nella GIT S.p.A. In questa tornata vi racconto il ruolo
assunto dalla Lega Nord. Nell'EDITORIALE di fine settimana vi rivelerò i contenuti (e il commento) usciti
dall'ultimo CDA effettuato in data odierna. Le "cimici" addosso al presidente hanno funzionato...
A
partire dalla data del febbraio 2010, anno di insediamento del CDA presieduto da Marino De Grassi in GIT
S.p.A., la presenza all’interno dell’azienda da parte del partito della Lega Nord è stata forte e significativa. Veramente,
per amor di precisione già durante la presidenza Bigot si intravide nel CDA una veloce presenza Leghista nella persona
di Giuliano Regolin ma il consigliere "padano" fu presto "sostituito", attesa la manifesta inutilità oggettiva espressa in
sede gestionale. Grazie anche al suo voto favorevole, il Regolin, è riuscito - durante la sua presenza - a far approvare il
contratto (inaccettabile) del dott.Schiavi, oltre ad avallare altre "perle" che hanno contribuito a depauperare il valore
strutturale dell'ex Azienda di Cura e Soggiorno. Non per caso - infatti - la Lega Nord gradese precipitò presto ai minimi
storici, passando dalle centinaia di tesserati (Era Salvini - ndr) a un numero dispari inferiore a tre. Alla fine,
l'esperto politico , si fece pure Commissariare dal Movimento.
Federico Razzini
Già a quel tempo si vociferava e progettava a proposito della realizzazione di un Polo Termale - project financing
panacea di tutti i mali dell'isola di Grado - così il consigliere regionale leghista Federico Razzini decise di piazzare
nel CDA della GIT un suo uomo di fiducia, individuando tale soggetto nella figura del dott. Andrea Beretta,
personaggio sconosciuto ai gradesi.
Attraverso il comando dell’assessore alle attività produttive (in “quota rosa” - ndr) militante nella Lega Nord, Federica
Seganti e il presidente alla commissione alle attività produttive Federico Razzini, il partito di Umberto Bossi, nel
2011, dettava legge nel comparto turistico regionale. Al "fresco" presidente “Tondiano” De Grassi non restava che
prenderne atto.
Pur con riluttanza e presupponenza, l’altezzoso "avvocato" accettò che il ruolo di tramite con la Regione FVG fosse
assunto dall'imposto consigliere di amministrazione Beretta, chinando il capo a suo favore su alcune scelte
strategiche importanti, quali il veto dichiarato sulla scelta di realizzazione del locale Antiche Terme,
progetto delirante che prevedeva la spesa folle di 1 milione e 600 mila euro, per trasformare la palazzina delle
"vecchie"
terme.
Inoltre
fu
obbligato
ad approvare nel settembre
del
2011
controvoglia
-
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i regolamenti riguardanti le assunzioni, gli appalti esterni e il contenimento dei costi del personale, delibere richieste
con forza dalla Lega Nord.
L'ignavo Beretta - non conoscendo De Grassi - in seguito salvò politicamente il presidente in due occasioni
importanti, quali il post litigio pubblico - avvenuto alla presenza di numerose personalità e semplici cittadini all’Auditorium Biagio Marin di Grado, in occasione della presentazione del progetto Nuovo Polo Termale, baruffa
intercorsa tra De Grassi e l’assessore Seganti. Il Beretta si rese in seguito recidivo, durante l’agguato progettato (non
riuscito - ndr) da parte della lobby commerciale dei costruttori gradesi contro il presidente GIT. In entrambe le
occasioni il "bisiaco padano" avrebbe fatto meglio ad adottare il Metodo Razzi: "...fatti una Lega di cazzi tuoi...".
Per fortuna, alla fine, si è punito da solo.
Andrea Beretta
Al tramonto del suo primo mandato - dicembre 2012 - in piena “bagarre” pre-elezioni regionali, mentre si ingrossava
lo “scandalo spese pazze in Consiglio Regionale", Marino De Grassi si trovò privo delle sue consuete sponde politiche,
ignorato dagli amici Galasso, Gottardo, Valenti e Romoli, quindi dovette cercarsi un "paracadute" politico, presso gli
altri alleati di governo come la Lega Nord. Con la sua solita parlantina e falsità, il vecchio mestierante imbonì sia
l’inesperto Beretta che il rampante consigliere Razzini, turlupinati fresconi che decisero di appoggiare la
sua ricandidatura alla presidenza GIT S.p.A., in cambio di un chiaro progetto di ristrutturazione aziendale.
Tale progetto prevedeva:
1) Il licenziamento dell’abusivo direttore Sergio Schiavi, miracolato impiegato insediato da Bigot (con un risparmio
per le casse societarie di circa 100 mila euro annui - ndr) e una redistribuzione delle sue funzioni tra gli altri Capi
Servizio (Cristiano Corbatto, Leonardo Tognon, Patrizia Giamei e del dimissionario dal CDA precedente, Andrea
Beretta).
2) La responsabilizzazione sulle deleghe per i neo-consiglieri leghisti Mikhailova e Bearzi.
3) La definitiva ricomposizione sindacale sui contratti dei lavoratori a tempo indeterminato riferiti a
sigg. Roberto Degrassi, Orietta Tessarin, Rita Marin, Simone Lauto, Gemma Pinatti, Fabia Marin - e altri condizioni che, a suo tempo, vennero ridotte dal “piano Bigot”.
4) Chiarezza sulle scelte strategiche inerenti il Nuovo Polo Termale, ovvero, ristrutturazione delle vecchie terme.
In fondo, in cambio di una garantita rielezione alla presidenza della GIT S.p.A., a De Grassi non veniva chiesto un
grande sacrificio, sopratutto se pensiamo che nessun presidente era mai stato rieletto prima, tuttavia, la variabile
impazzita era dietro l’angolo, manifestandosi attraverso la clamorosa ed inaspettata vittoria del PD, risultato che portò al
governo della regione Debora Serrachiani, eliminando Renzo Tondo per cause di cui ho già scritto.
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Da notare che proprio in vista delle elezioni regionali di maggio 2013, i vertici leghisti si erano accordati con De
Grassi per anticipare la presentazione del bilancio, convocando in tutta fretta l’assemblea dei soci a febbraio,
stravolgendo in questo modo la normalità contabile, azione che viene svolta proprio ad aprile-maggio dell'anno
seguente l'esercizio in oggetto.
In una riunione nella “sala azzurra” del palazzo regionale di Trieste si concretizzò - in gran segreto - l’accordo tra
i leghisti in favore di De Grassi, di fronte alla presenza del consigliere regionale Roberto Marin, il
quale, sebbene sconcertato dalla scelta a lui sgradita, non poteva fare altro che prenderne atto.
Paolo Bearzi
Inusuale e sospetta anche la strana manovra proprio del consigliere di amministrazione di GIT S.p.A. Beretta che, pur
in posizione politica forte, con le spalle coperte da Federico Razzini e Federica Seganti, si dimetteva dal CDA per
entrare nei ranghi aziendali "operativi" con l'incarico di responsabile amministrativo dei bar. Forse che
il Beretta avesse "annusato" l'aria e si fosse voluto smarcare dagli obblighi di firma, preferendo scendere tra i comuni
mortali? Mi auguro che, prima o poi, qualcuno gliene chieda spiegazioni.
Era evidente a tutti che dietro tale operazione vi fosse un accordo politico (che sicuramente prevedeva il
riposizionamento del Beretta ad alti livelli in azienda) tra la Lega Nord e Marino De Grassi, tuttavia, il "pelo sullo
stomaco" del vecchio politico “repubblichino” alla fine prevalse - ancora una volta - su tutto e tutti.
De Grassi, infatti, dopo l’inaspettata vittoria alle regionali della presidente Serrachiani, di colpo e senza alcun merito,
si ritrovava completamente libero di decidere ed operare a suo piacere, senza nemmeno più il vincolo del mandato degli
scomodi leghisti. I Latini dicevano "...audax fortuna iuvat...", metafora che, tradotta per il popolo, significa "Che
culo!"
Quindi, nessuna rimozione dell'abusivo e costosissimo "direttore" Sergio Schiavi (comodo per De Grassi - ndr).
Nessun accordo sindacale per il reintegro a tempo pieno dei dipendenti defraudati dei loro diritti e,
soprattutto, azzeramento della carriera in GIT dell’ex consigliere Beretta che, con un misero contrattino da barista
a tempo determinato, si trovava a quel punto alla mercè del "furbo" De Grassi. Esattamente la fine che fanno
i dilettanti opposti ai professionisti. Ecco perchè col sottoscritto nemmeno ci provano. Il Maestro del Tradimento si
superava nell’autoaffondamento del penultimo CDA composto dai leghisti Biberon Bearzi e Zarina Mikhailova,
accompagnati dai “comunali” Yoghi Marocco e GianFisico Grego, vendendosi per l’ennesima volta ai vincitori (in
questo caso il PD). Risultato della partita d'andata: Real De Grassi 3 - Lega Nord O. Palla al centro.
Nella partita
di
ritorno scendono
in
campo
altre
il BBQ presidenziale: Bredeon / Lovato / Della Valle.
Nell'aria c'è profumo di carne alla brace.
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nuove tre
vittime
sacrificali, pronte
per
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EDITORIALE - Far finta di essere sani.
di Raffaele Lisco.
Espletato l'ultimo CDA della GIT S.p.A. - in ordine temporale - proviamo a riflettere insieme su quanto rimane
dell'Inchiesta ESCLUSIVA che tanto scalpore a suscitato sull'isola di Grado.
P
ensavo di riuscire a emozionarmi almeno un "attimino" e, invece, un anno abbondante di lavoro pregno di
inseguimenti a persone, analisi dei documenti, studio e verifica di atti e verbali, elucubrazioni logiche e raccolta
di testimonianze dirette - più molto altro - periodo speso per riuscire a "montare" un Inchiesta composta da ben dodici
capitoli, sintesi giornalistica ottenuta dalla storia recente della GIT S.p.A. compresa la relativa gestione degli
ultimi due presidenti incaricati, non mi ha procurato l'entusiasmo che contavo di provare.
Certo, mi ritengo ampiamente soddisfatto dalla capacità profusa al fine di raggiungere lo scopo, allo stesso modo col
quale posso vantare di non aver nascosto la testa sotto la "sabbia" (nome omen), incassando il premio dell'unicità
d'azione rispetto al mondo gradese (e limitrofi - ndr).
Volevo dimostrare a me stesso, innanzitutto, di possedere le qualità di un "giornalista" appena degno di tale
nome, riuscendo a trovare la "pista" giusta, raccogliendo le indispensabili pezze d'appoggio, mettendo a disposizione di
un pubblico il racconto, in maniera scorrevole e facilmente comprensibile per la maggior parte dei lettori
interessati. Sarò immodesto ma credo di esserci riuscito, sufficientemente.
La controprova di aver colpito nel segno si evidenzia negli atteggiamenti reattivi che i protagonisti hanno deciso di
assumere come difesa. Tutti gli attori, "presunti" responsabili della torbida gestione aziendale che ho segnalato, si
sono barricati dietro una strategia identificabile come la "consegna del silenzio", ordinando a chiunque graviti intorno al
loro piccolo potere - sotto scacco - di minimizzare e negare a tutti i costi l'evidenza della realtà,
preferendo aggirare il problema assumendo la classica forma del "pesce in barile".
La stampa di regime si è subito assoggettata alla bisogna, ignorando quello che - a mio avviso - potrebbe essere
considerato uno scandalo di gigantesche proporzioni, allineandosi con l'inerzia assunta dagli Enti Pubblici
azionisti (Regione FVG/Comune di Grado/CCIA di Gorizia - ndr), tutti uniti nello stesso girone degli Ignavi.
Oggettivamente faccio molta fatica a comprendere l'utilità di tale strategia, atteso il fatto che, presto o tardi,
la notizia assumerà i contorni giudiziari inevitabili, sia che avalli la presenza dei reati esposti nell'Inchiesta, sia che
ne determini la loro inesistenza, quindi numerose condanne nei confronti del sottoscritto.
A quel punto sarà molto complicato giustificare il silenzio espresso - volontariamente - fino a quel momento.
E' vero che ormai siamo tutti assuefatti alle peggiori nefandezze e, pertanto, il sentire comune si esprime con una
manifestazione di rassegnata indifferenza al cospetto di una evidente assenza di onestà, tuttavia, la pratica non
esclude la grammatica, quindi, almeno per quanto mi riguarda, ritengo inaccettabile giustificare comportamenti
di dubbio gusto con una semplice alzata di spalle, se non addirittura "sorvolando" comodamente assolvendo gli
impuniti malfattori con un comodo "...tanto così fanno tutti...".
Non più tardi di 48 ore fa, all'interno del recente CDA della GIT S.p.A., la maggioranza dei componenti hanno
certificato (tra loro - ndr) l'infondatezza delle mie notizie, dichiarando lapidariamente che "...non ci sono
problemi...", "...tutto si risolverà in una bolla di sapone...", "...il solito Lisco che sparge il suo veleno...",
quindi "...l'importante è non dare visibilità alle farneticazioni pubblicate..." da "...un emerito signor
nessuno...".
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Accolgo con piacere quanto il presidente Marino De Grassi sottoscrive dall'alto della sua conoscenza diretta,
tuttavia, poca importanza riveste la mia opinione di "...signor nessuno...", quello che conta è che i consiglieri ne
siano convinti. Certo che al posto loro non mi accontenterei di rassicurazioni verbali ma andrei a controllare di
persona come realmente stessero le cose, consapevole che in palio ci sarebbe anche la mia faccia di consigliere
aziendale (magari Delegato - ndr), oltre che alla responsabilità civile e penale alla quale è legata, per Legge.
Siamo in Democrazia - almeno a parole - di conseguenza liberissimi tutti di adottare la propria migliore linea d'azione,
tuttavia se questo elementare postulato può valere per la propria realtà personale e professionale, non è applicabile nel
campo della gestione della cosa pubblica. Sindaco, giunta e consiglieri (TUTTI), per esempio, non
possono esimersi dalla funzione di verifica dei fatti, nè, tanto meno, dimostrarsi complici dell'uno o dell'altro,
facendo finta di nulla come se niente fosse successo.
Di fronte a gravi affermazioni che un Lisco "qualunque" si permette di rendere pubbliche, dovrebbe
essere scontato per chi ha responsabilità Istituzionali, togliersi il dubbio sulla veridicità delle denunce contenute
nell'Inchiesta in oggetto, specialmente se i firmatari sono terzi soggetti riconducibili a stretti rapporti con la presunta
azienda contaminata. Al contrario, si continuano a perseguire politiche da struzzo, oltretutto assai pericolose per
l'incolumità posteriore, atteso il fatto che determina l'esposizione di parti "sensibili" mentre si tiene la testa nel
buco.
Come ho già avuto modo di segnalarvi, la patata bollente ora passa in altre mani - ben più competenti delle mie - alle
quali sarà demandata la responsabilità di verifica e controllo, nel merito delle ultime gestioni della GIT S.p.A.
Domani cambiamo completamente obbiettivo. Non perdetevi l'interessantissima scoperta che mi è capitata tra le mani,
in merito alla realizzazione della Grado 3.
Finalmente avrò un pilone tutto mio...
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FINE