ANALISI DATI QUESTIONARIO “COLOR YOUR LIFE” “I GIOVANI D

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ANALISI DATI QUESTIONARIO “COLOR YOUR LIFE” “I GIOVANI D
ANALISI DATI QUESTIONARIO “COLOR YOUR LIFE”
“I GIOVANI D’OGGI: VALORI, ATTEGGIAMENTI, ASPETTATIVE”
INTRODUZIONE
La classe 1B del Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di La Spezia ha aderito al bando Jo proposto da
“Color your life”, somministrando il questionario relativo ai giovani d’oggi a tutti i compagni di
scuola della Sede Centrale che hanno voluto/potuto collaborare e analizzandone poi i risultati.
Hanno risposto al questionario 407 studenti, nel 24,1% dei casi quindicenni e, a seguire, 22,9%
sedicenni e 21,4% diciassettenni; i maschi erano il 55,8% degli intervistati. Pochissimi fra questi
hanno “giocato” con il questionario, rispondendo in modo chiaramente falso e provocatorio; quasi
tutti hanno risposto in modo personale e motivato, e molti hanno usato anche gli spazi bianchi per
intervenire con commenti propri.
La complessità delle domande e soprattutto delle risposte (spesso alternative tra loro simili, troppo
numerose, poco chiare) e degli incroci del grado di adesione (con troppi gradi, e spesso in numero
dispari, il che invitava alla risposta intermedia e quindi neutra) ha reso estremamente difficile e
sfuggente l’analisi delle risposte. Ci siamo concentrati quindi su alcuni aspetti, quelli che ci sono
sembrati i più interessanti.
PRESENTE E PASSATO
2 delle 25 domande chiedono di mettere a confronto i valori e i comportamenti dei giovani del
presente con quelli del passato.
Per la maggior parte degli studenti intervistati (71,3%), i valori dei giovani d’oggi sono diversi da
quelli che avevano i giovani del passato, in particolare perché le nuove generazioni si adattano a
società diverse (51,6%): quest’impressione appare più netta nei ragazzi di 14 anni che in quelli di
18 anni, che forse si sentono già meno nuovi.
In un confronto più articolato tra il mondo in cui vivono i giovani d’oggi e quello in cui vivevano i
giovani del passato, risulta che la maggior parte degli studenti intervistati ritiene che siano
diminuite le possibilità di stare a contatto con la natura (68,7%). Più ampiamente, in questo
confronto, la maggior percentuale delle risposte si situa però nella quasi totalità dei casi nella
risposta “mediana” o al massimo, per qualche unità di scarto, in quelle immediatamente ad essa
vicine, cosa rara per le altre risposte del questionario. Inoltre questa è la domanda in cui è più
evidente la differenza tra le risposte dei quattordicenni e quelle dei diciottenni, tutti molto più
pessimisti dei piccoli nei confronti del mondo moderno. Fatte queste importanti precisazioni, si nota
comunque che la possibilità di stare con le persone care è, secondo gli intervistati, diminuita per
quanto riguarda i famigliari, ma aumentata per quanto riguarda amici e partner di coppia: il fulcro
sociale si sta spostando dall’interno della famiglia verso l’esterno. Si riconosce che i giovani d’oggi
hanno più opportunità di acquistare oggetti (forse perché restano più a lungo in famiglia, spesati e
accontentati nelle loro richieste di figli quasi sempre unici o con un solo fratello/sorella), ma nello
stesso tempo è bassissima la percentuale di chi pensa che oggi sia più facile trovare lavoro (8,7%).
Benché poi molti riconoscano nella società moderna maggiori opportunità di fare sport e di
divertirsi, questo non si traduce nell’idea che i giovani d’oggi siano più sereni e tranquilli: solo il
12% sostiene quest’idea. Un’analoga contraddizione si può cogliere quando la maggior parte degli
intervistati afferma che sono aumentate le possibilità di studiare e imparare (62,4%), di viaggiare
(68,5%), di praticare attività artistiche (solo il 20,8% è contrario), ma nello stesso tempo sente che
queste opportunità non si traducono in impegni adeguati: il 46,8% ritiene che sia minore l’interesse
per le attività religiose, solo il 18,3% che sia oggi maggiore l’impegno politico; si ritiene oggi
maggiore che in passato solo l’impegno nelle attività sociali (solo il 19,1% è contrario a questa
idea).
PARTNER / AMORE
3 delle 25 domande chiedono ai giovani di riflettere sull’importanza del rapporto con un/una
partner.
Appare subito chiaro quanto esso sia fondamentale per gli intervistati: il 94,2% ritiene
indispensabile (47,1%), importantissimo (29,1%) o importante (18%) avere una persona al proprio
fianco, e solo l’1% non lo ritiene importante. Le percentuali di chi lo ritiene importante sono tutte
più alte nei ragazzi più grandi, ormai entrati nell’età dell’amore adulto.
Le caratteristiche che in questo/a importante partner ricercano i giovani d’oggi sono in primo luogo
la sicurezza e il conforto che egli/ella può offrire: ciò a dimostrazione che i ragazzi dai 14 ai 19 anni
si sentono estremamente insicuri e cercano quindi un partner che li difenda, in grado cioè di capirli,
di ascoltarli, di aiutarli nei momenti difficili senza lasciarli mai soli, di essere affettuosamente
presenti e di accettare i difetti dell’altro: in poche parole di amarli per come sono! Poiché su 17
alternative il sondaggio chiedeva di individuare le 5 più importanti, le alternative afferenti tutte a
questo insieme di caratteristiche sono state votate da circa il 57% degli intervistati, con un picco
assoluto del 75,7% per “Ti capisce, ti conosce, ti ascolta”, che però scende dall’80,6% dei
quattordicenni al 66,7% dei diciottenni. Tale definizione poi perde il suo primato tra le femmine
(maschi 79% - femmine 71,6%), tra le quali risulta invece più importante il “Ti ama per come sei”
(74,4% femmine – 64,4% maschi). Nel confronto tra i sessi, è sorprendente il fatto che, secondo
l’antica tradizione della “donna debole”, ancora oggi chiedano al partner “protezione e sicurezza” il
41,5% delle femmine e solo il 12,8% dei maschi!
Viceversa, gli adolescenti non badano molto alla sicurezza economica, alla vita agiata, all’aiuto
nella crescita professionale, che vengono segnalate come caratteristiche importanti dalle percentuali
più basse (fino ad un minimo del 2,5%): l’amore a quest’età è vissuto come esperienza passionale e
sentimentale.
Chi cerca un’unione stabile con un’altra persona può anche apprezzare qualità che contribuiscono
alla crescita e alla maturazione della coppia: i giovani del Pacinotti in quest’ambito guardano
all’immediato e giovane “E’ uno stimolo continuo, è attiva, è dinamica” con il 26,1% dei consensi
(dal 14,9% dei ragazzi di 14 anni al 27,5% di quelli di 18 anni), non tanto al lontano futuro: infatti
“vuole avere figli”, “aiuta a comprendere le cose belle della vita”, “fa crescere psicologicamente”
riscuotono scarsi consensi, seppure in crescita dall’8,1% della prima al 20,1% della terza
definizione: questi valori si scoprono comunque con l’età, visto che quello dell’aiuto nella crescita
psicologica è scelto dal 10,4% dei quattordicenni e dal 41,2% dei diciottenni e quello del “ti aiuta a
comprendere le cose belle della vita” sale dal 6% dei quattordicenni al 25,5% dei diciottenni!
Per un/una ragazzo/a la personalità del partner conta molto, ed infatti l’ambito delle qualità
personali è stato scelto da circa il 28% degli intervistati, con il picco del 55,2% (maschi 57,5% femmine 52,3%) per “ti fa divertire, è allegra, è simpatica” e del 52,7% per “è leale e sincera”.
Evidentemente i giovani sono molto meno superficiali di quello che si dice, tant’è vero che l’aspetto
fisico di un partner attraente è importante per una percentuale tutto sommato modesta (21,3%): però
è interessantissimo notare che quest’ultima percentuale nasce dall’incrocio del 33,3% dei maschi e
del 6,3% delle femmine! Ancora a proposito dell’aspetto fisico del partner, la percentuale (pur
limitata) di chi lo ritiene importante si dimezza dai quattordicenni (34,3%) ai diciottenni (17,6%)
Sorprendente il parere di una ragazza che ha scritto: “Deve essere capace di sorridere purché sia un
sorriso sincero”. Molti sono intervenuti per aggiungere qualità non previste dal questionario:
intelligenza, curiosità, complicità, senso di responsabilità, condivisione di interessi comuni… fino
ai 6 giovani che hanno specificato, con parole diverse, “deve essere spigliato sessualmente”.
IDEALI PERSONALI
4 delle 25 domande chiedono ai giovani di valutare direttamente il livello della loro “felicità”,
presente e futura, e di individuare, tra numerose alternative, che cosa/chi li può aiutare ad essere
davvero felici.
E’ confortante il fatto che ben il 78% si dichiari “felice” (con il 41% che azzarda un “molto” o un
“estremamente” felice) e che solo il 6,1% (più le femmine che i maschi) si senta “abbastanza”
(3,3%), “molto” (1%) o “estremamente” (1,8%) infelice. Tale giudizio positivo si proietta anche nel
futuro, con una percentuale ottimista del 70,1% e pessimista dell’11,6%: l’ottimismo risulta però in
calo nel passaggio dai 14 (85,1%) ai 18 anni (64%): forse la paura della fine della scuola e le
informazioni più dettagliate sul mondo del lavoro spengono gli entusiasmi!
Tra le “cose” significative per essere felici nella vita, i giovani intervistati individuano come
indispensabile/importantissimo/importante soprattutto l’ambito delle relazioni (con gli amici: 91,4%
- più tra i piccoli che tra i grandi-, con l’amato/a: 83,5% - più tra i grandi che tra i piccoli -, con i
genitori: 81,2%, con i figli: 73,6%, con un gruppo strutturato: 63,4%, con i fratelli: 60%).
E’ però considerata importante anche la cura del sé: in primo luogo armonia interiore (91,7%, con il
picco assoluto dell’“indispensabile” per il 57% degli intervistati), libertà di inseguire i propri sogni
(89,4%), di divertirsi (87,6%), di esprimersi (85,1%), di prendere decisioni (84,3%), di avere tempo
per sé (78,3%). Nello stesso ambito non risultano invece particolarmente significativi per i ragazzi
la fede religiosa (“non importante” per il 21,3%), la libertà di agire o il contatto con la natura.
Risulta molto importante “lavorare” (89,1%), ma evidentemente non per diventare poi ricchi o
acquistare tecnologia o fare shopping, che sono in varia misura ritenuti “abbastanza”, “poco” o
“non” importanti nella propria vita. Invece più della metà degli intervistati (57,5%) ritiene, a
sorpresa, importante “leggere libri”; la percentuale di chi trova la felicità nell’“ascoltare musica”
sale poi, ovviamente, al 65,4%; “ballare”, “suonare”, “cantare” è invece scelta di pochi; le
percentuali salgono nuovamente quando si parla di “impegno sportivo” (importante per il 75,6%,ma
più per i maschi che per le femmine, meno interessate anche al divertimento e alla tecnologia e alla
partecipazione a gruppi o squadre), “impegno sociale” o di volontariato (60,8%; 77,2%), ma non
“impegno politico” (importante solo per il 25,8%, in crescita ovviamente con l’età). Risultano
importanti anche le attività di ricerca, di scoperta, di conoscenza: per esempio viaggiare (73,3%) e
addirittura studiare (83%).
Tra le “persone” cui si riconosce un ruolo positivo nella ricerca del senso della vita figurano
ovviamente i famigliari: madre (93.3%, con il picco assoluto del 65.8% di “indispensabile”) e padre
(88,3% con il picco del 55,4% di “indispensabile”), ma anche zii, fratelli, nonni. Decisamente
scarsa l’influenza di adulti come scrittori, stars della musica o del cinema, politici, sportivi,
religiosi, scienziati…; in questo gruppo riscuotono qualche maggiore apprezzamento gli insegnanti,
che però raggiungono una percentuale di “importanza” inferiore al 50% (42%: dal 37,3% dei
quattordicenni al 56,9% dei diciottenni). I coetanei invece risultano veramente importanti e
significativi nella costruzione della propria vita: i compagni di scuola (57.9%), il/la proprio/a
ragazzo/a (72,5%), ma più di tutti gli amici del cuore (82,5%).
FAMIGLIA
3 delle 25 domande riguardano il rapporto dei giovani con la loro famiglia.
La maggioranza assoluta dei giovani intervistati, con percentuali dal 56,4% fino al 66,2%, secondo
le diverse declinazioni dell’identico concetto, ritiene che la caratteristica fondamentale di una buona
famiglia sia la capacità di offrire protezione e sicurezza, aiutando i figli nei momenti difficili (ma
questo valore decresce, comprensibilmente, con il crescere dell’età: dal 68.7% dei quattordicenni al
43,1% dei diciottenni) e nelle difficoltà della vita, volendo loro bene con calore e comprensione; le
connotazioni del sentimento e dell’affetto risultano sempre scelte più dalle femmine che dai maschi.
Dall’altra parte, coerentemente, sono pochi quelli che ritengono che la famiglia debba insegnare
“come godersi la vita” (8,9%) o distribuire soldi (5,8%); anche l’idea di una famiglia come sostegno
strumentale per trovare lavoro, o per sistemarsi o per facilitare l’adattamento al mondo è tutto
sommato marginale (percentuale massima del 12,4%). I ragazzi quindi in generale sentono la
necessità di essere indipendenti e rifiutano una famiglia costantemente presente, che accompagni
passo per passo, quasi viziandoli, i figli nell’entrata nel mondo. Anzi, uno studente ha scritto: “i
genitori devono insegnare ai figli che bisogna lottare per un futuro, per diventare qualcuno”.
Abbastanza numerosi risultano invece i giovani che vedono nei genitori modelli di comportamento
e punto di riferimento nell’educazione ai valori, più che (oppure “oltre a”) accoglienza affettuosa:
molti pensano infatti che i genitori debbano soprattutto insegnare ai figli “quali sono le cose
importanti della vita” (ben il 55,9%), “come comprendere il mondo” (30,6%), “ad amare gli altri”
(20,3%), come crescere psicologicamente (28,1%), ponendosi come “esempio da imitare” (21,3%);
uno ha aggiunto: “devono dare una rigida educazione alla legalità”. La percentuale però crolla al
14,7% quando si parla dei genitori come “punto di riferimento della propria vita”: i giovani
vogliono “punti di riferimento” autonomi e liberi, evidentemente. Questo però non impedisce loro
di riconoscere poi la realtà: dai 14 ai 19 anni la famiglia resta fondamentale per il 94,2% degli
intervistati e, tra questi, il 47,1% la definisce “indispensabile”.
AMICIZIA
3 delle 25 domande riguardano il rapporto di amicizia.
Come è logico aspettarsi, il 95,5% degli studenti ritiene “indispensabile” (49.9%) o comunque
importantissimo/importante avere un vero amico. Sono rari in effetti i giovani che non capiscono
l’importanza dell’amicizia: se ci si pensa bene, sono sempre gli amici a far stare bene quando si ha
bisogno, e soprattutto nell’età 14-19 anni.
Le caratteristiche dell’amico/a ideale sono, per la maggior parte degli studenti, legate alla
confidenza e alla comprensione che egli/ella sa offrire: “ti capisce, ti conosce, ti ascolta” (70,1%:
più le femmine 79% che i maschi 63%), “ti accetta per come sei” (52,7%), “capisce i tuoi problemi”
(31,4%), insomma è una persona con cui ci si può sfogare per stare meglio. Sono numerosi però
anche gli studenti che sottolineano l’importanza di avere un amico sempre disponibile (33,2%),
pronto all’aiuto (61%) e a condividere le esperienze importanti (41,5%), più per ricever affetto che
protezione o sicurezza (riconosciute importanti solo dal 10,6% del totale). Tra un amico allegro e
simpatico, con cui divertirsi magari passando una bella serata per dimenticare temporaneamente
insieme i problemi che affliggono quotidianamente, e un amico che sia stimolo alla crescita
(psicologica, professionale, economica…) i ragazzi dai 14 ai 19 anni scelgono, come è logico,
l’amico allegro: il primo scelto dal 49,6%, anche se più dai maschi (59,4%) che dalle femmine
(37,5%) (e altre percentuali simili per caratteristiche simili), il secondo scelto da una media dell’8%
degli intervistati nelle sue varie sfumature. Del carattere dell’amico/a risultano importanti
soprattutto la lealtà e la sincerità, la seconda risposta più scelta, con il 57% delle preferenze: è
interessante notare che lealtà e sincerità sono ritenute più importanti nell’amico/a che nel partner!
Nella riflessione sull’amicizia sono stati numerosi gli interventi liberi e personali. Fra questi i più
belli sono quelli che dicono che l’amico/a “deve essere più di un fratello o di una sorella”, “cerca di
stare vicino anche dopo aver litigato”, “non deve lodare o dar sempre ragione solo perché pensa in
caso contrario di far star male”…